Malling, Demalling, Remalling? Mutamenti e nuove pratiche del commercio e del consumo nell'Area Metropolitana di Napoli - AGEI

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Libera D’Alessandro, Rosario Sommella, Lida Viganoni*

Malling, Demalling, Remalling?
Mutamenti e nuove pratiche del commercio e del consumo
nell’Area Metropolitana di Napoli

Summary: MALLING, DEMALLING, REMALLING? CHANGES             AND NEW RETAIL AND CONSUMPTION PRACTICES IN THE         METRO-
         POLITAN AREA OF NAPLES

The paper analyzes the transformations that have changed the urban and retail landscapes of the Metropolitan Area of
Naples, focusing on the area between the northern outskirts of Naples, the lower part of Caserta and the area of Nola.
This part of the Metropolitan Area, which had inherited from the historical centre of Naples the role of a privileged space
for the location of commerce (wholesale and retail), leisure and logistics, has successively experienced phenomena that have
been traced back to malling, demalling, remalling processes. Retracing the most significant cases of commercial disposal and
the subsequent reuse in particular of the shopping malls, the paper analyses the latest changes in a critical way, proposing
some suggestions on the future development of the analysed retailscapes.

Keywords: Demalling, Retailscapes, metropolitan area.

1. Post - gerarchia urbano - commerciale e                      dagnano centralità in seguito ad un’evoluzione in
rifunzionalizzazione nell’Area Metropolitana                    senso post-gerarchico degli assetti urbano-com-
di Napoli                                                       merciali2. Al di là delle similitudini con fenomeni
                                                                che si sviluppano altrove, i tre retailscapes 3 citati
   Il contributo indaga le principali trasformazio-             meritano un approfondimento al fine di indagar-
ni del paesaggio urbano-commerciale dell’Area                   ne la specificità non sulla base della taglia o della
Metropolitana di Napoli (AMN)1, focalizzando                    posizione che occupano nel sistema commerciale
l’attenzione su quella porzione del territorio me-              ma a partire dalle funzioni che essi rivestono in
tropolitano compresa tra la periferia a nord di                 uno spazio urbano, come quello della Campania
Napoli, il Basso Casertano e il Nolano. Si tratta di            metropolitana, che evolve – in linea con altri spa-
aree che, seppure con funzioni e modalità diffe-                zi urbani europei (Cachinho, 2011) – verso forme
renti (attraendo diverse tipologie di imprenditori              reticolari e policentriche.
del commercio, attori internazionali del retail e                   Non è infatti un caso che, all’interno di uno spa-
consumatori), hanno ereditato dal centro storico                zio metropolitano che negli anni Novanta si presen-
partenopeo il ruolo di spazi privilegiati per la lo-            tava come un “groviglio urbano” (Coppola, 1991),
calizzazione di alcune attività commerciali (all’in-            a sua volta frutto di un processo conurbativo dila-
grosso e al dettaglio), di una certa forma di leisure           gato a macchia d’olio (Coppola, Viganoni, 1997),
e della logistica (Fig. 1).                                     queste tre aree spiccassero per il loro dinamismo
   Tali aree stanno sperimentando fenomeni di                   demografico, insediativo ed economico4. Questa
desertificazione e riconversione che appaiono                   parte strategica della Campania metropolitana si
frutto di processi di malling, demalling e remalling            caratterizza oggi per fenomeni di sprawl, espansio-
simili a quelli che in altri contesti, italiani e stra-         ne edilizia (con un vasto consumo di suolo, al quale
nieri, hanno caratterizzato l’evoluzione di mol-                contribuiscono anche le localizzazioni commer-
ti centri commerciali localizzati nelle periferie               ciali) e una posizione centrale in termini di infra-
o lungo i principali nodi infrastrutturali delle                strutture e comunicazioni che convive con forme di
grandi città. Si tratta di fenomeni intrinseci sia a            densificazione urbana dominate da abusivismo ed
specifiche tipologie commerciali (caratterizzate                illegalità (D’Alessandro, Sommella, 2008). In que-
dall’alternarsi di differenti fasi di sviluppo) sia ad          sto spazio nevralgico, che assume ormai i connotati
aree che acquisiscono, perdono e talvolta rigua-                di un labirinto in cui sembra non esserci soluzione

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Fig. 1. Principali attrattori del commercio e del leisure attivi e dismessi.
Fonte: Nostra rielaborazione a partire da D’Alessandro, 2008.

di continuità tra un comune e l’altro, le precedenti              e logistica; l’area di Marcianise, dominata dal Centro
polarità industriali sono state in gran parte sostitu-            Commerciale Campania 5 e da La Reggia Designer Outlet6
ite da quelle commerciali. Queste ultime – diverse                (Foto 1), cui si affiancano il Consorzio orafo Tarì e il
per taglia, tipologia e bacino di attrazione – rie-               centro Oromare (il cui fallimento è stato decretato
scono a catalizzare, in una grande varietà di modi                da una sentenza del 2012).
e talvolta con un esito molto diversificato, una seg-
mentata e diversificata domanda di socializzazione,
consumo e leisure che, non trovando adeguati spazi                2. Il declino del commercio fuori dalla città: tracce
e risposte negli spazi pubblici di centri urbani tra-             di desertificazione urbana
dizionali e ripiegati su se stessi, si articola intorno
ai nodi della città estesa. Alla scala di quest’ultima,              Il sovra-dimensionamento dell’offerta com-
«centri commerciali e shopping mall rappresentano i               merciale, reso possibile dalla liberalizzazione del
nuovi e, comunque rari, spazi pubblici» (Amendo-                  commercio e incoraggiato dalle spinte alla moder-
la, 2006, p. VIII), catalizzando le esigenze espresse             nizzazione che miravano ad adeguare uno spazio
dalla crescente quota di popolazione, a partire da                nevralgico del Mezzogiorno d’Italia a quanto av-
quella giovane, che vive negli spazi suburbani e pe-              veniva nelle altre parti del paese, ha prodotto, nel
riurbani o ancora di turisti e visitatori che cercano             giro di pochi anni, una vera e propria colonizza-
specifiche forme di shopping esperienziale fuori dal-             zione di spazi da parte di vari format, in particolare
la città. Entrambe le istanze di consumo connotano,               dagli shopping mall, considerati come “le main stre-
ad esempio, i casi di successo del retailscape del Basso          ets delle aree suburbane” (Espinosa Seguí, 2011).
Casertano, che si concentrano nell’area di Marciani-              Queste nuove presenze commerciali, rapidamente
se, a sud di Caserta. È così che possiamo spiegare le             trasformatesi in simboli dell’innovazione non solo
varie forme di sopravvivenza e convivenza di varie ti-            commerciale ma anche delle pratiche del consu-
pologie distributive nell’ambito di una sovra-offerta             mo in alcune vaste e popolate aree urbane in crisi
che si articola su tre diversi paesaggi commerciali:              dal punto di vista della modernizzazione e degli
le aree suburbane dei comuni di Afragola e Caso-                  spazi di socializzazione, hanno rappresentato la
ria, che – nelle zone occupate dai primi poli di lo-              promessa di un’inesauribile capacità di intercetta-
calizzazione del retail – sono caratterizzate da format           re istanze di shopping e, soprattutto, di leisure.
di taglia inferiore e dal marcato carattere locale; il               Tuttavia, a distanza di quasi 40 anni dalle prime
distretto Cis-Interporto-Vulcano, che rappresenta                 localizzazioni commerciali, oggi quest’area appare
una peculiare combinazione tra ingrosso, dettaglio                connotata da evidenti episodi di desertificazione

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Foto 1. La Reggia Designer Outlet (Marcianise).
Fonte: Foto degli Autori, dicembre 2015.

Foto 2. L’area commerciale Le Porte di Napoli (Afragola, loc. Marchesa): chiusura di Eldo (a sinistra) e dei negozi all’e-
sterno del centro (a destra).
Fonte: Foto degli Autori, settembre 2015.

commerciale che, inevitabilmente, si sono rapida-             le del Sud Italia, inaugurato nel 1978 in un sito
mente trasformati in forme di degrado urbano e                allora strategico (sulla Circumvallazione Esterna,
abbandono, in cui individuiamo tracce di deser-               SP1)7, il centro, trasformato in Carrefour nel 2004,
tificazione urbana. A queste si accompagnano                  non è riuscito ad uscire dalla crisi neppure dopo
anche conflitti generati dalla perdita del posto              essere stato convertito in un altro iperstore ed è sta-
di lavoro o da trasferimenti forzati dei lavoratori           to definitivamente chiuso nel 2011 (Foto 3). Una
nel commercio o nell’indotto in un settore che ha             chiusura che, come in molti altri casi, è stata ge-
tradizionalmente costituito un comparto nodale                nerata dall’incapacità di reggere la competizione
dell’area napoletana. Alcuni casi rappresentativi             in un’area rapidamente occupata da ipermercati
possono aiutare a comprendere le dimensioni e                 simili per taglia e tipologia di offerta, cui si sono
le caratteristiche del fenomeno. Nell’area di Afra-           accompagnate forme di gestione non sempre effi-
gola resiste con difficoltà il centro commerciale             caci (Cavoto, 2014).
Le Porte di Napoli; tuttavia essa ha gradualmente                La pubblicistica divulgativa e i giornali locali
perso Mandi, Eldo, Leroy Merlin e numerosi negozi             sono colmi di notizie sul destino di un centro che
piccoli e grandi all’interno e all’esterno del centro         rappresentava, per quella che era definita come la
(Foto 2), che ha subito peraltro dei drastici ridi-           “Sesto San Giovanni del Sud”, “il luogo più amato
mensionamenti (è il caso dell’ipermercato Iper-               dai casoriani, che ci andavano, oltreché per fare la
coop, che è diventato un supermercato, passando               spesa, anche per una passeggiata” 8, a testimonian-
da 10 a soli 4 mila metri quadrati). Una chiusura             za del ruolo-chiave che, anche dal punto di vista
significativa, nel confinante comune di Casoria, è            simbolico, esso ha rivestito come “spazio pubbli-
quella dell’Euromercato: primo centro commercia-              co”. Considerato il primo e più emblematico caso

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Foto 3. L’area di parcheggio dell’Euromercato (Casoria).
Fonte: Foto degli Autori, settembre 2015.

di demalling alla scala italiana (Cavoto, 2014), l’Eu-          magistratura9, versa in uno stato di grave degrado
romercato rappresenta oggi una cattedrale nel de-               ed abbandono (Foto 4), anche se al suo interno
serto che tuttavia, come vedremo in seguito, sem-               sopravvivono con tenacia ancora alcune attività10.
bra attrarre ancora l’attenzione degli investitori.                Sebbene non sia stato attraversato da situazioni
   Ancora più emblematico, anche se relativo a                  di crisi come quelle che abbiamo illustrato, anche
tutt’altra tipologia di offerta, appare il fallimento           il retailscape del Nolano sta mostrando segnali di
del Polo della Qualità, inaugurato nel 2007 nell’area           difficoltà proprio nella sua polarità più recente e
di Marcianise alla presenza dell’allora Presidente              innovativa: il Vulcano Buono, progettato dall’archi-
della Repubblica Giorgio Napolitano. Il Polo era                star Renzo Piano ed aperto nel 2007, ha già speri-
costituito da ben 300 imprese di eccellenza nella               mentato la chiusura di Mediaworld e Bricofer, mentre
moda e nella gioielleria (che erano affiancate da               l’Auchan al suo interno ha subito un notevole ridi-
botteghe artigiane), rivolte alla clientela dello shop-         mensionamento sia strutturale che occupazionale.
ping dei prodotti di alta gamma. L’aspettativa era
quella di rafforzare l’immagine e il marketing dei
prodotti Made in Campania al fine di contrappor-                3. I destini incerti dei retailscape dell’AMN tra riusi
si alle tendenze all’omogeneizzazione che, a scala              falliti e tentativi di riqualificazione
globale, attraversano da tempo anche il comparto
del lusso. Il Polo, di cui è stato dichiarato il fal-              Il parziale declino del commercio nelle aree for-
limento nel 2010 e che ora è all’attenzione della               ti dell’AMN può essere ricondotto ad una serie di

Foto 4. L’area interna al Polo della Qualità (Marcianise): i moduli vuoti e chiusi.
Fonte: Foto degli Autori, settembre 2015.

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fattori, che vedono naturalmente incrociarsi ragio-        malling/demalling/remalling tipici del ciclo di vita
ni di carattere generale e specifico. Tra le prime,        del retail (Davidson et al., 1976), nella porzione
ricordiamo quelle più significative: il continuo re-       dell’AMN presa in considerazione è necessario
scaling delle logiche distributive, gli effetti prodotti   considerare il commercio e il consumo come va-
dalla crisi economica sui modelli di consumo, il           riabili esplicative per comprendere i mutamenti di
ritorno agli esercizi di prossimità e alla dimensio-       uno spazio metropolitano sempre più policentri-
ne di quartiere, le conseguenze del successo del           co e reticolare. Ciò al fine di realizzare, in linea
commercio on line su talune tipologie di prodot-           con quanto già previsto dalla normativa15, forme
ti, i cambiamenti nei modelli della mobilità, l’au-        di pianificazione sostenibili e resilienti in territori
mento del costo degli immobili commerciali ed              che sono peraltro connotati dalla pervicace pre-
una “competizione basata sull’effetto novità e sul-        senza di abusivismo, illegalità, rifiuti. La questione
la crescente dimensione, che mette in crisi centri         non è tanto (o almeno non solo) relativa al ridi-
più piccoli e datati” (Santangelo, 2012). A queste         mensionamento della sovra-offerta commerciale,
si aggiungono, a scala locale, la saturazione di           quanto piuttosto alla capacità di riqualificare e riu-
un’offerta distributiva basata su stesse tipologie di      tilizzare i contenitori già esistenti (per i quali sono
retail localizzate a poca distanza l’una dall’altra,       già state consumate grandi quantità di suolo), al
l’incapacità di adeguare i format ai rapidi cambia-        fine di conciliare nuove pratiche del consumo e
menti del consumo, la mancata corrispondenza               della mobilità con polarità urbano-commerciali
tra offerta commerciale e bacini d’utenza. La com-         che riescano ad innescare, in contesti sub-urbani
binazione tra questi elementi, che ha generato gli         difficili e nello stesso tempo nevralgici in termini
episodi di dismissione commerciale descritti, non          di centralità, meccanismi virtuosi di riproduzione
ha però condotto ad una stasi nella creazione di           socio-spaziale. Negli USA e in Canada, dove il mal-
centri commerciali, che invece hanno continuato            ling e il demalling caratterizzano da molto tempo
a proliferare. Anche rispetto ad ipotesi di riuso e        l’evoluzione degli spazi suburbani, il fenomeno è
rifunzionalizzazione che accompagnano i fenome-            oggetto di attenzione degli studiosi, i quali hanno
ni di remalling sperimentati altrove, numerosi sono        studiato la funzione del “mall as community space”
i tentativi solo annunciati e successivamente non          (Parlette, Cowen, 2011). Pur nella diversità delle
tradotti in realtà che avrebbero dovuto interessa-         forme di suburbanizzazione del Nord America ri-
re i contenitori oggetto di demalling nell’area. Ad        spetto al caso italiano (e nel diverso ruolo che, alla
esempio, partendo dal presupposto che la zona              scala del nostro paese, giocano i centri della città
tra Napoli e Caserta rappresentasse un laborato-           compatta), è indubitabile che anche nell’Area Me-
rio privilegiato non solo per indagare le ragioni          tropolitana di Napoli i mall abbiano assunto una
della dismissione commerciale ma anche per indi-           funzione rilevante non solo per shopping e leisure,
viduare nuove strategie di intervento (Santangelo,         ma anche come alternativa agli spazi pubblici:
2012), nel 2011 fu organizzato il workshop “Demal-         piaccia o meno, il venir meno delle pratiche di so-
ling Caserta” al fine di presentare lavori di ripro-       cializzazione per effetto della chiusura di luoghi
gettazione e rifunzionalizzazione del Polo della           del commercio e del consumo produce forme di
Qualità, dei Giardini del Sole 11 e dell’Euromercato12.    displacement proprio a danno di quelle classi popo-
    All’inizio del 2016, tuttavia, nessuna delle pro-      lari che abitano le periferie suburbane o i centri
gettualità citate è stata realizzata13. Fino ad ora,       urbani in declino16.
più che a una vera e propria riqualificazione, si è
assistito all’ampliamento e alla conversione di ca-
pannoni abbandonati in nuove destinazioni d’uso.           Bibliografia
È il caso, ad esempio, dell’apertura ad Afragola
nell’ottobre 2015 di Ottimax – azienda di bricola-         Agrippa F., Saldi, parte la corsa all’affare: assalto alla Reggia Outlet e
ge e ferramenta controllata dalle italiane Bricofer           a centro Campania, in «Il Mattino», 3 gennaio 2016.
e Megawatt – che ha sostituito il citato Leroy Mer-        Amato F., Sommella R., «Periferizzazione del tempo libero e
                                                              spazi metropolitani nell’area napoletana», in C. Cirelli, M.
lin14. Ciò induce ad una certa cautela nell’associa-          Giannone e E. Nicosia (a cura di), Percorsi creativi di turismo
re questi fenomeni a processi di remalling: in molti          urbano. I luoghi dell’entertainment nella città del tempo libero, Bo-
casi sembra trattarsi di semplice turn-over, di una           logna, Pàtron, 2013, pp. 53-64.
normale rotazione commerciale accelerata da una            Amendola G., La città vetrina, Napoli, Liguori, 2006.
variabilità più intensa del mercato.                       Browne S., Retail location: the post hierarchical challenge, «The In-
                                                              ternational Review of Retail, Distribution and Consumer Re-
    In ogni caso, sia che si tratti di avvicendamen-          search», 1, 3, 1991, pp. 367-381.
ti dei vari format distributivi, sia che questi ultimi     Cachinho H., «Urban Retail Dynamics: from shopping spaces to
siano effettivamente riconducibili a fenomeni di              consumer places», in T. Barata Salgueiro e H. Cachinho (a

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cura di), Retail Planning for the Resilient City: consumption and      cuni comuni compresi nelle nuove aree di sviluppo regionale).
   urban regeneration, Lisboa, CEG, 2011, pp. 147-168.                    2
                                                                             Già da tempo le innovazioni dei format distributivi e le logi-
Cavoto G., Limonta G., The Demalling Process in Italy, in «Re-            che localizzative degli operatori (soprattutto della grande di-
   vista Lusófona de Arquitectura e Educação», 8-9, 2013                  stribuzione) – combinate con i processi di suburbanizzazione
   (http://recil.grupolusofona.pt/bitstream/handle/10437/                 e con il cambiamento degli stili di vita, della mobilità e del
   6494/4227-14062-1-PB.pdf?sequence=1).                                  consumo – hanno reso obsoleti i modelli interpretativi fondati
Cavoto G., Demalling. Una risposta alla dismissione commerciale,          su gerarchia urbana, prossimità e centralità. L’organizzazione
   Milano, Maggioli, Collezione Politecnica, 2014.                        spaziale del commercio al dettaglio è oggi più efficacemente
Coppola P., Viganoni L., «Mezzogiorno in trasformazione. Svi-             interpretata attraverso schemi post-gerarchici, che sembrano
   luppo industriale e trama urbana in un distretto a Nord di             maggiormente adeguati a cogliere la complessità dei muta-
   Napoli», in A. Segre (a cura di), Regioni in transizione, Mila-        menti recenti (Cachinho, 2011). Per una tassonomia post-ge-
   no, FrancoAngeli, 1985, pp. 189-219.                                   rarchica delle forme di localizzazione del commercio, si veda
Coppola P., «La dissipazione urbana. Note sull’area metropoli-            Browne, 1991.
   tana di Napoli», in L. Viganoni (a cura di), Città e metropoli         3
                                                                             Ci riferiamo alla nozione di retailscape elaborata da Cachinho
   nell’evoluzione del Mezzogiorno, Milano, FrancoAngeli, 1991,           (2011, p. 165), il quale non si limita a considerare la natura
   pp. 91-115.                                                            materiale e fisica dei luoghi del commercio, ma li considera
Coppola P., Viganoni L., «Note su un’evoluzione», in P. Coppo-            oggetto di attrattività per i consumatori soprattutto per la loro
   la (a cura di), La forma e i desideri. Saggi su Napoli e la sua area   valenza di spazi simbolici strategicamente usati per produrre
   metropolitana, Napoli, ESI, 1997, pp. 135-149.                         esperienze di consumo.
D’Alessandro L., Sommella R., «Città, commercio e consumo                 4
                                                                             In realtà, le tre aree sono state studiate dai geografi sin dalle
   nella Campania metropolitana», in R. Sommella (a cura                  loro prime evoluzioni. Più specificamente, i comuni di Casoria
   di), Le città del Mezzogiorno. Politiche, dinamiche, attori, Milano,   ed Afragola – insieme ad Arzano e a Casavatore – venivano con-
   FrancoAngeli, 2008, pp. 243-262.                                       siderati da Mazzetti (1966) parte di quel Nord del Mezzogior-
Davidson W.R., Bates A.D., Bass S.J., The retail life cycle, in «Har-     no che negli anni Cinquanta del XX secolo era stato caratteriz-
   vard Business Review», 54, 6, 1976, pp. 89-96.                         zato da un’intensa urbanizzazione e da un impetuoso sviluppo
Espinosa Seguí A., Malling and Demalling the City: Urban Growth           industriale. A metà degli anni Ottanta, il Basso Casertano – che
   and Retail Activities (presentazione ppt), Universidad de Ali-         emergeva come uno degli spazi industriali forti del Mezzogior-
   cante, Departamento de Geografía Humana, 2011.                         no – era stato studiato da Coppola e Viganoni (1985), mentre
Mazzetti E., Il Nord del Mezzogiorno, Milano, Ed. Comunità, 1966.         all’inizio dei Novanta il Nolano veniva analizzato per i peculiari
Pacifico R., Centri commerciali AAA: dove e quanti sono?, in «Mark        caratteri dell’industrializzazione e per i fenomeni di terziariz-
   Up», 3 novembre 2014 (http://www.mark-up.it/quanti-                    zazione (Sbordone, 1990; Sommella e Stanzione, 1992).
   sono-i-centri-aaa/).                                                   5
                                                                             Con i suoi 71.700 mq di superficie che ospitano 160 negozi, il
Parlette V., Cowen D., Dead Malls: Suburban Activism, Local Spa-          Centro Commerciale Campania è stato l’unico del Sud Italia a su-
   ces, Global Logistics, in «International Journal of Urban and          perare, nel 2013, i 10 milioni di visitatori, tanto da essere anno-
   Regional Research», 35, 4, 2011, pp. 794-811.                          verato tra i centri commerciali a tripla A e da conquistare il 5°
Redazione del Giornale di Casoria, Casoria nella storia: Euromer-         posto a scala nazionale. I rating utilizzati si basano su criteri che
   cato, in «Il Giornale di Casoria», 12 dicembre 2015.                   vanno dal bacino d’utenza (una capacità di attrazione sovra-
Regione Campania, Nuova disciplina in materia di distribuzione            regionale) al numero di punti di vendita e di insegne interna-
   commerciale (l.r. 9/1/2014), Napoli, Assessorato alle Attività         zionali presenti in Galleria fino ai passaggi (indicatore che ha
   Produttive, 2014.                                                      generato anche critiche perché solo ad una piccola porzione
Santangelo V., Demalling. Centri commerciali tra crisi e opportunità,     di passaggi corrispondono effettivi acquisti) (Pacifico, 2014).
   in «Planum. The Journal of Urbanism», 25, 2, 2012 (http://             6
                                                                             La Reggia Designer Outlet, presente – come il Centro Commerciale
   www.planum.net).                                                       Campania – su tripadvisor (a testimonianza dell’attrattività eserci-
Sbordone L., «Nuova città-nuova campagna. Il caso del Nola-               tata), all’avvio dei saldi nel gennaio 2016 ha fatto registrare un
   no», Memorie di Geografia economica e antropica, 3o s., vol. I,        incremento di presenze stimato nel 20% di visitatori in più ri-
   Napoli, Istituto di Geografia dell’Università, 1990.                   spetto allo stesso periodo dell’anno precedente (Agrippa, 2016).
Sommella R. «Il contesto territoriale dell’indagine: l’area me-           7
                                                                             L’asse stradale, che collega da est a ovest un nutrito gruppo
   tropolitana di Napoli e le sue articolazioni», in F. Amato, P.         di comuni della prima corona periferica, è stato indagato nella
   Coppola, Da migranti ad abitanti, Napoli, Guida, 2009, pp.             sua valenza di spazio del consumo e del tempo libero da Ama-
   147-174.                                                               to, Sommella, 2013.
Sommella R., Stanzione L., «La Campania verso il post-indu-               8
                                                                             Casoria è oggi dominata da un paesaggio in gran parte deser-
   striale? Note su un distretto ad est di Napoli», in T. D’A-            tificato, che è stato prima scandito dalla chiusura di importanti
   ponte (a cura di), Geografia della transizione post-industriale        fabbriche e, più di recente, da quella dei centri commerciali
   I. Le regioni funzionali campana e pugliese, Napoli, ESI, 1992,        (Redazione del Giornale di Casoria, 2015).
   pp. 97-118.                                                            9
                                                                             Alla base del fallimento del Polo vi sarebbero errori di pro-
                                                                          grammazione della struttura, la localizzazione, il sovradimen-
                                                                          sionamento del progetto, l’architettura del centro e le scarse
                                                                          capacità gestionali (Cavoto, 2014).
Note                                                                      10
                                                                              È il caso dell’azienda Vinciprova Vetri di Murano, che ha scel-
                                                                          to di conservare la propria vetrina e bottega di Maestri Vetrai
*
   L’articolo è frutto del lavoro delle riflessioni dei tre autori. A     nel centro, organizzando eventi soprattutto in occasione del-
Lida Vigagnoni è da attribuire il par. 1, a Libera D’Alessandro           le festività. Nel corso di un colloquio informale tenuto con i
il par. 2 e a Rosario Sommella il par. 3.                                 proprietari ci ha sorpreso constatare che, nonostante la de-
1
   Senza addentrarci nelle complesse questioni relative alla peri-        sertificazione, ci siano aziende interessate ancora ad occupare
metrazione dell’AMN, precisiamo che facciamo qui riferimen-               uno spazio al Polo. I proprietari hanno spiegato che riescono a
to alla delimitazione rielaborata da Sommella, 2009 (che inte-            gestire l’attività attraendo nei loro showroom visitatori non solo
grava quella proposta dalla Svimez negli anni Ottanta con al-             dalla Campania ma anche dall’estero (ad esempio turisti cinesi

    76                                                                                                        AGEI - Geotema, 51
e americani) e combinando la partecipazione a fiere alla cura      emblematico: prima di Leroy Merlin (che ha resistito dall’ot-
di un sito internet e di una pagina facebook.                      tobre 2012 al gennaio 2015), lo spazio era stato occupato
11
   Il centro commerciale, aperto a Capodrise nel giugno del        dal colosso francese Castorama, sopravvissuto solo per 4 anni.
1992, ha visto chiudersi tante delle insegne al suo interno da     15
                                                                      La legge regionale della Campania sulla “Nuova disciplina in
essere annoverato tra i centri in maggiore crisi (Santangelo,      materia di distribuzione commerciale” (n. 1 del 9/1/2014) defini-
2012).                                                             sce le caratteristiche normative dello Strumento d’Intervento per
12
   Nel 2012 fu presentato, all’Expo del Reail Estate di Milano,    l’Apparato Distributivo (SIAD, introdotto dalla L.R. 1/2000). Tra
un ambizioso progetto destinato all’area tra l’Euromercato e la    gli obiettivi dichiarati all’art. 3, la nuova disciplina annovera
zona che ospita format attrattivi come IKEA e Decathlon per la     due dimensioni della sostenibilità: quella ambientale dello svi-
realizzazione del “Policentro Casoria”, un centro commerciale      luppo del sistema commerciale e del risparmio di suolo (incen-
polifunzionale di ultima generazione di oltre 55mila metri qua-    tivando il recupero e la riqualificazione urbanistica di aree e di
dri. Sebbene il progetto non sia stato realizzato, secondo Cavo-   strutture dismesse e degradate) e quella territoriale (Regione
to e Limonta (2013) esso ha contribuito a bloccare i progetti di   Campania, 2014).
ristrutturazione urbano-commerciale programmati.                   16
                                                                      Per comprenderlo, basta guardare ai meccanismi di territo-
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   È però notizia recente (dicembre 2015) che la Bnl, proprie-     rializzazione che caratterizzano le pratiche del leisure espletate
taria dell’impianto dell’ex Euromercato, ha stipulato un preli-    in occasione degli eventi realizzati al Vulcano Buono e al Centro
minare di accordo con un gruppo imprenditoriale interessato        Commerciale Campania, evidenti sulle pagine facebook dei due
all’acquisto e al rilancio del sito.                               centri commerciali, considerati dagli users alla stregua delle
14
   Il rapido avvicendamento di catene è stato, in questo caso,     main streets e delle piazze dei centri-città.

         AGEI - Geotema, 51                                                                                                    77
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