OMEOPATIA AD INDIRIZZO PSICO-MORFOLOGICO-COSTITUZIONALE COMPARATA CON GLI STATI DEL CRANIO OSTEOPATICI

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OMEOPATIA AD INDIRIZZO PSICO-MORFOLOGICO-COSTITUZIONALE COMPARATA CON GLI STATI DEL CRANIO OSTEOPATICI
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO
                    FACOLTÀ DI MEDICINA E CHIRURGIA
           CENTRO DI RICERCHE IN BIOCLIMATOLOGIA MEDICA
                  BIOTECNOLOGIE – MEDICINE NATURALI

                       CORSO DI PERFEZIONAMENTO
                                   IN
 “REGOLAZIONE BIOLOGICA E MEDICINE COMPLEMENTARI (AVANZATO)”

            OMEOPATIA AD INDIRIZZO
             PSICO-MORFOLOGICO-
               COSTITUZIONALE
          COMPARATA CON GLI STATI DEL
             CRANIO OSTEOPATICI

RELATORE: Prof. Ivo Bianchi                    CANDIDATO: Giordan Signoretto

                               A.A.2009/2010
OMEOPATIA AD INDIRIZZO PSICO-MORFOLOGICO-COSTITUZIONALE COMPARATA CON GLI STATI DEL CRANIO OSTEOPATICI
Lo sviluppo embriologico delle ossa del cranio determina la forma che è denominata
osteopaticamente stato craniale. La morfologia che assume il cranio e di conseguenza il
massiccio facciale è probabilmente determinata geneticamente. I parametri morfologici
condizionano perifericamente quella che è comunemente denominata postura o assetto
posturale.
Possiamo quindi determinare dal punto di vista osteopatico degli stati craniali che
differiscono da quelle che vengono denominate disfunzioni osteopatiche. La disfunzione
viene oggettivata secondo un’alterazione dei parametri fisiologici di movimento mentre lo
stato riguarda la conformazione strutturale del cranio e del massiccio facciale.
Gli stati che possiamo denominare riguardano le posizioni nello spazio dei vari punti di
répere individuati anatomicamente.
Esistono quindi stati craniali più o meno fisiologici:
• stati fisiologici di flessione-estensione
• stato in torsione: dx-sx
• stato in flessione laterale rotazione (o Latero-Flessione-Rotazione o Side-Bending-
    Rotation): dx-sx
• stato in costrizione: strain laterale (o orizzontale) e verticale
• stato in compressione cranica.
Gli adattamenti dei punti di répere vengono stabiliti a seguito di rotazioni che avvengono
attorno a degli assi di movimento che vedono i loro punti perno formati dall’inversione dei
tavolati interno-esterno delle suture craniche. I due assi considerati come i maggiori,
determinano tali adattamenti e sono: l’asse sfeno-squamoso (SS-SS) attorno al quale si
costituiscono i due quadranti anteriori del cranio, l’asse condilo-squamo-mastoideo (CSM-
CSM) attorno al quale si costituiscono i due quadranti posteriori del cranio.

Cenni di anatomia degli assi

     Sutura sfeno-squamosa:
   a) la parte superiore è a
      tavolato interno;
   b) la parte inferiore è a tavolato
      esterno.

   Sutura condilo-squamo-
          mastoidea:
   a) la metà superiore
       (verticale) ha un becco
       a tavolato esterno (la
       mastoide          ricopre
       l’occipite);
   b) la     metà      inferiore
       (orizzontale) ha un
       becco      a     tavolato
       interno (la mastoide è
       ricoperta dall’occipite)

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anteriore                                                                    anteriore

                                     RE                        RE

                                     RE                        RE

     posteriore                                                                     posteriore

                              Stato di flessione                 > ampiezza del diametro trasversale

 anteriore
                                                                                    anteriore

                                          RI            RI

                                          RI            RI

posteriore
                                                                                 posteriore

                       Stato di estensione                > ampiezza del diametro antero-posteriore

      Nello stato globalmente di flessione: i quattro quadranti si adattano in rotazione esterna.
      Nello stato globalmente di estensione: i quattro quadranti si adattano in rotazione interna.

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Nello stato di flessione il diametro trasverso è più ampio di quello antero-posteriore, quindi il
viso appare globalmente più arrotondato. I pilastri orbitari esterni dell’osso frontale appaiono più
anteriorizzati così come il bordo zigomatico orbitario. Ne deriva una forma dell’orbita più aperta
e il globo oculare si trova più prominente a causa della maggior tensione della capsula di Tenon.
La prominenza zigomatica è affossata, in posizione più posteriorizzata. La branca ascendente del
mascellare superiore si trova in apertura. L’apofisi palatina del mascellare è in posizione
abbassata. Globalmente possiamo affermare che tutto il massiccio facciale si trova in una
posizione di apertura determinata dallo stato di rotazione esterna dei quadranti anteriori.
Anche i quadranti posteriori si trovano in uno stato di rotazione esterna in quanto la squama
dell’osso temporale risulta antero-esterna. L’apofisi zigomatica dell’osso temporale si dirige
verso avanti e fuori. La porzione mastoidea è in posizione antero-esterna. L’apice della mastoide
si trova postero-mediale e il padiglione auricolare è più scollato. I quattro quadranti posti in
rotazione esterna determinano una forma del cranio piuttosto rotondeggiante.

Nello stato di estensione il diametro antero-posteriore è più ampio di quello trasverso quindi tutti
i parametri visti sopra si trovano posizionati esattamente opposti. I pilastri orbitari esterni
dell’osso frontale sono posteriorizzati, così come il bordo zigomatico orbitario. La prominenza
zigomatica è più interiorizzata e la forma dell’orbita è globalmente più chiusa. L’occhio risulta
quindi più affossato. La branca ascendente del mascellare superiore si trova chiusa e l’apofisi
palatina del mascellare è risalita. Quindi i due quadranti anteriori sono globalmente in rotazione
interna. Anche quelli posteriori si trovano in chiusura interna infatti la squama del temporale è
postero-mediale. L’apofisi zigomatica del temporale è postero-mediale così come la porzione
mastoidea. L’apice della mastoide è antero-esterna e il padiglione auricolare è più accollato.
Globalmente la forma del cranio sarà più allungata così come il massiccio facciale.

Queste due conformazioni si riscontrano sempre e sono combinate alle altre dimensioni del
cranio cioè a quelle delle torsioni, delle latero flessioni rotazioni, degli strain e delle
compressioni.
Potremmo paragonare questi due stati craniali alla definizione Junghiana di personalità
Estroversa per quanto riguarda lo stato di flessione (rotazione esterna) e di personalità Introverso
per quanto riguarda lo stato di estensione (rotazione interna). Questa comparazione si può
effettuare anche a quei rimedi omeopatici che hanno come caratteristica quella di appartenere
alle Costituzioni che richiamano morfologicamente i due stati cranici principali. Anche a livello
di mobilità delle membrane di tensione reciproca è fisiologico trovare i parametri di maggiore
ampiezza e ritmo che rispecchiano gli assi fisiologici attorno ai quali avvengono gli adattamenti
che determinano gli stati craniali. Una persona estroversa avrà più facilmente una dinamica
globalmente più in estensione e uno stato cranico in rotazione esterna. Se la persona invece
appartiene più all’introversione avrà una dinamica tendente più all’estensione e uno stato cranico
in rotazione interna.

   Stato di                                                                               Stato di
   Flessione                                                                              Estensione

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Torsione

Si tratta di un adattamento dello stato craniale nel quale le due sfere si adattano su un piano
frontale invertendo le loro rotazioni.
Il movimento avviene a livello del piano frontale attorno ad un asse antero-posteriore: mentre
una sfera si abbassa da un lato quella del lato opposto si alza.

                            anteriore
                                                          nasion
                    Asse
                    antero-posteriore

                       SX                                                  DX

                                  ophistion
                                                              posteriore

L’inclinazione della sfera posteriore incide sull’inclinazione del sacro dallo stesso lato. Con
occipite basso a dx (l’articolazione atlanto-occipitale è abbassata dal lato destro), anche il sacro
(articolazione sacro-iliaca) sarà basso a dx.
L’inclinazione della sfera anteriore vede la grande ala dello sfenoide alta dal lato destro.
Per convenzione la torsione si denomina dal lato della grande ala alta, purchè l’occipite sia basso
dallo stesso lato della grande ala alta (la torsione implica le due sfere: anteriore e posteriore).
L’asse della torsione è un asse antero-posteriore, che va da nasion ad ophistion (parte più
posteriore del foro occipitale).

In una torsione dx i quadranti:

      anteriore dx e posteriore dx eseguono una R.E.
      anteriore sx e posteriore sx eseguono una R.I.

A livello del quadrante anteriore dx, troviamo la grande ala in posizione alta (questo è un
parametro di R.I., di estensione, ma la torsione a livello dell’osso sfenoidale, determina il
sollevamento della grande ala). Si aggiunge un parametro fondamentale di avanzamento che
determina il quadrante anteriore destro in rotazione esterna.

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Bisogna ricordare che a livello del cranio l’essenziale è garantire la flesso-estensione. Per
garantire ciò la sincondrosi sfeno-basilare (S.S.B.) deve essere mantenuta su un piano sagittale.
In uno stato di torsione, la S.S.B. è sempre allineata sul piano sagittale. Avremo un adattamento
periferico tale da poter mantenere una flesso-estensione a livello della base.
Si ha una deformazione elicoidale della grande ala che è alta e avanti, dell’occipite che è basso e
avanti.

      grande ala alta                     occipite basso

In uno stato di torsione abbiamo un adattamento di tutte le ossa sotto l’azione delle membrane;
se prendiamo l’occipite osserveremo che non è più simmetrico; esso cresce, in base alle forze
imposte dalle membrane. Osserveremo che la squama non è la stessa dal lato dx e sx: c’è una
deformazione della squama.

Segni visivi e palpatori per riconoscere uno stato di torsione

torsione a dx:
     l’orecchio dx sarà basso e scollato R.E.
     l’orbita dx sarà aperta R.E.
     lo zigomo meno pronunciato R.E.
     il frontale sarà posizionato relativamente alto, largo con la bozza frontale sfuggente
       (meno sporgente) R.E.
     la narice di dx più aperta
     lambda sarà spostata a dx
     asterion più basso e bombato
     l’apofisi mastoidea più bassa e cancellata (meno prominente)
     la sutura coronale più avanti
     il palato osseo sarà alto, piatto e aperto
     l’arcata dentaria superiore sarà più alta e aperta nella parte posteriore.

                                 Adattamento delle membrane

La tenda del cervelletto dal lato della torsione, nella parte posteriore, è bassa-avanti-fuori (il
bordo superiore della rocca, dove si inserisce, scende; il temporale globalmente va in avanti-
fuori), nella parte anteriore è alta-avanti (la grande ala è relativamente alta e avanti).
Globalmente c’è uno stiramento, una tensione antero-posteriore marcata (adattamento dello
sfenoide in alto-avanti). Questo stiramento antero-posteriore si ripercuote soprattutto sulla
lamina interclinoidea con ripercussioni possibili:
     a livello venoso
     a livello arterioso
La falce, tenuto conto dell’adattamento dell’occipite (lambda bassa), si adatterà nella parte
superiore, sotto la forma di una convessità. Tale convessità è più marcata nella parte posteriore:
lato della torsione.

Lo stato di torsione è un adattamento che mantiene la sincondrosi sfeno basilare (SSB) sul
piano sagittale sul quale avviene la flesso-estensione craniale.

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A livello della sfera posteriore si osserva:

   •   Occipite: non si osserva nessuna torsione a livello SSB. In uno stato di torsione destra,
       tra la squama occipitale e l’apofisi basilare, l’osso è attorcigliato, lambda è deviata a
       destra, l’apofisi giugulare dal lato della torsione è bassa e avanti e questo determina la
       rotazione esterna del temporale. Asterion è basso e bombato.

   •   Temporale: si trova in uno stato di rotazione esterna, l’apofisi mastoidea e stiloidea sono
       basse, dentro e dietro. L’apofisi zigomatica è bassa avanti fuori. C’è un’opposizione di
       adattamento con lo zigomo che si adatta in posizione relativamente alta determinando
       compressione della sutura temporo-zigomatica. Sulla faccia esocranica del temporale si
       trova la tromba di Eustachio che interessa il temporale stesso e lo sfenoide con un
       adattamento differente, a livello del temporale c’è una possibile ripercussione sulla
       tromba di Eustachio, quindi possibili fenomeni di acufeni (fischi e/o ronzii). Il foro
       giugulare avrà la sua dinamica di chiusura limitata.

   •   Parietale: si trova in uno stato di rotazione esterna, la sutura sagittale è deviata a destra
       nella parte posteriore; la sutura coronale dal lato della torsione è piuttosto anteriore.
       L’angolo antero inferiore del parietale che fa sutura con la grande ala dello sfenoide si
       trova in uno stato di compressione a livello della sutura sfeno parietale per adattamento
       differente tra parietale e sfenoide.

   A livello della sfera anteriore:

   •   Sfenoide: inverte la sua rotazione rispetto all’occipite, cioè globalmente “sale”, ma la
       salita è impedita dal temporale (sutura sfeno squamosa in cui la porzione più orizzontale
       è coperta dal temporale). Il corpo dello sfenoide, in teoria, è più alto e più avanti, sul
       corpo ci sono le tensioni che esercitano le due circonferenze del tentorio. La lamina
       interclinoidea è stirata antero-posteriormente e quindi c’è una ripercussione sulla
       fisiologia del seno cavernoso e sui differenti elementi nervosi della parete esterna (III, IV,
       VI e V1). Dal lato della torsione in teoria si può avere un’influenza diretta sull’ipofisi e
       sul chiasma ottico. La piccola ala dello sfenoide è alta e avanti, entra in contatto con il
       bordo orbitario del frontale che è in rotazione esterna e indietreggiato, per cui c’è
       opposizione tra il frontale e lo sfenoide. La piccola ala presenta una faccia orbitaria che
       in teoria si adatta alto e avanti (presenza del foro ottico), sotto è presente il tubercolo
       sotto ottico per l’inserzione del tendine di Zinn con tutta la muscolatura intrinseca
       dell’occhio, così in uno stato di torsione si rischia lo squilibrio della muscolatura
       intrinseca, con conseguente differenza del raggio di curvatura della cornea. La grande ala
       globalmente si alza, ma meno rispetto alla piccola ala, perché è frenata dal temporale,
       così dal lato della torsione c’è un’apertura dell’incisura sfenoidale (orbitale superiore)
       con un teorico aiuto del drenaggio venoso delle vene oftalmiche che arrivano al seno
       cavernoso il quale si trova alterato. La sutura sfeno-parietale è compressa, la faccia
       orbitaria della grande ala è in avanti, quindi potrebbe avvenire una ripercussione sugli
       elementi dell’orbita. La sutura sfeno-zigomatica è piuttosto alta, avanti e fuori e ciò
       giustifica la rotazione esterna dello zigomo. L’apofisi pterigoidea è alta, avanti e fuori.
   •   Frontale: si trova in uno stato di rotazione esterna. Dal lato della torsione è alto,
       sfuggente (cioè la bozza frontale è più cancellata) e più largo. L’incisura etmoidale dal
       lato della torsione è più aperta. Il pilastro orbitario esterno è alto avanti e fuori; questo
       aiuta l’aumento del diametro obliquo dell’orbita.

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•   Etmoide: l’apofisi Cristagalli è deviata a sinistra, la lamina perpendicolare è deviata a
       destra, la massa laterale è più alta e più dilatata dal lato della torsione.

   •   Palatino: si trova in uno stato di rotazione esterna, globalmente in una posizione alta, la
       lamina orizzontale è alta e fuori.

   •   Mascellare superiore: si trova in uno stato di rotazione esterna, l’arcata dentale è più
       aperta nella parte posteriore e il palato è più alto e più piatto. Lo iato mascellare è più
       aperto. Il canale lacrimo nasale in teoria è più aperto e l’orifizio piriforme (la narice) è
       più aperta.

   •   Zigomo: è in posizione alta, in rotazione esterna, quindi è cancellato e la sua rotazione
       esterna giustifica l’aumento del diametro obliquo dell’orbita (N.B. è l’osso equilibratore
       tra la sfera anteriore e posteriore)
   •   Vomere: il suo adattamento dipende dallo sfenoide e dall’etmoide, quindi è un osso
       adattativo; c’è una deviazione del setto nasale.

   •   Mandibola: dal punto di vista teorico il condilo mandibolare è più avanti e più basso e
       quindi in una torsione destra, in teoria il mento è deviato a sinistra (morso incrociato). In
       realtà possiamo trovare questo adattamento ma anche il contrario perché l’articolazione
       temporo mandibolare è altamente adattativa.

La bocca può essere l’espressione di uno stato emozionale. Nel bruxismo, ad esempio, il paziente
stringe i denti perché cerca un punto di appoggio, un fulcro, meccanismo ben conosciuto da chi
si occupa di gnatologia e di disturbi temporo-mandibolari.

                                                         •   Lo sfenoide e l’occipite effettuano una
                                                             rotazione opposta che porta una
                                                             malocclusione del tipo cross-bite.

                                                         •   I piani mascellare e mandibolare sono
                                                             inclinati rispetto all’orizzontale e non
                                                             sono paralleli tra loro.

                                                                                                  8
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Latero-flessione-rotazione o side bending rotation (LFR o SBR)

Definizione: adattamento dello stato del cranio nel quale troviamo un rotolamento in
convergenza delle due sfere sul piano orizzontale di un lato e una rotazione di queste due sfere
dal lato opposto sul piano frontale.
La flessione laterale rotazione, rispetto alla torsione, coinvolge due piani. Per il cranio si tratta
di un adattamento molto più difficile. Lo scopo è quello di mantenere la sincondrosi sul piano
sagittale di movimento. Se la torsione non basta per trovare l’equilibrio, il cranio cercherà un
altro adattamento questa volta su due piani, allo scopo di mantenere la sincondrosi sul piano
sagittale:

   1. rotazione sul piano >                  frontale
   2. flessione laterale sul piano >         orizzontale.

La FLR si denomina dal lato della grande ala bassa.

 La flessione laterale avviene su un piano orizzontale, perpendicolare agli assi di mobilità
  fisiologici: SS desto e sinistro – CSM destro e sinistro, attorno a due assi verticali.

 La rotazione avviene su un piano frontale attorno ad un asse antero-posteriore da nasion a
  ophistion.

La difficoltà è quella di visualizzare i piani.
La flessione laterale avviene su un piano orizzontale ma c’è da ricordare che per il cranio
bisogna riflettere a 90°: mentre a livello delle vertebre la flessione laterale avviene sul piano
frontale, nel cranio, a causa dello sviluppo embriologico dell’encefalo (crescita dal basso verso
l’alto e sviluppo delle vescicole encefaliche che fanno sì che ci sia un gomito a 90°), il piano
orizzontale corrisponde al piano frontale di riferimento!

Da un punto di vista morfologico, in una FLR, il cranio assume la forma di “banana”.
L’emi-perimetro destro è maggiore di quello sinistro nel caso di una FLR dx.

Riconoscimento visivo di una FLR dx:

      Orecchio destro: basso e scollato
      Orbita destra: chiusa
      Frontale dx: stretto e bombato
      Sopracciglio dx: basso
      Zigomo: pronunciato
      Volta palatina dx: stretta e bassa
      Arcata sup. dx: chiusa.

Riconoscimento palpatorio di una FLR dx:

    Volta cranica: più convessa dal lato                    Sutura sagittale: a destra soprattutto
     della FLR                                                posteriormente
    Occipite: basso e dietro                                Mastoide: cancellata e bassa.
    Lambda: a destra

                                                                                                   9
OMEOPATIA AD INDIRIZZO PSICO-MORFOLOGICO-COSTITUZIONALE COMPARATA CON GLI STATI DEL CRANIO OSTEOPATICI
Adattamento teorico delle suture direttrici

Sutura sfeno-squamosa destra: la grande ala inverte il suo adattamento rispetto al corpo ed è
relativamente alta dietro. Relativamente compressa sopra e aperta sotto SS.

Sutura occipito-mastoidea destra: l’occipite        tensione ant/post e il tentorio è trazionato
dal lato della FLR è basso e dietro; il             avanti alto e basso dietro.
temporale globalmente basso e dietro mentre
la piccola e grande ala dello sfenoide si
trovano globalmente in basso e avanti. Il
tentorio che continua fino alla lamina
interclinoidea riceve una trazione dall’avanti
verso il dietro.
E’ in decompressione sopra CSM, in relativa
apertura perché il tentorio traziona da avanti
verso dietro.
Il temporale verrà trazionato piuttosto in
avanti dalla tensione del tentorio,
permettendo così la liberazione della parte
alta. A livello della lamina clinoidea c’è una

Sutura sfeno-frontale destra: maggiormente compressa nel braccio interno (corto) perché la
grande ala inverte rispetto al corpo.

Adattamento delle membrane

Il tentorio dal lato della FLR è più basso e dietro ma soprattutto nella parte anteriore c’è una
trazione nel senso antero-posteriore.
L’adattamento della sfera anteriore con una componente in avanti (flessione laterale) porta a uno
stiramento antero/post della lamina interclinoidea e del seno cavernoso.
La falce è soprattutto inclinata a destra nella sua parte superiore.

                                                                                              10
La LFR si denomina sul lato della grande ala bassa. L’adattamento dei quadranti, ad esempio su
                               una LFR destra sarà il seguente:

Sfera anteriore destra      in rot. Int.
Sfera anteriore sinistra    in rot. Est.
Sfera posteriore destra     in rot. Est.
Sfera posteriore sinistra   in rot. Int.
                                                                   Rot        Rot
                                                                   Est        Int

                                                                   Rot          Rot
                                                                   Int          Est

                                                          •   Si tratta di una doppia lesione di
                                                              inclinazione e di rotazione tra lo
                                                              sfenoide e l’occipite. Il
                                                              mascellare e la mandibola sono
                                                              inclinati dallo stesso lato rispetto
                                                              al piano sagittale mediano. I
                                                              punti interincisivi non
                                                              coincidono con il piano stesso.

                                                          •   I piani di occlusione trasversali
                                                              sono paralleli tra loro e inclinati
                                                              rispetto all’orizzontale.

                                                                                               11
Costrizioni

Se il cranio non si può adattare in flessione o in estensione, in torsione o in SBR, cercherà degli
altri adattamenti per fare in modo che la sincondrosi sfeno basilare possa in qualche modo
espletare il suo movimento di flesso-estensione e quindi si creeranno delle costrizioni cranio-
sacrali. Questi adattamenti in genere sono di tipo traumatico cioè afisiologici e comprendono
strain laterale, verticale e compressioni della SSB.
.

Strain laterale (orizzontale)

Adattamento dello stato del cranio nel quale le due sfere craniche si
adattano nella stessa direzione secondo un piano orizzontale.
Immaginiamo il piano orizzontale del cranio, la sfera anteriore e quella
posteriore, su questo piano, si adattano nella stessa direzione compiendo
una rotazione (inclinazione laterale omolaterale).
Gli assi di adattamento sono due, posti verticalmente e
perpendicolarmente agli assi fisiologici.
La denominazione è riferita sempre dal lato della grande ala anteriore.
La materializzazione della sfera anteriore e posteriore, avviene secondo
un piano orizzontale che ruota attorno a due assi teorici verticali (perché
sono perpendicolari agli assi di mobilità fisiologici SS-SS per la sfera
anteriore e CSM-CSM per la sfera posteriore) in cui le due sfere
compiono una rotazione nello stesso senso.

Adattamento dei quadranti:

                                Post   Ant
                                                     Si adattano nello stesso senso e sul piano orizzontale
                                                     destro

                                Post   Ant

Si parla di anteriorità e posteriorità e non di rotazioni perché gli adattamenti avvengono su un
unico piano.
La flessione della base è la risultante della rotazione esterna dei quattro quadranti in periferia; i
quattro quadranti si adattano sui tre piani dello spazio e la risultante è la flesso estensione.
La grande ala in una torsione si adatta su un piano che però è para frontale e quindi va sì avanti
ma anche in alto. In uno strain laterale c’è un adattamento solo sul piano orizzontale.
E’ inutile descrivere l’adattamento osseo di ogni sfera perché un emicranio è più anteriore
rispetto all’altro.

Quando lo strain avviene in un bimbo troviamo un cranio a forma di parallelogramma.

                                                                                                  12
In verde la direzione della spinta correttiva.
       Meglio fare spinte diagonali più che antero-
       posteriori questo per la nozione di sfera.

Si trova così un neonato su quattro, ogni tanto è impressionante perché ci può essere una
differenza di quasi un centimetro tra un emi frontale e l’altro.

N.B.: è l’adattamento periferico che condiziona il centro e la flesso-estensione a livello della
SSB la quale deve essere su un piano sagittale di movimento ed in questo caso l’adattamento
della periferia si fa su un piano orizzontale. Quindi per garantire la flesso estensione la periferia
si adatta in rotazione anteriore di un emilato (strain laterale).
Le strutture periferiche proteggono il centro. Per il cranio, il centro è costituito dall’articolazione
sfeno-basilare, SSB; nel torace al centro troviamo la funzione cardiaca e nel bacino al centro c’è
l’apparato riproduttivo. Tutte le funzioni essenziali sono al centro e per arrivare a tali strutture
bisogna passare attraverso la periferia.
La mobilità della sella turcica è minima, nel torace il pericardio ha una minima mobilità così
come per l’apparato uro genitale; tutto ciò giustifica che la periferia condiziona il centro (o forse
sarebbe meglio dire che è il centro che condiziona la periferia).

Adattamento teorico posturale di uno strain laterale destro

   -     occipite sinistro è un po’ più basso
   -     inclinazione laterale sinistra a livello cervicale
   -     compenso con una curva a grande raggio dorsale
         (scoliosi sinistra convessa dorso-lombare)

                                                                                                    13
Strain verticale

Adattamento dello stato del cranio nel quale le due sfere ruotano nello
stesso senso su un piano sagittale.
Denominazione: ci si riferisce alla parte posteriore del corpo dello sfenoide
quindi si formano strain verticali alti e bassi.

Adattamento dei quadranti

              Ant                                                                        Ant

         RE     RE                                                                     RI      RI
                         Dx                                                    Sx
         RI     RI                                                                     RE   RE
                        Strain alto                                 Strain basso

           Post                                                                         Post

Gli strain verticali alto e basso possono essere anteriore e posteriore.
Nello strain verticale alto i due quadranti anteriori sono in rotazione esterna perché il corpo dello
sfenoide va in alto quindi in flessione e dato che la sfera posteriore ha la stessa rotazione,
l’occipite va in estensione per cui i quadranti posteriori si trovano in rotazione interna.
In uno stato di strain verticale basso (questo stato può essere evidenziato tra l’altro dalla forma
della sutura coronale, qui c’è relazione tra la sfera anteriore e posteriore ed è per questo che la
periferia può essere l’espressione di ciò che accade alla base) da davanti a dietro a livello della
coronale scendo lo scalino!

      lo sfenoide è in estensione
      il frontale è in rotazione interna  frontale stretto
      bregma si apre
      i parietali sono in rotazione esterna quindi la sutura interparietale è bassa
      la sfera anteriore in estensione
      la sfera posteriore in flessione.

Lo strain verticale basso predispone, da un punto di vista occlusale, al prognatismo (arcata
dentaria inferiore ricopre o è allo stesso livello di quella superiore).
A partire dallo scalino si può definire la postura.

                                                                                                    14
Adattamento teorico posturale in uno strain verticale

                       Siamo di fronte ad uno schema misto: globalmente anteriore nella parte
                       bassa (linea blu) e posteriore in quella alta (linea rossa).
                       Questo è uno schema classico per quasi tutti gli strain verticali.
                       Caratteristica è una zona dorsale alta piatta (estensione bilaterale) e di
                       conseguenza la cerniera cervico-dorsale si trova in sovraccarico.
                       Questo va bene per uno strain verticale basso ma c’è lo stesso schema
                       anche per l’alto, probabilmente perché non sarebbe possibile mantenere
                       uno schema posteriore inferiormente e anteriore superiormente. Ciò che
                       permette tale schema è il muscolo diaframma.

        •   Sono legati ad uno spostamento verticale tra sfenoide ed occipite.

        •   Lo strain verticale alto comporta un prognatismo.

        •   Lo strain verticale basso comporta un retrognatismo mandibolare.

        •   L’interesse dell’occlusione è quello di servire da riferimento nel grado di adattamento
            dell’individuo a questa verticalizzazione.

                                                                                                15
Compressione

E’ una restrizione globale della mobilità dovuta a compattamento delle sue componenti ossee in
cui la plasticità si riduce notevolmente. Le cause possono essere dovute:
    - a seguito dello sviluppo nella vita intrauterina. Un feto può subire delle costrizioni.
        L’utero è un muscolo che da sei centimetri passa fino a 33 centrimetri quindi si sviluppa
        creando strati muscolari atti a mantenere e stabilizzare il feto. Lo sviluppo dell’utero
        dipende dalle sue fibre muscolari che sono sotto l’influenza ormonale del progesterone;
        se c’è un’ipoprogesteronemia nella gravidanza c’è una difficoltà da parte delle fibre di
        espandersi, di crescere e ciò può essere un fattore di compressione;
    - a seguito di un parto prolungato o difficile (impegno della testa, spinte sul sedere del
        bimbo da parte dell’ostetrica, resistenze materne). Un parto è qualcosa di traumatico per
        un bimbo;
    - trauma sul frontale o sull’occipite o laterale sul temporale;
    - asse aponeurotico centrale che traziona troppo per un accorciamento costituzionale
        (anche nello strain verticale alto posteriore);
    - conseguenze di patologie che implicano le membrane (ad esempio di origine virale o
        tossicosi).

Colpisce l’atteggiamento del paziente che è stanco (astenico), con scarsa vitalità, spesso si
ammala, sembra associarsi un disturbo delle difese immunitarie che appaiono ridotte. Dal punto
di vista emotivo si potrebbe associare uno stato di compressione agli stati riguardanti i disturbi
nelle forme di depressione sia maggiori che nei disturbi di personalità tipo bipolare.
Per i bimbi il quadro è più grave perché presentano un iposviluppo, con crescita ritardata, sono
più piccoli. Sono ipoattivi, tranquilli, “stanno dove li metti”. Per le bimbe si riscontrano
infezioni vaginali ricorrenti.

                                                                                               16
Le Costituzioni Omeopatiche

Il concetto di Costituzione Omeopatica si rifà alla corrente del Costituzionalismo che vede come
attore principale lo studio delle persone sia dal punto di vista fisico o morfologico che dal punto
di vista psicologico caratteriale o se vogliamo di personalità. Già Ippocrate aveva parlato di Tipi
Costituzionali descrivendo quattro tipologie (Bile Nera, Bile Gialla, Collerico e Flemmatico).
Nel corso dei secoli altri filosofi, medici, hanno descritto la persona cercando di definire dei
campi propri che assumevano il ruolo di aspetti costituzionali. Anche l’Omeopatia ha quindi
sviluppato delle teorie a dimostrazione del fatto che certe caratteristiche umane possono essere
catalogate in tipi Costituzionali.
Del resto anche la Psicologia classica definisce la Personalità attraverso i tratti che determinano
una serie di caratteristiche che permettono di comprendere il funzionamento psicologico
dell’individuo, determinando la possibilità di prevedere il comportamento a seconda dei fattori
che emergono come prevalenti nel soggetto oggetto di studio.
Le costituzioni Omeopatiche di base sono quattro:

   1.   la Costituzione Carbonica
   2.   la Costituzione Sulfurica
   3.   la Costituzione Fluorica
   4.   la Costituzione Fosforica

Il soggetto di Costituzione Carbonica

Il rimedio caratteristico di questa costituzione è la Calcarea Carbonica.
La fase embriologica di riferimento è quella endodermica.

Tipologia
Soggetto tendenzialmente basso e grasso: ama infatti il cibo che assume in grandi quantità
nonostante la facilità ad ingrassare.
Il lattante è il tipico bebè paffuto da spot pubblicitari.
Non ama lo sforzo fisico: essendo fondamentalmente pigro, difficilmente si cimenta in attività
sportive.

Psiche
Ordinato, metodico e disciplinato: ama la vita scandita da orari e non tollera gli imprevisti,
tendente all’apatia e all’economia delle risorse energetiche, sposa la legge del risultato con
minimo sforzo altrimenti lascia l’obiettivo se troppo difficoltoso.
Rispettoso, responsabile, coscienzioso.
È un tipo riflessivo e solitario, fedele e tranquillo con abitudini legate alla famiglia.
Ossessionato dalle regole, ansioso nei riguardi di tutto ciò che non funziona, polemico e
conflittuale con le stesse regole che ha subìto e a cui si è assoggettato.
Ossequioso dell’autorità, adatto a ruoli da gregario; ha un’intelligenza pratica poco intuitiva e
ideativa.

Predisposizioni morbose
Tendenza a sviluppare adenoidi, facile alle tonsilliti, bronchiti, rinofaringiti.
Eczema e diarrea.
Circolazione periferica lenta (stasi), con tendenza all’arterosclerosi.
Artrosi, rigidità muscolare e vertebrale, con dolori articolari e spondilosi.

                                                                                                17
Malattie metaboliche e nutrizionali (litiasi, reumatismo, diabete); tendenza a sviluppare malattie
immunoallergiche soprattutto su base digestiva in quanto l’apparato immunitario non è
all’altezza di soddisfare le richieste digestive (correlate alla quantità e alla varietà anche da
processi di tipo psicologico).

Caratteristiche morfologiche
Brevilineo con aspetto generalmente rotondo
Articolazione rigide: che conferiscono una postura abbastanza statica, lenta e pesante.
L’ossatura si presenta solida con torace ampio e in cifosi.
Arti superiori corti, con atteggiamento in flessione, mano quadrata, a spatola, con dita grosse e
robuste, unghie tendenzialmente quadrate.
Angolo braccio-avambraccio aperto verso l'alto.
Denti tozzi e corti, spaziati con smalto dalla colorazione bianca. L’occlusione è quasi perfetta
perché sono rare le mal posizioni dentarie. La volta palatina è appiattita, tipico della
conformazione craniale di rotazione esterna di tutti e quattro i quadranti (stato di flessione).
Bambino: testa grossa, ventre prominente, linfatico, vorace.

Il soggetto di Costituzione Fosforica

Il rimedio associato a questa Costituzione è Calcarea Phosphorica.
La fase embriologica vede la prevalenza del foglietto ectodermico.

Caratteristiche morfologiche
Alto e sottile, magro, con muscolatura poco sviluppata.
Ossatura sottile e articolazioni flessibili.
Mano allungata con dita sottili.
Viso magro ed allungato con mento tendenzialmente rientrato (viso triangolare). Caratteristica
della struttura cranica del soggetto in estensione, con tutti e quattro i quadranti in rotazione
interna.
Naso sottile ed aquilino (per i rapporti di rotazione interna del mascellare superiore con le altre
ossa costituenti le fosse nasali). La volta palatina, per le caratteristiche appena descritte, si
presenta ogivale. Tende alle mal posizioni dentarie per mancanza di spazio vista la struttura
ossea globalmente in chiusura.
Denti lunghi, rettangolari con cuspidi ben formate.
Angolo braccio- avambraccio tendenzialmente in linea.
Bambini: magrolini, appetito alterno, insonnia, umore variabile.

Psiche
Astenico, simpaticotonico: iper-reattivo e iper-flessibile con esaurimento energetico veloce che
si trasforma in ansia.
Freddoloso con intolleranza al calore nella testa e nelle mani; peggiora infatti con il freddo e con
qualsiasi sforzo fisico. Migliora con il riposo e il sonno (anche se può presentare difficoltà con
insonnia a causa dell’attivazione ortosimpaticotonica).
Intelligente, sentimentale, con passione per l’arte, creativo, non portato per il lavoro fisico.
Elegante ed armonioso, con caratteristica di eseguire movimenti armonici.
Di poco appetito; affaticabile facilmente, a volte depresso.
Persona timida con amore per il sapere.

Predisposizioni morbose
Facile alle affezioni respiratorie: rinofaringiti, bronchiti, asma bronchiale, pertosse.

                                                                                                 18
Affezioni tubercolari e patologie endocrine.
Lassità legamentosa con ptosi viscerale; ipotonia legamentosa che giustifica scoliosi, cifosi e
piede piatto.
Cistiti recidivanti.

Il soggetto di costituzione fosforica essendo abbastanza affaticabile, predilige attività sportive in
cui lo sforzo è di breve durata (es. atletica 100 mt), oppure la danza classica in cui i movimenti
eleganti e armonici ne caratterizzano le peculiarità.
Ha scarsa risposta agli stress fisici quindi si adatta con difficoltà alle diverse condizioni
ambientali: non sopporta il caldo eccessivo e il freddo intenso.
Il soggetto fosforico è un idealista, sognatore, con intelligenza più astratta che pratica.
Vive frequentemente situazioni d’ansia essendo emotivamente e sentimentalmente coinvolto
nelle situazioni che lo contrappongono in conflitto tra la sua predisposizione a sognare e la realtà
che lo circonda. La sua ipersensibilità lo facilita nel percepire sé stesso in modo talvolta
eccessivo.

Il soggetto di Costituzione Sulfurica

Il rimedio indicato per tale Costituzione è Sulfur.
Nella costituzione sulfurica si distinguono due sottotipi: il sulfurico grasso e il sulfurico magro.
Coloro i quali considerano il sulfurico come individuo normo tipo indicano nel sulfurico grasso
un misto tra costituzione sulfurica e carbonica e nel sulfurico magro un misto tra costituzione
sulfurica e fosforica.
Embriologicamente si caratterizza nella fase mesodermica.

Caratteristiche morfologiche
Tendenzialmente è un soggetto di media statura.
Ipertrofia muscolare ed ipetricosi: è dotato di grande resistenza ed ama ogni tipo di sport.

Psiche
Soggetto equilibrato dal punto di vista psichico anche se presenta umore alternante: è un
ottimista che ama godersi la vita.
Tipo simpatico, estroverso e buon comunicatore, sicuro di sé.
Curioso, iperattivo sempre in cerca di stimoli nuovi, obiettivi da raggiungere.
Reagisce bene a qualsiasi stimolo esterno: è il classico Manager, vincitore nella vita.
Quando scompensato si caratterizza per avere stati rancorosi o collerici con manifestazioni
violente.

Predisposizioni morbose
Gode di buona salute, è caloroso, ricerca ambienti freschi e aereati. Infatti tende a peggiorare con
il caldo e migliora con il tempo secco.
Presenta, in genere, problemi cutanei e a volte metabolici specie il sulfurico grasso con
l'avanzare dell'età. Emette scorie che emana attraverso la pelle principalmente ma anche tramite
tutti gli altri emuntori.

Caratteristiche morfologiche
Normolineo con rapporti armonici ben proporzionati tra altezza e larghezza. Normalmente di
peso medio. La struttura muscolare è tonica con movimenti scattanti, finalizzati ad un’andatura
regolare e ritmica.
Corpo e mani e unghie quadrate.

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Cranio di forma media, tendente ad avere globalmente i quadranti in rotazione esterna
(flessione).
Viso medio, rettangolare con mento a volte proteso in fuori.
Denti quadrati, tendenti ad una colorazione giallastra; lingua con patina biancastra.
Angolo braccio-avambraccio non in linea (formato un angolo < 180° ).
Può essere caratterizzato per avere prevalenza di funzionamento del sistema neurovegetativo
ortosimpatico, se in scompenso eccede verso l’iper-ortosimpaticotonia. Tale caratteristica può
comportare soventi dolori articolari della colonna per aumento di tensioni musolari-fasciali
dovute a disfunzioni osteo-articolari vertebrali.
Il soggetto di Costituzione Sulfurica è un atleta che predilige le specialità come il sollevamento
pesi o la maratona.
Il sulfurico è il tipico rappresentante di commercio che terminato il lavoro si reca al bar con gli
amici.
Sempre pronto all’avventura e decide all’ultimo momento con chi andare e dove andare. Fa
amicizia facilmente.
Ad un appuntamento arriva in ritardo lasciando la macchina in doppia fila non avendo tempo e
voglia di cercare un parcheggio.
Veste in stile casual moderno con abiti leggeri non essendo freddoloso.

Il soggetto di Costituzione Fluorica

Il rimedio costituzionale caratteristico è Calcarea Fluorica.
A livello embriologico si ha una compromissione dei tre foglietti embrionali che può portare a
sviluppare patologie riguardanti organi derivati da una o tutte e tre le porzioni germinative.

Caratteristiche morfologiche
Soggetto distrofico con rapporti asimmetrici. Peso e altezza prevalentemente piccole. Esostosi.
Grande lassità delle articolazioni, con postura disequilibrata, asimmetrica e poca coordinazione. I
gesti appaiono disordinati, goffi, con mancanza di movimenti aggraziati, ritmo e flessibilità
ridotti.
Viso asimmetrico vistosamente
Dentizione irregolare, caratteristica marcatamente visibile in cui frequentemente si presentano
anomalie della forma e del numero
Potrebbe essere caratterizzato da strain craniali o compressioni. Caratteristica che potrebbe
portare alla manifestazione di scoliosi vertebrale ma di origine craniale.
Tipico di tali costituzioni osteo-craniali ma anche di tensione durameriche è l’associazione con
l’aspetto psichico di isolamento cui possono andare incontro tali soggetti. Lo sviluppo di
psicopatologie riguardanti la sfera socio-emotiva riguarda soprattutto la facilità ad andare verso
gli stati psicotici arrivando fino a disturbi di personalità di tipo psicopatica o evitante.
Dita mano dismorfiche.
Angolo braccio-avambraccio aperto verso il basso.

Psiche
Instabilità e indecisione: è il genio incompreso o l’artista stravagante.
Fisicamente dotato di grande elasticità soprattutto articolare.
Da bambino è irrequieto e inosservante delle regole; da adulto si dimostra aggressivo verso gli
altri o verso sé stesso.
Ritardo mentale o intelligenza intuitiva.
Dissociato tra le richieste fisiche e quelle mentali, è il paziente psicosomatico per eccellenza.
Può sviluppare tale dissociazione fino ad arrivare a stati psicotici veri e propri.

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Predisposizioni morbose
Scoliosi, cifosi.
Malattie ulceranti, es. rettocolite ulcerosa.
Paranoia o sindrome maniaco-depressiva.
Caratteristica principale della Costituzione Fluorica è l’elasticità dei muscoli e dei legamenti che
caratterizzano il soggetto fluorico come tipo “snodabile” (è il contorsionista del circo).
La nota psicologica peculiare è la “deviazione dalla norma” che gli conferisce irrazionalità nelle
scelte di vita. Soggetto trasgressivo e aggressivo verso sé (tabagista, alcolista o dedito a droghe)
o verso gli altri.
Il soggetto fluorico è l’artista stravagante; sognatore che lavora alla sua idea irrealizzabile ed
inventore pazzo.
Compie le scelte a seconda dello stato d’animo del momento.
Onicofagico e fumatore. Ad un appuntamento importante non si presenta perché non regge
all’angoscia e reagisce con la fuga.
Veste in modo stravagante e mostra gli stati di angoscia in modo incontrollabile. Caotico
nell’esposizione di argomenti che gli creano ansia.

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Morfologia dei corpi e psicologia dei caratteri

La vita è mobilità, crescita e progressione quindi ogni forma è il risultato di una spinta vitale che
si relaziona continuamente con le forze dell’ambiente.

La morfopsicologia studia il rapporto tra i parametri morfologici del viso considerando il
principio della legge fondamentale di ritrazione e dilatazione. Questo concetto si ritrova
perfettamente in biologia se consideriamo il movimento di espansione e retrazione che ogni
cellula biologica possiede. Infatti la membrana cellulare stessa presenta tale meccanismo di
compensazione che le permette l’espandersi o il ritrarsi ad ogni scambio tra l’ambiente
intracellulare ed extracellulare.

Louis Corman è stato il fondatore della morfopsicologia e uno tra gli psicologi o psicoterapeuti
ad indirizzo corporeo che ha sviluppato il concetto di espansione e ritrazione. Un altro filone
molto conosciuto è quello riguardante la Bioenergetica che vede il fondatore in Alexander
Lowen, ma già prima Raich aveva introdotto il concetto di energia psichica e formazione del
carattere legati alla corazza corporea. Tutti gli autori ad indirizzo corporeo sono accomunati dal
concetto che il corpo o soma si modifica a seconda del tipo di struttura psicologica presente.
Nello specifico la morfopsicologia ha studiato i caratteri somatici del viso e ne ha correlato le
varie caratteristiche psicologico caratteriali. Tutto ciò risulta chiaramente collegato ai concetti
osteopatici esposti sopra e alle definizioni omeopatiche espresse nelle varie tipologie di
costituzioni. Vediamo come sia possibile ritrovare tali concetti nello studio dei tratti somatici del
viso.

L’analisi proposta da Corman si rivolge inizialmente a quattro settori del viso:

   a.   il quadrato
   b.   i recettori sensoriali
   c.   il modellato
   d.   la mimica espressiva

Il quadrato riguarda la parte del viso ed è compreso da due importanti muscoli: il temporale e il
massetere, muscoli importanti che rientrano nella fisiologia della masticazione. Rappresenta la
riproduzione delle strutture corporee esprimendo la potenza dell’espansione vitale; è il maggior
esponente della conoscenza della personalità.

I recettori sensoriali costituiscono all’unisono il piccolo viso e rappresentano le strutture
anatomiche degli orifizi mediante le quali l’organismo intrattiene rapporti con l’ambiente esterno
e rappresentano quindi la modalità di rapportarsi dell’individuo con gli altri. L’innervazione di
tali recettori è infatti estremamente ricca e complessa e costituisce la funzione denominata
olfattiva, visiva, gustativa che determina appunto la conoscenza e il contatto con tutto ciò che è
esterno all’organismo. Inoltre la funzione di controllo degli scambi e del movimento è assicurata
dai muscoli pellicciai che entrano in gioco nella regolazione e nella manifestazione emotiva.

Il grande viso rappresenta le riserve di vitalità proprie dell’organismo ed è indice dei bisogni e
delle tendenze inconsce della personalità; il piccolo viso rappresenta gli scambi con l’ambiente
esterno e le modalità con cui vengono affrontate le interpretazioni emotive oltre che alla
manifestazione di tali emozioni (vedi ad esempio la manifestazione delle emozioni primarie
determinate dal movimento e dall’espressione che assume il viso in modo estremamente
unitario). Gli scambi che il soggetto manifesta con l’ambiente vengono rappresentati sia dalla

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struttura del viso cioè del quadrato, che da quella dei recettori che possono apparire aperti, chiusi
o protetti.

Il modellato rappresenta la conformazione del contorno del viso e se ne distinguono quattro
principali tipi:

   1. modellato tondo: indica la recettività, la facile assimilazione
   2. modellato piatto-ondulato: indica l’attività
   3. modellato ritrattato-bozzuto: è l’unione dei due precedenti e associa l’attività e la
      recettività
   4. modellato piatto: indica una attività difensiva

Riassumendo il grande viso indica la vitalità del soggetto, la sua potenza e le sue capacità di
realizzazione; il piccolo viso permette di stabilire come siano gli scambi con l’ambiente esterno,
la mimica espressiva è funzione della vivacità con cui questi ultimi si manifestano. Il modellato
apporta indicazioni sul tono vitale e sul grado di ricettività e di attività.

                               La legge della dilatazione-ritrazione

Claude Sigaud, medico lionese, avanzò un’ipotesi riguardante la legge di dilatazione e ritrazione.
Osservò che le malattie si differenziavano nell’evoluzione a seconda che si instaurassero in
pazienti magri o grassi. Stabilì che a queste opposte morfologie corporali dovessero
corrispondere differenti processi di difesa contro le aggressioni esterne. Distinse le persone
grasse come tipologie di dilatati, iposensibili, con reazioni di difesa mediocri, caratterizzati
dall’assorbire tutti gli elementi dell’ambiente, anche quelli nocivi. Definiremmo in Osteopatia
questi soggetti come caratterizzati da un sistema neurovegetativo che tende all’iper-
parasimpatico-tonia. All’opposto del continuum descrisse i magri come dei soggetti ritrattati
cioè degli ipersensibili, caratterizzati da difese esacerbate, che li spingono a rifiutare, ritrattando
appunto, tutti gli elementi dell’ambiente esterno. Definiremmo in Osteopatia come soggetti
caratterizzati da un sistema neurovegetativo tendente all’iper-ortosimpatico-tonia. Quindi sia la
dilatazione che la ritrazione sono meccanismi di difesa che preservano l’organismo dalla
comparsa di lesioni suscettibili di mettere in pericolo la vita. Avrebbero quindi una funzione di
conservazione dell’energia e di funzione adattativa.

Louis Corman prende queste considerazioni per rapportarle alla morfologia del viso
considerando tale differenziazione degli opposti come corrispondente a due istinti primordiali:
l’istinto di espansione e l’istinto di conservazione. Descrive l’istinto di espansione come una
forza che imprime all’organismo una espansione vitale che determina l’accrescimento. Questo
istinto si oggettiva morfologicamente attraverso la dilatazionze. L’istinto di conservazione
invece si oggettiva attraverso la ritrazione in cui il soggetto che si trova in una situazione di
pericolo, si richiude in se stesso isolandosi dall’ambiente circostante. Conserva l’energia
portandola tutta verso l’interno per conservare le funzioni vitali essenziali.

I due fattori essenziali che determinano tali meccanismi di difesa sono stabiliti dall’ereditarietà e
dall’ambiente circostante. L’ereditarietà stabilisce già a priori la struttura corporea che si verrà a
formare durante l’evoluzione e la crescita. L’ambiente invece determina le difese secondo gli
eventi più o meno favorevoli.

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I soggetti dilatati

 Per comprendere in modo immediato il concetto di dilatazione basta pensare alla figura corporea
di un bambino sano: essa è in divenire crescente. È il segno di una facile espansione
caratterizzata da una facilità di comunicazione con l’esterno. I sistemi organici si presentano con
un funzionamento equilibrato, armonioso. La circolazione dei fluidi è libera e le funzioni
regolatorie viscerali sono facilitate.

Le tipologie dilatate si presentano dal punto di vista corporeo come massicce, larghe, spesso
ricche di rotondità. L’ossatura è spessa, la muscolatura ben presente anche se non manca una
certa percentuale di massa grassa. La pelle è chiara e morbida al tatto ed oppone poca resistenza
alle aggressioni esterne. Il viso è caratterizzato dal parametro di larghezza: il modellato è fatto di
ampie curve con angolo mandibolare largo. I recettori sono larghi e ben aperti: bocca grande,
labbra spesse, pinne del naso larghe, occhi distanziati. Psicologicamente la predominanza
espansiva dei dilatati caratterizza questi soggetti come capaci di una sensibilità e una tolleranza
elevata nei riguardi dell’ambiente esterno. Questo determina un buon grado di adattamento alle
variazioni ambientali. Obbediscono agli impulsi ma cedono anche alle sollecitazioni esterne.
Sono golosi, avidi di contatti e scambi come pure di beni materiali. Sono accoglienti, generosi,
gentili, amano socializzare e vivere in gruppo, adatti alla vita familiare. Aperti verso l’ambiente
circostante. Prevalentemente sensoriali e istintivi più che votati al ragionamento.

Si potrebbe paragonare l’individuo dilatato al tipo estroverso junghiano. Osteopaticamente
rappresenta un individuo globalmente in uno stato di rotazione esterna. Omeopaticamente è
caratterizzato dalla Costituzione Carbonica.

                                         I soggetti ritrattati

La ritrazione non è determinata da un’atrofia del sistema ma da un meccanismo di difesa attivo,
un movimento verso l’interno che assicura la sopravvivenza e l’adattamento all’ambiente.
Caratteristica è l’iper-sensibilità che si nota soprattutto a livello del tessuto cutaneo
(ectodermico) che diviene l’organo più esposto alle aggressioni esterne. In questa tipologia il
tegumento risulta maggiormente resistente proprio perché reagisce con la rigidità ai tentativi di
aggressione dell’ambiente esterno. Mentre nei dilatati si ha un’apertura e un ampio adattamento,
nei ritrattati si ha una chiusura e un adattamento selettivo ed elettivo. La personalità dei ritrattai è
più complessa di quella dei dilatati in quanto spesso è doppia: in un ambiente selezionato a doc,
si comportano come dei dilatati, attraverso un movimento di espansione e comunicazione con
l’esterno; in un ambiente vissuto come ostile si chiudono rifugiandosi nel loro mondo interiore.
Gli istinti non si manifestano con la stessa libertà di quelli dei dilatati, occorrono condizioni
privilegiate, sono quindi meno golosi e meno attivi. Hanno amicizie scelte e le relazioni si

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riducono a pochi elementi. Sono indipendenti e spesso solitari. Il loro interesse per il sapere è
limitato solo ad alcuni campi ma estremamente approfonditi. Prediligono il ragionamento e il
calcolo all’istinto che spesso controllano inibendone la funzione. Estremamente razionali, astratti
e poco pratici.

Si potrebbe paragonare l’individuo dilatato al tipo introverso junghiano. Osteopaticamente
corrisponde ad un individuo globalmente in uno stato di rotazione interna. Omeopaticamente è
caratterizzato dalla Costituzione Fosforica.

                                         I soggetti misti

La maggior parte dei soggetti presenta caratteristiche comuni ad entrambe le categorie, si
presentano cioè come dei tipi misti. Sono opposti e complementari. Dal punto di vista teorico si
potrebbe ipotizzare che il tipo misto è un individuo completo che si trova in equilibrio tra forze
di segno opposto. Jung spiegherebbe tale tipologia come una persona che è riuscita a raggiungere
un buon livello di individuazione avendo la consapevolezza della sua duplice componente che
però è presente non in modo separato ma nello stesso momento e sempre nello stesso tempo.

Osteopaticamente tale soggetto presenta tratti caratteristici sia dello stato di flessione sia dello
stato di estensione evidenziando un equilibrio dei diametri antero-posteriore e latero-laterale.
Omeopaticamente corrisponde alla Costituzione Sulfurica.

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Il paragone con le strutture caratteriali di Lowen

Un medico, psicoterapeuta, che ha studiato al lungo e correlato il carattere al soma è stato
Alexander Lowen. Rifacendosi ai concetti di Reich delle “corazze caratteriali”, ha stabilito
cinque suddivisioni di caratteri concernenti cinque tipi di strutture corporee:

       •   Schizoide
       •   Orale
       •   Masochista
       •   Psicopatico
       •   Rigido

Tali strutture corporee derivano da cinque grandi categorie di “ferite psicologiche” che il
soggetto si costruisce come difesa per non essere sopraffatto dalle emozioni negative cui va
incontro fin dalle prime fasi di vita. Le difese Difese Caratteriali si strutturano con il corpo in un
modo ben preciso e atto allo scopo di preservare l’organismo, hanno cioè una funzione adattiva.
La ferita psicologica determina quindi la difesa che struttura il carattere.

   a. Così il carattere schizoide si forma a seguito di difese che prevedono una causa derivante
      dalla sensazione di rifiuto. Il periodo di riferimento si rifà alla vita prenatale dei primi
      otto, nove mesi.
   b. Il carattere orale si forma a seguito della sensazione di abbandono e s’instaura durante i
      primi diciotto mesi di vita.
   c. Il carattere masochista si struttura a seguito di una emozione negativa vissuta di
      umiliazione e compare nei primi due o tre anni di vita.
   d. Il carattere psicopatico viene generato da una emozione negativa di tradimento e si
      delinea a partire dai tre anni di vita fino ai sei.
   e. Infine il carattere rigido deriva da una sensazione di ingiustizia e si struttura nel periodo
      che va dai quattro ai sette anni. Tutte queste strutture presentano delle caratteristiche
      morfologico-corporee che rispecchiano la tipologia di carattere corrispondente.

Ad esempio il carattere schizoide presenta un corpo stretto e contratto, alto, magro, freddo e
pallido, asimmetrico e disarmonico. La parte destra può essere molto diversa dalla sinistra.
La testa a volte è reclinata da un lato. Le labbra sono sottili; Il collo è lungo e sottile, sembra
separato dalla testa come se ci fosse un taglio netto (separazione tra il pensiero e il sentire) per
cui la respirazione è bloccata, superficiale, fatta solo per sopravvivere. Le spalle sono larghe ma
vuote d’energia sono nella posizione tipica dell’”attaccapanni”. Il tronco presenta un taglio tra
pancia e il diaframma, dovuto al blocco respiratorio e alla separazione del sentimento dalla
sessualità. E’ evidente anche una zona di contrattura tra le scapole: esprime il profondo terrore
dello schizoide nei confronti della vita.
Questa struttura caratteriale ha come caratteristica principale la tendenza a scindere il pensiero
dal sentire: l’individuo pensa di avere poca connessione tra ciò che sente in riferimento a come si
comporta. Tende ad isolarsi dalla realtà e a rompere il contatto esterno. Il termine schizoide si
riferisce quindi ad una persona con un Sé non esteso, un Io debole e un contatto limitato con il
corpo e le sue sensazioni. La personalità nello stato più grave psicopatologico si rivela nella
schizofrenia in cui si denota la scissione caratteristica di tale patologia. Ad esempio una persona
di tipologia schizoide tende a negare la rabbia, a non percepirla del tutto in quanto non riesce a
viverla come emozione primaria (negativa) per mancanza di contatto con la realtà. Ne viene
travolto e sopraffatto. A livello Bioenergetico il corpo risulta diviso in due risultando evidente
l’integrazione tra la parte superiore e quella inferiore. La zona di spaccatura si trova a livello

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