L'Italia, l'Uomo l'Ambiente - italiauomoambiente.it

Pagina creata da Nicola Mori
 
CONTINUA A LEGGERE
L'Italia, l'Uomo l'Ambiente - italiauomoambiente.it
N°5 - Anno VIII - Maggio 2021

L’Italia, l’Uomo
  l’Ambiente
L'Italia, l'Uomo l'Ambiente - italiauomoambiente.it
L’Italia, l’Uomo, l’Ambiente
                  Periodico d’informazione e formazione ambientale e culturale
                                Rivista ufficiale di Pro Natura Firenze
                     In collaborazione con la Federazione Nazionale Pro Natura

                                                                       Pro Natura Firenze

                   L’Italia, l'Uomo, l'Ambiente - Anno VIII N° 5, Maggio 2021

L'Italia, l'Uomo, l'Ambiente è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale
        - Non opere derivate 4.0 Internazionale. Based on a work at www.italiauomoambiente.it.

         Direttore: Gianni Marucelli - iuadirettore@yahoo.it - Coordinatore: Alberto Pestelli -
                                        alp.pestelli@gmail.com

   Comitato di Redazione: Carmen Ferrari, Iole Troccoli - Sito internet - www.italiauomoambiente.it

                      Logo IUA: Martha Pestelli - Impaginazione: Alberto Pestelli

                                                                                                      i
L'Italia, l'Uomo l'Ambiente - italiauomoambiente.it
In questo numero
                                                              pagina 3
Hanno collaborato
                                                   Editoriale - di Gianni Marucelli
in questo numero
                                                              pagina 4

     Gianni Marucelli        Pillole di meteorologia: Le previsioni di Maggio 2021- di Alessio Genovese

                                                              pagina 6
    Alessio Genovese
                                  Nel Chianti, tra natura e storia: Panzano - di Gabriele Antonacci

   Gabriele Antonacci                                         pagina 11

                               Quel filo storico tra Sardegna e Toscana - di Maria Paola Romagnino
 Maria Paola Romagnino
                                                              pagina 19

   Mariangela Corrieri            Vivisezione: un’altra ricerca è possibile - di Mariangela Corrieri

                                                              pagina 24
     Alberto Pestelli
                                  L’inutile massacro dei cinghiali in Toscana - di Gianni Marucelli

  Immagine di copertina:
                                                     IL SALOTTO LETTERARIO
Toscana: Panzano visto da
Sant’Eufrosino - © Alberto                                    pagina 28
      Pestelli 2009
                                               Recensione del libro di Patrizia Socci

                                                                                                          ii
1
Editoriale                                                                      Gianni Marucelli

              STARE IN GUARDIA                            di acqua potabile e desertificazione progressiva del
                                                          territorio, dovrà accontentarsi se potrà avere accesso
                                                          all'istruzione e a un lavoro che ne consenta la soprav-
                                                          vivenza, sotto l'occhiuto controllo del potere econo-
Il testo con cui il Governo italiano presenterà alla
                                                          mico, che, credibilmente, avrà sostituito ogni parven-
Commissione Europea il Recovery Plan per il nostro
                                                          za di potere politico.
Paese, un testo che vale più di 200 miliardi di euro,
è ora noto. E non rassicura per niente gli ambientali-    Il Piano, tra l'altro, è stato votato da un Parlamento
sti.                                                      che non lo ha nemmeno potuto visionare con la do-
                                                          vuta calma, essendo stato consegnato il testo definiti-
Da quando Mario Draghi si è insediato, i segnali so-
                                                          vo ai rappresentanti del popolo solo poco prima del
no allarmanti. Il primo, la cancellazione del Ministe-
                                                          dibattito in aula.
ro per l'Ambiente, inglobato da un Ministero per la
transizione ecologica che di ecologico sembra avere       Insomma, il titolo di questo editoriale mi pare azzec-
ben poco, già aveva fatto storcere la bocca a molti.      cato: stare in guardia perché, presumibilmente di-
Ora, la prima lettura del Recovery Plan lascia scioc-     stratti dalla tragedia della situazione sanitaria, abbia-
cati. Non si citano mai le parole natura, biodiversità,   mo “lasciato correre” troppi segnali, che ora si mate-
restauro ambientale e simili. Tutto il Piano sembra       rializzano non solo nella parola scritta del Recovery,
fatto nell'ottica economicista che certo è necessaria     ma in atti concreti quali la ripresa delle trivellazioni
e soprattutto connaturata all'attuale Capo del Gover-     per la ricerca di combustibili fossili, cosa che cozza
no, ma tralascia ogni accenno alla crisi ambientale,      di brutto con la lotta ai cambiamenti climatici.
come se davvero non stessimo viaggiando diritti ver-
so la catastrofe (che non è, si badi bene, la pandemia    Vi lascio alla lettura di questo numero, e a una rifles-
di SARS2 Covid 19) ma si dovesse affrontare soltan-       sione su un concetto che ho cercato di seguire duran-
to una crisi economica di rilevanti proporzioni.          te il corso della mia vita: la cosa peggiore che si pos-
                                                          sa fare è portare il proprio cervello all'ammasso.
Insomma, la Next Generation, cioè la prossima gene-       Questo, mai!
razione, che purtroppo sicuramente dovrà vivere su
un pianeta depauperato e sovraffollato, con scarsità

                                                                                                                3
2
                                                                             Alessio Genovese
Pillole di
meteorologia

               Fonte: Tropical tidbits

Mentre lo scorso anno, in primavera, chi aveva la        nord. In effetti marzo e aprile hanno riservato di fre-
fortuna di disporre di un giardino, o comunque di        quente delle giornate molto umide e piovose e spes-
uno spazio privato esterno, ha potuto trascorrere buo-   so abbiamo avuto vere e proprie incursioni di aria
na parte del lockdown all'aperto godendo di un cli-      piuttosto fredda per il periodo. Chissà che dietro a
ma gradevole, quest'anno la primavera ha preso una       tutto questo non vi sia lo zampino de “La Nina” in
piega molto diversa, questo per lo meno al centro-       abbinamento alla bassa attività solare. Rispetto alla

                                                                                                              4
prima abbiamo già accennato più volte negli ultimi          ture assai gradevoli, ma fortunatamente non da cal-
mesi ad un suo possibile ruolo nel modificare gli as-       do record. Questi periodi continueranno però ad es-
setti barici del pianeta e tutt'oggi, anche se in misura    sere alternati ad altri con affondi perturbati prove-
inferiore rispetto all'ultimo inverno, come si può de-      nienti principalmente da ovest. Questo tipo di tempo
durre dalla figura sottostante, continua ancora ad es-      assai variabile dovrebbe riguardare ancora una volta
sere presente.                                              il centro-nord, mentre il sud della penisola dovrebbe
                                                            vedere tempo maggiormente stabile e con precipita-
Si ricorda come “La Nina” consista in un raffredda-         zioni nella norma o leggermente inferiori. Nel prossi-
mento periodico, rispetto alle temperature medie,           mo aggiornamento proveremo a darvi una previsio-
che si registra nelle acque dell'Oceano Pacifico nella      ne per l'intera stagione estiva.
zona più o meno a cavallo dei due emisferi. Questo
fenomeno può incidere pesantemente anche sulla sta-
gione degli uragani.

Rispetto al sole ci troviamo all'inizio del ciclo solare
25, ma ancora in una fase di bassissima attività

solare, ovvero in un periodo con poche macchie sola-
ri. La presenza più o meno numerosa delle macchie
determina un flusso solare più o meno intenso, cau-
sando anche dei valori diversi di energia emessa. Si
presume che nei periodi bassa attività solare, per
una serie di concatenazioni, vi possa essere una mag-
giore copertura nuvolosa con conseguente mitigazio-
ne delle temperature. Vi sono poi altri studi, per la
verità ancora in fase di approfondimento, che ipotiz-
                                                                              Fonte: Solarham
zano una correlazione tra le fasi di bassa attività sola-
re e le maggiori eruzioni vulcaniche (vedi recente
eruzione del Saint Vincent). Qui sotto riportiamo
l'immagine al 28 aprile del disco solare che immorta-
la tre regioni attive con all'interno alcune macchie.

Quando una stagione prende una piega, è poi diffici-
le assistere in tempi rapidi ad un cambiamento radi-
cale del tempo, per cui è lecito attendersi un mese di
maggio di stampo più primaverile che non estivo.
Rispetto al mese di aprile avremo sicuramente dei
periodi più prolungati di tempo stabile con tempera-

                                                                                                                5
3
                                             di
Nel Chianti, tra natura              Gabriele Antonacci
e storia: Panzano

                      Panzano, sul crinale tra la val di Pesa e la
                                    val di Greve
Panzano è un luogo particolare, il cui profilo si di-      dio e nel lavoro. Si hanno notizie della chiesa già
stingue sullo straordinario crinale chiantigiano che       dal X secolo, ma è nel XIII secolo che raggiunse la
divide la Val di Greve dalla Val di Pesa. Racchiude        massima espansione, guidata da una comunità di mo-
dentro di sé un sorprendente riassunto del territorio      naci Agostiniani e con ben 14 chiese suffraganee.
fiorentino: arte, storia, tradizioni, natura, campa-       Nel 1441 la pieve fu incaricata dal papa Eugenio IV
gna e… gastronomia si fondono in un unicum territo-        di fornire alimenti all’Ospedale di Santa Maria Nuo-
riale sorprendente.                                        va in Firenze: sorse così una grande fattoria con ben
                                                           17 poderi, e la gruccia - stemma dell’ospedale –
 All’inizio di novembre, percorrendo la strada bian-       comparve sulle pareti dei suoi edifici. Alla metà del
ca che da Lamole si dirige verso Panzano, si rimane        XVI secolo fu realizzato l’elegante portale, che intro-
estasiati dallo spettacolo dei vigneti che dipingono       duce le meraviglie contenute all’interno della chie-
di infiniti colori i dolci versanti della Val di Pesa. E   sa. Due per tutte: il dossale “Madonna in trono col
in questa vera e propria galleria d’arte disegnata dal-    Bambino tra i Santi Pietro e Paolo”, di Meliore di
l’uomo e dalla natura, i boschi completano la tavo-        Jacopo, è una importantissima testimonianza della
lozza assumendo ulteriori tonalità. Soffici nuvole         pittura del XIII secolo; la pala del 1421 di Mariotto
risalgono i crinali, rendendo il paesaggio mai uguale      di Nardo, “Madonna con Bambino e Santi”, illumi-
a se stesso. Ma la bellezza della natura e i colori del-   na con il suo splendore l’intera navata.
la campagna sono solo un assaggio delle meraviglie
che ci attendono.                                             La storia di Panzano è iniziata molti secoli fa: esi-
                                                           ste un’ipotesi secondo cui l’abitato sia stato fondato
 Immersa in questa campagna troviamo San Leoli-            dalla famiglia romana dei Pansa, da cui avrebbe pre-
no, la straordinaria pieve nei pressi di Panzano, indi-    so nome, possibilità suffragata dal ritrovamento di
scutibilmente una delle perle del Chianti, oggi custo-     alcune monete romane. Qui correva un’importante
dita dalla Comunità di San Leolino, costituita da lai-     strada proveniente da Siena che, passando per il cri-
ci e sacerdoti che vivono nella fraternità, nello stu-     nale delle colline, permetteva poi di dirigersi verso
                                                           Florentia o, alternativamente, verso i porti sul fiume
                                                           Arno: possiamo immaginarci un importante flusso
                                                           di prodotti agricoli verso la città e l’Arno, e vicever-
                                                           sa materiali quali utensili metallici e anfore necessa-
                                                           ri per l’agricoltura e la conservazione del vino. La
                                                           posizione era senz’altro strategica, naturale crocevia
                                                           di vari percorsi e quindi logica sede di un insedia-
                                                           mento.

                                                            Intendiamoci: le cronache sono più antiche dell’epo-
                                                           ca romana, e credo che l’ultima parola archeologica
    I colori autunnali delle vigne di Panzano (2012)
                                                           sui luoghi sia ancora da formulare. Basti dire che

                                                                                                                 7
San Leolino. La lastra era un tempo probabilmente
                                                              parte del pulpito dell’oratorio di Sant’Eufrosino, al-
                                                              tro chiesa storica del luogo. Presso quest’ultimo ora-
                                                              torio sono stati ritrovati pilastrini con sculture del-
                                                              l’VIII o del IX secolo, che riprendono i motivi che
                                                              si vedono nel paliotto di San Leolino. La chiesa è
                                                              dedicata a Sant’Eufrosino, vescovo di origine orien-
                                                              tale e storico evangelizzatore del Chianti: qui proba-
                                                              bilmente arrivò nel VII secolo, inviato da Roma per
                                                              convertire i Longobardi. Il luogo era senz’altro
             La pieve di San Leolino (2014)
                                                              un’antichissima sede di culti pagani, legato alle ac-
                                                              que con proprietà taumaturgiche, che assunsero nel-
nei pressi della pieve di San Leolino esisteva un’im-
                                                              la successiva epoca cristiana il nome di “fontino di
portante stele etrusca, come ricorda Baldini, grande
                                                              Sant’Eufrosino”.
storico del Chianti, in “Greve etrusca e romana”.
Conteneva una scritta a forma di ferro di cavallo:
                                                               La tradizione sposta le vicende del santo vescovo al
“MI: LARUS: ARIANAS: ANASNIES KLAN”, ste-
                                                              I secolo: secondo quanto scritto nel 1578 da mons.
le funeraria di Laurus Arianas figlio di Anasnies,
                                                              Francesco Diacceto, vescovo di Fiesole, il santo sa-
che è stata datata tra il V e il III secolo a.C.. La dizio-
                                                              rebbe nato in Cappadocia e si sarebbe convertito al
ne “KLAN” è a quanto pare all’origine del toponi-
                                                              Cristianesimo in Persia, ascoltando gli apostoli Si-
mo Chianti, peraltro concorrente del toponimo
                                                              mone e Giuda Taddeo. Divenuto vescovo della Panfi-
“CLVTNI” trovato a Cetamura di cui vi ho fatto cen-
                                                              lia sarebbe stato scacciato dal tiranno pagano di quel-
no nell’articolo di un anno fa (aprile 2020) dedicato
                                                              la regione. Dopo essere passato da Roma, si sarebbe
a Coltibuono, Montegrossi, Cetamura. Sembra che
                                                              poi diretto verso la Toscana, per fermarsi in Panzano
la stele già nel XVIII secolo non esistesse più, per-
                                                              dove sarebbe morto dopo poco. Questa storia non
ché probabilmente riutilizzata per qualche costruzio-
                                                              avrebbe però supporti storiografici, e apparirebbe in
ne agricola. Per quanto riguarda l’epoca romana
esisterebbe anche un frammento di urna funeraria di
epoca tardo repubblicana che risulterebbe conserva-
to all’interno di un edificio storico del paese.

     Tutta l’area fu poi interessata dalla presenza lon-
gobarda. Ne sono testimonianze, oltre al culto per
San Michele diffuso in queste zone del Chianti, va-
rie evidenze. La prima è una lastra in arenaria conte-
nente una croce scolpita, ornata da motivi vegetali e
circondata da cerchi e vortici databile ai secoli VIII-
                                                                        L’oratorio di Sant’Eufrosino (2014)
IX, che si può ammirare come paliotto dell’altare di

                                                                                                                   8
gran parte invenzione del Diacceto. Ma attenzione:
la Toscana ha avuto importanti relazioni con la chie-
sa apostolica, testimoniata non solo da innumerevoli
tradizioni, ma soprattutto dal fatto che il vescovo di
Roma successore di San Pietro è San Lino, origina-
rio di Volterra che senza dubbio inviò evangelizzato-
ri nei suoi territori di origine. Quindi come siano ef-
fettivamente andate le vicende è senz’altro impossi-
bile stabilirlo, e a priori non si può nemmeno esclu-
dere l’ipotesi di un santo vescovo orientale arrivato
a Panzano addirittura nel I secolo.                                     Castello di Panzano (2014)

                                                           nisti. Gonfalonieri, priori e ambasciatori, alcuni di
 Esiste infine un antico atto registrato nel castello di
                                                           loro furono anche tra i capi dalla rivolta dei Ciompi.
Panzano che dimostra che una tradizione Longobar-
                                                           Costruirono case nei pressi della chiesa di Santa Ma-
da, il Morgincap, veniva ancora praticata nell’XI se-
                                                           ria Maggiore, nella via chiamata oggi “dei Panzani”,
colo: tale usanza prevedeva una donazione da parte
                                                           nome peraltro derivabile anche dalle caratteristiche
del marito alla sua sposa il mattino che seguiva le
                                                           acquitrinose della zona, dove si trovavano appunto i
nozze, fatta alla presenza dei parenti più vicini, di
                                                           “pantani”.
amici e di giullari. I beni dati alla sposa non poteva-
no superare un quarto dei beni del consorte.                Dal castello si è originato il borgo e, più staccato, il
                                                           “mercatale”, la cui forma di “campana” ha dato il
 Il castello di Panzano venne fondato prima del 1000
                                                           nome alla piazza collocata sul crinale e incrocio del-
dalla famiglia Ridolfi, probabilmente di origine lon-
                                                           le varie strade. Tutte le domeniche mattina, nei gior-
gobarda e poi divenuta Firidolfi: importante casata
                                                           ni di festa, la piazza e le strade circostanti si riempio-
del Chianti, che nell’articolo pubblicato nel già cita-
                                                           no di bancarelle, che immediatamente si affollano di
to numero di Aprile 2020 de “L’Italia L’Uomo l’Am-
                                                           turisti da ogni parte del mondo, di tutti coloro che
biente” abbiamo trovato come fondatrice della chie-
                                                           passano per la chiantigiana e di abitanti del luogo: la
sa di Coltibuono nell’XI secolo e successivamente
                                                           combinazione che si realizza, intorno alla piazza, al-
proprietaria di Montegrossi. Il capostipite un certo
                                                           le varie botteghe e ai mille profumi e colori e suoni
Rodolfo, da cui il nome della casata “Filiis Ridol-
                                                           ti fa sentire nell’ombelico del mondo. Il vertice si
phi”. Numerosi sono i rami derivati di questa fami-
                                                           verifica al Mercato Aprilante che si svolge ogni pri-
glia, il più celebre, ancora oggi presente, è quella
                                                           ma domenica del mese: è una straordinaria mostra
dei Ricasoli.
                                                           di prodotti locali, di artigianato, e di infinite squisi-
Panzano ha un profondo collegamento con Firenze:           tezze. Miele, formaggi, salumi e molto altro sono
alcuni Firidolfi e molti abitanti vennero nel medioe-      straordinari preludi alle due grandi specialità di Pan-
vo a abitare nel capoluogo, dove vissero da protago-       zano: il Chianti e la Bistecca. Il territorio comprende
                                                           20 produttori di vino, che si distribuiscono su 500

                                                                                                                  9
ettari di vigneto. Se si guarda il paesaggio a sud del       ⁃     Carlo Baldini, “Greve in Chianti: etrusco e ro-
centro abitato i vigneti si dispiegano a perdita d’oc-       mano : Cor Vobis Grevem Pandit : Regionis
chio, in una grande area chiamata “Conca d’Oro”:             cantiae”. Comune di Greve in Chianti, 1998.
nome mutuato dall’antica destinazione agricola del-
la zona, estesamente coltivata a grano che riempiva          ⁃     Centro di Studi Storici Chiantigiani - Radda in
tutti gli spazi tra i filari delle viti. Oggi il 90% del-    Chianti, Fattoria Vignale, “I Santi del Chianti”,: qua-
le vigne di Panzano sono coltivate secondo i criteri         derno monografico. Salimbeni, 1985.
della viticoltura biologica, e il comprensorio è stato
il primo biodistretto vitivinicolo d’Italia. La zona è       ⁃     Tavole illustrative Pieve di San Leolino, pres-
dotata anche di una Stazione Sperimentale che coor-          so la pieve stessa.
dina il lavoro, esegue attività di monitoraggio ed ela-
                                                             ⁃     https://viticoltoripanzano.com/
borazione dati, e controllo della criticità.

                                                             ⁃     https://www.dariocecchini.com/
 Panzano è una delle capitali della bistecca alla fio-
rentina: qui si trova la bottega di Dario Cecchini, il
                                                             Le fotografie inserite nell’articolo sono di Gabriele
macellaio poeta, un vero e proprio artista discenden-
                                                             Antonacci.
te da una tradizione di svariate generazioni, che pro-
pone straordinari tagli pronti per la griglia: l’attività,
che ha creato lavoro e flusso turistico, ha senz’altro
avuto il merito di creare attenzione su uno dei più
importanti piatti toscani, portandolo nel mondo e ar-
rivando anche nelle pagine del New York Times.

Lasciamo Panzano, nella speranza che i giorni del
COVID passino presto, e tornino momenti che ci dia-
no la possibilità di tornare a vivere pienamente que-
sti luoghi di incontro, natura e tradizione.

Per approfondire

⁃     Carlo e Italo Baldini, “Pievi, parrocchie e ca-
stelli di Greve in Chianti”, Cooperativa Tipografica
degli operai, Vicenza 1979

                                                                                                                10
4
                                                                  di Maria Paola Romagnino
Quel filo storico tra
Sardegna e Toscana

         Pianta della città di Cagliari Pisana a forma di quadrifoglio e provvista di
        mura porte e torri - Disegnata da Sigismondo Arquer. Una Cagliari che non
                                            c’è più.
Dopo la vittoria su Museto (Mujahid) e la formazio-
ne dei Giudicati indipendenti inizia, praticamente,
un maggior interesse verso l’Isola di Sardegna, da
parte delle Repubbliche marinare di Pisa e Genova e
da parte del Papato.

Mujahid, liberto di origine slava, si rese noto per la
sua forza militare e marinara lungo le coste mediter-
ranee spagnole, delle Baleari, della Sardegna, di Pi-
sa e del Lazio. Si era insediato a Denia vicino ad Ali-
cante facendone un centro culturale fervido, fu poi
anche reggente della taifa di Valencia.                      Cagliari - Piazzetta Carlo Alberto in Castello e Catte-
                                                                                drale di S.Maria
Intorno all’anno Mille, con 110 navi, 10000 uomini
                                                           monaci (i monaci Benedettini di Montecassino, di S.
e 1000 cavalli si diresse verso la Sardegna sbarcan-
                                                           Vittore di Marsiglia, di Camaldoli, e di
do nella zona nord occidentale di Torres, occupando-
                                                           Vallombrosa).I monaci porteranno nell’isola impor-
ne il Giudicato. E’ da questo momento che i Sardi si
                                                           tanti cambiamenti come la riforma gregoriana, si de-
alleano con Pisa. I Pisani a loro volta si alleano con
                                                           dicheranno a un più intenso sfruttamento della terra
Genova e con Papa Benedetto VIII. Così nel porto
                                                           e si troveranno ad essere intermediari, nell’isola, tra
di Torres Mujahid venne sconfitto da Genova e Pisa
                                                           le mire papali e quelle di Genova e Pisa. I monaci
e dai ribelli sardi insieme.
                                                           cureranno in particolar modo l’insegnamento religio-
Su questi avvenimenti abbiamo notizie frammenta-           so e l’elevazione morale del popolo, elargendo quel-
rie. Si sa per certo che le città costiere sarde colpite   l’istruzione più elevata onde poter ottenere, susse-
vennero distrutte e il loro commercio si ridusse note-     guentemente, scrivani, funzionari e diplomatici al-
volmente. La maggior parte degli abitanti della co-        l’altezza dei loro compiti. Inoltre grazie a loro, cre-
sta si ritirarono nelle zone più interne, proprio per      scevano i traffici con la Francia Meridionale di cui
gli assalti musulmani, come successe a Tharros e a         si avvantaggiarono i mercanti marsigliesi.
Cagliari. A Cagliari si attuò il trasferimento a S.Igia
                                                            I Pisani agirono soprattutto nei giudicati di Cagliari
(S.Gilla) proprio durante le scorrerie arabe, a vantag-
                                                           e di Gallura, i Genovesi nel giudicato di Torres. Per
gio di una miglior protezione data dalle acque dello
                                                           i Giudici sardi la tutela militare pisana, ben accetta o
Stagno. Continui attacchi di piccoli nuclei isolati da
                                                           subita, è basata su rapporti di scambio e relazioni di
parte di corsari islamici lungo le coste sarde, spinse-
                                                           amicizia. Intanto Gregorio VII (1073-1085) impostò
ro ancora i Giudici a cercare la protezione delle flot-
                                                           il suo programma pastorale sulla riforma dei costu-
te Pisane e Genovesi, in cambio, i Giudici manifeste-
                                                           mi del clero, sulla sottomissione delle chiese locali
ranno la loro gratitudine per il sostegno ricevuto e la
                                                           all’autorità pontificia e sull’eliminazione dell’inge-
Sardegna favorirà l’insediamento nell’isola dei loro
                                                           renza laica nelle cose ecclesiastiche. E, forte di pre-

                                                                                                                   12
sunti diritti (probabilmente falsi) sulla Sardegna,       Intanto, ai Camaldolesi nel Logudoro, Costantino
scrisse ai Giudici di Cagliari, di Gallura, di Torres e   nel 1112 concesse le Chiese di San Pietro di Scano
di Arborea esortandoli alla devozione verso la Chie-      Montiferru e l’abbazia della SS.Trinità di Saccargia
sa, minacciando, in caso avverso, severe punizioni e      e ai Vallombrosani San Michele di Salvenor e San
un infeudazione sulla Sardegna. I Giudici, che si tro-    Michele di Plaiano. Si costituì così un movimento di
varono davanti all’incertezza del loro clero autono-      toscanizzazione del monachesimo sardo.
mo a sottostare a Roma, furono ancora minacciati
dalla Chiesa di una conseguente cessione dell’isola       Nel 1114 una imponente spedizione con molti allea-
ai Normanni. Intanto Pisa, che sosteneva il Papato,       ti, comandata dall’arcivescovo di Pisa salpava dalla
proseguiva la sua penetrazione economica in Sarde-        foce dell’Arno diretta alle Baleari, diventate covo di
gna grazie all’appoggio del Pontefice. Il primo vero      corsari saraceni. Dati gli ottimi rapporti intercorsi
trattato di un Giudice sardo con un comune italiano       tra la Repubblica toscana e i giudici di Torres e di
quale Pisa, fu il celebre “privilegio logudorese”, sti-   Gallura, le navi pisane poterono rifornirsi di viveri e
lato tra il 1080 e 1085, che sanciva questo avvicina-     rimettersi a punto facendo scalo in alcune località
mento. Mariano di Torres, si dice nel trattato, conce-    della Sardegna Settentrionale. E dato che era interes-
de l’esenzione del teloneo ( l’imposta sulle merci )      se sardo allontanare il pericolo saraceno dalle pro-
al popolo pisano (omnes homines de Pisas) e conce-        prie coste, i sardi si unirono ai Pisani con diverse sol-
de altri privilegi mercantili sottolineando l’amicizia    datesche cagliaritane accompagnate dall’arcivesco-
che lo lega ad esso. Quest’amicizia si rivelerà poi       vo di Cagliari e guidate da Saltaro, figlio del giudice
scomoda per le discordie interne tra i Giudicati e le     Costantino di Torres, e da Turbino, zio del giudice
famiglie giudicali. Nel 1089 Urbano II nomina il ve-      Mariano di Cagliari. Fu un’impresa vittoriosa che
scovo pisano Lamberto come rappresentante papale          segnò una tappa di rivincita per la ripresa cristiana
in Sardegna. E anche nel giudicato di Cagliari i pisa-    nel Mediterraneo e diede a Pisa più slancio per non
ni non tardarono ad avanzare i propri interessi econo-    allentare le mire sulla Sardegna.
mici. Dal giudice Mariano (Torchitorio di Lacon),
                                                          Pisa pian piano arrivò a dominare il Giudicato di
per l’opera di S. Maria di Pisa, i pisani ottennero
                                                          Torres. Infatti alla morte del giudice Costantino
esenzioni dai tributi sul commercio e sul sale e quat-
                                                          (1127) il figlio ed erede Gonario fu protetto e porta-
tro donnicalie si aggiunsero a quelle già donate dal
                                                          to a Pisa in casa di Ugo Pagano Embriaci di cui spo-
giudice Turbino, oltre alla libbra d’oro versata an-
                                                          sò una figlia; giunto in età di regno, fu aiutato dai
nualmente e una nave carica di sale. Le donnicalie
                                                          Pisani a tornare in Sardegna e riprendere il possesso
erano delle estese proprietà fornite di immunità fisca-
                                                          del Giudicato (1130) ricevendo Pisa a sua volta altri
le che diventarono, ingrandendosi, centri di specula-
                                                          privilegi. Nel 1147 Gonario dopo un viaggio in Ter-
zione commerciale sino a divenire dei veri e propri
                                                          rasanta si incontrerà con san Bernardo e nel 1153 ab-
feudi, che prenderanno il nome di curatorie. Dallo
                                                          dicherà in favore del figlio Barisone II, terminando i
stesso giudice Mariano anche Genova riceverà oltre
                                                          suoi giorni nel Convento di Chiaravalle.
all’esenzione dai dazi anche nove donnicalie e la lib-
bra d’oro annuale.

                                                                                                               13
Ai Giudici non rimase che una politica di equilibrio      chi, ancora le grandi famiglie dell’oligarchia mercan-
tra Genova e Pisa, cercando che non fosse solo una,       tile come gli Agliata, e quelle di mercanti minori.
di Repubblica marinara, ad avere l’esclusiva dell’iso-
la. Infatti, il passaggio di Pisa e Genova nell’isola,     Ugolino della Gherardesca fu figura intelligente e
fu un alternarsi di amicizia, ricatti, e matrimoni con-   luminosa, purtroppo offuscata da Dante per il rappor-
tratti per ragioni politiche. Sino al 1284 Pisa e Geno-   to con i Visconti. Con il castello di Siliqua e di Villa-
va si contesero, facendo base in Sardegna, i traffici     massargia Ugolino creerà un grande patrimonio terri-
sul Mediterraneo, dandosi anche battaglia fra di loro     toriale. Villa di Chiesa, l’attuale Iglesias, fu il risulta-
sino alla vittoria da parte genovese nella battaglia      to di una saggia politica del Conte Ugolino, il quale
navale della Meloria, a seguito della quale Genova        valorizzò i giacimenti minerari e attuò una politica
rinsaldò il suo potere sulla città di Sassari e sul Lo-   di popolamento, e, nel giro di pochi anni, trasformò
gudoro.                                                   un piccolissimo borgo in una città eterogenea con
                                                          molti sardi che l’abitarono. Un’antica testimonianza
La guerra scoppiò quando Pietro I di Cagliari si al-      ci è data dal Breve di Villa di Chiesa, ratificato da
leò con Genova facendo ad essa delle concessioni.         Alfonso d’Aragona nel 1327, scritto in volgare tosca-
Pisa insorse. Il giudice Costantino sbarcò a Cagliari     no comprendente diversi sardismi. Si tratta di un co-
al comando di un esercito pisano (1189), Pietro I         dice di leggi che ebbe inizio nel periodo governato
venne messo in fuga e furono espulsi tutti i Genove-      da Ugolino che, dando impulso all’attività estrattiva
si dal giudicato. Fu proclamato un Giudice non sar-       del piombo e dell’argento, con lo statuto regolava i
do. Prima Oberto e poi Guglielmo di Massa.                diritti sia del dominatore che dei cittadini. Vi si tro-
                                                          vano norme riguardanti la vita comunitaria iglesien-
Guglielmo cercò di estendere il suo dominio sugli         te, prescrizioni urbanistiche, regole sulla conduzione
altri Giudicati per cui nel 1194 invase il Logudoro       dei mercati e delle merci, sulla vita sociale, sulle pe-
espugnando il castello del Goceano e facendo prigo-       ne eventuali da comminare per reati, e sullo sfrutta-
niera Prunisinda, moglie del giudice Costantino di        mento delle miniere. In Sardegna il Conte Ugolino
Torres. In seguito, fu tentato un ulteriore attacco Ge-   si manifesterà come grande stratega e grande ammi-
novese (1196) contro Cagliari e la città giudicale ca-    nistratore diventando uomo potente in politica, fino
gliaritana, S. Igia, sede del palazzo giudicale.          a che perse la Signoria di Pisa e la vita..Nel 1303 Vil-
                                                          la di Chiesa passò sotto il diretto dominio di Pisa
Ancora storie intricate legarono Genova e Pisa alla
                                                          con autonomie amministrative e giudiziarie.
Sardegna, vicende fatte di alleanze guerre e tregue,
complicate da matrimoni di ereditiere sarde con
esponenti di famiglie potenti. Per Genova Doria e
Malaspina ecc., per Pisa le grandi famiglie aristocra-
tiche dei Massa, Visconti, Capraia, Donoratico, Del-
la Gherardesca. Inoltre le famiglie nobili pisane co-
me i Sismondi, i Gualanda, Ripafratta, e i Lanfran-

                                                                                                                  14
La rocca naturale del Castello Cagliaritano presenta,
                                                           ad oriente, uno strapiombo di circa trenta metri, per
                                                           cui, non bisognevole di ulteriori rafforzamenti, ven-
                                                           ne semplicemente chiusa dai Pisani con un anello di
                                                           mura su cui l’architetto Giovanni Capula levò le po-
                                                           derose torri di San Pancrazio e dell’Elefante, costrui-
                                                           te nel 1305 e nel 1307, quella del Leone essendo un
                                                           po’ antecedente. Il Castello si svilupperà a forma tra-
            Torre pisana di San Pancrazio                  pezoidale adattandosi alla forma ondulata del suolo,
 Nel 1214 moriva Guglielmo di Massa a cui succes-          con stesura di strade da Nord a Sud, parallele all’as-
se la figlia Benedetta che sposò Barisone, II figlio       se centrale, costituito dal congiungimento lineare tra
di Pietro d’ Arborea. Quando nel 1217 Pisa prevalse        le torri di san Pancrazio e dell’Elefante. Secondo gli
sui Genovesi, ottenne dalla Giudicessa Benedetta           stanziamenti degli artigiani, mercanti, banchieri, ma-
proprio la parte alta della Città di Cagliari, chiamata    rinai presero il nome le strade: Ruga mercatorum,
Castello, e la sua appendice di Marina, con preziosa       Ruga marinariorum, ruga fabrorum, ruga comunalis,
posizione sul mare. Nel 1254 il Giudicato di Caglia-       ruga heleophantis. Ma anche rioni interi come la pel-
ri, attraverso lo smembramento in più parti, venne         laria, la vinaria, la gamurra (fabbricanti e venditori
consegnato alle potenti famiglie pisane dei Visconti,      di una specie di panno), la ferraia, comprovano l’ag-
Donoratico, Gherardesca, e Capraia e Cagliari finiro-      gruppamento delle strade per associazioni di mestie-
no sotto il dominio diretto di Pisa, con un governo        re. Un impianto stradario ancora esistente, arricchito
modellato secondo il Comune toscano.                       di portici e passaggi trasversali, modellato secondo
                                                           gli stessi coevi impianti delle città toscane. Invece
Pisa condusse una lunga lotta con i Vittorini, diretta     Marina, verso il mare, centro commerciale con nu-
a conquistare la gestione delle saline e soprattutto il    merosi fondachi, conserverà l’impianto ortogonale
potere economico e politico della città.                   romano. Anche Marina, detta La Pola o Bagnara, fu
                                                           fortificata dai Pisani e così anche i primi insediamen-
. Nel 1258 fu l’anno in cui ebbe fine il Giudicato di      ti di Stampace e Villanova. La nuova città nelle sue
Carali e Pisa prese pieno possesso della concessione       istituzioni, nelle vie, nelle chiese, nell’organizzazio-
avuta: distruggerà completamente la residenza giudi-       ne e nella vita richiamava alla mente dei pisani, ivi
cale di S.Igia. Lamberto Visconti giudice di Gallura,      stanziati, l’immagine della loro patria. I Castellani
potente famiglia pisana, sposerà Benedetta figlia del      pisani di Castello rappresentavano la sovranità terri-
giudice Chiano, otterrà l’autorizzazione di costruire      toriale di Pisa in Cagliari, dirigevano l’amministra-
Castel di Castro secondo lo stile medievale di citta-      zione locale ed erano organi giurisdizionali della re-
della fortificata e quindi cingerà di mura la città, si-   pubblica nelle materie civili e penali. Dallo Statuto
no al mare. Posizione che garantirà il commercio pri-      pisano del 1286 si rileva come in suddetto periodo
ma del sale e poi dell’argento.                            per il predominio del conte Ugolino della Gherarde-
                                                           sca e Nino Visconti a Pisa spettasse a loro la scelta

                                                                                                               15
do la fisionomia del precedente stato giudicale: mol-
                                                          ti compiti non vennero più assegnati agli elementi
                                                          locali. Dall’isola si esportavano grano, orzo, formag-
                                                          gio, sale, cuoi, lana e pelli.

                                                          Pisa e Genova determinarono così la nascita delle
                                                          città medioevali in Sardegna,con una popolazione
                                                          commerciale e artigianale capace di inglobare e orga-
                                                          nizzare il territorio dal punto di vista istituzionale e
                                                          mercantile. Questo processo di urbanizzazione si in-
      L’elefantino della torre pisana dell’Elefante       tegrerà con il processo commerciale nel Mediterra-
                                                          neo. La Sardegna esporterà materie prime di tipo
dei Castellani ,obbligatoriamente pisani, affiancati
                                                          agro pastorale e importerà manufatti di ogni genere.
dal Capitano del popolo. Dovevano provvedere alla
                                                          All’ inizio del Trecento, Cagliari Sassari e Oristano
riscossione dei censi e di tributi dei cittadini al Co-
                                                          saranno perfettamente integrate e non più isolate,
mune e difendere i beni appartenenti all’Opera di
                                                          nell’economia mediterranea.
Santa Maria di Pisa siti nel Cagliaritano. Questo Sta-
tuto pisano fu completato e modificato dal 1313 al        Riguardo la cultura della Sardegna Pisana le fonti
1337.                                                     arrivate fino a noi son scarse. Poche opere di caratte-
                                                          re agiografico e cronachistico, di carattere teologico,
Dal Breve Portus Kallaretani (1318) Cagliari ebbe
                                                          o canonicistico, scritture di attività notarili. Però del
un efficiente organizzazione portuale. La versione
                                                          periodo ci son pervenute testimonianze sull’ esisten-
del Breve pisano è uno dei più antichi statuti portua-
                                                          za di scuole e inventari di biblioteche. Ricerche d’ar-
li del Mediterraneo. Da esso risultano le modalità di
                                                          chivi testimoniano la circolazione delle idee, ristret-
nomina, le attribuzioni, e le attività degli ufficiali
                                                          ta a determinati ambiti, per lo più ecclesiastici e ai
che Pisa inviava a Cagliari a difesa e protezione del
                                                          ceti professionali più alti. E’ prezioso ricordare che
porto. Il Breve ci è pervenuto in traduzione italiana,
                                                          nella Biblioteca Universitaria di Cagliari esiste un
non troppo fedele, di un precedente testo in latino,
                                                          Codice della Commedia di Dante abbondantemente
con ordinamenti e norme più antichi che risalirebbe-
                                                          glossato. E’ stato studiato e illustrato da valenti dan-
ro al secolo precedente.
                                                          tisti. E’ di provenienza pisana e appartiene alla pri-
                                                          ma metà del XIV sec. Inoltre molti edifici religiosi
 La vecchia economia giudicale, tendente a soddisfa-
                                                          importanti conserveranno lo stile romanico pisano :
re il solo bisogno locale, si trasforma, con incremen-
                                                          S.Maria di Ardara, S.Nicolò di Trullas, S.Trinità di
to di traffici e diffusa circolazione monetaria, in
                                                          Saccargia, S. Michele di Plaiano, oltre alle cattedrali
un'economia di tipo aperto, nella quale molti elemen-
                                                          di S. Pietro di Sorres e S. Giusta. L’impianto urbani-
ti locali, originariamente legati alla terra, si vanno
                                                          stico del Castello di Cagliari, Sassari e Iglesias nel
mutando in abili mercanti. Nei porti, nuovi istituti
regolavano il commercio e la vita politica, camban-

                                                                                                               16
loro centro medioevale manterranno l’impianto urba-        ra, porte e torri. Son cadute porta Gesus, porta Villa-
nistico originario pisano.                                 nova, porta Stampace, porta dei Cavoli, porta Cava-
                                                           na, porta di S. Agostino. Vana fu la battaglia dell' ur-
Pisa non si limitò a fortificare solo il Castrum Kara-     banista e architetto Gaetano Cima per la loro conser-
lis, che rimase una città prevalentemente pisana in        vazione, nel 1860. Non esiste più il bastione di Mon-
quanto a popolazione, costumi e istituzioni, ma mu-        serrato e del Gesus (viale Regina Margherita) e i ba-
nì di castelli importanti il territorio che era apparte-   stioni di Castel Rodrigo (Darsena attuale) e Sant’El-
nuto al Giudicato di Cagliari. Di fronte alla città, sul   mo avanzante sul mare.
colle omonimo a Cagliari, sorse il castello pisano di
San Michele. Quando nel 1297 Bonifacio VIII in-             Nel 1870 furono abbattuti i baluardi di San France-
feudò la Sardegna e la Corsica assegnandole a Gia-         sco e di Sant’Agostino (largo C.Felice).
como II d’Aragona, per decenni i Pisani vissero nel-
l’attesa dello sbarco degli Aragonesi, rafforzando         Per lungo tempo, fino a quasi tutto l’Ottocento, l’im-
soprattutto Castello ma non solo. La conquista arago-      magine di Cagliari rimase quella disegnata da Sigi-
nese avvenne venticinque anni dopo, quando Alfon-          smondo Arquer per la Cosmographia Universalis
so, primogenito di Giacomo II, sbarcò con trecento         (1550): un quadrifoglio con i grandi quartieri storici
navi e1500 uomini nel golfo di Palmas per arrivare         della Città, Castello a nord, Marina a sud, Villanova
ad Iglesias e da Bagnara assediare la città occupata       ad est, Stampace ad ovest, un'unica fortezza di cui i
dai Pisani, già sconfitti a Lucocisterna. Bagnara, ac-     Pisani per primi si preoccuparono per la difesa della
canto al porto, divenne villa de Bonavre e il primo        città. Una difesa formidabile che si rileva anche dal-
agosto 1325 si introdussero le istituzioni catalane-a-     le carte segrete di Giacomo II d’ Aragona “ ..in cir-
ragonesi. Castello nel 1326 cadde in mano aragone-         cujtu est quasi rocca tallata, sed competentis altitudi-
se e i Pisani lasciarono definitivamente la città di Ca-   nis. Bene est munitus muris et turribus sic quod est
gliari.                                                    quasi impugnabile…” Il Castello pisano era una roc-
                                                           ca inespugnabile. Nel 1861 si mise termine al concet-
Poi Aragonesi (1324), Spagnoli, Austriaci e Piemon-        to di città militare e alla fine dell’Ottocento Cagliari
tesi rinsaldarono dal punto di vista militare tutto        fu spinta, in termini di espansione urbana, fuori dal-
quello che i Pisani avevano saputo innalzare intorno       le mura.
alla città, “una delle più belle cinta bastionate d’Ita-
lia”.. Ad oggi, purtroppo son rimaste intatte solo         Il nome Cagliari deriva da Carales (latino), che però
quelle di Castello dove, a tratti, dalla pietra cresco-    ricalca un toponimo più antico dalla base Car e il suf-
no spontanee le piante dei capperi a ciuffi, adornan-      fisso al-alias-ales. Alcuni studiosi fanno risalire il
do le bellissime torri dell’Elefante e di san Pancra-      nome all’eroe fenicio Qaral , altri affermano che sia
zio. Quella dell’Aquila o del Leone è stata demolita       un toponimo similare ad altri toponimi dell’area ana-
e la parte residua incorporata nel palazzo Boyl            tolica e iberica dove “Cara” sta per pietra e il suffis-
(1840). Probabilmente, decisioni troppo frettolose e       so “al” le conferisce il significato di pietraia (città di
spinte politiche determinarono la distruzione di mu-       calcare) Ma furono anche Pisani e Spagnoli ad ap-

                                                                                                                 17
portare al nome nuove modifiche. Proprio un segno          rano il profilo sinuoso della città antica e ancora ad
pisano nel Medioevo è la comparsa di Callari, voce         oggi le fan da sentinella fino allo spuntar del sole.
toscaneggiante che riporta all’ageminazione del par-
lare toscano, giunto a noi con la successiva pronun-       Fonti bibliografiche
cia spagnola sul modulo di Castilla - Castiglia.
                                                            C.Figari - Cagliari raccontata –EdiSar srl Cagliari
Cosa resta del dominio toscano? Certamente gli im-         nov.1990
portanti monumenti succitati, sparsi nell’isola, ma
                                                           M.Brigaglia e S.Tola - Dizionario storico geografco
del bel baluardo difensivo attorno alla città ben po-
                                                           dei Comuni della Sardegna- Carlo Delfino Editore
co... I ricchi mercanti toscani abbandonarono Caglia-
                                                           SS mag.2009
ri dopo aver venduto tutto, restarono i piccoli, ma le
case dei pisani vennero espropriate e comprate da
                                                           G.G.Ortu- La Sardegna dei Giudici – Ed. il Maestra-
privati e dalla corte aragonese a poco prezzo. Nel
                                                           le Nuoro dic 2005
Libre de les estimes dels alberchs de Castell de Cal-
leres son riportati i nomi di ben ottocento pisani e di    F.Artizzu – La Sardegna pisana e genovese – Arti
altrettanti compratori catalano-aragonesi insieme          Grafiche Editoriali Chiarella SS 1985
con l’indicazione di tutte le strade i vicoli e le case
di Castello. Uno spaccato di una città medioevale          C.Thermes- Cagliari amore mio – Gianni Trois Edi-
incredibile… .                                             tore-Edizioni 3T Cagliari dic.1980

Penso alle città toscane fortificate..Monteriggioni,       N.Sanna – Il cammino dei Sardi- Zonza Editori-
Lucca, Massa Marittima, Grosseto e penso che an-           loc.Is Coras Sestu (CA) nov.2003
che Cagliari, la mia amata città natale, avrebbe potu-
to essere così... Bella... dentro le mura pisane… Ma       M. Tangheroni- dall’ Almanacco Storico 1986
è anche vero che Cagliari affaccia al mare e sarebbe
                                                           A.Boscolo- La Sardegna Bizantina e Alto Giudicale
stato un sicuro dualismo urbanistico, superata la mi-
                                                           – Arti Grafiche Editoriali Chiarella SS 1989
litarizzazione storica, tra città aperta e città chiusa
protratto nel tempo… Eppure quelle mura bastiona-
te sino al mare erano stupende…grandiose... Ma
adesso non ha importanza rimpiangere… Cagliari è
solare e aperta. E’ appunto la città del sole, aperta al
suo bel golfo, alla trasparenza delle sue acque, al vo-
lo dei fenicotteri nei suoi cieli tersi o di fuoco a se-
conda delle ore del giorno, al gioco del vento, al
biancore delle sue spiagge… Mentre due torri pisa-
ne in calcare, le più belle, e la cattedrale di S. Maria
in Castello, nella notte, con il loro biancore, rischia-

                                                                                                              18
5
                        di Mariangela Corrieri
Vivisezione: un’altra
ricerca è possibile
La domanda che ci dovremmo porre con le parole di          gli “ismi”, lo specismo: gli animali sono i più deboli
Jeremy Bentham, non è: “possono ragionare? Né:             fra i deboli.
possono parlare? Ma: possono soffrire?”
                                                           Poche, pusillanimi, contraddittorie le leggi a loro fa-
La risposta scontata risulta a tutti comprensibile: sì,    vore (vedi i cani di Green Hill allevati in Italia per i
possono soffrire.                                          laboratori mentre la legge 281/91 lo impedirebbe,
                                                           art. 2 comma 3: I cani catturati o comunque prove-
E soffrono molto gli animali destinati alla sperimen-      nienti dalle strutture di cui al comma 1 dell’art. 4
tazione o vivisezione, così definita dall’enciclopedia     non possono essere destinati alla sperimentazione).
Treccani: “Atto operatorio su animali vivi, svegli o       Ma, come si sa, per quelle poche leggi, tante sono le
in anestesia totale o parziale, privo di finalità tera-    deroghe, tante le trasgressioni, occultate, ma soprat-
peutiche ma tendente a promuovere, attraverso il me-       tutto ignorate.
todo sperimentale, lo sviluppo delle scienze biologi-
che, o a integrare l’attività didattica o l’addestramen-   In Italia, nel 2017, sono stati 580.073 gli animali sta-
to a particolari tecniche chirurgiche o, più raramen-      bulati, utilizzati e uccisi di cui il 46% ha subìto pro-
te, a fornire responsi diagnostici. Con significato più    cedure dolorose. Inoltre, 2.538 gli animali allevati
estensivo, il concetto di v. può essere applicato a tut-   per il solo mantenimento di colonie geneticamente
te quelle modalità di sperimentazione, non necessa-        modificate e 1.598 gli animali ancora utilizzati a fini
riamente cruente, capaci di indurre lesioni o altera-      didattici.
zioni anatomiche e funzionali (ed eventualmente la
morte) negli animali da laboratorio”.                      Cani e macachi sono in aumento e su questi animali
                                                           gli esperimenti risultano fortemente invasivi, com-
D’altra parte, tralasciando gli eufemismi, come può        portando alti e prolungati livelli di dolore (studi sul-
essere chiamato l’atto di somministrare scosse elet-       la tossicità, sulle problematiche nervose e mentali,
triche, cucire le palpebre, enucleare i bulbi oculari,     sul cancro). L’ultimo esempio è quello che, attual-
bruciare gli occhi, annegare, soffocare, affamare fi-      mente, vede le Università di Parma e di Torino utiliz-
no alla morte, amputare gli arti, distruggere gli orga-    zare i macachi per “curare” la cecità umana interve-
ni, ustionare i corpi con agenti chimici o radiazioni,     nendo sul loro cervello, accecandoli e, infine, ucci-
provocare traumi, attacchi di cuore, ulcere, paralisi,     dendoli.
attacchi epilettici, costringere a inalare fumo di ta-
bacco, bere alcol, assumere stupefacenti come eroi-        Tra gli animali usati come cavie nel 2017, oltre alle
na e cocaina e... tanto, tanto ancora?                     centinaia di migliaia fra topi e ratti, ci sono:

D’altra parte, come sempre è avvenuto nella storia         19.325 conigli, 1.657 suini, 639 cani, 548 macachi,
umana, l’utilitarismo ha condizionato la cultura, l’in-    279 bovini, 192 pecore e poi….tanti altri la cui sorte
teresse del forte sul debole ha alimentato la violenza     si può leggere al link della Gazzetta Ufficiale (vedi
e la sopraffazione. Il colonialismo, lo schiavismo, il     link 1 a pagina 30)
razzismo, il sessismo….lo dimostrano e, ultimo fra

                                                                                                               20
In Europa sono quasi 10 milioni all’anno gli animali           Si può assimilare all'uomo un cane, un topo, una
utilizzati negli esperimenti e 12 milioni circa sono           scimmia? Un gatto? Un gatto trattato con aspirina
quelli usati per mantenere le colonie di animali gene-         rischia di morire dissanguato. Nutrito con l’Amanita
ticamente modificati, o soppressi per esubero.                 phalloides, fungo per noi fatalmente velenoso, con-
                                                               serva ottima salute.
I ricercatori, i giornalisti, i politici, tutte le categorie
interessate alla sperimentazione, dimenticano di dire          Gli esperimenti sugli animali ci danno informazioni
che:                                                           sugli animali, non sulle persone. Il risultato di studi
                                                               compiuti sugli animali non può mai garantire la sicu-
dopo i test preclinici (sugli animali) di scarsa rilevan-      rezza o l'efficacia delle medicine o di altri prodotti
za (come dicono i ricercatori antivivisezionisti) per-         destinati agli esseri umani, a causa delle differenze
ché non sono specie-specifici, seguono quelli clinici          biologiche, anatomiche e biochimiche fondamentali
(sull’uomo). Non è difficile sapere che, nel mondo,            tra le specie. Esistono innumerevoli esempi di medi-
vengono effettuati su gente debole e ricattabile, car-         cinali testati sugli animali che sono stati immessi sul
cerati, indigenti..….. Un esempio è                                            mercato come sicuri per poi causare
rappresentato dall’India. Nel 2005                                             effetti collaterali gravi e addirittura il
gente analfabeta fu reclutata per                                              decesso degli umani. Dalla talidomide
partecipare a sperimentazioni clini-                                           al TGN1412.
che senza un vero consenso infor-
mato e senza conoscere i rischi. Da                                         Si pensa che l'utilizzo di animali ai fi-
allora, l’India è diventata un vero                                         ni sperimentali sia un male necessario
‘paradiso’ per le sperimentazioni                                           perché grazie a loro possono essere
di nuovi farmaci, grazie ad una le-                                         salvate vite umane. Eppure sono molti
gislazione “rilassata”: (vedi link 2                                        gli scienziati contrari a questa pratica,
a pagina 30)                                                                in alcuni casi anche solo ed esclusiva-
                                                               mente per ragioni scientifiche.
i 4/5 dei farmaci che superano la sperimentazione
animale non superano la sperimentazione umana, e               Studiare la complessità dell'organismo umano ricor-
solo meno del 20% vengono messi in commercio e                 rendo agli animali come modello è un grossolano
di questi ben il 51% presenta gravi reazioni avverse           errore metodologico poiché si vuole sostituire la
che non si erano verificate negli animali. Ciò signifi-        complessità umana utilizzando organismi altrettan-
ca che in oltre il 90% dei casi i risultati su esseri          to, ma diversamente, complessi. L'approccio scienti-
umani e animali sono significativamente differenti e           fico prevede di conoscere perfettamente il modello
i risultati accettabili li possiamo solo conoscere a po-       su cui si lavora e questo non avviene usando gli ani-
steriori. Sono dati della Food and Drug Administra-            mali. Anche volendo tralasciare le ragioni etiche
tion (USA).                                                    (quelle che rendono l'uomo pienamente umano), la
                                                               sperimentazione animale è comunque una prassi

                                                                                                                     21
grossolanamente errata e obsoleta, soprattutto se si          plied Animal Welfare e in particolare Nature, pubbli-
guarda alle nuove metodologie oggi                            cano articoli che contestano la sperimentazione ani-
disponibili: informatica, studi epidemiologici, mo-           male quale metodo scientifico, definendola “cattiva
delli matematici, ricerche su cellule e tessuti coltiva-      scienza” mentre il Rapporto “Toxicity Testing in
ti in vitro, organoidi, chip al Dna… tecnologie in            the XXI Century: a Vision and a Strategy 2007" par-
continua evoluzione, ma finanziate in Italia con la           la della necessità di un radicale cambiamento di pa-
miserrima cifra di 500.000 euro, mentre in Germa-             radigma.
nia vi si spendono 50 milioni di euro e in Europa 70
miliardi di euro. In Europa esiste un Istituto di ricer-      Perché i metodi sostitutivi non hanno eliminato del
ca, l'ECVAM, per lo studio, la validazione e la diffu-        tutto il ricorso agli animali?
sione di tali metodi sostitutivi più predittivi, rapidi
                                                              I motivi sono vari: inerzia culturale, paravento giuri-
ed economici. Questo Istituto viene finanziato dagli
                                                              dico, comodità, la difesa di un ordine precostituito
Stati membri, dall'industria, dalle organizzazioni ani-
                                                              da parte di coloro che sono al suo interno. Abbando-
maliste, ma non dal grande pubblico, che invece fi-
                                                              nare l'uso di animali significherebbe investire per
nanzia la vivisezione attraverso le campagne di rac-
                                                              riconvertire laboratori, smantellare allevamenti e sta-
colta promosse dalle compagnie telefoniche e dai
                                                              bulari, significherebbe anche tagliare fuori dal mer-
mass media.
                                                              cato le grandi multinazionali che allevano e fornisco-
In Italia è stata promulgata la Legge 413 /1993 "Nor-         no animali a tutto il mondo. D’altra parte, per introi-
me sull’obiezione di coscienza alla sperimentazione           ti, l’industria farmaceutica è la seconda al mondo
animale” che, caso unico nel Diritto, recita esplicita-       dopo quella del petrolio. E si sa, il dio denaro è pur
mente all'art. 3 comma 5: "Tutte le strutture pubbli-         sempre un dio. Per i ricchi.
che e private legittimate a svolgere sperimentazione
                                                              Chi è contrario alla sperimentazione animale e pero-
animale hanno l'obbligo di rendere noto a tutti i lavo-
                                                              ra lo studio e la diffusione dei metodi alternativi, mo-
ratori e gli studenti il loro diritto ad esercitare l'obie-
                                                              derni, lontani dall’epoca cartesiana e degni del terzo
zione di coscienza alla sperimentazione animale".
                                                              millennio, è su una frontiera d’avanguardia che tro-
Risulta però che le Università, che hanno l'obbligo           va appoggio sulla filosofia di Stuart Mill, per cui:
di "massima pubblicità", non diffondono la legge co-          “avviene spesso che la credenza universale di
me previsto.                                                  un’epoca, dalla quale nessuno era libero senza uno
                                                              sforzo straordinario di genialità o coraggio, diventi
                                                              in un’epoca successiva un’assurdità talmente eviden-
                                                              te che l’unica difficoltà è di capire come tale idea
Negli Stati uniti il Consiglio Nazionale delle Ricer-         fosse mai potuta apparire credibile”.
che (NRC) sta avviando un cambiamento, definito
dal Consiglio stesso "epocale”, sui metodi di speri-
mentazione biomedica. Anche le maggiori riviste
scientifiche: Science, British Medical Journal of Ap-         Link:

                                                                                                                  22
1 -
https://www.gazzettaufficiale.it/do/atto/serie_generale/caricaPdf?cdimg=19A0063200100010110007&dgu=20
19-02-02&art.dataPubblicazioneGazzetta=2019-02-02&art.codiceRedazionale=19A00632&art.num=1&art.tip
oserie=SG;

2 - https://www.ilfattoquotidiano.it/2011/12/12/pertosa-cavie-umane-passare/173980/;

Immagini

In copertina:

https://www.oipa.org/italia/vivisezionefaq/;

Nell’articolo:

https://www.labiolca.it/rubriche/rapporto-uomo-animale/la-sperimentazione-animale-un-errore-metodologico/;

                                                                                                        23
6
                         di Gianni Marucelli
L’Inutile massacro dei
cinghiali in Toscana
Come funziona (ovvero, non funziona) la legge regio-       2010 oscillano tra un milione e due milioni di euro
 nale toscana per il controllo dei danni alle coltiva-     annui.
            zioni da parte dei cinghiali
                                                           Sempre all'inizio del secondo decennio del secolo, il
Come ben sanno tutti gli ambientalisti e gli animali-      numero stimato di cinghiali nella regione si attesta-
sti della Regione Toscana, dal 2016 trova la sua at-       va attorno ai 320.000 individui (Apollonio), nono-
tuazione la cosiddetta Legge Remaschi – dal nome           stante le stragi degli anni precedenti.
del suo proponente, l'allora Assessore Regionale
Mauro Remaschi – in seguito, dopo il suo prestabili-       Fu facile, quindi, far approvare una legge che sem-
to periodo di validità (3 anni) , inglobata nella attua-   brava garantire il confinamento degli ungulati nelle
le Legge regionale sulla caccia. Il provvedimento è        aree definite “vocate”, cui peraltro si dava pieno ac-
pensato per eradicare alcune specie (quali il Muflo-       cesso ai cacciatori per il prelievo annuo di capi. Nel-
ne e il Daino) alloctone (comunque presenti da de-         la realtà dei fatti, e anche delle dichiarazioni dei pro-
cenni o da secoli) e limitare alle sole zone boschive      ponenti, l'obiettivo primario della legge Remaschi
la presenza degli altri ungulati (Cervo, Capriolo, ma      era però quello di creare una vera e propria industria
soprattutto il Cinghiale), in modo da tagliare drasti-     capitalista della carne di selvaggina, contando su
camente i danni alle colture da essi provocati, per i      una manodopera a costo zero, anzi, pagante, i caccia-
quali la Regione è tenuta a risarcire gli agricoltori.     tori, e su una richiesta di mercato che pareva potesse
                                                           crescere in modo rapido, nel settore ristorativo e al-
Risibile è l'altro motivo – gli incidenti automobilisti-   berghiero in particolare. La limitazione dei danni al-
ci provocati dall'attraversamento stradale degli ani-      le colture sarebbe stato soltanto un effetto accesso-
mali – dato che, il più delle volte, essi potrebbero       rio e, come si vedrà, molto labile. Le strutture por-
essere evitati da una guida prudente, richiesta dal Co-    tanti di questa operazione avrebbero dovuto essere:
dice stradale specie sulle strade di montagna. Tali        l'assoluta collaborazione delle squadre di cinghialai
incidenti comunque comportano la rifusione del dan-        e delle amministrazioni degli ATC (Ambiti territoria-
no, sempre da parte delle autorità competenti.             li caccia), la costituzione a loro spese di appositi
                                                           “centri di sosta” dove portare a fine giornata le car-
In realtà, la Legge Remaschi non ha causato un au-         casse degli animali, la formazione di migliaia di cac-
mento esponenziale delle uccisioni, in quanto da de-       ciatori di selezione, abilitati a operare tutto l'anno e
cenni gli ungulati – ma soprattutto il Cinghiale – so-     abilitati a eviscerare gli animali constatandone la sa-
no oggetto comunque di una caccia spietata. Basti          lute e quindi la salubrità delle carni, infine la realiz-
consultare i dati ufficiali disponibili, che ci parlano    zazione di centri specializzati nella lavorazione del-
di 40/50.000 cinghiali uccisi annualmente sin dal-         la carne dei selvatici e nel relativo smercio agli uten-
l'inizio del millennio. Questo alto numero di uccisio-     ti finali.
ni non ha però evitato il progressivo proliferare del-
la specie, tanto meno i danni alle colture dichiarati      Negli anni 2017-2019 (tre) dai dati ufficiali risulta
dagli agricoltori e rifusi dalla Regione, che dopo il      siano stati abbattuti 236.090 capi di cinghiale, più

                                                                                                                25
Puoi anche leggere