PIANO STRATEGICO DEL DIPARTIMENTO DI SCIENZE DEL FARMACO PER IL TRIENNIO 2016-2018

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DIPARTIMENTO DI
SCIENZE DEL FARMACO

                                  PIANO STRATEGICO
                      DEL DIPARTIMENTO DI SCIENZE DEL FARMACO
                              PER IL TRIENNIO 2016-2018

 Il Dipartimento di Scienze del Farmaco (DSF) si è posto n. 5 obiettivi strategici che, nel
 loro insieme, rappresentano la programmazione strategica del Dipartimento per il
 triennio 2016-2018.

    1) Valorizzazione dell’offerta didattica
 Responsabili: Prof. Giovanni Sorba, Prof. Giovanni Battista Giovenzana
 Gruppo di Lavoro: Proff. Giovanni Battista Appendino, Jean Daniel Coisson, Carla
 Distasi, Franca Rossi.
 Obiettivi: incrementare il numero di iscritti e migliorare la qualità degli
 immatricolati.

 Il corpo docente del DSF è attualmente costituito da 41 unità tra professori di I e II
 fascia, ricercatori e ricercatori a tempo determinato. Il DSF articola la sua offerta
 formativa nei Corsi di Laurea magistrale a ciclo unico di Farmacia e Chimica e
 Tecnologia Farmaceutiche (CTF), oltre che nella partecipazione attiva al Corso di
 Laurea triennale interdipartimentale in Biotecnologie, tenuto in cogestione con la
 Scuola di Medicina e il Dipartimento di Scienze della Salute e al quale il DSF dà un
 contributo estremamente rilevante sia in termini di docenti incardinati che di attività
 didattica. I CdLM di Farmacia e CTF rappresentano efficacemente l’offerta formativa
 del Dipartimento, sviluppata negli anni attraverso interventi determinati sia dai
 necessari adeguamenti alle normative che da una continua spinta al miglioramento
 attraverso l’ottimizzazione del percorso formativo.

 Il CdLM Farmacia completa nell’a.a. 2015-16 l’attivazione dell’intero ordinamento
 revisionato nell’a.a. 2011-2012, mentre il CdLM CTF ha operato una significativa
 revisione del regolamento nell’a.a. corrente. Entrambi i CdLM hanno raggiunto una
 consolidata identità, che negli anni ha visto stabilizzare i propri parametri. Negli ultimi
 4 anni il CdLM Farmacia vede un numero di iscritti totali costantemente compreso tra
 le 500 e 600 unità, mentre il CdLM CTF conta stabilmente su un numero compreso tra
 le 330 e le 390 unità. Il dato occupazionale è di particolare pregio, allocandosi
 nonostante la situazione economica internazionale su percentuali estremamente
 elevate, che raggiungono la quantitatività (quasi il 100%) dopo 3 anni dal
conseguimento del titolo. Negli ultimi anni si è notata una flessione del numero di
matricole per il CdLM Farmacia, il cui numero è sceso non consentendo di coprire
interamente il contingente previsto di 100 unità. Tale dato tuttavia contrasta sia con
la costanza del numero di iscritti totali che con l’aumento del numero dei laureati,
cresciuto fino a raggiungere nel 2014 un valore doppio rispetto al corrispondente
parametro del 2011. Il CdLM CTF mostra negli anni oscillazioni più limitate nel numero
di immatricolazioni, attestandosi su valori generalmente più stabili.

L’analisi delle ragioni di questo andamento apparentemente anomalo sono molteplici
e consentono di avanzare una strategia di azione per il CdLM Farmacia. La variabilità
del numero di matricole è determinata dalla sensibilità di questo parametro per
situazioni contingenti che coinvolgono corsi di laurea dell’ambito biologico e medico,
anche forse per la minore attrattività del relativo titolo di studi e sicuramente per una
grande competizione da parte di Atenei vicini (nonché per un cannibalismo interno
da parte di corsi di Laurea che non prevedono al momento il numero programmato
quali Biotecnologie triennali e Biologia triennale). La costanza del numero di iscritti è
d’altra parte dovuta ad un fattore compensativo positivo determinato dai
trasferimenti in ingresso da altre sedi (principalmente Milano) e dai passaggi da CdL
dello stesso Ateneo, nonché da iscrizioni ad anni successivi al primo di persone già in
possesso di altre lauree.

Azioni:
(a) potenziamento delle azioni di Orientamento attraverso:
- allargamento del raggio di azione verso le province di Vercelli, VCO, Milano e
Varese, Alessandria, Cuneo;
- realizzazione e inserimento nel sito web del Dipartimento e sui principali social
network di filmati rivolti alla presentazione dei corsi di studio magistrali,
contenenti tra l’altro interviste a docenti, studenti e laureati anche durante lo
svolgimento della loro professione;
- realizzazione di attività di orientamento con attività di laboratorio dal vivo o
virtuali, esperimenti e dimostrazioni scientifiche che coinvolgano gli studenti con
una modalità interattiva;
- migliore pubblicizzazione e visibilità degli eventi collegati all’orientamento e
della loro calendarizzazione, in particolare nel Comune di Novara.
(b) eventuale abolizione del numero programmato sui due corsi di laurea (da
definire periodicamente).
(c) potenziamento dell’offerta formativa attraverso:
- valutazione della possibilità di richiedere l’attivazione di un nuovo Corso di
Laurea Specialistico in lingua inglese (eventualmente in congiunzione anche con
Atenei stranieri) nel settore delle Biotecnologie Farmaceutiche (anche con aspetti
economico-gestionali) o nel settore della Nutraceutica e della Chimica degli
Alimenti;
- valutazione della possibilità di apertura di un Corso di Laurea triennale
attrattivo a livello territoriale e nazionale;
(d) proposta di istituzione della “Scuola di Studi Avanzati Amedeo Avogadro”;
Tale progetto dovrà essere chiaramente inserito in un’ottica globale di Ateneo.
In questa ottica i corsi saranno diretti ad un numero di studenti altamente
meritevoli (una ventina per anno accademico) e selezionati in base ad un
concorso nazionale, in analogia al regolamento di scuole analoghe già attivate, in
modo non autonomo rispetto all’alma mater, in altri Atenei italiani (per una lista
completa, vedasi: https://it.wikipedia.org/wiki/Scuola_superiore_universitaria).
Gli studenti saranno ospitati gratuitamente in strutture accademiche o
convenzionate, ed il rinnovo dell’iscrizione sarà subordinato all’eccellenza di
performance nei Corsi di Laurea cui afferiscono.
(e) potenziamento dell’organizzazione delle attività didattiche e delle strutture
didattiche attraverso:
- nuova architettura tecnologica per la gestione dei calendari di erogazione della
didattica e, in generale, di tutti gli aspetti logistici legati all’occupazione delle aule;
- adeguamento tecnologico dell’Aula Magna agli standard più aggiornati per la
parte di video, ripresa e registrazione.

   2) Sviluppo Master
Responsabile: Prof. Armando Genazzani
Gruppo di Lavoro: Proff. Marco Arlorio, Pier Luigi Canonico, Claudio Jommi.

Obiettivi: il Dipartimento negli ultimi 8 anni ha organizzato il Master di II livello
in discipline Regolatorie e Market Access in Ambito Farmacologico e
Biotecnologico”. Il Master, in tutte le edizioni, ha portato ad utili e soprattutto ha
accresciuto la notorietà del Dipartimento in campo nazionale nell’ambito del
farmaco. Inoltre, il Master ha portato all’inserimento nel mondo del lavoro,
nazionale e internazionale, di quasi 100 studenti principalmente attraverso stage
obbligatori.
Da questi successi, economici e culturali, uniti alla difficoltà oggettiva di poter
attivare più di un Corso di Laurea nei prossimi 3 anni, viene la necessità di dover
attivare ulteriori Master, che possano sfruttare il know-how del Dipartimento per
accrescerne significativamente la visibilità, le interazioni sia con il settore
pubblico che con quello privato, l’efficacia dei servizi di job-placement, gli sbocchi
professionali e le entrate del DSF.

Azioni:
(a)   Progettazione di un Master diretto ai lavoratori del settore pubblico (es.
         Farmacisti ospedalieri, Direttori sanitari) sulla valutazione delle
         tecnologie sfruttando le competenze dei settori BIO/14, SECS-P/07 e
         MED/42;
   (b)   Progettazione di un Master di II livello in “Medical Affairs”;
   (c)   Progettazione di un Master Europeo sulle discipline regolatorie;
   (d)   Riproposizione di un Master di scienze alimentari, alimentari e
         nutraceutiche sfruttando le competenze principalmente del settore
         CHIM/10.
   (e)   Progettazione di un Master in Qualità e sicurezza degli alimenti e dei
         nutraceutici, sfruttando l’esperienza del Master attivato per 9 anni in
         partnership con la Università della Borgogna (Dijon, Francia) e Haute
         Ecole Condorcet (Belgio) e la rete della Food Chemistry Division di
         EuCheMS (European Association for the Chemical and Molecular
         Sciences), che vede rappresentato il suo Chairing Office proprio nel DSF).
   (f)   In ultimo, le competenze non facilmente spendibili in un corso di Master,
         quali ad esempio la chimica organica, la chimica farmaceutica, e la
         biologia strutturale (BIO/10) potrebbero essere spese con corsi di
         perfezionamento rivolti sia a colleghi di altri Atenei sia al settore privato.

   3) Sviluppo della ricerca
Responsabile: Prof. Pier Luigi Canonico
Gruppo di Lavoro: Proff. Marco Arlorio, Mariagrazia Grilli, Luigi Panza, Menico
Rizzi, Antonio Sica, Gian Cesare Tron.

Obiettivi: l'obiettivo triennale di ricerca del Dipartimento di Scienze del Farmaco
è rappresentato dalla promozione della ricerca di eccellenza, sia essa di base o
applicata, e dal miglioramento della qualità media del Dipartimento, da cui
dovrebbe conseguire un miglioramento della performance del Dipartimento nel
contesto della VQR 2015-2018.

Contenuto del programma
Le attività di ricerca del DSF ruotano per la quasi totalità attorno al farmaco in
senso lato, includendo con questo termine anche i prodotti nutraceutici,
alimentari e gli ingredienti funzionali per alimenti a fine medico speciale, i vaccini,
le terapie cellulari, le sonde molecolari per diagnostica e i nuovi materiali per
utilizzi medici. E' di particolare rilevanza quindi che l'intera filiera del farmaco sia
coperta dalla expertise di ricerca dei membri del Dipartimento: (i) vari gruppi si
occupano di individuare nuove molecole (sintetiche o estrattive) con proprietà
bioattive e di caratterizzarle da un punto di vista biologico; (ii) il gruppo di
biochimica e il gruppo di chimica farmaceutica hanno competenze di
cristallografia e di rational drug design; (ii) vari gruppi si occupano di individuare
nuovi bersagli terapeutici potenzialmente sfruttabili in terapia; (iii) il gruppo di
tecnologia farmaceutica di occupa di formulazioni innovative; (iv) alcuni
farmacologici hanno un interesse anche nel disegno dei trial clinici; (v) vi sono
interessi di ricerca nell'ambito delle discipline regolatorie in ambito farmaceutico
e alimentare; (vi) vi è un gruppo di ricerca che ha iniziato ad occuparsi di
farmacoepidemiologia,           farmacoutilizzazione,          farmacogenetica       e
farmacovigilanza; e (vii) vi sono forti competenze di politica del farmaco e di
valutazione di impatto economico delle tecnologie sanitarie applicate al mercato
nazionale e locale e di politica sanitaria. Nell’ottica di collaborazioni all’interno
dell’Ateneo, è importante segnalare anche le competenze per l’identificazione di
possibili target terapeutici e degli studi epidemiologici relativi al mesotelioma,
rilevanti per l’attività del Centro Studi sull’Amianto (CUSA).

Potenziamento delle azioni del Drug and Food Biotecnology Center
(una disamina dettagliata del Centro e del Piano Strategico ad esso correlato è
oggetto di un documento separato che verrà pubblicato sul sito del DSF)
Un obiettivo di notevole respiro sarà quello di sviluppare ulteriormente le azioni
del DFB Center, in particolare articolando sinergicamente le sue attività a
completamento di quelle di altri Centri attivi presso UPO (ad esempio il CUSA e il
Centro interdipartimentale Food Link, di recente istituzione). Il Comitato
Scientifico del Centro – post revisione del Regolamento – prevede tra l’altro un
ampliamento del Comitato stesso con il coinvolgimento di rappresentanti delle
Aziende del Territorio sulle tematiche del Centro (Biotecnologie applicate al
campo farmaceutico e nutraceutico-alimentare) nonché di rappresentanti
istituzionali e di osservatori internazionali (in primis un rappresentante del Joint
Research Center, facente capo alla Commissione Europea).
Il DFB Center, inoltre, intende sviluppare ulteriormente ricerca e attività di
networking nel campo delle “allergie alimentari” e della loro prevenzione e
terapia, sfruttando anche l’interazione con il nascituro Centro sulle malattie
autoimmuni e le allergie, localizzato strategicamente in Novara, in prossimità
della sede di DSF e DFB Center. Il DFB, insieme al DSF, si applicherà anche nello
sviluppo di azioni di terza missione, coinvolgendo gli attori della società correlati
alle tematiche del Centro e disseminando i principali risultati ottenuti. Particolare
attenzione sarà data agli studi sulla sicurezza d’uso degli integratori alimentari,
degli alimenti a fine medico speciale, dei Botanicals e agli studi sulle interazioni
alimento-farmaco.

Il Dipartimento ha quindi expertise nella quasi totalità della filiera del farmaco, e
questo è ben rispecchiato dal numero di collaborazioni di ricerca con il settore
privato. Vi sono inoltre altre attività di ricerca importanti al di fuori di questo
ambito del farmaco, che spaziano dalla fisica delle particelle all’igiene, alla
statistica, etc. Questi ultimi aspetti, oltre al “farmaco” è stato sin dall’inizio un
elemento trainante per il DSF, sia a livello nazionale che sovranazionale.

Il Programma strategico in oggetto verrà sviluppato attraverso 4 macro-aree di
interventi:
Area 1: Valorizzazione dei giovani e delle eccellenze;
Area 2: Supporto alla ricerca;
Area 3: Attività di Terza Missione;
Area 4: Analisi della produttività scientifica e innalzamento della qualità media.

AREA 1. VALORIZZAZIONE DEI GIOVANI E DELLE ECCELLENZE

1a) In un’analisi interna svolta, è risultato palese che la maggior parte dei fondi
disponibili fa capo a poche persone, con molti ricercatori non estremamente attivi
nella richiesta di finanziamenti. Incrociando i dati di h-index con questi dati, è
risultato che vi sono anche docenti qualificati che non partecipano o non hanno
successo a bandi competitivi.

Poiché la richiesta di finanziamento di molti Enti non richiede il passaggio dagli
uffici centrali, non è al momento possibile ottenere una precisa proporzione di
coloro che fanno domande di finanziamento. E' in ogni caso impressione che molti
dei ricercatori del dipartimento potrebbero essere competitivi nella ricerca di
finanziamenti ma che al momento non siano attivamente impegnati
sistematicamente in tale ricerca. In questo contesto riteniamo che vi debba essere
un obiettivo specifico che miri ad aumentare il numero di grant-seeker e di
conseguenza il numero di grant-holder e il numero di grant totali del
dipartimento.

Obiettivo 1a. Avere almeno tre Principal investigator (PI), definiti come detentori di
un fondo di ricerca, ottenuto attraverso un bando competitivo di almeno 50,000
euro, nel corso del triennio a venire che non abbiano ottenuto un finanziamento a
nome proprio nel triennio precedente.

Strumenti: Per raggiungere questo obiettivo si vincoleranno parte delle risorse
dipartimentali e distribuite dall'Ateneo alla struttura solamente a coloro che
avranno presentato e vinto un progetto come Principal investigator (vedi dopo).
Inoltre, qualunque documento inerente una domanda di finanziamento non su
fondi di Ateneo che arrivi alla firma del Direttore dovrà necessariamente
prevedere una copia per l'ufficio Ricerca (che spesso vede solo i finanziamenti
ottenuti). Questo permetterà di valutare il numero di richiedenti totali e stabilire
il success rate.

1b) In Italia si sta stabilendo una politica di incentivazione all'indipendenza da
parte di personale strutturato e non strutturato under 38. Sono esempi di questa
politica i bandi SIR, Futuro in ricerca, Telethon, AIRC così come bandi di svariate
Società Scientifiche. Il dipartimento ritiene che questa politica possa essere
estremamente utile per valorizzare i giovani di qualità (per guardare al futuro con
ottimismo) e che vi siano giovani di elevata potenzialità già sufficientemente
maturi nel dipartimento. In questa ottica il DSF ha già ottenuto riconoscimenti
importanti, ma bisogna ulteriormente incentivare tale politica. Riteniamo inoltre
che un maggior confronto competitivo nazionale e internazionale dei giovani non
strutturati con l'esterno possa essere di primaria importanza per
l'autovalutazione obiettiva della propria carriera, molto spesso carente.

Obiettivo 1b. Aumentare di almeno tre Unità il numero di personale non strutturato
finanziato indipendentemente dai relativi PI.

Strumenti: Ai non-strutturati verranno circolate le informazioni inerenti i bandi.
Inoltre, annualmente si terrà un seminario di mezza giornata rivolto agli
assegnisti e i dottorandi per aiutarli nella stesura dei progetti. In effetti, già
nell’ultimo anno accademico, visiting Professor, di elevata esperienza in questa
ottica, hanno tenuto veri e propri corsi rivolti ai dottorandi sulla stesura dei
progetti. In ultimo, si cercherà di spronare i giovani ritenuti di talento a
partecipare a bandi competitivi, anche stimolando il loro coinvolgimento attivo in
Congressi scientifici nazionali ed internazionali.

AREA 2: SUPPORTO ALLA RICERCA

2a) Il DSF e l'UPO sono relativamente giovani ed hanno avuto accesso nei primi
anni a fondi per le grandi strumentazioni, che sono quindi tutte presenti.
Malgrado ciò, alcune stanno invecchiando e stanno emergendo nuove tecnologie
che sono indispensabili per mantenere la competitività del Dipartimento. Questa
necessità viene a essere ostacolata dalla difficoltà a inserire in progetti di ricerca
costi per strumentazioni, sia per l'alto costo delle stesse sia per l'ormai comune
prassi di finanziare la percentuale di utilizzazione e l'ammortizzato nel tempo.
Tale difficoltà ovviamente non è solamente del nostro Dipartimento ma in ogni
caso richiede un intervento preciso. In effetti alcuni gruppi di ricerca hanno già
potenziato i loro laboratori con apparecchiature estremamente costose su fondi
propri, ma ciò avviene con estrema difficoltà.
Obiettivo 2a: Aumentare annualmente la disponibilità di apparecchiature con un
costo superiore a 20.000 euro e con accesso non vincolato ai componenti del
dipartimento.

Strumenti: Il dipartimento negli ultimi due anni, attraverso residui di cassa, è
riuscito a co-finanziare alo 50% strumentazione con un costo tra i 10,000 e i
120,000 euro acquistata da più gruppi scientifici. Intende perseguire questa
strategia se vi saranno risorse disponibili poiché la disponibilità al co-
finanziamento coagula interessi da più gruppi che, in assenza dello stesso,
probabilmente non sarebbero in grado di procedere all'acquisto. Si cercherà
inoltre di incentivare in tal senso la politica di Ateneo, soprattutto per le
apparecchiature (grandi apparecchiature) il cui costo rende estremamente
difficile il co-finanziamento al 50%.

2b) L'internazionalizzazione è senza dubbio un aspetto cardine dei nostri
obiettivi, anche perché rappresenta uno degli obiettivi dell'Ateneo. Al momento
abbiamo molti docenti che hanno avuto esperienze lavorative di ricerca di almeno
1 anno all'estero nella loro carriera e vari assegnisti e dottorandi stranieri.
Dall'analisi del numero di pubblicazioni con almeno un ricercatore straniero, il
nostro Dipartimento è in ottimo stato per qualità di network. Tale dato emerge
anche dal rapporto ANVUR sull'Ateneo. Questo è un buon indice che suggerisce
che docenti del Dipartimento sono attivi nel ricercare collaborazioni
internazionali. Dato corroborato anche dalla presenza di docenti tenutari di
progetti Europei finanziati. Il Dipartimento, e l'Ateneo in genere, sembrerebbero
al di sotto della media Italiana per attrazione di docenti stranieri di qualità che
vengano per brevi/medi periodi. In questo contesto, vorremmo porre come
obiettivo l'ingresso a regime di almeno due visiting professor all'anno che
svolgano lavoro di tutor per dottorandi e assegnisti e che presentino cicli di
seminari. Il lavoro di tutor consisterà in colloqui individuali in cui si analizzeranno
gli aspetti di carriera del personale junior e gli aspetti di ricerca. Un visiting
professor, per il presente documento, è uno studioso straniero che passerà un
periodo di almeno tre mesi nel nostro Dipartimento.

Obiettivo 2b. Aumentare il numero di visiting professor in entrata.

2c) Altro strumento che il Dipartimento intende sfruttare per aumentare il grado
di internazionalizzazione è l’implementazione delle azioni concertate del DFB
Center, ad oggi Centro Dipartimentale del DSF che, presto – come prospettato nel
piano di sviluppo dello stesso depositato in Ateneo - sarà strategicamente aperto
alla partecipazione di altre expertise dell’UPO.
In particolare le azioni intraprese negli ultimi anni e che si intende ulteriormente
sviluppare, soprattutto attraverso il DFB Center, sono riassumibili in:
a) azioni di networking e di ricerca, sia in campo nutraceutico alimentare che
farmaceutico e farmacologico, a livello nazionale e internazionale;
b) azioni di internazionalizzazione e lobbying a livello di drafting di Position Paper
mirati a delineare nuove linee di ricerca/call/interventi di finanziamento a livello
nazionale e internazionale, in particolare in relazione alle call di Horizon2020 su
tematiche di interesse del Centro (biotecnologie farmaceutiche e alimentari);
c) organizzazione di eventi scientifici internazionali, nonché di eventi divulgativi
(terza missione) e formativi (ECM). A titolo esemplificativo, per quanto concerne
l’organizzazione di eventi scientifici internazionali, si procederà alla
organizzazione del primo “PanEuropean summit on food quality, safety and
security”, previsto per il 2017 sul territorio UPO in collaborazione con Food
Chemistry Division di EuCheMS, FAO, Farmacopea Europea e Farmacopea US, FDA
USA, EffoST, SAFE Consortium, MoniQa, JRC-EU ed altri importanti soggetti sulla
scena Europea e Internazionale.
Sul versante della ricerca biomolecolare e degli sviluppi nell’ambito farmaceutico
farmacologico, il DSF sta organizzando per dicembre 2016 il primo Convegno
internazionale su “More than neurons: toward a less neuronocentric view of brain
disorders”.
IL DFB Center è anche membro del SAFE Consortium (Consorzio Europeo per la
Sicurezza Alimentare), ha organizzato eventi in collaborazione con EuCheMS (sia
in territorio UPO che a livello internazionale).

AREA 3. TERZA MISSIONE DEL DIPARTIMENTO

3a) Il Dipartimento di Scienze del Farmaco è attivo in molti ambiti di interesse
della terza missione. Appare evidente che alcune delle attività inerenti la terza
missione non sono applicabili ad un Dipartimento che incentra i propri interessi
attorno al mondo del farmaco e della salute.

Le tematiche di salute delle quali si occupa il dipartimento e l'expertise nella
ricerca, sviluppo e accesso al mercato dei farmaci e dei prodotti border-line
(nutraceutici, cosmetici, etc.) mettono i ricercatori del Dipartimento in una
posizione ottimale per generare fruttifere collaborazioni pubblico-privato o
creare nuova impresa. L’interazione con il mondo industriale, e in particolar
modo il settore farmaceutico, chimico, alimentare e nutraceutico pertanto
rappresenta sicuramente un punto un punto di forza del DSF. Testimonianza di
questo sono il numero di brevetti e le entrate conto terzi, nonché i numerosi
convegni organizzati, i seminari e gli inviti a relazioni. Tra i brevetti, è altresì
importante notare che negli 11 brevetti del triennio 2011-2014 presentati sono
rappresentati 13 docenti, che equivale a circa il 33%, segno di un coinvolgimento
di molti gruppi di ricerca. Queste attività sono research-driven e quindi ben
correlano con la produzione scientifica. Riteniamo quindi che questa opportunità
debba essere sfruttata appieno e intendiamo porlo come obiettivo.

Obiettivo 3a. Mantenere il valore delle collaborazioni pubblico-privato (incluse le
prestazioni conto-terzi) elevato nel triennio, con un valore attorno al mezzo milione
di euro. Stato attuale: Nel 2013 il conto terzi, valutato come incassato, era di
448.000 euro mentre nel 2012 era di 645.000 euro. Riteniamo che, oltre alle normali
oscillazioni, un valore di 500.000 euro possa essere appropriato come obiettivo.

3b) Il nostro Dipartimento storicamente ha organizzato congressi Scientifici in
svariate discipline ma si è poco occupato, a livello locale, della public
understanding of science e del public engagement. In effetti, il Dipartimento è
coinvolto in numerose attività, soprattutto a livello nazionale, di public
engagement. Un esempio è rappresentato da un convegno annuale di Economia e
Politica del Farmaco e delle Tecnologie Sanitarie che si svolge ogni anno presso il
DSF patrocinato dall’Associazione Italiana di Economia Sanitaria. Malgrado ciò,
un punto di debolezza è rappresentato dalla non organicità di queste diverse
attività, da un mancato coordinamento e da un monitoraggio delle attività
condotte all’interno e all’esterno della struttura molto incompleto. E’ importante
d’altra parte notare che docenti del Dipartimento hanno tenuto numerosi
seminari aperti al pubblico, tra cui all’Università della terza età, hanno
organizzato convegni su tematiche di interesse generale (ad esempio, negli ultimi
anni, sulla contraffazione dei farmaci e sulle cellule staminali, nonché convegni
nazionali ed internazionali di economia sanitaria, di nutraceutica e di chimica
degli alimenti, di neurofarmacologia, etc.). In ambito alimentare, ad esempio, il
DSF è attualmente impegnato nella organizzazione del congresso internazionale
EuCheMS Chemical Reaction in Foods (6-9 Settembre 2016, Praga, Repubblica
Ceca).

Vari docenti scrivono inoltre su riviste italiane non prettamente scientifiche su
temi divulgativi (ad esempio, Giovanni Appendino e Federica Pollastro: La
medicalizzazione del gusto, La Chimica e L’Industria (Settembre 2013) 1-5). Come
detto in apertura, però, il monitoraggio è incompleto e questo richiederà un
migliore coordinamento nei prossimi anni.

Intendiamo, inoltre, perseguire la prosecuzione delle attività congressuali per
specialisti, perché valorizzano il dipartimento e aiutano nella formazione del
personale, e aggiungere però attività di legame con il territorio attraverso eventi
aperti.
Obiettivo 3b. Aumentare annualmente il numero di eventi sia scientifici per addetti
ai lavori ma anche di eventi che parlano di ricerca creati per un pubblico di non
esperti.

3c) L’Università sino al 2014 non era accreditata per l’educazione continua in
medicina e quindi il nostro Dipartimento non ha erogato crediti formativi. Alcuni
docenti del nostro Dipartimento, però, sono estremamente attivi nel partecipare
in qualità di docenti o di responsabili scientifici ad eventi ECM e FAD per medici,
medici specialisti, farmacisti e biologi. Il Prof. Canonico (farmacologo), il Prof.
Genazzani (farmacologo) e il Prof. Jommi (economista sanitario) si distinguono
per l’intensità di tale attività, che può essere stimata in oltre 20 eventi annuali a
testa. Oltre ai tre menzionati, si stima che almeno un terzo dei docenti
(soprattutto dei settori chimico alimentare e tecnologico farmaceutico) è
annualmente coinvolto in attività di formazione continua in primis per medici,
farmacisti, ma anche per dietisti, biologi, tecnologi alimentari e altre figure
correlate al campo sanitario.

Obiettivo 3c. Aumentare annualmente il numero di eventi ECM per medici e
farmacisti.

3d) Nel Dipartimento non vi sono figure attualmente convenzionate con il SSN e
quindi non si svolgono trial clinici né vi sono biobanche accreditate al Ministero.
Seppur questo è vero, il Dipartimento ha costituito il Centro di Ricerca
Interdipartimentale in Farmacogenetica e Farmacogenomica (CRIFF;
http://www.farmacogeneticanovara.it/) che si occupa di valutare l’impatto delle
variazione genetiche sulla risposta individuale ai farmaci. Questi studi
necessitano di studi clinici retrospettivi e prospettici e della costituzione di
collezioni di banche di DNA. Ovviamente tale attività è vincolata all’ottenimento
di autorizzazioni da parte dei Comitati Etici di riferimento e a collaborazioni
scientifiche tra colleghi. Quindi, malgrado che non rientrino nella definizione
specifica di terza missione, il Dipartimento è attivo in collaborazioni
scientificamente proficue che necessitano di studi clinici e di banche di DNA. Studi
clinici sono attivi nell’area della neurologia, della nefrologia, della radioterapia,
del dolore e dell’oncologia.

Obiettivo 3d. Promuovere la cultura del trasferimento tecnologico e generare nuovi
spin-off e start-up.

Strumenti. Spin-off, start-up e brevetti rimangono uno degli obiettivi di Ateneo e
riteniamo che gli ambiti scientifici nel quale si muove il Dipartimento possano
essere fertili. In questi ultimi anni il DSF ha contribuito in maniera significativa
alla creazione di vari spin-off.

AREA 4. ANALISI PUNTUALE DELLA PRODUTTIVITA' SCIENTIFICA E
INNALZAMENTO DELLA QUALITA' MEDIA.

4a) Dall'analisi svolta, in particolar modo tenendo in considerazione la VQR,
risulta evidente che il nostro Dipartimento è un buon dipartimento nell'ambito
della ricerca, in media con altri Dipartimenti simili nell'Ateneo e con Dipartimenti
simili in Italia, ma presenta dei margini di miglioramento importanti anche in
assenza di ulteriore reclutamento. Appare comunque evidente che un
reclutamento mirato possa contribuire sia a migliorare le performance dei gruppi
di eccellenza sia a promuovere in qualche modo l'attività dei gruppi
apparentemente più deboli (aumento della massa critica, maggiori interazioni
con gruppi nazionali e internazionali, riequilibrio della didattica, accesso a
maggiori finanziamenti, accesso a expertise diverse).

E' ovvio che la libertà di ricerca, intesa come ambito e come intensità, sia un valore
assoluto e prezioso. Inoltre, è ovvio che i diversi ricercatori presentano compiti
didattici diversi per qualità e quantità e si trovano a livelli diversi di crescita, di
motivazione, e di situazioni personali. Fermo restando queste considerazioni,
risulta evidente che è una prerogativa del Dipartimento cercare di migliorare la
ricerca in generale, poiché tale miglioramento avrà ricadute di qualità, culturali,
di didattica e economiche.

Durante l'elaborazione di questo testo si sono prese in considerazione due
possibilità: (i) migliorare la ricerca di eccellenza già svolta nel dipartimento; e (ii)
migliorare la ricerca svolta nel dipartimento che per qualche motivo ricade al di
sotto della media. Per quanto riguarda la prima possibilità, il dipartimento si
propone di migliorare i servizi di supporto (si veda sopra). Per il secondo, invece,
propone un obiettivo specifico che vada a monitorare strutturalmente la ricerca
dei singoli per evidenziare possibili aree e modalità di intervento.

Obiettivo 4a. Creazione di report annuali sull'andamento della ricerca dei singoli
docenti con incontri e colloqui con il Direttore e gli altri ricercatori per definire
problematiche specifiche e approcci alla loro soluzione.

Strumenti: La valutazione della ricerca è uno degli ambiti più complicati e
laboriosi. Lo strumento da noi identificato è un'estrazione automatica dei dati da
Scopus che prenda in considerazione il numero delle pubblicazioni e il numero
delle citazioni, fissando i cut-off di non-problematicità in termini sia di numerosità
dei lavori pubblicati, che di numero di citazioni e, ove possibile, di IF. Se tali
parametri dovessero risultare inferiori per un singolo docente, si creerà un alert
che porterà ad una valutazione per stabilire le possibili cause e possibili fattori di
correzione. E' importante notare che varie cause non inerenti alla qualità, ad
esempio la presenza di un brevetto non ancora pubblicato e l'embargo sui
prodotti, potrebbero sottendere al mancato rispetto dei parametri prefissati.
Gli incontri ed i colloqui potranno indirizzare a definire nuovi obiettivi per il
docente e definire possibili strategie per un miglioramento, tenendo anche in
considerazione una valutazione della posizione globale del docente nella
didattica, nell'attività amministrativo/gestionale e nell'interazioni con il mondo
produttivo. Tali colloqui potranno essere anche utilizzati per indirizzare il
docente verso collaborazioni intra- o extra-dipartimentali o razionalizzare
l'offerta formativa.

4b) Una modalità ulteriore sarà costituita dalle modalità di attribuzione dei fondi
di Ateneo per la ricerca.
Un bando di ricerca, quasi per definizione, dovrebbe andare a finanziare coloro
che hanno un track-record migliore e che presentano progetti con maggior
impatto. In altre parole dovrebbero mirare a finanziare l’eccellenza. Questo è il
leitmotiv della maggior parte dei bandi competitivi che mirano a finanziare la
ricerca.

Talora, però, ci si può discostare da queste regole generali, anche prendendo in
considerazione la fonte dei finanziamenti e modificando l’orizzonte temporale
degli obiettivi. Nel caso specifico l’Ateneo ha assegnato dei fondi al nostro
Dipartimento che derivano, in gran parte, dalla valutazione positiva che il nostro
Ateneo ha ricevuto nella precedente VQR. La VQR non aveva velleità di
identificare i centri o i singoli che contribuissero maggiormente all’avanzamento
delle conoscenze in Italia ma mirava a individuare le maggiori sacche di
inefficienza del paese. E’ immaginabile che le future VQR gradualmente alzeranno
l’asticella e quindi la nostra capacità di miglioramento sarà fondamentale per
valutazioni positive (e quindi ulteriori attribuzioni di fondi) nel futuro.

Obiettivi 4b): è nell’interesse del Dipartimento fornire uno strumento economico
aggiuntivo ai suoi ricercatori motivati per innalzare l’impatto della propria
ricerca.

Il DSF nel corso degli ultimi anni, con successo, ha stimolato i propri ricercatori
ad accedere a bandi competitivi ma è risultato evidente in fase di rivalutazione
che fornire uno strumento economico aggiuntivo (inteso come start-up o restart-
up grant) possa significativamente aumentare la competitività di quei docenti che
non hanno tratto vantaggio da queste iniziative.

D’altro canto, l’unica finalità di questa iniziativa è il potenziamento della ricerca
del Dipartimento per renderla globalmente eccellente. I criteri di aggiudicazione
non potranno quindi essere basati esclusivamente sulla necessità dei singoli,
poiché i ricercatori che utilizzano fondi pubblici per la ricerca devono oggigiorno
essere guidati dai principi di responsabilità, trasparenza e dalla necessità di
rendere conto del proprio operato (accountability). Ne consegue come questa
iniziativa non possa prevedere una parcellizzazione delle risorse, poiché richieste
troppo esigue non possono portare a significativi miglioramenti nella ricerca dei
singoli.

Strumenti: il criterio principale di valutazione sarà dato dal valore incrementale
che il progetto può dare alla ricerca del/dei proponenti e/o del Dipartimento.

Per valutare tale valore incrementale, tra gli altri elementi, si dovranno valutare i
seguenti parametri:
   1) potenzialità di miglioramento dell’impatto della propria ricerca;
   2) strategia descritta per migliorare l’impatto della propria ricerca;
   3) impatto che il finanziamento può avere per raggiungere gli obiettivi
      proposti;
   4) potenzialità di effetto volano per ulteriori finanziamenti in bandi
      competitivi al proponente.
   5) track-record del ricercatore/i;
   6) possibilità di consolidamento di una linea di ricerca.

L’attività della Commissione incaricata di selezionare i progetti vincitori
(composta da tre membri del Consiglio di Dipartimento, nominati dal Direttore,
che non presentano per l’anno specifico progetti di ricerca inerenti il bando in
oggetto), coadiuvati da due componenti esterni all’Ateneo di chiara fama, avrà
come scopo quello di valutare il progetto nella sua globalità, dando particolare
risalto al potenziale di miglioramento della ricerca, ai suoi output e all’impatto che
il finanziamento potrà avere. In questo contesto, si valuterà anche (i) perché il
progetto non è possibile in assenza del finanziamento all’interno del gruppo di
ricerca; (ii) quali strategie si metteranno in atto per portarlo a compimento con
successo (collaborazioni multidisciplinari, collaborazioni con gruppi già
consolidati, assunzione di personale); (iii) quali cambiamenti operativi si
metteranno in atto per modificare l’impatto della propria ricerca; (iv) come tale
progetto potrà modificare gli output di ricerca (pubblicazioni, proprietà
intellettuale, finanziamenti) del proponente. I candidati dovranno inoltre inserire
milestone e achievement ambiziosi ma raggiungibili, che saranno quindi utilizzati
per valutare ulteriori progetti nel futuro in cui è richiesto un contributo da parte
dell’Ateneo.

E’ evidente che questa iniziativa si inserisce in una iniziativa dell’Ateneo che ha
posto ulteriori criteri che devono essere rispettati per l’utilizzo dei fondi.

   4) Scuola di Specializzazione di Farmacia ospedaliera
Responsabile: Prof. Fabrizio Condorelli
Gruppo di Lavoro: Proff. Franco Pattarino e Claudio Jommi.

Obiettivi: attivazione di una Scuola di Specializzazione in Farmacia Ospedaliera
che risponda alle norme generali delle Scuole di Specializzazione dell’Area Servizi
clinici, Classe della farmaceutica, della Facoltà di Farmacia (aggiornate sulla base
del recente DM n.68 del febbraio 2015), con lo scopo di assicurare ai laureati in
discipline farmaceutiche la formazione professionale rivolta ai due distinti settori
della Farmacia ospedaliera e di quella territoriale.

Contenuti del progetto: la Scuola è strutturata in modo da equipaggiare lo
specialista in Farmacia Ospedaliera con conoscenze teoriche, scientifiche e
professionali nel campo della farmacia clinica, della farmacoterapia e dell’utilizzo
delle tecnologie sanitarie, della valutazione economica dei farmaci nonché della
legislazione sanitaria, con particolare riferimento al settore farmaceutico, utili
all’espletamento della professione nell’ambito delle strutture farmaceutiche
ospedaliere e territoriali del Servizio Sanitario Nazionale. Sono specifici ambiti di
competenza la gestione dei farmaci e dei dispositivi medici, la produzione di
farmaci anche a carattere sperimentale, l’informazione e documentazione sul
farmaco, la vigilanza sui prodotti sanitari, la vigilanza sull’esercizio farmaceutico.
Da un punto di vista della didattica, la nostra Scuola offre una completezza di
formazione senza pari nella realtà Nazionale. Infatti, accanto alle competenze
tipiche dei settori scientifici disciplinari “caratterizzanti” (CHIM/08, CHIM/09 e
BIO/14), il nostro corpo docente consente di coprire tutte gli insegnamenti
fondamentali ad una comprensione “globale” del farmaco a partire dai suoi aspetti
chimico/molecolari fino alla sua gestione applicativa. In tal senso, rappresentano
fondamento di questa Scuola le competenze nell’ambito delle discipline
ricomprese nei SSD Chimica farmaceutica, Farmaceutico tecnologico applicato,
farmacologia, Chimica degli alimenti, Biochimica, patologia clinica e Microbiologia
e Microbiologia clinica.
Inoltre, a conferire unicità alla nostra Scuola, contribuisce la presenza di un
docente di Farmacoeconomia le cui competenze rappresentano una opportunità
unica nella formazione del Farmacista Ospedaliero per comprendere le
dinamiche che sottendono alla formulazione del prezzo, alla gestione degli
acquisti ed alle politiche di rimborsabilità del farmaco.
Sul piano delle attività professionalizzanti, le aziende sanitarie inserite nella rete
formativa della Scuola di Specializzazione in Farmacia Ospedaliera dell'Università
del Piemonte Orientale coprono un territorio equivalente all'area regionale
sovrazonale nord-orientale, ovvero includono quattro Aziende Sanitarie Locali
(ASL Biella, ASL Novara, ASL Vercelli ed ASL Verbano-Cusio-Ossola) ed
un'Azienda Ospedaliero-Universitaria (AOU Maggiore della Carità di Novara). Il
percorso formativo degli studenti viene, pertanto, arricchito da un iter
professionale che copre tutte le attività previste anche dal più recente DM del
febbraio 2015.

Nello specifico tutte le ASL sono sede di Farmacie Ospedaliere e di Farmaceutiche
Territoriali, mentre presso l'AOU di Novara vi è la sede del Comitato Etico
Interaziendale di quadrante, riconosciuto come tale nella riorganizzazione dei
Comitati Etici di cui al D.M. 8.2.2013.

Le attività professionalizzanti vengono ripartite tra ASL, AOU e Comitato Etico, in
modo tale da consentire agli studenti di acquisire, progressivamente nei quattro
anni, le conoscenze e le competenze necessarie a svolgere attività di Farmacista
Ospedaliero o di Farmacista Territoriale del SSN. In particolare, tutti i laboratori
delle Farmacie Ospedaliere rispondono ai requisiti della Farmacopea Ufficiale
rispetto alle Norme di Buona Preparazione, ed allestiscono preparati sterili e non
sterili, con monitoraggio del preparato e coinvolgimento dei clinici finalizzato ad
una galenica personalizzata sulla base di esigenze cliniche e terapeutiche
altrimenti non soddisfatte dall'industria farmaceutica.

La logistica e le attività di distribuzione diretta agli utenti vengono svolte da tutte
le strutture presenti nella rete formativa, e sono spesso accompagnate da attività
di counseling al paziente. I Servizi Farmaceutici Territoriali svolgono le attività di
monitoraggio delle prescrizioni, di vigilanza sulle farmacie e sugli esercizi
commerciali, impostano azioni di appropriatezza prescrittiva collegata ad attività
di formazione ed informazione ai medici di medicina generale ed agli specialisti
ospedalieri.

Infine, gli studenti frequentano la segreteria del Comitato Etico interaziendale,
partecipando alla preparazione delle sedute, allo svolgimento delle stesse e a tutte
le attività correlate al ruolo del farmacista in un percorso di comitato etico.

Possibili potenziamenti
   La possibilità di creare dei fondi di finanziamento delle borse per gli
specializzandi, sia in collaborazione con le ASL consociate alla Scuola che
     con Aziende private (del comparto farmaceutico) attraverso la creazione di
     progetti        di      Farmacoutilizzazione,          Farmacoepidemiologia,
     Farmacovigilanza e Valutazione Economica dei Farmaci di interesse
     pubblico per il territorio collegato alla Scuola (ovvero nelle province di
     Alessandria, Biella, Novara, Vercelli, VCO) utili anche per un miglior
     sfruttamento delle risorse regionali in materia di Sanità.
    Ricollegato alla creazione o potenziamento della rete di Farmacovigilanza
     regionale, il percorso formativo degli specializzandi si potrebbe arricchire
     di una partecipazione diretta alle attività del Centro di Farmacovigilanza in
     fase di creazione da parte del nostro Dipartimento
    La possibilità di creare dei network di “macro-area” che coinvolgano le
     omologhe Scuole di Torino e di Genova, al fine di offrire delle esperienze
     formative più complete attraverso l’accesso a strutture Ospedaliere
     diversificate per competenze ed esperienze assistenziali.
    Sempre nell’ottica creare una figura professionale che contribuisca ad un
     migliore impiego delle risorse sanitarie regionali, si lavorerà per potenziare
     l’acquisizione di specifiche competenze finalizzate alla ricerca,
     identificazione ed archiviazione dell’informazione biomedica attraverso
     l’utilizzo di banche dati al fine di applicare le metodologie della Evidence-
     Based Medicine, della Evidence-Based Health Care e dell’Health Technology
     Assessment (HTA).

   5) Centro regionale di Farmacovigilanza
Responsabile: Prof. Armando Genazzani
Gruppo di Lavoro: Prof. Francesco Barone Adesi, Dr. Salvatore Terrazzino.

Obiettivo: istituzione di un Centro Regionale inter-Ateneo (UPO e Università di
Torino), con coordinamento affidato al DISF.

Contenuto del progetto
Poiché le conoscenze di efficacia e sicurezza nella fase pre-marketing di un
farmaco sono necessariamente limitate, è fondamentale valorizzare il ruolo della
farmacovigilanza, attiva e passiva, post-marketing. A questo proposito, il modello
che viene proposto in quasi tutta Europa è un’agenzia nazionale che coordina le
attività di farmacovigilanza (per l’Italia, l’AIFA), delle stazioni intermedie (per
l’Italia, i Centri Regionali di Farmacovigilanza), e quindi delle Unità di
farmacovigilanza locali (in Italia, all’interno delle ASL coordinate dalla Regione).
Per molti anni le stazioni intermedie, che si occupano sia di un’armonizzazione
delle      segnalazioni   spontanee        che    di    coordinare     attività  di
formazione/informazione e di ricerca vera e propria, non sono state approntate,
ma vari casi eclatanti ne hanno evidenziato l’importanza. Quindi, con il DL
95/2003 i Centri Regionali di Farmacovigilanza sono stati inseriti nel sistema
italiano della segnalazione spontanea, e sono diventati poi operativi all’interno
della Rete Nazionale di Farmacovigilanza nel 2006 (DL 219/2006).

In questo contesto, la Conferenza Permanente Stato-Regioni ha poi sancito un
accordo con il Governo il 28 ottobre 2010 in cui si ribadiscono gli indirizzi per la
realizzazione di un programma di farmacovigilanza. In tale documento, è
descritto il forte interesse dell’AIFA all’istituzione e al mantenimento dei Centri
Regionali di Farmacovigilanza (CRFV) al fine di migliorare questa attività nel
nostro paese. In quel momento, i Centri di Farmacovigilanza Regionali erano 8, a
cui via via se ne sono aggiunti altri. Ad oggi, la maggior parte delle Regioni hanno
istituito o stanno istituendo un proprio Centro Regionale di Farmacovigilanza.

Recentemente, la Comunità Europea ha modificato la normativa europea in
materia di farmacovigilanza con l’adozione nel 2010 del Regolamento UE
1235/2010, la cui applicazione è diventata operativa nel luglio 2012. E’
importante che in tale documento emerga che la farmacovigilanza deve diventare
una disciplina pro-attiva, e non più solamente l’attesa di segnalazioni spontanee.
Ancora una volta, tale attività è di difficile attuazione in sede locale o in sede
nazionale, e quindi sono i CRFV i meglio collocati per essere adibiti a questa
funzione.

Il presente documento rappresenta quindi una bozza di discussione
sull’opportunità che la Regione Piemonte si doti di un Centro Regionale di
Farmacovigilanza che affianchi le strutture al momento preposte a questa attività,
valorizzandone gli sforzi. Nella maggior parte delle altre Regioni, il CRFV è esterno
alla Regione, e spesso inserito in un contesto Universitario, e questo è quindi il
modello proposto.

Modello e Governance
La proposta è quella di istituire un Centro inter-Ateneo costituito ad hoc dai due
Atenei piemontesi interessati a queste problematiche (Università di Torino,
Università del Piemonte Orientale), con coordinamento da parte del DISF. Al
Centro potranno afferire docenti interessati a problematiche di farmacologia,
farmaco-vigilanza, farmaco-epidemiologia e farmaco-economia. Inoltre, il Centro
si potrà avvalere di personale esterno con competenze specifiche sul tema. Dopo
l’accreditamento regionale e nazionale, saranno possibili audit da parte dell’AIFA
e degli uffici competenti della Regione Piemonte.

I docenti afferenti al Centro nomineranno un Comitato Tecnico-Scientifico
costituito da 3 rappresentanti. Il Comitato Tecnico-Scientifico eleggerà al suo
interno un Presidente. Il Comitato Tecnico-Scientifico sarà responsabile della
struttura e della conduzione delle attività. Sulle attività del Centro Accreditato
vigilerà un Comitato di indirizzo, che avrà anche il ruolo di proporre linee di
indirizzo sulle progettualità. Il Comitato di indirizzo sarà costituito dal Presidente
del CRFV, dal Responsabile Regionale di Farmacovigilanza, da due rappresentanti
dei responsabili locali di farmacovigilanza (elencati nel sito dell’AIFA) e da un
Direttore CRFV di un’altra Regione, individuato dal Presidente. Tale Comitato
potrà, una volta insediato, decidere di ammettere altri rappresentanti di società
scientifiche o stakeholder (ad es., Associazioni di pazienti) che ne facciano
richiesta. Il Presidente stilerà inoltre una relazione annuale sulle attività che sarà
presentata al Comitato per l’approvazione.

Le finalità del Centro saranno le seguenti:
1) Promuovere la formazione e l’informazione sul corretto uso dei medicinali
nella pratica clinica;
2) Promuovere programmi e studi di farmacovigilanza attiva con i Medici di
medicina generale, i Pediatri di libera scelta, le Società Scientifiche, gli Ordini e
Associazioni Professionali e le Strutture Universitarie;
3) Promuovere progetti di studio che vadano a valutare le segnalazioni spontanee
sul territorio, anche attraverso le banche dati di farmacovigilanza nazionali ed
europee;
4) Favorire l’attività di analisi del profilo rischio-beneficio di particolari
medicinali, fungendo da supporto ad altre realtà regionali, ai Medici di medicina
generale, ai Pediatri di libera scelta, alle Società Scientifiche, agli Ordini ed alle
Associazioni Professionali e le Strutture Universitarie;
5) Sviluppare modelli matematici e supporti informatici per lo studio delle
segnalazioni delle reazioni avverse;
6) Fornire un supporto alle attività di farmacovigilanza obbligatoria durante la
sperimentazione clinica indipendente nella Regione.

Attività
   1) Organizzazione di convegni e seminari.
   2) Creazione di un portale di farmacovigilanza regionale, anche in
       collaborazione con altri CRFV.
   3) Collaborazione con il sito www.farmacovigilanza.eu realizzato da altri
       CRFV (Toscana, Campania, Lombardia, Veneto) e stesura di una newsletter
       elettronica su base regionale.
   4) Analisi delle segnalazioni spontanee sulle banche dati regionali, nazionali
       ed europee.
   5) Analisi della letteratura scientifica in materia di sicurezza dei medicinali.
6) Sviluppo di progetti specifici di farmaco-epidemiologia inerenti l’efficacia e
      sicurezza dei medicinali post-marketing.
   7) Armonizzazione e miglioramento della qualità dei dati inviati attraverso le
      segnalazioni.
   8) Sviluppo di progetti specifici a supporto della sperimentazione clinica dei
      medicinali.
   9) Sviluppo di modelli matematici e supporti informatici.
   10) Valutazione dell’uso dei medicinali sia in ambito territoriale che in ambito
      ospedaliero.
   11) Implementazione di ricerche corollarie sugli eventi avversi, ove
      opportune, con studi di farmacogenetica.
   12) Coordinamento con gli enti Regionali, ove opportuno, per attività
      specifiche.
   13) Coordinamento con il Centro regionale di farmacovigilanza Veterinaria,
      ove opportuno.
   14) Fornire agli operatori risposte su quesiti specifici.

Nel contesto delle finalità esposte e, anche attraverso le attività e gli strumenti
riportati, il Centro, una volta accreditato, avrà anche i seguenti compiti
istituzionali:
    1) Verifica delle segnalazioni inserite nella Rete della Regione Piemonte.
    2) Supporto e riferimento dei responsabili locali per problemi relativi alla rete.
    3) Inserimento in rete su richiesta delle segnalazioni.
    4) Valutazione del nesso di casualità delle reazioni avverse.
    5) Supporto ai responsabili locali dell’attività di formazione.
    6) Supporto all’attività di formazione/informazione dell’AIFA.
    7) Analisi semestrale dei potenziali segnali relativi alle reazioni avverse di
       medicinali e vaccini presenti nella rete nazionale di farmacovigilanza, in
       collaborazione con AIFA.
    8) Supporto alle attività di farmacovigilanza dell’AIFA.

Percorso di attuazione:
   - nella fase iniziale del Centro, si stabiliranno delle collaborazioni con centri
     di Farmacovigilanza Regionali già radicati, sia per la formazione del
     personale sia per la partecipazione a progetti già in essere. Tra i progetti
     pro-attivi nel primo anno di attività, si potranno instaurare progetti sui
     farmaci biosimilari, farmaci oncologici biotecnologici o terapie target
     antineoplastiche, altri farmaci biotecnologici, farmaci anti-diabetici,
     cardiovascolari, anti-infiammatori e immunosoppressori, etc. Potranno
     anche essere intrapresi progetti per valutare il ruolo del genere nella
     sicurezza dei farmaci, nonché studi di farmacogenetica/genomica e di
farmaco-epidemiologia.
   - In una fase successiva, si potrà valutare l’opportunità di approfondimenti
     nel settore della sicurezza alimentare e dei dispositivi medicali.

RISORSE

- Punti-organico per personale docente e PTA.
Nonostante gli ottimi risultati ottenuti dal DSF, sia per quanto riguarda la
didattica che la ricerca, il mantenimento ed il miglioramento di tale eccellenza non
possono prescindere da un incremento dell’organico e dalla valorizzazione del
personale già esistente.

A tale scopo il Dipartimento si propone di:
   1) Incrementare l’organico utilizzando soprattutto le nuove disposizioni
       inserite nell’ultima Legge di Stabilità (Fondo Giulio Natta per reclutamento
       di eccellenza per “chiamata diretta” di Professori Universitari).
   2) Incrementare l’organico di giovani ricercatori (RTD) e di assegnisti di
       ricerca, utilizzando fondi di ricerca derivanti da progetti di ricerca dei
       singoli docenti o da altre fonti pubbliche o private.
   3) Facilitare l’upgrade del personale docente strutturato utilizzando tutte le
       modalità disponibili: a) utilizzazione dello stanziamento di fondi aggiuntivi
       per il piano straordinario per il reclutamento di Professori di I Fascia di
       soggetti che hanno conseguito l’abilitazione o l’idoneità (Emendamento La
       Forgia dell’ultima legge di stabilità); b) utilizzazione di fondi di ricerca
       derivanti da progetti di ricerca (o attività conto terzi) dei singoli docenti o
       da altre fonti pubbliche o private.
   4) Acquisizione di ulteriori posti per il Dottorato di Ricerca mediante: a)
       utilizzazione di fondi di ricerca derivanti da progetti di ricerca (o attività
       conto terzi) dei singoli docenti o da altre fonti pubbliche o private (ad
       esempio, fondazioni bancarie o assicurative); b) accordi internazionali per
       finanziamento di posti di Dottorato aggiuntivi.
   5) Prevedere ove possibile il potenziamento dell’organico tecnico-
       amministrativo del DSF, soprattutto in aree attualmente scoperte (ad
       esempio, ricerca), anche con il ricorso a personale tecnico-amministrativo
       a tempo determinato.

Spazi
Valutare la necessità di cercare ulteriori spazi sulla base dell’eventuale
incremento del numero di studenti non gestibile con gli spazi attualmente a
disposizione.
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