PORTA AGNESI IN DIRETTA - Scuola Primaria "Porta - Agnesi" - Dicembre -Gennaio 2020 - ICS Via della ...

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Dicembre –Gennaio 2020                                                        n° 9

      PORTA AGNESI
       IN DIRETTA

                                                         MITI E LEGGENDE

                                                            Leggiamo un film

        I l G i o rn a l in o d e l l ’ I s t i t u t o C o m p re n s i vo
                      “ Vi a d e l l a C o m me n da ”
     Scuola Primaria «Porta – Agnesi»
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Dicembre –Gennaio 2020                                                                    n° 9

 PORTA AGNESI IN DIRETTA
In questo numero…
                          MITI E LEGGENDE

      pag. 3                   pag. 9                                  pag. 10

 Caro diario…            Lettera aperta
                         a…

     pag. 11                  pag. 18                                   pag. 20
                                                                Leggiamo un film

     pag. 25                  pag. 27                                   pag. 28
  LEGGENDO                  Il Giornalino dell’Istituto Comprensivo

  LEGGENDO
                                        “Via della Commenda”
                         Scuola Primaria «Porta – Agnesi»
                         Articoli e immagini possono essere inviati a:
     pag. 32                 g i o r n a l i n o .q u a d r o n n o @ l i b e r o . i t
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Porta Agnesi in Diretta n°9                            dicembre – gennaio 2020

       IL GATTO INVERNO
    Ai vetri della scuola, stamattina
            l’inverno strofina
        la sua schiena nuvolosa
     come un vecchio gatto grigio:
  con la nebbia fa i giochi di prestigio,       Sì, signora maestra,
           e le case fa sparire              mi sono un po’ distratto:
              e ricomparire;                ma per forza con quel gatto,
          con le zampe di neve               con l’inverno alla finestra
            imbianca il suolo                  che mi ruba i pensieri
    e per coda ha un ghiacciuolo…               e se li porta in slitta
                                                 per allegri sentieri.
                                               Invano io li richiamo:
                                                si saranno impigliati
                                             in qualche ramo spoglio;
                                               o per dolce imbroglio,
                                                    chiotti, chiotti,
                                               fingon d’essere merli
                                                     e passerotti.
                              classe 5°A            Gianni Rodari
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Porta Agnesi in Diretta n°9                         dicembre – gennaio 2020

                                    MONTAGNE CARE
                                Montagne care, voi non mi mentite
                                non mi mandate via, né mai fuggite.
                              Quegli occhi sempre fissi sempre uguali
                                  mi guardano lontani, viola, lenti
                              quando fallisco o fingo, o quando invano
                                     mi attribuisco titoli regali.
                                          Emily Dickinson
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Porta Agnesi in Diretta n°9                          dicembre – gennaio 2020

                              BANCHI DI GHIACCIO

                               Banchi di ghiaccio
                                 questa mattina
                              la penna si è messa
                                  la mantellina.
                               E al cuore freddo
                                 freddo gelato
                                cosa mettiamo
                              che si è assiderato?

                                Ghiacciati i muri
                                  della scuola
                                ghiacciati i vetri
                                 della finestra
                                  di ghiaccio
                                     aiuto
                                       lei
                                  la maestra.

                               Che cielo bianco
                               l'azzurro è finito
                                 il cielo bianco
                               è il suo preferito.
                                Il cuore freddo
                                 freddo gelato
                               del cielo bianco
                                 è il fidanzato.

                               Vivian Lamarque
      classe Prima D
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Porta Agnesi in Diretta n°9                       dicembre – gennaio 2020

                                                       classe 3°D

                                         L’albero ora tende
      ALBERO SECCO                   le braccia nodose e nere
    In uno splendore di fuoco,     verso un cielo grigio e greve.
    rosse, gialle, bruciacchiate        L’inverno è arrivato.
   le foglie se ne sono andate.
                                         Corinne Albaut
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Porta Agnesi in Diretta n°9                                               dicembre – gennaio 2020

        FESTA DELLA NEVE
            Roberto Piumini

                                  Cade la neve
                                 viene la pace
                              l’inverno è freddo
                                 però mi piace.

                                                        Il cielo è muto
                                                         la terra pure
                                                     la neve è zucchero
                                                      per le avventure.

                              Bianco è il silenzio
                                della spianata
                               è un fiore rosso
                                 la mia risata.

                                                                              classe 3°D
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Porta Agnesi in Diretta n°9   dicembre – gennaio 2020

                                            classe 4°B

                                     classe 3°C
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                              MITI E LEGGENDE

                              IL CICLOPE POLIFEMO   classe 3°C
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Porta Agnesi in Diretta n°9                    dicembre – gennaio 2020

20 gennaio 2020
Ieri, io e Samuele, siamo andati a
vedere l’ Esercito di Terracotta. La
guida ci ha spiegato che un contadino
stava scavando per trovare un pozzo,
ma, invece di trovare l’ acqua, trovò
tanti pezzi di statue: teste, braccia,
mani.. Dopo aver tolto tutto il terreno
gli archeologi hanno iniziato a
ricostruirle.     Tutte queste statue
servivano a proteggere la tomba
dell’imperatore Ch’in e ricordano il
suo esercito. Tutti i soldati erano
colorati con colori sgargianti, erano
pronti all’attacco ed erano divisi in
categorie: fanti leggeri e fanti pesanti,
arcieri, lancieri e balestrieri, generali
leggeri e pesanti. Vicino a loro si
trovavano volatili come gru e anatre
che avevano diversi significati: la gru
significava fedeltà e le anatre
avrebbero portato fortuna a Ch’in
nell’aldilà. A proposito della tomba:
non l’hanno ancora aperta, perché
hanno paura di rovinare quello che c’è
dentro. È stato molto bello, consiglio
di andarlo a vedere!

                              Achille B. 4°D
Porta Agnesi in Diretta n°9                                                 dicembre – gennaio 2020

                                           11 gennaio 2020
                                           Caro diario,
                                           ero a Pian delle Betulle e stavo camminando su una
                                           strada ghiacciata. Il sole era nascosto tra le nuvole e io
                                           mi fermai per ammirare i parapendii che volavano nel
                                           cielo. Immaginavo, con gli occhi chiusi, di essere
                                           anch’io lassù. Dopo cinque minuti, sono andata a
                                           pattinare. Salti, strisciate, piroette… Ero da sola, mi
                                           sentivo libera, però un po’ mi vergognavo: c’erano ben
                                           due famiglie che mi osservavano. Il proprietario si
                                           avvicinò alla pista; a quel punto mi fermai e lui esclamò
                                           con la sua solita vociona: «Continua così, sei
                                           eccezionale». Il mio cuore si stava rianimando, la mia
                                           faccia era un peperone, non ne parliamo dei vestiti che
                                           erano fradici e puzzolenti… Uscii e mi fecero ancora i
                                           complimenti: «Sei stata molto brava!» Poco dopo
                                           siamo andati a bobbare. Salii su una discesa ripida e…
                                           giù! Mi girai e… oh, noooo: stavo andando all’indietro!
                                           Finalmente la discesa finì. Dopo qualche minuto
                                           abbiamo preso la funivia, andava molto più veloce di
                                           quella di Solda. Dall’alto si intravedeva una piscina
                                           all’aperto. Mi dispiaceva che il papà non ci fosse , ma
                                           gli ho raccontato tutto a voce.
                                           A presto,
                                                           Clotilde

9 gennaio 2020
Caro diario,
questo giorno è successa una cosa molto emozionante: è nata mia cugina Maia e io sono
andata a trovarla. Appena sono entrata in ospedale pensavo che lei non dormisse, invece mi
sbagliavo: stava dormendo come un angelo. Intanto la zia ci raccontava molte cose su Maia, ad
esempio che aveva gli occhi azzurri, che io non ho potuto vedere, e che aveva i capelli
abbastanza scuri. Mio papà continuava a farle delle foto e io gli dicevo: «Smettila, così la
svegli». Dopo un po’ di tempo, si sentì una voce che diceva: «I visitatori sono pregati di uscire, le
visite sono finite». Io ero molto triste al pensiero di andarmene, però ho pensato che, anche se
per molto tempo non la vedrò, potrò almeno guardare le sue foto, mentre dicevo a mia mamma
che Maia era piccola come un topolino.
A presto,
                                              Viola
Porta Agnesi in Diretta n°9                                                dicembre – gennaio 2020

12 gennaio 2020
Caro diario,
ieri, quando sono andato ad Albavilla, nella mia mente è
apparsa un’improvvisa voglia di costruire una zattera; il
problema è che non so perché. Sono andato a chiedere al
mio papà se mi poteva aiutare e indovina che cosa mi ha
risposto? Mi ha risposto di sì! Allora presi la mannaia e con il
papà siamo scesi giù ai bambù. Wow, stavo davvero per
costruire una zattera. Scegliemmo il bambù migliore e
iniziammo a tagliarlo in parti uguali e a posarle sul tavolo
davanti a casa. Legammo le parti di bambù con una corda
che, sinceramente, mi sembrava troppo grande. Quindi
decidemmo di vedere se galleggiava, la posammo in un
secchio pieno d’acqua e, proprio così, galleggiava. Dopodiché
mettemmo il tettuccio sempre fatto di bambù tagliuzzati.
Stava venendo davvero un capolavoro, ma mancava la cosa
più importante: la vela. Introducemmo un legnetto tra due
canne, ci attaccammo un pezzo di stoffa e voilà, la zattera
era completata. Ho provato un grandissimo senso di
soddisfazione, persino la mamma era tanto felice.
Questa è stata per me la giornata più bella del 2020!
A dopo, caro diario, ciao!!
                                Filippo L.

1 gennaio 2020
Caro diario,
a Capodanno non è successo un granché, ma comunque ho cercato di divertirmi e ci sono riuscito.
Eravamo a casa dei nostri amici Chiara e Pietro, anche se non mi stanno tanto simpatici, e
aspettavo con pazienza le dodici in punto di sera per sparare i petardi. E, aspettando… non è che ci
si diverte molto. Mi stavo annoiando perché osservavamo ipnotizzati dei video di canzoni che
facevano schifo! Va bene scegliere canzoni rock, ma canzoni rap, nooo! Quindi mi costrinsero a
chiudermi in camera, finché non fossero le dodici in punto. Restai chiuso in camera sino a che non
arrivò un mio amico che si era stufato di ascoltare canzoni e ci intrattenemmo giocando a Vero o
Falso, sinché mio padre non ci interruppe, facendoci uno scherzo. Ci disse che Capodanno era
rimandato. Io e il mio amico stavamo per avere un infarto. Ci fece questo scherzo quando
mancava mezz’ora alle dodici. Quando fu passata la mezz’ora, che ci sembrò un decennio, ci
incamminammo per andare in piazza. E da quel momento mi sono divertito per il fatto che c’era
Dani, il mio compagno di classe. A mezzanotte, finalmente, i fuochi d’artificio mi illuminarono gli
occhi. Successivamente fu il momento del brindisi: vidi i tappi saltare in aria, me ne arrivò persino
uno in testa. Purtroppo, finita la festa, proprio nel momento in cui stavo iniziando a scatenarmi,
andammo a casa e subito a letto.
Arrivederci diario, ci vediamo alla prossima,
                              Leo
Porta Agnesi in Diretta n°9                                               dicembre – gennaio 2020

27 dicembre
Caro diario,
sabato sono andato a sciare con dei colleghi di mio papà.
Erano sette, ma solo tre sciavano. Si chiamavano: Alessio,
Agostino, Veronica. Sciavano tutti molto bene e da subito
sono diventati miei amici.
Alla prima pista ci hanno chiesto il nome dell’impianto perché non erano mai venuti a
Campodolcino. Subito, siamo andati a vedere se la Val di Lei, una pista in un’altra valle, fosse
aperta. Sfortunatamente era chiusa, ma l’avrebbero aperta alle ore undici. Io volevo andare allo
snow-park e anche Francesco, mio fratello. Lo snow-park è una pista per i salti. Io ho preso la
rampa più alta e ho saltato un metro da terra. Quando ero in aria mi sembrava di volare e mi
mancava il fiato. Hanno saltato anche i colleghi di mio papà, con abilità. Alle undici siamo andati
a vedere se avevano aperto la Val di Lei. Finalmente l’impianto era aperto. Quando siamo
arrivati, un sole quasi primaverile ci ha fatto provare un senso di calore. Stranamente Francesco
aveva freddo, quindi abbiamo dovuto portarlo al bar. Abbiamo fatto un paio di piste prima di
riprenderlo. Per ritornare alle altre discese abbiamo percorso un fuoripista: si chiama Canalone,
perché è un canale. Era un po’ ghiacciato, ma si riusciva a sciare bene ugualmente. Alla fine del
fuoripista c’era una slavina ghiacciata che mi ha ricordato una barricata. Ho portato i colleghi di
papà alla baita e, siccome non avevamo i panini, abbiamo ordinato gli gnocchetti, un piatto tipico
di quel posto. Questa giornata sugli sci mi è proprio piaciuta e vorrei ripeterla.
Arrivederci, caro diario,
                                       Filippo C.

13 gennaio 2020
Caro diario,
ieri sono andato alla partita di basket: ero molto
emozionato e non sapevo dove si trovava la
palestra. Non mi sono accorto che c’era anche una
mia compagna. Dopo un po’ trovammo la palestra;
mi sono cambiato, sono entrato e c’erano dei
bambini, miei avversari. Mi sono riscaldato con dei
tiri liberi. Alcuni minuti dopo sono arrivati i miei
compagni e l’allenatrice. Ci siamo messi in panchina
ed è iniziata la partita. Elena, l’allenatrice, mi ha
scelto per primo. Avevamo sei minuti di tempo. Gli
avversari erano veloci come saette, infatti hanno
segnato due punti ed io ero stupito, poi, però,
anche noi abbiamo fatto un punto. Alla fine della
prima partita hanno vinto loro. Ci siamo seduti e io,
dopo un po’, avevo freddo, quasi diventavo un
ghiacciolo. È finita anche la seconda partita e
abbiamo vinto noi, però ci hanno comunicato che
quelle due partite non valgono perché gli avversari
erano piccoli. A presto, caro diario,
                                Matteo C.                 classe 4°B
Porta Agnesi in Diretta n°9                                               dicembre – gennaio 2020

                                     27 dicembre
                                     Caro diario,
                                     ero col papà in vacanza. Gaia, mia sorella e le cugine,
                                     volevano andare a sciare e anch’io, così abbiamo indossato
                                     le tute da montagna. Dopo un lungo viaggio siamo arrivati
                                     e sono uscito dall’auto. Tutto il paesaggio era affascinante,
                                     ricoperto da una neve congelata. C’era una corrente forte e
                                     anche del ghiaccio duro, che per forza dovevi rompere con
                                     un calcio, e un freddo che ti avvolgeva dalla testa ai piedi.
                                     Siamo entrati nel negozio del noleggio e, presi gli sci, siamo
                                     andati subito a sciare sulla pista per imbranati. Gaia è stata
                                     la prima a cadere, è caduta a destra. Era difficile rialzarsi.
                                     Mio papà, entrato in pista, ha incominciato a sciare, solo
                                     che aveva saltato le due piste per principianti ed è caduto. È
                                     stato doloroso perché c’erano dei massi di ghiaccio; io
                                     credevo che stesse piangendo, ma no, stava ridendo e
                                     anch’io con lui. Poi è arrivato «il Karma» e io sono caduto
                                     all’indietro e la cosa peggiore era che il suolo era
                                     freddissimo. Quando mi sono stancato, ho preso alcuni
                                     massi di ghiaccio e li ho lanciati al papà: l’ho fatto cadere
                                     ancora. Finito di sciare, siamo tornati a casa. Questa
                                     giornata non la dimenticherò mai.
                  classe 4°B                                                       Matteo P.

27 dicembre 2019
Caro diario,
oggi siamo andati a vedere Harry Potter e il Calice di fuoco, con l’orchestra dal vivo. Ero
emozionato perché è uno dei miei film preferiti. Quando siamo arrivati in sala, un signore ci
indicò in che posto eravamo, ma noi gli dicemmo che sapevamo già dove dovevamo sederci.
Arrivò l’orchestra e si dovette accordare. Dopo che si fu accordata, iniziò il film e apparve Harry
Potter. Tutti lo videro, tranne me, perché c’erano due fidanzati che si baciavano e non mi
facevano vedere perché si muovevano.
Quasi alla metà del film, la ragazza dovette andare in bagno
e, finalmente, in quel momento, mi sentivo rilassato perché
non mi dovevo muovere più per vedere il film in pace,
com’era mio grande desiderio. Finì il primo tempo.
«Noooo», dissi tra me e me. Almeno il secondo tempo lo vidi
tranquillo e comodo perché i due fidanzati si stufarono di
baciarsi. «Siiii», dissi, sempre tra me e me. Finì il film e
uscimmo. Mi sentivo spezzato in due, come il film: da una
parte annoiato, dall’altra interessato perché mi è piaciuto
molto quando Harry Potter va nel labirinto. Arrivato a casa
mi sono accorto di essere stato fortunato per aver sentito la
colonna sonora del film suonata dal vivo.
                                             Andrea
Porta Agnesi in Diretta n°9           dicembre – gennaio 2020

                              Nicolò B. & Chiara C.
                                   classe 4°D
Porta Agnesi in Diretta n°9                  dicembre – gennaio 2020

  2 gennaio 2020

  Caro diario,
  oggi mi sono svegliato perché non
  vedevo l’ora di andare a sciare. Alle
  dieci, io, mia sorella, mio cugino e
  mia zia eravamo sulle piste da sci. La
  neve era ghiacciata e in alcuni punti
  c’era l’erba, però sciare è stato lo
  stesso bellissimo. Per pranzo ho
  mangiato un panino con la salsiccia
  al baretto sopra la seggiovia: era
  squisito! Poi abbiamo fatto lezione
  con il maestro Giampiero. Finita la
  lezione, abbiamo sciato ancora un
  po’ e dopo siamo andati a casa a far
  merenda. Ho trascorso una bella
  giornata in montagna.

                              Riccardo 3°D
Porta Agnesi in Diretta n°9                             dicembre – gennaio 2020

3 gennaio

Caro diario,
oggi il nonno mi ha portato all’Alpe. L’ Alpe è il
punto più alto della collina su cui sorge Caslino. In
quel punto ci sono solo un ruscello e un piccolo
allevamento di capre da latte. A me piace
moltissimo andarci perché il pastore ci permette di
entrare nella stalla, accarezzare le caprette e dar
loro da mangiare. La scorsa primavera ho potuto
addirittura dare il biberon ai capretti appena nati.
Per arrivare all’Alpe occorre usare un fuoristrada
perché la strada è sterrata, è molto in pendenza e
c’è persino un guado. Con mia grande gioia oggi il
nonno ha preso l’ Alfa Matta, il suo vecchio
fuoristrada dell’esercito. Il tragitto con la matta è
stato avventuroso: si procede a balzelloni e noi
bambini possiamo stare in piedi aggrappati alla
ruota di scorta. Le capre purtroppo erano chiuse
nella stalla, ma il viaggio è stato comunque
divertente. Ciao diario!
                                   Cecilia

                              classe 3°D
Porta Agnesi in Diretta n°9                dicembre – gennaio 2020

               Lettera aperta a…

                              classe 4°B
Porta Agnesi in Diretta n°9                              dicembre – gennaio 2020

                          Lettera aperta a…

                                              La Camera dei Deputati apre le porte a "La
                                              Vucciria", il capolavoro di Renato Guttuso. Il
                                              dipinto è in mostra nella prestigiosa Sala
                                              della Lupa di Palazzo Montecitorio accanto
                                              ad altre due opere dell'artista, appartenenti
                                              alle collezioni della Camera dei Deputati e
                                              mai esposte finora al pubblico.
Porta Agnesi in Diretta n°9                                                dicembre – gennaio 2020

     UN ANIMALE CONTRO IL BULLISMO                  Il capolinea arrivava vicino al fiume Mincio, lì
                                                    scesero, iniziarono a mettergli la testa
C’era una volta un bambino di nome Pietro:
                                                    nell’acqua per poi tirarla su e così via, in
era nato senza un pollice della mano sinistra.
                                                    modo da soffocarlo . Ad un certo punto
Era il suo primo giorno di scuola delle medie
                                                    Riccardo mollò la presa (per errore) e Pietro
e, anche se un po’ impaurito per questa
                                                    cadde in acqua.
nuova avventura, si mise lo zaino in spalla e
partì. Arrivò a scuola e appoggiò lo zaino su       Il cane quella mattina li aveva seguiti e , senza
un banco in ultima fila. Nessuno si voleva          esitare, si buttò in acqua, prese Pietro per la
sedere vicino a lui per il suo piccolo problema     maglietta e lo portò a riva, dalla parte
al pollice.                                         opposta nel Mincio. Il cane, poi, ripercorse il
                                                    fiume al contrario e aggredì i bulli che per
Il venerdì, durante le ore di motoria, la
                                                    paura scapparono.
professoressa Rossignolo aveva deciso di
giocare a pallavolo, senza tener conto della        Pietro era ormai svenuto e il cane, che era un
mano di Pietro. Iniziarono l’allenamento, ma        pastore tedesco, iniziò ad abbaiare. Un
con squadre non equilibrate poiché i rossi          signore nei paraggi sentì e corse per vedere
(ovvero quelli dell’altra squadra) iniziarono ad    che cosa stesse succedendo. Appena il
insultare Pietro : “Stai facendo perdere la tua     signore vide il ragazzo chiamò i soccorsi che
squadra! Non riesci mai a prendere la palla…”       arrivarono in un istante e lo curaro in fretta e
Queste parole erano pronunciate in                  furia.
particolare da tre ragazzi : Riccardo (il capo) e
                                                    Dopo qualche giorno, in ospedale, i medici si
le sue due “ochette” Sara e Rachel.
                                                    accorsero del piccolo problema alla mano di
Dopo le vacanze di Natale, Pietro era pronto        Pietro e lavorarono duramente ( a sua
per tornare a scuola, dopo essere stato             insaputa) per migliorare la sua situazione.
continuamente picchiato, maltrattato e              Venne il giorno in cui i dottori diedero a
oggetto di canzonette brutte su di lui              Pietro un pollice nuovo: era felicissimo.
(riassumendo: era stato bullizzato). Andando
                                                    Il giorno dopo, fiero del suo dito nuovo, andò
a scuola vide un cane che lo fissava con uno
                                                    a scuola dove incontrò il suo amico cane con
sguardo tenero; all’uscita, quando appunto
                                                    cui poi passò il resto della sua vita.
aveva pensato che quel giorno era andato
tutto bene, successe un imprevisto: i bulli lo                        Alice, Bianca, Leonardo, Greta.
presero e lo obbligarono a salire sul pullman.
Porta Agnesi in Diretta n°9                                          dicembre – gennaio 2020

                      SVEVA, LA VITTIMA
C’era una volta una bambina di nome Sveva che veniva bullizzata
da Rodolfo, il bullo della scuola. Sin dal primo giorno di scuola
veniva presa in giro con questa canzone : “ Sveva , Svevina, sei
così bruttina”.
Lei, per paura che Rodolfo la picchiasse, non disse niente a
nessuno e, mentre i giorni passavano, Sveva divenne sempre più
debole e aveva sempre meno amici.
A metà anno scolastico Rodolfo decise di picchiarla, Sveva aveva
provato ad evitarlo ma lui la scovava sempre e, quando la
trovava, la menava sempre più forte.
Un giorno la piccola Sveva si stancò di essere sempre bullizzata
dal ragazzo quindi decise di parlarne con i suoi genitori,
disobbedendo alle parole del bullo che le aveva detto: “ Se parli
con qualcuno di me, te la farò pagare”.
Quella sera a cena spiegò l’accaduto alla mamma che, senza
pensarci due volte, chiamò subito l’insegnante con cui parlò a
lungo.
Appena l’insegnante finì il lungo colloquio con la mamma di
Sveva, cominciò a controllare che Rodolfo non desse più fastidio
alla bambina.
Il giorno dopo l’insegnante vide Rodolfo infastidire Sveva e lo
portò nel suo ufficio dove lo convinse a pentirsi.
Quando uscì dall’ufficio della maestra, Rodolfo si scusò con Sveva
davanti a tutti, veramente pentito delle sue cattive azioni.
                              Michelangelo, Edoardo, Sveva, Greta
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           MARCO E GIOVANNI
Era il 2 Dicembre e Marco aveva appena finito
il suo tema: si era impegnato tantissimo.
La maestra mentre lo correggeva gli disse:
«Bravo, bravo Marco! Vedi che impegnandoti
riesci a scrivere dei bei temi? Facendo sempre
così non vedrai più 7 e 8 in pagella!»
Lui era molto fiero di sé e, tornando al banco,
venne chiamato dal compagno Giovanni che
con aria di sfida disse: «Sentiamo Marco,
                                                   Ma… il lunedì successivo, Giovanni andò da
quanto hai preso?». «Nove e sono molto
felice!» gli rispose. «Mmm!!» esclamò              Marco e gli disse che aveva riflettuto molto
                                                   durante il weekend e aveva deciso di scusarsi
Giovanni.
                                                   per tutti i suoi brutti gesti. Per fortuna Marco
All’inizio dell’intervallo, Giovanni tornò da      era misericordioso e accettò le scuse del
Marco con un gruppo di amici, cantando in          compagno.
coro. «Marco, Marco sei una capra!»
                                                   Quel giorno i due ragazzi diventarono amici e
«Guarda che nove è un bel voto e se dici che       nella classe non ci furono più, per fortuna,
non lo è, stai zitto!» rispose il ragazzo.         atti di bullismo.
I bulli a quel punto lo inseguirono per                    Gabriele, Aurora, Matteo, Elisa, Mattia.
picchiarlo e Marco si nascose nell’armadio
fino alla fine della ricreazione.
Al termine della giornata scolastica, Marco
corse verso casa cercando di evitare i bulli,
arrivato, andò in camera sua e si mise a
piangere pensando al fatto di essere
perseguitato continuamente.
Scelse di parlarne con la madre, lamentandosi
e chiedendole di contattare la maestra.
Il giorno dopo Giovanni scoprì che la maestra
era a conoscenza dei suoi atti di bullismo e a
quel punto si innervosì così tanto con Marco
che volle picchiarlo e così fece per tutta la
settimana. Il povero Marco aveva graffi e lividi
dappertutto , l’avevano costretto addirittura
ad infilare la testa nel lavandino.
Porta Agnesi in Diretta n°9                                                dicembre – gennaio 2020

   JOHN IL BAMBINO BULLIZZATO
John era un bambino che veniva dal Senegal e
si trasferì in America per il lavoro di suo padre.
All’inizio, nella nuova scuola, non lo accolsero
bene e iniziarono a bullizzarlo. Per molto                     L’OBESA BULLIZZATA
tempo incominciarono ad urlargli: «Sfigato,
                                                     A Milano, al liceo Einstein, una ragazza di
sfigato!!!» Il ragazzo all’inizio credeva fosse
                                                     nome Anna, di 14 anni, veniva bullizzata da
un’abitudine trattare in questo modo i nuovi
                                                     Alice, Margherita e Michele per il suo peso di
allievi e quindi non disse niente al maestro.
                                                     80 Kg , in modo diretto e indiretto.
Dopo l’ora di storia, John chiese di andare in
                                                     In uno dei tanti giorni in cui veniva tormentata
bagno, uno della banda dei bulli invece chiese
                                                     dai bulli , alla povera Anna alzarono la gonna e
di andare a prendere una cosa in cartella, ma
                                                     tutti videro le sue mutandone ormai fuori
in realtà andò in bagno, prese un cestino
                                                     moda da circa trenta anni.
grande, pesante, alto e lo spinse contro la
porta del bagno in cui c ‘era il ragazzo; poi il     Anna per consolarsi andò in bagno e iniziò a
bullo se ne andò.                                    cantare una canzone che la calmava: «Io mi
                                                     ricordo la strada di MC’Donald, ma non quella
40 minuti dopo…
                                                     di casa. A casa ci torno in autobus senno fatico
In tutto questo tempo John continuò ad urlare        troppo».
e il maestro iniziò a preoccuparsi per il suo
                                                     Dopo essersi consolata si accorse che erano
mancato ritorno, quindi chiamò il commesso
                                                     già le 14.30 , quindi tornò a casa.
Gino e gli disse di andare a controllare nel
bagno dei maschi.                                    Appena aprì la porta, il suo cane uscì come una
                                                     furia e scappò.
Appena entrò, Gino vide il cestino della
spazzatura contro la porta di un bagno, lo           Anna gridò : «Fermo, fermo Ciambellottto, ho
tolse, aprì la porta e trovò Jhon, allora il         già passato una brutta giornata !»
commesso cercò di ipotizzare chi fosse stato,
                                                     Per riprenderlo dovette girare la città per tre
anche se credeva già di saperlo.
                                                     volte e dimagrì di molto. Il giorno dopo,
Alla fine John capì che non doveva essere            quando tornò a scuola, rimasero tutti a bocca
amico di Fred, il bullo che gli aveva impedito di    aperta; i bulli erano così gelosi della sua linea
uscire dal bagno, e che doveva stargli molto,        perfetta che la presero in giro ancora di più. Ad
ma molto lontano per evitare di trovarsi in          Anna venne il coraggio di riferirlo alla
spiacevoli situazioni.                               professoressa e così, coloro che l’avevano
                                                     derisa e mortificata, grazie all’insegnante
                                                     impararono a comprendere i disagi della
           Beatrice, Francesco, Giuseppe, Rachele.   compagna e, con il tempo, diventarono suoi
                                                     amici.
                                                                        Alberto, Eleonora, Alessandro,
                                                                                    Margherita, Elena.
Porta Agnesi in Diretta n°9                                                dicembre – gennaio 2020

                                                     Questo     aveva      cambiato molto     il
                                                     comportamento di Clara, da calma e gentile
                                                     era diventata antipatica, introversa e
                                                     soprattutto molto irascibile.
                                                     I genitori si erano accorti di questo suo
                                                     comportamento, ma non riuscivano a capire il
                                                     perché di questo cambiamento.
                                                     Un giorno però lei si stufò dell’atteggiamento
                                                     dei bulli e decise di raccontare tutto alla brava
                                                     e comprensibile nonnina Marilù che a sua
                                                     volta decise di confrontarsi sull’accaduto con
                                                     la professoressa Petolicchio.

          IL DISAGIO DI CLARA                        La nonna parlò a lungo con l’insegnante e si
                                                     misero d’accordo : Marilù doveva nascondersi
C’era una volta una ragazza di nome Clara            nei bagni e aspettare il momento per
Valamare, aveva undici anni e andava in una          spaventare i bulli che tormentavano la nipote.
scuola media di Milano. Era molto studiosa e
amava fare i compiti, in poche parole era            Come d’accordo, il giorno dopo, la nonna si
secchiona; Clara era alta e magra, aveva i           nascose nei bagni e, quando arrivò il
capelli ricci a caschetto di color carota,           momento giusto, invece di spaventarli… la
portava gli occhiali, aveva sul viso moltissime      nonna disse ai bulli che era sbagliato quello
lentiggini, aveva il naso a patata e per di più      che stavano facendo e loro se ne andarono via
l’apparecchio.                                       pentiti,     vergognandosi       del     loro
                                                     comportamento.
Un giorno Clara stava camminando lungo il
corridoio per andare in classe, Ugo e Gustavo,       Giorni dopo, i bulli non li vide più nessuno e
i bulli della scuola, la osservavano da un po’ e     gli altri finalmente si comportavano in modo
avevano notato che lei studiava molto, faceva        diverso; tutti seppero dell’accaduto e
tutti i compiti e non aveva amici.                   parlarono con Clara per sapere come stesse
                                                     dopo quella brutta disavventura. Dialogando
Un giorno la fermarono e le dissero che se           con lei scoprirono che non aveva nessun
non avesse fatto anche i loro compiti, sarebbe       problema, e non era antipatica, era solo una
finita male; lei accettò senza pensarci neanche      ragazza molto timida.
un secondo e impaurita andò di corsa in
classe.                                                      Giulia, Giulio, Beatrice, Alessandro.

Nei giorni seguenti non cambiò niente, anzi la
situazione peggiorò per Clara, infatti i bulli le
chiesero anche di portar loro la merenda e di
comprar loro dei vestiti nuovi; i bulli le dissero
che se non l’avesse fatto l’avrebbero picchiata.
                                                                    classe 5°D
Porta Agnesi in Diretta n°9                                  dicembre – gennaio 2020

Gli incendi individuati dai satelliti
della NASA in Australia.
                                            Poveri koala e canguri,
                                         devono arrampicarsi sui muri,
                                         perché gli alberi sono bruciati
                                           e gli animali sono malati.
                                        L’uomo a malapena li ha salvati
                                           e in pochi sono scappati.
                                                                         Gaetano

Mi dispiace che siano morti
tanti animali in Australia e mi
spiace che non abbiano più da
mangiare perché anche le piante         Sussex Inlet, nel Nuovo Galles del Sud,
sono bruciate. Alessandro                        il 31 dicembre 2020.
Porta Agnesi in Diretta n°9                                             dicembre – gennaio 2020

                                                                                     classe 3°C

     L’AUSTRALIA BRUCIA                            Il nostro amico koala potrebbe estinguersi e,
                                                   come lui, ci sono tanti altri animali in
A pagarne le conseguenze sono gli animali e        pericolo. Mi sento un po’ triste.
uno di questi è il koala. Il problema più                                              Sithila
grande è che non abbiamo dei Koala di
                                                   Secondo me bisognerebbe mandare tanti
riserva!                     Beatrice
                                                   pompieri e veterinari per aiutare gli
L’Australia è piena di animali che vivono          australiani e gli animali. Nina
esclusivamente lì e mi dispiace che tutti
                                                   Mi dispiace per tutti gli animali australiani
quegli animali e le piante stiano morendo.
                                                   che rischiano di estinguersi.
Credo che molte più persone si dovrebbero
                                                                                  Edoardo
impegnare a rispettare l’ambiente. Leo

Mi dispiace per tutti gli animali che sono
morti e vorrei fare di tutto per salvare quelli
rimasti. Darò una mano non inquinando e
non danneggiando l’ambiente.          Jacopo

Gli animali sono in pericolo e noi dobbiamo
aiutarli con tutte le nostre forze e sperare che
arrivi la pioggia.                   Lila
Porta Agnesi in Diretta n°9                                       dicembre – gennaio 2020

In un tempo lontano, Reiven, un puledro        Reiven si fece raccontare perché gli
bianco abbandonato dalla sua mamma a           aveva tolto le ali e lui incominciò a
causa     di    un    temporale,       stava   raccontare: «La strega malvagia ha delle
passeggiando nel bosco con un solo             brutte ali allora le strappa agli uccelli,
pensiero: diventare un cavallo alato con       ma continua a lamentarsi perché dice che
delle ali grandi come quelle di un’aquila.     non sono abbastanza belle, quindi le
Un giorno mentre stava passeggiando            strappa a noi cavalli alati, poichè le
sentì uno strano rumore: din brim bim          nostre ali sono bellissime!»
din . Vide una fata; all’ inizio non credeva
                                               Il puledro fece una domanda: «Si può
ai suoi occhi e pensava che fosse un
                                               sconfiggere?» Lui rispose: «Sì, si può
sogno, poi capì che era una vera fata!
                                               perché lei teme l’acqua, quindi basta
Allora Reiven ne approfittò e le chiese:
                                               bagnarla!».
«Mi trasformi in un unicorno alato?» Lei
rispose: «Certo, sei pronto?»; «Sì!»,          Allora i due amici si misero a cercare
affermò il puledro.                            l’acqua, dopo mezz’ora l’avevano trovata.
                                               Reiven, con tutta la sua forza, portò
Sling slong sleng e… diventò un
                                               l’acqua e il suo amico fino al castello
magnifico cavallo alato bianco. Reiven
                                               volante.
ringraziò moltissimo e volò.
                                               Dopo      aver    cercato    dappertutto,
Si sentiva libero, emozionato e felice. Le
                                               finalmente trovarono la strega, le
nuvole sembravano cotone, anche se non
                                               versarono l’acqua addosso e, dopo un
riusciva mai a toccarle! Ma a un certo
                                               secondo, lei scomparì. Così presero le ali
punto vide una strega volante che stava
                                               e l’amico le indossò.
strappando le ali ad un altro un cavallo
alato; cercò di fermarla, ma non ci riuscì,    Da quel giorno Reiven si divertì sempre
allora portò il cavallo alato a terra.         con il suo migliore amico.
                                                                         Emma G. 4°C
Porta Agnesi in Diretta n°9                                             dicembre – gennaio 2020

                                                     Leggiamo un film
                                                   LA FABBRICA
                                                  DI CIOCCOLATO

                                                         Una storia
                                                         fantastica
Questo film non ci parla di cioccolato,           Durante la visione del film si può anche
tantomeno di dentisti, ma di amore,               notare la contrapposizione tra i colori caldi,
attraverso la vicenda di un ragazzino di nome     dell’umile casetta di Charlie, dove il fuoco è
Charlie. Tante differenze e contrapposizioni      sempre acceso, e colori freddi, al di fuori
danno significato al film. Queste diversità si    della sua abitazione, dove predomina la neve.
possono notare innanzitutto           nei sei     Al termine del film vediamo che in realtà i
personaggi principali. Cinque di loro, grazie a   vincitori furono due. Charlie vinse e fu l’erede
cinque biglietti d’oro unici nel mondo, ebbero    della fabbrica di cioccolato. Per un momento
la possibilità di visitare la fabbrica di         si ritirò, pur di non abbandonare la famiglia e
cioccolato e di poter vincere un premio.          così alla fine Wonka decise di inglobare la sua
I personaggi sono: Charlie, Veruca, Violetta,     casa all’interno della fabbrica. Ma ci fu un
Mike, Augustus e Willy Wonka, il proprietario     altro episodio: Willy Wonka, attraverso
della fabbrica, rappresentato da bambino          l’ esempio di Charlie, capì l’importanza della
attraverso dei flashback.                         famiglia, andò a trovare il                 padre
Questi bambini, non educati e tutti viziati,      iperprotettivo che, pensando di dargli amore
anche se in modo diverso, sono ricchi di          gli aveva rovinato l’infanzia, ma non l’aveva
tutto, tranne che d’amore, al contrario di        mai dimenticato. Il film insegna che l’amore
Charlie, che era povero, viveva in una piccola    deve essere condiviso e scorrere a fiumi,
casa malandata, ma era ricco di valori come       come il cioccolato nella fabbrica. L’amore,
l’amore familiare e la speranza che la sua vita   dice il film, si impara solo in famiglia, come è
e quella dei suoi genitori potessero              capitato a Charlie.
migliorare.                                                                        Virginia
Porta Agnesi in Diretta n°9                                                dicembre – gennaio 2020

         Leggiamo un film
            LA FABBRICA
           DI CIOCCOLATO

Questo è un film sull’amore. Vengono messi a
confronto alcuni bambini che vanno a visitare
la famosa fabbrica di cioccolato di Willy
Wonka. Charlie è un bambino povero che vive
in una casa di legno, tutta malandata, e in
questa casa abitano, con i genitori di Charlie,
anche i suoi quattro nonni. Nella vicenda ci
sono anche altri cinque bambini, compreso
Willy Wonka, che vediamo rappresentato
attraverso alcuni flashback. Questi bambini          In questo film vengono contrapposti cinque
sono viziati, prepotenti, golosi e avidi. I          bambini diversi: Charlie è povero di tutto, ma
genitori cercano di dar loro amore, ma sono          ricco d’amore; Augustus è golosissimo e
anaffettivi, a differenza dei genitori Charlie. Il   avido; Veruca Salt è viziata e superba; Mike
sogno maggiore di Charlie è andare a visitare        Tivu è sempre solo davanti ai videogiochi;
la fabbrica di cioccolato della sua città, ma        Violetta è vanitosa e competitiva. Tutti i loro
aveva poche possibilità di trovare il biglietto      genitori non li hanno educati bene e non
d’oro perché il cioccolato glielo compravano         hanno dimostrato loro il vero amore. Tutti,
solo il giorno del suo compleanno e, quel            tranne Charlie: una notte il nonno di nascosto
giorno, lui condivise la tavoletta con tutti i       gli diede un soldino per comperare una
suoi familiari: questo è amore! Willy, invece,       tavoletta di cioccolato. Charlie non ha trovato
ha abbandonato la famiglia da piccolo e di           l’ultimo biglietto d’oro per visitare la fabbrica,
amore non ne ha. Il regista ci mostra il             comunque ha condiviso il cioccolato col
contrasto tra i colori freddi della fabbrica di      nonno, come va condiviso l’amore. Charlie,
Willy Wonka e i colori caldi della casa di           alla fine, vinse la fabbrica, ma rifiutò il premio
Charlie in cui c’è tanto affetto.                    perché Willy Wonka gli disse che avrebbe
Gli avversari di Charlie persero a causa dei         dovuto abbandonare la sua famiglia. Così
loro comportamenti avidi e prepotenti, così          Willy imparò da Charlie che la vera fabbrica di
fu Charlie a vincere la fabbrica. Willy pensava      amore è la famiglia.          Lukas
che Charlie sarebbe vissuto nella fabbrica
come suo erede. Il desiderio di Charlie si
avverò, però avrebbe dovuto lasciare la sua
famiglia e Charlie non volle poiché la famiglia
è importantissima, perché dà affetto e amore.
Willy impara così l’amore da Charlie e, grazie
a questo gesto, torna dal padre e si riconcilia
con lui. Nel finale Willy e Charlie vivono
insieme nella casetta che viene inglobata
nella fabbrica. Questo film dice che la famiglia
è una riserva di amore, che si impara da
piccoli. Questo film è uno dei più belli che io
abbia mai visto.                Tommaso
Porta Agnesi in Diretta n°9                                        dicembre – gennaio 2020

                                                        Leggiamo un film
                                                          LA FABBRICA
                                                         DI CIOCCOLATO

Già dalle prime immagini capiamo che            È Willy Wonka, in realtà, il vero vincitore
Charlie è povero, ma in realtà è ricco          nella vicenda narrata dal film, perché si
d’amore. Nella casa di Charlie dormono in       riconcilia col padre, va a vivere con
quattro in un letto, volendosi bene e, al       Charlie e avrà finalmente una famiglia.
suo compleanno, Charlie divide la sua           Da allora la neve non sarà più fredda, ma
unica tavoletta di cioccolato con i suoi        solo zucchero a velo. Il film dice che
familiari. Nel film, i bambini rappresentati,   l’amore deve scorrere a fiumi come il
con la loro famiglia appartengono a due         cioccolato nella fabbrica. La vera fabbrica
gruppi diversi. Un gruppo è formato da          d’amore è la famiglia.
cinque bambini che hanno famiglie che                                    Filippo C.
non li hanno ben educati. Veruca Salt
ottiene tutto ciò che vuole dal papà.
Augustus Gloop è avido, pensa solo a
mangiare e non dà niente a nessuno.
Mike Tivu è un individualista, pensa solo
alla tecnologia e non riesce più a
distinguere la finzione dalla realtà.
Violetta vive solo per vincere concorsi e,
infine, c’è Willy Wonka, che, scopriamo
attraverso alcuni flashback, è stato poco
amato e ha abbandonato il padre da
piccolo. Charlie è l’unico che riesce a
dare vero amore perché arriva a
rinunciare al premio per stare con la sua
famiglia. Infatti alla fine Charlie, vince la
fabbrica ma, visto che avrebbe dovuto
lasciare la famiglia, rinuncia al premio. È
da questo gesto che si rivela il vero
amore di Charlie. Willy, quindi, capisce
quanto siano importanti l’amore e la
famiglia.
Porta Agnesi in Diretta n°9                                     dicembre – gennaio 2020

                                                         Leggiamo un film
                                                    LA FABBRICA DI CIOCCOLATO

Charlie ha una famiglia molto affettuosa e
unita che vive in una casa malandata. Il film
racconta che sono molto poveri, ma ricchi
d’amore: dormono addirittura in quattro in un
unico letto. Cinque bambini visiteranno la
famosa fabbrica di cioccolato di Willy Wonka.
Tutti questi ragazzini hanno dei genitori che
commettono errori nel crescerli, tutti tranne
Charlie. Sono: Augustus il golosone, Veruca
che è arrogante, Violetta l’arrivista, e Mike
Tivu l’individualista. Anche Willy ha avuto un
padre molto severo, che non è stato tanto
affettuoso. Dopo la visita alla fabbrica, il
vincitore fu Charlie perché mostrò rispetto e
interesse per Willy Wonka, il proprietario.
Ma ci fu un altro avvenimento, cioè Willy,
accompagnato da Charlie, andò a trovare suo
padre dentista, che lo visita e lo riconosce
grazie alla sua dentatura perfetta. Willy capì
l’importanza dell’amore grazie e Charlie che
rinunciò alla fabbrica di cioccolato pur di
restare insieme alla sua famiglia. Così alla fine
la casetta di Charlie fu inglobata dentro alla
fabbrica di cioccolato.               Limar

                                                                          classe 4°B
Porta Agnesi in Diretta n°9                     dicembre – gennaio 2020

                                                      Sono terminati i
                                                             lavori
                                                     di ristrutturazione
                                                          e riordino
                                                      della biblioteca.

                         Giovedì 13 febbraio
       riprenderanno il servizio prestito libri e le letture
                per tutti gli alunni delle classi
             della Scuola Primaria Porta Agnesi.

Anche quest’anno ANDERSEN bandisce il progetto riservato agli
alunni delle scuole Primarie e Secondarie di primo grado, offrendo una
nuova opportunità per riflettere sull’importanza della lettura in
maniera divertente, realizzando elaborati originali ispirati a libri e
storie.
                                             Date sfogo alla fantasia e realizzate,
                                             singolarmente o in gruppo, un’opera
                                             ispirata al mondo della lettura.
                                             Saranno apprezzati gli elaborati che
                                             sapranno valorizzare la funzione
                                             del segnalibro, la sua verticalità
Iscrizioni entro il 29 febbraio.             e il colpo d’occhio tra le pagine.
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