Percorso Senior 2018 - Scout CNGEI Bracciano - Casale delle Pietrische 17-18 febbraio 2018 - CNGEI sezione di Bracciano

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Percorso Senior 2018 - Scout CNGEI Bracciano - Casale delle Pietrische 17-18 febbraio 2018 - CNGEI sezione di Bracciano
Scout CNGEI Bracciano

Percorso Senior 2018

      Casale delle Pietrische
       17-18 febbraio 2018
Pag 2   CNGEI Bracciano   Percorso Senior 2018
L’unico modo per avere un futuro migliore è crearlo oggi attraverso futuri cittadini migliori.
                                     IL MOVIMENTO SCOUT
Il movimento scout è nato nel 1907 in Inghilterra da un’idea di Lord Robert Baden Powell.

Lo scoutismo ha come obiettivo la formazione integrale della persona secondo i principi ed i valori
definiti dal suo fondatore che aveva indicato in quattro punti i fondamenti del metodo scout:
"formazione del carattere, abilità manuale, salute e forza fisica, servizio del prossimo", qualità
semplici, ma necessarie per formare un uomo libero ed un buon cittadino.

Il fondatore dello scoutismo non si propone come teorico dell’educazione, ma nei suoi scritti sottolinea
la valenza pratica della sua proposta.
Egli distingue i termini: educare, insegnare, istruire, autoeducazione, a partire dalla riflessione
sull’esperienza vissuta in prima persona e attraverso la sua esperienza militare. Si rende conto che
l’“educazione-istruzione” del suo tempo offerta da famiglia, scuola, esercito non è sufficiente ed adatta
allo sviluppo del giovane. In particolare, «l’addestramento militare lo plasma fino a renderlo simile ad
un modello predeterminato ed a farne un pezzo di meccanicismo, mentre lo scopo dello scoutismo è
anzitutto di sviluppare il carattere personale e lo spirito d’iniziativa del singolo».
Anzi, quest’ultimo dà ad ogni singolo ragazzo l’ambizione e l’entusiasmo di imparare da sé, lo
appassiona alla propria formazione, lo incoraggia ad educarsi da sé «il segreto di ogni sana formazione
è di far sì che ogni allievo impari da sé, invece di istruirlo convogliando dentro di lui una serie di
nozioni in base ad un sistema stereotipato».
Nello scoutismo l’educazione diventa così autoeducazione, di cui protagonista e responsabile in prima
persona è l’educando stesso.
«L’autoeducazione, cioè quando un ragazzo impara da sé, è ciò che gli rimane impresso e che lo
guiderà in seguito nella vita, molto più di qualsiasi cosa impostagli da un insegnante attraverso
l’istruzione».
«Uno degli obiettivi originari dello scoutismo è stato quello [...] di mostrare che dando ai ragazzi
attività interessanti, essi potevano essere condotti ad acquisire da sé gli elementi fondamentali del
carattere, della salute e della abilità manuale. [...] Il successo dei risultati è interamente dovuto allo
studio del ragazzo ed alla utilizzazione delle sue tendenze – quali che possano essere – per il suo stesso
sviluppo. [...] Il modo precipuo per riuscire è di sviluppare, anziché reprimere, il carattere del bambino,
e contemporaneamente, e soprattutto, di non trattarlo da bambino. Egli vuole fare le cose, perciò
incoraggiamolo a farle nella giusta direzione e lasciamogliele fare a modo suo. Lasciamogli fare i suoi
sbagli: è attraverso di essi che egli si fa un’esperienza».
Baden-Powell chiarisce che «il segreto del nostro metodo [...] è di studiare il ragazzo. Per giungere al
cuore del ragazzo, dovete voi stessi avere il cuore di un ragazzo».
E conclude: «Questo studio praticamente si risolve in una specie di gioco di tracce: si tratta [...] cioè di
osservare con un atteggiamento di simpatia ogni dettaglio del temperamento del ragazzo».
Saper penetrarne le aspirazioni e mettersi dalla sua parte è tutto ciò che è chiesto ad un capo scout che
«deve rendersi conto delle esigenze, delle prospettive e dei desideri delle differenti età della vita del
ragazzo; deve occuparsi di ciascuno dei suoi ragazzi individualmente, piuttosto che della massa»
Il successo della proposta educativa scout dipende anche dalla capacità di saper rispondere alle
esigenze del ragazzo, accolte pienamente e punto di partenza per l’elaborazione e programmazione
dell’itinerario formativo.
Questa finalità viene tradotta da Baden-Powell nella proposta di un originale principio pedagogico:
chiedere, domandare, interrogare il ragazzo per scoprire ciò che lo interessa di più. «Quando siete
incerti circa il modo migliore per trattare col ragazzo ai fini della sua formazione, risparmierete tempo,
preoccupazioni, pensieri e vista se, invece di studiare trattati di psicologia, consulterete la migliore
autorità sull’argomento, ossia il ragazzo stesso».

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IL METODO SCOUT È
“un sistema di autoeducazione progressiva" attraverso:
    • una Promessa ed una Legge;
    • l'imparare facendo;
    • l’appartenenza a piccoli gruppi,
    • mediante programmi progressivi e stimolanti.
I valori educativi dello Scoutismo oggi sono attualizzati dall'Organizzazione Mondiale del Movimento
Scout (WOSM/OMMS -World Organization of the Scout Movement) e dall'Associazione Mondiale
delle Guide Esploratrici (WAGGGS/AMGE -World Association of Girl Guides and Girl Scouts)
Esse raccolgono più di 50 milioni di iscritti e sono una delle più grandi organizzazioni di educazione
non formale.

Mission di WOSM
                La missione dello Scoutismo è contribuire all'educazione dei giovani, attraverso un
                sistema di valori basato sulla Legge e sulla Promessa, per aiutare a costruire un mondo
                migliore in cui tutti siano pienamente realizzati come singoli individui e giochino un
                ruolo attivo nella società.

Mission di WAGGGS
                La missione del Movimento delle Guide e delle ragazze Scout è di fornire alle ragazze
                ed alle giovani donne opportunità di auto-formazione nello sviluppo del carattere, di
                un civismo responsabile e del servizio nella loro comunità e in quella mondiale.

                            PRINCIPI DELLO SCOUTISMO E DEL GUIDISMO
WOSM
Dovere verso Dio: Adesione ai principi spirituali, lealtà alla religione che li esprime ed accettazione
dei doveri che ne conseguono.
Dovere verso gli altri: Lealtà verso il proprio Paese in armonia con la tendenza alla pace locale,
nazionale ed internazionale, alla comprensione ed alla cooperazione. Partecipazione allo sviluppo della
società con il riconoscimento e rispetto per la dignità del proprio simile e per l'integrità del mondo
naturale.
Dovere verso se stessi: Responsabilità verso lo sviluppo delle proprie capacità.
WAGGGS
L'essenza del dovere verso Dio: il riconoscimento della necessità di una ricerca verso una fede in
Dio, verso un Essere Superiore e il riconoscimento di un Forza più grande dell'uomo e di più alti
Principi Spirituali.
L'essenza del dovere verso la Patria: l'accettazione del concetto di responsabilità verso le comunità
in cui viviamo.
L'essenza del Servizio: l'accettazione della pratica di rendersi utili verso gli altri.
L'essenza della Legge: il dovere verso gli altri e la Fratellanza dell'uomo;
L'autodisciplina: il rispetto verso se stessi ed il rispetto verso tutte le forme di vita.

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FIS
La Federazione Italiana dello scoutismo (FIS) riunisce nello spirito della Legge e della Promessa
scout le principali associazioni che in Italia adottano il metodo educativo scout. La FIS costituisce la
rappresentanza italiana all'interno di WOSM e WAGGGS.
                   La FIS aderisce, per le proprie appartenenti femminili, alla Associazione Mondiale
                   delle Guide e delle Esploratrici (WAGGGS) e, per i propri appartenenti maschili,
                   all’Organizzazione Mondiale del Movimento scout (WOSM).
                Le Associazioni federate nella FIS si riconoscono in un impegno educativo comune
                nei confronti della gioventù italiana, pur conservando la propria piena autonomia.
                Esse sono attualmente il Corpo Nazionale Giovani Esploratrici ed Esploratori Italiani
(CNGEI) e l’Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani (AGESCI).

                                                CNGEI

Il Corpo Nazionale Giovani Esploratori ed Esploratrici Italiani (CNGEI), che conta più di 13.000
soci, e' l'associazione scout laica italiana che ha come finalità quella di contribuire alla costruzione di
un mondo migliore attraverso l'autoeducazione progressiva dei giovani.
Lo scopo è quello di formare il buon cittadino: un cittadino in grado di compiere scelte autonome e
responsabili, impegnato in prima persona per promuovere la solidarietà, i diritti universali, la pace, la
tutela dell'ambiente; un cittadino che percorre un proprio cammino spirituale orientato a dare un senso
alla propria vita.
La dimensione spirituale caratterizza trasversalmente ogni momento dell’attività educativa, poiché si
propone di formare un individuo educato al gusto di ricercare, di non dare mai niente per scontato o
per definitivamente acquisito, di interrogarsi continuamente sui temi dell’esistenza umana.
Ogni adulto svolge nell'associazione un servizio che è stimolato dalla gioia di poter offrire qualcosa di
sé agli altri, ed in tal modo il servizio offre gioia anche a chi lo riceve.
Il CNGEI si caratterizza per le sue scelte associative:
Laicità per poter scegliere, per stimolare il cammino personale di crescita di ciascuno, per incentivare
il dialogo e l'interiorizzazione dei valori, per educare alla ricerca spirituale;
Coeducazione che implica l'educare insieme ragazze e ragazzi diversi per nazionalità, etnia, religione,
in un percorso di conoscenza, confronto, arricchimento di sé;
Democrazia associativa che favorisce nei giovani la costruzione collettiva dei processi decisionali ed
educa all'utilizzo efficace dei principali strumenti democratici;
Scelta adulta che considera i soci adulti parte integrante dell'Associazione di cui essi assicurano,
volontariamente, il funzionamento: per ogni ruolo è garantita un'adeguata formazione;
Impegno civile, per assumersi responsabilità verso la comunità locale, nazionale e internazionale; ci
impegniamo come adulti a operare in azioni di solidarietà, con impegno volontario, in difesa dei diritti,
per la promozione della pace e per la tutela e valorizzazione sostenibile dell'ambiente e ad educare i
giovani a questi valori.
Il C.N.G.E.I. è un'Associazione di Promozione Sociale democratica con poteri di libera scelta e di
autodeterminazione, secondo gli indirizzi dettati dall'Assemblea Nazionale e nel rispetto dei principi
contenuti nello Statuto ed è guidata dal Consiglio Nazionale.
L'Associazione è composta da tutti gli appartenenti alle Sezioni affiliate, dislocate sul territorio
nazionale e l'Assemblea è composta da rappresentati di ognuna di queste.

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1. L'Assemblea è il massimo organo deliberativo del C.N.G.E.I. e si riunisce normalmente una
      volta all'anno per discutere sulla relazione tecnico-morale e finanziaria, per verificare le
      necessità, i cambiamenti, i problemi, per confrontarsi sul passato, sulle proposte, sulle linee
      d'azione e su ogni questione posta all'ordine del giorno.
   2. Il Consiglio Nazionale è l'organismo deputato a gestire l'Ente dal lato tecnico, metodologico,
      amministrativo e patrimoniale e ne relaziona l'andamento all'Assemblea. Il Consiglio Nazionale
      è composto da undici membri compresi Capo Scout e Presidente nazionale. Ogni tre anni tutti i
      soci adulti che lo desiderano possono candidarsi a tali cariche, ma l'idoneità a ricoprirle verrà
      decisa             elettivamente             dall'Assemblea              Nazionale.
      Tutta l'associazione si muove in rispetto dello Statuto e del Regolamento generale tuttavia il
      Consiglio Nazionale si adopera affinché quest'ultimo venga rivisto ed adeguato alle crescenti
      necessità tecniche dell'Ente.
Organi elettivi
Presidente
Il/la Presidente ha la firma sociale, i poteri di delega e la rappresentanza legale dell'Associazione.

Capo Scout
Il/la Capo Scout ha la direzione tecnica dell'Associazione. E' responsabile, nei confronti
dell'Assemblea e degli Organi Scout Internazionali, degli aspetti metodologici e programmatici del
C.N.G.E.I.

Il Collegio dei Revisori dei Conti
ha il controllo della gestione contabile del C.N.G.E.I.

La Commissione di Vigilanza e controllo
ha il compito di vigilare sull'osservanza dello Statuto dell'Associazione e delle Leggi dello Stato.
Il Giurì d'onore
Il GIDO è l'organo giudicante dei provvedimenti disciplinari nei confronti dei soci.
Organi Nominati
I Commissari Nazionali alle Branche
Sono organi tecnici proposti dal CS al CN per la designazione al P che li nomina formalmente. I
compiti di maggior rilievo sono:
a) collaborano con il CN tramite il CS per la parte tecnica di loro competenza;
b) sovrintendono al buon funzionamento ed allo sviluppo della branca, servizio o settore di
competenza;
c) studiano l'evoluzione del metodo e le nuove applicazioni che esso comporta;
d) mantengono l'aggiornamento sui programmi delle altre associazioni e degli Uffici Mondiali e
Regionali Scout;
e) preparano e sottopongono al CS i programmi delle attività a carattere nazionale;
f) tengono i contatti con i Capi delle unità interessate;

Essi sono:
il CNazL Lupetti, CNazE Esploratori, CNazR Rover
I Responsabili di Settore: Formazione, Internazionale, Risorse Adulte, Centro Studi Scout e
Comunicazione
Commissari Nazionali e Responsabili dei settori sono coadiuvati da una CoCon (Commissione
consultiva) ovvero un gruppo di lavoro che li affianca e lavora per il raggiungimento degli obiettivi del
programma nazionale.

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Organizzazione periferica
Sezione
La Sezione è un'Associazione di Promozione Sociale con poteri di libera scelta e di
autodeterminazione, secondo gli indirizzi dettati dall'Assemblea di Sezione, nel rispetto dei principi
contenuti nello Statuto e nel rispetto dei principi fissati dal CNGEI nazionale a cui è affiliata.
La Sezione è composta dai Gruppi. Il Gruppo è la minima entità educativa, territoriale, formativa, di
sviluppo e gestionale ed è formata dalle tre unità: Branco, Reparto e Compagnia.
Assemblea
L'Assemblea è il massimo organo deliberativo della Sezione e si riunisce normalmente una volta
all'anno per discutere sulla relazione tecnico-morale e finanziaria, per verificare le necessità, i
cambiamenti, i problemi, per confrontarsi sul passato, sulle proposte, sulle linee d'azione e su ogni
questione posta all'ordine del giorno.
Per la composizione, la convocazione e i compiti dell’Assemblea di Sezione, si fa riferimento agli
articoli dello Statuto di Sezione e Nazionale.
Inoltre, l’Assemblea è l’unica competente a deliberare sull’acquisto di beni immobili o sull’assunzione
d’impegni che vincolino la Sezione per un periodo superiore alla durata residua del mandato del CoS
che li propone.

Organi elettivi
Presidente
Il/la Presidente ha la firma sociale, i poteri di delega e la rappresentanza legale dell'Associazione,
nonché le funzioni stabilite nello statuto.
Commissario di Sezione
Il CdS è il responsabile della corretta applicazione del Metodo Scout e il custode delle tradizioni della
Sezione, nonché delle funzioni stabilite nello statuto.
Comitato di Sezione
Il Comitato di Sezione amministra e coordina tutte le attività della Sezione, secondo quanto previsto
nello Statuto della Sezione.
Il Collegio dei Revisori dei Conti
ha il controllo della gestione contabile della Sezione; compiti e funzionamento sono stabiliti dallo
Statuto della Sezione.

Organi nominati
Capo Gruppo
Il CG è nominato dal PSez, su proposta del Commissario di Sezione e su designazione del Comitato di
Sezione. Egli è educatore, formatore e gestore di persone e beni; rappresenta il Gruppo sul territorio, ne
anima e coordina le attività di sviluppo.
Capi Unità e Vice Capi Unità
Ai Capi Unità, proposti dal CG e nominati dal CdS, è affidata la formazione scout e l'educazione dei
giovani facenti parte delle Unità. I VCU sono i collaboratori dei CU.
Coordinatore Senior
Il Coordinatore Senior è nominato dal Presidente di Sezione, su proposta del Commissario di Sezione e
su designazione del Comitato di Sezione. Il CdS prima di formulare la sua proposta, deve consultare in
apposita riunione tutti i senior facenti parte del Clan.

Strutture organizzative
Il Consiglio di Gruppo, il Consiglio di Sezione, la Riunione dei Capi ed il Clan.

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Il Metodo scout nel CNGEI
Nel CNGEI il metodo scout, sistema di autoeducazione progressiva, si sviluppa attraverso tre concetti
fondamentali:
Legge e Promessa - sono gli strumenti di base per la formulazione dei principi dello scoutismo, hanno
un forte valore educativo: il/la giovane si impegna personalmente di fronte agli altri a rispettare, al
meglio delle proprie capacità, un ben definito codice di comportamento.
Imparare facendo - è il concetto di educazione attiva (“learning by doing”): nello scoutismo ogni
ragazzo/a apprende attraverso un coinvolgimento diretto che passa attraverso l’osservazione, la
creatività, la sperimentazione e l’attività personale.
Appartenenza a piccoli gruppi - il piccolo gruppo è l’ambiente ideale per l’integrazione del/della
giovane nella vita sociale. In esso si può facilmente ottenere la completa conoscenza degli altri e la
mutua considerazione all’interno del gruppo. Il piccolo gruppo permette a ognuno di comunicare, di
conquistare uno spazio personale di espressione e fornisce la possibilità di esercitare una
partecipazione diretta alla vita comunitaria.
Questi aspetti agevolano lo sviluppo del carattere dei/delle giovani, rendendoli/e capaci di acquisire
progressivamente delle responsabilità e li/le educa alla indipendenza, alla lealtà, alla capacità di
cooperare e di guidare. In questo processo l’adulto ha solo funzione di guida: infatti, rispettando la
personalità del/della giovane, lo/la aiuta a scoprire le proprie possibilità ed ad assumere responsabilità.
I tre concetti di base del metodo scout sono realizzati concretamente attraverso Programmi
Progressivi e Stimolanti.
   -    Programmi le attività praticate dai/dalle giovani nello scoutismo non sono fini a se stesse, ma
        inserite in quadro programmatico che si basa su specifici obiettivi educativi.
   -    Progressivi il programma deve essere ideato in modo da soddisfare le necessità di un graduale
        ed armonioso sviluppo del/della giovane, che deve essere stimolato/a alla crescita. Ogni
        ragazzo/a è protagonista della propria crescita, si pone degli obiettivi per migliorare e segue le
        proprie personali tappe.
   -    Stimolanti per poter coinvolgere il/la giovane, il programma deve proporre attività varie,
        coinvolgenti, basate sugli interessi dei ragazzi (a questo proposito Baden Powel ha lanciato il
        motto “ask the boy”) e deve anche offrire emozione ed avventura.
Gli scenari ideali per l’attività scout sono la natura e la vita all’aria aperta, che offrono
contemporaneamente opportunità per attivare lo sviluppo fisico, lo sviluppo intellettuale, lo sviluppo
sociale e quello spirituale. La vita a contatto con la natura favorisce anche lo sviluppo di una maturità
comportamentale ambientale indispensabile per un futuro cittadino che dovrà affrontare la realtà di uno
sviluppo sostenibile.
Il fine dello scoutismo è quello di favorire lo sviluppo del carattere dei giovani, rendendoli capaci di
acquisire progressivamente responsabilità indipendenza, oltre che lealtà e capacità di cooperare, e di
imparare a guidare la propria vita.

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RUOLO DEL SOCIO ADULTO NEL CNGEI (dal documento omonimo del 2001)
Fino a prima della approvazione del nuovo Regolamento, il Senior era colui che non era ne dirigente ne
capo, ora sono da considerarsi Senior tutti i Soci Adulti (Senior = Socio Adulto) o meglio tutti si
devono considerare Soci Adulti dell’Associazione, indipendentemente dal ruolo che ricoprono. Vale
pertanto la figura del Socio Adulto come colui che dà il suo contributo di Servizio all’Associazione
ricoprendo temporaneamente degli incarichi (dirigente, capo, etc..) in funzione delle esigenze/necessità
dell’Associazione/Sezione. Ecco farsi luce da questa impostazione il concetto di contratto, ovvero: “io
sto in questa Associazione per ricoprire un determinato incarico, per fare ciò mi devo preparare
(formare), ricoprirò l’incarico per un periodo di tempo determinato, cercherò di farlo con il massimo
dell’impegno perché io l’ho voluto, dopodiché mi rimetterò a disposizione dell’Associazione/Sezione
per un nuovo incarico che sarà in funzione dei programmi di sviluppo/obiettivi che
l’Associazione/Sezione si è data (Progetti di ...), questo lo faccio perché credo nello Scoutismo e nella
sua missione e perché l’Associazione/Sezione ha bisogno di me”.
L’Associazione/Sezione ha bisogno di Capi, di Dirigenti e di un supporto tecnico, competente,
culturale, logistico, organizzativo, ecc...; tutte queste componenti sono indispensabili. In una Sezione il
supporto tecnico, logistico e organizzativo, ecc... è fornito dai Soci Adulti indipendentemente dal fatto
che essi siano organizzati o meno in Clan e indipendentemente dal fatto che abbiano
contemporaneamente altri incarichi (Capi, Dirigenti), l’efficacia della loro azione è direttamente
dipendente da quanto la Sezione abbia una “visione strategica” del percorso che deve fare e degli
obiettivi che deve raggiungere, ovvero di quanto si sappia dotare di uno strumento efficace di
programmazione (Progetto di Sezione).
Da un gruppo di adulti di servizio (Clan) è legittimo attendersi un impegno serio e consapevole, ma è
doveroso concedere il diritto ad organizzarsi in modo autonomo (Progetto di Clan), progetto che deriva
e condivide gli obiettivi della Sezione (Progetto di Sezione). Gli sforzi che si stanno facendo per
“sollecitare” le Sezioni a lavorare su progetti sono strategici alla crescita di Clan organizzati ed
efficienti e di conseguenza alla formazione di Soci Adulti consapevoli del ruolo che ricoprono e
dell’importanza del valore del “servizio” verso l’Associazione. Il Clan quindi come strumento di
crescita per la Sezione vista nella sua globalità, ma anche preziosa opportunità per i Gruppi/Unità.
Il contratto
Se il Clan si dota di un suo Progetto per contribuire allo sviluppo della Sezione, se i Dirigenti
assumono un impegno verso l’assemblea che li ha eletti, se i Capi definiscono con il CdS i termini del
loro impegno come educatori, i Soci Adulti che non si riconoscono nel Progetto di Clan ma che
intendono ugualmente dare il loro contributo alla Sezione sottoscrivono un “contratto” con il
Coordinatore Senior. I termini del contratto sono definiti dall’accettazione del concetto di “servizio” e
dalla necessità che la Sezione sappia individuare un ruolo per ogni Socio Adulto e che ogni Socio
Adulto abbia un suo ruolo all’interno della Sezione/Associazione.
La iscrizione/re-iscrizione
Un altro aspetto fondamentale del Regolamento è rappresentato dalla “domanda di ammissione a socio
effettivo presentata a seguito della partenza dalla Compagnia”, questa procedura vuole di fatto
enfatizzare le differenze esistenti tra l’esperienza fatta come soggetto dell’azione educativa dello
scoutismo e la scelta di fare servizio come Socio Adulto in una Associazione che educa i giovani.
Considerando che non è sufficiente essere stato ammalato per ritenere di aver imparato ad essere un
buon dottore e che quindi non è la stessa cosa essere stato educato per sentirsi educatore, giustamente
l’Associazione mette a disposizione tutta una serie di strumenti/percorsi per formare dei buoni
educatori, diretti o indiretti che siano. Essere soci comporta diritti e doveri: come è ovvio, nella nostra
Associazione il diritto è sostanzialmente quello di poter partecipare alle scelte associative con
l’acquisizione del diritto di voto, mentre i doveri sono rappresentati dal vincolo a testimoniare con il
proprio comportamento i valori scout della legge e della promessa e l’assunzione dell’impegno a

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sottoscrivere un “contratto” e a ricoprire un ruolo utile allo sviluppo dell’Associazione, dopo essersi
formati per svolgerlo.
                                         I «PUNTI CHIAVE»
SERVIZIO: «scelta da adulti» = scelta di servizio a favore dell’Associazione nel suo complesso e dei
giovani che dell’Associazione sono i fruitori. E’ necessario chiarire bene che non si parla o non si sta
parlando solo di coloro che fino ad oggi abbiamo chiamato Senior, ma ci riferiamo a TUTTI gli adulti
che hanno scelto di svolgere il loro servizio nell’Associazione. Dunque Senior = Socio Adulto
(indipendentemente dal ruolo ricoperto), adulto dunque che ricopre incarichi e ruoli (temporanei e
variabili nel tempo) secondo le necessità della Sezione e dell’Associazione ed alle proprie
caratteristiche, competenze e desideri. Appare chiara la necessità di formarsi per adempiere sempre
meglio al proprio servizio. In generale gli ambiti di servizio sono: Capi (a diretto contatto con i
ragazzi), Dirigenti (a tutti i livelli), Adulti (di supporto tecnico, logistico, organizzativo, finanziario,
culturale, competenze specifiche, pubbliche relazioni, intervento sul territorio, testimonianza di
immagine associativa).
CONTRATTO: scritto o no è la concretizzazione e l’esplicitazione dell’impegno (definito nei modi e
nei tempi) che il socio adulto si assume nei confronti della Sezione/Associazione e viceversa. Nasce
dalla necessità di avere all’interno della Sezione/Associazione adulti maggiormente consapevoli e
coscienti del loro cammino, dell’impegno richiesto, delle opportunità offerte. I termini del contratto
devono essere chiari, espliciti, verificabili e realizzabili.
CLAN: gli adulti possono riunirsi in Clan (ribadiamo che al Clan possono prendere parte tutti gli adulti
della Sezione). Il Clan è: - strumento di crescita per la sezione - luogo di pratica dell’autoeducazione -
luogo ove concretizzare il supporto all’Associazione - palestra di formazione permanente. Il Clan offre:
- disponibilità di risorse - opportunità per i gruppi/unità (attraverso stimoli, supporti e competenze
messe a frutto).
PROGETTO DI SEZIONE: è la linea programmatica di sviluppo e crescita (in senso globale) della
Sezione. Ogni adulto è corresponsabile affinché il progetto di Sezione possa trovare attuazione.
PROGETTO DI CLAN: è il contributo del Clan al realizzarsi degli obiettivi contenuti nel Progetto di
Sezione del quale è parte. I soci adulti che lavorando in Clan vi si riconoscono, in fondo, lo assumono
come «contratto».
ACCESSO DI UN ADULTO DALL’ESTERNO: ci pare opportuno che l’aspirante socio adulto
“debba ricevere adeguate informazioni circa i principi dello scoutismo e le scelte del CNGEI e
compiere un iter di conoscenza dell’Associazione e del metodo che permetta poi di verificare, all’atto
dell’accettazione della domanda, la sua consapevole adesione e la sua disponibilità al servizio”. Le
domande di ammissione da parte di adulti provenienti dall’esterno saranno esaminate chiaramente dal
COS accompagnate dal parere del Coordinatore Senior.
UN ADULTO = UN RUOLO: alla luce di quanto già espresso appare chiara la necessità di finalizzare
la presenza di un adulto all’esplicazione di un ruolo/incarico utile alla Sezione-Associazione che però
sia anche stimolo e motivo di crescita per l’Adulto stesso. I soci adulti impossibilitati a svolgere attività
di Clan ma che intendono ugualmente dare il loro contributo attivo alla Sezione sottoscrivono un
«proprio» contratto con il Coordinatore Senior e rispondono dell’impegno assunto.
COORDINATORE SENIOR: la terminologia vuole accentuare il ruolo di referente per tutti i soci
adulti della Sezione; è un dirigente (come tale viene nominato dal PCOS) e la sua presenza è
importante in tutte le realtà Sezionali (indipendentemente dall’esistenza o meno del Clan). E’
responsabile con il CdS. dell’iter formativo che gli aspiranti soci adulti devono compiere.
La REISCRIZIONE: un aspetto importante del nuovo regolamento è rappresentato dalla «domanda di
ammissione a Socio Effettivo» presentata a seguito dalla partenza dalla Compagnia dal Rover, adesso
adulto. Questa procedura vuole di fatto enfatizzare la radicale diversità esistente tra l’esperienza fatta
come soggetto dell’azione educativa dello scoutismo e la scelta di fare servizio in una Associazione
che educa i giovani.

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La FORMAZIONE AL RUOLO: dalla sperimentazione iniziata in alcune Sezioni, verificata e
discussa all’interno del Settore, e’ stato possibile iniziare una collaborazione con il Settore Formazione
per definire un modello di formazione che iniziando dal PerCorso Senior (informazione/formazione a
livello sezionale) accompagni tutti i soci ad un cammino concordato che li porti a svolgere il proprio
servizio avendo preparazione specifica al ruolo ricoperto.

                       Educazione non formale, Programmazione, Branche
Lo scoutismo è una proposta educativa globale in quanto abbraccia l'arco di sviluppo della persona
dall'infanzia alla gioventù, con un atteggiamento di rispetto e di amore, mettendosi al servizio della sua
crescita. Questa forse è la base del successo che lo scoutismo ha ininterrottamente incontrato presso i
giovani.
Come abbiamo già visto lo scopo dell’educazione scout è di formare “il buon cittadino” e per
raggiungere questo risultato occorrono degli obiettivi generali (che descrivono la persona che il
CNGEI si propone di accompagnare) e specifici (che sono rivolti e tarati sulle varie fasce di età).
Il metodo scout pertanto è un insieme di strumenti educativi che appartiene a tutto lo Scoutismo e
quindi a tutte le branche e viene adottato per raggiungere lo scopo mediante il raggiungimento graduale
di vari obiettivi.
Il metodo assicura degli aspetti comuni in tutte le fasce di età e per questa sua trasversalità, garantisce
la continuità educativa tra le branche. In tutte le branche sono presenti: una legge, una promessa, un
motto, la vita all’aria aperta, un adulto educatore, l’imparare facendo, il gruppo dei pari, la dimensione
ludica, i simboli, le cerimonie, una progressione orizzontale e verticale, l’autoeducazione, ecc.
Ciascuna branca, però, è fornita di strumenti per raggiungere gli obiettivi educativi che le sono propri e
che troviamo solo in quella branca, ad es. nella Branca Lupetti: l’ambientazione giungla, la famiglia
felice, il grande urlo, il consiglio di Akela; nella Branca Esploratori: la pattuglia, il consiglio della
legge, il consiglio di Reparto; nella Branca Rover: la carta di Compagnia, il consiglio di Compagnia, la
ronda esecutiva.
L'originalità della proposta educativa scout non è tanto per i suoi contenuti educativi, che, forse, sono
patrimonio comune di altre proposte, ma per l'impegno ed il sacrificio che si richiede ai ragazzi, in una
società, che di fatto, educa al disimpegno e all'egoismo.
llustriamo brevemente le tre branche.

                                          Branca eLle (lupetti)
Il Branco ospita i bambini e le bambine dagli 8 ai 12 anni e lì inizia al loro percorso scout.
Il Lupettismo è un metodo educativo che ha come scopo quello di voler far crescere il bambino e la
bambina secondo le proprie caratteristiche ed esigenze utilizzando le grandi esche del metodo scout
come il gioco, la vita all’aria aperta, vivere le esperienze in un clima sereno chiamato Famiglia Felice,
la trasmissione dell’esperienza e l’imparare facendo.
I lupetti e le lupette crescono in 4 anni di Branco grazie ai giochi e alle attività presentate dai loro
“capi” (chiamati Vecchi Lupi) mirate alla crescita individuale e alla valorizzazione delle peculiarità di
ciascuno.
I lupetti e le lupette cacceranno/giocheranno insieme, nel rispetto delle reciproche differenze di cultura,
di genere, di origine e altre.
L’ambiente Giungla veste tutte le attività dei bambini e delle bambine permettendo loro di fantasticare
all’interno di un contesto per loro più semplice da capire, maggiormente avvincente per il linguaggio
fantastico utilizzato che si avvicina alle caratteristiche delle loro età e alle loro esigenze. L’adulto entra

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nel mondo del bambino e della bambina perché gioca lo stesso gioco, vive negli stessi ambienti e li
guida verso avventure sempre diverse e avvincenti tenendo sempre un occhio ben aperto al messaggio
che vuole trasmettere.
La prima grande preda/attività che i nostri bambini e bambine iniziano a cacciare/fare è la Promessa.
Dopo aver fatto la Promessa i bambini e le bambine da cuccioli e cucciole diventano “veri” lupi che
entrano nel Branco a tutti gli effetti come fratelli e sorelle gli uni degli altri, in caccia verso la loro
progressione personale ricca di varie tappe in base alla loro crescita e secondo percorsi individuali
distinti in Progressione Orizzontale (PO) e Progressione Verticale (PV).
Anche l’approccio al “servizio verso gli altri” è un concetto fondamentale per i lupetti e le lupette che
sono stimolati a compiere Buone Azioni dentro e fuori dal proprio Branco di appartenenza.

                                      Branca E (esploratori/trici)
Nel Reparto ci sono i ragazzi e ragazze dai 12 ai 16 anni ed ha la durata di 4 anni all’interno del
cammino scout.
Il punto di forza della Branca Esploratori/trici è il condire tutte le attività con l’Avventura; per questo
la vita degli esploratori/trici si svolge prevalentemente all’aria aperta, a contatto con l’ambiente e con
la natura, ideale per lo svolgimento di ogni attività, che siano esse statiche o di movimento.
Nelle attività molto tempo è anche dedicato al gioco; si gioca in mondi fantastici e molto spazio è
lasciato alla fantasia ed alla creatività dei ragazzi che a questa età non è di certo esaurita!
Il Reparto (che è misto maschi e femmine) è idealmente composto da una trentina di ragazzi e ragazze
che si ritrovano in una sede propria. Vivere all’interno del Reparto è un po’ come vivere nella società
in cui siamo immersi ogni giorno: ci sono delle regole, dei diritti e dei doveri da rispettare e tanti
momenti in cui è possibile discutere, parlare, confrontarsi e crescere insieme.
All’interno del Reparto oltre ai ragazzi è presente uno Staff che organizza e propone le attività, che
fanno riferimento ad un Capo Reparto, colui che ha il compito di coordinare il tutto.
Ma in Reparto non tutte le attività si svolgono tutti quanti assieme! Gli esploratori/trici sono
raggruppati in piccoli gruppi detti “Pattuglie”. Le Pattuglie sono omogenee per sesso e sono composte
da 5-8 ragazzi o ragazze e si chiamano con nomi di animale.
All’interno di ogni Pattuglia (Ptg) vi è un’organizzazione particolare: vi è un Capo Pattuglia (di solito
il più grande di età) che assicura che tutto all’interno della Ptg funzioni nel modo corretto, porta la sua
esperienza e le sue conoscenze per far sì che anche i più piccoli possano imparare nuove cose e
conduce i Consigli di Pattuglia (all’interno dei quali si organizzano le attività e la vita di Ptg). Il Capo
Pattuglia (CP) è aiutato da un Vice Capo Pattuglia (VCP).
Ogni Pattuglia ha in sede un suo Angolo di Ptg dove si riunisce e possibilmente tiene i propri materiali;
possiede un guidone di Ptg, ovvero un bastone con una bandierina sulla quale sono ricamati i colori e
l’animale che dà il nome alla Ptg. In questo modo ogni piccolo gruppo è simboleggiato dal proprio
guidone ed ha la responsabilità e il compito di tenere il proprio angolo e tutto il proprio materiale in
ordine. Oltre al CP ed al VCP, esistono altri ruoli all’interno della Ptg che vengono affidati a tutti i
membri del piccolo gruppo (pattugliotti) e che si dividono in Incarichi e Posti d’Azione di Ptg. Gli
Incarichi sono ruoli che servono per la gestione quotidiana della Pattuglia ed è la Ptg stessa a decidere
democraticamente durante il consiglio di Ptg chi dovrà rivestire un incarico piuttosto che l’altro sulla
base delle caratteristiche di ognuno. Sono classicamente intesi come incarichi: Cassiere/a,
Magazziniere, Segretario/a, Guardiano/a dell’Angolo, Maestro/a delle Cerimonie. I Posti d’Azione
servono invece per la gestione della Ptg nelle attività svolte di solito all’aria aperta e vengono decisi in
previsione di un’attività specifica.

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Esistono in Branca E due progressioni personali, ovvero due percorsi distinti che consentono ai ragazzi
e alle ragazze di fare in modo che il proprio impegno, la propria crescita personale e le proprie capacità
peculiari vengano riconosciute. Queste due progressioni si chiamano PO (Progressione Orizzontale) e
PV (Progressione Verticale).
Ci sono poi due elementi che caratterizzano fortemente questa branca ovvero l’Abilità Manuale e la
Tecnica.
Parlando di Abilità Manuale, intendiamo tutte quelle cose che si possono imparare realizzandole,
mettendosi alla prova, imparando da chi è più grande di noi e da chi ha perciò già una maggiore
esperienza. In Reparto si imparano molte cose “facendole” ovvero sperimentandole in prima persona,
un modo molto diverso di imparare rispetto a quello a cui siamo abituati (es. a scuola, ascoltando la
lezione…!). Proprio nell’Abilità Manuale l’esempio dei Capi Ptg o dei più “vecchi” ed esperti del
Reparto è fondamentale. In Reparto e soprattutto con la Ptg quindi si realizzeranno progetti e si
cercherà di portarli a termine valutando il lavoro che è stato svolto per fare sempre meglio.
Parlando di Tecnica, invece, ci riferiamo alle Tecniche Scout che sono tipiche della Branca.
Le Tecniche scout ci mettono di fronte ai nostri limiti e ci spingono a tentare di superarli pian piano,
poco per volta, in maniera serena con l’aiuto degli altri Esploratori/trici e dei Capi. In questo modo
potremo accrescere le nostre capacità personali ed anche stimolare la nostra crescita fisica!

                                         Branca eRre (rover)
I giovani presenti in Compagnia hanno l’età tra i 16 e i 19 anni. E' un'età particolare ed importante,
nella quale si vuole avere "comprensione del mondo": la proposta del CNGEI è quella di un gruppo
misto che, costruendo assieme un cammino comune, si confronta con le esperienze e dove il capo è un
componente del gruppo che vive con loro le avventure.
L'AUTOPROGRAMMAZIONE, già sperimentata in Branca E con la progettazione delle imprese,
diventa un cardine della vita di Compagnia. Non solo la Ronda esecutiva, che assume il ruolo di
organo di pianificazione ed esecutivo delle decisioni assunte dai Consigli di Compagnia, ma tutti i
rover si assumono l'onere e l'orgoglio di partecipare alla costruzione del cammino di crescita comune.
Il CAMMINO non è solo quello intellettuale ma ha anche forti momenti fisici (Hike) in cui si possono
sperimentare i propri limiti e conoscere posti sempre diversi e nuovi. Un momento in cui si conosce ciò
che ci circonda e si impara a conviverci. Questo cammino tocca tutte le parti della vita: culturale,
sociale, spirituale, personale e decidere cosa fare e come organizzare le attività con le quali andare
avanti è un processo altamente democratico dove si apprende ad agire nel rispetto delle regole comuni.
Particolare importanza ha, in questa fascia di età, la sensibilità del SERVIZIO, inteso come dono
disinteressato del proprio impegno personale: questo spirito è considerato il vero motore di coloro che
"da grandi" sentiranno il richiamo del desiderio di migliorare il mondo e viverlo come loro cittadini ed
è colonna portante del nostro metodo.
Anche il poter vivere da solo le proprie esperienze da condividere poi con gli altri è un aspetto
fondamentale del roverismo. Lo stesso B.P. invita il Rover che affronta la vita a "guidare da solo la sua
canoa" e a non essere "una pecora del gregge". Per questo motivo la branca offre ai propri Rover
diversi momenti a partecipazione individuale che arricchiscono il bagaglio culturale, alimentano i
rapporti sociali e permettono di vivere a contatto con il mondo ed i suoi cambiamenti. Non ci sono
limiti ai campi d'azione dei Rover, termine che possiamo tradurre come il "viandante" cioè come
colui/colei che vuole personalmente informarsi sulle cose e partecipare al processo di cambiamento
della società per esserne parte attiva e pertanto CAMMINA per il mondo, che ama pur non
condividendolo nelle sue parti peggiori e per il miglioramento del quale SI IMPEGNA.

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Le aree di PB
Tutte e tre le Branche operano attraverso le aree di BP: senso civico, sviluppo fisico, abilità manuale e
carattere a cui si è aggiunta la dimensione spirituale, come quinta area.
Senso civico porta a:
- l’educazione all’amore per gli altri,
- l'educazione al bene comune e alla solidarietà,
- scoprire la ricchezza della diversità nelle persone,
- vivere e lavorare insieme per costruire un mondo più giusto,
- rendersi utili in qualunque momento ciò sia richiesto,
-conoscere l’ambiente ed avere la capacità di lavorare in suo favore.

Sviluppo fisico porta a:
- avere cura del proprio corpo,
- riconoscere i propri limiti e le proprie possibilità,
- ricercare un’alimentazione sana ed equilibrata,
- riposarsi correttamente,
- ricercare ritmi naturali di vita,
- esprimersi, vivere correttamente e serenamente la propria sessualità,
- saper affrontare la fatica, la sofferenza, la malattia, la morte.

Abilità manuale porta a:
- riscoprire l’uso intelligente delle proprie mani,
- scoprire la gioia del saper fare,
- accettare fatica e fallimento,
- avere pazienza,
- apprendere la concretezza,
- apprendere l’essenzialità,
- avere buon gusto nel fare,
- scoprire la creatività e la fantasia.

Carattere porta a rafforzamento del proprio carattere attraverso:
- la lealtà,
- la fiducia in se stessi,
- il coraggio,
- il senso della gioia,
- l'ottimismo,
- il rispetto dei diritti,
- l'autodisciplina,
- l'elevazione del proprio pensiero e dei propri sentimenti.

La spiritualità per il CNGEI è:
impegnarsi in un progetto personale di vita realizzato in compagnia di altri, in una natura che l’uomo
trasforma per i suoi bisogni, fondato su una fiducia dinamica nei valori che formano la coscienza
morale alla luce di qualcosa che va al di la della limitata e incompleta esperienza umana.
Sulla griglia di queste cinque aree il CNGEI ha costruito il Progetto Educativo Globale (PEG)
classificando un insieme di obiettivi, di strumenti adeguati per perseguirli e di indicatori validi per
verificarne il grado di conseguimento.

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Le età
Infanzia
Il periodo che va dai 6 agli 11 anni, coincide con la prima scolarizzazione ed è il momento dei massimi
apprendimenti.
Secondo Piaget, il pensiero diviene capace di reversibilità, vale a dire che riesce a prendere in esame
contemporaneamente aspetti diversi della realtà, indipendentemente dalla loro presenza e dalle loro
caratteristiche percettive. Si ampliano e si affinano le strategie cognitive, in particolare quelle relative
alla memoria (cognitivismo). Il linguaggio si adegua sempre più alle regole dell'esposizione corretta, il
lessico si arricchisce di vocaboli e, l'entrata nella scuola, permette al bambino di utilizzare con più
sicurezza gli alfabeti. Se il bambino sente di riuscire bene nei compiti che gli vengono assegnati,
incrementa il proprio livello di autostima, se al contrario, riscuote sempre insuccessi, e, al confronto
con i compagni, risulta un perdente, sviluppa un sentimento di inferiorità. Si consolidano le amicizie
con i coetanei, anche se le aggregazioni sono ancora prevalentemente legate all'appartenere allo stesso
sesso.
I bisogni prevalenti sono:
   – bisogno di avventura, nel senso fare un qualcosa di nuovo e di emozionante; per il bambino
     l'avventura è rappresentata dalla possibilità di esplorare il mondo contando sulle proprie forze
   – bisogno di aggregazione, che da qui in poi è un bisogno fondamentale
   – bisogno di stima, affetto, riconoscimento

Nella figura 2 sono riportate le direzioni lungo le quali tende durante tutta l'esistenza ad espandersi il
Sé, in altre parole i bisogni fondamentali della persona; sono bisogni di cui non si può fare a meno, se
si vogliono conservare salute, potenzialità positive, "benessere", per tutta la vita, e non solo nel periodo
infantile. Avremo sempre bisogno (naturalmente con modalità meno urgenti in età adulta) del contatto,
del poter essere tenuti e contenuti, dell'essere "nutriti".

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Tali bisogni si riscontrano anche nell’età del cambiamento.
Adolescenza
L’adolescenza può essere definita come un lento processo, che porta al suo interno rotture e
disarmonie, che interessano il corpo, la personalità, i comportamenti, la relazione con se stesso e con
gli altri, ed è anche considerata, come la fase centrale di sviluppo psicologico, durante la quale
avvengono delle trasformazioni e si verificano degli "abbandoni" di aspetti considerati tipicamente
infantili:
   – a livello fisico, con l'abbandono di un corpo infantile e il raggiungimento di un corpo adulto con
     tutte le implicazioni di tipo sessuale e riproduttivo;
   – a livello cognitivo, con il superamento del pensiero operatorio concreto e il conseguimento della
     logica formale e del pensiero deduttivo;
   – a livello affettivo, con l'abbandono degli oggetti d'amore infantili e la ricerca di un impegno in
     legami affettivi al di fuori dell'ambito familiare;
   – a livello sociale, con l'abbandono della dipendenza dalla famiglia e la ricerca di un'autonomia di
     azione e di giudizio da esercitare al di fuori del contesto familiare.
Il periodo adolescenziale può essere diviso in:
   – preadolescenza, che corrisponde alla pubertà, all'età compresa tra gli 11 e i 14 anni circa;
   – adolescenza propriamente detta, che va dai 14 ai 17 anni circa;
   – post-adolescenza, che va dai 17 anni circa ai 20 anni ed è caratterizzata dall'assunzione di un
     ruolo sociale preciso.
                                                  I Bisogni
I bisogni prevalenti sono:
Il bisogno di identità.
Nel periodo adolescenziale ci sono una serie di domande che il giovane rivolge a se stesso: "chi
sono?", "come sono?", "come voglio essere?", "quale ruolo mi prefiguro da adulto?"... Il gruppo,
facilita come uno strumento che facilita il passaggio dalla vita protetta della famiglia in cui i ruoli e le
regole erano definite, al mondo adulto in cui è necessario scegliere.
Il gruppo è fondamentale per un adolescente, qui si confronta, scambia opinioni, si interroga su
questioni extrascolastiche, si confida con certi membri del gruppo su argomenti top secret al gruppo
famigliare. Con il gruppo inizia a sentirsi adulto, inizia ad essere indipendente.
Il bisogno di indipendenza si coniuga molto spesso a una dose di onnipotenza tipica del pensiero
adolescenziale. Sembra che mai nulla di grave possa accadere, che il fatto di pensare a una cosa
significhi automaticamente la sua realizzazione, con una sottovalutazione del rischio o addirittura una
sfida nei confronti di comportamenti a rischio come modo per affermare se stessi.
Il bisogno di "senso" , l'adolescente in questa fase i chiede "perché fare?". Il ragazzo è alla ricerca di
un'attribuzione di senso ad una serie di attività e doveri da compiere.
Quindi si ricerca un collegamento tra un agire ed un pensiero che riguarda se stesso o la realtà che gli è
intorno.
Infine non possiamo dimenticare il “Capo” che si pone in una relazione educativa con il ragazzo/a
Per Carl Rogers, la relazione educativa si compie come relazione di aiuto, cioè come un rapporto in cui
una persona si attiva per facilitare la crescita e la maturità dell’altro che non si configura come soggetto
da manipolare, ma come persona capace di autocompimento e di autorealizzazione. La relazione di
aiuto poggia su tre condizioni fondamentali: la congruenza, l’accettazione positiva incondizionata e
l’empatia. La congruenza consiste nella consapevolezza del facilitatore dei propri sentimenti e vissuti,
come emergono nella relazione con il soggetto, senza negarli o distorcerli. L’accettazione positiva

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incondizionata poggia sul rispetto per la persona riconosciuta come unica e originale, nella sua totalità,
con difetti e qualità, senza critiche o valutazioni. L’empatia è la dimensione che più specificatamente
deve connotare un’autentica relazione di aiuto, indica la capacità di mettersi nei panni dell’altro, di
coglierne con sincerità e rispetto il mondo interiore e i contenuti emozionali e cognitivi, per avviare
una comprensione autentica. L’empatia è la via maestra perché l’educando giunga alla coscienza delle
sue emozioni e degli aspetti di sé sconosciuti o rimossi per avviare un processo di autovalutazione e di
cambiamento.
I due caratteri costitutivi della relazione educativa sono: l’intenzionalità e l’asimmetria (età, maggiori
esperienze, conoscenze e maturità personali dell’educatore rispetto all’educando). Un rapporto
educativo non può essere affidato all’improvvisazione, ma deve scaturire da scelte, strategie e valori.
L’intenzionalità dell’educatore si traduce nell’avviare un processo di comprensione di desideri, bisogni
e attese dell’educando. La relazione è complementare ed educativa quando i diversi livelli di
asimmetria evolvono in senso contenutistico e relazionale, annullando l’asimmetria stessa. La
riflessione sulle dinamiche della relazione educativa deve tenere conto della specificità dei contesti in
cui si realizza, in primo luogo famiglia e scuola.
In conclusione il rapporto educativo è posto a fondamento del fatto/evento educativo;
   •   il rapporto educativo è asimmetrico ed è costituito da tre variabili inscindibili (educatore,
       educando, ambiente), da un evento e da una dimensione tecnico-artistica;
   •   il rapporto educativo va osservato in ottica sistemica;
   •   il rapporto educativo è insieme processo e progetto e mira, nella sua dimensione assoluta, al
       cambiamento migliorativo attraverso l’edificazione di un "noi autoeducante" (educatore-
       educando).
                                       o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o

La mente non ha bisogno, come un vaso, di essere riempita, ma, come legna da ardere, ha bisogno
solo di una scintilla, che la accenda, che vi infonda l’impulso alla ricerca e il desiderio della verità.
(Plutarco – L'arte di ascoltare)

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Note

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