Laboratorio di scrittura - Mirko Tavosanis 28 febbraio 2019 4. Gli strumenti del mestiere - e-learning area umanistica

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Laboratorio di scrittura - Mirko Tavosanis 28 febbraio 2019 4. Gli strumenti del mestiere - e-learning area umanistica
Laboratorio di scrittura
      Mirko Tavosanis

      28 febbraio 2019

    4. Gli strumenti del mestiere

                                    1
Laboratorio di scrittura - Mirko Tavosanis 28 febbraio 2019 4. Gli strumenti del mestiere - e-learning area umanistica
Oggi
• Alcune indicazioni molto generali…
• … e alcune di queste sono riferite a cose che
  occorre sapere non solo per motivi pratici, ma
  anche per evitare figuracce

• Dalla prossima settimana inizieremo le attività in
  aula
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Scrittura
• Una distinzione classica, presente in molti
  manuali di linguistica:
   – La lingua parlata non richiede supporti tecnologici: solo
     il corpo umano e l’ambiente circostante (aria)
   – La lingua scritta invece richiede strumenti preparati
• La distinzione è classica, ma è sbagliata. La
  scrittura si può fare e si fa benissimo usando solo
  il corpo e l’ambiente circostante… anche se di
  solito è comodo avere qualche strumento
  preparato!
   – Oggi ci occuperemo appunto di questi strumenti
• La scrittura è in continuità con la capacità di
  lasciare segni, così come le lingue parlate sono
  in continuità con la capacità di emettere suoni
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Storia della scrittura
• Si parla di scrittura in senso pieno solo quando il
  sistema è in grado di rappresentare una lingua
  parlata
• Qui si intrecciano tecnologia e convenzioni!
• La scrittura in senso pieno è stata inventata
  indipendentemente almeno tre volte:
   •   Sumeria (dal 3300 a. C.) ed Egitto (dal 3200 a. C.), considerati in
       connessione anche se sono sistemi molto diversi
   •   Cina (1800 a. C.?)
   •   Città maya dell’America Centrale (dal 200 a. C.)
   •   Il principio comunque è unico
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La scrittura non riproduce
                    tutti i tratti del parlato
• Il parlato può essere riprodotto graficamente («scritto») da uno
  spettrogramma con opportuni metadati: in questo modo si conservano
  tutte le caratteristiche del parlato

• Tuttavia, nessun sistema di scrittura storico (o utilizzabile facilmente da
  esseri umani) ha questa fedeltà di riproduzione
• I sistemi storici eliminano alcuni tratti… e introducono nuove possibilità
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Che cosa si perde
La classificazione di Halliday (rielaborata e contestualizzata
per la comunicazione elettronica in italiano da Pistolesi
2004) identifica come i principali elementi persi :
• i tratti indicali (i tratti cioè che identificano il singolo
  parlante: estensione di tono e altezza della voce, cadenza
  e così via)
• l’intonazione
• i segni paralinguistici che accompagnano il discorso
  (gesti, espressioni della faccia...)
Nella scrittura tradizionale, e nella scrittura elettronica,
sono state elaborate varie strategie di sostituzione per
recuperare qualche informazione di questo tipo
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La scrittura oggi
• Sono in uso molti sistemi per rappresentare il
  parlato… con i limiti che abbiamo visto
• I sistemi più diffusi rappresentano:
   – morfemi o parole (il cinese: 中文)
   – sillabe (hiragana giapponese: つづく, tsuzuku)
   – consonanti, con la distinzione tra:
      • sistemi che trascrivono solo le consonanti (abjad) come quello arabo
      • sistemi che indicano le vocali con segni ausiliari per le consonanti
        (abugida), come il devanagari per lo hindi
   – alfabeti completi di vocali e consonanti (alfabeto latino)
• L’alfabeto è un sistema molto flessibile, ma non è il
  sistema più adatto per rappresentare molte lingue
  (infatti, per il cinese crea molte complicazioni)
• Comunque l’alfabeto oggi è il sistema più diffuso
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Il principio alfabetico
• In teoria, il principio alfabetico è semplice: una lettera per
  ogni fonema della lingua parlata
• In pratica, nessun sistema di scrittura storico ha raggiunto
  questo obiettivo (lo raggiunge l’Alfabeto Fonetico
  Internazionale – IPA: l’avete incontrato studiando fonetica
  per Linguistica italiana)
• Né il sistema di scrittura latino né quello italiano
  rispettano in pieno il principio alfabetico. Per esempio, nel
  settore delle vocali:
   – l’alfabeto latino (a differenza di quello greco, che lo fa
     parzialmente) non rappresenta la quantità delle vocali
   – l’ortografia italiana non distingue tra vocali aperte e vocali
     chiuse
• Comunque, rispetto all’ortografia di molte altre lingue,
  quella latina e quella italiana hanno una buona
  corrispondenza tra lettere e fonemi
Il trionfo dell’alfabeto latino
• Esistono diversi tipi di alfabeto: greco, cirillico,
  latino...
• Quello latino, codificato in Italia quasi 2500 anni
  fa, è oggi il più diffuso
• L’alfabeto latino è stato adottato da tutte le lingue
  dell’Europa occidentale
• Ha anche una grande diffusione
  extraeuropea e negli ultimi
  secoli si è espanso a spese di
  molti sistemi di scrittura di altro
  tipo
• Per l’italiano è (quasi) dalle
  origini l’unico sistema adottato
Verso l’alfabeto italiano
• Dalle scritture semitiche (abjad)…

• … si passa all’alfabeto greco:

• Dall’alfabeto greco dell’Eubea si passa all’alfabeto
  etrusco…
Origini dell’alfabeto italiano
• … dall’alfabeto etrusco si passa poi all’alfabeto latino…

• … che, nella forma grafica usata in età classica, in sostanza usiamo
  ancora oggi
• Nel Medioevo l’alfabeto latino è stato usato anche per rappresentare
  i volgari italiani, e poi l’italiano… il che ha richiesto adattamenti!
• Oggi ci sono le lettere accentate, la distinzione tra u e v, la j e la w;
  più le forme minuscole e corsive delle lettere
• Riferimento: Florian Coulmas, The Blackwell Encyclopedia of
  Writing Systems, Oxford, Blackwell, 1996
Caratteri, glifi, font…?
• Vedrete queste distinzioni in dettaglio all’interno
  di corsi come Progettazione grafica o Codifica di
  testi
   – Qui ci accontentiamo di alcune indicazioni di base: ne
     riparleremo comunque più avanti
• Parleremo di lettere (solo quelle dell’alfabeto) o
  di caratteri (tutti i segni codificati)
• Per i vari tipi di caratteri a stampa parleremo di
  font («disegno del carattere»)
• Partiamo dalla scrittura a mano… anche se ne
  parleremo poco
• Dove si usa?
Scrittura a mano
• Dotata di altissimo
  prestigio sociale e
  mantenuta dai
  professionisti (medici)
• In alcuni settori è
  importante anche dal
  punto di vista funzionale:
  grafica, progettazione,
  progettazione web per
  realizzare «prototipi di
  carta»…
• Curare la vostra
  scrittura a mano è un
  buon investimento!
Quattro tipi di caratteri a mano
Oggi nella scuola italiana si insegnano di solito:
• Corsivo minuscolo (nella
  forma della corsiva inglese
  tonda)
• Corsivo maiuscolo

• Stampato o stampatello minuscolo
• Stampato o stampatello maiuscolo
Corsivo
• La parola è fonte continua di confusione, perché in
  italiano si indicano come corsivo due cose molto
  diverse (definizioni del dizionario De Mauro):
  1.   grafia usata comunemente quando si scrive a mano
       (corrispondente, aggiungo io, all’inglese cursive)
  2.   (Termine specialistico della tipografia) carattere inclinato
       verso destra, comunemente usato per dare risalto ad una parte
       di testo (corrispondente, aggiungo io, all’inglese italic)
• Alle origini (inventato da Aldo Manuzio e
  Francesco Griffo nell’anno 1500) il corsivo a
  stampa era un font indipendente, creato per
  imitare l’elegante scrittura umanistica a mano;
  oggi esiste come forma alternativa di molti font
• Ne riparleremo quando vedremo come si deve
  usare il corsivo nei testi professionali
Dal manoscritto al dattiloscritto
• Dalla fine dell’Ottocento si è diffusa nel mondo del lavoro la
  scrittura a macchina
• Dattilografare è stato fino a tempi recenti un lavoro di basso
  rango, spesso femminile: chi sapeva dattilografare a volte
  nascondeva questa competenza
• I professionisti e i dirigenti
  (ma anche i semplici impiegati)
  scrivevano a mano o dettavano
  testi che poi venivano battuti
  a macchina
• A partire dal 1980, più o meno,
  anche i dirigenti hanno
  cominciato a scrivere da soli
  (di solito con due dita) usando
  il computer
Dalla macchina da scrivere
              al computer… e oltre
• Le tastiere delle macchine da scrivere sono state adottate dai
  computer, e poi da tablet e smartphone
• Forse non sono il modo più efficiente per scrivere su questi
  strumenti (v. Swype, i sistemi di scrittura facilitata, ecc.);
  comunque c’è una forte inerzia storica
• In ogni caso:
   – una volta c’era un apprendimento specifico di tecniche e convenzioni per
     la dattilografia
   – oggi non c’è, e molti utenti scrivono al computer in modo ben poco
     efficiente
• Prima differenza: la dattilografia vera è a dieci dita, non a
  due, e richiede che lo sguardo non sia rivolto alla tastiera ma
  al testo da copiare («scrittura a tastiera cieca»)
• Questo sistema consente di trascrivere rapidamente grandi
  quantità di testo, e si impara in qualche giorno… decidete voi
  se investire in questo studio
A ogni dito sono assegnati alcuni tasti
Tastiere
• Per la scrittura professionale in italiano è quasi
  indispensabile una tastiera italiana, dotata di caratteri
  accentati
• Un testo italiano digitato con una tastiera inglese spesso
  richiede un po’ di lavoro per essere reso presentabile
• Le tastiere dei tablet e dei portatili vanno bene per
  digitazione breve, ma una tastiera estesa italiana (103 tasti),
  con tastierino numerico, è utilissima per lavori prolungati
• Se scrivete molto, investite su tastiera e dintorni: tastiera
  estesa, supporto per i polsi, mouse ergonomico, piano di
  lavoro adeguato, posizione corretta del corpo, pause nella
  scrittura, ecc. (ci sono ottime probabilità che da qui al 2069
  le vostre mani e la vostra schiena vi ringrazino!)
• Il compromesso migliore per le vostre esigenze dovete
  trovarlo voi, ma tenete presente che ci sono diverse
  possibilità
Movimento
• Per lavorare più rapidamente è consigliabile imparare a
  usare le scorciatoie da tastiera
• Per esempio, muoversi con i tasti freccia o con il «Pagina su»
  / «Pagina giù», e non con il mouse
• In molti programmi di scrittura, il cursore può essere
  spostato rapidamente usando il tasto «Control»: tenuto
  premuto, sposta il cursore di una parola, non di un carattere
• Abilità di base:
   – Selezionare tenendo premuto il tasto delle maiuscole
     mentre si usa il cursore
   – Copiare, incollare e tagliare con CTRL+C, CTRL+V,
     CTRL+X
   – CTRL+Z per annullare l’ultima azione fatta
• A seconda di quello che vi interessa fare, esistono molte
  scorciatoie da tastiera
Programmi di scrittura
• Molte delle funzioni richiamabili da tastiera dipendono dal
  programma che userete
• Buona parte della scrittura professionale è effimera: dopo un
  po’ si butta via, quindi non occorre rielaborarla
  successivamente o tenere copie durature (gli archivi sono un
  costo, non una risorsa)
• In casi del genere, va bene qualunque tipo di programma,
  inclusi i programmi on line come Google Docs
• Per alcuni tipi di lavori rivolti al pubblico esterno, tuttavia,
  occorre usare strumenti professionali: spesso, programmi
  installati per l’elaborazione di testi
• Anche per i vostri elaborati di laurea questo è un requisito
  fondamentale! Non cercate di scriverli con il Blocco note di
  Windows…
• Per semplicità, vedremo i sistemi Windows 10, ma molte
  funzioni sono simili su Apple o su Ubuntu (e nelle vecchie
  versioni dei sistemi operativi); sono nozioni tipo ECDL
Programmi per l’elaborazione di testi
• I criteri per scegliere il programma dipendono da ciò che
  dovete fare, ma alcuni requisiti normali per i prodotti
  professionali sono:
   – capacità di importare ed esportare file in formato compatibile con
     Word e in PDF
   – capacità di usare gli apostrofi invece degli apici (ne parleremo più
     avanti)
   – evidenziazione degli errori ortografici in italiano
   – supporto degli stili
• I prodotti on line come Google Docs sono utili in molte
  circostanze, ma non per gli usi più sofisticati
• Tra gli installati, il mercato professionale è dominato da
  Word, come parte del pacchetto Office di Microsoft (in
  quanto studenti dell’Università di Pisa, avete una licenza
  gratuita
• Una buona alternativa a Word (open source e gratuita) è
  Writer, inserito nel pacchetto Libre Office
Formati di file di testo
• I formati .docx prodotti da Word per Office sono spesso
  accettabili
• Introdotti nel 2007, rappresentano una categoria di Office
  Open XML (standard ISO) – e i dati sono codificati in XML
• I PDF vanno bene per testi che non si vuole vengano
  modificati – e proprio per questo sono spesso scomodi da
  usare in un processo di revisione
• I file di Google Docs possono essere scaricati in una serie di
  formati, tra cui .docx
• La scelta oggi dipende soprattutto
  da quello che dovete fare con il file!
Altri programmi di scrittura?
• Dipende da che cosa dovete fare
• I programmi di scrittura da ufficio non vanno bene quando si
  vuole avere il controllo diretto sui caratteri (per esempio,
  quando si scrive codice)
   – Anche copiare e incollare da Word al wikitesto può creare problemi: ne
     parleremo più avanti
• NotePad++ va benissimo per molti usi
• Per file XML io uso Oxygen, ma è solo una possibilità tra
  tante
• I docenti dei vari corsi vi indicheranno di volta in volta gli
  strumenti più adatti
Varianti di carattere
Tondo (la forma base del carattere)
Corsivo (inclinato a destra)
Grassetto (più spesso)
MAIUSCOLETTO (le minuscole hanno le stesse
dimensioni delle minuscole del tondo, ma
l’aspetto delle maiuscole)

Parlando dei font vedremo meglio che cosa
significano… ma intanto vediamo l’uso
Il corsivo
• Inizialmente era un tipo di carattere con grazie
  indipendente dagli altri; poi è diventato una
  variante di diversi caratteri base

• Tondo Times aaa Corsivo Times aaa
• Corsivo Arial Corsivo Arial

• Fondamentalmente legato alla tipografia (a
  mano ci dà problemi...)
• Per che cosa si usa?
Usi standard del corsivo
Sono relativamente pochi:

• Parole o espressioni straniere non entrate
  nell’uso italiano (“Un software à la page”) -
  questo è il regno della soggettività!
• Titoli di libri, di film ecc. (“Ho letto L’arcobaleno
  della gravità di Thomas Pynchon”)
• Parole cui si vuol dare enfasi (“Vi consiglio di
  non aprire la porta”)

Sconsigliato: il corsivo per le citazioni (a parte
parole isolate)
Altre varianti
• Grassetto e MAIUSCOLETTO sono usati per
  evidenziare e hanno un uso ridotto nei libri
  tradizionali (sono usati soprattutto nei titoli)
   – Il grassetto è piuttosto diffuso nei siti web e nella
     scrittura su schermo
   – Il maiuscoletto oggi è poco usato
• La sottolineatura era molto diffusa al tempo delle
  macchine da scrivere come sostituto del corsivo
  tipografico
• Oggi viene interpretata (anche su carta!) come un
  link, come si vede in questo esempio su schermo
• Quindi, meglio evitarla per tutto ciò che non è un
  link!
Paragrafi
• Più correttamente, in italiano andrebbero chiamati
  capoversi… ma non ci formalizziamo
• Un paragrafo è la sequenza di testo compresa tra
  due a capo voluti (non il semplice fine riga)
• Molti programmi di scrittura permettono di gestire
  in un colpo solo diverse caratteristiche di un
  paragrafo: interlinea, allineamento, ecc.
• Il testo di un paragrafo può essere allineato in
  cinque modi diversi:
  – Centrato (per alcuni titoli)
  – Allineato a sinistra (buono per testi distribuiti su righe
    corte)
  – Allineato a destra (per sezioni particolari)
  – Giustificato (lo standard per i libri)
  – Giustificato forzato (o “ripartito”)
Gestire il testo
• Se il vostro programma ha la correzione
  automatica delle parole, disabilitatela subito
  (oppure configuratela per particolari sequenze di
  caratteri)
• Va invece sempre usata l’evidenziazione
  automatica degli errori
• Il controllo grammaticale di Word in italiano è così
  scadente che in pratica è utile solo per evidenziare
  gli spazi doppi…

• Titoli e altre cose: non cercate di allinearli
  battendo spazi! Usate i comandi di allineamento o,
  meglio ancora, gli stili
Stili
• Alla base, un principio che ritrovate con i fogli di stile per
  HTML o XML (CSS o XSL): separare il contenuto dalle
  istruzioni per presentarlo
   – Modulo B del corso di Progettazione e programmazione web
   – Corso di Codifica di testi del 1° semestre del III anno
• Se in un documento le caratteristiche formali di una struttura
  (per esempio, i titoli) sono gestite in questo modo, quando si
  vuole cambiare la presentazione basta modificare lo stile,
  non tutte le occorrenze del testo, una per una
• Inoltre, in questo modo è garantita la coerenza della
  presentazione formale
• L’uso degli stili è quindi fortemente incoraggiato per tutti i
  vostri testi!
• Vediamo un esempio di gestione degli stili con Word e Google
  Docs
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