Progetto BAGNO A RIPOLI per Carbon Neutral Interventi di forestazione

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Progetto BAGNO A RIPOLI per Carbon Neutral Interventi di forestazione
Progetto BAGNO A RIPOLI per Carbon Neutral

                               Interventi di forestazione

Descrizione aree oggetto di messa a dimora di specie arboree e arbustive

Il Comune di Bagno a Ripoli, nell’ambito del Bando Toscana Carbon Neutral, intende realizzare degli
interventi integrati di forestazione urbana e mobilità sostenibile all’interno del territorio urbano
comunale. La popolazione residente a Bagno a Ripoli al 31 dicembre 2019 è pari a 25.600 abitanti
su un territorio di 74,1 Km2. L’altitudine del comune varia da un minimo di 60 mslm a 535 mslm.
Gran parte del territorio comunale si sviluppa su area collinare, e infatti il comune di Bagno a Ripoli
è costituito da numerose frazioni: Bagno a Ripoli, Grassina, Antella, Vallina, Case San Romolo,
Villamagna, Rimaggio, Osteria Nuova, San Donato, Ponte a Ema, Ponte a Niccheri, Balatro e
Capannuccia. Le tre frazioni principali del comune, quelle dove risiede la maggior parte della
popolazione comunale, sono Bagno a Ripoli (capoluogo), Antella e Grassina.
Dal punto di vista meteo-climatico, la città di Bagno a Ripoli è sprovvista di una stazione
meteorologica di riferimento, per cui è necessario riferirsi a quella dell’Aeronautica Militare
posizionata presso l’Aeroporto Amerigo Vespucci di Firenze (Firenze –Peretola), localizzata a circa
12 km di distanza in linea d’aria, per identificare il tipo di clima sia della città che delle aree di
intervento scelte per la realizzazione degli interventi di forestazione integrata nell’ambito del
bando regionale Toscana Carbon Neutral.
Analizzando i dati termopluviometrici degli ultimi 30 anni (1981-2010) il clima risulta caratterizzato
da stagioni estive e invernali generalmente siccitosi, con temperature rigide in inverno ed elevate
in estate, primavere e autunni più miti, ma caratterizzati da abbondanti precipitazioni. Secondo la
classificazione climatica di Köppen e Geiger il clima è stato classificato come Csa, Clima caldo estivo
mediterraneo, caratterizzato da una temperatura media annua è di 15.4 °C e un regime
pluviometrico medio di 845 mm l’anno (Figura 1a). La temperatura minima media del mese più
freddo (gennaio) è 1,8 °C, mentre la temperatura massima media del mese più caldo (luglio) è di
32,1 °C (Figura 1b).

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Figura 1: a) Diagramma di Walter-Lieth per la stazione Firenze Peretola dell'Aeronautica Militare nel
        periodo 1981-2010. b) Diagramma termo-pluviometrico per la stazione di Firenze-Peretola
         dell'Aeronautica Militare per il periodo 1981-2010 - Elaborazione dati Consorzio LaMMA
Il Comune di Bagno a Ripoli ricade in fascia climatica D, con 1854 gradi giorno annui, secondo il
D.P.R. n. 412 del 26 agosto 1993, con accensione degli impianti per il riscaldamento invernale
possibile per un periodo massimo giornaliero di 12 ore dal 1 novembre al 15 aprile.
Dal punto di vista dell’inquinamento atmosferico, Bagno a Ripoli è incluso nell’ “Agglomerato di
Firenze” definito ai sensi del Dlgs 155/2010, insieme ai comuni di Firenze, Scandicci, Calenzano,
Sesto Fiorentino, Signa e Campi Bisenzio (Figura 2).

              Figura 2: Zonizzazione dei comuni toscani secondo l’allegato V Dlgs 155/2010

Per quanto riguarda la qualità dell’aria, Bagno a Ripoli non possiede nel suo territorio una
centralina ARPAT per il rilievo delle concentrazioni degli inquinanti dell’aria, per cui si fa riferimento
ai dati ufficiali registrati negli anni dalla rete di monitoraggio regionale gestita da ARPAT e riepilogati
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nel Piano di Azione Comunale (PAC) 2017/2019 del Comune di Bagno a Ripoli, recentemente
prorogato all’annualità 2020 (con delibera della giunta comunale n° 100 del 12/08/2020) e a quelli
riportati annualmente dalla relazione sullo stato della qualità dell’aria nella Regione Toscana
elaborata da ARPAT. L’ultima relazione disponibile è stata pubblicata nel 2020 da ARPAT e si riferisce
ai dati registrati dalle centraline regionali nel 2019 (Dini F., Bini E., Cecconi T. Cavazza C., Calloveri
C, Della Mura D., Forunato S., Fruzzetti R., Maliacani D, Stefanelli M., Tanganelli G., Bazzani M.
(2020) Relazione annuale sullo stato della qualità dell’aria nella regione Toscana Anno 2019. A cura
di Andreini B.P. ARPAT 2020).
In tabella 1 sono riportate le centraline esistenti nell’Agglomerato di Firenze, con l’identificazione
delle tipologie di zone su cui sono ubicate (U=urbana; S=suburbana), le tipologie di stazioni (T=
TRAFFICO: stazioni ubicate in posizione tale che il livello di inquinamento sia influenzato
prevalentemente da emissioni da traffico, provenienti da strade limitrofe con intensità di traffico
medio alta; F= FONDO: stazioni ubicate in posizione tale che il livello di inquinamento non sia
influenzato prevalentemente da emissioni da specifiche fonti come industrie, traffico,
riscaldamento residenziale, ecc., ma dal contributo integrato di tutte le fonti poste sopravento alla
stazione rispetto alle direzioni predominanti dei venti nel sito di stazioni) e l’inquinante monitorato.

Tabella 1: Centraline ARPAT presenti nell’Agglomerato di Firenze, con indicazione delle tipologie di zone
   su cui sono ubicate (U=urbana; S=suburbana), le tipologie di stazioni (T= TRAFFICO, F= FONDO) e
                             l’inquinante monitorato (fonte: ARPAT 2020).

Secondo tale rapporto, la criticità più evidente in tutta la Toscana e anche nell’agglomerato
fiorentino è quella nei confronti dei valori di ozono. A questa criticità, seguono quelle in relazione
a PM10 ed NO2 per i quali, nonostante il monitoraggio del 2019 abbia confermato il trend positivo
degli ultimi anni, ci sono ancora dei siti in Toscana per i quali il rispetto dei limiti non è ancora stato
raggiunto.
Per quanto riguarda il PM10 in Toscana, l’Agglomerato di Firenze ha una media annuale delle stazioni
di fondo tra 20 e 25 μg/m3: l'OMS (Organizzazione Mondiale per la Sanita) ha individuato i valori
guida di concentrazione da rispettare per salvaguardare la salute della popolazione. Per il PM 10 è
stata indicata una media annua di concentrazione di 20 μg/m3: tale soglia, anche nel 2019 è stata
superata sia dalle stazioni di traffico che dalle stazioni di fondo, a eccezione di due stazioni di fondo,
FI-Bassi e FI-BOBOLI. Per quanto riguarda i giorni con media giornaliera maggiore di 50 μg/m3, la
soglia secondo la normativa è di 35 giorni: tale soglia è stata rispettata in tutte le stazioni
dell’agglomerato, con valori compresi tra 4 e 15 (Tabella 2).

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Tabella 2: Indicatori di PM10 sulla base dei dati 2019 (fonte: ARPAT 2020)

Il trend delle medie annuali del PM10 nell’agglomerato fiorentino mostra un dato in miglioramento
di riduzione nel tempo, passando da una media annua di circa 30 μg/m3 nel 2011 a circa 23 μg/m3
nel 2019 (Figura 3).

   Figura 3: Medie annuali di PM 10 dal 2010 al 2019 nell’Agglomerato di Firenze (fonte: ARPAT 2020)

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Anche il numero annuale di superamenti della soglia giornaliera di 50 μg/m3 ha un trend positivo
dal 2010 al 2019 in tutto l’Agglomerato di Firenze, passando da una media di 38 giorni di
superamento nel 2010 a circa 10 giorni di superamento nel 2019 (Figura 4).

  Figura 4: Superamenti annuali della soglia di 50 μg/m3 di PM10 dal 2010 al 2019 nell’Agglomerato di
                                      Firenze (fonte: ARPAT 2020)

Per il PM2,5 gli indicatori elaborati sui dati misurati nel 2019 sono stati confrontati con il valore limite
di legge (allegato XI D. Lgs.155/2010 e s.m.i.) che per il PM2,5 corrisponde alla media annuale di 25
μg/m3. Nell’Agglomerato di Firenze, le stazioni che misurano questo parametro sono 2, come
riportato in tabella 3:

Tabella 3: Media annuale in μg/m3 delle concentrazioni di PM2,5 registrate dalle stazioni dell’Agglomerato di
                  Firenze nel 2019 secondo il Rapporto ARPAT 2020 sulla qualità dell’aria.

Le medie regionali dei valori registrati presso le stazioni di tipo fondo e presso le stazioni di tipo
traffico non differiscono significativamente in termini di medie annuali di PM2,5.
L'OMS per il PM2,5 ha indicato come valore guida una media annua di concentrazione pari a 10
μg/m3, valore ben più restrittivo rispetto al valore indicato dal D.lgs.155/2010. Rispetto a questi
valori dell’OMS, le stazioni dell’agglomerato di Firenze presenta valori superiori.

Per l’NO2 i valori limite di legge, ovvero il numero massimo di 18 per le medie orarie con
concentrazione superiore a 200 μg/m3 e la media annuale di 40μg/m3, sono stati confrontati con gli
indicatori calcolati sui dati registrati nel 2019: non si è verificato alcun episodio di superamento della
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media oraria di 200 μg/m3 in tutto il territorio regionale e nell’Agglomerato di Firenze. Le medie
annuali sono state tutte inferiori a 40 μg/m3 rispettando il limite, con eccezione della stazione di
traffico di FI-Gramsci dove la media annuale del 2019 è pari a 56 μg/m3.
Per questo inquinante, come atteso, i valori medi registrati presso i siti di traffico sono stati
nettamente maggiori dei valori del fondo, con media complessiva per le stazioni di traffico superiore
al doppio della media calcolata sulle stazioni di fondo. Nell’Agglomerato di Firenze, la stazione ARPAT
di Signa, per questo inquinante, con 19 μg/m3, ha registrato i valori medi annuali più bassi, dopo la
stazione (non urbana) di Settignano (Tabella 4).

Tabella 4: Numero di giorni con media oraria superiore a 200 μg/m3 e media annuale in μg/m3 delle
concentrazioni di NO2 registrate dalle stazioni dell’Agglomerato di Firenze nel 2019 secondo il Rapporto ARPAT
2020 sulla qualità dell’aria.

Per quanto riguarda l’ozono, questo risulta essere per tutta la Toscana e quindi anche per
l’Agglomerato di Firenze, l’inquinante che registra valori più lontani dalle soglie di criticità, in senso
negativo. I parametri di riferimento per l'O3 sono:
    - valore obiettivo per la protezione della popolazione pari a 25 giorni con medie massime
       giornaliere di 8 ore superiori a 120 μg/m3;
    - valore obiettivo per la protezione della vegetazione AOT40 pari a 18.000 come somma della
       differenza tra le concentrazioni orarie superiori a 80 μg/m3 e 80 μg/m3 tra maggio e luglio,
       rilevate ogni giorno tra le 8.00 e le 20.00;
    - la soglia di informazione pari alla media oraria di 180 μg/m3;
    - la soglia di allarme pari alla media oraria di 240 μg/m3.

Nell’agglomerato di Firenze, le stazioni che registrano le concentrazioni di O3 sono ubicate a Signa e
a Settignano. Nel 2019, il valore soglia per la protezione della popolazione non è stato superato nella
stazione di Signa, mentre è stato superato nella stazione di Settignano. La media dell’agglomerato
fiorentino è risultata superiore alla soglia dei 25 giorni. La soglia per la protezione della vegetazione
è stata superata ovunque, sia nel territorio regionale, sia nell’Agglomerato di Firenze nel suo
complesso o prendendo in considerazione le singole stazioni (Tabella 5). In Toscana, solo le stazioni
della provincia di Pisa della Zona pianure costiere hanno registrato valori al di sotto della soglia per
la protezione della vegetazione.

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Tabella 5: Numero di giorni con media oraria media superiore a 120 μg/m3 su 8 ore giornaliere (valore
obiettivo per la protezione della salute =25) e valore obiettivo per la protezione della vegetazione, registrati
dalle stazioni dell’Agglomerato di Firenze nel 2019 secondo il Rapporto ARPAT 2020 sulla qualità dell’aria.

Infine, per quanto riguarda il monossido di carbonio (CO), il valore limite di legge corrisponde alla
media massima giornaliera calcolata su 8 ore pari a 10 mg/m3. Per questo inquinante, le stazioni
della rete regionale non hanno registrato superamenti della soglia, e la stazione dell’agglomerato di
Firenze che misura questo inquinante, FI-GRAMSCI, ha registrato una media massima su 8 ore pari
a 2,6 mg/m3. Tale valore risulta ampiamente al di sotto anche del limite individuato dall’OMS, che
concorda con quello della nostra normativa nazionale, e che è la media massima giornaliera calcolata
su 8 ore pari a 10 mg/m3.

Sulla base quindi delle condizioni ambientale del Comune di Bagno a Ripoli, realizzare progetti
integrati di forestazione urbana e mobilità sostenibile risultano di primaria importanza per il
Comune, al fine di migliorare la qualità dell’aria, la qualità dell’ambiente e la salute dei cittadini.

Sulla base di questo inquadramento meteo-climatico e di qualità dell’aria, oltre che sull’analisi della
viabilità urbana e della forestazione esistente nel territorio comunale, sono state individuate tre
aree di intervento, da realizzarsi all’interno delle tre frazioni principali del comune: Bagno a Ripoli,
Antella e Grassina. All’interno di queste tre frazioni, sono stati individuati dei percorsi ciclabili già
esistenti e, con l’intervento di forestazione integrata, il Comune di Bagno a Ripoli mira ad
incentivare l’utilizzo di tali percorsi, favorendo così la mobilità dolce alla mobilità con autovetture
private.

Le arre individuate sono quindi:

    -   Bagno a Ripoli, pista ciclabile del “Giardino dei Ponti” in direzione Sorgane (Area Bagno a
        Ripoli)
    -   Antella, pista ciclabile dei “Giardini della Resistenza” (Area Antella)
    -   Grassina, pista ciclabile del “Nuovo Parco verde sull’Ema” e parcheggio Biblioteca (Area
        Grassina)

Per ogni area di intervento, viene descritta la vegetazione esistente, anche in termini di fissazione
di CO2 e inquinanti attuale e prospettiche in assenza di realizzazione degli interventi previsti con il
progetto che il Comune di Bagno a Ripoli intende realizzare all’interno del Bando Toscana Carbon
Neutral. Tali valutazioni sono state realizzate inserendo i dati della vegetazione esistente all’interno
del modello I-Tree eco.

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Area 1 – Bagno a Ripoli
L’area a verde denominata “I Ponti”, si trova lungo la strada provinciale via Roma, delimitata dal
bosco della collina di Sorgane, il campo sportivo, il parcheggio su via Roma e via Romualdo Pizzi. Il
giardino è prevalentemente pianeggiante e comprende aree a destinazione diversa: un’area giochi
(Figura 5), un’area in cui annualmente a settembre si svolge la storica Giostra della Stella - Palio
delle Contrade di Bagno a Ripoli (Figura 6), aree a prato (Figure 7 e 8) e un anfiteatro multifunzione
(Figura 9)

Figura 5: Area giochi                                        Figura 6: Area in cui si svolge la Giostra
                                                             della Stella

Figure 7-8: Aree a prato                                  Figura 9: Anfiteatro
                                                                                                          8
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L’area di intervento comprende il Giardino dei Ponti e la pista ciclabile che, dopo aver costeggiato
il giardino, prosegue verso ovest, mette in comunicazione il centro abitato di Bagno a Ripoli con
l’abitato di Sorgane, nello specifico, collegando via Enrico Bocci a via Poggio della Pieve (Figure 10,
11, 12) e proseguendo per viale G. Amendola.

                              Figura 10: Vista dall’alto della pista ciclabile

                         Figura 11 -12: stato attuale dell’area di pista ciclabile

Con il presente progetto, il Comune di Bagno a Ripoli intende mettere a dimora delle specie arboree
al fine di rendere il percorso più sicuro dal punto di vista ambientale in quanto le nuove alberature
contribuiranno a migliorare la qualità dell’aria e a rendere le condizioni termiche più gradevoli nel
periodo estivo, incentivando così l’utilizzo della pista ciclabile.

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Nell’area di intervento sono attualmente presenti 168 alberi di dimensioni variabili, da alberi messi
a dimora da pochi anni con diametri medi di 10 cm, a alberi di grandi dimensioni con diametri medi
intorno ai 40 cm. Le specie più rappresentate sono il pino domestico (Pinus pinea), il leccio (Quercus
ilex) e la farnia (Quercus robur) (tabella 6 e figura 13). Oltre il 64% delle specie presenti è di origine
europea e il 24% di origine nord americana.

Tabella 6: Specie arboree presenti nell’area del Giardino dei Ponti e relativo numero di esemplari

                        Specie                      Numero di piante         % delle specie sul tot
       Pino domestico (Pinus pinea)                          43                         26
       Leccio (Quercus ilex)                                 35                         21
       Farnia (Quercus robur)                                18                         11
       Robinia (Robinia pseudoacacia)                        14                         8
       Carpino Bianco (Carpinus betulus)                     13                         8
       Liquidambar (Liquidambar styraciflua)                 12                         7
       Tiglio (Tilia x europaea)                             11                         7
       Acero saccarino (Acer saccharinum)                    5                          3
       Acero rosso (Acer rubrum)                             3                          2
       Magnolia (Magnolia grandiflora)                       3                          2
       Quercia rossa (Quercus rubra)                         2                          1
       Pioppo nero (Populus nigra)                           2                          1
       Ginko (Ginkgo biloba)                                 1                          1
       Olmo siberiano (Ulmus pumila)                         1                          1
       Ailanto (Ailanthus altissima)                         1                          1
       Calocedro (Calocedrus decurrens)                      1                          1
       Ciliegio canino (Prunus mahaleb)                      1                          1
       Frassino (Fraxinus spp)                               1                          1
       Albero di Giuda (Cercis siliquastrum)                 1                          1

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Figura 13: Specie arboree presenti allo stato attuale nell’area di intervento del Giardino dei Ponti

Attraverso l’applicazione del modello i-Tree Eco è stato possibile stimare la capacità che la
presente composizione arborea dell’area ha in termini di rimozione degli inquinati e di fissazione
di CO2. Tali stime sono state elaborate utilizzando i dati meteo e di inquinamento dell’aria presenti
all’interno del modello.
Gli alberi riducono la quantità di CO2 nell'atmosfera sequestrando il carbonio ogni anno.
L'ammontare di carbonio sequestrato e stoccato annualmente aumenta con le dimensioni e la
salute degli alberi. Allo stato attuale, le specie arboree nell’area giardino dei Ponti e si stima con il
modello i-Tree Eco che sequestrino circa 654 kg all'anno di carbonio e ne abbiano stoccato 34,4
tonnellate; che producano 1,744 tonnellate di ossigeno all’anno e rimuovano 36,35 kg all’anno di
inquinanti dell’aria (Appendice 1).
Per quanto riguarda il carbonio sequestrato dalle specie esistenti, il contributo maggiore è dato
dai Pinus pinea, seguiti dai Quercus ilex (figura 14).

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Figura 14: Carbonio sequestrato dagli alberi presenti nel Giardino dei Ponti a Bagno a Ripoli stimato con il
                                           modello i-Tree Eco.

L’effetto che gli alberi attualmente presenti nell’area del Giardino dei Ponti producono in termini
di rimozione degli inquinati è stato stimato applicando il modello i-Tree Eco e inserendo i dati dello
stato attuale unitamente al database presente all’interno del modello stesso per quanto riguarda
le condizioni meteorologiche e gli inquinanti dell’aria. L’effetto maggiore sull’inquinamento si ha
in termini di ozono (figura 15).

Figura 15: Rimozione degli inquinanti dell’aria da parte degli alberi presenti nell’area del giardino dei Ponti
                             di Bagno a Ripoli stimati con il modello i-Tree Eco.

Infine, la scelta di eseguire l’intervento in quest’area è legata anche al fatto che sono state eseguite
delle stime sulle capacità di quest’area, da qui al 2050, di stoccare carbonio e di contribuire alla
rimozione degli inquinanti atmosferici dell’aria.
                                                                                                       12
Nelle immagini successive sono riportate le proiezioni per i prossimi 30 anni dello stoccaggio del
carbonio, della rimozione di NOx e del PM2,5 (figure 16, 17 e 18). La capacità di contribuire in questi
termini delle piante allo stato attuale tenderà a diminuire, visto l’età e le dimensioni di alcune
piante del parco, che andranno in contro a senescenza, e quindi il loro contributo sia in termini di
stoccaggio di carbonio, che in termini di efficienza nella rimozione degli inquinanti, sarà minore. Si
ritiene che l’integrazione di specie forestali consentirà un aumento delle tonnellate annue di
carbonio che, unite all’aumento della frequentazione della pista ciclabile e quindi alla riduzione
delle emissioni legate alla sostituzione dell’uso dell’auto con le biciclette, contribuirà in maniera
decisiva al miglioramento della qualità dell’aria della zona ed all’abbattimento delle concentrazioni
di CO2 in atmosfera.
Al momento si stima che il carbonio stoccato nelle piante presenti sia pari a circa 34 tonnellate, e
si stima anche che al 2050 tale valore si sarà ridotto a 24,5 tonnellate annue (figura 16).

Figura 16: stima del sequestro del carbonio annuale dal 2020 al 2050 da parte degli alberi presenti nell’Area
                           del Parco dei Ponti realizzata con il modello i-Tree Eco

Allo stesso modo, per quanto riguarda la rimozione del PM2,5, passando dagli attuali 1,0 kg annui a
0,6 kg nel 2050 (figura 17).

Figura 17: Stima della rimozione annua del PM2,5 dal 2020 al 2050 da parte degli alberi presenti nell’Area 1
                  – Bagno a Ripoli “Giardino dei Ponti realizzata con il modello i-Tree Eco

Lo stesso trend è stimato per l’NO2, si stima infatti che si passerà dagli attuali 11,2 kg/anno a circa
6,8 kg annui nel 2050 (figura 18).

                                                                                                          13
Figura 18: Stima della rimozione annua del biossido di azoto dal 2020 al 2050 da parte degli alberi presenti
             nell’Area 1 – Bagno a Ripoli “Giardino dei Ponti” realizzata con il modello I-tree eco

Area 2 – Antella

Nell’abitato di Antella è presente un giardino pubblico costeggiato da via Brigate Partigiane, una
strada di comunicazione molto utilizzata perché collega l’ospedale Santa Maria Annunziata con il
centro abitato.
Con il presente progetto si intende utilizzare la forestazione urbana al fine di migliorare la qualità
dell’aria e le condizioni termiche dell’area e, allo stesso tempo, incentivare l’uso della pista
ciclabile. Il giardino pubblico oggetto della forestazione presenta aree completamente assolate
(figure 19, 20, 21): la forestazione di quest’area potrebbe incentivare l’utilizzo dell’area stessa,
facendo preferire ai residenti della zona la frequentazione dell’area invece che spostarsi in
macchina per raggiungerne un’altra, magari più fresca nel periodo estivo in quanto già
caratterizzata dalla presenza di vegetazione, oltre che incentivare l’utilizzo della bicicletta al posto
dell’auto per raggiungere quest’area.

Figura 19: Vista dall’alto dei giardini della Resistenza nella frazione di Antella.
                                                                                                          14
Figura 20: Giardini della Resistenza nella frazione di Antella
.

Figura 21: Giardini della Resistenza nella frazione di Antella.

Nell’area di intervento sono attualmente presenti 95 alberi di 14 specie diverse, con dimensioni
variabili. Le specie più rappresentate sono l’acero campestre (Acer campestre), che rappresenta il
24% degli esemplari presenti, il leccio (Quercus ilex) (20%) e il tiglio (Tilia x europaea) (15%) (tabella
7 e figura 22). Le specie presenti sono prevalentemente di origine europea o euro-asiatica, e solo
una piccola parte di provenienza nord-americana.

                                                                                                        15
Tabella 7: Specie arboree presenti nei giardini della Resistenza dell’Antella e relativo numero di esemplari

                 Specie                       Numero di piante         % delle specie sul tot
                Quercus robur                          2                          2
            Acer pseudoplatanus                        7                          7
               Acer campestre                          26                         27
           Liquidambar stiraciflua                     3                          3
         Styphnolobium japonicum                       1                          1
                 Quercus ilex                          19                         20
            Paulownia tomentosa                        1                          1
          Cupressus sempervirens                       5                          5
               Olea europaea                           3                          3
                Ginkgo biloba                          2                          2
              Albizia julibrissin                      1                          1
          Aesculus hippocastanum                       1                          1
                Celtis australis                       10                         11
               Tilia x europaea                        14                         15

Figura 22: Specie arboree presenti allo stato attuale nell’area di intervento del giardino della Resistenza

Attraverso l’applicazione del modello i-Tree Eco è stato possibile stimare la capacità che la presente
composizione arborea dell’area ha in termini di rimozione degli inquinati e di fissazione di CO2. Tali
stime sono state elaborate utilizzando i dati meteo e di inquinamento dell’aria presenti all’interno
                                                                                                               16
del modello. Allo stato attuale, le specie arboree nell’Area Antella si stima che sequestrino circa
429,7 kg all'anno di carbonio e ne abbiano stoccato 16,54 tonnellate; che producano 1,146
tonnellate di ossigeno all’anno e rimuovano 18,4 kg all’anno di inquinanti dell’aria (Appendice 2).
L’effetto che gli alberi attualmente presenti nell’Area Antella producono in termini di rimozione degli
inquinati è più evidente sull’ozono (figura 23).

Figura 23: Rimozione degli inquinanti dell’aria da parte degli alberi presenti nell’Area Antella stimati con il
                                            modello I-Tree Eco.

Annualmente, le piante attualmente presenti nel parco della Resistenza sequestrano circa 430 kg
di CO2, e il contributo maggiore è dato dagli aceri campestri, seguiti dai lecci e dai tigli (figura 24).

Figura 24: Carbonio sequestrato annualmente dagli alberi presenti nell’Area Antella stimato con I-tree eco.

Sono poi state eseguite le stime sulle capacità di quest’area, da qui al 2050, di stoccare carbonio e
di contribuire alla rimozione degli inquinanti atmosferici dell’aria.

                                                                                                              17
Nelle immagini successive sono riportate le proiezioni per i prossimi 30 anni dello stoccaggio del
carbonio, della rimozione di NOx e del PM2,5 (Figure 25, 26 e 27). Le dimensioni e le condizioni delle
piante presenti nell’area di intervento mostrano che attualmente l’area è in grado di stoccare
annualmente circa 16 tonnellate all’anno per i prossimi 9-10 anni; per gli anni successivi, a causa
della normale senescenza delle piante, ma considerando anche il contributo delle piante di medie
dimensioni che arriveranno a maturità, tale valore è destinato a diminuire, ma solo lievemente,
portandosi su valori medi si circa 15 tonnellate all’anno (Figura 25).

    Figura 25: stima del sequestro del carbonio annuale dal 2021 al 2050 da parte degli alberi presenti
                            nell’Area Antella realizzata con il modello I-tree eco

Per quanto riguarda la rimozione dell’NO2 e del PM2,5, le stime effettuate con il modello I-Tree Eco
evidenziano un andamento in diminuzione più netta rispetto allo stoccaggio di Carbonio, passando
da una rimozione di NO2 a inizio periodo pari a 5,4 kg/anno ad uno a fine periodo di 3,2 kg/anno,
mentre il PM2,5 passa da un valore di 0,25 kg/anno a 0,16 kg/anno.

 Figura 26: Stima della rimozione annuale di NO2 dal 2021 al 2050 da parte degli alberi presenti nell’Area
                                Antella realizzata con il modello I-tree eco

                                                                                                             18
Figura 27: Stima della rimozione annua del PM2,5 dal 2021 al 2050 da parte degli alberi presenti nell’Area
                                Antella realizzata con il modello I-Tree Eco

Anche in questo caso, l’incremento della forestazione a corredo della pista ciclabile viene ritenuta
strategica per ottenere i benefici legati agli effetti ecosistemici della forestazione stessa e
all’incentivazione della mobilità sostenibile.

Area 3 – Grassina

A Grassina è presente un parco lungo il corso dell'Ema di recente realizzazione che rappresenta un
polmone verde di 7500 m2, attraversato da una pista ciclabile e dotato di spazi per bambini,
percorsi benessere per tutte le età e attrezzature per il fitness, oltre ad un frutteto, aree per la
socialità e un’area cani con sedute e fontanello. Al fine di incentivare la popolazione alla
frequentazione del parco sia come area ricreativa, sia come percorso ciclabile, si intende realizzare,
nella frazione di Grassina, un intervento di forestazione a corredo della pista ciclabile all’interno
del parco di Grassina stesso, al fine di migliorare il microclima e la qualità dell’aria, all’interno della
quale sono presenti ampi spazi privi di vegetazione arborea (figure 28, 29, 30, 31).

                               Figure 28, 29: nuovo parco urbano di Grassina

                                                                                                          19
Figure 30, 31: nuovo parco urbano di Grassina

L’intervento prevede anche la forestazione di un parcheggio, attualmente completamente privo di
vegetazione arborea (figura 32), in un’area limitrofa al parco, vicino alla biblioteca comunale e a
una scuola elementare: la forestazione del parcheggio, oltre a poter incentivare l’utilizzo del vicino
parco di Grassina, ha anche la l’effetto di migliorare il microclima e la qualità dell’aria nel
parcheggio e nelle aree limitrofe, di ridurre, grazie agli effetti ecosistemici della forestazione, i
consumi energetici degli edifici pubblici vicini (scuola e biblioteca) e di ridurre le emissioni delle
autovetture parcheggiate nel parcheggio, riducendo le temperature degli abitacoli delle auto in
sosta e, quindi, contribuendo ad evitare le emissioni dovute all’utilizzo del condizionamento per
riportare su valori confortevoli le condizioni microclimatiche dell’abitacolo dell’auto parcheggiata
al sole.

Figura 32: parcheggio limitrofo

Nell’area di intervento sono attualmente presenti 105 alberi di dimensioni variabili e appartenenti
a 9 specie diverse, tutte di provenienza europea o euro-asiatica (tabella 8, figura 33).

                                                                                                    20
Tabella 8: Specie arboree presenti nell’Area Grassina e relativo numero di esemplari
                 Specie                      Numero di piante         % delle specie sul tot
             Acer campestre                           33                         31
               Ficus carica                           1                          1
            Malus domestica                           14                         13
               Populus alba                           3                          3
              Populus nigra                           9                          9
            Prunus domestica                          12                         11
             Pyrus communis                           11                         10
              Quercus cerris                          8                          8
              Salix viminalis                         14                         13

       Figura 33: rappresentazione grafica delle specie presenti allo stato attuale nell’Area Grassina

Attraverso l’applicazione del modello i-Tree Eco è stato possibile stimare la capacità che la
presente composizione arborea dell’area ha in termini di rimozione degli inquinati e di fissazione
di CO2. Tali stime sono state elaborate utilizzando i dati meteo e di inquinamento dell’aria presenti
all’interno del modello.
Gli alberi riducono la quantità di CO2 nell'atmosfera sequestrando il carbonio ogni anno.
L'ammontare di carbonio sequestrato e stoccato annualmente aumenta con le dimensioni e la
salute degli alberi. Allo stato attuale, le specie arboree nell’Area di Grassina sono 105, e si stima
che sequestrino circa 67,15 kg all'anno di carbonio/pianta e ne abbiano stoccato 1,322 tonnellate;
che producano 179,1 kg di ossigeno all’anno e rimuovano 2,512 kg all’anno di inquinanti dell’aria
(Appendice 3).

                                                                                                         21
Per quanto riguarda il carbonio sequestrato dalle specie esistenti annualmente, il contributo
maggiore è dato dagli Acer campestre, seguiti dai Populus nigra (figura 34). Mentre, per quanto
riguarda il carbonio stoccato al momento attuale, il Populus nigra rappresenta la specie che ha i
valori più elevati e prossimi ai 1000 kg, su un totale dell’area di 1322 kg (figura 35).

  Figura 34: Carbonio sequestrato dagli alberi presenti nell’Area di Grassina stimato con il modello i-tree
                                                   eco.

  Figura 35: Carbonio stoccato allo stato attuale dagli alberi presenti nell’Area di Grassina stimato con il
                                            modello i-tree eco.

L’effetto che gli alberi attualmente presenti nell’Area di Grassina producono in termini di rimozione
degli inquinati è stato stimato applicando il modello i-Tree Eco e inserendo i dati dello stato attuale
                                                                                                               22
unitamente al database di dati meteorologici e di inquinamento dell’aria presente all’interno del
modello stesso. Anche in questo caso, come per le aree di Bagno a Ripoli e dell’Antella, l’effetto
maggiore sull’inquinamento si ha in termini di rimozione di ozono
Analizzando l’andamento nel tempo di stoccaggio di carbonio, oltre che di rimozione degli
inquinanti, si nota che quest’area, a causa delle ridotte dimensioni delle piante presenti, ha uno
stoccaggio relativamente basso in relazione al numero di alberi presenti. I valori di stoccaggio di
carbonio e di rimozione degli inquinanti tenderanno ad aumentare nei prossimi anni, fino ad
arrivare nel 2050 dalle 1,3 tonnellate attuali di carbonio stoccato, a 3,5 tonnellate, da 0,7 kg di NO2
rimosso a circa 1 kg e da 0,014 kg di PM2,5 rimosso a 0,02 kg (Figure 36, 37 e 38). Tali valori, anche
se in aumento nel tempo, sono comunque relativamente contenuti vista l’ampiezza dell’area verde.

   Figura 36: Stima del carbonio stoccato annualmente dal 2021 al 2050 da parte degli alberi presenti
                          nell’Area Grassina realizzata con il modello i-Tree Eco

Figura 37: Stima della rimozione annua degli ossidi di azoto dal 2021 al 2050 da parte degli alberi presenti
                          nell’Area Grassina realizzata con il modello i-Tree Eco

                                                                                                           23
Figura 38: Stima della rimozione annua del PM2,5 dal 2021 al 2050 da parte degli alberi presenti nell’Area
                               grassina realizzata con il modello i-Tree Eco

                                                                                                         24
Descrizione degli interventi di messa a dimora di specie arboree e arbustive

Il progetto che il Comune di Bagno a Ripoli intende presentare alla Regione Toscana nell’ambito del
Bando Carbon Neutral, sposando le linee guida del bando stesso, prevede la realizzazione di un
impianto integrato di forestazione urbana e mobilità sostenibile in tre aree all’interno del territorio
comunale, tutte limitrofe a piste ciclabili e parcheggi. Lo scopo della realizzazione di questo
progetto è quello di favorire la mobilità sostenibile e contribuire a contrastare le emissioni di
inquinanti e la presenza in atmosfera di sostanze climalteranti.

La tipologia, la numerosità e la localizzazione delle specie da mettere a dimora sono state scelte
considerando le caratteristiche pedoclimatiche della zona, la composizione delle specie arboree
già esistenti nelle tre aree e nelle aree limitrofe, la presenza della pista ciclabile e dei parcheggi.
Inoltre, sono state valutate le caratteristiche e le potenzialità delle piante da mettere a dimora in
termini di stoccaggio della CO2 e rimozione degli inquinanti atmosferici, tenendo anche in
considerazione altri parametri, come la presenza di specie sempreverdi e caducifoglie e
l’allergenicità del polline emesso dalle diverse specie sulla base dell’Allegato C del Bando.

Altre caratteristiche prese in considerazione per la messa a dimora sono state le dimensioni delle
specie a maturità, le dimensioni della chioma, l’effetto potenziale della specie sul microclima e
l’areale di distribuzione delle specie, preferendo, in linea di massima, specie autoctone, ma
inserendo anche specie non autoctone, vista la numerosità delle piante da poter piantare.

Dal punto di visto pedo-climatico, non ci sono differenze rilevanti tra le tre aree. La differenza nella
scelta delle piante da mettere a dimora nelle singole aree è stata influenzata dalla presenza o meno
di aree asfaltate, quindi se le piante dovevano essere messe a dimora nel parcheggio o in prossimità
del limite dell’area verde o all’interno delle aree verdi.

Sulla base di tutte queste considerazioni, sono state individuate 209 piante arboree da mettere a
dimora nel complesso del progetto: n° 93 piante nell’Area Bagno a Ripoli, n°66 nell’Area Antella e
n° 50 nell’Area Grassina. Per quanto riguarda le dimensioni, sulla base della documentazione a
corredo del bando che forniva indicazioni sullo stoccaggio della CO2 e di rimozione degli inquinanti
per piante di 5 e 10 cm di diametro, è stato scelto di mettere a dimora postime del diametro di 5
cm, in quanto alberi di queste dimensioni hanno percentuali di attecchimento maggiori rispetto a
alberi più grandi. Inoltre, il materiale vegetale per l’impianto sarà certificato e acquistato in vivai
localizzati in ambito regionale.

Nello specifico, nell’Area Bagno a Ripoli si prevede quindi di mettere a dimora 93 piante,
appartenenti a 13 specie diverse; di queste 93 piante, 3 saranno sempreverdi e 90 caducifoglie.
Nell’Area Antella, le 66 piante apparterranno a 11 specie diverse, e saranno 49 caducifoglie e 1
sempreverde. Nell’Area Grassina, le 50 specie messe a dimora apparterranno a 12 specie diverse
e saranno 47 caducifoglie e 3 sempreverdi. Nell’area di Grassina verranno messe a dimora 25 piante
nel parcheggio e 25 piante nel parco. Per l’area del parcheggio, le specie scelte sono Acer
platanoides, Acer pseudoplatanus, Celtis australis e Acer campestre (tabella 9).

                                                                                                      25
Tabella 9: Lista delle specie da mettere a dimora e loro numerosità suddivise nelle tre aree di intervento

            Specie               Bagno a Ripoli Antella Grassina

Acer campestre                                                    9
Acer platadoines                         7             12         7
Acer pseudoplatanus                                               6
Aesculus hippocastanum                                 3
Carpinus betulus
                                         7                        3
Cedrus spp
Celtis australis                         1                        6
Fraxinus ornus                                                    3
Fraxinus oxycarpa                        6                        3
Gleditsia triacanthos                    1             1
Juglans nigra                                          1
Juglans regia                                          1
Liquidambar styraciflua                 21             6
Malus spp                                2             1
Magnolia grandiflora                                   1
Ostrya carpinifolia                                               3
Populus nigra                           16             16
Prunus avium                                           4          3
Quercus cerris                                                    3
Quercus ilex                             2
Quercus robur                           24             20
Quercus pubescens                                                 3
Styphnolobium japonicum spp              1
Tilia x europaea                         2                        1
Ulmus minor                              6
             Totale                     93             66         50

La disposizione delle nuove piante da mettere a dimora è illustrata nelle figure 39, 40, 41, 42 e 43.

                                                                                                             26
Figura 39: giardino dei Ponti

Figura 40: pista ciclabile area Bagno a
Ripoli

                                          27
Figura 41: giardini    della
Resistenza (Antella)

Figura 42: nuovo parco urbano
di Grassina

                                28
Figura   43:    area    a
parcheggio (Grassina)

Obiettivi in termini di abbattimento delle emissioni di sostanze climalteranti e
inquinanti

Il progetto presentato dal Comune di Bagno a Ripoli nell’ambito del Bando Toscana Carbon Neutral
prevede tre distinte aree di intervento.
Per la stima della CO2 stoccata al 2050, nonché la stima dell’assorbimento delle sostanze inquinanti
PM2,5 e NO2 nello stesso periodo, è stato utilizzato il foglio di calcolo fornito a corredo del Bando,
facendo riferimento alle Linee guida di cui all’Allegato C e tenendo quindi in considerazione i
parametri di allergenicità, il grado di biodiversità e l’efficienza nella fissazione degli inquinanti,
applicando i parametri correttivi indicati nel foglio di calcolo. Per la stima dell’assorbimento delle
sostanze inquinanti PM2,5 e NO2 i valori riportati nelle Linee guida di cui all’Allegato C sono stati
moltiplicati per il numero di piante per specie. Tali stime sono state eseguite per ogni area di
intervento. Come indicato nel bando, i risultati sono poi stati cumulati per poter valutare il
progetto nel suo complesso in merito allo stoccaggio della CO2.

                                                                                                     29
- Area Bagno a Ripoli:
Si prevede che la CO2 stoccata totale al 2050 dal nuovo impianto sarà di 80 tonnellate. Tale valore
è stato ricavato inserendo il numero di specie previste all’interno dell’allegato fornito a corredo
del Bando pe il calcolo della CO2 per piante di diametro di 5 cm. In relazione ad alcune
caratteristiche delle piante messe a dimora, come l’allergenicità del polline prodotto dalle singole
specie e la capacità di rimozione degli inquinanti, il valore della CO 2 stoccata è stato corretto e
ridotto a 53 tonnellate applicando i fattori correttivi indicati nell’Allegato C fornito nel bando
(Appendice 4).
Per quanto riguarda gli inquinanti PM2,5 e NO2, si stima che l’impianto assorbirà queste sostanze
inquinanti per un totale di 67,225 kg di NO2 e 1,189 kg di PM2,5 (Appendice 4). Questi valori sono
riportati in Tabella 10.

     - Area Antella:
Si prevede che la CO2 stoccata totale al 2050 dal nuovo impianto sarà di 62 tonnellate. Come nel
caso dell’Area Bagno a Ripoli, tale valore è stato ricavato inserendo il numero di specie previste
all’interno dell’allegato fornito a corredo del Bando pe il calcolo della CO2 per piante di diametro
di 5 cm. In relazione ad alcune caratteristiche delle piante messe a dimora, come l’allergenicità del
polline prodotto dalle singole specie e la capacità di rimozione degli inquinanti, il valore della CO 2
stoccata è stato corretto e ridotto a 41 tonnellate applicando i fattori correttivi indicati
nell’Allegato C fornito nel bando (Appendice 5).
Per quanto riguarda gli inquinanti PM2,5 e NO2, si stima che l’impianto assorbirà queste sostanze
inquinanti per un totale di 43,379 kg di NO2 e 0,901 kg di PM2,5 (Appendice 5). Questi valori sono
riportati in Tabella .

    - Area Grassina:
Si prevede che la CO2 stoccata totale al 2050 dal nuovo impianto sarà di 26 tonnellate. Come nel
caso delle Aree Bagno a Ripoli e Antella, tale valore è stato ricavato inserendo il numero di specie
previste all’interno dell’allegato fornito a corredo del Bando pe il calcolo della CO2 per piante di
diametro di 5 cm. Applicando i fattori di riduzione sopra descritti, il valore della CO 2 stoccata è
stato corretto e ridotto a 17 tonnellate (Appendice 6).
Per quanto riguarda gli inquinanti PM2,5 e NO2, si stima che l’impianto assorbirà queste sostanze
inquinanti per un totale di 36,499 kg di NO2 e 0,779 kg di PM2,5 (Appendice 6). Questi valori sono
riportati in Tabella 10.
Gli effetti di tutto il progetto, quindi si possono così quantificare:
la CO2 stoccata totale sarà di 156 tonnellate, valore che, corretto sulla a delle caratteristiche delle
piante come da allegati al bando, sarà ridotto a 102 tonnellate. In termini di NO 2 e PM2,5, con il
progetto si prevede che al 2050 verranno rimossi 138,876 kg di NO2 e 2,628 kg di PM2,5 (Tabella
10).

                                                                                                      30
Tabella 10: Stima delle CO2 stoccata (ton), della CO2 stoccata corretta, della quantità di NO2 e di PM2,5 (espressi in kg)
rimossi dagli interventi di forestazione nelle tre aree di intervento ed in totale con il progetto di Bagno a Ripoli

                          CO2 stoccata          CO2 stoccata          NO2 rimosso        PM2,5 rimosso
                             (ton)              corretta (ton)            (kg)                (kg)

Area Bagno a Ripoli            80                    53                   67,225              1,189
Area Antella                   62                    41                   49,379              0,901
Area Grassina                  26                    17                   36,499              0,779
Totale                         168                   111                 153,103              2,869

Gli effetti attesi relativi alla realizzazione del progetto saranno sia diretti che indiretti. Gli effetti
diretti sono stati calcolati sulla base dell’allegato a corredo del Bando “Modello di calcolo CO2
stoccata (ods)” e sono legati alla presenza stessa delle nuove piante che produrranno benefici in
termini di rimozione delle concentrazioni di PM10, di PM2,5 e di NOx, oltre che di stoccaggio di
carbonio.

Gli effetti indiretti sono legati alla riduzione delle emissioni in atmosfera di sostanze inquinanti e
di sostanze climalteranti:

-       la presenza sul territorio urbano di una più alta quantità di alberi e arbusti contribuirà a
mitigare il microclima, consentendo agli edifici nelle aree limitrofe di ridurre i consumi energetici
legati all’utilizzo degli impianti di condizionamento estivo;

-      la forestazione delle tre aree, inoltre, consentirà di rendere più gradevole e salutare la
frequentazione delle piste ciclabili e la sosta nei parchi contribuendo a ridurre l’utilizzo delle auto
private;

-       la forestazione delle aree a parcheggio, consentirà una riduzione dei consumi nel periodo
estivo che in quello invernale: in particolare, nel periodo estivo la chioma degli alberi ombreggerà
le auto evitando un eccessivo surriscaldamento degli abitacoli, facendo sì che non sia necessario
un utilizzo immediato e intenso dell’impianto di condizionamento, accessorio ormai presente in
tutte le auto, ma il cui utilizzo determina un aumento dei consumi delle auto e di conseguenza
delle emissioni di gas inquinanti e climalteranti in atmosfera;

E’ possibile quantificare la riduzione delle emissioni legate all’aumento della frequenza delle piste
ciclabili: a tal fine, viene utilizzato il modello CO2MPARE, un software dell’ENEA che consente di
stimare l’impatto sulle emissioni di CO2 dei programmi nazionali e regionali per la valutazione degli
effetti della mobilità sostenibile (Del Cielo R., Olivetti I., Regina P., Velardi M., 2015) –
Aggiornamento del programma CO2MPARE per l’applicazione alla programmazione 2014-2020) –
rapporto tecnico di progetto “Rete Ambientale” ENEA). Tale modello ha messo in evidenza che per
ogni chilometro di pista ciclabile realizzata, si ottiene una sostituzione della modalità di
spostamento tra il 5% e il 10% in situazioni paragonabili a quelle toscane, con un tasso medio di
                                                                                                                      31
7,5% (Nicoletti, 2016 – Assoggettabilità a VAS della proposta modificata del POR FESR 2014-2020-
Regione Toscana). Come ipotesi di partenza, Nicoletti et al. (2016) esprimono che la distanza media
di un viaggio in bicicletta sia uguale a 4,266 km, che i viaggi annui per km di pista realizzata siano
uguali a 100.000 e che le emissioni di CO2 (tonnellate) per veicolo medio per km siano uguali a
0,00020709957894 (dati di emissioni del 2016): sulla base di tali premesse, si ricava che un
chilometro di pista ciclabile realizzato in Toscana può evitare annualmente una quantità di CO 2
compresa tra 4,42 e 8,83 tonnellate.
La formula utilizzata per questo calcolo è la seguente:
Emissione evitata = tasso medio di sostituzione della modalità di spostamento x viaggi annui per
km di pista ciclabile realizzata x distanza media di un viaggio in bicicletta x emissione a km.

Come per la CO2, è possibile calcolare le emissioni evitate anche per gli altri inquinanti prodotti dal
traffico veicolare, conoscendo i valori medi del parco macchine a chilometro.
In Toscana, sono disponibili i dati delle emissioni del parco macchine della città di Prato
(elaborazione Euromobility e CRAS S.r.L. su dati ISPRA 2018), e, vista la vicinanza tra le due città,
si ipotizza che il parco macchine di Bagno a Ripoli possa essere paragonato a quello di Prato.

Per Bagno a Ripoli, è possibile utilizzare come riferimento i dati delle emissioni del parco veicolare
della città di Prato, è quindi possibile ricavare le emissioni evitate per chilometro di pista ciclabile
realizzata.
Secondo le elaborazioni le emissioni a chilometro del parco veicolare pratese è il seguente:

240,4 g/km di CO2
0,441 g/km di NO2
0,039 g/km di PM10
0,019 g/km di PM2,5

Nel caso di Bagno a Ripoli, non si realizza una pista nuova, ma possiamo ipotizzare che se
mediamente una nuova pista determina la sostituzione della modalità di spostamento del 7,5%,
con la forestazione della pista e delle aree limitrofe, è possibile raggiungere il 10%, valore medio
massimo evidenziato per la Toscana da Nicoletti (2016). Su questa linea, la stima della riduzione
delle emissioni verrà calcolata sul tasso del 2,5% di sostituzione della mobilità (10%-7,5%) per la
lunghezza delle piste ciclabili presenti nelle aree della forestazione, che corrispondono in totale a
un chilometro e 300 metri (520 metri nell’Area Bagno a Ripoli, 180 metri nell’Area Antella e 600
metri nell’area Grassina).

Quindi, la stima della riduzione delle emissioni per le piste ciclabili esistenti viene così calcolata:

tonnellate di CO2 evitata per 1,3 km di pista ciclabile forestata = 2,5% x 100.000 x 4,266 x
0,0002404 x 1,3= 3,333
Kg di NO2 evitati per km di pista ciclabile forestata = 2,5% x 100.000 x 4,266 x 0,000441 x 1,3=
5,239
Kg di PM10 evitati per km di pista ciclabile forestata = 2,5% x 100.000 x 4,266 x 0,000039 x 1,3=
0,539
Kg di PM2,5 evitati per km di pista ciclabile forestata = 2,5% x 100.000 x 4,266 x 0,000019 x 1,3=
0,264
                                                                                                 32
Moltiplicando questo dato per i 30 anni dall’intervento, la riduzione totale delle emissioni si stima
che sarà di 99,99 tonnellate di CO2, 157,17 kg di NO2, 16,185 kg di PM10 e 7,917 kg di PM2,5 (Tabella
11).
Tabella 11: Riepilogo delle stime al 2050 degli effetti legati alla realizzazione del progetto in termini di CO2 stoccata (t), CO2 stoccata
corretta (t), Assorbimento di PM2,5 (kg), Assorbimento di NO2 (kg), Riduzione delle emissioni di CO2 (t), Riduzione emissioni PM10
(kg), Riduzione emissioni PM2,5 (kg), Riduzione emissioni NO2 (kg).

                  CO2      CO2 Assorbimento Assorbimento Riduzione                           Riduzione        Riduzione       Riduzione
Progetto        stoccata stoccata PM2,5 (kg)  NO2 (kg) emissioni                             emissioni        emissioni       emissioni
                   (t) corretta                            CO2 (t)                           PM10 (kg)        PM2,5 (kg)      NOx (kg)
                            (t)
Bagno a
Ripoli             168        111           2,869            143,103           99,99          16,185            7,917           157,17
Carbon
Neutral

                                                                                                                                         33
Piano di gestione e manutenzione degli interventi di messa a dimora di specie arboree e
arbustive del progetto

Modalità e tempistica di fornitura delle specie:

La fornitura di degli alberi del progetto dovrà riguardare alberi di prima scelta da vivaio con materiale
certificato secondo la normativa vigente, di 5 cm di diametro ed esente da difetti di forma e
struttura, manifestazioni fitopatologiche presenti o pregresse ed esiti di potature di chioma e radici
che abbiano diametri di cicatrice maggiori di cm 1,5, forniti in zolla sub-sferica con fasciatura di fibra
vegetale e comunque in materiale biodegradabile.
Nel passaggio dal progetto definitivo al progetto esecutivo, saranno eseguite una verifica delle
specie disponibili e delle loro dimensioni e stato di salute, e un sopralluogo specifico in ogni area
per la verifica finale del posizionamento delle specie per la messa a dimora.
Se verranno proposte delle modifiche alle specie inserite attualmente nel progetto definitivo, le
specie proposte dovranno comunque produrre benefici simili in termini di CO2 stoccata corretta a
30 anni dall’impianto.

Modalità e tempistica di preparazione del suolo e di messa a dimora, di gestione/manutenzione
per 7 anni dalla realizzazione degli interventi:

Nel progetto che il Comune di Bagno a Ripoli intende realizzare, gran parte delle specie saranno
messe a dimora su un terreno già permeabile e profondo, mentre altre verranno messe a dimora in
aree asfaltate, in particolare nel parcheggio nell’Area Grassina, dove sarà necessario valutare la
presenza di infrastrutture sotterranee prima di eseguire l’intervento di messa a dimora.
La scelta delle specie per la messa a dimora con il progetto è stata guidata dalle linee guida delle
best practices per la fissazione del carbonio in ambiente urbano, quindi, oltre a scegliere quelle
specie che da un punto di vista ecofisiologico potevano essere messe a dimora nell’area scelta per
la progettazione, sono state scelte specie che fossero prevalentemente a rapido accrescimento e
longeve, che fossero allo stesso tempo resistenti alle malattie e agli effetti dell’inquinamento
atmosferico e che, in base alla localizzazione di messa a dimora e allo spazio aereo e sotterraneo a
disposizione, potessero raggiungere grandi dimensioni a maturità, por ottenere massimi benefici
anche in termini di microclima.
Gran parte delle specie sarà messa a dimora su suoli non asfaltati, garantendo quindi all’apparato
radicale di svilupparsi facilmente senza costipazione e in un suolo facilmente esplorabile: in questo
modo, sarà favorito anche lo stoccaggio di carbonio nel suolo. Viste le dimensioni delle piante da
mettere a dimora e la necessità di rendere il terreno facilmente esplorabile dalle radici per facilitare
l’attecchimento del postime e diminuire lo stress da trapianto, la buca che dovrà essere realizzata
per ogni pianta dovrà essere di circa 1 m di diametro e 1 metro di profondità, e deve comprendere
la distribuzione di un letto di materiale drenante, di terriccio e di ammendante, la riempitura con un
substrato di buona qualità e il reinterro, la formazione della conca di compluvio (formella); si
prevede la necessità di dotare le piante di tutore formato da tre pali tutori decorticati e torniti di
castagno o pino, di altezza e circonferenza adeguati all'esemplare da sostenere, comunque non
inferiore a cm 15/20 di circonferenza e 220 cm di altezza che dovranno essere infissi nel terreno per
una profondità di 30-40 cm, e che abbiano la traversa di uguale materiale e l'ancoraggio della
struttura portante.
La profondità di interramento deve essere la stessa che le piante avevano in vivaio e per ogni pianta
la terra deve essere portata fin poco sopra il colletto o leggermente superiore al livello del terreno

                                                                                                       34
che è normalmente soggetto a una certa subsidenza.
Le piante dovranno essere portate nel luogo dell’impianto nelle giornate subito precedenti alla
messa a dimora.
Il periodo di messa a dimora può andare dal tardo autunno alla fine dell’inverno, durante il periodo
di riposo vegetativo, e comunque non dopo la ripresa vegetativa, che per molte specie e secondo le
condizioni termopluviometriche del periodo, può anche iniziare a fine febbraio – inizio marzo, per
cui sarebbe ottimale poter eseguire l’impianto tra fine ottobre e gennaio.
Al fine, poi, di avere un impianto con costi di manutenzione relativamente ridotti, sono state scelte
specie che avessero simili esigenze di gestione. Tra le opere previste per la messa a dimora, sarà
necessario progettare e realizzare l’impianto di irrigazione a goccia per tutte le piante. Ove questo
non fosse possibile, sarà necessario prevedere un costante servizio di irrigazione con autobotte, sia
nel periodo post trapianto, che per i successivi 3 anni dall’impianto. Al fine di ridurre la quantità di
acqua da distribuire alle piante sia tramite l’impianto di irrigazione, sia tramite l’annaffiatura con
autobotte, sarà possibile aggiungere eco-idrogel (nell'ordine di 1-2 kg a buca). Quando le piante
messe a dimora avranno superato lo stress da trapianto e avranno trovato il loro equilibrio nella
nuova localizzazione, il servizio di irrigazione potrà essere ridotto e limitato ai periodi siccitosi con
irrigazioni di soccorso. Infine sarà opportuno, al fine di migliorare l’umidità e aumentare la
temperatura del suolo, oltre che a migliorare il controllo delle infestanti, utilizzare singoli collarini
pacciamanti biodegradabili oppure prevedere uno strato di compost misto dello spessore di 5-10
cm.

Importi dei costi di potatura

Dal decimo anno di vita potranno verificarsi condizioni di vita degli alberi tali da richiedere interventi
di potatura di rimonda, tagli fitosanitari, diradamento o riequilibratura delle chiome. Qualora la
scelta delle piante e l’impianto siano state eseguite secondo i criteri precedentemente descritti, tali
interventi saranno limitati ad una percentuale di alberi stimabile nell’ordine del 15% del numero
totale di alberi per un periodo di 10 anni.

Importi dei costi di smaltimento di eventuale reimpiego, tenuto conto del ciclo di vita dellepiante:

Le piante che si prevede di mettere a dimora con il progetto hanno un ciclo vitale più lungo di 30
anni, quindi si prevede che al 2050, saranno raggiunti i risultati previsti in fase progettuale in termini
di CO2 stoccata e di assorbimento degli inquinanti dell’aria. Il materiale da mettere a dimora sarà
certificato e controllato prima della messa a dimora, al fine di ridurre al massimo la mortalità post
impianto. Anche le tecniche colturali manutentive dei primi anni sono volte all’ottenimento di piante
il più possibile sane e con basso stress post trapianto.
Al fine di ridurre le emissioni in atmosfera di CO2 delle piante a fine vita, il Comune valuterà la
possibilità di indirizzare il legno ottenuto durante l’abbattimento verso la realizzazione di prodotti
caratterizzati da cicli di vita relativamente lunghi, come per esempio in arredi o opere d’arte.
Tale possibilità è concreta in quanto circa il 45% delle piante messe a dimora appartiene a specie il
cui legno ha un’alta potenzialità di impiego e un ulteriore 12% ha una media potenzialità di impiego
con oggetti di lunga durata e che, anche il legno che ha minore potenzialità di impiego, può
comunque essere utilizzato per la realizzazione di oggettistica che può avere una durata
considerevole.

Di seguito si riporta la tabella (Tabella 12) indicata nell’Allegato C modificata inserendo solo le specie
previste nel progetto.

                                                                                                       35
Tabella 12: Elenco delle specie scelte per la messa a dimora nell'ambito del progetto, con indicato il numero
delle piante per specie (n°), la potenzialità di utilizzo del legno, secondo la scala Alto, Medio, Basso e
Trascurabile, e la descrizione più comune dell’impiego del legno

                                      Potenzialità di
            Specie              n°                                   Descrizione dell'impiego del legno
                                         impiego
                                                          Destinato alla produzione di legna da ardere, può avere
                                                        talvolta interessanti pezzature come legname da opera per
        Acer campestre           9        Basso
                                                            la produzione di piccoli oggetti come manici, utensili,
                                                                              giochi, calci di fucile.
                                                        Usato per mobili di pregio, tornitura, ebanisteria, sculture,
                                                        zoccoli di lusso, stecche da biliardo, liste per pavimenti con
                                                           forte attrito (piste da ballo, palestre, bowling), utensili
       Acer platanoides         26         Alto
                                                           casalinghi, casse armoniche di strumenti ad arco (con i
                                                             pezzi a fibratura ondulata), manici e top di chitarre
                                                          (ritrasmette favorevolmente le frequenze medio-acute)
                                                        Usato per mobili di pregio, tornitura, ebanisteria, sculture,
                                                        zoccoli di lusso, stecche da biliardo, liste per pavimenti con
                                                           forte attrito (piste da ballo, palestre, bowling), utensili
     Acer pseudoplatanus         6         Alto
                                                           casalinghi, casse armoniche di strumenti ad arco (con i
                                                             pezzi a fibratura ondulata), manici e top di chitarre
                                                          (ritrasmette favorevolmente le frequenze medio-acute)
                                                            Impiegato per falegnameria andante, lavori al tornio,
    Aesculus hippocastanum       3        Medio
                                                                              sculture e giocattoli

       Carpinus betulus          7

                                                           Usato per costruzioni edili e navali, infissi esterni ed
          Cedrus sp              3         Alto
                                                            interni, lavori di falegnameria fine ed ebanisteria
                                                         Trova impiego per la realizzazione di bastoni, stecche da
        Celtis australis         7        Medio
                                                        biliardo, utensili da falegname, intarsi e strumenti a corda
                                                         Usato per la fabbricazione di mobili di qualità, listelli per
                                                            pavimenti (parquet), piccoli oggetti (pipe), strumenti
                                                         musicali (chitarre) e soprattutto attrezzi sportivi proprio
        Fraxinus ornus           3        Basso
                                                         grazie alla sua insuperabile elasticità: remi, racchette da
                                                           tennis, mazze da golf, mazze da baseball, archi di tipo
                                                                      inglese, bastoni da hockey, slitte
                                                         Usato per la fabbricazione di mobili di qualità, listelli per
                                                            pavimenti (parquet), piccoli oggetti (pipe), strumenti
                                                         musicali (chitarre) e soprattutto attrezzi sportivi proprio
       Fraxinus oxycarpa         6        Medio
                                                         grazie alla sua insuperabile elasticità: remi, racchette da
                                                           tennis, mazze da golf, mazze da baseball, archi di tipo
                                                                      inglese, bastoni da hockey, slitte
     Gleditsia triacanthos       2     Trascurabile                       Nessun utilizzo indicato
         Juglans nigra           1         Alto           Più duro e scuro del noce nazionale e tende a scolorirsi
                                                           Usato per mobili e infissi di pregio, falegnameria fine,
         Juglans regia           1         Alto              parquet. La radica di noce è usata in tornitura ed
                                                                                  ebanisteria
    Liquidambar stiraciflua     27     Trascurabile                        Nessun utilizzo indicato
                                                         Usato per lavori di tornitura, come fodere di coltelli tipici
     Magnolia grandiflora        1        Medio               della tradizione giapponese e cinture di legno in
                                                                             alternativa al cuoio

                                                                                                                      36
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