MONOGRAFIE SOCIETÀ ITALIANA - DI GERONTOLOGIA - GIUSEPPE PASQUALETTI, FILIPPO NICCOLAI, FABIO MONZANI - SIGG SOCIETÀ ...

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MONOGRAFIE
                    SOCIETÀ ITALIANA
                    di GERONTOLOGIA
                    e GERIATRIA

Giuseppe Pasqualetti, Filippo Niccolai, Fabio Monzani
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MONOGRAFIE
                       SOCIETÀ ITALIANA
                       di GERONTOLOGIA e GERIATRIA

   LA DISFUNZIONE
       TIROIDEA
NEL PAZIENTE ANZIANO
 quando e come trattarla

Giuseppe Pasqualetti, Filippo Niccolai, Fabio Monzani
 UO Geriatria Universitaria, Azienda Ospedaliero Universitaria di Pisa
MONOGRAFIE SOCIETÀ ITALIANA - DI GERONTOLOGIA - GIUSEPPE PASQUALETTI, FILIPPO NICCOLAI, FABIO MONZANI - SIGG SOCIETÀ ...
© Copyright 2017 by Società Italiana di Gerontologia e Geriatria

ISBN 978-88-6995-278-4

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SOMMARIO

                Prefazione................................................................................. pag.     5

       1.0      Introduzione................................................................................... »    7

      2.0       Cenni di fisiopatologia tiroidea nell’anziano.................................. »                   10

      3.0       Epidemiologia delle patologie tiroidee in età geriatrica................ »                          14

      4.0       Sindrome del malato eutiroideo
		(Non Thyroidal Illness Syndrome)..................................................... »                           15

      5.0       Ipertiroidismo................................................................................. »   18
                 5.1 Principali eziologie in età geriatrica....................................... »                18
                5.2 Inquadramento clinico e sintomatologia................................ »                        19
                5.3 Terapia dell’ipertiroidismo...................................................... »             21
      6.0       Ipotiroidismo ................................................................................. »   22
                 6.1 Principali eziologie e diagnosi in età geriatrica...................... »                      22
                6.2 Ipotiroidismo e patologie cardiovascolari
		 e del sistema nervoso centrale.............................................. »                                   23

                6.3 Ipotiroidismo: obiettivi terapeutici ......................................... »                25

                6.4 Interazioni farmacologiche..................................................... »               26

		Bibliografia .................................................................................... »               29
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PREFAZIONE

È per me un grande onore e piacere presentare la monografia di Giuseppe Pasqua-
letti, Filippo Niccolai e Fabio Monzani dal titolo “La disfunzione tiroidea nel paziente
anziano: quando e come trattarla”. Innanzitutto voglio ricordare la lunga consuetudine
che mi lega sul piano umano e culturale al gruppo del prof. Monzani, resa più forte
dall’aver intrapreso recentemente importanti collaborazioni imperniate sugli affasci-
nanti temi del rapporto tra invecchiamento e sistema endocrino ed in particolare tra
invecchiamento e funzione tiroidea.
Il testo si articola in 5 capitoli, oltre all’introduzione, ed è corredato da una ampia ed
aggiornata bibliografia con circa una sessantina di voci che da sole rappresentano
un importante strumento di aggiornamento per i geriatri e gli endocrinologi sia se
sono impegnati nella ricerca sia se sono coinvolti esclusivamente nella clinica.
Un tema sicuramente interessante per i futuri sviluppi è quello tra i livelli di ormoni
tiroidei ed i livelli di progressione delle malattie neurodegenerative, in considerazione
che la sensibilità del sistema nervoso centrale alle variazioni della funzione tiroidea
sembra incrementarsi con l’età. D’altro canto è noto che la riduzione età-dipendente
della cognitività è modulata dagli ormoni tiroidei mediante complesse regolazioni del-
la trascrizione genetica.
Di particolare interesse è il capitolo dedicato alla “sindrome del malato eutiroideo”
(Non Thyroidal Illness Syndrome) che rappresenta l’insieme delle modificazioni
dell’asse ipotalamo-ipofisi-tiroide del metabolismo e del trasporto degli ormoni tiroidei
che si manifestano nei pazienti affetti da patologie di pertinenza non tiroidea.
I capitoli 5 e 6 sono dedicati, invece, ad una trattazione sistematica di “Ipertiroidismo”
e “Ipotiroidismo”, con particolare riferimento alla popolazione geriatrica. È da sottoli-
neare il capitolo 6.4 dedicato alle interazioni farmacologiche che, in un segmento di
popolazione spesso in trattamento politerapeutico e particolarmente suscettibile alle
reazioni avverse ai farmaci, non possono essere ignorate.
Permettetemi, infine, di ringraziare gli autori, ed in particolare il prof. Monzani, per
avermi coinvolto nella stesura della prefazione di tale monografia che, sono sicuro,
rappresenterà un punto di riferimento importante per tutti coloro (geriatri, endocri-
nologi, internisti) che vogliono interessarsi ed impegnarsi nel suggestivo mondo dei
rapporti tra funzione tiroidea ed invecchiamento sia sul piano della ricerca scientifica
che su quello della clinica.

                                                                        Nicola Ferrara
                                Presidente Società Italiana di Gerontologia e Geriatria
                                 Professore Ordinario di Medicina Interna e Geriatria,
                                         Università degli Studi di Napoli “Federico II”

PREFAZIONE                                                                              5
1.0        INTRODUZIONE

L’incremento demografico dei paesi oc-         il 90% dei pazienti con tiroidite di Ha-
cidentali avvenuto negli ultimi decenni ha     shimoto abbia elevati livelli circolanti di
portato ad un progressivo aumento delle        autoanticorpi anti-tireoglobulina (TgAb)
classi di età oltre 65 anni. Attualmente, in   e anti-perossidasi (TPOAb) 3. In base ad
Italia, si stima che il numero di ultra-ses-   alcune evidenze epidemiologiche che
santacinquenni sia il 22% e quello degli       documentano una maggior prevalenza
ultraottantenni il 6,7% della popolazio-       di autoanticorpi contro antigeni tiroidei
ne globale; questi dati sono destinati a       nelle aree ad elevato apporto iodico, è
raddoppiare nei prossimi 25 anni (ISTAT        stato ipotizzato che l’autoimmunità tiroi-
2016). Parallelamente all’incremento del-      dea possa essere favorita dall’accumulo
la speranza di vita, stanno progressiva-       parenchimale di tale elemento 4. A livello
mente aumentando le patologie croniche         fisiopatologico, TgAb e TPOAb posseg-
sia come incidenza che prevalenza. Tutto       gono poca o nessuna attività citotossica,
questo ha effetti notevoli sui Sistemi Sa-     pertanto si ritiene che la distruzione delle
nitari per quanto riguarda il carico assi-     cellule tiroidee avvenga principalmente
stenziale sia ospedaliero che territoriale.    per mezzo di linfociti T (CD8+ citotossi-
Le malattie endocrine, tra cui le patologie    ci). Altre cause di ipotiroidismo nell’an-
tiroidee sono ampiamente rappresentate,        ziano sono rappresentate dall’impiego
risultano tra le più frequenti malattie cro-   di alcuni farmaci (es. amiodarone, inibi-
niche dell’anziano 1. Le patologie tiroidee    tori della tirosinochinasi, betabloccanti,
sono in costante aumento e, secondo le         ecc.), pregressa tiroidectomia o terapia
ultime esperienze cliniche disponibili in      radiometabolica con 131I e, più raramen-
letteratura, la loro prevalenza globale si     te, malattie infiltrative della tiroide (linfo-
aggira intorno al 10-20%, nella popola-        mi, ecc.) o deficit centrale di secrezio-
zione ultrasettantenne 2. La prevalenza di     ne di tireotropina (TSH). La distruzione
autoanticorpi diretti contro antigeni tiroi-   del parenchima tiroideo è responsabile
dei presenta un andamento simile, coin-        dell’insorgenza di un deficit funzionale
volgendo circa il 5-10% della popolazio-       che si manifesta a livello laboratoristico
ne adulta fino ad arrivare al 30% degli        con un incremento dei livelli di TSH circo-
ultra80enni, con una significativa mag-        lante con o senza riduzione delle frazioni
giore prevalenza nel sesso femminile.          libere degli ormoni tiroidei (FT3 e FT4). In
La tiroidite di Hashimoto è la prima cau-      particolare, si parla di ipotiroidismo con-
sa di disfunzione tiroidea nelle aree con      clamato o franco quando all’incremento
sufficiente apporto iodico; si caratterizza    del TSH si associa una riduzione dei livel-
per una distruzione immuno-mediata del         li di FT4 al di sotto dei limiti inferiori della
tessuto ghiandolare. Si stima che circa        norma, mentre si definisce ipotiroidismo

INTRODUZIONE                                                                                  7
subclinico l’incremento dei livelli di TSH        L’altra possibile alterazione funzionale
con ormoni tiroidei liberi circolanti anco-       è rappresentata dall’eccesso di ormo-
ra nei limiti della norma 1. A livello clinico,   ni tiroidei circolanti, più comunemente
le manifestazioni del deficit tiroideo si         definito ipertiroidismo. A livello epide-
presentano come un continuum che va               miologico l’ipertiroidismo è molto meno
dall’assenza di evidenza sintomatologica          rappresentato rispetto all’ipotiroidismo e
(ipotiroidismo subclinico) alla comparsa          si stima che la prevalenza non raggiunga
di sintomi e segni clinici progressivamen-        l’1% della popolazione generale 2. Come
te ingravescenti, conseguenza diretta del         per l’ipotiroidismo, con l’avanzare dell’età
deficit ormonale periferico (ipotiroidismo        si registra un incremento progressivo
conclamato). Le manifestazioni cliniche           della sua prevalenza, specialmente nel
dell’ipotiroidismo sono variegate ed in-          sesso femminile. A livello biochimico
teressano numerosi organi ed apparati             l’ipertiroidismo è definito dalla presen-
come disturbi del ritmo (bradicardia) e           za di ridotti livelli di TSH circolante con
della funzione cardiaca (scompenso, ini-          o senza incremento delle frazioni libere
zialmente diastolico), modificazioni del          degli ormoni tiroidei. L’isolata riduzione/
metabolismo intermedio in senso pro-a-            soppressione dei livelli di TSH circolan-
terogeno (ipercolesterolemia), aumento            te si definisce ipertiroidismo subclinico;
ponderale, stipsi, alterazioni cutanee e          quando questa si associa alla presenza
degli annessi (mixedema, fragilità dei            di FT3 e FT4 al di sopra dei limiti superio-
capelli), macroglossia, alterazioni del           ri della norma si parla di ipertiroidismo
sistema nervoso centrale (SNC) con ral-           franco o conclamato 2. Nell’anziano, la
lentamento ideo-motorio e riduzione dei           forma più comune di ipertiroidismo è
riflessi nervosi fino alla letargia, pareste-     causata dalla presenza di aree nodulari
sie, intolleranza al freddo, deficit di forza     di autonomia funzionale, svincolate dal
muscolare, disturbi dell’umore e deficit          feed-back ipotalamico che, se moltepli-
cognitivo 1 2 5-7. Mentre nel giovane adulto i    ci, caratterizzano il gozzo multi nodulare
sintomi associati all’ipotiroidismo sono di       (GMN) tossico o pretossico, se singole
facile identificazione, nell’anziano il qua-      l’adenoma tossico o pretossico (morbo
dro clinico è spesso molto più sfumato ed         di Plummer). Altre cause di ipertiroidi-
i sintomi lamentati dai pazienti possono          smo nell’anziano sono correlate all’as-
essere erroneamente interpretati come             sunzione di dosi farmacologiche di iodio
associati alle concomitanti patologie (co-        (mezzi di contrasto iodati) o farmaci con-
morbidità) piuttosto che all’ipofunzione          tenenti iodio (amiodarone, dronedarone)
tiroidea, soprattutto in corso di ipotiroidi-     oppure alla presenza di autoanticorpi
smo lieve/moderato. L’ipotiroidismo con-          stimolanti il recettore del TSH (morbo di
clamato è stato associato ad un aumento           Basedow, molto più frequente nei giova-
della mortalità globale e dell’incidenza          ni adulti). L’ipertiroidismo conclamato è
di eventi cardio- e cerebrovascolari. Per         caratterizzato da numerosi effetti, a bre-
quanto concerne l’ipotiroidismo subclini-         ve e lungo termine, sui diversi organi e
co le più importanti meta-analisi hanno           sistemi. Nell’anziano i sintomi e segni più
confermato tali correlazioni nei giovani          frequentemente riscontrabili in corso di
adulti (< 65 anni) ma non nei pazienti            iperfunzione tiroidea sono: nervosismo,
anziani (> 65-70 anni) e grandi anziani           cardiopalmo, sudorazione, intolleranza
(> 80-85 anni) 1 8 9.                             al caldo, affaticabilità muscolare, diarrea,

8                                LA DISFUNZIONE TIROIDEA NEL PAZIENTE ANZIANO quando e come trattarla
dimagrimento (con appetito conservato),            associa ad aumento del turnover osseo
tachicardia, aritmia (fibrillazione atriale),      e, conseguentemente, al rischio di oste-
tremori, debolezza muscolare 10.                   oporosi e fratture da fragilità. L’ipertiroidi-
Nell’anziano i sintomi dell’ipertiroidismo         smo conclamato determina un aumento
possono essere facilmente confusi con              del turnover osseo, disaccoppiamento
altre patologie legate all’età anche se            del processo di rimodellamento/riassor-
possono portare velocemente verso una              bimento con conseguente riduzione del-
condizione di scompenso d’organo, spe-             la sintesi ossea. La variazione dei livelli
cialmente in caso di concomitante com-             degli ormoni tiroidei può modificare la
promissione legata ad altre comorbidità o          progressione delle malattie neurodege-
all’invecchiamento stesso. L’esposizione           nerative, anche se non esistono tuttora
cronica ad un eccesso di ormoni tiroidei           prove certe di un legame fisiopatologico
può esercitare effetti negativi sulla morfo-       diretto tra funzione tiroidea e malattie neu-
logia (ipertrofia) e sulla funzione cardia-        rodegenerative. La sensibilità del sistema
ca. Le manifestazioni cliniche ed il grado         nervoso centrale alle variazioni di funzio-
di compromissione cardiaca nei pazienti            ne tiroidea sembra aumentare con l’età.
ipertiroidei dipendono da una varietà di           Il fisiologico invecchiamento cognitivo è
fattori, quali l’età, la gravità dell’ipertiroi-   controllato dagli ormoni tiroidei median-
dismo e le possibili alterazioni cardiache         te regolazione della trascrizione di geni
preesistenti. La disfunzione diastolica ne         coinvolti nella neurogenesi e nel manteni-
rappresenta l’evento più precoce; l’evolu-         mento delle strutture nervose già presen-
zione verso lo scompenso cardiaco (ini-            ti. La ridotta neurogenesi, conseguenza
zialmente ad alta gittata) è più frequente         sia dell’invecchiamento che dello stress
in età avanzata, dove l’effetto dell’ecces-        ossidativo indotto dall’eccesso di ormoni
so di ormoni tiroidei si somma a quello            tiroidei, si associa a disturbi neuropsichici
legato all’invecchiamento 11. L’ipertiroi-         come ansia e depressione e malattie de-
dismo sia subclinico che conclamato si             generative come la demenza 2.

INTRODUZIONE                                                                                    9
2.0            CENNI DI FISIOPATOLOGIA
               TIROIDEA NELL'ANZIANO

La funzione tiroidea nell’adulto è dipen-
dente dall’asse ormonale ipotalamo-i-
pofisi attraverso l’azione del TRH (thyro-
tropin releasing hormone) ipotalamico e
dalla tireotropina ipofisaria. Attraverso un
sistema integrato a feedback, tra l’asse
ipotalamo-ipofisi-ipofisi tiroide ed i tessuti
periferici che metabolizzano gli ormoni
tiroidei, viene garantita la corretta rego-
lazione della stato funzionale tiroideo in
base alle necessità fisiologiche, dalla vita
fetale all’età geriatrica (Fig. 1). La libera-
zione di TRH a livello della circolazione
portale ipotalamica stimola le cellule tire-
otrope dell’adenoipofisi alla secrezione
di TSH il quale ha come organo target la
tiroide e più precisamente le cellule folli-
colari le quali, sotto lo stimolo ipotalami-
co, producono e secernono ormoni tiroi-
                                                 Figura 1. Asse ipotalamo-ipofisi-tiroide.
dei (quasi esclusivamente T4). Gli ormoni
tiroidei, a loro volta, svolgono un’azione       proteine tessuto specifiche (Fig. 3). Esi-
inibitoria diretta a livello ipotalamo-ipofi-
                                                 stono alcuni modulatori positivi e negativi
sario. In dettaglio, i meccanismi inibitori
                                                 dell’asse ipotalamo-ipofisi-tiroide tra cui
negativi avvengono ad opera della T3 a
                                                 gli estrogeni che favoriscono l’attività di
livello ipotalamico; in questa sede si trova
                                                 liberazione di TSH a livello dell’adenoipo-
una specifica isoforma dell’enzima 5’mo-
nodeiodasi che converte la T4 in T3. In-         fisi, mentre un controllo negativo avviene
fatti, mentre la T4 è unicamente prodotta        ad opera della dopamina e della soma-
dalla ghiandola tiroidea la maggior parte        tostatina che, oltre ad inibire la produ-
della T3 circolante deriva dalla conver-         zione dell’ormone della crescita, modula
sione della T4 da parte dei diversi organi       in senso negativo anche il TSH. I livelli
bersaglio e solo in piccola parte da se-         circolanti di TSH nel soggetto sano va-
crezione ghiandolare (Fig. 2). Il legame         riano in relazione al ritmo circadiano ed
della T3 con il proprio recettore nucleare       alle necessità sistemiche di ormoni tiroi-
da avvio ad una serie di reazioni di tra-        dei, ma si mantengono entro un “range”
scrizione che conducono alla sintesi di          relativamente ristretto di riferimento (0,4-

10                              LA DISFUNZIONE TIROIDEA NEL PAZIENTE ANZIANO quando e come trattarla
Figura 2. Metabolismo periferico degli ormoni tiroidei. Nel processo di sintesi degli ormoni tiroidei si posso-
no formare anche molecole diverse da T3 e T4 che vengono metabolizzate all’interno del tireocita recuperando
iodio (rT3: reverse-T3).

                                                         guente inibizione della secrezione ipo-
                                                         talamo-ipofisaria di TRH e tireotropina 10.
                                                         La produzione di ormoni tiroidei diviene
                                                         fondamentale dalla 11a settimana di ge-
                                                         stazione in poi data la scarsa quantità di
                                                         T3 e T4 materni capace di passare la bar-
                                                         riera emato-placentare per la presenza,
                                                         a tale livello, di un elevato numero di de-
                                                         siodasi. Gli ormoni tiroidei favoriscono i
                                                         processi fondamentali per lo sviluppo del
                                                         SNC tra cui la mielinizzazione assonale
                                                         e la neurogenesi 12. Nell’età dello svilup-
                                                         po gli ormoni tiroidei sono necessari per
                                                         una corretta crescita somatica (musco-
Figura 3. Meccanismo di azione degli ormoni tiroi-       lo-scheletrica) e per la maturazione dei
dei a livello tissutale.                                 vari organi ed apparati. Nell’età adulta
                                                         e per tutta la fase di invecchiamento gli
4,0 mIU/l). Le variazioni delle concentra-               ormoni tiroidei svolgono un’importante
zioni di TSH hanno un andamento loga-                    regolazione del metabolismo intermedio:
ritmico rispetto alle variazioni dei livelli             lipidico, glucidico e proteico 13. Gli ormo-
sierici di T3 e T4 che si mantengono solita-             ni tiroidei regolano il consumo di ossige-
mente entro uno stretto range individua-                 no e la produzione di calore e per quanto
le. Da qui ne consegue che il TSH risulta                riguarda il metabolismo del glucosio e
un marker sensibile dello stato funzionale               dei carboidrati facilitano l’ingresso cel-
tiroideo: valori sopra il range di riferimen-            lulare di glucosio, aumentano la glicoge-
to riflettono un deficit di funzione tiroidea            nolisi epatica e la gluconeogenesi, con
mentre valori ridotti indicano un eccesso                attività tipicamente contro insulare 13. A
di ormoni tiroidei circolanti, con conse-                livello cardiaco gli ormoni tiroidei sono

CENNI DI FISIOPATOLOGIA TIROIDEA NELL'ANZIANO                                                                 11
necessari per la corretta sintesi proteica
necessaria alla contrattilità (es. sintesi
della calcio ATPasi), modulano l’attività
adrenergica e regolano il grado di resi-
stenza vascolare periferica 14.
Nell’anziano sono state descritte alcune
modificazioni dell’asse ipotalamo-ipo-
fisi-tiroide e del metabolismo ormonale
periferico che si associano al proces-
so di invecchiamento. In questo senso,           Figura 4. Modificazione del range di normalità del
una stretta interconnessione tra funzio-         TSH circolante con l’età.
ne tiroidea ed invecchiamento è stata
ipotizzata molti anni fa ma solo durante         sa T3” o “sindrome del malato eutiroideo”
gli ultimi decenni sono stati prodotti dati      (frequente negli anziani), in cui il TSH
solidi sull’impatto clinico delle modifi-        e la T3 circolanti diminuiscono mentre
cazioni della funzione tiroidea legate           la reverse-T3 (rT3) aumenta in risposta
all’invecchiamento 15 16. Diversi studi cli-     a patologie (acute) sistemiche (Fig. 5).
nici hanno mostrato una diminuzione              La sindrome da bassa T3 nell’anziano si
età-correlata della funzione dei tireociti,      associa, infatti, a ridotta funzione fisica
tra cui l’assorbimento e l’organificazione       e cattiva prognosi sia quoad vitam che
dello iodio e la conseguente produzione          quoad valitudinem 25 26.
ormonale 17-21. Tuttavia, esistono risultati     È ormai noto che alcuni degli effetti
conflittuali riguardanti le variazioni di TSH    dell’invecchiamento a livello sistemico si-
età correlate: alcuni studi (generalmente        ano, almeno in parte, simili a quelli rilevati
caso/controllo) hanno documentato negli          negli stati di deficit funzionale tiroideo, e
anziani (> 75-80 aa) e negli ultra-cente-        si associno, in entrambe le condizioni, ad
nari una tendenza a livelli di TSH relati-       una riduzione del metabolismo basale 17.
vamente bassi rispetto ai giovani adulti di      Rimane, tuttavia, ancora aperta la que-
controllo mentre, studi osservazionali lon-      stione se la diminuzione della funzione ti-
gitudinali hanno mostrato una tendenza           roidea nell’anziano (sia che i livelli di TSH
del TSH a salire con l’età fino anche a va-      si riducano per iposecrezione ipofisaria
lori ben al di sopra del range di normalità      o aumentino in risposta ad una ridotta
per giovani adulti: negli ultraottantenni il     produzione ormonale tiroidea) rappre-
limite superiore al 95% dell’intervallo di       senti semplicemente la conseguenza di
confidenza superava le 6 mIU/l, per salire       una minore richiesta metabolica oppure
fino a quasi 8 mIU/l negli ultranovanten-        si configuri come una reale condizione
ni 22-24 (Fig. 4). Inizialmente, la riduzione    protettiva nei confronti dell’elevato ca-
dei livelli di TSH rilevato nei centenari è      tabolismo correlato all’invecchiamento.
stato interpretato come un meccanismo            In questo contesto, uno studio naturali-
di adattamento centrale (ridotta secrezio-       stico condotto in nord Europa ha docu-
ne), utile per evitare un eccessivo cata-        mentato il potenziale ruolo della genetica
bolismo e quindi favorevole al processo          nella longevità, correlata proprio ad una
di “invecchiamento fisiologico”. Questa          riduzione della funzione tiroidea. In det-
condizione deve comunque essere di-              taglio, i figli dei novantenni presentavano
stinta dalla cosiddetta “sindrome da bas-        valori di T3 libera (FT3) circolante inferiori

12                              LA DISFUNZIONE TIROIDEA NEL PAZIENTE ANZIANO quando e come trattarla
Figura 5. Alterazione del metabolismo della T4 in corso di sindrome del malato eutiroideo.

ed un miglior profilo metabolico rispetto              serico del TSH, quali modificazioni della
ai partner non appartenenti ad una fa-                 sua bioattività, della sensibilità dei tireo-
miglia di longevi 27. Analogamente, uno                citi al TSH, del metabolismo degli ormoni
studio trasversale condotto in Calabria                tiroidei, dei recettori e/o dei cofattori che
ha confermato nei nipoti di centenari la               modulano la risposta alla T3. Inoltre, gli
presenza di livelli sierici di FT3 e TSH infe-         anziani presentano una ridotta risposta
riori rispetto ai controlli appaiati per età 28.       al TRH rispetto ai giovani-adulti, una ri-
L’affermazione che l’invecchiamento sia                duzione delle fluttuazioni circadiane del
associato ad una concentrazione decre-                 TSH ed un’attenuazione dell’effetto inibi-
scente di TSH negli anziani sani appare,               torio dei corticosteroidi 31. Infine, con l’in-
tuttavia, in contrasto con i dati provenien-           vecchiamento si osserva una diminuzio-
ti da ampi studi naturalistici che hanno               ne della capacità dei tireociti di captare
invece dimostrato come la distribuzione                lo iodio e secernere T4 ed una alterazione
del TSH sierico si sposti verso concen-                della clearance ormonale periferica 14.
trazioni più elevate in relazione all’età e            Nel complesso, questi dati documenta-
come l’estrema longevità sia associata                 no come l’invecchiamento si caratterizzi
ad un ulteriore aumento dei livelli di TSH,            per un certo grado di down-regulation
almeno nel gruppo etnico degli Ashke-                  dell’asse ipotalamo-ipofisi-tiroide-tessuti;
nazi 28-31. Questi risultati non sono stati            rimane tuttavia da stabilire con certezza
comunque confermati in un recentissimo                 se queste modificazioni rappresentino un
studio longitudinale che ha documentato                adattamento alle ridotte necessità meta-
la tendenza ad una riduzione dei valori di             boliche dell’anziano o un fenomeno pro-
TSH nell’anziano eutiroideo, ed un loro in-            tettivo nei confronti dell’eccessivo cata-
cremento associato invece alla presenza                bolismo legato all’invecchiamento. Infine,
di livelli crescenti di TPOAb 8. Per meglio            la variazione del TSH circolante può es-
comprendere queste apparenti contrad-                  sere semplice conseguenza del proces-
dizioni è necessario ricordare che, duran-             so di invecchiamento, e quindi adattativo
te l’invecchiamento, possono essere pre-               in sé, oppure espressione di una reale
senti cambiamenti complessi dello status               patologia tiroidea, soprattutto in presen-
funzionale tiroideo che non possono es-                za di livelli significativi di auto-anticorpi
sere documentati dal semplice dosaggio                 anti-tiroide (TPOAb e TgAb).

CENNI DI FISIOPATOLOGIA TIROIDEA NELL'ANZIANO                                                       13
3.0            EPIDEMIOLOGIA
               DELLE PATOLOGIE TIROIDEE
               IN ETÀ GERIATRICA

Quasi un terzo della popolazione mon-            ne generale, oltre a stimare la frequenza
diale vive in aree a carenza iodica 32.          e distribuzione di autoanticorpi anti-tiroi-
Nelle aree geografiche in cui l’appor-           de, in diversi gruppi etnici 2. I dati prove-
to giornaliero di iodio risulta inferiore a      nienti da screening di popolazione negli
50 mg solitamente si riscontra la presen-        Stati Uniti 33 hanno rivelato differenze nei
za di gozzo endemico mentre, quando              diversi gruppi etnici della prevalenza di
la dose giornaliera scende al di sotto dei       disfunzione tiroidea e della presenza di
25 mg è possibile lo sviluppo di ipotiroi-       autoanticorpi, mentre studi europei han-
dismo congenito 33. La prevalenza del            no rivelato differenze nella epidemiologia
gozzo in aree a grave carenza iodica             delle patologie tiroidee legate all’apporto
può raggiungere l’80% della popolazio-           alimentare di iodio 33.
ne generale ed i soggetti maggiormente           L’ipotiroidismo franco ha una prevalen-
a rischio sono quelli residenti nelle zone       za nella popolazione generale intorno al
di montagna del sud-est asiatico, Ame-           1-5% mentre la forma subclinica presen-
rica Latina e Africa centrale. In Italia, le     ta una prevalenza molto maggiore, che
aree a maggior rischio di carenza iodico         può raggiungere il 15-20% e si manifesta
sono le Alpi e gli Appennini. Con l’avan-        maggiormente nel sesso femminile. L’in-
zare dell’età il gozzo nodulare può evol-        cidenza di ipotiroidismo tende ad aumen-
vere verso l’autonomia funzionale fino           tare con l’età come anche la presenza di
alla tireotossicosi, a volte favorita dall’e-    autoimmunità 33 34. Anche l’ipertiroidismo
pisodica introduzione di un eccesso di           è più frequente nelle donne, la sua preva-
iodio.                                           lenza è di circa lo 0,8% in Europa e 1,3%
Nelle zone non a carenza iodica la mag-          negli USA, raggiungendo il 2% in età ge-
gior parte delle patologie tiroidee è au-        riatrica. La prevalenza dell’ipertiroidismo
toimmune. A livello clinico, le tireopatie       subclinico è maggiore (1-5%), aumenta
autoimmuni vengono distinte in tiroidite         nelle aree a carenza iodica ed ha mostra-
atrofica primaria (morbo di Riedel), tiroi-      to un trend in diminuzione con l’introdu-
dite di Hashimoto e morbo di Graves/Ba-          zione di programmi di iodoprofilassi. Si
sedow o gozzo diffuso tossico (GDT) 33.          distinguono due forme di ipertiroidismo
Alcuni studi osservazionali trasversali          subclinico, una lieve in cui il TSH è ridot-
condotti in Europa, Stati Uniti e Giappone       to ma ancora dosabile (0,1-0,4 mIU/l) ed
hanno determinato la prevalenza di iper-         una grave/moderata in cui i livelli di TSH
tiroidismo e ipotiroidismo nella popolazio-      risultano soppressi (
4.0            SINDROME
               DEL MALATO EUTIROIDEO
               (Non Thyroidal Illness Syndrome)

Con il termine Non Thyroidal Illness Syn-     più di tre decenni, interpretando alcuni
drome (NTIS) si intende l’insieme delle       risultati come alterazioni di laboratorio
modificazioni dell’asse ipotalamo-ipofi-      ma comunque non indicativi di un vero
si-tiroide, del metabolismo e del traspor-    e proprio ipotiroidismo. Recentemente
to degli ormoni tiroidei che si manifestano   si sono accumulate prove che l’ipoti-
nei pazienti affetti da patologie di perti-   roidismo centrale funzionale associato
nenza non tiroidea. Tra le condizioni pa-     all’alterato metabolismo periferico della
tologiche non tiroidee si possono distin-     T4 e della T3 (caratteristico della NTIS) si
guere condizioni sia acute che croniche       combinano per produrre una condizione
(patologie polmonari, gastrointestinali,      di diminuzione dell’azione degli ormoni
cardiologiche, neoplastiche, disordini        tiroidei a livello periferico. Alcuni studi
psichiatrici, sepsi, disordini metabolici),   comunque sottolineano come tale caren-
traumi chirurgici e l’apporto calorico ina-   za non è una condizione di ipotiroidsmo
deguato 26. Non vengono considerate in        reale. Ovviamente tale incertezza scienti-
questa sindrome le alterazioni del me-        fica viene traslata sulla decisione finale e
tabolismo degli ormoni tiroidei secon-        cioè se trattare o meno questi pazienti e,
darie ad interferenze farmacologiche in       ad oggi, pur non essendoci studi clinici
pazienti trattati per patologie extratiroi-   controllati l’atteggiamento clinico che ri-
dee (es: amiodarone, sali di litio) 35. Al-   ceve maggiore consenso è quello di non
cuni studi come quello di Girvent et al. 36   trattare (peraltro dovrebbe essere utiliz-
hanno evidenziato che la NTIS è molto         zata la T3 e non la T4 come comunemente
diffusa nei pazienti anziani sarcopenici      in caso di ipotiroidismo) 37. Inoltre, i pa-
sottoposti a chirurgia ed è associata ad      zienti tipicamente non manifestano segni
un peggior outcome e recupero nel po-         e sintomi di ipotiroidismo generalmente
stoperatorio.                                 perché la patologia sottostante è spesso
Spesso, per indicare la NTIS viene utiliz-    così grave da mascherarne l’eventuale
zata anche l’espressione Euthyroid Sick       presenza.
Syndrome cioè sindrome del malato euti-       Da un punto di vista fisiopatologico la
roideo in quanto generalmente TSH e FT4       modificazione biochimica più frequente
sono normali ed i pazienti non presenta-      è caratterizzata da una riduzione dei li-
no un quadro clinico suggestivo di ipoti-     velli di T3 circolante e da un incremento
roidismo. Tale definizione non evidenzia      della rT3 condizione nota con il nome di
se possa coesistere uno stato di ipotiroi-    “sindrome da bassa T3”. Tale condizione
dismo a livello periferico. Tale argomento    è spesso riconducibile ad alterazioni di
è stato oggetto di interpretazioni molto      enzimi coinvolti nel metabolismo degli
dibattute in ambito endocrinologico per       ormoni tiroidei e può risultare transitoria

SINDROME DEL MALATO EUTIROIDEO                                                          15
in corso di anestesia generale o di di-            tiroidei circolanti. Il mancato incremento
giuno prolungato (Fig. 5). Nel digiuno è           della concentrazione del TSH può essere
stato sostenuto, teleologicamente, che             giustificato da un meccanismo di down
la diminuzione dell’ormone tiroideo attivo         regulation a livello ipotalamo-ipofisa-
rappresenti una risposta di adattamento            rio, con conseguente ridotto rilascio di
da parte dell’organismo, atta a risparmia-         TRH e di TSH. Nei pazienti con NTIS è
re calorie e proteine tramite un certo gra-        stato dimostrato, a livello del nucleo pa-
do di ipotiroidismo protettivo. Nella NTIS         raventricolare dell’ipotalamo, un ridotto
si riscontra una diminuita attività epatica        contenuto di RNA messaggero del TRH
della desiodasi di tipo I che catalizza cir-       correlato con la concentrazione sierica
ca l’80% della conversione periferica del-         di TSH e T3. È stato inoltre dimostrato
la T4 a T3 e della rT3 a 3,3’-diiodotironina.      un aumento dell’attività della desiodasi
Pertanto in caso di grave patologia epati-         di tipo 2 presente a livello cerebrale con
ca questo giustifica i bassi livelli di T3 ed      conseguente incremento della produzio-
una alterata clearance metabolica della            ne locale di T3, capace di sopprimere il
rT3 con conseguente aumento dei suoi               rilascio di TRH e TSH. Altri fattori posso-
livelli sierici (Fig. 5). Tali modificazioni en-   no essere coinvolti nel ridurre la sintesi
zimatiche vengono comunque attribuite              di TRH come l’incremento della cortiso-
ad alcune citochine infiammatorie come             lemia, tipica delle condizioni di stress,
l’IL-1, IL-6 e TNF-a coinvolte in diversi          la diminuzione dei livelli di leptina e l’au-
processi patologici. L’entità delle modifi-        mentata produzione di alcune citochine.
cazioni dei livelli di T3 e di rT3 riflettono la   Diversi studi hanno dimostrato, inoltre,
gravità della patologia in atto; ad esem-          come la diminuita secrezione di TRH sia
pio è stato evidenziato che la concentra-          associata ad una ridotta ampiezza dei
zione di T3 è inversamente proporzionale           picchi notturni di TSH con un pattern di
all’estensione dell’infarto miocardico, al         secrezione nelle 24 ore simile a quello ri-
livello di creatininemia nell’insufficienza        scontrato nell’ipotiroidismo centrale tanto
renale o al grado di scompenso glicome-            da portare alla formulazione dell’ipotesi
tabolico nel diabete mellito 35.                   che la NTIS possa appunto essere una
Nei pazienti con patologie gravemente              forma di ipotiroidismo centrale acquisito
debilitanti o in condizioni di peggiora-           di tipo funzionale 39.
mento delle condizioni generali si può             Gli esami di laboratorio comunemente
evidenziare anche una riduzione dei li-            eseguiti per la diagnosi delle patologie
velli di T4. Alcuni studi come ad esempio          tiroidee (FT3, FT4 e TSH) possono sugge-
quello di Plikat et al. 38 hanno documen-          rire la presenza di NTIS in pazienti con
tato come il 23% dei pazienti ricoverati           gravi patologie (acute o croniche) docu-
in terapia intensiva sia affetto da NTIS,          mentando una riduzione dei livelli di FT3
con un rischio notevolmente aumentato              circolante, in presenza di TSH e FT4 ge-
di decesso. In alcuni studi, la riduzione          neralmente nel range della norma (ridot-
progressiva dei livelli sierici di T4 in corso     to rapporto T3/T4). La sindrome dovrebbe
di NTIS aumentava la probabilità di de-            essere confermata valutando la rT3 che
cesso fino l’80%. Il TSH sierico è normale         risulta elevata; si tratta tuttavia di un’inda-
nella maggior parte dei casi ma può ri-            gine che non viene eseguita nella pratica
sultare inappropriatamente basso nono-             clinica quotidiana, pertanto la diagnosi
stante la ridotta concentrazione di ormoni         nella gran parte dei casi può essere solo

16                                LA DISFUNZIONE TIROIDEA NEL PAZIENTE ANZIANO quando e come trattarla
sospettata 35. Molti pazienti critici presen-   irrisolto, nella pratica clinica si suggeri-
tano problematiche cliniche che mimano          sce generalmente di non somministrare
l’ipotiroidismo come ipotermia, disturbi        terapia ormonale (T3) a questi pazienti,
del sensorio, alterazioni della ventilazio-     almeno fino a quando non siano evidenti
ne e cardiologiche, iponatriemia. La tera-      prove biochimiche convincenti della rea-
pia della NTIS è rivolta principalmente al      le presenza di ipotiroidismo, per il quale
trattamento della patologia di base. Seb-       possa risultare utile un trattamento sosti-
bene al momento il problema sia ancora          tutivo 40.

SINDROME DEL MALATO EUTIROIDEO                                                            17
5.0            IPERTIROIDISMO

5.1 PRINCIPALI EZIOLOGIE                        conclamato di circa il 4%; più spesso, il
                                                quadro clinico è lieve e può non essere
    IN ETÀ GERIATRICA                           riconosciuto e diagnosticato, soprattut-
La causa più frequente di ipertiroidismo        to nel paziente anziano, in cui i sintomi
negli anziani in aree a carenza iodica è        legati ad una iperfunzione lieve sono
il gozzo multinodulare (GMN 60%) men-           sfumati e, speso, ascritti alle eventuali
tre, nelle aree iodo-sufficienti, l’adenoma     comorbidità del paziente. L’evoluzione
tossico (30%). Più raro in età geriatrica è     verso l’ipertiroidismo conclamato può es-
il gozzo diffuso tossico (GDT o morbo di        sere precipitata dalla somministrazione
Fajani-Basedow/Graves) caratterizzato           di dosi farmacologiche di iodio (ipertiroi-
però da forme clinicamente più gravi 11 41.     dismo iodio-indotto) 11 41. L’adenoma (tos-
Il GMN costituisce uno dei motivi princi-       sico/pretossico) è una condizione tipica
pali di consultazione da parte del medico       dell’adulto (> 40 anni); la lesione nodula-
curante dello specialista endocrinologo         re è generalmente presente da anni con
in quanto non di rado è possibile riscon-       lento, progressivo incremento volumetri-
trare agli esami ematochimici eseguiti di       co associato alla comparsa di autonomia
routine la presenza accidentale di iperti-      funzionale e conseguente iperfunzione.
roidismo subclinico, che risulta essere la      La scintigrafia evidenzia di solito un’area
prima evidenza di autonomia funzionale          “calda” con soppressione, completa o
tiroidea. Il GMN (tossico/pretossico) è         parziale, del parenchima circostante 11 41.
caratterizzato dalla presenza di uno o più      È da sottolineare che vi è una correla-
noduli tiroidei autonomamente funzionan-        zione tra le dimensioni del nodulo e lo
ti, (ipercaptanti o”caldi” all’esame scinti-    sviluppo di tireotossicosi. Infatti oltre il
grafico), con la presenza o meno di altri       90% dei pazienti con ipertiroidismo con-
noduli che possono mostrare invece una          clamato presenta un nodulo autonomo
captazione ridotta o normale (ipocap-           con diametro maggiore di 3 cm. Inoltre, i
tanti o “freddi”). Le formazioni nodulari       pazienti con nodulo autonomo maggiore
“calde” possono rimanere silenti oppure         di 3 cm ma ancora eutiroidei, hanno un
indurre una lenta alterazione della funzio-     rischio di sviluppare tireotossicosi pari a
ne tiroidea con progressiva riduzione dei       circa il 20% in un arco di tempo di sei
livelli di TSH e il conseguente sviluppo di     anni contro il 2-5% di rischio dei noduli di
ipertiroidismo subclinico (GMN pretossi-        dimensioni inferiori a 2,5 cm 42. Il morbo
co) o clinico (GMN tossico). Il decorso         di Basedow è una patologia autoimmune
naturale comunque tende ad essere len-          più frequente nel giovane adulto (< 40
to con una durata anche di anni e con           anni), caratterizzata dalla presenza di
un’incidenza annuale di ipertiroidismo          diffusa captazione ghiandolare alla scin-

18                             LA DISFUNZIONE TIROIDEA NEL PAZIENTE ANZIANO quando e come trattarla
tigrafia, talvolta associata ad oftalmopa-      intolleranza al caldo, alvo frequente e/o
tia e, raramente, mixedema pretibiale.          diarrea. Nel paziente anziano è molto im-
Più del 50% dei pazienti affetti da GDT         portante eseguire una corretta anamnesi
presenta autoanticorpi stimolanti diretti       e un attento esame obiettivo, in quanto
contro il recettore del TSH.                    i segni e i sintomi di ipertiroidismo pos-
Nel sospetto di iperfunzione tiroidea è         sono essere modesti (ipertiroidismo apa-
anche essenziale verificare l’eventuale         tetico). Di seguito verranno analizzati gli
presenza di interferenza farmacologica.         effetti sull’apparato cardiovascolare, sul
La tireotossicosi iodio-indotta è più fre-      sistema nervoso e sull’osso maggior-
quente nell’anziano rispetto al giovane,        mente colpiti in caso di ipertiroidismo
spesso conseguenza dell’utilizzo di far-        conclamato e di ipertiroidismo subclinico
maci (amiodarone, dronedarone, ecc.) o          nell’anziano.
dell’esecuzione di esami radiologici con        Nei pazienti di età geriatrica (età supe-
mezzo di contrasto iodato ed, in questi         riore a 70/75 anni) la diagnosi di GMN
casi, lo studio della funzione tiroidea do-     tossico/pretossico può essere sospettata
vrebbe essere associato, ove possibile,         in occasione del ricovero ospedaliero per
al dosaggio della ioduria 11 41. In presenza    sintomi e segni (generalmente palpitazio-
di bassi livelli di TSH e valori normali di     ni ma anche scompenso cardiaco) dovuti
ormoni tiroidei liberi circolanti, le patolo-   a fibrillazione atriale (FA). In generale, gli
gie neurologiche o psichiatriche vanno          anziani con ipertiroidismo e cardiopatia
sempre poste in diagnosi differenziale          ischemica o patologia valvolare pree-
per la possibile interferenza di farmaci        sistenti hanno un rischio di scompenso
antipsicotici (sali di litio, dopamino-ago-     cardiaco compreso tra il 20 ed il 35%.
nisti, steroidi). Nel paziente anziano con      In particolare la tireotossicosi indotta
patologie acute o croniche riacutizzate è       da amiodarone è stata associata ad un
necessario escludere la presenza della          rischio particolarmente elevato di eventi
cosiddetta sindrome del “malato euti-           cardiovascolari maggiori quali la morta-
roideo” (NTIS), caratterizzata da ridotti       lità, infarto miocardico, ictus, scompenso
livelli circolanti di FT3 ed incremento della   cardiaco acuto ed aritmie ventricolari.
rT3, forma inattiva della T3 prodotta per       La tachicardia sinusale e l’extrasistolia
azione della desiodasi 3 (Fig. 5), talvol-      (atriale e ventricolare), oltre alla ridotta
ta associato a valori di TSH inferiori alla     variabilità della frequenza cardiaca, sono
norma, che potrebbe far erroneamente            reperti di frequente riscontro nei pazienti
pensare a un quadro di ipertiroidismo           con ipertiroidismo (conclamato e subcli-
subclinico 43.                                  nico). In questo contesto, ampi studi lon-
                                                gitudinali prospettici hanno documentato
                                                un aumento del rischio di FA associato a
5.2 INQUADRAMENTO CLINICO                       bassi valori di TSH in soggetti con età su-
    E SINTOMATOLOGIA                            periore a 60 anni (doppio e triplo rispetto
                                                ai controlli eutiroidei di pari età) 41. Secon-
In caso di ipertiroidismo conclamato, più       do alcuni autori, l’aumento dell’incidenza
frequente nei soggetti di età inferiore a 50    di FA negli anziani con iperfunzione tiroi-
anni, i sintomi tipici possono essere in-       dea potrebbe spiegare indirettamente
sonnia, labilità emotiva, astenia, tremori,     l’eccesso di casi di demenza registrati
tachicardia, palpitazioni, calo ponderale,      in questa classe di soggetti. Nei soggetti

IPERTIROIDISMO                                                                               19
Figura 6. Effetti degli ormoni tiroidei sul SNC dell’adulto.

anziani con malattia cardiaca, l’ipertiroi-              neuropsichici come ansia, depressione e
dismo subclinico aggrava il rischio car-                 malattie degenerative come la malattia di
diovascolare, risultando predittore indi-                Alzheimer. In accordo, numerosi studi tra-
pendente di morte cardiaca. In accordo,                  sversali e longitudinali hanno confermato
una recente meta-analisi ha documenta-                   l’associazione tra bassi valori di TSH,
to l’associazione tra ipotiroidismo subcli-              anche entro l’intervallo di riferimento e la
nico e scompenso cardiaco nei soggetti                   presenza di deficit cognitivo o demenza.
anziani (> 65 aa) non evidente nei sog-                  L’ipertiroidismo conclamato determina
getti giovani adulti 44.                                 un aumento del turnover osseo, disac-
Gli ormoni tiroidei sono noti per il loro ruo-           coppiamento del processo di rimodella-
lo nella modulazione del tono dell’umore                 mento/riassorbimento con conseguente
e la sensibilità del sistema nervoso cen-                riduzione della sintesi ossea e, conse-
trale alle variazioni di funzione tiroidea               guentemente, rischio di osteoporosi e
sembra aumentare con l’età e con le flut-                fratture da fragilità. In caso di ipertiroidi-
tuazioni degli ormoni tiroidei (OT). Il fisio-           smo subclinico è ancora da chiarire qua-
logico invecchiamento è controllato dagli                le sia l’entità dell’effetto sull’osso, proba-
OT mediante regolazione della trascrizio-                bilmente influenzato dalla durata della
ne di geni coinvolti nella neurogenesi e                 malattia, che difficilmente è determinabi-
nel mantenimento delle strutture del SNC                 le, e da altri fattori di rischio tra cui l’età
già presenti (Fig. 6). Gli OT regolano la                stessa. È interessante ricordare che oltre
risposta di gruppi neuronali ippocam-                    agli OT anche il TSH sembra modulare
pali permettendo il passaggio da cellule                 l’attività degli osteoclasti. Una riduzione
progenitrici a neuroblasti ed in tal modo                della densità minerale ossea è stata ri-
contribuiscono alla plasticità del cervello              portata in post-menopausa con aumento
durante l’apprendimento, la memoria ed                   degli ormoni tiroidei sia per causa endo-
il recupero di danni cerebrali 45. La ridot-             gena che per eccesso di terapia sosti-
ta neurogenesi dovuta sia all’invecchia-                 tutiva con levotiroxina 41. Gli effetti dell’i-
mento che allo stress ossidativo indotto                 pertiroidismo sul rischio di frattura sono
dall’eccesso di OT, si associa a disturbi                meno chiari e più dibattuti sebbene, in

20                                    LA DISFUNZIONE TIROIDEA NEL PAZIENTE ANZIANO quando e come trattarla
uno studio prospettico di coorte, condot-       dere la presenza di stenosi e/o deviazio-
to in donne ultra-sessantacinquenni, la         ne tracheale, soprattutto in caso di segni
presenza di TSH soppresso aumentava             e sintomi di dispnea/disfagia, è indicato
di circa quattro volte il rischio di frattura   lo studio radiografico della trachea ed
di femore 46.                                   eventualmente una TC del collo/media-
                                                stino, senza mezzo di contrasto. Tuttavia
                                                nell’ambito del GMN iperfunzionante,
5.3 TERAPIA                                     come precedentemente sottolineato,
    DELL'IPERTIROIDISMO                         sono presenti anche formazioni nodulari
                                                ipo- o normocaptanti alla scintigrafia e
Nel paziente anziano, come preceden-            se di dimensioni > 1-1,5 cm è opportuna
temente sottolineato, la diagnosi clinica       un’ulteriore valutazione mediante esame
di ipertiroidismo può risultare difficolto-     citologico su agoaspirato che risulta fon-
sa per la presenza di un quadro clinico         damentale anche per la corretta imposta-
spesso sfumato, paucisintomatico e la           zione terapeutica 47.
concomitanza di comorbidità che gio-            Il trattamento dell’ipertiroidismo va modu-
cano un ruolo confondente. Sintomi e            lato in base alla gravità clinica, ai reperti
segni spesso prevalenti sono a carico           bioumorali, alla concomitanza o meno di
del sistema cardiovascolare e possono           noduli citologicamente/ecograficamente
comprendere una sensazione di palpi-            sospetti, ed alle condizioni cliniche del
tazione, soprattutto sotto sforzo, che si       paziente, che possono eventualmente
associa a tachicardia di entità variabile       richiedere una valutazione del rischio
o, meno frequentemente, a FA. Altri segni       chirurgico. Rispetto al giovane adulto,
possono essere rappresentati da tremori         l’anziano risulta più vulnerabile all’ecces-
fini e da sintomi cognitivi di varia entità
                                                so di ormoni tiroidei; pertanto, in caso di
con irritabilità e/o depressione. Dal pun-
                                                ipertiroidismo conclamato, il trattamento
to di vista diagnostico, è sempre utile
                                                va intrapreso tempestivamente. Anche
richiedere sia il dosaggio degli OT (FT3
                                                nelle forme subcliniche è generalmente
ed FT4) che del TSH, ed evitare la scelta
                                                opportuno attuare un trattamento al fine
di utilizzare il solo TSH reflex per la pos-
                                                di prevenire le complicanze cardiovasco-
sibile presenza di NTIS e/o influenza di
farmaci, soprattutto nel grande anziano         lari e metaboliche, soprattutto nel “gran-
(> 80 anni). La palpazione e l’ecografia        de anziano” (> 85 aa) e nei pazienti con
del collo sono essenziali per il riscontro      preesistente patologia cardiovascolare
e la valutazione morfologica di eventuali       e/o metabolica. Le scelte terapeutiche
noduli tiroidei e delle stazioni linfonodali    sono le stesse che nel giovane adulto,
cervicali. Nel caso di riscontro di GMN         ovvero gli antitiroidei di sintesi (metima-
tossico o pretossico, è opportuno sotto-        zolo/propiltiouracile), il trattamento radio
porre il paziente a scintigrafia, general-      metabolico con 131I e la tiroidectomia.
mente con 99mTc, al fine di attuare una         La strategia terapeutica da intrapren-
diagnosi differenziale tra GMN tossico          dere deve essere sempre modulata sul
e GDT, sebbene entrambi possano mo-             singolo paziente considerando i poten-
strare la concomitante presenza di noduli       ziali rischi del trattamento oltre allo stato
freddi. Se il paziente presenta GMN e/o         generale in termini di prognosi globale,
noduli di notevoli dimensioni per esclu-        complessità clinica e fragilità 11.

IPERTIROIDISMO                                                                             21
6.0            IPOTIROIDISMO

6.1 PRINCIPALI EZIOLOGIE                           Tabella I. Interazioni farmacologiche (cine-
    E DIAGNOSI                                     tiche e dinamiche).
    IN ETÀ GERIATRICA                              Farmaco                                Effetto
La causa più frequente di ipotiroidismo,           Interferenti con la secrezione di TSH
sia nel giovane adulto che nell’anziano, è         Dopaminergici                             ↓
rappresentata dalla tiroidite di Hashimo-
                                                   Somatostatina                             ↓
to. A livello fisiopatologico si caratterizza
per la presenza di autoimmunità diretta            Antagonisti dopaminergici                 ↑
contro antigeni tiroidei tra cui gli anticor-      Amiodarone                                ↑
pi contro la tireoperossidasi (TPOAb) e            Alterazione della sintesi degli ormoni tiroidei
la tireoglobulina (TgAb) sono quelli di            o del loro trasporto o metabolismo
maggior riscontro, con una maggior fre-            Iodio                                    ↓↑
quenza del primo sul secondo 19. Le altre
                                                   Amiodarone                               ↓↑
cause di disfunzione tiroidea negli anzia-
ni, che possono provocare un deficit di            Litio                                     ↓
ormoni tiroidei, sono rappresentate da:            Sunitinib                                 ↓
• terapia sostitutiva con L-tiroxina di ri-        Flavonoidi                                ↓
    dotta efficacia (a causa di dosaggio
                                                   Barbiturici                       ↑ Metabolismo
    insufficiente o scarsa aderenza alla
    terapia o interferenza farmacologica);         Antiepilettici                    ↑ Metabolismo
• precedenti trattamenti (chirurgici o             Glucocorticoidi                   ↓ Conversione
    con radioiodio) in caso di pregresso                                                 T4/T3
    ipertiroidismo (sia da morbo di Base-          Interferenti con l'assorbimento
    dow che GMN) (Tab. I).
                                                   Colestiramina                             ↓
Uno studio su pazienti afferenti ad una
clinica endocrinologica ha rivelato che            Inibitori di Pompa                        ↓
il 57% dei pazienti di età superiore a 55          Sucralfato                                ↓
anni con ipotiroidismo primario aveva una          H2-antagonisti                            ↓
diagnosi di tiroidite autoimmune, mentre
                                                   Carbonato idi Calcio                      ↓
il 32% presentava una diagnosi di ipoti-
roidismo post-chirurgico ed il 12% aveva           Solfato di Fe                             ↓
una diagnosi di ipotiroidismo post-iodio           Idrossido di Alluminio                    ↓
radioattivo 48. L’incidenza di ipotiroidismo
post-chirurgico è stimata intorno al 16-

22                              LA DISFUNZIONE TIROIDEA NEL PAZIENTE ANZIANO quando e come trattarla
27% mentre l’incidenza annuale di ipoti-        ipotiroidismo, associare ai dosaggi ormo-
roidismo post-terapia radiometabolica è         nali (da ripetere in almeno due occasioni
vicino all’8% dei casi, con una maggior         a distanza di 1-3 mesi in caso di disturbo
incidenza nel primo anno post-terapia 49.       subclinico) anche la determinazione del
I casi di ipotiroidismo secondario (intorno     titolo anticorpale (TPOAb e TgAb) oltre
al 2% del totale) sono per lo più secon-        ad eseguire, ove necessario, una indagi-
dari a neoplasie, radioterapia del tratto       ne ecografica per confermare o esclude-
testa-collo, traumi cranici e interventi        re una tiroidite in base alla presenza di un
neurochirurgici 50.                             pattern ecografico specifico o la presen-
Il corredo sintomatologico tipico degli         za di una tiroidite atrofica. In altri termini,
stati di ipotiroidismo dipende dalla gra-       soprattutto, nei grandi anziani la terapia
vità del deficit di funzione tiroidea ed è      sostitutiva con levotiroxina deve essere
spesso molto sfumata nei soggetti anzia-        ristretta ai casi di reale presenza di ma-
ni soprattutto in presenza di varie comor-      lattia tiroidea, piuttosto che al semplice
bidità che possono mimare o sovrapporsi         grado di incremento del TSH circolante.
alla sintomatologia da carenza di ormoni        Una volta iniziata la terapia, questa deve
tiroidei. La diagnosi di ipotiroidismo fran-    essere periodicamente monitorata al fine
co nell’anziano può risultare pertanto di       di escludere sia l’ipertiroidismo iatrogeno
non facile identificazione a livello clinico,   che un insufficiente trattamento.
mentre risulta ben evidente a livello labo-
ratoristico già con il solo dosaggio di TSH
e FT4. Più impegnativa è invece la diagno-      6.2 IPOTIROIDISMO
si di ipotiroidismo subclinico e soprattutto
l’identificazione dei soggetti che possa-
                                                    E PATOLOGIE
no beneficiare di una terapia sostitutiva           CARDIOVASCOLARI
con levotiroxina. Infatti, come riportato           E DEL SISTEMA NERVOSO
nel paragrafo 2 i valori di TSH tendono             CENTRALE
ad aumentare con l’avanzare dell’età, tal-
volta anche in soggetti privi di autoimmu-      Numerosi studi osservazionali su larga
nità, e possono raggiungere valori al di        scala sono stati condotti per valutare l’ef-
fuori del range di normalità (ad esempio        fetto a medio e lungo termine di un defi-
il limite superiore di TSH circolante, cal-     cit di funzione tiroidea lieve come quello
colato per classi di età può raggiungere        presente nei casi di ipotiroidismo sub-
nei grandi anziani le 6-7 mIU/l) (Fig. 4).      clinico. Risultati spesso conflittuali sono
Ne consegue che nel grande anziano è            stati riportati in letteratura sul rischio car-
facile sovra-diagnosticare la presenza di       diovascolare e sul rischio di sviluppo e
ipotiroidismo subclinico, se si considera-      progressione di un deficit cognitivo. Per
no i valori di riferimento di TSH del giova-    ciò che riguarda la correlazione tra rischio
ne-adulto. Una diagnosi scorretta di ipo-       cardiovascolare ed ipotiroidismo subcli-
tiroidismo può dare l’avvio a prescrizioni      nico, dobbiamo considerare il possibile
inappropriate di terapia sostitutiva senza      legame fisiopatologico tra le alterazioni
beneficio per il paziente ma con i rischi       cellulari e tissutali indotte dalla carenza
iatrogeni collegati al possibile eccesso di     degli ormoni tiroidei ed i processi che
trattamento. È necessario, nell’anziano al      sottendono le varie patologie intrinseche
fine di ottenere una corretta diagnosi di       del cuore (es. scompenso cardiaco sia

IPOTIROIDISMO                                                                               23
diastolico che sistolico) e le alterazione              cardiaco e progressione clinica in base
vascolari e metaboliche alla base dell’in-              alla presenza di ipotiroidismo subclinico
staurarsi e della progressione del pro-                 o meno confermando un effetto negativo
cesso aterosclerotico. A livello cardiaco               sulla prognosi 1 55. Un aumentato rischio
un deficit di ormoni tiroidei anche lieve si            di eventi cardiovascolari in pazienti con
associa ad alterazioni diastoliche simili a             ipotiroidismo è stato rilevato in diversi
quelle riscontrate nel processo di invec-               studi clinici e poi confermato anche in
chiamento caratterizzate da un alterato                 alcune meta-analisi su un gran numero
rilasciamento isovolumetrico 51 52 (Fig. 7).            di osservazioni 56. A livello fisiopatologico
Queste alterazioni indotte dall’ipotiroidi-             il deficit tiroideo si associa ad alterazio-
smo subclinico, oltre ad essere più mar-                ni intrinseche dell’endotelio favorendo
cate negli anziani, sono importanti fattori             la disfunzione (ridotta dilatazione endo-
di aggravamento in caso di scompenso                    telio-dipendente) 57 alterazioni della mu-
cardiaco acuto 53. È stato infatti eviden-              scolatura liscia (aumento delle resistenze
ziato in un’ampia meta-analisi su circa                 arteriose) ed un profilo metabolico pro-a-
25.000 pazienti, che un incremento dei                  terogeno (alterazione glucidica e del pro-
livelli di TSH sopra il limite superiore di             filo lipidico) 58. È interessante notare che
normalità si associa a scompenso car-                   le alterazioni lipidiche che si associano
diaco indipendentemente dall’età e che                  a ipotiroidismo sono influenzate dall’età
esiste una correlazione con il grado di                 e dal sesso, divenendo più evidenti e
gravità del deficit tiroideo (valori sierici            precoci nelle donne rispetto agli uomi-
di TSH superiori o inferiori a 10 mIU/L) 54.            ni 56. Il profilo di rischio pro-aterogeno in
Altri studi hanno analizzato la correlazio-             caso di ipotiroidismo subclinico diviene
ne tra pazienti ricoverati per scompenso                comunque più marcato nei soggetti con

Figura 7. Interazioni tra invecchiamento e deficit ormonale tiroideo.

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