Natalia Chistyakova Blanc, verso il "Festival dell'Arte sul Mare" 2019

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Natalia Chistyakova Blanc, verso il "Festival dell'Arte sul Mare" 2019
Natalia Chistyakova Blanc,
verso il “Festival dell’Arte
sul Mare” 2019
San Benedetto del Tronto – Continuiamo la presentazione degli
artisti che parteciperanno alla prossima edizione
del “Festival dell’Arte sul Mare” 2019      Sezione “Scultura
Viva” con l’ospite NATALIA CHISTYAKOVA BLANC, artista russa
residente a La Reol, in Francia.
Di seguito, nell’ordine, una sua foto, l’opera “La maitress de
la montagne cruive”, il bozzetto della scultura che
realizzera’ a giugno ed alcune sue note biografiche.
Natalia Chistyakova Blanc, verso il "Festival dell'Arte sul Mare" 2019
MAM, Museo d’Arte sul Mare
Natalia Chistyakova Blanc, verso il "Festival dell'Arte sul Mare" 2019
Danjel   Kosma,    verso   il
“Festival dell’Arte sul Mare”
2019
San Benedetto del Tronto – Continuiamo la presentazione degli
artisti che parteciperanno alla prossima edizione
del “Festival dell’Arte sul Mare” 2019      Sezione “Scultura
Viva” con l’ospite DANJEL KOSMA di Cupra Marittima
Di seguito, nell’ordine, una sua foto, l’opera “La vita”, il
bozzetto della scultura che realizzerà a giugno ed alcune sue
note biografiche.
Natalia Chistyakova Blanc, verso il "Festival dell'Arte sul Mare" 2019
MAM, Museo d’Arte sul Mare
Natalia Chistyakova Blanc, verso il "Festival dell'Arte sul Mare" 2019
Ado Brandimarte, verso il
“Festival dell’Arte sul Mare”
2019
San Benedetto del Tronto – Continuiamo la presentazione degli
artisti che parteciperanno alla prossima edizione
del “Festival dell’Arte sul Mare” 2019      Sezione “Scultura
Viva” con l’ospite ADO BRANDIMARTE di Ascoli Piceno
Di seguito, nell’ordine, una sua foto, l’opera “Preghiera”,
monumento alle vittime del terremoto di Accumuli, da lui
realizzato nel 2017, il bozzetto della scultura che
realizzera’ a giugno ed alcune sue note biografiche.
Natalia Chistyakova Blanc, verso il "Festival dell'Arte sul Mare" 2019
MAM, Museo d’Arte sul Mare
Natalia Chistyakova Blanc, verso il "Festival dell'Arte sul Mare" 2019
Anna Franceschi, verso il
“Festival dell’Arte sul Mare”
2019
San Benedetto del Tronto – Continuiamo la presentazione degli
artisti che parteciperanno alla prossima edizione
del “Festival dell’Arte sul Mare” 2019 Sezione Arte Musiva con
l’ospite ANNA FRANCESCHI di Orvieto

Di seguito, nell’ordine, una sua foto, un suo lavoro
intitolato “You didn’t get me”, il bozzetto del mosaico che
realizzera’ a giugno ed alcune sue note biografiche.
Natalia Chistyakova Blanc, verso il "Festival dell'Arte sul Mare" 2019
Anna Franceschi

MAM, Museo d’Arte sul Mare
Natalia Chistyakova Blanc, verso il "Festival dell'Arte sul Mare" 2019
Nobushige Akiyama, verso il
“Festival dell’Arte sul Mare”
2019
San Benedetto del Tronto – Iniziamo la presentazione degli
artisti che parteciperanno alla prossima edizione del Festival
con l’ospite NOBUSHIGE AKIYAMA lo scultore giapponese che
durante il Festival terrà una conferenza sulla carta
giapponese Washi e due workshop sull’Origami.
Di seguito alcune immagini di repertorio e notizie biografiche
dell’artista, di alcune sue opere in carta Washi, informazioni
sulla carta Washi e la locandina della sua mostra personale
“La nave di carta” a Trieste nel 2018.
Natalia Chistyakova Blanc, verso il "Festival dell'Arte sul Mare" 2019
MAM, Museo d’Arte sul Mare
Mam, Museo d’Arte sul Mare:
la storia – 20
LE OPERE DEL MAM E LA LORO STORIA – 20
2016: 20 anni di Pittura & Scultura Viva.

di Piernicola Cocchiaro

San Benedetto del Tronto, 2019-02-23 – Di seguito le foto
delle opere del MAM realizzate durante la 20ma edizione di
“Pittura & Scultura Viva”, nel 2016 e la loro storia.

Le foto sono tratte dal catalogo del Festival dell’Arte sul
Mare 2018, realizzato da Fabrizio Mariani, mentre la storia e’
tratta dal libro “Cercavo proprio te” di Piernicola Cocchiaro.
2016 – L’anno del ventennale,      che doveva essere una grande
festa, con la partecipazione di   dieci artisti tra nazionali ed
internazionali e che invece,      a causa delle false promesse
fatte da “amore!” fu una grande   delusione per tutti.

Di seguito, la storia del Ventennale programmato e del
Ventennale realizzato.

Il ventennale programmato

Non vi nascondo che il ventennale era già pronto nella mia
mente da diverso tempo, ma non ne parlai con Fabrizio se non
verso ottobre, quando iniziai a mettere insieme le prime
tessere del mosaico. L’idea di base era quella di far
partecipare al ventennale i migliori artisti che avevano già
partecipato al simposio nelle sue 19 precedenti edizioni e che
nel tempo erano diventati i migliori amici di Scultura Viva.
Sicuramente, l’amico più grande era Giuseppe, o meglio Peppino
Straccia, il mio assistente di campo, che ogni anno, dal 2007,
aveva continuato a regalare al MAM sculture di ogni genere
realizzate tra un aiuto e l’altro dato agli artisti
partecipanti, durante le edizioni di “Scul.tura Viva”. Altri
due cari amici erano senza dubbio Gualtiero e Simone Mocenni,
che dal 2007 e 2008, anni in cui parteciparono rispettivamente
al simposio come scultori, tornarono più volte a San Benedetto
come ospiti dell’evento. Lo stesso valeva per Nobushige
Akiyama e Franco Daga che tornarono come ospiti
rispettivamente nel 2012 e nel 2013, tenendo il primo un
workshop sulla carta giapponese antica e l’altro una mostra
personale di sculture alla Palazzina Azzurra.
Tra gli amici migliori non poteva comunque mancare Zed1, al
secolo Marco Burresi, che nel 2013, con il suo grande murale
dell’Agraria e la sua amicizia, cambiò radicalmente il destino
del simposio.
Nella mia mente, Zed1 avrebbe dovuto realizzare un grandissimo
murale sulla parete di un palazzo di Viale De Gasperi e gia’,
grazie ad Ilaria che vi abitava, avevo ottenuto il parere
favorevole del condominio.
Dunque già in ottobre il gruppo principale dei partecipanti
era fatto e il titolo che avevo pensato per il ventennale:
“Con i migliori amici” mi sembrava perfetto. Non restava altro
che scegliere un paio di ospiti, uno scultore ed un muralista,
tra gli artisti che avevano fatto richiesta di partecipazione
e pensare agli eventi collaterali.
Qualche idea ce l’avevo già, come per esempio quella di
scrivere, per l’occasione, un libro che raccontasse, tra
aneddoti e cronache, la storia dei 19 anni di “Pittura &
Scultura Viva”, o quella che prevedeva una serata musicale al
molo sud che si sarebbe potuta intitolare “Riscontri” e che
sarebbe stata caratterizzata dalla partecipazione di due
gruppi musicali, il solito trio jazz di Giacinto Cistola ed un
trio classico che si sarebbero alternati, proponendo versioni
diverse dello stesso brano.
Le idee c’erano ed erano tante. Naturalmente c’erano anche
diverse incertezze, a partire da quella piu’ grande del budget
che avrei avuto a disposizione e dal quale sarebbe dipeso il
successo della manifestazione,

Il ventennare realizzato

Il mio errore fu quello di fidarmi troppo della promessa di un
cospicuo budget fattami nel giugno del 2015 da “amore!”, poi
reiterata a dicembre, quando tornai in italia e di non
prevedere che poi non l’avrebbe mantenuta.
Nel gennaio 2016, infatti, sicuro della sua promessa, invitai
tutti i dieci artisti che avrebbero partecipato a quella
speciale edizione,
Fortunatamente pero’ verso marzo nella mia mente prevalse di
nuovo la lucidita’ e incominciai a realizzare che quelle
promesse non sarebbero state mantenute.
Cancellai allora urgentemente diversi inviti, chiedendo scusa
agli artisti e cosi’ dei dieci previsti, ne parteciparono solo
sei e una parte del programma non fu realizzata, compreso il
grande murale in Viale De Gasperi.
Insomma, fu un’edizione mediocre, una grande delusione per me
e per tutti i miei collaboratori, che poi quasi per magia, a
giugno, fu grande anche per “amore!”

Alcune immagini degli artisti e delle opere di “Pittura &
Scultura Viva 2016”.

Camilla Falsini, “I fantasmi del mare”

– Pittura e Scultura Viva: la creatività degli artisti
trasforma i massi del Molo Sud in opere d’arte

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Paolo   Crepet,   “L’emergenza
educativa nell’era digitale”
San Benedetto del Tronto – Paolo Crepet presenterà il libro
Passioni venerdì 22 febbraio alle ore 21 alla Sala Smeraldo
dell’Hotel Calabresi. Evento organizzato dall’ ISC Nord e
dalla Libreria La Bibliofila con il patrocinio ed il sostegno
dell’Amministrazione Comunale e della Regione Marche. Paolo
Crepet si soffermerà durante la serata sul tema “L’emergenza
educativa nell’era digitale”.
L’AUTORE
Paolo Crepet è psichiatra e sociologo. Tra i suoi numerosi
libri ricordiamo: Le dimensioni del vuoto. I giovani e il
suicidio (1993), Cuori violenti. Viaggio nella criminalità
giovanile (1995; 2017), Solitudini. Memorie d’assenza (1997),
I giorni dell’ira. Storie di matricidi (con Giancarlo De
Cataldo; 1998), Naufragi. Storie di confine (1999; 2002), Non
siamo capaci di ascoltarli (2001), La ragione dei sentimenti
(2002; 2004), Voi, noi (2003), Dannati e leggeri (2004; 2006),
I figli non crescono più (2005), Sull’amore (2006; 2010), Dove
abitano le emozioni (con Mario Botta e Giuseppe Zois; 2007), A
una donna tradita (2008), Sfamiglia (2009; 2011), Un’anima
divisa (2010), L’autorità perduta (2011; 2013), Elogio
dell’amicizia (2012), Impara a essere felice (2013), Il caso
della donna che smise di mangiare (2015), Baciami senza rete
(2016) e Il coraggio (2017).
IL LIBRO
Una delle insidie più pericolose e sottovalutate della nostra
epoca, in cui le nuove tecnologie digitali funzionano come un
rallentatore cognitivo ed emotivo che rende tutto
apparentemente fattibile e fruibile senza sforzo, è il
progressivo deperimento – se non addirittura l’estinguersi –
della passione, quella sfida lanciata al mondo e a se stessi
per continuare a migliorarsi, a sperare, a sognare. Ma poiché,
senza passione, non c’è una vita vera né una visione del
futuro, in primo luogo del proprio, l’unico modo per non
arrendersi a questa perdita è invocarla, provocarla,
inseguirla, raccontarla.
È quello che fa Paolo Crepet componendo un inventario di
storie e riflessioni, attinte dalla propria esperienza
esistenziale e professionale, che ruotano attorno a questa
parola sacra, in tutte le sue accezioni e declinazioni. Perché
spiegare ai giovani che cosa significhi la passione, il fuoco
interiore necessario per tenere accesi i propri desideri e
cercare di soddisfarli, è oggi un compito fondamentale, se si
vuole davvero «sostenerli nella scoperta e costruzione di sé,
alimentare la loro gioia, coltivare i loro entusiasmi, non
anestetizzarli o assopirli». E siccome gli esempi valgono più
delle parole, il libro è impreziosito dalle testimonianze di
tre campioni di passione: Paolo Fresu, straordinario jazzista
acclamato in tutto il mondo; Alessandro Michele, che ha
rivoluzionato il panorama internazionale della moda, e Renzo
Piano, tra i più celebrati architetti contemporanei.
Tre uomini molto diversi per età, formazione e biografia, ma
accomunati da un’inconfondibile caratteristica: l’inossidabile
entusiasmo che anima il loro lavoro e l’assoluta fedeltà ai
sogni di gioventù, che ne ha reso possibile l’avverarsi.
Le loro storie ci insegnano che la passione è basata su
ostinazione, tenacia e un’incontenibile urgenza di libertà, ed
è un meraviglioso traghetto che trasporta e preserva la
speranza di una vita stupefacente. Non è un viaggio facile, e
nemmeno per tutti, ma la meta è così speciale che ognuno ha il
dovere di dimostrare se ha il coraggio di affrontarlo.
Mam, Museo d’Arte sul Mare:
la storia – 19
LE OPERE DEL MAM E LA LORO STORIA – 19
L’anno del secondo murale all’Agraria.

di Piernicola Cocchiaro

San Benedetto del Tronto, 2019-02-15 – Di seguito le foto
delle opere del MAM realizzate durante la diciannovesima
edizione di “Pittura & Scultura Viva”, nel 2015 e la loro
storia.

Le foto sono tratte dal catalogo del Festival dell’Arte sul
Mare 2018, realizzato da Fabrizio Mariani, mentre la storia e’
tratta dal libro “Cercavo proprio te” di Piernicola Cocchiaro.

2015

Pittura & Scultura Viva – Edizione “tuttitaliana”

La diciannovesima ed ultima edizione fu dedicata ai soli
artisti italiani. Dopo 18 edizioni che avevano visto la
presenza di artisti di ogni parte del mondo, mi sembrava
doveroso rendere omaggio alla nostra Italia e alla sua cultura
artistica. Così invitai quattro scultori e quattro muralisti
italiani e chiami l’edizione “tuttitaliana”. Questo, tra
l’altro, mi permise di smaltire diverse vecchie richieste di
partecipazione al simposio di artisti italiani che si erano
via via accumulate a causa del fatto che per tenere alto il
livello di internazionalità dell’evento, ormai da diversi anni
mi limitavo ad invitare un solo scultore italiano oltre a
quello locale.
Per la sezione scultura, invitai Bruno Pon, Antonio De Marini,
Pietro De Scisciolo e come artista locale il giovane Donato
Gentili. Per la sezione pittura murale, invitai una ragazza
romana, Gio Pistone, la coppia Wally e Alita degli
Orticanoodles e Luca Flebo Tayebian, un giovane locale esperto
di lettering. Ormai, la pittura murale era diventata una
componente importantissima; il murale di Zed1 dell’anno
precedente era finito su diverse riviste specializzate e
dunque in suo onore, dopo 18 anni, il nome del simposio, da
“Scul.tura Viva” divenne “Pittura & Scultura Viva”.
Gio Pistone e Flebo, avrebbero realizzato ognuno un murale di
sei metri di lunghezza per due di altezza sui blocchi di
cemento del molo sud, mentre Wally e Alita, prima avrebbero
realizzato un murale unico di dodici metri di lunghezza sugli
stessi blocchi e poi si sarebbero dedicati al grande murale
dell’Agraria di circa 180 metri quadrati, sulla facciata della
palazzina gemella a quella dipinta da Zed1.
Il risultato fu eccezionale, ma a differenza di Zed1, gli
Orticanoodles lavorarono usando la tecnica dello stencil, cioè
dello stampo. Arrivarono a San Benedetto con una macchina
piena di rotoli di carta che altro non erano che le matrici
perforate delle sagome dei colori che avrebbero composto il
murale. Una volta iniziato il lavoro, per prima cosa stesero
le matrici sulla parete e con una bomboletta spray spruzzarono
la vernice sui contorni perforati delle sagome che così si
stamparono sul muro sottostante, prima di venire riempite con
il colore previsto.
Un pò come faceva Michelangelo cinquecento anni prima, quando
con la tecnica dello spolvero e cioè della polvere di carbone
che veniva battuta sul contorno traforato delle figure, stampò
le loro sagome sulla volta della Cappella Sistina prima di
colorarle.
Per il murale del molo sud Wally e Alita avevano previsto di
dipingere una tartaruga gigante, la Caretta Caretta, mentre
per il murale dell’Agraria avevano pensato di realizzare
invece, il ritratto stilizzato di un loro idolo, Andrea
Pazienza, che, avevano scoperto, era vissuto a San Benedetto.
Inutile dire che vennero fuori due capolavori, ma più del
risultato, sul quale ci avrei giurato, quello che più mi colpì
fu, come era già successo con Zed1, la loro affabilità e
simpatia. Non c’era persona dell’Agraria che non avesse
scambiato due chiacchiere con loro e succedeva spesso che
quando qualcuno dalla strada chiedeva a loro, sù in alto nel
cestello, cosa rappresentasse il murale, loro smettevano di
lavorare, abbassavano la piattaforma elevatrice e raggiunta la
persona, si mettevano a spiegare nei dettagli il lavoro che
stavano facendo.
Insomma fu una bella esperienza vederli al lavoro e
soprattutto fu una cosa bellissima vedere alla fine i due
grandi murali imponenti e ricchi di colori, dare vita
all’intero quartiere, vibrando su quelle due pareti
affiancate.
Anche la sezione scultura ottenne un buon successo e tutte le
opere furono oggetto di apprezzamento da parte del pubblico.
Bruno Pon realizzò un bel bassorilievo dal titolo “Il nucleo
della vita”, che era un inno all’amore, Pietro De Scisciolo
un’onda che sgorgava da un’apertura quadrata immaginata sul
blocco di travertino, Antonio De Marini “Memoria”, un dialogo
armonico e sobrio tra linee e piani e il giovane Donato
Gentili, dimostrò le sue già buone qualità scultoree con
un’opera che rappresentava una piovra.
Quell’anno Peppino si dedicò al Presepe subacqueo e realizzò
la statua di un cordaio da posizionare sugli scogli intorno
alla sua Natività sommersa nel mare. Lavorò senza sosta e in
pochi giorni scolpì una figura a tutto tondo a grandezza
naturale che fu forse la più ammirata della 19^ edizione.
L’unico lato negativo di quell’edizione fu il ritorno del
vandalo seriale che non colpiva più da ormai alcuni anni e che
evidentemente, anche se ormai di una certa età, non resistette
all’impulso di distruggere una piccola scultura in terracotta
rossa, che rappresentava una barchetta di carta e che Pietro
De Scisciolo, nonostante i miei ripetuti avvertimenti, aveva
per forza voluto fissare in bella vista sulla sua scultura,
quasi fosse un invito a romperla.
Nonostante ciò fu comunque una bella edizione che inoltre già
emanava il profumo della successiva, quella del ventennale.

MAM, Museo d’Arte sul Mare
Mam, Museo d’Arte sul Mare:
la storia – 18
LE OPERE DEL MAM E LA LORO STORIA – 18
L’anno di Zed1 all’Agraria.

di Piernicola Cocchiaro

San Benedetto del Tronto, 2019-02-08 – Di seguito le foto
delle opere del MAM realizzate durante la diciottesima
edizione di “Pittura & Scultura Viva”, nel 2014 e la loro
storia.
Le foto sono tratte dal catalogo del Festival dell’Arte sul
Mare 2018, realizzato da Fabrizio Mariani, mentre la storia e’
tratta dal libro “Cercavo proprio te” di Piernicola Cocchiaro.
Il grande murale di Zed1 all’Agraria

Il 2014 può senzaltro essere definito l’anno di Zed1,
pseudonimo di Marco Burresi da Certaldo, vicino Firenze. Avevo
scelto Marco su internet, insieme agli altri artisti che
avrebbero partecipato alla 17^ edizione di Scul.tura Viva, ma
non immaginavo che, con la sua creatività, avrebbe
rivoluzionato l’intero simposio.
Quell’anno tornai al format classico, che prevedeva la
partecipazione di otto artisti, quattro pittori muralisti e
quattro scultori. Oltre a Dulk e Mr.Chapu che erano stranieri
ed esattamente spagnoli, per la sezione pittura murale invitai
anche Zed1, uno street artist italiano molto affermato e
Grazia Carminucci, una nota pittrice locale. Per la sezione
scultura invitai la coreana, Ho-Young, Im, la californiana
Dana O’Donnell, l’italiano Francesco Mazzotta e lo scultore
locale Elia Orrù che era il figlio della pittrice Grazia
Carminucci. Elia veramente viveva a Milano, ma a me sembrò una
bella cosa far partecipare allo stesso simposio madre e
figlio.
All’ultimo minuto Francesco Mazzotta dovette rinunciare perchè
costretto a subire un intervento chirurgico ed allora fu
sostituito da Giuseppe Straccia, il mio fedele assistente di
campo che, come sempre, avrebbe comunque realizzato una
scultura tra un aiuto agli artisti e l’altro e con il quale
dunque
risolsi il problema senza troppi sforzi, anche se il catalogo
era già stato stampato.
Come sempre, prima del simposio ebbi un lungo scambio di e-
mails con gli artisti e soprattutto con i pittori che,
convinti del fatto che avrebbero impiegato poco più di due
giorni per realizzare le loro opere, mi domandavano se
potevano lasciare il simposio prima della sua chiusura, una
volta finito il murale, invece di stare a San Benedetto tutta
la settimana.
Anche Marco me lo chiese ed io, come agli altri, gli risposi
che lui aveva la possibiliutà di scegliere tra due opzioni e
cioè arrivare a San Benedetto a metà settimana e andare via il
giorno dopo la cerimonia di chiusura, oppure arrivare il primo
giorno del simposio e andare via a metà settimana. La risposta
che ricevetti fu per me una bomba. Mi disse che sarebbe
rimasto a San Benedetto anche una settimana o dieci giorni in
più, se gli avessimo fatto dipingere un grande murale su
qualche grande muro della città. Lui avrebbe realizzato
l’opera gratuitamente e il Comune avrebbe dovuto solo
ospitarlo e fornirgli i colori e la piattaforma elevatrice.
Non me lo feci ripetere due volte e subito mi recai in Comune
per girare la notizia al sindaco, chiedergli se era d’accordo
e quale, secondo lui, poteva essere il muro più adatto.
Coinvolsi anche il suo segretario personale e oltre a lui
anche il direttore dell’URP. Spiegai loro che quella era
un’occasione unica che non potevamo perdere e tutti furono
d’accordo sul fatto di procedere. Poi ognuno di loro mi
suggerì un muro diverso e appena li lasciai li andai a
fotografare per poi, una volta a casa, inviare le foto a
Marco.
Lui fu entusiata e scelse di dipingere il muro più grande,
quello che era stato suggerito dal sindaco e che era situato
nel quartiere Agraria a Porto d’Ascoli. Il muro era la
facciata di testa di una di due palazzine di edilizia
economica e popolare e fu anche questo il motivo che convinse
Marco a sceglierlo, oltre al fatto che era grandissimo, con i
suoi 18 metri di altezza per 10 di larghezza. Marco non aveva
mai realizzato un murale così grande e quella sarebbe stata
una sua scommessa e dunque anche la mia.
Il simposio iniziò senza problemi e la domenica mattina, come
sempre, tuti gli artisti incominciarono ad organizzare i
propri lavori. I due spagnoli avrebbero realizzato un unico
murale di 12 metri di lunghezza, mentre la Carminucci e Zed1
avrebbero dipinto singoli murali di 6 metri di lunghezza
ognuno. Zed1 iniziò alla grande, ma dovette sospendere il suo
lavoro per tornare a Certaldo per il funerale della nonna.
Tornò dopo tre giorni, quando gli altri muralisti avevanop già
praticamente finito i loro lavori. Nonostante il ritardo, Zed
finì il suo murale la mattina dell’ultimo giorno.
Anche tra gli scultori ci fu qualche problema di ordine
familiare e lo spagnolo, che fortunatamente aveva finito il
lavoro, dovette abbandonare il simposio senza partecipare alla
cerimonia di chiusura. Nonostante tutto, le opere di quella
18^ edizione furono tutte di buon livello. La più apprezzata
fu quella di Peppino che si intitolava “Tipo da spiaggia” e
rappresentava una persona che prendeva il sole su un
asciugamano rosso (si fece dare la vernice da Zed1 per
colorarlo) circondato da tre gatti ed un paio di cani.
Finito il simposio, a differenza degli altri partecipanti,
Zed1 rimase a San Benedetto, in attesa di iniziare a dipingere
il grande murale dell’Agraria. Nel frattempo, con la sua
simpatia , conquistò tutti gli ospiti dell’Hotel Cristall nel
quale alloggiava ed era diventato molto amico dei proprietari
Milena e Giancarlo.
Dopo qualche giorno, appena fu disponibile la piattaforma
elevatrice da 24 metri, saltò nel secchiello e posizionandosi
quasi centralmente, iniziò a studiare la parete che aveva di
fronte, facendo degli strani movimenti con l’asta telescopica
di alluminio di quattro metri che impugnava. Dopo una ventina
di minuti fissò sulla sua sommità un rullo da imbianchino e
incominciò la sua avventura.
Vederlo dipingere su quella parete fu un’esperienza unica e
affascinante. Ormai aveva preso confidenza con il cestello
della piattaforma elevatrice che anche se continuava ad
oscillare soprattutto quando raggiungeva la massima altezza,
non lo preoccupava più come prima. Nei giorni a seguire
aumentarono sempre di più i capannelli di persone che con il
naso all’insù si formavano sotto la grande parete, mentre
alcuni residenti della palazzina si avvicendavano nel
portargli primi e secondi piatti caldi.
Praticamente Zed1 divenne una leggenda e una grande novità non
solo per il quartiere, ma anche per l’intera città.
Prima di partire gli chiesi chi potesse consigliarmi per
continuare l’esperienza che lui aveva iniziato con il suo
bellissimo murale. Vicino alla grande parete che lui aveva
dipinto, ce n’era infatti un’altra esattamente uguale e pensai
che sarebbe stata un’ottima idea realizzarvi un secondo murale
delle stesse dimensioni. Mi consigliò gli Orticanoodles, un
collettivo milanese guidato da due giovani artisti compagni
d’arte e di vita, Wally e Alita.

MAM, Museo d’Arte sul Mare

Mam, Museo d’Arte sul Mare:
la storia – 17
LE OPERE DEL MAM E LA LORO STORIA – 17
L’anno in cui parteciparono tre tra i piu’ famosi street
artists del mondo.

di Piernicola Cocchiaro
San Benedetto del Tronto, Di seguito le foto delle opere del
MAM realizzate durante la diciassettesima edizione di “Pittura
& Scultura Viva”, nel 2013 e la loro storia.
Le foto sono tratte dal catalogo del Festival dell’Arte sul
Mare 2018, realizzato da Fabrizio Mariani, mentre la storia e’
tratta dal libro “Cercavo proprio te” di Piernicola Cocchiaro

Pittura & Scultura Viva 2013

La svolta della Pittura murale

Nell’edizione 2013 accadde che la Pittura murale prese il
sopravvento sulla Scultura, non tanto per la qualità delle
opere, che comunque furono molto belle, ma quanto per
l’importanza e la fama degli street artists che vi
parteciparono. Dopo la bella esperienza ed il successo che
ebbe nell’anno precedente, quell’anno provai ad alzare il
livello della sezione Pittura murale e coraggiosamente
contattai ed invitai tre street artists tra i più famosi al
mondo oltre ad un italiano Mr. Wany e ad un artista locale
molto conosciuto che si faceva chiamare Pirò.
Non credetti ai miei occhi quando lessi le e-mail con le quali
la sudafricana Faith 47, il brasiliano Ethos e il cinese
Daleast mi confermavano la loro partecipazione al simposio. Fu
uno spettacolo incredibile vederli realizzare i loro murali in
quattro o cinque ore con le bombolette di vernice spray. Tutti
e tre mi chiesero di poter arrivare a metà settimana, perchè,
dicevano, avrebbero fatto i murali in uno o due giorni al
massimo.
Tutti e tre, quasi si fossero messi d’accordo, o forse lo
erano, iniziarono a dipingere intorno alle 11,00 del mercoledi
e finirono nel pomeriggio intorno alle 16,00. Quel giorno non
tornai nemmeno a casa per il pranzo e decisi di restare sul
molo fino a che loro non avessero finito i murali. Fu una
grande emozione vederli lavorare. Nessuno seguiva un progetto
preciso, ma solo un’idea di massima di quello che stavano
facendo ed erano così concentrati che a nessuno dei tre venne
in mente di sospendere il lavoro per tornare in albergo per
fare pranzo. Tutti e tre dipinsero senza interruzione e senza
assolutamente tenere conto dei progetti pubblicati sul
catalogo e poi, verso le 16,30, mentre stavano arrivando gli
scultori, ritornarono in albergo.
La pittura insomma quell’anno ebbe un ruolo veramente
significativo e diede una svolta decisiva a Scul.tura Viva.
Anche nella sezione Scultura la pittura ebbe un suo ruolo
importante. Tra gli scultori partecipò infatti un’artista di
Ascoli, Marisa Korzeniecki che era pittrice e scultrice e
realizzò una bellissima scultura che poi arricchì
compositivamente con macchie di verde, giallo e blu. Oltre a
quella di Marisa, un’altra bellissima scultura fu quella di
Susanne Paucker, una giovane tedesca piena di energia, ma
anche le opere dello spagnolo Luis Ramos Rubio, dell’italiana
Elena Saracino e dell’ucraino Michael Levcenko, furono molto
apprezzate dal pubblico.
Quello fu il secondo anno che il simposio venne finanziato
principalmente dalla Fondazione Carisap e ciò mi permise di
aumentare la tiratura dei cataloghi e di invitare un ospite
che, durante la settimana artistica, avrebbe fatto una sua
mostra alla Palazzina Azzurra. La presenza della
trentacinquenne tedesca, fece cadere la mia scelta su Franco
Daga che era il suo compagno di vita e d’arte, anche se di
qualche anno più anziano,essendo nato nel 1942. Franco
naturalmente fu molto felice di tornare a San Benedetto per la
seconda volta e di incontrarsi con la sua amata Susanne e alla
Palazzina espose le sue grandi sculture in legno e opere in
vetro e metallo riscuotendo un grande successo.
Nelle due settimane seguenti la mostra delle sculture di
Franco Daga e sempre nell’ambito di Scul.tura Viva, Fabrizio
Mariani ed io tenemmo una nostra mostra personale di pittura
che si intitolò “Re_writing”, curata dal critico Giancarlo
Bassotti. Non era la prima volta che io e Fabrizio
organizzavamo una mostra insieme, anzi la prima fu addirittura
nel 1995, ma quella fu speciale, perchè fu un evento nel
nostro evento.
Così quell’anno il simposio fu ricordato per la sua durata,
che raggiunse le tre settimane e anche per la sezione di
Pittura murale, che costituì definitivamente la sua svolta e
che, l’anno seguente, si sarebbe estesa alla città.

MAM, Museo d’Arte sul Mare
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