POLITICHE FISCALI E MONETARIE - LEZIONE 3 DO . JACOPO STACCIOLI - JACOPO STACCIOLI, PHD

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POLITICHE FISCALI E MONETARIE - LEZIONE 3 DO . JACOPO STACCIOLI - JACOPO STACCIOLI, PHD
Politiche fiscali e monetarie
                 Lezione 3

                   Dott. Jacopo Staccioli

Dipartimento di Politica Economica, Università Cattolica del Sacro Cuore

                           a. a. 2019/2020

               https://staccioli.org/teaching
Outline

1   Cap. XIII.3.1: Equivalenza ricardiana

2   Cap. XIII.3.2: Disavanzi, stabilizzazione e disavanzo corretto

3   Cap. XIII.3.3: Guerre e disavanzi

4   Cap. XIII.3 Focus: Gli Stati Uniti durante la seconda guerra mondiale

                                                 Politiche fiscali e monetarie – Lezione 3
                               Dott. Jacopo Staccioli                                        a. a. 2019/2020   2 / 15
Equivalenza ricardiana

 D: qual’è l’effetto di un disavanzo pubblico sulla produzione, quando si tiene conto del vincolo
    di bilancio del governo?

teorema di equivalenza ricardiana o proposizione di Barro–Ricardo
    supponiamo che a parità di spesa pubblica il governo riduca le imposte di 1 miliardo,
    finanziandosi emettendo debito
    supponiamo che il governo annunci un aumento delle imposte di (1 + r) miliardi l’anno
    prossimo per rimborsare interamente il debito
 D: quale sarà l’effetto sul consumo?
 R: nessuno, perché i consumatori si rendono conto che le minori imposte di quest’anno
    saranno compensate da maggiori imposte l’anno prossimo

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Equivalenza ricardiana (cont.)

    le imposte correnti scendono di 1
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    il valore attuale dell’aumento di imposte future è di              =1
                                                                   1+r
    l’effetto netto delle due variazioni è quindi nullo

interpretazione in termini di risparmio
    le imposte scendono, quindi il reddito disponibile aumenta, ma il consumo rimane costante
=⇒ il risparmio privato aumenta in misura pari alla riduzione del risparmio pubblico
=⇒ il risparmio totale (pubblico + privato) rimane invariato
=⇒ le risorse destinate all’investimento rimangono invariate
=⇒ l’aumento del debito pubblico non avviene a scapito dell’accumulazione di capitale

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Equivalenza ricardiana (cont.)

 D: quanto seriamente dovremmo prendere questa teoria?
 R: non fino al punto di ritenere che disavanzo e debito pubblico siano irrilevanti
    raramente un taglio delle imposte è accompagnato dall’annuncio di un aumento futuro
    i consumatori sanno che il valore attuale degli aumenti futuri deve essere uguale alla
    riduzione delle imposte correnti
    ma non sanno quando e di quanto verranno aumentate le imposte
    tanto più lontana e incerta la percezione degli aumenti futuri, tanto più è probabile che i
    consumatori li ignorino
    è saggio concludere che il disavanzo abbia un effetto rilevante sull’attività economica,
    benché inferiore a quello che avremmo immaginato prima dell’equivalenza ricardiana
         nel breve periodo elevati disavanzi fanno aumentare domanda e produzione
         nel lungo periodo un maggior debito riduce l’accumulazione di capitale e quindi la produzione

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Outline

1   Cap. XIII.3.1: Equivalenza ricardiana

2   Cap. XIII.3.2: Disavanzi, stabilizzazione e disavanzo corretto

3   Cap. XIII.3.3: Guerre e disavanzi

4   Cap. XIII.3 Focus: Gli Stati Uniti durante la seconda guerra mondiale

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Disavanzi, stabilizzazione e disavanzo corretto

    il fatto che un disavanzo possa avere effetti negativi di lungo periodo non implica che la
    politica fiscale non sia utile per stabilizzare il livello di produzione
    ma suggerisce che i disavanzi prodotti in periodi di recessione vengano compensati da
    avanzi nei periodi di espansione, in modo da non aumentare costantemente il debito

disavanzo corretto per il ciclo
    indica il livello di disavanzo quando la produzione è al suo livello naturale
    utile per valutare se una determinata politica fiscale sia appropriata
    es. se il disavanzo corrente è positivo ma il disavanzo corretto per il ciclo è nullo, la politica
    fiscale è compatibile con l’obiettivo di non aumentare sistematicamente il livello di debito
    il debito aumenterà fintanto che la produzione sarà al di sotto del suo livello naturale, dopo
    di che il debito si stabilizzerà

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Disavanzi, stabilizzazione e disavanzo corretto

      non è necessario che il disavanzo corretto sia sempre mantenuto nullo o prossimo allo zero
      in periodi di recessione il governo può generare un disavanzo corretto positivo
=⇒ il ritorno al livello di produzione naturale non è sufficiente a stabilizzare il debito
=⇒ per stabilizzare il debito il governo dovrà produrre avanzi corretti per il ciclo

costruzione dell’indicatore
  1   di quanto varierebbe il disavanzo se la produzione aumentasse/diminuisse dell’1%?
          < 1%: le imposte sono proporzionali alla produzione mentre la spesa pubblica è indipendente
          stabilizzatore automatico: una recessione genera automaticamente un disavanzo e quindi
          un’espansione fiscale che compensa parzialmente la recessione stessa
  2   quanto dista la produzione corrente dal livello naturale?
          difficile perché richiede una stima accurata del livello di disoccupazione naturale

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Outline

1   Cap. XIII.3.1: Equivalenza ricardiana

2   Cap. XIII.3.2: Disavanzi, stabilizzazione e disavanzo corretto

3   Cap. XIII.3.3: Guerre e disavanzi

4   Cap. XIII.3 Focus: Gli Stati Uniti durante la seconda guerra mondiale

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Guerre e disavanzi

 D: è giusto che i governi ricorrano al disavanzo per finanziare le guerre?
 R: sì, principalmente per due ragioni

       1   attribuisce parte dell’onere della guerra alle generazioni future che ne beneficeranno
       2   se dovuto a un eccesso di spesa, riduce le distorsioni fiscali indotte dalle imposte

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Il passaggio dell’onere bellico alle generazioni future

   supponiamo che la produzione sia e rimanga al suo livello naturale
   le guerre comportano un aumento della spesa pubblica che può essere finanziato
     1   ricorrendo al debito
              una spesa pubblica elevata causa un forte aumento della domanda di beni
              con produzione costante, i tassi di interesse aumentano per ristabilire l’equilibrio
              l’investimento, che dipende dal tasso di interesse, subirà un brusco calo
     2   con un aumento delle imposte (pareggiando il bilancio)
              l’aumento delle imposte fa diminuire il consumo
              l’entità della riduzione nel consumo dipende dalle aspettative
              maggiore è la durata prevista della guerra, minore è il consumo e maggiore il risparmio
              l’aumento della spesa pubblica è parzialmente compensato dal calo nel consumo
              i tassi di interesse aumenteranno meno che nel caso 1
              analogamente, l’investimento diminuirà in misura minore che in 1

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Il passaggio dell’onere bellico alle generazioni future (cont.)

    per un dato livello di produzione costante, un aumento della spesa pubblica comporta la
    riduzione del consumo e/o dell’investimento, a seconda della modalità di finanziamento
    ricorrere al disavanzo permette di contenere il calo del consumo durante la guerra
=⇒ investimenti ⇓    =⇒ stock di capitale ⇓         =⇒ produzione futura ⇓
    riducendo gli investimenti, il disavanzo redistribuisce l’onere alle generazioni future

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La riduzione della distorsione fiscale

   finanziando la guerra con un aumento delle imposte genererebbe forti distorsioni
   con aliquote molto elevate le persone lavorerebbero di meno o cercherebbero di evadere
   mantenere aliquote stabili nel tempo (tax smoothing) è preferibile
   in questo modo si generano disavanzi di bilancio quando la spesa pubblica è
   eccezionalmente elevata, mentre in tempi normali si registrano modesti avanzi

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Outline

1   Cap. XIII.3.1: Equivalenza ricardiana

2   Cap. XIII.3.2: Disavanzi, stabilizzazione e disavanzo corretto

3   Cap. XIII.3.3: Guerre e disavanzi

4   Cap. XIII.3 Focus: Gli Stati Uniti durante la seconda guerra mondiale

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Gli Stati Uniti durante la seconda guerra mondiale

     la spesa pubblica per beni e servizi aumenta dal 15% del PIL nel 1939 al 45% nel 1944
     in particolare, la spesa per la difesa nazionale passa dall’1% al 36%
     per la prima volta, l’imposta sul reddito individuale diviene una delle principali entrate
     le entrate fiscali riconducibili a questa imposta passano dall’1% all’8.5%
     ma l’aumento delle entrate (dal 7.2% al 22.7%) era circa la metà dell’aumento della spesa
=⇒ sequenza di disavanzi di bilancio (22% nel 1944, debito/PIL dal 53% al 110%)
=⇒ riduzione del consumo (dal 74% al 51% del PIL)
        anticipazione di tasse più elevate alla fine della guerra, indisponibilità di alcuni beni di
        consumo durevoli, acquisto di titoli di stato per patriottismo
=⇒ riduzione degli investimenti privati (dal 10% al 4% del PIL)
        una parte dell’onere è stata trasmessa alle generazioni future

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