Notizie dal Mondo: recensione del film western di Paul Greengrass con Tom Hanks

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Notizie dal Mondo: recensione del film western di Paul Greengrass con Tom Hanks
Notizie dal Mondo: recensione
del film western di Paul
Greengrass con Tom Hanks

Questa interessante pellicola costituisce la prima
volta nel genere western sia per il regista
britannico Paul Greengrass che per Tom Hanks, ed è
ambientata nel Texas del 1870.

Il Capitano Jefferson Kyle Kid (Tom Hanks) è un
ufficiale reduce della Guerra di Secessione, nella
quale si è battuto ed è stato sconfitto sotto le
bandiere confederate.

Per sbarcare il lunario gira per le cittadine
texane, leggendo i giornali alla gente comune, al
tempo normalmente analfabeta. Incontra fortuitamente
la piccola Johanna (Helena Zengel), bambina di
origini tedesche che era stata rapita dai Kiowa
alcuni anni prima, e che era stata da loro
cresciuta.

Kidd si trova suo malgrado costretto a farsi carico
del destino della piccola, e affronta l’ardua
impresa di riportarla dai suoi zii materni, unici
parenti ancora in vita, visto che la sua famiglia
originaria era stata massacrata dai Kiowa.

Notizie dal Mondo: un viaggio nel selvaggio west,
alla ricerca di sé stessi
Questo film ripropone due temi classici: quello del
viaggio, spesso metafora di quello interiore, e
quello del rapporto tra un vecchio e un bambino.

Entrambi i protagonisti di questa pellicola hanno un
passato difficile. Kyle Kidd è tormentato dalla
perdita della moglie, scomparsa quando era al
fronte, e dai ricordi delle atrocità fatte e subite
durante il conflitto. La piccola Johanna è
sopravvissuta al massacro della propria famiglia due
volte: quella originaria, trucidata dai Kiowa, e
quella indiana, sterminata dai soldati americani.

Il lungo viaggio nelle selvagge e pericolose
praterie texane è per entrambi un’occasione per
affrontare i propri demoni e riscattarsi dal proprio
passato, nonostante la durezza delle prove da
affrontare.

In realtà sono proprio le difficoltà affrontate e
superate insieme a creare un fortissimo legame tra i
due protagonisti, la cui iniziale incomunicabilità
viene lentamente superata, grazie alla volontà di
entrambi, capace di superare      ogni   differenza
linguistica e culturale.

Notizie dal Mondo: guardare       al   passato   per
raccontare il presente
In questa pellicola troviamo molti elementi che
caratterizzano gli Stati Uniti d’America di oggi: il
razzismo, le profonde barriere culturali ed etniche
che dilaniano la società, l’avversione del Sud
contro il centralismo del Nord, l’uso indiscriminato
della violenza per difendere la propria terra.

Guardando questa pellicola sembra che poco o niente
sia cambiato a distanza di 150 anni, a parte
l’evoluzione tecnologica e la diversa composizione
etnica della società, nella quale l’originale
comunità WASP – che aveva massacrato gli indiani
autoctoni per impossessarsi della loro terra – si
avvia a sua volta a diventare minoritaria.

Una nazione, quella statunitense, nata nel sangue e
nei conflitti etnici, nei quali è ancora
invischiata.

C’è un altro aspetto che viene rappresentato in
questa pellicola: quello del potere manipolatorio
dei media.

Kyle Kidd legge i giornali agli analfabeti, ma
ovviamente nel fare questo non è neutrale, ma può
influire in diversi modi: prima di tutto tramite la
stessa scelta delle notizie da leggere, e poi grazie
al proprio potere affabulatorio e alla potenza della
narrazione, capace di incantare gli astanti.

Sono passati 150 anni, ma l’uomo è sempre lo stesso.
Quello che è cambiata è la tecnologia dei mass
media. Oggi nei social network la narrazione e
l’affabulazione sembrano avere sostituito l’analisi
della realtà, e le masse sono ancora altamente
manipolabili, anche se non più analfabete.

Questo film ci fa riflettere sul fatto che le così
dette fake news sono sempre esistite, e
probabilmente sempre esisteranno. Nulla di nuovo
sotto il sole.

Notizie dal Mondo: un buon film da gustare
Insomma una pellicola veramente apprezzabile, sotto
diversi punti di vista, anche se i temi trattati non
sono di certo originali.

Tanto per fare un paragone, i temi del viaggio in un
mondo ostile e del rapporto tra un vecchio e una
bambina sono stati recentemente utilizzati in The
Midnight Sky, con George Clooney e la giovane
esordiente Caoilinn Springall, con esiti molto meno
felici.

Ma lo scienziato Augustine Lofthouse, interpretato
da George Clooney, è un protagonista maschile
completamente di diverso dal Capitano Jefferson Kyle
Kid. Mentre il primo rimane imbalsamato nella sua
pensosa inutilità, il personaggio interpretato dallo
splendido Tom Hanks di Notizie dal Mondo trasmette
emozioni e, soprattutto, si evolve in un arco
narrativo comprensibile e coinvolgente.

Muovendosi in una storia carica di significati e
nella quale è facile riconoscere elementi concreti
legati al nostro presente, lontano da astrazioni
metafisiche delle quali, in fondo, non frega niente
a nessuno.

I due film hanno però in comune una cosa: la bravura
delle giovani protagoniste. Come l’esordiente
Caoilinn Springall di The Midnight Sky, anche Helena
Zengel si è rivelata essere una piacevole sorpresa,
fornendo una prova più che convincente al fianco di
Tom Hanks.

Notizie dal Mondo ha una buona storia da narrare e
degli ottimi attori per raccontarla: una semplice ma
efficace formula per fare una buona pellicola. Da
gustare su Netflix.

In mostra a Biella Dal 13
marzo al 2 maggio 2021: IN
GIAPPONE   LA  BELLEZZA  È
INIZIATICA
Il Paese del Sol Levante da sempre esercita un fascino
magnetico sugli artisti occidentali, che in ogni tempo lo
hanno raccontato attraverso immagini e parole.

La mostra In Giappone la bellezza è iniziatica dal 13 marzo al
2 maggio 2021, a Biella, riunisce tre artisti che attraverso
le loro fotografie e le loro opere indagano il concetto di
estetica applicato al mondo giapponese, costruendo una lettura
inedita, a cavallo tra passato e contemporaneo: Palazzo La
Marmora ospita la mostra Ki Kyō del fotografo romano Olmo
Amato, celebre per la sua capacità di unire in un’immagine il
passato e il digitale e che ci pone di fronte a immagini di un
Giappone lontano dai grattacieli e dalla tecnologia dominante.
Nelle stessa sede espositiva, Endocosmo Maraini offre
l’opportunità di godere di immagini spettacolari che il grande
osservatore e narratore del mondo Fosco Maraini ha scattato
durante la sua permanenza in Giappone. La terza esposizione,
allestita presso la sede di BI-BOx, è Iris. Inverno (e poi
sarà di nuovo primavera) e raccoglie delle opere inedite di
Michela Cavagna, un omaggio alla cultura giapponese, dove
silenzio e vuoto assumono un significato ricco di
interpretazioni lasciate a chi le osserva.

In Giappone la bellezza è iniziatica è un progetto di BI-BOx –
APS a cura di Irene Finiguerra e realizzato in collaborazione
con l’associazione StileLibero. Le tre mostre fanno parte del
percorso espositivo Viaggio. Orizzonti, Frontiere,
Generazioni a cura di Fabrizio Lava. L’inaugurazione è fissata
per il 12 marzo.

L’accesso sarà regolato dagli addetti nel rispetto delle norme
vigenti per la gestione dell’emergenza Covid-19.

KI KYŌ DI OLMO AMATO – Palazzo La Marmora (Corso del Piazzo,
19 – Biella)

Il ciclo di fotografie di Olmo Amato, già conosciuto e
apprezzato dal pubblico per la mostra Rinascite, continua
con Ki Kyō, risultato del suo incontro con la cultura e le
tradizioni del Giappone, sempre ricorrendo a fotomontaggi che
sono la fusione di paesaggi contemporanei con immagini
d’archivio, unita alla sapienza di una stampa su carta
tradizionale washi, realizzata artigianalmente e adattata alla
moderna tecnologia di stampa fotografica a getto d’inchiostro.
Sono immagini di ambiente naturale (boschi di bambù, spazi
verdi) che Amato ha fotografato in una lunga ricerca di luoghi
incontaminati dove si trova il Giappone più antico, lontano
dai grattacieli di Tokyo. Affascinato dalla profonda
connessione dei giapponesi con la natura, egli ritrae luoghi
evocativi, tra cui la celebre foresta di bambù di Arashiyama a
Kyoto, per realizzare fotomontaggi secondo la sua personale
poetica. Le figure femminili – tratte da album fotografici
ritraenti il Giappone di fine Ottocento – sembrano così
ritrovare le loro radici spirituali, al di là di tempo e
spazio, grazie ad un’alchimia digitale.

Olmo Amato, fotografo e filmmaker dal 2010 si occupa di stampa
fine art, post produzione e didattica. Nei suoi progetti
personali, prevalentemente in bianco e nero, integra foto
d’epoca all’interno di scatti da lui stesso realizzati
viaggiando. Le sue opere sono state selezionate ed esposte in
festival, gallerie e fiere d’arte contemporanea. Nel 2018
vince il premio Setup come miglior artista under 35, nel 2019
il premio Campolmi e il premio Malamegi Lab.

ENDOCOSMO MARAINI. IL GIAPPONE DI FOSCO MARAINI – Palazzo La
Marmora (Corso del Piazzo, 19 – Biella) a cura di Nour Melehi
e Mujah Maraini Melehi

in collaborazione con Istituto Giapponese di Cultura di Roma,
Alinari, Gabinetto G.P. Vieusseux, Aistugia

Le fotografie di Fosco Maraini provengono dall’archivio
Maraini. Sono un percorso nella storia di una esperienza
scientifica e di vita straordinaria quale è stata quella di
Fosco Maraini (1912-2004) viaggiatore, etnologo, antropologo,
fotografo, narratore, professore, orientalista, alpinista. Nel
1938 Maraini partiva – con lui la moglie Topazia Alliata e la
primogenita Dacia – alla scoperta di nuove possibilità fuori
dall’Italia (su di essa incombono gli spettri del Fascismo e
del Nazismo) e all’incontro del suo, allora nascente,
interesse per una pratica etnografica in terra d’Oriente.
Quello che inizialmente può apparire come una destinazione
casuale, una scelta dettata dalla necessità di lasciare il
proprio paese, è in realtà frutto di un seme gettato nel suo
animo fin dall’infanzia, grazie a certi racconti su
affascinanti paesi lontani e letture compiute in casa da
bambino. A Biella si propone una selezione di quaranta
fotografie della grande mostra del 2018, a cura delle nipoti
Nour Melehi e Mujah Maraini-Melehi, fortemente voluta
dall’Istituto Giapponese di Cultura, con il contributo di
Alinari e del Gabinetto Scientifico Letterario G.P. Viesseux.
Nour Melehi, dopo gli studi in Etnoantropologia, collabora con
gallerie d’arte e istituzioni private e pubbliche, in Italia
come all’estero, occupandosi di fotografia e intercultura. Dal
2009 dirige l’Associazione Fondo Alberto Moravia e coordina le
attività della casa museo dello scrittore.

Mujah Maraini-Melehi (regista-produttrice-sceneggiatrice) è
cresciuta tra Marocco, Italia e Stati Uniti. Mujah si laurea
in Lettere al Sarah Lawrence College di New York
specializzandosi in Teatro con Shirley Kaplan e critica
cinematografica con Gilberto Perez. Studia filmmaking alla
Boston University, recitazione alla Royal Academy of Dramatic
Arts di Londra, all’Actors Studio di New York e privatamente
con John Strasberg e Allen Savage. Recita al Teatro La Mama di
New York sotto la guida di Ellen Stewart. Continua a lavorare
in teatro e televisione negli Stati Uniti, dove vive per oltre
vent’anni. Il documentario Haiku on a Plum Tree segna il suo
esordio alla regia e il suo ritorno in Italia.

IRIS. INVERNO (E POI DI NUOVO SARÀ PRIMAVERA) DI MICHELA
CAVAGNA – BI-BOx Art Space – Palazzo Ferrero (Corso del
Piazzo, 25 – Biella)   a cura di Irene Finiguerra

“Nel mio giardino ho piantato dei bulbi di iris. E ogni anno
senza che io li guardi o curi più di tanto loro mi regalano
delle foriture magnifche… un giorno, osservando un grumo di
foglie adagiate sul terreno gelido, ghiacciato, della mattina,
mi è venuta alla mente la trasformazione a cui va incontro la
natura durante il periodo invernale. Ho cominciato a pensare
alla ciclicità della vita delle piante, al tempo del
trasformarsi in humus per dare linfa alla nuova vita che
verrà l’anno successivo, al tempo della gestazione per la
rinascita”.

Un riferimento implicito al momento che l’umanità sta
attraversando. Cosı̀Michela Cavagna racconta le sue incisioni
su carta Kozo, con una ventina di opere inedite che
costituiscono un omaggio alla cultura giapponese che spesso
interpreta le stagioni e il loro scorrere nel tempo, dove
silenzio e vuoto assumono un signifcato ricco di
interpretazioni lasciate a chi le osserva.

I riferimenti ai principi estetici ed etici della cultura
giapponese sono esplicitati nell’uso della stampa mokuhanga e
nella tecnica sashiko del rammendo. Il BORO, l’arte che lo
comprende, si fonda sul riutilizzo di vecchi tessuti
rammendati per creare nuovi capi, elogia l’imperfezione, la
sobrietà
        , il senso della circolarità delle cose, in questo
modo si rimanda al concetto di rinascita.

Michela Cavagna nasce in un distretto industriale tessile, in
gioventù sceglie l’architettura come forma di ribellione alla
tradizione. Affascinata da figure quali quella di Anni Albers
ed il laboratorio tessile del Bauhaus fonda nel 2009 una
fucina tessile. Dal 2015 vive per quasi 4 anni in Indonesia e
qui iniziano a prendere forma lavori influenzati e contaminati
dalla cultura del Sud-Est Asiatico. A cavallo fra 2017 e 2018
è invitata a tenere una personale all’Istituto Culturale
Italiano di Jakarta.

Oggi tornata in Italia, crea opere in fiber art e con
l’incisione mokuhanga grazie al suo amore per la cultura
giapponese. Racconta delle sue paure, del rapporto con le
figure femminili della sua famiglia, del suo stesso ruolo
femminile, indaga il significato di parole come ciclicità,
valore del passato, equilibrio.

IN GIAPPONE LA BELLEZZA È INIZIATICA – dal 13 marzo al 2
maggio 2021

un progetto di BI-BOx – APS    a cura di Irene Finiguerra   in
collaborazione con StileLibero

La mostra è inserita all’interno di VIAGGIO. ORIZZONTI,
FRONTIERE, GENERAZIONI (Palazzo Ferrero, Palazzo Gromo Losa,
Palazzo La Marmora – Biella)
BIGLIETTI E ORARI:

Iris. Inverno (e poi sarà di nuovo primavera) – BI-BOx Art
Space (Corso del Piazzo, 25)

Ingresso gratuito    Orario d’apertura: sabato e domenica dalle
10 alle 19

Ki Kyō e Endocosmo Maraini – Palazzo Lamarmora (Corso del
Piazzo, 19 – Biella)

Il biglietto d’ingresso è acquistabile solo a Palazzo Ferrero,
in Corso del Piazzo, 29.

Biglietto unico d’ingresso: intero 8 € | ridotto 6 €

Orario d’apertura: sabato e domenica dalle 10 alle 19

PER INFORMAZIONI AL PUBBLICO:

info.bibox@gmail.com |www.bi-boxartspace.com | +39 349 7252121

info@palazzoferrero.it    |   www.palazzoferrero.it|    +39   388
5647455

Udin&Jazz ricorda il grande
pianista     Chick    Corea,
scomparso qualche giorno fa,
che fu per due volte ospite
del Festival ed era già in
programma a GradoJazz 2021
Udine,      12    febbraio      2021     –     Il    Festival
Internazionale Udin&Jazz ricorda il geniale pianista Chick
Corea, scomparso il 9 febbraio per una rara forma di cancro,
scoperta solo di recente, che fu ospite per due volte a Udine,
la prima il 29 giugno del 1997 al Palasport Carnera con il
vibrafonista Gary Burton e la seconda nel 2015, quando si
esibì al Castello di Udine, il 31 luglio, in occasione dei 25
anni del Festival. Molti ricordano ancora quest’ultimo,
indimenticabile concerto, durante il quale il folto pubblico
accompagnò con un canto corale i brani più noti del grande
jazzista, in un trasporto empatico davvero intenso e
coinvolgente; Chick invitò altresì sul palco, per suonare
assieme a lui, alcuni pianisti presenti casualmente tra il
pubblico, a dimostrazione della sua rara umanità e del
desiderio di creare un libero scambio artistico, privo di
distinzioni, doti che lo hanno sempre contraddistinto.

Il direttore artistico di Udin&Jazz, Giancarlo Velliscig, lo
ricorda così:

“Chick Corea se n’è andato in silenzio e in fretta,
inaspettatamente, tant’è che avevamo stabilito poche settimane
fa con il management americano un’altra sua partecipazione a
Udin&Jazz, in una data fissata per metà luglio 2021 a Grado.
Siamo dunque doppiamente sconvolti dalla notizia così
improvvisa e tragica.

Ci lascia un musicista eccelso, musicalmente ricco e generoso
che nelle molteplici sue straordinarie escursioni tra
classicità e modernità, ha saputo lasciare un’impronta
personale e profonda nell’integrazione di stili e generi,
influenzato dalle profonde radici latine (la famiglia ha
origini calabresi), con cui ha interpretato in mille progetti
diversi la musica degli ultimi 60 anni.

Deve la sua grandezza ad esperienze straordinarie vissute
accanto a personaggi come Miles Davis e poi Herbie Hancock,
Pat Metheny, Michael Brecker, Miroslav Vitouš…, per poi
divenire leader di memorabili formazioni nella jazz-fusion
come i Return to Forever, e di più intimi trii o quartetti,
contribuendo a far emergere accanto a sé talenti assoluti del
jazz contemporaneo; rimarranno poi nella storia le sue
composizioni e i raffinati arrangiamenti per grandi formazioni
e big band, su tutte la mitica Spain, entrata nel repertorio
di ogni grande formazione jazz internazionale.

Venne a Udine la prima volta al Palasport Carnera con il suo
amico Gary Burton nel 1997 per un duo pianoforte-vibrafono di
una ricchezza e fascino che molti ancora ricordano. Tornò per
il venticinquennale di Udin&Jazz, nel 2015 al Castello a
Udine, in una serata per pianoforte solo, intima e memorabile
per la moltitudine di spettatori che rimasero ancora una volta
affascinati dalla tecnica e dalla sensibilità e disponibilità
di un artista così grande e sempre così vicino al suo
pubblico, con una simpatia e innata cordialità che, sia sul
palco sia dietro le quinte, non sempre abbiamo riscontrato
nelle grandi star della musica internazionale.

Una grande perdita, artistica e umana”.

       Crediti fotografici: Luca A. d’Agostino / Phocus Agency
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