Maria, umile e alta più che creatura - Anno XCIX - Biblioteca Diocesana di ...

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Maria, umile e alta più che creatura - Anno XCIX - Biblioteca Diocesana di ...
Bimestrale della comunità monastica di Montevergine - Sped. in Abb. Postale - D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 2, DCB Avellino

Numero 15 - Luglio - Agosto - Settembre 2019

   Maria,

   che creatura
   umile e alta più
                                                                                                                                       Anno XCIX
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IL SANTUARIO DI MONTEVERGINE
                   Numero 15 - Luglio e Agosto - SETTEMBRE 2019

      Rivista della comunità benedettina di Montevergine             Museo Abbaziale di Montevergine
      Direttore responsabile:                                        www.santuariodimontevergine.com
      P. D. Carmine Allegretti Osb                                   orari museo:
                                                                     da Novembre ad Aprile
      Redazione                                                      Sabato 9.30-12.30 Festivi: 9.30-13.00 / 15.00-17.00
      Hanno collaborato in questo numero:                            da Maggio ad Ottobre: Feriali 9.30-13.00
      Rev.mo P. Riccardo Luca Guariglia,                             Festivi: 9.30-13.00 / 15.00-17.00
      Abate di Montevergine                                          Luglio e Agosto: Tutti i giorni: 9.30-13.00 15.00/18.00
      P. Carmine Allegretti
      suor Daniela Del Gaudio Sfi                                    Biblioteca Diocesana di Montevergine
      Emanuele Mollica                                               bibliotecaterritorialediocesanadimontevergine.it
      Amministrazione – Abbonamenti:                                 orari biblioteca:
      Emanuele Mollica                                               dal Lunedì al Venerdì 9.00-12.30 / 15.30-17.00 servizi@
                                                                     bibliotecaterritorialediocesanadimontevergine.it -
      I nostri contatti:                                             bibliotecamontevergine@virgilio.it
      Il Santuario di Montevergine
      Bimestrale della comunità monastica di Montevergine.           Stampa:
      Telefono: 0825.72924                                           Valsele Tipografica s.r.l. – Materdomini (AV).
      Sacrestia telefax: 0825.756074                                 Tel. 0827.58100

                               Sommario                                               Orario del Santuario
      Editoriale                                                     Orario di apertura del Santuario:
      Con la Mano nella Mano di Maria                            3   Maggio-Ottobre: 7,30 19,30.            Festivo chiusura ore 20,00
      Magistero e Dottrina Sociale (IV)                              Novembre-Aprile: 7,30 17,00.           Festivo chiusura ore 18,30
      Lo statuto di cittadinanza                                 4
                                                                     Orario Sante Messe
      Magistero e Dottrina Sociale
                                                                     Gennaio - Febbraio - Marzo - Novembre - Dicembre
      L’autenticità della paternità di San Giuseppe (III)
                                                                     Feriali: 8,30 (conventuale) 11,00
      di Padre Riccardo Luca Guariglia Abate di Montevergine     5
                                                                     Sabato: 8,30 10,00 12,00 prefestivo: 16,00 17,00
      Sacra Scrittura
                                                                     Festivo: 8,30 9,30 11,00 (conv.) 12,30 16,30 17,30
      La Vergine Maria e la nascita della Chiesa
                                                                     ore 18,45 – Santo Rosario e Vespri
      di Suor Daniela Del Gaudio                                 8
                                                                     24 dicembre: Liturgia della Notte di Natale, ore 23,30
      Teologia Liturgica
                                                                     Aprile
      Il Cammino della Chiesa
                                                                     Feriale: 8,30 (conv.) 10,00 12,00 16,00 (il sabato) 17,00
      di P.D. Carmine Allegretti                                11
                                                                     Festivo: 8,30 9,30 11,00 (conv.) 12,30 16,30 17,30
      Pietà popolare
                                                                     ore 18,45 – Santo Rosario e Vespri
      La Vergine Maria nel Direttorio
                                                                     Maggio – Giugno
      sulla pietà popolare e liturgia
                                                                     Feriale: 8,30 (conv.) 9,30 11,00 12,00 16,00 17,00 18,00 (prefe-
      di Padre Riccardo Luca Guariglia                          14
                                                                     stiva)
      Eventi in Santuario
                                                                     Festivo: 8,30 9,30 11,00 (conv.) 12,30 16,00 17,00 18,00
      Maria vergine e madre
                                                                     ore 18,45 – Rosario e Vespri
      D. Giovanni Maria Gargiuolo osb                           17
                                                                     Luglio – Ottobre
      Una finestra sulla biblioteca
                                                                     Feriale: 8,30 (conv.) 9,30 11,00 12,00 16,00 17,00 18,00
      L’abate Giuseppe Ramiro Marcone
                                                                     (prefestiva)
      di Anna Battaglia                                         19
                                                                     ore 18,45 – Santo Rosario e Vespri
      Arte e Spiritualità
                                                                     Festivo: 8,30 9,30 11,00 (conv.) 12,30 16,00 17,00 18,00
      La natività nel presepe e nelle arti figurative: fonti,
                                                                     19,30 (luglio)
      storia, simboli e curiosità
                                                                     ore 8,00: Lodi mattutine e Ora Terza
      di Emanuele Mollica                                       22
                                                                     ore 18,45 – Santo Rosario e Vespri
      Storia
                                                                     Agosto – Settembre
      Alla ricerca dei “tesori” tra le carte
                                                                     Feriale: 8,30 (conv.) 9,30 11,00 12,00 16,00 17,00 18,00
 te   dell’Archivio dell’abbazia di Montevergine
                                                                     ore 18,45:Santo Rosario e Vespri
n-    di Veronica De Duonni				                                 27
                                                                     Festivo: 8,30 9,30 11,00 (conv.) 12,30 17,00 18,00 19,30 (fino al
      Storia della Congregazione Verginiana
                                                                     15 settembre)
      Carlo Gregorio M. Grasso
                                                                      ore 8,00: Lodi mattutine e Ora Terza
      di Franceso Pio Tamburrino				                            29
                                                                     ore 18,45 – Santo Rosario e Vespri
      Vita del Santuario
                                                                     Confessioni - E’ sempre possibile confessarsi negli orari di aper-
      a cura del cronista                                       31
                                                                     tura del Santuario

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L’Editoriale

         Con la Mano nella Mano di Maria
  Nell’infanzia della vita spirituale, quando da poco abbiamo incominciato ad affidarci alla guida di Dio,
  sentiamo molto forte e salda la mano che ci conduce; chiaro come il sole, sta ciò che dobbiamo fare e che
  cosa dobbiamo lasciare. Ma poi non è sempre così. Chi appartiene a Cristo, deve vivere tutta la vita di
  Cristo. Deve maturare fino all’età adulta di Cristo, deve percorrere una volta o l’altra la via della croce,
  dopo esser passato per il Getsemani e il Golgota. E tutte le sofferenze che provengono dall’esterno sono nulla
  in confronto alla notte buia dell’anima, quando non risplende più la luce divina e la voce del Signore non
  si fa più sentire. Dio è presente, ma è nascosto e tace. (S. Teresa Benedetta della Croce)

C
         i sono certe affermazioni di Gesù che ancora risuo-      rivela a noi solo dopo molte resistenze e di molte lotte. Bi-
         nano strane ai nostri orecchi, affermazioni che ci la-   sogna aver lottato a lungo talvolta tutta la vita, bisogna aver
         sciano perplessi, perché i fatti sembrano smentirle.     consumato tutte le parole, la forza del desiderio e dell’attesa
È il caso di quello che Gesù asserisce: chiedete e vi sarà        che quelle parole tentavano di esprimere, per scoprire nel
dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. In           silenzio quell’altra preghiera che non viene da noi. Perché il
realtà noi facciamo sempre l’esperienza al contrario. Chie-       mistero della preghiera è il mistero della nostra grandezza,
diamo e troppo spesso non succede nulla. Bussiamo alla            il mistero di un desiderio troppo grande e troppo forte per
porta e il cielo è sempre chiuso, come se Dio fosse diventa-      noi, che Dio viene a rivelarci a poco a poco. Questo mistero
to sordo alla nostra preghiera.                                   è che tutto quello che potremmo ottenere non ci basterà
    Molte preghiere e suppliche sembrano perdersi in un           mai. È che in qualche modo siamo troppo vasti per noi,
silenzio infinito. Eppure se ripercorriamo i vangeli Gesù         siamo più grandi delle nostri ambizioni, delle nostre attese
insiste e arriva fino ad affermare poco della passione, men-      più pazze.
tre si sta preparando per entrare a Gerusalemme: Padre ti             Questo mistero è che Dio solo è la nostra unica misu-
rendo grazie perché mi hai ascoltato. È proprio questo            ra, e che la nostra unica misura è di amare Dio senza
il grande mistero della preghiera di Gesù, un mistero che         misura. Così quando chiediamo, bussiamo, Dio è presente.
aveva toccato gli apostoli tanto che avevano finito per tro-      Dio stesso è vicino a noi. Noi immaginiamo spesso la vi-
vare il coraggio di chiedergli un giorno: Signore insegnaci       cinanza di Dio, la sua intimità, come una sorta di felicità.
a pregare. A chi vorrebbe fare della preghiera la ricerca di      Invece incontrare Dio nella preghiera quando chiediamo e
un vago godimento spirituale Gesù ricorda con forza che           bussiamo significa saper affrontare la parte più tenebrosa di
la preghiera non è per nulla evasione ma affonda radici più       noi stessi. Noi siamo di quelli che chiediamo, di quelli
profonde nel cuore dell’uomo, nel suo intimo in quel desi-        che si sono lasciati attirare da lui nel deserto per trova-
derio di vivere e di essere felice.                               re la preghiera autentica, quella che ci guarisce dall’illusione
    Rimettendoci difronte al male che dilania il mondo,           e dalla menzogna nelle quali si avvolge il peccato. La pre-
al peccato che lacera la nostra esistenza, i testi della sacra    ghiera fa la verità, ci fa vedere come stanno le cose, vedere
scrittura ci vietano ogni ingenuità. In effetti se è autentica    quello che siamo. Però noi siamo soliti comportarci che
la preghiera ci riconduce sempre a certe realtà: quelle del       di fronte agli eventi negativi della nostra vita ci ritiriamo,
pane quotidiano, del peccato che abita in noi e della             prendiamo le distanze di costruirci un mondo comodo. Ma
nostra difficoltà ad amare e a perdonare. La preghiera            Dio non respinge mai nessuno chi si rivolge a lui. Davanti
che Gesù insegna ai suoi discepoli è una preghiera di car-        a Dio non esistono cause perse, preghiere inutili. Per-
ne e di sangue, una preghiera che a forza di bussare alla         ché cambi il mondo e il cuore degli uomini dobbiamo avere
porta finisce per spezzare il cuore di chi prega. In effetti      il coraggio di credere alla potenza della nostra preghiera e
la preghiera di Gesù che insegna è una preghiera che tra-         alla infinita misericordia di Dio.
sforma prima di tutto chi si è messo a pregare. A forza di            Noi siamo di quelli che assomigliano agli uomini de-
bussare, di chiedere senza scoraggiarsi, di cercare senza mai     scritti nel libro della Genesi, di cui ne facciamo parte e che
rinunciare, chi prega scopre la propria preghiera. Perché il      Dio è venuto in questo mondo. Infatti qualunque cosa suc-
mistero della preghiera è prima di tutto il mistero di questa     cede non dimentichiamo mai, che nulla è mai perduto per
attesa segreta, nascosta nel più profondo di noi stessi e che     Dio. Amen.

                                                                                                                           3
Maria, umile e alta più che creatura - Anno XCIX - Biblioteca Diocesana di ...
Magistero e Dotttrina sociale                                       di P. D. Carmine Allegretti, osb

        Lo Statuto di Cittadinanza
Magistero e Dottrina Sociale                                      L’Enciclica introduce la differenza tra progresso

A
                                                              e sviluppo e afferma che «il vero sviluppo non può
          ll’inizio degli anni Settanta, in un clima turbo-   limitarsi alla moltiplicazione dei beni e dei servizi,
          lento di contestazione fortemente ideologica,       cioè a ciò che si possiede, ma deve contribuire alla
          Paolo VI riprende l’insegnamento sociale di         pienezza dell’ “essere” dell’uomo. In questo modo,
Leone XIII e lo aggiorna, in occasione dell’ottantesi-        s’intende delineare con chiarezza la natura morale del
mo anniversario della «Rerum novarum», con la Lettera         vero sviluppo».
apostolica «Octogesima adveniens».                                Giovanni Paolo II, evocando il motto del pontifi-
    Il Papa riflette sulla società post-industriale con       cato di Pio XII, «Opus iustitiae pax», la pace come
tutti i suoi complessi problemi, rilevando l’insuffi-         frutto della giustizia, commenta: «Oggi si potrebbe
cienza delle ideologie a rispondere a tali sfide: l’ur-       dire, con la stessa esattezza e la stessa forza di ispira-
banizzazione, la condizione giovanile, la situazione          zione biblica (cfr. Is 32,17; Gc 3,18): Opus solidaritatis
della donna, la disoccupazione, le discriminazioni, l’e-      pax, la pace come frutto della solidarietà».
migrazione, l’incremento demografico, l’influsso dei              Nel centesimo anniversario della «Rerum novarum»,
mezzi di comunicazione sociale, l’ambiente naturale.          Giovanni Paolo II promulga la sua terza enciclica so-
    Novant’anni dopo la «Rerum novarum», Gio-                 ciale, la «Centesimus annus», da cui emerge la conti-
vanni Paolo II dedica l’enciclica «Laborem exercens»          nuità dottrinale di cent’anni di Magistero sociale della
al lavoro, bene fondamentale per la persona, fattore          Chiesa.
primario dell’attività economica e chiave di tutta la             Riprendendo uno dei principi basilari della conce-
questione sociale.                                            zione cristiana dell’organizzazione sociale e politica,
    La «Laborem exercens» delinea una spiritualità e          che era stato il tema centrale dell’Enciclica preceden-
un’etica del lavoro, nel contesto di una profonda ri-         te, il Papa scrive: «il principio, che oggi chiamiamo di
flessione teologica e filosofica. Il lavoro non dev’es-       solidarietà... è più volte enunciato da Leone XIII col
sere inteso soltanto in senso oggettivo e materiale, ma       nome di “amicizia”...; da Pio XI è designato col nome
bisogna tenere in debita considerazione anche la sua          non meno significativo di “carità sociale”, mentre Pao-
dimensione soggettiva, in quanto attività che esprime         lo VI, ampliando il concetto secondo le moderne e
sempre la persona. Oltre ad essere paradigma decisi-          molteplici dimensioni della questione sociale, parlava
vo della vita sociale, il lavoro ha tutta la dignità di un    di “civiltà dell’amore”».
ambito in cui deve trovare realizzazione la vocazione             Giovanni Paolo II mette in evidenza come l’inse-
naturale e soprannaturale della persona.                      gnamento sociale della Chiesa corra lungo l’asse della
    Con l’enciclica «Sollicitudo rei socialis», Gio-          reciprocità tra Dio e l’uomo: riconoscere Dio in ogni
vanni Paolo II commemora il ventesimo anniversario            uomo e ogni uomo in Dio è la condizione di un au-
della «Populorum progressio» e affronta nuovamen-             tentico sviluppo umano.
te il tema dello sviluppo, lungo due direttrici: «da una          L’articolata ed approfondita analisi delle «res no-
parte, la situazione drammatica del mondo contem-             vae», e specialmente della grande svolta del 1989 con
poraneo, sotto il profilo dello sviluppo mancato del          il crollo del sistema sovietico, contiene un apprezza-
Terzo Mondo, e dall’altra, il senso, le condizioni e le       mento per la democrazia e per l’economia libera, nel
esigenze di uno sviluppo degno dell’uomo».                    quadro di un’indispensabile solidarietà.

    4
Maria, umile e alta più che creatura - Anno XCIX - Biblioteca Diocesana di ...
di Riccardo Luca Guariglia
                Magistero e Dotttrina sociale
                                                                                           Abate Ordinario di Montevergine

L’autenticità della paternità di
San Giuseppe (III)
L’
             esatta comprensione teologica dell’esortazione
             Redemptoris Custos è incentrata tutta nel mistero
             e, tutto ciò che la parola stessa richiama sia
come verità nascosta e sia come realtà soprannaturale, è
nell’unione molto intensa che si hanno negli scritti della
Rivelazione, distinguendo due fondamentali punti nella hi-
storia salutis: i fatti (gesta, opera) e le parole (verba, doctrina).
    La Redemptoris Custos è rivolta principalmente ai
vangeli dell’infanzia, a motivo dei misteri contenuti nei
fatti riferiti nei primi capitoli di Matteo e Luca, riguardanti
la vita nascosta di Gesù e alla loro storicità.
    Nell’importanza dell’economia della Rivelazione dei fat-
ti del mistero in essi contenuti, il ruolo avuto da san Giu-
seppe si collega strettamente alla partecipazione del mistero
stesso e al titolo che gli compete di minister salutis (ministro
della salvezza).
    Due punti essenziali emergono: la storicità dei vangeli e
la conoscenza dei misteri della vita di Gesù Cristo. Essi di-
spongono la base indispensabile per stabilire il ruolo di san
Giuseppe nella storia della salvezza e la sua alta dignità di
ministro della salvezza, importanza sottolineata, dei misteri
di Cristo e il loro stretto legame con la storia della salvezza
nella economia della rivelazione, dalla Costituzione Dei Ver-
bum: “l’economia della rivelazione avviene con eventi
e parole intimamente connessi, in modo che le opere,
compiute da Dio nella storia della salvezza, manifesta-
no e rafforzano la dottrina e le realtà significative dal-
le parole, e le parole dichiarano le opere e chiariscono
il mistero in esse contenuto”1.
    A tale considerazione la posizione di Giuseppe è identi-
ficata inoltre in questi momenti: come sposo di Maria, Ma-
dre di Dio, come padre di Gesù e come capo della Santa
Famiglia determina la natura del suo matrimonio, la sua pa-
ternità nei riguardi di Gesù, la sua funzione nella vita della
chiesa e il culto che gli compete, ed inoltre accanto a questi          rettamente la persona di Gesù e la sua missione2; egli ha
aspetti non possiamo non approfondire i misteri che met-                partecipato al disegno redentivo, che ha il suo fondamen-
tono in relazione Giuseppe con i misteri dell’incarnazione              to nel mistero dell’incarnazione come nessun’altra persona
e della redenzione; ossia conoscere il suo ruolo nella sto-             umana, ad eccezione di Maria, la madre del Verbo Incar-
ria della salvezza, ed in che modo egli, mediante l’esercizio           nato.
della sua paternità, ha cooperato nella pienezza dei tempi                   Giuseppe partecipa insieme a Maria, è coinvolto nello
al gran mistero della redenzione e di cui è ministro della              stesso evento salvifico e fu depositario dello stesso amore.
salvezza.                                                               Egli divenne un singolare depositario del mistero nascosto
    San Giuseppe è stato chiamato da Dio a servire di-                  nella mente di Dio, come lo divenne Maria, nella pienezza

                                                                                                                             5
Maria, umile e alta più che creatura - Anno XCIX - Biblioteca Diocesana di ...
L’autenticità della paternità di San Giuseppe

del tempo; con Maria ed anche in relazione a Maria, egli                        La fuga in Egitto è la Provvidenza stessa che ricorre
partecipa a questa fase culminante dell’autorivelazione di                  ancora a Giuseppe, come qui è racchiusa tutta la storia di
Dio in Cristo, e vi partecipa sin dal primo inizio3.                        Israele che aveva preso la via dell’esodo dalla condizione
     La necessità e l’importanza del matrimonio di Giuseppe                 della schiavitù, così Giuseppe è depositario e cooperatore
con Maria sono visti alla luce della paternità di Giuseppe,                 del mistero provvidenziale di Dio, custodisce anche in esilio
perché è proprio mediante l’esercizio della sua paternità che               chi realizza l’antica
egli coopera nella pienezza dei tempi al gran mistero della                 alleanza.
redenzione ed è ministro della salvezza4.                                       Nella perma-
     La Redemporis Custos si sofferma particolarmente sui                   nenza di Gesù
misteri della vita nascosta di Gesù, rilevando il significato,              al tempio, è Ma-
il valore salvifico e la parte in essi avuta da san Giuseppe                ria che riconosce
nell’esercizio della sua paternità. Nei vangeli è presentato                la paternità di
chiaramente il compito paterno di Giuseppe verso Gesù.                      Giuseppe, nelle
Difatti la salvezza, che passa attraverso l’umanità di Gesù,                parole rivolte a
si realizza nei gesti che rientrano nella quotidianità della                Gesù dopo il suo
vita familiare, rispettando quella condiscendenza inerente                  ritrovamento nel
all’economia dell’Incarnazione. Gli evangelisti sono molto                  tempio lei dà la
attenti a mostrare come nella vita di Gesù nulla sia lascia-                precedenza a Giu-
to al caso, ma tutto si sia svolto secondo un piano divina-                 seppe, ciò deve
mente prestabilito. ... “con l’incarnazione le promesse e le figure         essere inteso come
dell’Antico Testamento divengono realtà: luoghi, persone, avvenimenti       chiara ammissione
e riti s’intrecciano secondo precisi ordini divini, trasmessi mediante il   di un suo dirit-
ministero angelico e recepiti da creature particolarmente sensibili alla    to, la paternità di
voce di Dio”5.                                                              Giuseppe era sta-
     Il mistero di san Giuseppe è tutto nel matrimonio con                  ta indispensabile a
Maria, nella sua verità, nella paternità nei confronti di Gesù              Nazareth per ono-
da una parte, e nella concezione verginale del Figlio di Dio                rare la maternità di
per opera dello Spirito Santo dall’altra. E’ importante porre               Maria.
l’accento alla paternità legale che gli ebrei sentivano allo-                   Ed infine la
ra, in altre parole di come gli stessi evangelisti Matteo e                 crescita di Gesù
Luca attestano la discendenza davidica di Gesù e quindi                     in sapienza, in
ne danno rilievo, come attestano la legittima pretesa mes-                  età e in grazia av-
sianica, come danno importanza all’imposizione del nome                     venne nell’ambito
rendendo pubblico un ruolo tipicamente paterno a Giusep-                    della famiglia, sot-
pe, cosi come valorizzano il censimento, di come Giuseppe                   to gli occhi di Giu-
adempì nei riguardi del Bambino il compito importante ed                    seppe, che aveva
espressivo di inserire il nome di Gesù, figlio di Giuseppe di               il compito di alle-
Nazareth nell’anagrafe dell’impero, manifestando in modo                    vare, di nutrire, di
palese l’appartenenza di Gesù al genere umano.                              vestire e di istruire
     La nascita a Betlemme, Giuseppe è insieme a Maria                      Gesù nella legge
testimone privilegiato della venuta del Figlio di Dio nel                   e in un mestiere,
mondo; la circoncisione è il primo dovere religioso del padre,              in conformità ai
Giuseppe esercita il suo diritto-dovere nei riguardi di Gesù;               doveri assegnati al
l’imposizione del nome è il solo nel quale si trova la salvezza, ed         padre.
a Giuseppe è stato rivelato il significato al momento della                     Con la medesima parola in prospettiva altamente teo-
sua annunciazione, quindi imponendo il nome, Giuseppe                       logica del Papa è doveroso approfondire il mistero della
dichiara la propria legale paternità.                                       Santa Famiglia, mediante la sua vera sponsalità e paternità.
     La presentazione di Gesù al tempio è il riscatto del                   San Giuseppe entra in modo unico nell’economia dell’In-
primogenito e illumina la successiva permanenza di Gesù                     carnazione riassumendo tutta la realtà della famiglia: “un
dodicenne al tempio.Questo riscatto è un dovere del padre                   tale vincolo di carità costituì la vita della santa Fami-
e rappresenta nel primogenito il popolo dell’alleanza,                      glia prima nella povertà di Betlemme, poi nell’esilio in
riscattato dalla schiavitù.                                                 Egitto e, successivamente, nella dimora di Nazareth.

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Maria, umile e alta più che creatura - Anno XCIX - Biblioteca Diocesana di ...
La Chiesa circonda di profonda venerazione questa           ro della famiglia di Nazareth. Giuseppe, il quale sin
Famiglia, proponendola quale modello a tutte le fami-       dall’inizio accettò mediante l’obbedienza della fede la
glie. Inserita direttamente nel mistero dell’incarnazio-    sua paternità umana nei riguardi di Gesù, seguendo
ne, la famiglia di Nazareth costituisce essa stessa uno     la luce dello Spirito Santo, che per mezzo della fede
speciale mistero. Ed insieme, così come nell’incarnazio-    si dona all’uomo, certamente scopriva sempre più am-
                                       ne, a questo mi-     piamente il dono ineffabile di questa paternità6.
                                       stero appartiene         Giovanni Paolo II non ha tralasciato questa fondamen-
                                       la vera paterni-     tale considerazione nei suoi insegnamenti della paternità
                                       tà: la forma uma-    insieme alla famiglia di Nazareth, ma ha reso ancor più evi-
                                       na della famiglia    dente e ha sottolineato i ruoli di Maria e di Giuseppe e il
                                       del Figlio di Dio,   papa Pio XI affermava:
                                       vera      famiglia       “Maria e Giuseppe, queste due purezze, queste due
                                       umana, forma-        figure sublimante edificanti nell’orizzonte del bene,
                                       ta dal mistero       questi due coefficienti dell’educazione umana dello
                                       divino. In essa      stesso Gesù, offrono realmente il primo divino esem-
                                       Giuseppe è il pa-    pio dell’educazione cristiana”7. Gli fa eco anche Paolo
                                       dre: non è la sua    VI che mette in evidenzia la condizione che san Giuseppe:
                                       una      paternità   “diede non solo i natali, ma lo stato civile, la categoria
                                       derivante dalla      sociale, la condizione economica, l’esperienza profes-
                                       generazione; ep-     sionale, l’educazione umana”8.
                                       pure essa non è          Maria e Giuseppe hanno così una nuova origine, quella
                                       apparente, o sol-    della partecipazione alla missione di Cristo che passa at-
                                       tanto sostitutiva,   traverso la sofferenza per poi sfociare e manifestarsi nel-
                                       ma possiede in       la resurrezione: la famiglia è sofferenza e dolore, ma è
                                       pieno l’autentici-   Gaudium et Spes in Cristo Gesù9, come il Catechismo
                                       tà della paterni-    insegna: “Cristo ha voluto nascere e crescere in seno alla
                                       tà umana, della      Santa Famiglia di Giuseppe e Maria. La Chiesa non è
                                       missione paterna     altro che la famiglia di Dio…. fin dalle sue origini, il
                                       della famiglia.      nucleo della Chiesa era spesso costituito da coloro che,
                                           E’ contenuta     insieme con tutta la loro famiglia erano divenuti cre-
                                       in ciò una con-      denti…. ai nostri giorni, in un mondo spesso estraneo
                                       seguenza dell’u-     e persino ostile alla fede, le famiglie credenti sono di
                                       nione ipostati-      fondamentale importanza, come focolari di fede viva
                                       ca: umanità as-      e irradiante. E’ per questo motivo che il Concilio Vati-
                                       sunta nell’unità     cano II, usando un’antica espressione, chiama la fami-
                                       della      Persona   glia “Ecclesia domestica”. E’ in seno alla famiglia che
                                       divina del Ver-      i genitori devono essere per i loro figli, con la parola e
                                       bo-Figlio, Gesù      con l’esempio, i primi annunciatori della fede, e secon-
                                       Cristo. Insieme      dare la vocazione propria di ognuno, e quella sacra in
                                       con l’assunzione     modo speciale10.
                                       dell’umanità, in
                                       Cristo è anche
                                                              1
                                                                Dei Verbum n. 2
                                       assunto tutto ciò
                                                              2
                                                                Giovanni Paolo II, Redemptoris Custos, n. 8
                                       che è umano e, in
                                                              3
                                                                Ib. n. 5
particolare, la famiglia, quale prima dimensione della
                                                              4
                                                                Giovanni Paolo II, Redemptoris Custos, n. 8
sua esistenza in terra. In questa situazione è anche as-      5
                                                                Ib. n. 8
sunta la paternità umana di Giuseppe. In conformità           6
                                                                Giovanni Paolo II, Redemptoris Custos, n. 21
a questo principio acquistano il loro giusto significato      7
                                                                Pio XI, Allocuzione del 23 Maggio 1929.
le parole rivolte a Maria a Gesù dodicenne nel tempio:        8
                                                                Paolo VI, Omelia del 19 Marzo 1964.
“Tuo padre ed io…. Ti cercavamo”. Non è questa una            9
                                                                Giovanni Paolo II, Angelus 9.10.1994
convenzionale: le parole di Maria a Gesù indicano tut-        10
                                                                 Catechismo Chiesa Cattolica, punti 1655-1655, Lev, 2003.
ta la realtà dell’incarnazione, che appartiene al miste-

                                                                                                                     7
Maria, umile e alta più che creatura - Anno XCIX - Biblioteca Diocesana di ...
Sacra scrittura

La Vergine Maria
e la nascita della                                                  Chiesa
Essendo piaciuto a Dio di non manifestare apertamente il mistero della salvezza umana prima di effondere lo
Spirito promesso da Cristo, vediamo gli apostoli prima del giorno della Pentecoste «perseveranti d’un sol cuore
nella preghiera con le donne e Maria madre di Gesù e i suoi fratelli» (At 1,14); e vediamo anche Maria implorare
con le sue preghiere il dono dello Spirito che all’annunciazione l’aveva presa sotto la sua ombra. Infine la Ver-
gine immacolata, preservata immune da ogni macchia di colpa originale, finito il corso della sua vita terrena,
fu assunta alla celeste gloria in anima e corpo e dal Signore esaltata quale regina dell’universo per essere così
più pienamente conforme al figlio suo, Signore dei signori (cfr. Ap 19,16) e vincitore del peccato e della morte.
(Lumen gentium)

I
     n questo numero, che chiude la seconda parte dell’otta-     verità tutta intera, rendendoli capaci di annunciare la lieta
     vo capitolo, si presenta la funzione di Maria nella Chie-   novella della salvezza a tutto il mondo.
     sa nascente. Dopo l’Ascensione al cielo Cristo promet-         Cinquanta giorni dopo la Pasqua, infatti, mentre i di-
te lo Spirito Santo, come dono del Risorto, perché spieghi       scepoli si trovavano nel cenacolo, in preghiera con Maria,
ai discepoli il mistero della loro salvezza e li conduca alla    madre di Gesù, scende su tutti, come fuoco, lo Spirito San-

    8
di suor
                                                                                              di Suor Daniela DelDaniela
                                                                                                                 Gaudio

to che abilita gli apostoli ad annunciare il mistero al mondo
rendendoli forti per questa missione. Il racconto biblico
degli Atti è molto dettagliato nel descrivere la Pentecoste
e le sue conseguenze per la Chiesa. L’effusione dello Spiri-
to Santo rende gli apostoli arditi annunciatori del vangelo
facendo loro comprendere tutta la portata dell’evento sal-
vifico di Cristo.
    Nella Pentecoste, come attesta il racconto lucano, il
ruolo di Maria è centrale: ella implora con le sue preghiere
il dono dello Spirito ottenendo per la Chiesa nascente la
forza di comprendere e attuare le esigenze del vangelo pro-
clamato dal Figlio.
    La Lumen gentium, collegando il mistero dell’incarnazio-
ne del Verbo con la manifestazione al mondo della Chiesa,
sottolinea l’azione dello Spirito Santo, come forza che dà
origine alla Chiesa e come sua anima e guida. L’azione dello
Spirito Santo nella Chiesa si incrocia con quanto avviene in
Maria perché all’origine della Chiesa c’è l’Incarnazione del
Verbo. E’ questo il momento in cui nasce, come un germe,
un piccolo seme, la Chiesa, in quanto Gesù viene ad abitare
in mezzo a noi. E nasce, come afferma S. Agostino, nel
grembo di Maria, come il principio della Chiesa, per il suo
sì d’amore e di fede.
    Maria diventa, perciò, non solo la madre del Verbo ma
anche la madre della Chiesa. Il suo fiat alla volontà di Dio
viene fecondato dallo Spirito Santo come il seme del van-
gelo per dare un albero rigoglioso e forte, sempre ricco di
frutti per il regno di Dio. La Chiesa nasce in Maria come
un germe di redenzione. Ci sono, infatti, tutti gli elemen-      loro il dono dello Spirito che li costituisce e li invia alla mis-
ti che costituiscono la Chiesa. C’è Cristo Gesù, che, con        sione evangelizzatrice.
l’incarnazione dà inizio alla sua opera di redenzione per            Il Concilio descrive, quindi, in questo numero la fun-
il genere umano. C’è Dio Padre, che invia il Figlio. C’è lo      zione di Maria nella Chiesa, dall’Ascensione di Cristo alla
Spirito Santo, che realizza l’incarnazione del Verbo. C’è la     Pentecoste, e presenta, in sintonia con i testi del Nuovo
partecipazione dell’uomo redento, rappresentato da Maria,        Testamento, l’ultimo tratto biografico della Madre del Si-
immacolata e quindi già redenta, che, con il suo sì, accoglie    gnore, come perfetta «orante» che implora da Dio la discesa
nel suo grembo la grazia di Dio. Da allora la Chiesa cresce e    dello Spirito Santo sugli apostoli. Questo ruolo continua
si sviluppa fino alla sua piena manifestazione a Pentecoste,     incessantemente perché Maria, regina degli apostoli e ma-
che completa gli eventi della Pasqua.                            dre della Chiesa, assiste e guida la comunità dei redenti con
    Il Concilio valorizza, dunque, l’azione dello Spirito San-   la sua preghiera e la sua intercessione materna presso Dio.
to e la presenza di Maria nella nascita della Chiesa. Nell’in-       L’icona di Maria come orante è molto significativa. Ci
carnazione, infatti, fu lo Spirito Santo a prendere Maria sot-   indica il ruolo materno di Maria nella Chiesa. Come una
to la sua ombra realizzando in lei la concezione nella carne     madre, infatti, la Vergine Maria assiste e protegge i suoi figli
del Verbo. Nella Pentecoste è di nuovo lo Spirito che, per       con la sua potente preghiera. La sua presenza orante nella
intercessione di Maria, compie un nuovo parto: la Chiesa,        Chiesa è stata di conforto e fiducia, in ogni tempo.
che si presenta al mondo come istituzione voluta da Cristo           Terminata la sua missione terrena, Maria è assunta in
per continuare la sua opera di salvezza. La Vergine Maria,       cielo, unica, fra tutti i mortali, ad essere risorta subito dopo
madre di Cristo, diventa allora madre della Chiesa, in forza     la sua morte. Il Concilio afferma, in questo numero, la
della sua preghiera. Ecco perché, pur non essendo un apo-        dottrina dell’Assunzione gloriosa di Maria, riportando alla
stolo è con i dodici nel cenacolo ed è, giustamente, chiama-     lettera le parole della definizione dogmatica presenti nella
ta “regina degli apostoli” perché, come cuore pulsante della     Bolla Munificentissimus Deus di Pio XII.
Chiesa, in preghiera assiste e guida gli apostoli ottenendo          La Vergine Maria, in quanto concepita immacolata, os-

                                                                                                                            9
La Vergine Maria e la nascita della Chiesa

sia senza peccato originale, per una redenzione preservati-        sunta in cielo mostra ancora a tutti la potenza salvifica della
va, in vista della sua futura missione di madre di Dio, non        signoria di Dio con la sua vita e la sua materna intercessio-
è soggetta alla condanna che il peccato comporta, ossia la         ne. E come nella vita è stata unita al Figlio in ogni momento
morte, intesa come separazione dolorosa dell’anima dal             importante della sua opera salvifica, così ora dal cielo regna
corpo col conseguente disfacimento del corpo nel sepol-            insieme a Lui nelle anime in grazia, divenendo maestra e via
cro. Dopo la morte, vissuta da Maria come una dormizione           di santificazione per tutti i cristiani, redenti dal suo Figlio.
serena, la vergine madre di Dio, immacolata e tutta santa,             La Lumen gentium riprende, infine, un argomento che
viene assunta subito in cielo anche col corpo.                     sottolinea spesso nel capitolo ottavo: la somiglianza di
    Il Concilio non specifica se Maria sia morta oppure sia        Maria con Cristo, enunciandolo come un vero e proprio
stata assunta in cielo senza morire, entrando in una que-          principio mariologico. Si tratta di una somiglianza che,
stione molto dibattuta                                                                                   gradualmente, dall’An-
ma difficile da risolversi                                                                               nunciazione alla glorio-
per le scarse fonti a di-                                                                                sa Assunzione in cielo,
sposizione. Le modalità                                                                                  rende Maria sempre più
dell’assunzione non in-                                                                                  immagine del Figlio. Con
teressano. Interessa, in-                                                                                l’Annunciazione il Verbo
vece, ribadire che Maria                                                                                 era entrato nel grembo
è assunta in cielo anima                                                                                 di Maria iniziando con
e corpo, ossia che è ve-                                                                                 lei un rapporto unico e
ramente risorta, come                                                                                    indissolubile, intimo e
Cristo, suo figlio e per i                                                                               profondo. Mentre Maria
meriti acquisiti per la sua                                                                              andava formando la na-
partecipazione       unica,                                                                              tura umana di Cristo per
come madre di Dio, alla                                                                                  opera dello Spirito Santo,
sua opera di salvezza.                                                                                   Gesù formava spiritual-
    Per queste stesse ra-                                                                                mente sua madre con la
gioni viene sottolineata                                                                                 sua presenza santificante
la gloria di Maria come                                                                                  elevandola ad un grado
regina del cielo e della                                                                                 altissimo di perfezione e
terra, insieme col Figlio                                                                                di unione con Lui. Que-
divino. A proposito del                                                                                  sta unione, ricca di grazia
concetto di regno è ne-                                                                                  per la presenza, le parole,
cessaria una precisazio-                                                                                 gli insegnamenti, i gesti
ne. Il regno di Dio non                                                                                  e le opere compiute da
è inteso come un pote-                                                                                   Cristo durante la sua vita
re politico o temporale.                                                                                 terrena, continua negli
Non si tratta nemmeno                                                                                    anni della vita nascosta a
di regno in senso geo-                                                                                   Nazaret, negli anni della
grafico. Il regno di Dio                                                                                 vita pubblica e special-
significa la signoria di                                                                                 mente nei terribili gior-
Dio che si esercita in                                                                                   ni della Passione. Con
senso spirituale. Un’ani-                                                                                l’Assunzione ora Cristo
ma in grazia permette a                                                                                  porta a compimento la
Dio di regnare in essa. Il                                                                               conformazione di Maria
creato risponde alle leggi                                                                               al suo mistero di salvezza
naturali stabilite da Dio e                                                                              e la loro unione è vera-
mostra la sua sovranità universale. Come dicevano i Padri la       mente perfetta. Gesù è interamente nella Madre sua, e Ma-
vera gloria di Dio è l’uomo vivente, tempio del Signore. In        ria è tutta nel Figlio, per vivere e operare ancora con Lui dal
quest’ottica Maria, concepita immacolata e sempre piena di         cielo a servizio dell’umanità redenta. Il dogma dell’Assun-
grazia, ha permesso in ogni istante della sua vita al Signore      zione dice, allora, il pieno trionfo della grazia redentrice di
di regnare in lei, di essere il Signore della sua vita. Divenuta   Cristo. Maria è la primogenita nella grazia e la primizia dei
madre del Verbo è apparsa al mondo come il tabernacolo             redenti, ma, proprio per questo, è anche segno di speranza
vivente più bello e più santo per il Signore. Una volta as-        per tutti noi, anticipando e mostrando la gloria riservata a
                                                                   tutti i redenti in Cristo.

   10
MagisteroLiturgica
              Teologia  e dotttrina Sociale                                             di P. D. Carmine Allegretti, osb

Il Cammino Della Chiesa
L’ azione pastorale, proposta di metodo: Lc 24, 13-35

I

     l paradigma di Emmaus quale proposta di metodo e di              «…partirono senza indugio e fecero ritorno a Geru-
     sintesi pastorale, per fare ogni volta dell’esperienza eu-   salemme…», l’assemblea si scioglie per ricomporsi nelle
     caristica il culmine e la fonte dell’esperienza cristiana,   tante scelte della vita quotidiana. Come i discepoli di Em-
serve per avere una comprensione dell’itinerario di fede;         maus, il fedele racconta e riferisce quanto accaduto lungo
per un cammino di Chiesa; per una vita in Cristo. Il punto        la via dell’esperienza liturgica, e come questa si riallaccia ad
di partenza è costituito dall’atteggiamento del Signore Gesù      altre esperienze formative offerte dal tessuto della Chiesa.
che si «mette a camminare con i discepoli...», che «spie-             «a Gerusalemme, dove trovarono riuniti…»: qualun-
ga loro...», che «spezza il pane…». Da quell’esperienza si        que esperienza religiosa, quando è vera riconduce sempre
muove la perenne esperienza della Chiesa che per celebrare        verso quella Gerusalemme misticamente e realmente sim-
i santi misteri si mette in ascolto della Parola di Dio quale     boleggiata dal contesto della Chiesa monastica o diocesana,
condizione per l’attuazione di quanto viene annunciato.           dove si concretizzano i simboli della presenza degli Undici
È da qui che scaturisce l’importanza del confronto con il         e si realizza l’incontro con «gli altri che erano con loro».
Lezionario e prima di tutto con la sua premessa: questa           Per favorire la realizzazione di tutto, ecco un decalogo li-
costituisce, infatti, la chiave di comprensione dell’annuncio     turgico per comprendere un’esperienza sempre più piena
della Chiesa. Il confronto con tutti i contenuti di tale          del Mistero: accogliere con un sorriso, comunicare anche
premessa offre alla Chiesa la garanzia di camminare sulle         con i simboli, arredare con gusto, animare con competenza,
orme del Maestro nella perenne strada di Emmaus.                  ascoltare con disponibilità, valorizzare i diversi linguaggi,

                                                                                                                          11
L’azione pastorale, proposta di metodo: Lc 24, 13-35

cantare con gioia, presiedere con dignità, pregare con fede,        in costruzione, a partire dalla celebrazione dell’eucarestia.
predicare con semplicità.                                           In altre parole, la celebrazione non può mai rinunciare alla
                                                                    sua specifica identità di azione di Cristo e della chiesa, an-
pastorale liturgica e la sua relazione                              che se non sempre si può avere la partecipazione attiva dei
con il concilio                                                     fedeli che manifestano più chiaramente la natura ecclesia-
                                                                    le dell’azione liturgica4. Natura e azione che sono descritte
     E’ noto, per quanto descritto, che l’Institutio tende a of-    nella Sacrosactum Concilium come un piccolo gioiello evi-
frire i lineamenti dell’istruzione pastorale da trasmettere ai      denziando solidi principi, per nobile semplicità, siano chiari
fedeli e a presentare le norme per la celebrazione eucaristica      per brevità ed evitino inutili ripetizioni; siano adattati alla
a uso di coloro che ne partecipano, ma non va trascurato            capacità di comprensione dei fedeli e non abbiano bisogno,
che negli Ordines, in cui sono cambiate le parole essenziali        generalmente di molte spiegazioni5.
o la forma del                                                                                                        La motiva-
sacramento, il                                                                                                    zione di questo
libro liturgico                                                                                                   adattamento
si apre con la                                                                                                    che, in un simile
Costituzione Apo-                                                                                                 contesto, do-
stolica di Paolo                                                                                                  vrebbe essere
VI, sintesi sto-                                                                                                  continuativo, in
rica della cele-                                                                                                  quanto le as-
brazione. A tal                                                                                                   semblee sono
proposito non                                                                                                     variegate,       è
sono da trala-                                                                                                    quella di entrare
sciare il lavoro                                                                                                  nella capacità di
che è stato fat-                                                                                                  comprensione
to dagli spe-                                                                                                     dei fedeli che
cialisti, infatti,                                                                                                smuove la par-
soffermandosi                                                                                                     tecipazione at-
sull’eucarestia,                                                                                                  tiva, che è la ri-
per esempio, è                                                                                                    sposta, posta in
interessante se-                                                                                                  atto nella cele-
gnalare le fasi                                                                                                   brazione, al mi-
della prepara-                                                                                                    stero celebrato
zione nelle quali                                                                                                 perché coloro
approdarono al                                                                                                    che lo condivi-
testo n. 50 della                                                                                                 dono, lo faccia-
Sacrosactum Con-                                                                                                  mo proprio e ne
cilium, allo stes-                                                                                                abbiano parte.
so modo per                                                                                                       Tutto è per far
quanto riguarda                                                                                                   percepire e su-
l’investigazio-                                                                                                   scitare la com-
ne pastorale1,                                                                                                    prensione espe-
essa è rappor-                                                                                                    rienziale, cioè
tata non ai gu-                                                                                                   in che modo i
sti personali del                                                                                                 fedeli possono
momento, ma                                                                                                       appropriarsene
a quelli che ha                                                                                                   di ciò che il rito
identificato e ri-                                                                                                trasmette: acco-
badito l’efficacia                                                                                                glienza, ascolto,
pastorale2 il carattere dell’Ordo Missae del Vaticano II come       dono, offerta di sé, gioia e luce. Questa partecipazione at-
la ragione che ne spiega la riforma3.                               tiva sollecitata per ritus et preces6 non ha bisogno di molte
     Pertanto questa riforma dal carattere pastorale non è          spiegazioni (SC 34), perché la mistagogia mira a far crescere
una semplice modifica per una giusta funzionalità del rito,         la comunione con Cristo, di cui la partecipazione alla mensa
ma è stata condotta come modello fondamentale per la fi-            eucaristica è segno e pegno7.
nalità dell’assembla, cioè essere in continuo divenire, in fieri,       In sintesi partecipare attivamente significa fare tutti ciò

   12
che più ci aiuta per essere vicino a Dio. La costituzione                testo o una preghiera proclamata. La celebrazione stessa
conciliare afferma però un dato ancora più importante, la                diventa azione simbolica a diversi livelli, mediante l’anima-
partecipatio di cui si parla non si può separare dall’azione             zione.
rituale poiché piena, consapevole e attiva8, termini dell’as-                 Animare per esempio significa dare vita ad un’azione e
semblea che celebra l’azione rituale stessa in quanto asso-              il primo animatore è colui che presiede, significa dare im-
ciati ai verbi della pastorale, il conoscere, il sentire e l’agire9,     pegno alla comunità perché di quest’azione essa è soggetto
e punti di equilibrio della natura dell’azione pastorale in cui          attivo. Chi vuole animare una liturgia deve caricarsi di un
il popolo di Dio vive la liturgia come ciò a cui si partecipa,           impegno di competenza e conoscenza, deve rendersi conto
azione che chiede il servizio e coinvolge atti e ministeri.              del progetto che la Chiesa gli propone, deve saper legare
                                                                         la celebrazione e l’anno liturgico, deve saper coinvolgere il
Caratteri di una celebrazione cristiana:                                 gruppo di animazione liturgica, leggere i testi e i significati
l’azione pastorale                                                       dei riti, deve saper dare il programma in mano ai fedeli,
                                                                         deve prevedere e mettere in opera una regia con gli elemen-
     Un atto di culto è risonanza in noi dell’azione salvifica           ti necessari dei vari ministeri e dell’assemblea.
di Cristo operata in noi ed è risposta dei fedeli a questa ini-               Questa regia comprende l’accoglienza, la preparazione
ziativa divina. È azione di Dio e opera umana, per questo                dell’ambiente, alla distribuzione dei sussidi, tutto rientra in
parliamo anche di liturgia come mistero. La celebrazione                 un unico ambito (i servizi tecnici, la trasmissione dei mi-
ha come fondamento il segno della riunione dei credenti in               crofoni, i servizi fotografici, ecc.); il servizio della Parola,
assemblea e si realizza attraverso la Parola del Signore che             le introduzioni alle letture e alla preparazione dei lettori, la
convoca mediante i riti, gli atteggiamenti, i gesti, la preghie-         voce, il tono, le pause, la lettura delle parole chiave, tutto è
ra presidenziale e comunitaria. La celebrazione è sempre                 per far comprendere che leggere un testo liturgico-biblico
epifania della Chiesa, perché è messa in opera di tutto il               non è facile oppure far capire che un testo liturgico non è
popolo sacerdotale di Dio. La caratteristica di ogni celebra-            un testo giuridico. Il servizio del canto, la musica, gli stru-
zione è di lodare e ringraziare il Signore e rendere piena la            menti, la scelta dei canti, la verifica per vedere se un canto
comunione con Dio mediante gli stessi elementi costitutivi,              funziona o meno, l’esecuzione stessa del canto, il rapporto
perché tutto rientra nell’ordine della Trinità.                          tra la Schola e l’assemblea sono da preparare e verificare. Il
     Per esempio, se la celebrazione è manifestazione della              servizio all’altare svolto dagli accoliti e dai ministri richie-
Chiesa, ci si può chiedere come celebrare. Nella celebrazio-             de una preparazione rituale e spirituale, lo stesso vale per
ne pre-conciliare era importante l’esatta ripetizione del rito           il servizio della carità, la raccolta delle offerte, la loro de-
secondo le rubriche, ora invece c’è un modello da elaborare              stinazione, l’offertorio, ecc., tutto serve per verificare pe-
secondo un progetto, con testi propri. Tutto questo richie-              riodicamente le celebrazioni nel loro insieme, nei suoi vari
de competenza da parte di tutti, completa e globale, signi-              aspetto, insomma la liturgia, l’azione pastorale, è scuola non
fica produrre un effetto voluto per ritus et preces, dunque              solo della celebrazione, ma è modo di vivere la propria fede
la liturgia non è ripetitiva, ma è creatività che rende vivo un          personale.

      1
        «Per conservare la sana tradizione e aprire la via a un legittimo progresso, la revisione delle singole parti della liturgia
      deve essere sempre preceduta da un’accurata investigazione teologica, storica e pastorale», Concilio Vaticano II, Sacro-
      sactum Concilium n. 23, 21.
      2
        Concilio Vaticano II, Sacrosactum Concilium n. 49, 30.
      3
        G. Cavagnoli, «La riforma dei riti: la parola al concilio», RPL (Rivista di Pastorale Liturgica) 6 (2013) 10-14.
      4
        R. Falsini, Ordinamento Generale del Messale Romano, Ed. Messaggero, Padova 2005, n. 19, 115.
      5
        Concilio Vaticano II, Sacrosanctum Concilium, n. 34, 24.
      6
        Molto interessante è l’articolo di S. Maggiani perché secondo il suo contributo «suscita meraviglia che la partecipazione
      al mistero pasquale di Gesù Cristo debba essere soprattutto interiore e spirituale, quando ci sembrava di aver capito che
      nella liturgia per mezzo dei segni sensibili, viene significata e, in modo ad essi proprio, realizzata la santificazione dell’uo-
      mo e viene esercitato dal corpo mistico di Gesù Cristo, cioè dal capo e dalle sue membra, il culto pubblico integrale (SC
      7), e che vi è stata una riforma liturgica perché da un nuovo ordinamento di testi e di riti le sante realtà, da essi significate,
      siano espresse chiaramente (SC 21); e che partecipare al memoriale della morte e resurrezione di Cristo, significa per la
      chiesa che i fedeli non assistano come estranei o muti spettatori, ma che comprendendo bene per mezzo dei riti e delle
      preghiere, partecipino all’azione sacra consapevolmente, piamente e attivamente (SC 48)», S. Maggiani, «La piena par-
      tecipazione alla liturgia e la funzione dei riti», RPL (Rivista di Pastorale Liturgica) 1 (2013) 54-62.
      7
        G. Cavagnoli, «La riforma dei riti: la parola al concilio», RPL (Rivista di Pastorale Liturgica) 6 (2013) 17-19.
      8
        Concilio Vaticano II, Sacrosanctum Concilium, n. 48, 30.
      9
        M. Gallo, «Sacerdozio regale, popolo santo», RPL (Rivista di Pastorale Liturgica) 1 (2013) 36-40.

                                                                                                                                           13
Pietà popolare

                       La Vergine Maria nel Direttorio

O
           ggi, nella società moderna, si constata una sem-
           pre maggiore attenzione ed una più consapevole
           sensibilità verso tutte le espressioni della pietà,
della fede e della cultura popolare.
    Come base e fondamento della presente trattazione mi
sembra di fare cosa buona evidenziare quanto san Paolo
VI, nella sua esortazione apostolica del 1975, osservava
sulla pietà popolare parlando di una vera e propria risco-
perta e presentava anche una significativa valutazione del
fenomeno (Evangelii Nuntiandi), così come è ovvio
citare i documenti conciliari: la Sacrosanctum Conci-
lium, la Costituzione dogmatica della Lumen Gentium
(cap VIII) e quella pastorale della Gaudium et Spes e, nel
2001, il Direttorio sulla pietà popolare e liturgia.
    Questa energia di pensieri ha nutrito ulteriori confronti
con la questione pietà popolare mariana e getta nuova luce
sulla profondità del tema e motiva reazioni positive e tutto
ciò che di costruttivo sembra ora emergere. Certamente la
pubblicazione dell’Esortazione Apostolica Marialis Cul-
tus con le sue ferme considerazioni, come vedremo, è sta-                  I pellegrini provenienti da Forino (AV) mentre salgono la scalinata
to un avvenimento fondante perché ha dato una purezza                      tamente i suoi limiti. È frequentemente aperta alla penetrazione di
nuova originale al culto cristiano.                                        molte deformazioni della religione, anzi di superstizioni. Resta spes-
    Si è operato anche un discernimento circa l’Anno Ma-                   so a livello di manifestazioni cultuali senza impegnare un’autentica
riano, voluto e proclamato da san Giovanni Paolo II da                     adesione di fede. Può anche portare alla formazione di sè e mettere in
giugno ad agosto 1987 e, anche l’enciclica Redemptoris                     pericolo la vera comunità ecclesiale (Evangelii Nuntiandi 48).
Mater, detta la Magna Charta, dello stesso anno, ha affer-                      “Ma se è ben orientata, soprattutto mediante una pedagogia di
mato, con spirito sempre nuovo, la pietà popolare verso la                 evangelizzazione, è ricca di valori. Essa manifesta una sete di Dio
Vergine Maria. Restano tuttavia problemi aperti oggi, ma                   che solo i semplici e i poveri possono conoscere; rende capaci di gene-
influendo sulla prassi, possiamo dire che la figura di Maria               rosità e di sacrificio fino all’eroismo, quando si tratta di manifestare
appassiona sempre nuovamente, e che il silenzio arcigno                    la fede; comporta un senso acuto degli attributi profondi di Dio: la
su di lei è avvertito come stimolo di pastorale sempre nuo-                paternità, la provvidenza, la presenza amorosa e costante; genera at-
va.                                                                        teggiamenti interiori raramente osservati altrove al medesimo grado:
    Con il presente contributo non desidero offrire un                     pazienza, senso della croce nella vita quotidiana, distacco, apertura
quadro esaustivo di come si celebra oggi Maria. Ma so-                     agli altri, devozione. A motivo di questi aspetti, Noi la chiamiamo
prattutto con i documenti magisteriali circa il culto ma-                  volentieri «pietà popolare», cioè religione del popolo, piuttosto che
riano cercherò di valorizzare problemi sempre aperti che                   religiosità (EN 48).
esigono approfondimenti anche in campo liturgico.                               La carità pastorale deve suggerire a tutti quelli, che il Signore ha
                                                                           posto come capi di comunità ecclesiali, le norme di comportamento nei
    Ecco alcune espressioni fondamentali:                                  confronti di questa realtà, così ricca e insieme così vulnerabile. Prima
1. Evangelii Nuntiandi                                                     di tutto, occorre esservi sensibili, saper cogliere le sue dimensioni inte-
    “…si trovano presso il popolo espressioni particolari della ricerca    riori e i suoi valori innegabili, essere disposti ad aiutarla a superare
di Dio e della fede. Per lungo tempo considerate meno pure, talvolta       i suoi rischi di deviazione. Ben orientata, questa religiosità popolare
disprezzate, queste espressioni formano oggi un po’ dappertutto l’og-      può essere sempre più, per le nostre masse popolari, un vero incontro
getto di una riscoperta”; “La religiosità popolare, si può dire, ha cer-   con Dio in Gesù Cristo. (EN 48).
                                                                                È necessario partire da questa esortazione di s. Paolo

    14
di Riccardo Luca Guariglia
                                                                                                   Abate Ordinario di Montevergine

sulla pietà popolare e liturgia                                                                                    (II)
                                                                            di equilibrio che rifugge dalle false esagerazioni come
                                                                            la grettezza della mente nel considerare la singolare
                                                                            dignità della madre di Dio (cfr Lumen Gentium). Difatti
                                                                            la Lumen Gentium al capitolo 67 invita i predicatori e i
                                                                            fedeli a favorire in modo speciale il culto liturgico verso la
                                                                            Beata Vergine.

                                                                                Così ad un’attenta valutazione non sfugge che nel-
                                                                            la liturgia si trovano molti elementi utili per la forma-
                                                                            zione a una vera pietà mariana.
                                                                                 1.1 La Marialis Cultus afferma che: “la riforma post-con-
                                                                            ciliare, come già nei voti del movimento liturgico, ha considerato con
                                                                            adeguata prospettiva la Vergine nel mistero di Cristo e, in armonia
                                                                            con la tradizione, le ha riconosciuto il posto singolare che le compete
                                                                            nel culto mariano, quale santa Maria ed alma cooperatrice del Re-
                                                                            dentore” (MC 15).
                                                                                 Pertanto le celebrazioni mariane, inserite nel ciclo cri-
                                                                            stologico, scandiscono l’anno liturgico:
del chiostro della foresteria.                                                   “Nella celebrazione di questo ciclo annuale dei misteri di Cristo,
         VI per superare un atteggiamento di incomprensione e               la Santa Chiesa venera con particolare amore Maria ss. Madre di
         di disprezzo verso la pietà popolare, atteggiamento di             Dio, congiunta indissolubilmente con l’opera della salvezza del Figlio
         gretto orgoglio e da freddo razionalismo astratto (LG              suo; In Maria ammira ed esalta il frutto più eccelso della redenzione,
         67), che induce al rifiuto globale e a istanze e domande           ed in lei contempla con gioia, come in una immagine purissima, ciò
         circa preconcetti sulle varie manifestazioni della religiosità     che essa, tutta, desidera e spera di essere” (Sacrosanctum Con-
         del popolo.                                                        cilium 103).
             Le domande possono essere formulate in questi termi-                Così continua la Marialis Cultus: “la possibilità di una
         ni: si può trovare un punto di incontro oppure operare una         frequente commemorazione liturgica della Vergine con il ricorso alla
         comunione fra la cultura e la pietà popolare, fra la liturgia      memoria di santa Maria in sabato”: memoria antica e discreta, che
         e le varie devozioni che si sviluppano e vivono presso il          la flessibilità dell’attuale calendario e la molteplicità di formulari del
         popolo cristiano? Possiamo definire che la pietà popolare          messale rendono sommamente agevole e varia” (MC 16). in altri
         è il culto nella Chiesa, mentre la liturgia è il culto della       termini ogni messa dovrà assumere sempre di più un tono
         Chiesa? E la pietà può essere strumento di impegno del di-         mariano, non solo perché le preci eucaristiche contengono
         scorso liturgico e fare da tramite tra la cultura e la liturgia?   una significativa memoria della memoria della beata Maria Vergine
         Si può armonizzare il culto ad extra ecclesiale con quello         (MC 10), ma anche perché Maria è il “modello dell’atteggia-
         ad intra ecclesiale?                                               mento spirituale con cui la Chiesa celebra e vive i divini misteri”
             Pilastro della pietà popolare, riproposta dal Concilio         (MC 16).
         nei suoi fondamenti biblici e dottrinali, la devozione ma-
         riana esige oggi un rinnovamento pastorale, che per                    Indicazioni queste della Marialis cultus che educano a
         essere serio dovrà appoggiarsi sui dati della tradizione e         una pietà popolare liturgica di profonda spiritualità maria-
         della fede ecclesiale.                                             na e costituiscono ragione di una efficace forza santificatri-
             Il tema della pietà popolare ha bisogno innanzitutto di        ce, di respiri ecclesiali, non di realtà egoistiche ma comunita-
         chiarezza terminologica: non deve essere confusa né con la         rie, di forza cristocentrica perché le celebrazioni sono inserite
         nozione di sensus fidelium né con quella di popolo di Dio né       nei misteri di Cristo, liturgia colma sul mistero pasquale;
         offuscare il culto liturgico, atteggiamento di mancanza            teologica per il suo linguaggio esplicito e diretto a Dio.

                                                                                                                                             15
Pietà popolare

    “Ogni celebrazione liturgica, in quanto opera di Cristo sacerdote       evangelici che essa presenta; per la meditazione orale e interiore che
e del suo corpo che è la Chiesa, è azione sacra per eccellenza, e nes-      la definisce; per la tradizione e la diffusione che la rende umile e
sun’altra azione della Chiesa, allo stesso titolo e allo stesso grado, ne   sincera…”
uguaglia l’efficacia” (SC 7).
                                                                            2. Direttorio ecclesiale sulla pietà popolare e liturgia.
     1.2 Pietà popolare mariana che non si esaurisce nella
                                                                                 L’intero capitolo V del Direttorio, che si trova nella se-
sola partecipazione liturgica (cfr SC 12).
                                                                            conda parte e si compone dai numeri 183 al 207 definisce
     Già Leone XIII
                                                                                                                          la Venerazione per la
con le encicliche sul
                                                                                                                          madre del Signore e
rosario, San Giovan-
                                                                                                                          spiega in modo or-
ni XXXIII con la
                                                                                                                          ganico la realtà della
Grata Recordatio,
                                                                                                                          pietà popolare maria-
e con la lettera apo-
                                                                                                                          na come deve essere
stolica sul Rosario
                                                                                                                          vissuta nella Chiesa
della Santissima Ver-
                                                                                                                          e il suo rapporto con
gine Maria del 1961,
                                                                                                                          la liturgia, che regola
il Religioso Conte-
                                                                                                                          il culto ufficiale della
gno, ha proposto un
                                                                                                                          comunità dei seguaci
“piccolo saggio di devoti
                                                                                                                          di Gesù nostro Si-
pensieri, distribuiti per
                                                                                                                          gnore.
ogni decina del rosa-
                                                                                                                              Ecco          alcuni
rio, con riferimento alla
                                                                                                                          principi importan-
triplice accentuazione:
                                                                                                                          ti: Mentre la SC 13
Mistero, riflessione, in-
                                                                                                                          parla di pii esercizi
tenzione”.
                                                                                                                          del popolo cristiano
     San Paolo VI ave-
                                                                                                                          e sacri esercizi, il Di-
va già avuto modo di
                                                                                                                          rettorio preferisce la
sottolineare la pre-
                                                                                                                          categoria pietà popola-
ghiera del rosario
                                                                                                                          re. E i criteri generali
nella sua enciclica
                                                                                                                          applicati da SC 13 ai
Mater Christi del
                                                                                                                          pii esercizi sono dal
1966,        importante
                                                                                                                          Direttorio estesi alla
preghiera e la suggerì
                                                                                                                          pietà popolare, senza
a tutta la Chiesa per
                                                                                                                          dimenticare le distin-
implorare la pace.
                                                                                                                          zioni da fare al suo
     San Giovanni Pa-
                                                                                                                          interno. (Maggioni
olo II nell’udienza
                                                                                                                          C., Cosa significa edu-
generale dell’otto-
                                                                                                                          care alla pietà popolare,
bre 1979 ha distribu-
                                                                                                                          in RL, 6 (2002), 961-
ito parole efficaci: “il
                                                                                                                          980)
rosario è la mia preghie-
                                                                                                                              “La pietà popolare
ra prediletta. Preghiera
                                                                                                                          verso la beata Vergine,
meravigliosa! Meravigliosa nella sua semplicità e nella profondità…
                                                                            varia nelle sue espressioni e profonda nelle sue motivazioni, è un fatto
sullo sfondo delle parole Ave Maria passano davanti agli occhi
                                                                            ecclesiale rilevante e universale. Essa sgorga dalla fede e dall’amore
dell’anima i principali episodi della vita di Cristo”.
                                                                            del popolo di Dio verso Cristo, Redentore del genere umano, e dalla
     San Paolo VI anch’egli in un’udienza del 1966 così
                                                                            percezione della missione salvifica che Dio ha affidato a Maria di
descriveva la recita del rosario: “questa popolare maniera di
                                                                            Nazaret, per cui la Vergine non è solo la Madre del Signore e del
devozione, conserva tanti pregi degni di essere coltivati anche nella
                                                                            Salvatore ma anche, sul piano della grazia, la Madre di tutti gli uo-
spiritualità di oggi: per il ritmo litanico con cui si svolge; per i temi
                                                                            mini (Direttorio sulla pietà popolare e liturgia n. 183).

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