OLTRE L'ACCOGLIENZA PROGETTI STIMOLANTI PER UNIRE RIFUGIATI E COMUNITÀ LOCALI IN EUROPA - NICER PROJECT

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Oltre l’accoglienza
Progetti stimolanti per unire rifugiati
e comunità locali in Europa
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Oltre l’accoglienza
Progetti stimolanti per unire rifugiati e
                    comunità locali in Europa

        Edited by the Intercultural Institute of Timisoara – RO
         Graphics and layout by: Pluralis asbl – Rixensart – BE

                                     Avec les contributions de:
      - C.I.O.F.S.- Formazione Professionale (IT) - Lead Partner
                        - Intercultural Institute Timisoara (RO)
          - KISA- Action for Equality, Support, Antiracism (CY)
          - Administration communale de Molenbeek St Jean
            Maison des cultures et de la cohésion sociale (BE)
- AIDRom - Ecumenical Association of Romanian Churches (RO)
                   - Cooperativa Alfea Cinematografica srl (IT)
                    - Pluralis Association sans but lucratif (BE)
                           - Fundación Juventud Y Cultura (ES)
                                 - Citizens For Europe e.V (DE)
                                             - Rare Studio (UK)
Index

   Index ................................................................................................................................................... 3

Introduzione............................................................................................................................................ 1

Contesto nazionale .................................................................................................................................. 3

   BELGIO ................................................................................................................................................ 5

   CIPRO .................................................................................................................................................. 6

   GERMANIA .......................................................................................................................................... 8

   ITALIA ................................................................................................................................................ 11

   ROMANIA .......................................................................................................................................... 13

   SPAGNA............................................................................................................................................. 15

   REGNO UNITO ................................................................................................................................... 16

Esempi di buone pratiche ...................................................................................................................... 19

   WeCanHelp (Belgio)........................................................................................................................... 21

   Cucina aperta (Germania) .................................................................................................................. 23

   Living room (Germania) ..................................................................................................................... 25

   Open language (Germania) ................................................................................................................ 27

   Teams UP (Germania) ........................................................................................................................ 28

   Professional Mentoring (Germania) ................................................................................................... 29

   Cricket con I rifugiati (Romania) ......................................................................................................... 33

   Avremo successo insieme (Romania) ................................................................................................. 34

   Festival multiculturale (Romania) ...................................................................................................... 36

   Open Art Shelter (Germania) ............................................................................................................. 38

   Open Music School (Germania).......................................................................................................... 40

   L'espace Mestizo - Attraverso la danza urbana (Spagna) .................................................................... 41

   La Casa delle Arti Globe Aroma (Belgio) ............................................................................................. 44
ARCA Migrant’s Club Bucharest (Romania) ........................................................................................ 47

Giornata multiculturale di Brasov (Romania)...................................................................................... 49

Maison Babel (Belgio) ........................................................................................................................ 51

Rete per il cambiamento Merseyside (Regno Unito) .......................................................................... 54

Barikama (Italia) ................................................................................................................................ 56

Riace (Italia)....................................................................................................................................... 59

L'università silenziosa ........................................................................................................................ 60

Antirumores de Red Barcellona (Spagna) ........................................................................................... 62
Introduzione
Questo documento è stato prodotto dai partner del progetto NiCER - Nuovi approcci per l'integrazione
culturale dei giovani rifugiati. I partner del progetto hanno chiaramente espresso il loro rifiuto a un
approccio all'integrazione che sia in realtà assimilazione, così come il loro impegno a promuovere un
approccio basato sui diritti umani e sull'importanza di sviluppare scambi e cooperazione basati sul rispetto
reciproco tra i rifugiati e i cittadini locali.

I partner del progetto hanno sviluppato e pilotato una metodologia innovativa per l'uso dell'espressione
artistica per riunire rifugiati e giovani locali e questa esperienza si è riflessa nelle altre pubblicazioni del
progetto.

Inoltre, i partner del progetto si sono impegnati nei loro paesi in un processo di identificazione e di analisi
di altri esempi che potessero ispirare progetti ed iniziative per riunire locali e rifugiati. Lo scopo principale
di questo documento è di condividere questi progetti e queste iniziative con tutti coloro interessati a
contribuire e a rendere le società europee capaci di affrontare la questione dei rifugiati in modo adeguato,
in coerenza con i valori della dignità, dei diritti umani, della diversità culturale, della democrazia,
dell’uguaglianza e della legalità.

Sì stimano circa 60 milioni di persone nel mondo costrette ad abbandonare le loro case. Il numero di
conflitti protratti è aumentato negli ultimi decenni.Questo ha creato più di 15 milioni di rifugiati in tutto il
mondo, ma i paesi in via di sviluppo ospitano oltre l’80% di queste persone.

Nel 2015, l'anno in cui i paesi dell'Europa hanno ricevuto il maggior numero di persone richiedenti asilo,
più della metà dei rifugiati del mondo (60%) veniva solo da 5 paesi: Siria (4,2 milioni), Afghanistan (2,6
milioni), Somalia (1,1 milioni), Sudan (744.000) e sud Sudan (641.000).Tuttavia, durante questo anno di
punta, solo circa un milione di persone ha raggiunto l'Europa in cerca di sicurezza.

La presenza dei rifugiati è una questione calda nell'agenda politica e sociale della maggior parte dei paesi
in Europa e molti sono i punti di vista secondo i quali l'integrazione non è possibile, o altri pongono l’intero
problema sulle spalle dei rifugiati. Ci sono anche molti che hanno un atteggiamento compassionevole
verso i rifugiati ma continuano ad avere una prospettiva paternalistica dall'alto al basso, spesso limitata a
fornire assistenza sociale. Gli esempi presentati in questo documento provano che la vera integrazione e
la vera inclusione sono possibili e che è importante andare oltre l'accoglienza, oltre l'aiuto di emergenza
e impegnarsi in un vero scambio basato sul riconoscimento dell'uguaglianza fondamentale del valore di
tutti gli umani, e del contributo che i rifugiati possono dare ai paesi ospiti. Questi esempi sottolineano
che il lavoro è importante non solo per e con i rifugiati, ma anche per e con i locali. L'impatto migliore si
raggiunge quando viene organizzata una cooperazione basata sullo status equo tra rifugiati e locali.

Gli esempi selezionati provengono dai sette paesi dei partner del progetto NiCER : Belgio, Cipro, Germania,
Italia, Romania, Spagna e Regno Unito. Poiché ogni progetto o iniziativa è stata realizzata in un contesto

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specifico, per capire meglio gli elementi principali di questo contesto nella prima sessione è stata inclusa
una breve presentazione della situazione e del quadro legale e istituzionale esistente in ogni paese.

La sezione seguente presenta gli esempi selezionati. Questi non devono essere presi come ricette da
riprodurre, ma come fonte di ispirazione per le iniziative basate sui principi e sugli approcci menzionati
sopra, adattati ai bisogni locali specifici, nonché alle possibilità.

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Contesto nazionale

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BELGIO

Le persone che ottengono lo status di rifugiato, così come quelle che ricevono protezione sussidiaria o
regolarizzazione possono ricevere assistenza finanziaria presso i Centri Pubblici per le Azioni Sociali (PCSA),
una struttura pubblica che esiste in tutti i comuni del Belgio.

La ricerca di un alloggio è la prima fase, ma anche la più delicata poiché le persone in oggetto
generalmente non hanno nessun reddito. In questo caso, la struttura del posto di residenza ha il compito
di fornire assistenza per permettere alle persone di trovare un posto per vivere dignitosamente,
attraverso la garanzia dell'affitto o la fornitura di un reddito integrativo.

Diverse organizzazioni (governative e non governative) offrono i loro servizi per incoraggiare
l'insediamento e l'integrazione di stranieri in Belgio: aiuto nella ricerca di un alloggio, assistenza materiale
(abbigliamento e mobili), corsi di lingua, corsi professionali e ricerca di lavoro, equipollenza di diplomi,
ricongiungimento familiare, etc.

Le organizzazioni principali che forniscono questi servizi sono: Caritas, Ciré, Comitato belga per l'aiuto ai
rifugiati e Convivial. In questi siti potrete trovare molte informazioni utili:
http://www.vivreenbelgique.be/ e www.belgique-infos.be.

Le diverse regioni del paese hanno anche centri di integrazione: Bruxelles, Vallonia, Fiandre.

In Belgio i richiedenti asilo non hanno diritto all'assistenza finanziaria, ma all'alloggio in centri di
accoglienza durante l'intero periodo di elaborazione della loro richiesta. Questo diritto si ha una volta che
viene sottoposta la richiesta di asilo e termina alla fine della procedura. Però non sono obbligati a stare
nelle strutture di accoglienza, sebbene la maggior parte di questi lo preferisce. Il centro di accoglienza è
organizzato come una struttura ad accoglienza aperta gestito da Fedasil o da uno dei suoi partner.
Per maggiori informazioni: www.fedasil.be.

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CIPRO

Cipro è diventato un paese di immigrazione dall'inizio degli anni ‘90 quando il Consiglio dei Ministri ha
autorizzato per la prima volta l'impiego di lavoratori migranti. Da allora in poi, tutte le discussioni e i
dibattiti intorno a tale questione e la necessità di adottare una politica per l'asilo e per la migrazione, così
come di affrontare i bisogni di migranti e richiedenti asilo, è stata limitata e spesso promossa dalle
organizzazioni della società civile (ONG) che lavorano nel campo della lotta alla discriminazione e
dell'asilo.

Sebbene Cipro sia diventato un paese ricevente da almeno due decenni, il concetto di integrazione è
materia di discussione solo negli ultimi anni e principalmente dopo l'entrata di Cipro nell'Unione Europea.
Questo è associato al fatto che Cipro non ha mai stilato una politica di immigrazione globale con una
visione a lungo termine, tantomeno uno schema politico di integrazione di immigrati e rifugiati.

 La nozione di integrazione è abbastanza nuova per la società cipriota e per le autorità, così ogni politica
e ogni pratica diretta all'obiettivo generale di assicurare l'integrazione di gruppi particolari di non ciprioti
nella società cipriota è agli albori. È stata suggerita dalle sfide poste per l’accettazione di un numero
significativo di non-nazionali (la percentuale dei quali è ben sopra la media degli altri paesi europei) così
come dalle richieste imposte dalla Commissione Europea nel promuovere la realizzazione di un’iniziativa
di integrazione Europea.

Nel 2010, la Repubblica di Cipro in particolare il Ministro dell'Interno ha adottato per la prima volta un
piano ambizioso per l'integrazione dei migranti per il periodo 2010-2012. Il piano è stato sviluppato dal
cosiddetto “comitato di esperti speciali”, senza la rappresentanza di immigrati o rifugiati e neanche di
ONG. Il piano era centrato su otto pilastri: 1) Informazione-Servizi-Trasparenza 2) Impiego - Formazione -
Sindacati 3) Istruzione e Apprendimento della lingua 4) Salute 5) Alloggio: migliorare la qualità della vita;
Protezione sociale e Interazione 6) Cultura civica: elementi chiave per la realtà sociale e politica 7)
Inclusività 8) Valutazione annuale e totale.

 In linea di massima l'iniziativa sopra menzionata riflette gli sforzi realizzati dalla Repubblica verso una
strategia di integrazione nazionale totale. Sfortunatamente il piano non è stato per niente realizzato a
causa principalmente della mancanza di volontà politica, specialmente dopo la crisi economica. Da allora
non ci sono stati tentativi di articolare un nuovo piano d'azione nazionale. Tuttavia, alcune azioni e aspetti
specifici dell'integrazione sono andati avanti attraverso progetti cofinanziati dai fondi europei.

Durante la stesura dei programmi operativi del periodo attuale (2014-2020), vi è stata la mancanza di
consulenza da parte delle autorità competenti con organizzazioni di migranti e rifugiati e con le ONG che
davvero capiscono i bisogni di questi gruppi. I principali beneficiari del finanziamento per l'integrazione
sono le autorità municipali le università e gli studi di consulenza. Questo, in combinazione con l'esclusione
diretta e indiretta delle ONG che non hanno fatto richiesta di finanziamento, ha portato alla realizzazione

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di progetti che non soddisfano gli obiettivi di un'integrazione effettiva e di un miglioramento delle
infrastrutture per l'asilo a livello locale.

Tuttavia ci sono diverse organizzazioni non governative che offrono supporto multidisciplinare per il
miglioramento della situazione di rifugiati e di richiedenti asilo a Cipro con il fine ultimo di rendere Cipro
una società più accogliente ed inclusiva. Le buona pratiche includono tra gli altri:

Future Worlds Center (FWC) che offre servizi di aiuto per i compiti a casa e corsi di lingua greca per i
giovani rifugiati. L’ Homework Club si tiene due volte alla settimana, i martedì e i venerdì dalle 17 alle 19
e i volontari aiutano i rifugiati nel lavoro scolastico, fornendo supporto e conoscenza.

Le parrocchie della Caritas Cipro hanno aiutato con il cibo, l’ alloggio, il vestiario e fornisce trasporto e
organizza cure mediche per i migranti e i rifugiati a Cipro. Il centro per i migranti di Cipro dalla Caritas ha
organizzato un servizio di consulenza sociale, amministrativa e legale per i migranti, che fornisce servizi
su base regolare. L'organizzazione ha anche creato dei centri di accoglienza per accogliere rifugiati e
richiedenti asilo.

Il periodo di tempo in cui una persona può soggiornare è di 3-4 mesi fino a quando il governo non fornisce
benefici e un alloggio

    •   i centri di accoglienza per gli uomini hanno ospitato nel 2016 105 uomini e ci si aspetta di ospitarne
        circa 100 quest'anno.

    •   il centro di accoglienza delle donne ha iniziato ad essere operativo nell’ottobre 2016 e ha ospitato
        17 donne finora. Il centro ospita donne incinta le nuove mamme

KISA attraverso delle campagne informative contribuisce a valorizzare ulteriormente gli sforzi dei migranti
e dei rifugiati, affinché ottengano i loro diritti. Una campagna di successo è stata organizzata per sostenere
la lotta di un gruppo di rifugiati, affinché venisse concessa loro la cittadinanza cipriota. Attraverso le azioni
di supporto ai rifugiati, facendo pressione alle istituzioni governative e attraverso la sensibilizzazione
pubblica riguardo le giuste richieste dei rifugiati, ha contribuito in modo significativo i risultati dalla
campagna.

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GERMANIA

All'arrivo alla frontiera tedesca o direttamente dopo l'arrivo in Germania, ogni rifugiato deve registrarsi
come richiedente asilo in una organizzazione statale: alla frontiera, all'autorità per l'immigrazione o per la
sicurezza, a una struttura di accoglienza. In ogni caso il richiedente asilo deve prima recarsi alla struttura
ricettiva più vicina.

Dopo la registrazione, tutti i richiedenti asilo in Germania ottengono un attestato del loro arrivo, che
permette loro di avere benefici statali, come un alloggio, cure mediche e cibo e vengono assegnati a uno
dei 16 stati federali e distribuiti a una struttura ricettiva dove possono stare fino a sei mesi, fino a quando
viene elaborata la loro richiesta di asilo. Queste strutture forniscono ai richiedenti asilo cibo, alloggio,
riscaldamento, abbigliamento, cure mediche e prodotti per l'igiene personale, agevolazioni in caso di
malattia, gravidanza, nuove nascite, così come un somma mensile di denaro per coprire le loro necessità
personali giornaliere.

Se viene concesso lo stato di rifugiato, a seguito di un appuntamento per un'intervista assistito da un
interprete al centro del ufficio federale della migrazione e i rifugiati (BAMF), viene concesso un permesso
di soggiorno che sostituisce l’attestazione di arrivo. Questo da permesso di risiedere in Germania, ma solo
nel distretto dove si trova il centro di accoglienza responsabile. Per i richiedenti con buone prospettive di
restare nel paese, questo obbligo di residenza scade dopo 3 mesi e possono risiedere ovunque nel paese.
A seconda della decisione dell'autorità del Land, i richiedenti possono ricevere un alloggio collettivo
oppure cercare un appartamento.

Dopo l'analisi della richiesta di asilo, il BAMF potrebbe decidere di concedere protezione sussidiaria,
oppure un divieto di deportazione. Coloro che rimangono nel paese vengono assegnati a un comune per
l'integrazione. Devono partecipare al corso di lingua e a un corso di integrazione, dove i partecipanti
imparano il tedesco ma anche la storia della Germania, la cultura e il suo sistema legale. I corsi sono
obbligatori e i richiedenti asilo che non li frequentano possono avere riduzioni nel loro benefici. Anche i
richiedenti asilo che hanno buone prospettive di ricevere l'asilo possono partecipare a questi corsi. Le città
stanno anche organizzando guide locali il cui ruolo è quello di assistere i richiedenti asilo nell’adattarsi al
luogo. Molte organizzazioni di volontariato li supportano.

 I beneficiari della protezione per i rifugiati hanno un permesso di residenza valido per tre anni, che può
essere sostituito da un permesso a lungo termine dopo 3 o 5 anni, se si soddisfano altre precondizioni,
come la capacità di assicurarsi uno stipendio e l'adeguata conoscenza del tedesco. Hanno anche accesso
illimitato al mercato del lavoro, hanno diritto a ricongiungimenti familiari privilegiati, Welfare sociale,
benefici per i bambini, benefici per la crescita dei bambini, agevolazioni all'integrazione.

La protezione sussidiaria è concessa a coloro che non hanno diritto alla protezione per rifugiati o all'asilo,
ma che stanno affrontando un serio pericolo o una seria minaccia nel loro paese d'origine. Ricevono un
permesso di residenza per un anno che può essere esteso due volte per due anni. L'accesso al permesso

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di soggiorno è possibile dopo 5 anni, inclusa la durata della procedura per l'asilo, se vengono soddisfatte
altre precondizioni come la capacità di assicurarsi da vivere e una adeguata conoscenza del tedesco.
Necessitano il permesso dell'autorità per l'immigrazione per avere accesso all'impiego e non hanno diritto
a ricongiungimenti familiari privilegiati.

Coloro i quali vi è stato il divieto alla deportazione, ricevono un permesso di residenza per almeno un
anno, con possibili estensioni e hanno il diritto a ricevere un permesso di soggiorno dopo cinque anni (la
durata della procedura di asilo è inclusa) se vengono soddisfatte altre precondizioni come la capacità di
assicurarsi da vivere e una adeguata conoscenza del tedesco. Necessitano il permesso dell'autorità per
l'immigrazione per avere accesso all'impiego e non hanno diritto a ricongiungimenti familiari privilegiati.

L’otto luglio 2013, il governo tedesco ha approvato il progetto di legge basato sul principio guida
“supporto e sfida”. “Fornisce ulteriori corsi di integrazione, opportunità di formazione e di impiego. Allo
stesso tempo, i richiedenti asilo che si rifiutano di fare un corso di integrazione o che non rispettano i loro
doveri a collaborare avranno un taglio dei loro benefici”, come si può leggere dal sito web del cancelliere
federale.

La legge stipula:.

Istruzione e formazione : I rifugiati possono fare domanda per corsi di formazione dopo tre mesi in
Germania, anche se non è stata ancora analizzata la loro domanda di asilo. La misura non deve essere
applicata ai richiedenti asilo provenienti da Paesi definiti paesi d'origine sicura. Se vivono in Germania da
più di 15 mesi i rifugiati aventi diritto alla formazione possono richiedere del denaro per partecipare ai
programmi di formazione lavorativa. Coloro che hanno trovato un posto hanno diritto a rimanere in
Germania per l'intera durata del programma. Dopo la formazione hanno sei mesi per cercare un lavoro.
Se lo trovano, ottengono un permesso di residenza per altri due anni.

I bambini rifugiati in età scolare vengono integrati in classi speciali di accoglienza aperte nelle scuole
tedesche. Queste classi dovrebbero permettere loro di imparare la lingua e aprire loro la strada al sistema
scolastico tradizionale tedesco.

Lavoro: i rifugiati non possono lavorare durante i primi tre mesi dal loro arrivo. Dopo, la regola del
controllo prioritario afferma che possono accettare un'offerta lavorativa solo se nessun tedesco o nessun
cittadino europeo ha fatto domanda per lo stesso lavoro. Dal luglio 2016, questa norma è stata sospesa
per tre anni nelle aree con un basso tasso di disoccupazione.

 Il governo federale ha anche lanciato misure di integrazione per i rifugiati, un programma per 100.000
richiedenti asilo. Tale programma ha creato circa 100.000 posti di lavoro per i nuovi arrivati, pagati dai
sussidi del governo circa 1- 2.50 euro all’ora, come ricompensa ulteriore e aggiuntiva ai benefici esistenti.
Coloro che rifiutano di lavorare possono avere tagli nei benefici.

Questa legge è stata criticata da molte organizzazioni che lavorano con i rifugiati. Secondo il pro Asyl,
alcune misure come obbligare i rifugiati a vivere in alcune aree e ridurre i loro benefici sociali potrebbero

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avere un effetto negativo sulla loro integrazione, e violare i diritti costituzionali dei rifugiati. In una lettera
aperta al governo federale, centinaia di artisti, scienziati e scrittori hanno accusato la legge, definendola
“un ritorno agli anni ’80, per dividere la società in tedeschi e migranti, per alimentare la sfiducia verso i
rifugiati invece che creare opportunità eque, di promuovere la partecipazione e le opportunità di carriera
per tutti.” 1

1 Sources:
Site web de la BAMF, Office fédéral des migrations et des réfugiés
Site internet du gouvernement fédéral d'Allemagne : Website Pro Asyl
L'article "Merkel présente de nouvelles lois sur l’intégration des réfugies comme 'milestone'“,
DW, 25.05.2016, Author: Ben Knight
L'article „Dieses Gesetz spaltet“, Die Zeit, 5 Mai 2016

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ITALIA

A partire dall'esperienza di ospitalità decentralizzata e di rete costruita tra il 1999 e il 2000 da associazioni
e organizzazioni non governative, nel 2001 il Ministro dell'Interno, il dipartimento per le libertà civili e
l'immigrazione, l'associazione nazionale dei comuni italiani (ANCI) e l’alto commissariato delle Nazioni
Unite per i rifugiati (UNHCR) hanno firmato un protocollo di intesa per lo sviluppo di un programma di
asilo nazionale. Questo è stato il primo sistema pubblico per l’accoglienza dei richiedenti asilo e dei
rifugiati sparsi in tutto il territorio italiano, con il coinvolgimento delle istituzioni locali e centrali e sulla
base di una responsabilità condivisa del Ministro dell'Interno e delle autorità locali.

Il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPAR) è una rete di autorità locali per la
realizzazione di progetti di accesso integrati. Questi progetti locali sono supportati dal fondo nazionale
per le politiche d'asilo e dai servizi. A livello locale, gli enti locali operano con le strutture del terziario nel
fornire una ricezione integrata che va oltre la mera distribuzione di cibo e alloggio, fornendo anche
informazioni, supporto, assistenza e guida attraverso i percorsi individuali all'inserimento socio-
economico.

Le principali caratteristiche del sistema di protezione sono:

    •   Viene usato un approccio di governance multilivello per assicurare le risorse pubbliche
        provenienti dal Ministero dell'Interno e destinate agli enti locali;
    •    Gli enti locali partecipano alla rete dei progetti di ospitalità su base volontaria;
    •    Decentralizzazione degli interventi di accoglienza integrata;
    •    Sinergie a livello locale con i cosiddetti enti di gestione e il servizi del terziario che danno un
        contributo vitale alla realizzazione degli interventi;
    •    La promozione e lo sviluppo di reti locali con il coinvolgimento di tutte le parti in causa e dei
        partner chiave per il successo di misure di protezione, di inclusione sociale a favore di richiedenti
        e beneficiari di protezione internazionale

I progetti locali SPRAR sono caratterizzati da una leadership attiva condivisa da grandi città e piccoli centri.
Diversamente dall’approccio europeo, in Italia la realizzazione di questo genere di progetti di piccola e
media taglia, progettati e realizzati a livello locale con la partecipazione diretta dei attori locali, aiuta a
costruire e rafforzare la cultura accogliente nelle comunità cittadine e favorisce la continuità dei percorsi
di inserimento socio-economico dei beneficiari.

L'ammissione ai centri di riferimento del sistema fino al totale esaurimento dei posti disponibili (infatti
non abbastanza) è supportata dal servizio centrale di individuazione dei progetti locali individuali, o altri
enti terzi, come le prefetture, le stazioni di polizia, le associazioni.

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Tutti i progetti locali, all’interno delle misure di accoglienza integrata, forniscono un alloggio e rispondono
alle necessità di base, grazie anche ad attività di supporto sociale, che mirano alla conoscenza del territorio
e all'uso effettivo dei servizi locali, inclusi i servizi sanitari e sociali. Vengono anche pianificate delle attività
per facilitare l'apprendimento e l'istruzione degli adulti, l'iscrizione dei bambini a scuola, così come azioni
di informazione legale aggiuntivi sulle procedure per l'ottenimento della Protezione internazionale e sui
diritti e gli obblighi dei beneficiari in relazione al loro status. 2

2Source:
http://www.sprar.it/la-storia

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ROMANIA

In Romania, la direzione per l'integrazione e l'asilo (IAD) dell'ispettorato generale per l'immigrazione, il
Ministero degli Interni, ha la responsabilità di gestire i casi di asilo e l'integrazione dei rifugiati. Questo
viene fatto principalmente attraverso i suoi centri regionali per l'alloggio e le procedure per i richiedenti
di asilo di Bucarest, Galati, Giurgiu, Radauti, Somcuta mare e Timisoara.
Secondo l'ispettorato generale per l'immigrazione, alla fine del 2016 ci sono stati 3.029 permessi di
residenza per le persone che hanno richiesto una forma di protezione internazionale (status di rifugiato e
protezione sussidiaria) in Romania. Oltre a questo numero sono stati emessi 1.426 permessi di residenza
per i rifugiati residenti a Bucarest (la capitale) seguiti dal distretto di Galati con 237 e il distretto di Timis,
inclusa la città di Timisoara e il distretto di Ilfov con 208 permessi di residenza per ogni distretto.

Ogni rifugiato, una volta ottenuta la protezione, viene incluso in un programma di integrazione, sviluppato
e supervisionato dall’Ispettorato Generale per l'immigrazione, gestito da un responsabile per
l'immigrazione. L’ordinanza governativa numero 44/2004 sull'integrazione sociale degli stranieri che
hanno ottenuto una forma di protezione in Romania, definisce inclusione sociale l'attiva partecipazione
degli stranieri che hanno ricevuto una forma di protezione o il diritto di residenza in Romania, nella vita
culturale, sociale ed economica della società rumena, per prevenire l'esclusione sociale e adattarsi alle
condizioni della società rumena.

I rifugiati che partecipano al programma di integrazione avranno diritto a:

    -   Alloggio su richiesta nei centri dell'ispettorato generale per l'immigrazione per un periodo
        massimo di 12 mesi. Per beneficiare di questo servizio, i rifugiati devono pagare un contributo
        mensile per il costo delle utenze. Le persone vulnerabili sono esenti da questa richiesta secondo
        il GO 44/2004.
    -   Corsi di rumeno
    -   Sessioni di introduzione alla cultura
    -   Aiuto materiale per un periodo di 2 mesi
    -   Consulenza sociale che include assicurare i servizi e diritti che hanno in Romania: il diritto
        all'impiego e il diritto all'alloggio, il diritto ai servizi sanitari e sociali e il diritto all'istruzione.
    -   Supporto psicologico
    -   Aiuto materiale pari a 540 lei (120€) a persona, per un periodo massimo di 12 mesi, a condizione
        di un attiva partecipazione nel programma di integrazione
    -   Una volta completato il programma, i rifugiati possono richiedere il supporto finanziario per
        pagare l'alloggio fuori dal centro per un massimo del 50% dei costi per il periodo di un anno

Le organizzazioni non governative locali, nazionali e internazionali forniscono anche servizi di inclusione,
attraverso i centri di integrazione regionali, cofinanziati dall'Unione Europea attraverso i programmi AMIF.
Questi offrono servizi gratuiti come:

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-   Consulenza legale e sociale
    -   Corsi di rumeno
    -   Classi di orientamento culturale
    -   Assistenza finanziaria per i gruppi vulnerabili
    -   Assistenza medica
    -   Attività ricreative e di responsabilità sociale

In Romania ci sono 14 centri di integrazione regionale nelle seguenti città: Timisoara, Oradea, Cluj-
Napoca, Baia Mare, Sibiu, Tirgu Mures, Bucarest, Craiova, Brasov, Pitesti, Iasi, Constanta, Galati e
Vaslui.

Le principali organizzazioni non governative che attualmente si occupano di integrazione dei rifugiati sono
l'associazione ecumenica delle chiese della Romania - AIDRom, Il Consiglio Nazionale rumeno per i rifugiati
(CNRR), l’Organizzazione Internazionale per le migrazioni missione in Romania - IOM - la fondazione ICAR,
il servizio gesuita per i rifugiati - JRS e poche altre organizzazioni locali.

Inoltre, ci sono diversi siti web e rumeni che forniscono informazioni riguardanti programmi di
integrazione in Romania, i giorni di ricevimento degli enti locali, servizi per l'apprendimento del rumeno
online e notizie riguardanti le comunità di migranti:

www.romaniaeacasa.ro
http://www.migrant.ro
www.vorbitiromaneste.ro.

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SPAGNA

Nell'ambito del segretariato generale per l'immigrazione e l'emigrazione, la direzione generale della
migrazione è stata incaricata, tra le altre cose, dello sviluppo e della gestione di un sistema di accoglienza
completo ed integrazione per richiedenti asilo, rifugiati, apolidi, persone richiedenti una protezione
temporanea e altri sistemi di protezione sussidiaria.

Questo sistema mira ad affrontare i bisogni degli richiedenti e dei beneficiari di protezione internazionale
in situazione di vulnerabilità. È stata creata una rete di centri di accoglienza pubblici, centri di accoglienza
per i rifugiati (CAR) e centri per alloggio temporaneo degli immigrati (CETI) e per assistere i richiedenti e
beneficiari di protezione internazionale. I servizi di supporto vengono gestiti da enti no profit specializzati
sovvenzionati a questo proposito dalla direzione Generale Della migrazione. I sussidi concessi alle
organizzazioni non governative per l’accoglienza e l'integrazione di richiedenti asilo ed i beneficiari di
protezione internazionale sono finanziati dal segretariato generale dell'immigrazione e dell'emigrazione,
con il cofinanziamento in alcuni programmi dell'Unione Europea.

I centri di accoglienza dei rifugiati (C.A.R.) sono delle strutture pubbliche che forniscono alloggio,
mantenimento e assistenza psicosociale urgente e primaria, così come altri servizi sociali per facilitare la
coesistenza e l'integrazione nella comunità di persone richiedenti asilo in Spagna o che vogliono ottenere
lo status di rifugiato e che non hanno i mezzi finanziari per far fronte alle loro necessità e quelle delle loro
famiglie. L'obiettivo generale della CAR è di sostenere la capacità di residenti all'integrazione nella società
spagnola e il centro funge da mediatore in questo processo di integrazione.

I servizi offerti:

    •    Vitto alloggio
    •    Informazione e consulenza sulla nuova situazione dei residenti
    •    Orientamento per l'inserimento nel sistema sociale educativo e sanitario
    •    Assistenza sociale e psicologica specializzata
    •    Informazioni sui corsi per l'apprendimento dello spagnolo e delle competenze sociali di base così
         come orientamento e mediazione per formazione professionale e per la ricerca dell'impiego

    •    Attività ricreative

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REGNO UNITO

Informazioni e cifre

Si stimano 117.234 rifugiati che vivono nel Regno Unito. Questo è solo lo 0,18 % del totale della
popolazione (64.1 milioni). Nel 2015 il Regno Unito ha ricevuto 38.878 richieste di asilo (Inclusi i figli a
carico). Questa cifra è inferiore alla Germania (431.000), alla Svezia (163.000) e all'Ungheria (163.000).
Solo il 45% dei casi ha ricevuto l'asilo o avuto il permesso di rimanere una volta che il loro caso è stato
completamente concluso. Molti sono stati inizialmente rifiutati perché è difficile fornire le prove
necessarie per soddisfare i criteri rigidi di un rifugiato. Il consiglio per i rifugiati del Regno Unito ha
affermato che almeno 586 rifugiati siriani sono arrivati nel Regno Unito con un visto di ricongiungimento
familiare tra gennaio e settembre 2016, inclusi 280 bambini. Molti sono arrivati direttamente dalle aree
di conflitto, incluso Aleppo. Durante lo stesso periodo almeno 487 bambini rifugiati di altri paesi incluso
Iraq, e Sudan sono arrivati nel Regno Unito dopo aver ottenuto un visto di ricongiungimento familiare.

A seguito delle campagne condotte dal Consiglio per i Rifugiati e dalla considerevole pressione pubblica,
il governo, nel gennaio 2014, ha annunciato che avrebbe realizzato uno schema di reinsediamento
speciale per aiutare i rifugiati siriani nei primi 18 mesi della sua operatività. Questo schema è stato di
ridottissima scala ed è riuscito ad insediare poco più di 200 rifugiati. Nel settembre del 2015, il primo
ministro ha annunciato che lo schema sarebbe stato ingrandito per l'insediamento di 20.000 rifugiati entro
il 2020. Il numero di rifugiati siriani reinsediati in Gran Bretagna equivale ad appena 2.898 dall'inizio del
conflitto.

Nel gennaio del 2016, il governo ha annunciato che il Regno Unito offrirà sicurezza a più bambini rifugiati
e alle loro famiglie. Il Regno Unito ha chiesto all'agenzia per rifugiati delle Nazioni Unite (UNHCR) di
identificare i bambini a rischio, inclusi i minori non accompagnati e quelli a rischio di matrimonio forzato
attualmente residenti in Medio Oriente e in altre zone di conflitto, che potrebbero beneficiare di un
reinsediamento nel Regno Unito. Questo, in aggiunta alla promessa di insediare 20.000 rifugiati siriani
entro il 2020. A settembre 2013, nessuno di questi bambini è arrivato nel Regno Unito.

Come funziona il reinsediamento in Gran Bretagna?

L’Agenzia per i rifugiati dell'ONU UNHCR identifica i rifugiati che hanno bisogno di un reinsediamento nella
regione. Questi, poi, vengono presentati al governo inglese, che decide quali casi accettare. I rifugiati che
devono essere reinsediati in Gran Bretagna ricevono valutazioni sanitarie e orientamenti culturali prima
dell'arrivo; l'organizzazione internazionale per le migrazioni assicura il loro arrivo sicuro in Gran Bretagna.

Vi è una grande pianificazione prima che il rifugiato reinsediato arrivi in Gran Bretagna; gli enti locali, i
fornitori di servizio e le associazioni di beneficenza, come il consiglio per i rifugiati, lavorano insieme per
assicurare che tutto sia a posto per una transizione scorrevole.

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I rifugiati reinsediati vengono sempre incontrati all'aeroporto da organizzazioni come il Consiglio dei
Rifugiati. Vengono portati i nelle loro nuove case, di solito case in affitto di privati e vengono aiutati ad
adattarsi al loro nuovo ambiente.

Le organizzazioni come il Consiglio dei Rifugiati, la Croce Rossa e il Refugee Acting forniscono consulenza
legale e supporto ai rifugiati e ai richiedenti asilo.

I rifugiati che sono reinsediati attraverso il programma inglese Gateway arrivano con un permesso di
residenza indefinito, consapevoli che l'unica ragione per cui stanno arrivando nel Regno Unito è perché
l'agenzia dell'ONU per i rifugiati ha deciso che non è sicuro per loro continuare a vivere in un campo di
rifugiati o in situazioni urbane precarie, e c'è molta poca speranza che ritornino a casa.

I rifugiati siriani che arrivano grazie allo schema di rilocazione delle persone vulnerabili del governo
ricevono la protezione umanitaria per 5 anni. Diversamente dai rifugiati degli altri Stati che vengono
reinsediati attraverso il programma Gateway, i siriani sono dislocati per un periodo di tempo
relativamente breve e il governo britannico spera che in futuro potranno ritornare in Siria.

Che diritti hanno i rifugiati reinsediati?

Tutti i rifugiati, inclusi quelli che sono reinsediati attraverso il programma di protezione Gateway e
attraverso lo schema di rilocazione delle persone vulnerabili siriane, possono lavorare e accedere ai
principali servizi. Tuttavia, protezione umanitaria significa che i rifugiati siriani qui hanno diritti
leggermente differenti, per esempio all'istruzione superiore.

Che differenza c'è tra il reinsediamento e l'asilo?

Principalmente, c'è poca differenza tra i rifugiati reinsediati e i rifugiati a cui viene concesso l'asilo: spesso
stanno scappando esattamente dagli stessi conflitti, esattamente dalle stesse persecuzioni, sebbene i loro
viaggi verso la sicurezza siano differenti. Tuttavia, il reinsediamento dei rifugiati e la richiesta di asilo sono
processi separati.

I rifugiati che vengono reinsediati sono spesso identificati come rifugiati in campi vicino ai loro paesi di
origine prima di essere inviati a un paese dove vengono reinsediati. Sono già riconosciuti come rifugiati
prima del loro arrivo nel Regno Unito e non passano attraverso il sistema dell'asilo.

Secondo la legge internazionale, chiunque ha il diritto di richiedere asilo nel Regno Unito. Tuttavia, come
per la maggior parte dei paesi europei, una persona deve già essere arrivata nel Regno Unito prima di
poter fare una richiesta di asilo. Diversamente dai rifugiati reinsediati, le persone che richiedono asilo in
Gran Bretagna hanno spesso intrapreso un viaggio pericoloso nelle mani dei trafficanti prima di arrivare
nel territorio inglese. Il sistema di asilo del Regno Unito è difficile e complesso e la protezione del rifugiato
viene concessa ai richiedenti di asilo, che possono mostrare al governo di avere una paura ben fondata di
persecuzione nel loro paese di origine. Ci sono molti difetti nel processo decisionale del governo e molte
persone devono appellarsi al tribunale per essere riconosciuti come rifugiati. Le persone che ricevono

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asilo e protezione dei rifugiati per 5 anni, dopodiché possono chiedere un permesso di residenza indefinito
nel Regno Unito.

L'altra differenza principale tra rifugiati che vengono insediati qui e i rifugiati a cui viene concesso l'asilo è
il sostegno che ricevono una volta che sono stati riconosciuti come rifugiati.

Nessuno di questi supporti è disponibile per rifugiati a cui è stato concesso l'asilo e devono cavarsela da
soli. Molti rifugiati a cui è stato concesso lo status recentemente si ritrovano senza casa, indigenti, proprio
come quando il governo inglese ha accettato che avessero bisogno di protezione.

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Esempi di buone pratiche

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WeCanHelp (Belgio)

WeCanHelp concentra le offerte da parte di cittadini, aziende, associazioni su una piattaforma online, per
assicurare un semplice accesso per i rifugiati e per le associazioni. “la solidarietà che stiamo vivendo è vera!"

WeCanHelp.be è stato creato nel ottobre del 2015, quando il flusso di rifugiati è diventato più importante
e la popolazione belga voleva mobilitarsi per aiutarli. L'aiuto non era organizzato e c'era una grossa perdita
di energia. L'idea di WeCanHelp è di collegare i rifugiati ai cittadini. WeCanHelp.be raccoglie le offerte di
beni o servizi degli abitanti del Belgio, per renderli visibili e disponibili ai nuovi arrivati, ai richiedenti asilo,
ai rifugiati e alle associazioni che li accompagnano quando lo necessitano.

Gli obiettivi sono diversi: un'accoglienza dignitosa dei nuovi arrivati, solidarietà, incontri umani, la lotta
all'esclusione, l'aiuto verso il mondo del lavoro dei rifugiati e quindi una migliore integrazione.
L'organizzazione crede che questi incontri siano ricchi e che possibile liberino le persone dai pregiudizi.

Le principali attività dell'organizzazione sono:

    -    Raccogliere le offerte, validarle e dividerle per categoria e per località, per renderle facilmente
         accessibili

    -    Cercare le informazioni sul campo riguardanti le necessità dei richiedenti asilo e dei rifugiati

    -    Sensibilizzare il pubblico ad un’accoglienza dignitosa dei nuovi arrivati e combattere in questo
         modo i pregiudizi attraverso la partecipazione a conferenze, attraverso i media, attraverso i social
         network

    -    Insegnare ai rifugiati come usare il sito e le sue offerte e promuoverle

    -    Sostenere i nostri partner e lavorare insieme su vari progetti, come l’invio di aiuti umanitari alle
         popolazioni siriane, la ricerca di famiglie sponsor, la raccolta di cibo e abbigliamento

    -    Incontrare partner di affari per incoraggiarli ad aprire le loro porte ai rifugiati

    -    Incontrare e mantenere una relazione con i nostri partner, in modo che possano lavorare insieme
         in un modo più organizzato.

Con l'aiuto della fondazione Roi Baudoin e della Lega per i Diritti Umani, l'organizzazione ha creato
volantini che sono distribuiti nei centri di accoglienza, nei centri pubblici per il Welfare sociale e nelle altre
organizzazioni partner, come ad esempio Convivial e Ciré. Questi aiutano a spiegare il modo in cui
funziona il sito web, che viene poi tradotto in inglese, arabo, francese e olandese.

Cercare lavoro nei siti belga ufficiali è un'impresa anche per i belgi. Redigere un curriculum non è semplice
per i rifugiati: non hanno diplomi riconosciuti e neanche certificati che li possano aiutare a convalidare la
loro esperienza. Ma poiché hanno buone competenze che possono essere interessanti nel mercato del

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lavoro, l'organizzazione mira ad aiutarli a valorizzarle, a mostrare la varietà di profili professionali che
hanno e inoltre cerca di cambiare la mentalità degli imprenditori a questo riguardo.

 La prima difficoltà per l'organizzazione era trovare un posto in un'area di grandi organizzazioni non
governative, senza sconfinare all'interno delle competenze delle altre organizzazioni non governative
meglio conosciute. Le persone in prima linea, come gli impiegati dei centri di accoglienza, erano sopraffatti
dalla situazione e non avevano tempo per trovare una possibile collaborazione. Ma le offerte stavano
aumentando e vedevano che WeCanHelp stava mantenendo ciò che aveva promesso. L'organizzazione
non stava neanche cercando guadagno, solo efficienza. Dopo un anno di incontri con gli altri membri della
rete dei rifugiati, WeCanHelp ha saputo mostrare come il loro progetto potesse rinforzare il lavoro delle
altre organizzazioni non governative e come stesse coprendo il gap e come potesse facilmente essere
usato per una maggiore efficienza nel supporto ai rifugiati.

 Un'altra difficoltà è il fatto che i pregiudizi della popolazione siano qualcosa che non può essere eliminata
in un breve periodo di tempo. L'organizzazione sta cercando di affrontare la questione attraverso
campagne di sensibilizzazione che sostengono e a cui partecipano. Lo scopo è dimostrare alle persone che
anche con poco possiamo fare tantissimo! Poiché la paura del terrorismo è purtroppo sempre alle porte,
la sensibilizzazione della popolazione è essenziale, affinché le persone non abbiano in mente solo le notizie
sensazionali.

 I risultati visibili dell'organizzazione sono individuali, ma numerosi: cene tra cittadini e rifugiati che si
trasformano in amicizia duratura, un corso di lingua francese tra cittadini belgi e i nuovi arrivati dall'Iraq
che sta durando da molti mesi, un pomeriggio di trattamenti di bellezza per donne nei centri di accoglienza
offerti da un cittadino, che è stato oggetto di scambi molto emozionanti, etc. Il feedback delle persone
che hanno fatto una o più offerte e hanno avuto uno scambio (o spesso diversi) con i rifugiati è
assolutamente positivo e incoraggiante. Questo sforzo porta ad attività insieme le relazioni sono
prolungato, si dà più aiuto e si crea una relazione di fiducia aiutando un'altra persona.

L'organizzazione crede che mettersi in rete e lavorando insieme agli altri attori coinvolti nell' integrazione
dei rifugiati sia essenziale per fare la differenza in un modo più olistico. Inoltre, è importante avere una
partnership con i media per mettere l’accento sulle cose positive che si stanno facendo, per essere visibili,
proattivi, per inventare e creare nuove idee regolarmente.

A medio e a lungo termine, l'organizzazione mira a un'integrazione migliore dei rifugiati nella nostra
società, perché sono convinti dell'apertura che porta all’intera società, perché evita la formazione di
ghetti, di popolazioni escluse e di frustrazione. Stanno mirando a una società accogliente per le persone
che soffrono e stanno anche sperando di rappresentare realmente una società dove le persone possano
trovare il rifugio.

Contact :
WeCanHelp : www.wecanhelp.be
Contact person:
Bénédicte d’Huart : benedicte@wecanhelp.be, +32 477 22 34 99.

Facebook: https://www.facebook.com/WeCanHelpBE.

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Cucina aperta (Germania)

I nuovi arrivati da tutti i background, così come i locali, interagiscono, socializzano e condividono ricette,
attraverso diversi progetti di cucina.

In questo progetto, l’organizzazione Give Something Back to Berlin (GSBTB) permette a tutti i nuovi arrivati
di tutti i background e ai locali di interagire, socializzare e condividere ricette, attraverso una serie di
progetti di cucina. Possiamo vedere la cucina e il cibo come una piattaforma eccezionale per eliminare le
barriere e far sì che le persone e le loro culture si conoscano.

L'idea è semplice: i rifugiati si riuniscono ai berlinesi per cucinare, mangiare, condividere e passare del
tempo assieme. A partire dall'inizio dell'estate del 2013 hanno regolarmente gustato piatti tradizionali del
Sudan, dell'Afghanistan, della Siria, della Somalia e di molti altri posti di tutto il mondo. Le riunioni regolari
davano ai nuovi arrivati la possibilità di fare nuove conoscenze, di offrire una via di fuga dalle difficoltà del
campo profughi. Cucina aperta porta quelle persone fuori dall'isolamento, in una nuova città e dà ai nuovi
arrivati l'opportunità di conoscere nuove persone, attraverso attività rilassanti, ma significative, dove
ognuno ha qualcosa da dare.

Il progetto ha anche creato opportunità professionali per il gruppo che è stato invitato a servire piatti
internazionali deliziosi a eventi di cucina come Bite club, United Street Food e Markthalle Neun e ha
persino servito l'evento dalla Filarmonica di Berlino. Qui GSBTB sforna e propone delizie insieme ad alcuni
venditori di Street Food molto famosi in città. In questo modo Open Kitchen fornisce agli chef che hanno
un background da rifugiato l'opportunità di guidare una squadra di volontari per creare dei menù, fare la
spesa, cucinare e consegnare cibo delizioso a centinaia di persone; un'opportunità eccellente per la loro
crescita nella loro nuova casa. In questo modo, diverse persone nella comunità hanno imparato a lavorare
nella gastronomia, hanno ricevuto la prima loro esperienza lavorativa in Germania nei ristoranti, e uno ha
perfino aperto il suo proprio stand di Street Food. Un grande impatto, sia a livello locale che a livello
internazionale, e continuerà a medio e lungo termine. La sua portata dipenderà dai finanziamenti.

L'obiettivo principale dell'organizzazione Give Something Back To Berlin (GSBTB) riguarda:

    -   Portare avanti una piattaforma online accessibile per ispirare e mobilitare l'impegno sociale e la
        partecipazione dei migranti appena arrivati in città

    -   Facilitare un'ampia gamma di lavoro volontario, con l'obiettivo di creare un impatto sociale e di
        sostenere l'integrazione nella comunità in tutta Berlino

    -   Iniziare progetti sociali innovativi e collaborazioni attraverso la co-creazione con individui,
        aziende, organizzazioni non governative e la comunità di rifugiati e con la rete di GSBTB.

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-   Organizzare eventi per permettere ai nuovi arrivati e agli abitanti dei quartieri di incontrarsi e di
        stabilire una rete di comprensione interculturale solidarietà condivisa e partecipazione del
        cittadino.

    -   Organizzare racconti di storie online, affinché i nuovi arrivati vengano sensibilizzati su tematiche
        socio-politiche locali, affinché i residenti vengano informati sulla migrazione e sui risultati.

Il principale target-group del progetto è rappresentato da persone che abitano in strutture per rifugiati a
Berlino e ad altri gruppi che sono in isolamento o soggetti a un enorme stress, esclusione, ansia e
solitudine. Un target group secondario è formato da persone che sono appena arrivate a Berlino, per lo
più stranieri provenienti dalla scena universitaria, dalla tecnologia delle Startup. Un terzo target group è
formato da partecipanti tedeschi e residenti da lungo termine. Questi gruppi normalmente si
incontrerebbero molto raramente.

“Dal 2013 siamo gli attori principali nella scena delle Startup creative e sociali, come il progetto che include
sia rifugiati che migranti privilegiati. Grazie alle partnership, alle relazioni e ai dialoghi tra le persone del
mondo dell’arte cosmopolita e della scena creativa delle startup, con i progetti e con le organizzazioni non
governative stiamo creando una nuova integrazione urbana sostenibile. Permettiamo ai gruppi locali
svantaggiati di beneficiare maggiormente delle industrie start up creative globalizzate che si trovano in
città. Noi lo chiamiamo “Far incontrare i mondi e farli lavorare insieme per una città migliore”.

Give Something Back To Berlin è cresciuto diventando un’enorme comunità, sia online che offline con
decine di volontari qualificati che lavorano in oltre 60 progetti sociali in tutta la città. I progetti possono
essere programmi di tutoraggio per giovani svantaggiati, progetti di lavoro con anziani o con bambini,
oppure progetti per i centri per i senzatetto. Nel 2017, GSBTB ha anche avviato dei programmi settimanali
per rifugiati con la partecipazione di 14.474 partecipanti e la creazione di 14.064 opportunità per i
volontari attraverso 19.980 ore di volontariato.

Contact:
www.gsbtb.org

Contact Person:
Lucy Thomas: Lucy.thomas@gsbtb.org

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Living room (Germania)

Sia i nuovi arrivati che la popolazione locale sono incoraggiati a ospitare eventi sociali nelle loro case per
promuovere l'idea che non solo la popolazione locale riceve i nuovi arrivati come ospiti.

Gli eventi Living Room mirano a creare un’occasione per i nuovi arrivati e la popolazione locale di
incontrarsi, eliminando gli stereotipi e i pregiudizi gli uni degli altri. Il programma è coordinato
dall’organizzazione SINGA.

Questa formula permette a tutti di partecipare e di costruire una società più inclusiva.
I tre modelli attuali di Living Room sono:

    -   LR Storie (scambio di storie su un argomento attuale)

    -   LR cucina ( i padroni di casa cucinano un pasto da condividere e parlano del cibo cucinato con i
        loro ospiti)

    -   LR cinema (Si guarda un film insieme e poi se ne discute)

Si stanno creando anche altri formati e nuove idee anche a partire dalla stessa comunità Ogni mese, ci
sono tra 2 e 4 eventi Living Room, ospitati da diversi padroni di casa, durante i quali i locali e i nuovi arrivati
si incontrano per eliminare gli stereotipi.

Le difficoltà principali riguardano principalmente il trovare un padrone di casa ogni settimana, nonché
coinvolgere quei membri della società che non hanno una motivazione intrinseca per incontrare i nuovi
arrivati.

Per assicurare lo svolgimento regolare degli eventi, gli organizzatori contattano potenziali padroni di casa
provenienti dalla Comunità delle organizzazioni SINGA. I padroni di casa vengono incoraggiati ad invitare
almeno un ospite che potrebbe non avere altrimenti la possibilità di avere un contatto personale con i
nuovi arrivati o con la popolazione locale. Attraverso la realizzazione del programma, gli organizzatori
hanno scoperto che la presenza di almeno uno dei membri del team SINGA assicura che ognuno si senta
a proprio agio e integrato e questo è di grande aiuto ai padroni di casa. Un'altra lezione imparata riguarda
l’annunciare l'evento almeno una settimana prima. In questo modo si assicura la presenza di abbastanza
ospiti. Il programma si basa sulla forte convinzione degli organizzatori che più persone partecipano agli
incontri attivi con l'altro gruppo, e meno saranno le persone che baseranno la loro opinione e i loro giudizi
sugli stereotipi nei confronti delle persone con cui non sono mai entrate in contatto.

La serie di eventi è programmata in modo da non avere una tempistica di progetto fissa e potrebbe
svilupparsi ulteriormente. Allo stesso tempo, può essere facilmente replicata, cosa che viene incoraggiata
fortemente.

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