Napoli, la rinascita di Maksimovic Da emarginato a colonna difensiva

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Napoli, la rinascita di Maksimovic Da emarginato a colonna difensiva
Napoli,   la  rinascita di
Maksimovic Da emarginato a
colonna difensiva
di Redazione Sportiva

Al Parco dei Principi PSG e Napoli hanno dato spettacolo. La
partita, valida per il terzo turno dei gironi di Champions
League, ha visto affrontarsi due delle formazioni più in forma
d’Europa. Il tasso qualitativo non era certo una sorpresa: i
parigini hanno campioni assoluti dotati di grande esperienza e
di grandissima tecnica, per i napoletani vale lo stesso ma,
probabilmente, in misura minore. Bisogna ammettere che i vari
Mbappè, Neymar, Di Maria e via dicendo hanno impensierito, e
non poco, i tifosi azzurri. Ma non la difesa partenopea, che
ha invece affrontato i fuoriclasse francesi con coraggio e
determinazione. I due gol sono arrivati un po’ per
combinazione e un po’ per ‘meriti accademici’: le statistiche
fanno emergere un sostanziale equilibrio, anche se i padroni
di casa hanno mirato di più verso la porta di Ospina.
Superlativa è stata, in ogni caso, la prestazione del reparto
difensivo azzurro. A brillare insieme ad Albiol e Koulibaly è
stato anche Maksimovic, il grande emarginato dell’era
sarrista. Con il serbo il Napoli sembra aver trovato l’arma
Napoli, la rinascita di Maksimovic Da emarginato a colonna difensiva
segreta per affrontare le più grandi squadre d’Europa. Se da
un lato c’è un Insigne che sta vivendo un momento di gloria
indimenticabile in Champions, dall’altro va sottolineato il
lavoro del centrale ex Torino. Non se ne parla molto, eppure
il suo blocco difensivo è stato pressoché perfetto. Nessuna
sbavatura, nessun pallone regalato agli avversari, ma solo
tanta attenzione e tanti interventi effettuati nel modo
corretto e con i tempi giusti. Dalle sue parti Di Maria non
passa, come non passa Neymar. Non sarà un caso se entrambi i
gol subiti sono arrivati dal lato opposto, quello protetto da
Mario Rui. La cura Ancelotti sembra aver sortito un grande
effetto su di lui che, pur giocando poco in campionato, quando
viene ‘scongelato’ in Champions si rende protagonista di
grandi prestazioni. Ancelotti lo ha potenziato, i campani lo
hanno riscoperto, e ora per lui potrebbe arrivare il momento
della conferma anche in campionato.Gennaro Famiglietti,
avvocato di Edinson Cavani, ha rilasciato alcune significative
dichiarazioni a Kiss Kiss Napoli. “L’abbraccio con Aurelio De
Laurentiis è da vedere come un gesto di apertura e come grande
riconoscenza tra Edinson ed il presidente per tutte le
soddisfazioni reciproche vissute insieme. Gli anni vissuti a
Napoli rappresentano un ricordo che niente potrà mai
cancellare. E questa cosa Edi l’ha detta più volte: quante
volte ha fatto sapere che gli farebbe piacere tornare in città
per vestire ancora la maglia azzurra”.

Via    al    programma                                   di
accelerazione Regionale
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Vito Grassi, amministratore unico di Graded e presidente di
Unione Industriali di Napoli e Confindustria Campania, entra
ufficialmente nel team del progetto “Mit Reap” (acronimo di
Massachusetts Institute of Technology – Regional
Entrepreneurship Acceleration Program) coordinato in Campania
dall’Università Parthenope attraverso il Dipartimento di Studi
aziendali e quantitativi (Disaq). Si tratta del programma di
accelerazione imprenditoriale promosso dal Mit di Boston che
accoglie ogni anno fino a 9 squadre regionali: oltre alla
Campania – l’unica italiana ad essere mai stata inserita nel
progetto partecipano team provenienti da Danimarca centrale,
Guangzhou (China), Guayaquil (Ecuador), Kentucky (Usa), Leeds
City (Uk), Monterrey (Messico), Oslo (Norvegia) e Sydney
(Australia). L’iniziativa – che mira alla pianificazione e
allo sviluppo di soluzioni volte a stimolare la competitività
dei sistemi locali di innovazione – coinvolge un team
regionale composto da otto attori di alto profilo provenienti
dal mondo istituzionale, accademico, industriale e
finanziario. Assieme a Grassi, in squadra ci sono Valeria
Fascione, assessore regionale all’Internazionalizzazione,
Start up e Innovazione (per la categoria Governo
territoriale); l’armatore Guido Grimaldi, presidente Alis (per
la categoria Grande Impresa); Giovanni Ranieri, ad della Next
Geosolutions – Gruppo Marnavi (Piccole e medie imprese); Marco
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Ferretti (professore ordinario, presidente MAR.TE), Francesco
Calza (direttore Scuola di Economia e Giurisprudenza), Adele
Parmentola (professore associato in Management) e Eva Panetti
(ricercatore post-doc), tutti rappresentanti della Parthenope
(per la categoria Università). Il programma si basa, infatti,
sul “Mit Innovation Ecosystem framework” sviluppato dalla Mit
Sloan School of Management, secondo il quale il disegno di una
politica di innovazione territoriale efficace richiede il
coinvolgimento di 5 categorie di “stakeholders”: Grandi
imprese; Piccole e medie imprese innovative; Istituti
finanziari; Università ed organismi di Ricerca; Istituzioni
locali. I componenti del gruppo campano saranno assistiti da
una squadra di esperti del Mit nell’ambito di un training
della durata di due anni. L’obiettivo? Identificare il
vantaggio competitivo regionale, sulla base del quale ideare
poi un piano di iniziative a sostegno dell’ecosistema
imprenditoriale della Regione e guidarne la successiva i m
plementazione sul territorio. Il primo appuntamento per la
delegazione campana è in programma dal 28 al 31 ottobre
prossimi presso la sede della Sloan School of Management del
Mit a Cambridge: a rappresentare Graded ci sarà Ludovica
Landi, responsabile organizzativa ed operativa dell’azienda
guidata da Vito Grassi. Quattro giorni di formazione full
immersion, ma anche un’occasione di networking con le altre
regioni aderenti al programma, tra workshop tematici, casi di
studio, tour nell’ecosistema innovativo del Mit e visite agli
acceleratori di imprese di Boston. Il progetto si concluderà
nel 2020 e prevede altri tre workshop internazionali dopo
quello di ottobre: giugno 2019, gennaio 2020 e giugno 2020.
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L’omaggio a Donato Vestuti

A 100 anni dalla morte, avvenuta il 25 ottobre del 1918 a
seguito dello scoppio di una granata, è stato ricordato Donato
Vestiti, con una cerimonia al cimitero di Salerno. Sulla tomba
è stata deposta una corona di fiori, ed una targa
commemorativa per ricordare a tutte le genarazioni chi sia
stato Vestuti a cui è intitolato lo stadio di piazza
Casalbore. Una manifestazione che rientra nel programma del
centenario della Salernitana che era presente con i propri
dirigenti. Ma anche i tifosi granata, il Governatore De Luca,
il sindaco Napoli e l’assessore Caramanno che ha aperto la
cerimonia, sottolineando il senso di appartenenza allo storico
stadio per tutti i cittadini salernitani: “Oggi parliamo della
storia di Salerno e della Salernitana, che poi sono due
fenomeni che si sovrappongono e si completano. L’anno prossimo
sarà un anno importante, e cominciamo il centenario con una
manifestazione che riguarda la prima parte della storia di
Salerno calcistica. Perchè siamo tutti nati al Vestuti. Per me
rappresenta un momento di commozione e di grande affermazione
di storia della città“. Il Sindaco Napoli ha sottolineato la
figura eroica di Donato Vestuti: “Oggi rgli endiamo omaggio .
La Salernitana ci ha fatto gioire, ci ha fatto soffrire, ma
comunque rimane uno dei simboli identificativi della nostra
città. Quest’anno ci auguriamo cose eccellenti per la squadra.
Abbiamo deposto una corona di fiori, e c’è una lapide per
ricordare chi era Donato. Ha dato un messaggio solenne: cioè
come coniugare una vita di studi, poi un senso del dovere che
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l’ha portato a sacrificarsi per la patria, e lo sport. Sono
questi valori sono gli ingredienti per una società civile
all’altezza di questo nome“. Al Governatore Vincenzo De Luca è
toccato il compito di scoprire la lapide alla presenza degli
eredi di Vestiti: ” Lo ricordiamo per il senso di patria che
dovremmo recuperare. Siamo nel luogo più sacro per noi
salernitani. Era doveroso, per me, essere qui per ricordare
una delle figure simbolo della nostra storia. Voglio rivolgere
ai familiari un saluto cordiale”. De Luca tocca tematiche ben
più ampie ha ricordato il senso di sacrificio di tutti i
ragazzi caduti nel corso della prima
Guerra mondiale. “Una comunità che non ha rispetto per le
proprie radici non ha futuro. Noi viviamo in un mondo nel
quale si vive solo per l’oggi: sembra che non esista una
coomunità, sembra che non ci sia nulla di sacro. La verità è
che se non abbiamo valori sacri non possiamo andare avanti.
Donato è una figura splendida: primo perchè è un uomo dello
sport perchè ha fondato la prima squadra di calcio della
città. Non ha fatto in tempo a vederla nascere, ma ha aperto
la strada a creare uno dei club più antichi d’Italia.
Festeggeremo il centenario l’anno prossimo, ed è per noi
motivo di grande orgoglio. Lo ricordiamo per la sua
vivacità,per il suo senso del dovere: era uno dei tanti
ragazzi che studiava al Tasso. Lo ricordiamo perchè è morto 10
giorni prima della conclusione della Prima Guerra Mondiale. In
tutte le piazze d’Italia troverete una lapide sulla quale sono
incisi i nomi dei caduti: 700.000 mila giovani. È stata una
carneficina, e dentro quelle trincee c’erano i migliori
giovani del nostro Paese: molti di loro erano ragazzi
meridionali. Lo ricordiamo per il senso di patria che dovremmo
recuperare fino in fondo”. Così ha concluso la cerimonia De
Luca tra gli applausi degli ultras e della tifoseria granata.
La Salernitana riparte dal suo Vestuti.
Impatto tra due automobili:
muore sul colpo un’anziana
91enne residente a Roscigno
EBOLI. Un’anziana donna di 91
anni di età è deceduta in
seguito ad un tragico incidente
stradale avvenuto in località
Borgo Carilia, tra Eboli ed
Altavilla Silentina. La donna,
Anna Rosa Voria, classe 1927,
viaggiava in compagnia di una
figlia, D. B., di 66 anni, e
stava     recandosi      presso
l’ospedale     di   Eboli    per
sottoporsi a controlli clinici.
Giunta all’altezza di un incrocio tra via Nettunia e via Carlo
Pisacane, lungo la Provinciale 317, la vettura, una Fiat Panda
con a bordo la 91enne originaria di Roscigno si scontrava, per
cause che sono al vaglio delle forze dell’ordine intervenute
sulla scena del sinistro, con un’altra macchina, una Lancia
Musa, il cui conducente, V. E., un uomo originario di
Battipaglia, restava ferito in maniera seria per cui ha dovuto
far ricorso alle cure dei medici del pronto soccorso
dell’ospedale. La salma è ora a disposizione Autorità
Giudiziaria presso l’obitorio dell’ospedale di Eboli per esame
esterno medico legale e per l’eventuale successivo esame
autoptico. Traffico interrotto per consentire il recupero dei
mezzi incidentati da parte di una ditta specializzata. Un
incrocio particolarmente pericoloso, quello in cui è accaduta
la disgrazia. Ora sempre di più si chiede la presenza di una
rotatoria per evitare il ripetersi di eventi luttuosi.
Mario Marrone

La Fabbrica apre ma non paga:
«Il   proprietario    se   ne
infischia

Parte già tra le polemiche l’avventura ufficiale del nuovo
centro commerciale “La Fabbrica”, che ha aperto i battenti
integralmente nella giornata di ieri con la partecipazione di
Serena Autieri e Rocco Hunt. Verrebbe da chiedersi se anche i
due ospiti subiranno lo stesso trattamento dei venti operai,
tra cui Lucio Iuliano, che ancora attendono di essere pagati
per il lavoro svolto e ultimato senza il quale, di fatto,
l’apertura ufficiale del centro commerciale non ci sarebbe
stata. Il lavoro degli operai, infatti, è andato avanti
nonostante il mancato pagamento degli stipendi degli ultimi
mesi proprio perché la proprietà aveva assicurato che avrebbe
versato le cifre dovute. Quando sarebbe scaduto il contratto?
«Il 30 settembre scadeva il contratto, ma io non l’ho voluto
rinnovare perché non ci stavano pagando». Quante persone hanno
il suo stesso disagio? «Il problema riguarda una ventina di
persone, che quando si è provveduto alla realizzazione del
centro commerciale hanno lavorato, proprio come me, sul fronte
edilizio. Da due mesi non riceviamo lo stipendio e abbiamo le
differenze sulle buste paga di giugno e luglio che non sono
state ancora versate. Poi non ci hanno pagato la cassa edile,
ferma da giugno 2017». Qual è la sua storia all’interno de La
Fabbrica? «Ho lavorato lì per 4 mesi. Quando sono arrivato io
avevano già fatto il primo sciopero, perché gli operai anche
allora non venivano pagati. Dopo quello sciopero hanno
iniziato a pagare quasi puntualmente ogni stipendio, poi si
sono bloccati di nuovo. Nel nostro caso, dobbiamo prendere le
mensilità di agosto, settembre e Tfr. Anche agli altri
colleghi prima di noi non è stato versato il Tfr». Qual era il
vostro contratto? «Eravamo in 4 a tempo determinato, ogni
volta il contratto ci veniva rinnovato per brevi scadenze.
Altre persone, invece, avevano il contratto a tempo
indeterminato ma gli è arrivata la lettera di licenziamento
qualche giorno fa». Ci sono state fibrillazioni in fase di
lavoro? «Altri problemi non ce ne sono stati, purtroppo noi ci
siamo semplicemente fermati e abbiamo chiesto il pagamento.
Abbiamo fatto il primo incontro coi sindacati e ci hanno detto
che ci avrebbero pagato il 9 settembre, ma non è successo.
Dopo un altro incontro avevano detto che ci avrebbero pagato
ormai 20 giorni fa, ma neanche in quel caso ci hanno pagato.
Ieri ho parlato direttamente con Giuseppe, il proprietario,
che se ne è infischiato totalmente della cosa. A quel punto mi
sono mosso con Giuseppe Vicinanza della Cisl e qualche giorno
fa abbiamo fatto denuncia all’ispettorato del lavoro. Il
lavoro comunque stava per finire, il problema è che non ci
stanno pagando, ma noi saremmo stati licenziati tutti
inevitabilmente a fine mese». Chi dovrebbe versare il dovuto?
«La Euro Appalti di Roma ha vinto la gara e noi siamo stati
assunti tramite loro. I pagamenti però ce li faceva il
consorzio e non Euro Appalti. Inoltre, ci risultano non ancora
versati i contributi di luglio, agosto e settembre. Negli
altri casi precedenti al nostro il problema è stato risolto,
hanno versato gli acconti e poi hanno saldato». Avete
intenzione di fare qualcosa in occasione dell’inaugurazione
del centro? «Non faremo alcuna protesta, aspettiamo il
colloquio con l’ispettorato ma non vogliamo altro che lo
stipendio che ci spetta. Il lavoro è finito, noi dobbiamo
prendere quasi 3 stipendi più vari contributi ma nel
frattempo, oggi, faranno l’inaugurazione del centro come se
nulla fosse».

Il Tar riapre le Pisano,
Forte annuncia battaglia
di Red. Cro.

Rabbia e sentenze del Tar ancora una volta favorevoli alle
Fonderie. Con questa sintesi, citando un pezzo musicale dei
Co’Sang (gruppo musicale hip-hop campano), potremmo descrivere
la situazione scaturita dopo il nuovo provvedimento cautelare
del tribunale amministrativo regionale di Salerno, ed in
particolare il presidente della seconda sezione del Tar,
grazie al quale l’industria salernitana può riprendere
regolarmente le proprie attività produttive all’interno dello
stabilimento di Fratte nonostante la discussione della
sospensiva sia fissata per il prossimo 21 novembre. A
denunciare la situazione “con stupore ed inquietudine” è il
presidente del Comitato Salute e Vita, Lorenzo Forte, che
ovviamente non ci sta a lasciare le cose come stanno e farà di
tutto per continuare questa battaglia ormai annosa che
strenuamente il comitato – a nome dei tantissimi residenti
direttamente convolti soprattutto a causa dei miasmi
potenziali ed effettivi provocati dai fumi delle fonderie –
sta portando avanti nonostante le tante contraddizioni
giudiziarie che si stanno registrando a cadenza regolare sulla
vicenda. “Alla base del provvedimento del Tar – denuncia il
presidente del Comitato Salute e Vita in una nota ufficiale –
ci sarebbe la mancata indicazione, nel provvedimento della
Regione, delle modalità di realizzazione delle misure di
sicurezza volte a garantire l’abbattimento delle emissioni
inquinanti promananti dalle Fonderie”. Da qui l’attacco
diretto all’apice della struttura: “Come al solito la
proprietà delle Fonderie rappresenta la propria mancata –
voluta? – conoscenza delle migliori tecniche (ossia i Bat più
volte citati proprio dal presidente Forte nel corso degli anni
e ribaditi con particolare attenzione proprio in quest’ultimo
periodo) da utilizzare per l’attività insalubre nonostante
dette tecniche siano indicate annualmente, con pubblicazione
ufficiale sul sito della Comunità Europea, proprio per
mantenere alte le tecnologie da applicare alle attività
fortemente inquinanti e dannose per la salute come le attività
insalubri di produzione e fusione di metalli”. “Viene
confermata – prosegue la nota – la pervicace volontà della
proprietà dello stabilimento a non operare alcun intervento su
un opificio obsoleto realizzato nel secolo scorso e per il
quale è sempre più confermata la necessità di una sua
definitiva chiusura”. In attesa di quanto sarà definito il 21
novembre, il comitato Salute e Vita si sta organizzando per
presidiare il Tar nel corso della giornata, mentre sabato 3 e
domenica 4 novembre si terrà una due giorni di incontri e
assemblee aperte all’interno della chiesa di via dei Greci,
Ovviamente e “legittimamente” differente il punto di vista dei
legali dei Pisano dello studio legale di Enrico Follieri e
soci, in collaborazione con l’avvocato Lorenzo Lentini.
Proprio Follieri, dopo la decisione del Tar ha parlato di
“oggettivo pregiudizio a cui è esposta la Fonderie Pisano per
via del fermo alla produzione nelle more del giudizio e in
assenza di precise indicazioni sulle misure da adottarsi per
superare le presunte violazioni dell’AIA, ancora tutte da
individuare e dimostrare, oltre che in assenza di pericoli per
l’ambiente e la salute”. In tal senso anche lo studio legale
Follieri attende il verdetto del collegio del prossimo 21
novembre. Proprio come il comitato, ma per fini evidentemente
diversi.

Torquato apre al centra-
destra, ma si raffredda il
rapporto con De Mita
di Red. Cro.

A Nocera Inferiore l’apertura di credito di Torquato al
centrodestra porta come conseguenza un raffreddamento dei
rapporti con Ciriaco De Mita. Il sindaco di Nusco, dopo la
Caporetto elle elezioni comunali ad Avellino città, può
garantire sempre meno ai suoi “affezionati”. L’età che avanza,
il potere che frana, i voti che vengono meno, e Torquato ha
già capito che per il suo futuro certo non può guardare a
quella sponda. Prova ne è che negli ultimi tempi sembra si sia
raffreddato anche il rapporto con il dirigente
all’urbanistica, giunto qualche anno fa al Comune, sembra
proprio da un input irpino.Insomma se Torquato deve costruire
il suo percorso per la candidatura alla Regione dovrà
scrollarsi di dosso zavorre e pesi ingombranti che certo non
gli faciliterebbero il compito. Indiscusso sindaco leader
dell’Agro, Torquato oramai non ha più nessuno in grado di
fargli ombra. E in più guida il comune più grande e importante
del territorio. L’unica variante che rischierebbe di farlo
precipitare si chiama proprio Torquato. Insomma Torquato
potrebbe perdere solo a causa delle sue scelte ipoteticamente
sbagliate. Il primo cittadino di Nocera Inferiore è però
troppo intelligente per non
averlo capito da solo e tutto
ciò che sta accadendo a Nocera
Inferiore,      politicamente,
qualche addetto ai lavori lo
imputa direttamente alla sua
regia. Via le zavorre, rialzare
la testa, far valere il proprio peso e ricorrere all’orgoglio
di un Agro che potrebbe coagularsi intorno a lui sono le
strade vincenti. Manlio Torquato lo sa e non a caso ha
raffreddato con un Pd che continua a perdere, ha recuperato un
rapporto con Cirielli, ha riaperto al dialogo con Forza Italia
e ha messo da parte le frizioni con i sindaci dei comuni
vicini. Tutte mosse azzeccate. Ma ora deve fermarsi e far
metabolizzare tutto ciò. Le elezioni provinciali sono arrivate
al momento giusto! Da gennaio 2019 si ripartirà e c’è da
giurarci che sarà un Torquato inedito. Più forte e convinto di
prima e che tirerà dritto per la sua strada. Unica condizione
liberarsi delle zavorre e di paggi e paggetti che lo
circondano. L’era dei cicisbei è finita da un pezzo e poi lui
ha alle spalle ben altre tradizioni! E da Nocera Superiore
Cuofano lo segue ma lui è uno dei sindaci che sarà ricandidato
e dovrà quindi sottoporsi al giudizio dell’elettorato e di
conseguenza ha come leit motiv la necessità di non litigare
con nessuno. Neanche con coloro che cinque anni fa tentarono
di fargli la festa restando però con i fuochi artificiali
inesplosi e con le polveri bagnate.
Marra respinge le accuse di
omicidio     “Seguito    il
protocollo,         nessuna
eutanasia”
di Red. Cro.

Un interrogatorio durato oltre 4 ore davanti al Gip Guarino.
Il dottor Alessandro Marra , accompagnato dal suo legale
Michele Tedesco, ha chiarito la propria posizione, certamente
quella più grave, essendo coinvolto nell’inchiesta Hospice con
l’accusa di omicidio. E per questo è agli arresti domiciliari.
Il dottore Marra ha risposto a tutte le domande e
contrabbatuto punto per punto alle accuse che gli sono state
contestate in questa delicata inchiesta. Il punto cardine
dell’interrogatorio è certamente legato alla vicenda del
ragazzo di Battipaglia, malato di tumore e che secondo
l’accusa avrebbe ricevuto una dosa letale dal medico di
Roccapiemonte. Marra ha spiegato che assolutamente non ha
praticato l’eutanasia e che ha seguito il protocollo di
sedazione palliativa profonda continuata. Il problema è che il
povero ragazzo rischiava di morire soffocato ed avrebbe
dichiarato, consapevole del suo stato di salute estremamente
grave, agli stessi medici del Mef di non volor morire in un
modo così atroce. Altro argomento sul tavolo della discussione
durata quasi l’intero pomeriggio (ricordiamo che
l’interrogatorio previsto in un primo tempo per martedì fu
rinviato per motivi procedurali) il mancato ricovero presso
l’Hospice. Anche qui sarebbe prevalsa – spiegato il dottore –
la volontà del giovane di andare a casa e di trascorrere le
ultime ore della sua vita insieme ai familiari. Del resto,
avrebbe sottolineato Marra, non ho preso un euro anzi un
giorno di ferie per essere vicino al ragazzo, anche perché
sarebbe stato sollecitato da un amico in comune. Dopo
l’interrogatorio l’avvocato Tedesco ha presentato istanza di
scarcerazione, con il parere contrario del Pm. Il Gip si è
riservato di decidere. Gli altri infermieri ascoltati si sono
avvalsi della facoltà di non rispondere.

Corisa,              dipendenti                   senza
lavoro
di Erika Noschese

«Siamo gli ultimi pur essendo quelli che dovevano essere
ricollocati per primi». Come un fulmine a ciel sereno, per i
dipendenti del Consorzio Comuni Bacino Sa/2 arriva la peggiore
delle notizie: il commissario liquidatore Giuseppe Corona ha
firmato, unitamente ai sindaci dei comuni consorziati, la
comunicazione che riguarda la fine delle attività lavorative a
partire dal prossimo 1 novembre. La decisione è giunta dopo la
modifica della legge regionale 14/2016, mai attuata, circa il
reinserimento del personale consortile, che avrebbe favorito
manovre propagandistiche che di fatto avrebbero danneggiato i
lavoratori aventi diritto ed in particolare gli operai
intercantieri ed il Erika Noschese personale amministrativo,
impegnati presso la sede operativa di Scavate Caserosse. «E’
opportuno      rimarcare      l’insipienza       dell’azione
programmatico/operativa che noi tutti aspettavamo dal
costituito Eda, dal suo presidente e dal direttore generale i
quali hanno dato scarso impulso affinchè non si arrivasse a
questo punto», hanno dichiarato i dipendenti licenziati,
secondo cui queste figure sarebbero state più volte investite
dai lavoratori in merito all’applicazione della Legge
Regionale suddetta. Nonostante gli sforzi del liquidatore
Corona i dipendenti lamentano l’inesistente azione degli
organi preposti che si sarebbero preoccupati della loro
situazione lavorativa con poca considerazione. Ad esprimere
solidarietà ai dipendenti del Corisa
il consigliere comunale di Forza Italia, Roberto Celano:
«Quanto sta accadendo era assolutamente prevedibile ed abbiamo
tentato di evitarlo in ogni modo. Anche di recente avevamo
chiesto di riunire in seduta congiunta la Commissione Ambiente
e Trasparenza, ritenendo che l’assunzione dei dipendenti del
Consorzio dovesse avvenire contestualmente per tutte le
maestranze presso i vari Enti consorziati, temendo che i
lavoratori intercantiere potessero poi trovare difficoltà di
collocamento». Secondo il forzista, cl comune di Salerno si
sarebbe occupata di “regolarizzare” qualche centinaia di
lavoratori interinali che da anni in maniera anomala
“lavoravano” come fossero dipendenti a tempo indeterminato ed
i lavoratori delle cooperative “cantierizzati” nei vari
quartieri. «Evidentemente era giusto dare risposta a tutti ma
senza tralasciare le legittime aspettative di chi lavora nel
ciclo integrato da svariati lustri, con il dovuto rispetto
alle precedenze evidenziate dalla stessa legge in vigore. La
responsabilità di tutto ciò è esclusivamente del Governatore
della Regione Campania che, dapprima, allorquando era sindaco
del Comune capoluogo, in ogni modo ha ostacolato l’attuazione
della provincializzazione del ciclo integrato per poi evitare
con atti ostruzionistici di far partire l’Ato», ha aggiunto
Celano.

I Cinque Stelle: «A Torino
paga l’Iren che da De Luca ha
ottenuto 12 milioni»
di Andrea Pellegrino

«Mentre per 10 anni Regione Campania e Comune di Salerno hanno
versato ben 12 milioni di euro nella casse della Iren, la
società che ha sempre vinto l’appalto per l’evento Luci
d’Artista, il Comune di Torino i soldi per lo stesso evento li
incassa». Il capogruppo in Consiglio regionale del Movimento 5
Stelle, Gennaro Saiello commenta la notizia pubblicata ieri su
queste colonne. «Il Comune della sindaca Appendino incasserà
380mila euro», incalza Saiello: «A elargirli sarà,
paradossalmente, proprio la Iren, la società per il Comune di
Torino gestirà ben tre eventi per le festività natalizie. E
che verserà nelle casse del Municipio del capoluogo piemontese
la somma di trecentottantamila euro, in cambio della massima
visibilità e della garanzia di un ritorno di immagine. In
soldoni, per Salerno paga la Regione, ovvero i cittadini della
Campania, mentre a Torino i soldi li mette la
stessa società che si occupa di installare le luci. Società
che, giova ricordare, a Salerno, prima di perdere l’ultimo
ricorso che ha assegnato per quest’anno l’appalto a una
società concorrente, era in palese conflitto di interessi,
essendo socia della partecipata comunale Salerno Energia». «Se
la filosofia della sindaca Appendino fosse stata applicata
anche a Salerno – sottolinea Saiello – i fondi Poc che De Luca
ha investito negli ultimi tre anni del suo governo regionale,
avrebbero avuto ben altra destinazione, più congeniale alla
natura del Programma operativo complementare. Gli oltre nove
milioni con i quali De Luca ha foraggiato Luci d’Artista da
quando è al governo della Regione, avrebbero potuto finanziare
eventi e iniziative su tutto il territorio regionale e non un
solo evento nel feudo, tra l’altro, della famiglia De Luca. Né
è chiaro quale sia stato il percorso dei fondi investiti per
l’evento salernitano, non essendo ancora disponibile alcuna
rendicontazione, nonostante l’impegno assunto dalla giunta nel
corso di un’audizione in Commissione Trasparenza nel gennaio
del 2017». Sulle Luci e sui costi torna alla carica il
consigliere comunale d’opposizione Dante Santoro: «Dobbiamo
denunciare ogni anno come vengono sperperati danari pubblici.
Per un decennio sono stati quelli del Comune di Salerno, dei
cittadini salernitani. Adesso sono quelli di una Regione
intera. Noi siamo per le luci fatte dai salernitani, dagli
artigiani nostrani, per creare guadagno ai nostri imprenditori
ed artigiani e risparmio ai nostri cittadini e contribuenti.
Quello che sta accadendo a Salerno è un fatto gravissimo, 12
milioni di euro sperperati negli ultimi 4 anni. Una storia da
brividi, in proporzione a Torino, comune che fa ancora più
installazioni coprendo un’area assai più grande di quella di
Salerno, invece costa 0 ai contribuenti. Un’iniziativa portata
avanti con privati e con intelligenza».
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