Ruolo del fermento lattico Lactobacillus casei Shirota

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Ruolo del fermento lattico Lactobacillus casei Shirota
Ruolo del fermento lattico
Lactobacillus casei Shirota
come parte della strategia
di controllo della diarrea
associata a terapia antibiotica.

       Questo materiale è riservato ad uso esclusivo di medici
       e professionisti della salute. Non distribuire ai pazienti.
Ruolo del fermento lattico Lactobacillus casei Shirota
Introduzione.
• La diarrea associata all’uso di antibiotici (AAD) è il risultato delle alterazioni determinate
  dalla terapia antibiotica a livello del microbiota presente nel colon (5-25% dei casi di terapia
  antibiotica). Queste alterazioni provocano una ridotta digestione degli zuccheri fermentescibili
  che determina una diarrea osmotica. Inoltre, la terapia antibiotica può portare alla eradicazione
  del microbiota esistente con conseguente proliferazione di alcuni patogeni (1).

• Il batterio Clostridium difficile (Gram-positivo sporigeno anaerobio) è l’agente maggiormente
  coinvolto negli episodi di AAD (15-25% dei casi) in ambiente ospedaliero, in particolare nelle
  persone anziane. È un agente patogeno particolarmente virulento perché può produrre
  un’enterotossina e una citotossina che, a loro volta, causano danni alla mucosa e al colon (1-3).

• Si stima che il 4% della popolazione anziana trasporti asintomaticamente questo batterio
  che nelle persone sane non causa problemi di salute, perché la sua crescita è tenuta sotto
  controllo dai batteri commensali presenti nell’intestino (2). Quando gli antibiotici distruggono
  le difese naturali, il patogeno C. difficile può dividersi e produrre le tossine, determinando
  così l’insorgenza della diarrea.

• In alcuni casi, possono avere origine severe infiammazioni intestinali e, specialmente nelle
  persone anziane, l’insorgere di alcune complicanze può consentire il passaggio in circolo
  del patogeno e quindi avere esito fatale per l’individuo (1-3).
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Diagnosi.

La diagnosi di AAD si basa sulla storia clinica del paziente e può essere confermata dalla ricerca
nelle feci dell’agente batterico implicato (rappresentato dalla specie Clostridium difficile nel 33%
dei casi) e/o delle tossine.
I principali fattori di rischio associati allo sviluppo della diarrea sono il tipo di antibiotico utilizzato,
le condizioni cliniche dell’individuo, i fattori ambientali e gli interventi chirurgici a cui sono stati
sottoposti i soggetti. Gli antibiotici che più frequentemente si associano allo sviluppo di AAD sono:
clindamicina, cefalosporine, fluorochinoloni e ß-lattamici (1).

Strategie di controllo delle infezioni.
Le spore di C. difficile possono sopravvivere per lunghi periodi. Perciò, negli ambienti più predisposti
a questo tipo di infezioni, è necessario mettere in atto delle strategie di controllo che riducano le
occasioni di trasmissione tra diversi soggetti. Le seguenti misure sono particolarmente auspicabili:
 • Procedure di igienizzazione e lavaggio delle mani tra la visita di diversi pazienti
 • Pulizia con agenti a base di cloro o di altri agenti anti-sporigeni
 • Test di laboratorio rapidi per la rilevazione di tossine e culture microbiologiche fecali
 • Isolamento o altre procedure di controllo delle infezioni
 • Controllo sull’uso di antibiotici

Come possono contribuire i probiotici?
L’intestino umano contiene circa 1012 batteri/g di contenuto intestinale, un ecosistema relativamente
stabile che rappresenta una parte integrante delle difese intestinali. Le terapie antibiotiche (in particolare
con antibiotici ad ampio spettro come chinoloni, aminopenicilline, clavunato, cefalosporine, clindami-
cina) disturbano le difese microbiche, consentendo ai patogeni di moltiplicarsi.
I probiotici sono definiti come “microrganismi vivi che, se assunti in adeguate quantità, contribuiscono
alla salute dell’organismo” (4) e vengono tradizionalmente impiegati per favorire l’equilibrio della flora
intestinale (5). In letteratura si trovano i risultati di recenti studi clinici che valutano la capacità di
alcuni probiotici di ridurre il rischio di diarrea associata agli antibiotici (6-8).
Ruolo del fermento lattico Lactobacillus casei Shirota
Evidenze disponibili sull’uso del ceppo Lactobacillus
 casei Shirota durante terapia antibiotica.

Studio clinico di comunità in Gran Bretagna (9).
Quattro reparti di geriatria in due ospedali della Gran Bretagna hanno introdotto nuove pratiche di
prevenzione delle infezioni da Clostridium difficile. Come parte di queste strategie di prevenzione,
ai pazienti è stata offerta quotidianamente una bevanda di latte scremato contenente il ceppo L. casei
Shirota (6,5X109 UFC per porzione). L’efficacia di queste strategie è stata controllata misurando gli
episodi di diarrea e rilevando le infezioni causate da C. difficile. Dopo 26 mesi, l’assunzione della
bevanda contenente L. casei Shirota è stata estesa per 12 mesi a tutti i pazienti dell’ospedale con più di
65 anni. Gli autori hanno osservato che l’introduzione di L. casei Shirota nell’alimentazione giornaliera di
tutti i pazienti anziani ha contribuito alla riduzione significativa (90%) delle infezioni causate dal patogeno
C. difficile. In questo studio, è stato inoltre osservato che l’adesione allo studio dei pazienti che non hanno
sviluppato diarrea da C. difficile era pari al 90%. I pazienti che hanno sviluppato diarrea invece, a parte
un singolo caso, non hanno aderito allo studio o vi hanno aderito solo parzialmente. Questo suggerisce
che l’assunzione continua di L. casei Shirota risulta più efficace rispetto all’assunzione discontinua.

 Periodo              Misure di prevenzione delle                  Media episodi mensili
                      infezioni aggiuntive                         di infezione da C. difficile

 Prima dello studio   Revisione assegnazione terapie               10,8
 (27 mesi)            antibiotiche e pratiche igieniche

 Primo intervento     Reparti di isolamento e bevanda con          3,4
 (26 mesi)            L. casei Shirota in 4 reparti di geriatria

 Secondo intervento   Bevanda con L. casei Shirota a tutti         1,4
 (12 mesi)            i pazienti con >65 anni

Studio in aperto in Austria (9-11).
Questo studio ha coinvolto 678 pazienti con età superiore a 50 anni, sottoposti a terapia con antibiotici.
Metà dei pazienti ha assunto quotidianamente una bevanda di latte scremato fermentato contenente il
ceppo L. casei Shirota (≥6,5X109 CFU in 65 ml) durante la terapia antibiotica fino a tre giorni dopo la
sospensione della terapia. L’altra metà invece non ha assunto nessun probiotico.
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18%             18%
Dopo 6 mesi, il 18% dei pazienti appartenenti al gruppo          16%
controllo ha sviluppato AAD (di questi, il 6,2% è risultato
                                                                 14%
positivo per la tossina di C. difficile), rispetto al 5% dei
                                                                 12%
pazienti trattati con L. casei Shirota.
                                                                 10%
Nel gruppo trattato con L. casei Shirota è stato registrato
un solo caso positivo per la tossina del C. difficile, in una     8%

persona non aderente all’assunzione del probiotico (9).           6%                                   6%
                                                                           5%
                                                                  4%

                            Gruppo con L. casei Shirota           2%

                                       Gruppo controllo           0%                            0%
                                                                              AAD              C. difficile

Studio clinico randomizzato controllato vs placebo (12).
Lo studio clinico è stato condotto con 88 bambini (1-12 anni), sottoposti a terapia antibiotica per
episodi di infezione moderata, reclutati e randomizzati per ricevere una bevanda di latte fermentato
contenente L. casei Shirota (≥6,5X109 UFC per 65 ml) oppure un placebo.
Il trattamento è stato prolungato fino al termine della terapia antibiotica e i pazienti sono stati
monitorati fino alla loro dimissione.

Gli autori hanno rilevato una riduzione significativa dell’incidenza di diarrea acuta nel gruppo che
ha assunto il ceppo L. casei Shirota rispetto al gruppo placebo (P=0,001).

 Conclusioni in sintesi.
I dati raccolti in questi studi suggeriscono che:
• L’uso profilattico di specifici fermenti lattici nella popolazione adulta e/o anziana ospedaliera
    può contribuire a ridurre significativamente la prevalenza di AAD e delle infezioni causate dal
    patogeno C. difficile
• L’assunzione continuativa di L. casei Shirota è più efficace rispetto ad una assunzione discontinua
Caratteristiche del ceppo Lactobacillus casei Shirota.
Le proprietà del fermento lattico L. casei Shirota sono supportate da numerosi studi clinici e
sperimentali. Di seguito, è riportata una selezione delle pubblicazioni inerenti all’argomento trattato
nel testo (9-15). Una lista più estesa di referenze è disponibile sul sito www.scienceforhealth.it

  1. Walk ST & Young VB. Emerging insights into antibiotic-as-     science. Gut Microbes 2010 Vol. 1 (6): 436-439
  sociated diarrhea and Clostridium difficile infection through
  the lens of microbial ecology. Interdisciplinary Perspectives    9. Lewis J et al. The potential of probiotic fermented milk
  on Infectious Diseases 2008 ID125081                             products in reducing risk of antibiotic-associated diarrho-
                                                                   ea and Clostridium difficile disease. Int J Dairy Technology
  2. Miyajima F et al. Characterisation and carriage ratio of      2009 Vol. 62(4): 461-471
  Clostridium difficile strains isolated from a community-dwel-
  ling elderly population in the United Kingdom. PlosOne 2011      10. Stockenhuber A et al. Preventing diarrhoea associated
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  3. Walker AS et al. Characterisation of Clostridium difficile
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  4. FAO/WHO Food and Agriculture Organization of the United       12. Martinez CO et al. Lactobacillus casei Shirota preven-
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  5. Linee guida sui probiotici. Ministero della Salute Italiano   13. Sur D et al. Role of probiotic in preventing acute diarrho-
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  6. Avadhani A & Miley H. Probiotics for prevention of antibio-   Infect. 2010 Page 1 of 8
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  November 2009 Current level of consensus on probiotic
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