L'asse Napoli Berlino nella mostra PORTAL #2 NAPOLI - BERLINO - New Media Press

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L'asse Napoli Berlino nella mostra PORTAL #2 NAPOLI - BERLINO - New Media Press
L’asse Napoli Berlino nella
mostra PORTAL #2 NAPOLI /
BERLINO.
Oltre mille chilometri di distanza, la linea retta che unisce
le città di Napoli e di Berlino trova la sua rielaborazione
artistica in una mostra, che fa da collegamento, come una
porta di passaggio, tra due fulcri portanti, due metropoli
dell’attuale scena dell’arte contemporanea in Europa.

ph Roberto Della Noce

A sottolineare l’importanza della scena tedesca in questo
momento storico per il mercato dell’arte per la sua fase di
evoluzione, il gallerista, Luigi Solito cita i nomi di Gerhard
Richter e Anselm Kiefer, certamente tra più interessanti
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esponenti del panorama artistico attuale in Europa. La mostra
proposta, raccoglie un insieme eterogeneo di opere che
comprende tele, sculture, istallazioni, fotografie e disegni.
Si tratta di una collettiva di 16 artisti già presentata alla
Schaufenster di Berlino nel novembre 2020. Ma chi sono le due
curatrici?

Anna Nezhnaya, è una giovane artista emergente nata a Mosca,
che vive e lavora a Berlino. Racconta: “quando abbiamo
inaugurato Portal allo Schaufenster di Berlino, mi sentivo
come una bambina il giorno di Natale; la sensazione magica che
avverti quando entri nella stanza dove brilla l’albero di
Natale con i doni. Da curatrice, ho solo riunito le opere
d’arte di quegli artisti che ho ammirato e che mi hanno
ispirato. Di conseguenza, la mostra ha attirato l’attenzione
del pubblico berlinese, che nei mesi precedenti era rimasto
bloccato a causa del lockdown e quindi era desideroso di arte.
Sono stata estremamente felice e lusingata quando la Galleria
Luigi Solito mi ha suggerito il progetto Portal #2 per creare
un “portale” di collegamento tra Napoli e Berlino”.

ph Mina Grasso

Fabia Mendoza, è artista berlinese, moglie dell’artista
americano Ryan Mendoza e autrice del documentario musicale e
politico The White House sull’azione artistica The Rosa Parks
House appunto di suo marito Ryan, che ha avuto il suo lavoro
“Almost Home” progetto itinerante, esposto nel Cortile d’Onore
del Palazzo Reale di Napoli in piazza del Plebiscito.
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Fabia evidenzia con le sue parole la ricchezza della
produzione da parte degli artisti emergenti: “con un focus
sull’interazione diretta con un giovane pubblico, Luigi Solito
Galleria Contemporanea rappresenta la nuova generazione che
aggiunge vita alle gallerie napoletane affermate nella scena
internazionale. Non sorprende quindi che Solito inauguri
questa nuova era con un gruppo di artisti emergenti di
Berlino, città dove e’ possibile scoprire un modo di fare
nuova arte, sperimentale e di tendenza.

ph Mina Grasso

Un’arte che brilla come diamanti nell’eccesso di offerta
spesso banale e prodotta a buon mercato che pateticamente
cerca di caricarsi di significato invece di esistere con
orgoglio secondo il credo di Andrej Tarkovsky: se cerchi
troppo il significato, ti perderai tutto ciò che sta accadendo
intorno a te.

Promotrice della galleria e della produzione della mostra è la
società per le arti di Virginia Cuccaro; il concept e il
graphic design sono di Marco Gallo dall’originale di Sargon
Khinoev.
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L’universo femminile nella
mostra Claire Fontaine |
Pasquarosa     |    Marinella
Senatore in Villa Pignatelli.
Tre interpreti differenti, per storia, generazione e cultura,
Claire Fontaine, collettivo artistico fondato nel 2004,
Marinella Senatore artista classe 1977 e Pasquarosa Marcelli
Bertoletti, semplicemente nota come Pasquarosa, romana nata
nel 1896 ad Anticoli Corrado e vissuta nel 900.

Tre artiste, e una quarta donna, Rosina Pignatelli,
principessa e padrona di casa, allineata alle prime per
periodo storico e tematiche, così come sottolinea nel
piacevole giro in mostra di questa mattina, l’altra padrona di
casa, la direttrice del Museo Diego Aragona Cortes, Fernanda
Capobianco, con Rosanna Naclerio.

Quattro figure femminili che delineano un colloquio virtuale
su temi condivisi, ancorché analizzati da differenti punti di
vista.

Una sorta di unica, grande installazione volta a sottolineare
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il carattere dialettico e sperimentale del progetto di mostra,
che inaugura domani per il grande pubblico con titolo: Claire
Fontaine | Pasquarosa | Marinella Senatore a cura di Pier
Paolo Pancotto. Mostra fortemente voluta dalla Direzione del
Museo, dalla Direzione regionale dei Musei della Campania per
questa nuova fase di riapertura dopo le chiusure per i decreti
degli ultimi mesi.
Fondamentale per la Fondazione Nicola Del Roscio | La
Fondazione, Roma che porta in mostra le opere è anche il
contributo del collezionista Fabio Agovino, con due opere in
prestito dalla sua collezione.

Apre la mostra l’opera “Dio C’è” e lo stendardo “Quanno so
nato s’è fatta na festa” di Marinella Senatore che conducono
presto alle sale con i primi lavori di Pasquarosa, di origine
contadina, che nasce artisticamente come modella, e che con
 il matrimonio con Nino Bertoletti introdotto nell’élite
romana, costituirà un vero e proprio circolo che arriverà fino
a personaggi come Pirandello, e Giorgio De Chirico.

Il mondo del femminile, il tema del corpo, il tema del
linguaggio, queste sono le tematiche che ruotano intorno ai
lavori intrisi di sentimento femminile delle tre artiste.
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Alcuni collage di Marinella
                               Senatore coesistono con pitture
                               della Pasquarosa che appaiono
                               prive della tecnica pittorica
                               del tempo, certamente più
                               lineare, ma che approfondiscono
                               una poetica tutta personale.
                               Inconsapevolmente,      con  la
                               propria vita la Pasquarosa
                               affermerà, pur non essendo una
femminista in senso stretto, il suo concetto di libertà.

La mostra contiene anche un interessante video con immagini
degli anni ‘30. Video che è stato ritrovato dal curatore
cosìcchè la cineteca potesse digitalizzarlo. Negli studi
precedenti sull’artista esistevano, infatti, solo piccoli
frame. Il video mostra scene degli anni 1932, 1933, 1934 e
dimostra la grande amicizia con Pirandello e la frequentazione
della sua casa.

Accanto al video degli anni ’30 l’opera di Claire Fontaine “We
are All” che si ricollega ad una certa serialità tipica dei
lavori di Warhol dai quali il collettivo riprende tecnica e
sovrappone in aggiunta la scritta, nell’intento di provocare
un moto nello spettatore.   Alle sue spalle il Ritratto di
Angelina, della Pasquarosa, ritratto e autoritratto, si
colloca sempre sulla tematica della convergenza dei temi in
mostra.

Due altri video, questa volta di Marinella Senatore, mostrano
un gruppo di femministe svedesi, distanti per lingua ma con
una forte musicalità che rende immediato il significato del
loro canto.
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Ancora quadri della Pasquarosa,
                              nature morte materiche talvolta
                              che mostrano una crescita
                              artistica e che saranno presenti
                              alle Quadriennali di Roma, e
                              nuovamente in una fusion senza
                              interruzione di continuità le
                              scritte a Led del collettivo.
                              Led in questo caso utilizzato
come linguaggio, filosofia del linguaggio con una insegna che
detta “Women are the moon that moves the tides” dove si
sottolinea attraverso la luce, messaggio e linguaggio.

Nel tema dei rimandi, un dipinto su tela racconta l’esistenza
dell’uomo rispetto alla vita, riprendendo un frame di una
immagine della caduta delle torri gemelle si cui viene
incollato un brevetto americano con una singolare tecnica di
sopravvivenza.

Ancora a Led la scritta “I say I” fa riferimento a Carla
Lonzi, scrittrice femminista; e ancora opere di Pasquarosa,
tra le quali una incantevole natura morta napoletana, dove in
primo piano l’artista dipinge sopra un telo fiorato un
raffinato ventaglio.

Nella parte storica del Museo, il curatore ha voluto inserire
due ritratti dell’artista realizzati da suo marito, Nino
Bertoletti, che quasi sembrano parte dell’arredo di Villa
Pignatelli. E qui, sul pavimento, come elemento di rottura,
un’opera site specific di Marinella Senatore, sempre allineata
al linguaggio del corpo e alla politica sociale.
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Arriviamo agli ultimi lavori,
l’elemento del mattone viene
ripreso    come    tema   della
ribellione, mattoni rivestiti
con copertine di libri e in
questa sala, è di impatto
l’accostamento di uno dei
mattoni su copertina di un testo
comunista al ritratto di Pio X.
Conclude la mostra ancora una natura morta, ricca di spunti
che sembrano di opere di Matisse, o di Van Gogh. E infine,
“Beauty is a Ready Made”, la scritta a Led che chiude la
mostra, rimanda a Duchamp e domina sulla vasca da bagno in
marmo del principe. La bellezza è anche questa, è ovunque e
non è esclusiva.

La mostra con le sue 34 opere e il catalogo di Di Virgilio
editore inaugura domattina, sabato 8 maggio, dalle ore 10.00
alle 17.00, e sarà aperta al pubblico al Museo Diego Aragona
Pignatelli Cortes di Napoli con prenotazione obbligatoria nel
rispetto delle norme di distanziamento. Resterà aperta fino al
27 giugno 2021.
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Storie: La “Sibilla Cumana”,
giovane vergine che aveva il
dono della preveggenza

Antro della Sibilla a Cuma
(Foto dalla rete)

Dopo mesi di restrizioni e di chiusure, finalmente riaprono i
luoghi della cultura, tra questi il Parco archeologico dei
Campi flegrei. Tra i miti più misteriosi e affascinanti che
avvolgono la storia di questo territorio occupa un posto
privilegiato quello della Sibilla Cumana, una giovane vergine
che aveva il dono della preveggenza, l’arte oscura e
misteriosa di vedere in anticipo un evento e di indicarne
l’esito positivo o negativo. Questa oscura donna, amava
ritirarsi in grotte e antri scavate nella roccia, lontane dal
clamore e dagli schiamazzi della città. La sua dimora
sotterranea, rappresentava un ambiente ricco di suggestioni
spirituali, le cui fiaccole predisposte in ogni angolo,
illuminavano l’ingresso ai visitatori permettendo loro di
raggiungere il cuore dell’antro e di stare al cospetto della
altera Sibilla. La leggenda narra che il dio Apollo si fosse a
tal punto invaghito di lei che si convinse ad offrirle
qualsiasi dono in cambio del suo amore. La Sibilla, pretese
allora di vivere tanti anni quanti erano i granelli di sabbia
che poteva racchiudere la sua mano. Tuttavia la profetessa
dimenticò di esigere dal dio la giovinezza eterna. La
sacerdotessa visse tanti anni quanti erano i granelli di
sabbia racchiusi nel palmo della sua mano, ma il suo corpo
continuava ad appassire e a raggrinzirsi anno dopo anno, fino
a diventare polvere. Di lei, si narra, sopravisse solo la
voce, e le sue sibilline predizioni. Tra queste la più celebre
giunge a noi e ancora oggi risuona come leggenda: la Sibilla
usava spargere al vento le foglie di palma sulle quali
venivano riportate le parole della profezia; pare che in
passato, un uomo assai fedele, le chiese udienza prima di
partire per la guerra. Il soldato, accolto il sacro responso,
si preparò a ricomporre il vaticinio assemblando le foglie di
palma sparpagliate dal soffio divino. Tuttavia, quando lesse
la predizione della Sibilla, si accorse della sua duplice
interpretazione. Una predizione inquietante, che dava luogo a
due interpretazioni totalmente discordanti a seconda della
punteggiatura: Ibis, redibis, non morieris in bello – Andrai,
tornerai, e non morirai in guerra -, se la virgola anticipa la
negazione; Ibis, redibis non, morieris in bello – Andrai, non
ritornerai, e morirai in guerra –, se invece viene posizionata
dopo la negazione. Anche Virgilio racconta nel VI libro
dell’Eneide, che la Sibilla era la guida dell’eroe troiano
nell’Ade per condurlo a consultare il suo oracolo. Prima di
condurlo nel mondo degli Inferi attraverso l’entrata del Lago
Averno, la sacerdotessa lo invoglia a trovare il Ramo d’Oro
per poter attraversare l’Ade. La grotta della Sibilla,
scoperta nel 1932 dall’archeologo Amedeo Maiuri, è collocata
sull’Acropoli di Cuma. Si percorre una galleria lunga 107 m,
con 12 brevi passaggi laterali che si aprono sul fianco della
collina attraversata. La galleria centrale fa da ingresso ad
un vestibolo in cui sono stati trovati sedili scavati nella
roccia e una camera interna. Lungo il corridoio che porta
all’Antro della Sibilla sono collocati dei pozzi che
permettono alla luce di entrare ed uscire dalla galleria e
questo gioco di luci ed ombre faceva sì che chiunque
provenisse dall’interno per condurre i nuovi arrivati al
tempio apparisse e scomparisse. Le aperture luminose o i fori
nella roccia potevano produrre quell’ ‘effetto speciale’
descritto da Virgilio: Excisum Euboicae latus ingens rupis in
antrum,quo lati ducunt aditus centum, ostia centum;unde ruunt
totidem voces, responsa Sibyllae” ovvero‘L’immenso fianco
della rupe euboica s’apre in un antro: vi conducono cento ampi
passaggi, cento porte; di lì erompono altrettante voci, i
responsi della Sibilla’.Ancora oggi è difficile definire la
reale esistenza della Sibilla, manca un reale riscontro
archeologico e mancano testi attendibili ma è accertata invece
l’autenticità dei libri sibillini. Secondo la tradizione gli
oracoli, redatti in greco su foglie di palma, andavano a
comporre i celebri Libri Sibillini che rappresentavano i
volumi più elevati dell’antichità, (molto ricercati)
consultabili in caso di estrema necessità, che preannunciavano
eventi futuri. A questi potevano accedervi solo alcuni membri
sacerdotali legati al culto di Apollo e custoditi gelosamente
nel tempio di Giove Capitolino; questi importanti volumi,
bruciarono nel tragico incendio del Campidoglio del 83 a.C. I
libri successivamente furono ricomposti, insieme con tutti gli
oracoli presenti nella Magna Grecia e collocati dallo stesso
Imperatore Augusto, nel tempio di Apollo sul Colle Palatino;
sorvegliati fino al IV secolo andarono distrutti dal Generale
romano Stilicone. Secondo un’altra leggenda, i Libri Sibillini
vennero presentati a Tarquino Prisco dalla Sibilla in persona,
chiedendo un compenso per i nove volumi. Questo rifiutò
l’offerta in quanto li reputò costosi; lei a quel punto bruciò
i primi tre libri e poi altri tre, finché il re, considerando
la preziosità di quei volumi, comprò gli ultimi tre al prezzo
di nove.

                                        Maria Palma Gramaglia

Questa   sera,   1   Maggio,
“LunArte”   nel    Complesso
Monumentale Donnaregina.
“LunArte” è un nuovo format di Lunare Project, che vedrà
questa sera alle ore 22 in consolle Roberto Barone e Lupo di
Mare, per un set inedito di musica elettronica, nel Complesso
Monumentale Donnaregina – Museo Diocesano di Napoli, che si
mostrerà in tutta la sua sacra e storica meraviglia in una
diretta streaming gratuita sulla pagina ufficiale di Radio
Yacht – ecco il link alla radio       – emittenza digitale
decennale, che si caratterizza per un’attenta ricerca al
linguaggio e al design e un’accurata selezione della musica
firmata “Lunare Project”.

Due performance, della durata complessiva di un’ora, in cui
Roberto Barone e Lupo di Mare si alterneranno esibendosi da
due consolle installate, rispettivamente nella Chiesa Gotica e
nella Chiesa Barocca del Complesso Monumentale Donnaregina, di
cui, durante i due set, il pubblico potrà ammirare la grande
bellezza e il grande valore del luogo e delle opere che
custodisce.

Un omaggio alla bellezza e alla sontuosità dell’arte e della
cultura, ma anche un tributo al comparto che ha pagato
maggiormente in questo anno di pandemia da Covid-19: il mondo
degli eventi, della cultura, dell’arte, dell’intrattenimento e
dello spettacolo.

Incrociando, così l’esigenza di diffondere l’arte con quella
di tenere alta l’attenzione sui lavoratori della musica e
dello spettacolo e sugli operatori culturali.

L’impegno di Lunare Project come realtà promotrice del
patrimonio culturale, storico e architettonico della città di
Napoli non è nuovo. Roberto Barone già in passato, infatti,
insieme ad altri partner impegnati nella diffusione della
cultura territoriale, ha portato Lunare Project, con set
creati per l’occasione e il luogo, in altre strutture museali,
dal MANN Museo Archeologico Nazionale di Napoli, al Madre, al
PAN Palazzo delle Arti Napoli, al Museo di Capodimonte, al
Chiostro di San Lorenzo Maggiore e al Museo Nazionale
Ferroviario di Pietrarsa, ammirate e amate, attraverso il
linguaggio della musica, anche dai ragazzi.

L’iniziativa “LunArte” al Complesso Monumentale Donnaregina ha
incontrato l’entusiasmo e il supporto di Città del Gusto
Napoli, Audacia, Concerteria, Exclusive, Sette haute style-
Svizzera.
La Primavera dell’Arte e
della rinascita. Musei in
Campania dal 26 aprile
La Direzione Regionale Musei Campania ha programmato con i
musei e i parchi archeologici autonomi della regione ritornata
‘gialla’ un piano coordinato di riaperture progressive
che coinvolgerà tutti i luoghi della cultura statali campani
per l’intera settimana, per invitare i cittadini
a riappropriarsi dei loro siti identitari promuovendo un “Non
vedevamo l’ora di poter riaprire in sicurezza i musei campani,
fondamentali presidi di cultura e civiltà per i nostri
territori e le nostre comunità. Sono felice di poterlo
condividere con tutti i colleghi, è un segnale importante che
possiamo lanciare, un bell’esempio di collaborazione e
amicizia”, dichiara Marta Ragozzino, Direttore Regionale Musei
Campania.
I luoghi della cultura di tutta la regione torneranno ad
accogliere i visitatori dal lunedì al venerdì, come
già sperimentato negli scorsi mesi, ma finalmente saranno
aperti anche nel fine settimana e nei giorni festivi con
accesso su prenotazione, come disposto dal DPCM del 2 marzo,
le cui misure sono ora prorogate dal decreto legge del 22
aprile 2021.
La DRM Campania partecipa al programma di riaperture con 19
dei 25 musei della rete, che riapriranno nel corso della prima
settimana.

                             Si comincerà lunedì con Castel
                             Sant’Elmo e Certosa e Museo di
                             San Martino a Napoli, il Museo
                             archeologico di Eboli e della
                             Media Valle del Sele, l’area
                             archeologica del Teatro romano
                             di Benevento e il Palazzo
                             della Dogana dei Grani di
Atripalda.
Martedì aprirà la maggior parte dei musei archeologici della
rete: il Museo archeologico dell’antica Allifae, il Museo
archeologico di Pontecagnano, il Museo ‘Georges Vallet’ a
Piano di Sorrento, il Museo archeologico della Valle del
Sarno, il Museo storico archeologico di Nola, il Museo
archeologico dell’antica Capua e quello del Sannio caudino a
Montesarchio, insieme alla Certosa di San Giacomo a Capri.
Mercoledì il Museo Diego Aragona Pignatelli Cortes, il Museo
Novecento a Napoli sulla piazza d’armi di Castel Sant’Elmo e,
finalmente, anche il Museo Duca di Martina nella Villa
Floridiana, insieme ai musei archeologici di Calatia, a
Maddaloni, e Teano, mentre giovedì sarà la volta della Certosa
di San Lorenzo a Padula.
Nonostante la chiusura, le attività culturali nei nostri musei
non si sono fermate. Accanto alle operazioni di manutenzione,
restauro e catalogazione di reperti e opere d’arte, sono stati
avviati progetti di digitalizzazione e valorizzazione del
patrimonio che proseguiranno nei prossimi mesi e che
hanno impegnato il personale dei musei per continuare a
preservare, studiare e promuovere il patrimonio custodito
nelle vetrine e nei depositi.
Una ricca programmazione di eventi e iniziative, inoltre,
offrirà ai visitatori già dalle prossime settimane nuovi
contenuti e offerte culturali, frutto delle attività e dei
progetti in corso.
                              Alla Certosa di San Martino un
                              nuovo impianto di illuminazione
                              è stato completato per la
                              celebre Sezione presepiale, che
                              presto    tornerà   ad   essere
                              inserita nel percorso di visita.
                              Al    Museo    di    Eboli    il
recupero, avvenuto in questi mesi, dei corredi delle necropoli
ebolitane     finora    conservati      nei    depositi    del
Parco archeologico di Paestum, ha dato avvio a un progetto di
riallestimento delle sale dedicate alle cronologie più antiche
di Eboli e della Valle del Sele. A Sarno, le attività di
schedatura e catalogazione dei reperti e di sistemazione dei
depositi, realizzate nel periodo di chiusura, hanno consentito
di rinnovare l’allestimento di alcune vetrine del museo con
reperti provenienti dalla Valle del Sarno e risalenti
all’VIII-VII secolo a.C. e all’epoca romana. Al Teatro romano
di Benevento i visitatori troveranno nuovi apparati
informativi, realizzati con la collaborazione del Comune di
Benevento, della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti
e paesaggio per le province di Caserta e Benevento e della
Scuola Superiore internazionale per Mediatori linguistici di
Benevento, oltre che una nuova sistemazione dei reperti
custoditi nell’area archeologica, per i quali sono state
avviate attività di inventariazione insieme alla SABAP.
A Capri è visitabile ancora per alcuni giorni la mostra ‘Fons
Vitae di Antonio Ievolella’, allestita nella Certosa di San
Giacomo, mentre il Museo archeologico di Pontecagnano
finalmente potrà accogliere dal vivo “IN &OUT”, collettiva
fotografica organizzata in occasione dell’8 marzo e che, a
causa della chiusura dei musei, era stata presentata online.
La mostra in presenza, dedicata al tema del silenzio e della
dimensione di isolamento che nell’ultimo anno ha coinvolto noi
tutti, vuol essere un segnale concreto di ritorno
alla normalità, proprio a partire dai luoghi della cultura, ed
è realizzata con il patrocinio del Comune di Pontecagnano
Faiano e in collaborazione con numerose associazioni del
territorio.
                             A  Montesarchio,      il   Museo
                             archeologico del Sannio caudino
                             si    prepara      a     esporre
                             temporaneamente la pala d’altare
                             recuperata in questi giorni dal
                             Nucleo Carabinieri per la Tutela
                             del Patrimonio Culturale di
                             Napoli, che, dopo essere stata
                             trafugata dall’ex convento delle
                             Clarisse nel 1997 e smembrata in
sei parti, sarà restituita alla comunità grazie alla
collaborazione tra la Direzione regionale Musei Campania,
la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e paesaggio per le
province di Caserta e Benevento e il Comune di Montesarchio.

Tutte le info e gli aggiornamenti su orari di apertura e
modalità di prenotazione sono disponibili su Beni
Culturali/Campania e sulle pagine del Ministero, nonché sui
canali social dei Musei.
Il     Vesuvio,                              vulcano
partenopeo.
“L’aspetto del Vesuvio, quella notte, era troppo solenne. La
insolita vivacità che lo animava presentava ai nostri sguardi
uno di questi grandi spettacoli della natura, davanti ai quali
ci sentiamo forzati a contemplare attoniti e silenziosi.”
così, nel componimento “Napoli ad occhio nudo. Lettere ad un
amico” Renato Fucini nel 1877 descriveva nel suo reportage
napoletano il Vesuvio.

Quando il viaggiatore arriva a Napoli, la prima immagine
imponente che appare davanti ai suoi occhi, sia che vi giunga
per terra, sia che viaggi via mare o giunga in aereo, tra gli
azzurri del cielo e del mare e il giallo della pietra di tufo,
è l’immagine del Vesuvio. La “Grande Montagna” è ricoperta di
fertile vegetazione e presenta un mucchietto di case sulla
base che si arrampicano lungo le sue pendici. E’ una presenza
fondamentale, unica nel disegno architettonico della città e
del suo golfo. Una presenza forte nella vita dei partenopei,
simbolo di prosperità e di energia.

Una tradizione popolare della fine del ‘600 vorrebbe che la
parola Vesuvio derivi dalla locuzione latina Vae suis! che
significa: “Guai ai suoi!”, giacché la maggior parte delle
eruzioni sino ad allora accadute, avevano sempre preceduto o
posticipato avvenimenti storici importanti, e quasi sempre
carichi di disgrazie.

Ad esempio, l’eruzione del 1631 sarebbe stata il “preavviso
naturale” dei moti di Masaniello del 1647 a Napoli.

Viene invece, chiamato la Montagna nelle poesie napoletane di
fine ‘800, con la lettera M in maiuscolo per indicarne la
maggiore importanza rispetto alle altre montagne.

Dominante nella fotografia del golfo di Napoli, il Vesuvio in
realtà non è un vulcano altissimo [parliamo di meno di 1.300
metri di altezza] e la facilità del percorso ha reso possibile
da sempre la scalata da parte dei viaggiatori.

                              Tra i 19.000 anni fa e il 79
                              d.C. – anno dell’ultima più
                              violenta eruzione – ebbero luogo
                              una serie di eruzioni alternate
                              a periodi di quiete del vulcano.
                              La   fertilità    dei   terreni
                              circostanti, tipica dei suoli
                              vulcanici,       favorì      gli
insediamenti umani nonostante fosse noto fin dai tempi più
antichi il rischio dell’area.

Ad ogni modo l’eruzione del Vesuvio del 79 rappresenta ad oggi
il principale evento eruttivo verificatosi sul Vesuvio in
epoca storica. Questa eruzione ha profondamente modificato la
morfologia del vulcano e dei territori circostanti,
distruggendo le città di Ercolano, Pompei, Oplontis e Stabia.
Poi, in parte riportate alla luce a partire dal XVIII secolo.

Le eruzioni di quell’epoca sono eruzioni pliniane dai nomi di
Plinio il Vecchio e Plinio il Giovane, studiosi romani,
testimoni diretti dell’eruzione del 79 d.C., durante la quale
il primo morì e il secondo raccontò l’evento.

Tutte meravigliose le rappresentazioni in arte del Vesuvio.
Dal Vesuvius di Andy Warhol, realizzato nel 1985 in occasione
del soggiorno di Warhol a Napoli e conservato al Museo di
Capodimonte; andando più indietro negli anni alle belle tavole
di Sir William Hamilton; fino ad arrivare all’affresco
ritrovato nella Casa del Centenario a Pompei, detto affresco
di Bacco e Vesuvio, che rappresenta le due divinità
rispettivamente come pigna d’uva e montagna. Bellissime poi
tutte le gouaches del periodo del grand tour e gli oli dipinti
tra ‘700 e ‘800: l’Eruzione del Vesuvio del 1782 di Pierre-
Jacques Volaire, l’Eruzione del Vesuvio del 1631 di Micco
Spadaro; e poi, Pierre Auguste Renoir, Silvester Scedrin,
Jean-Baptiste Camille Corot, William Turner che dipinge un
Vesuvio pieno di nubi infuocate.

“Togliete a Napoli il Vesuvio, e la voce incantata della
sirena avrà perduto per voi le sue più dolci armonie.” Renato
Fucini sentenzia nel suo reportage napoletano.

Tantissime le pubblicazioni in commercio sul Vesuvio, su
Pompei e sull’area vesuviana.

Le città con gli occhi. Roma.
Il viaggio è scoperta di nuovi mondi, è introspezione e
analisi dentro se stessi, come accade quando si attraversano i
sogni e se ne ripercorrono le immagini.

Nel volume “Le città Invisibili” di Italo Calvino, nel dialogo
immaginario tra Marco Polo e il Gran Khan, re dei Tartari: «Le
città come i sogni sono costruite di desideri e di paure,
anche se il filo del loro discorso è segreto, le loro regole
assurde, le prospettive ingannevoli, e ogni cosa ne nasconde
un’altra».

In questa fase di pandemia alcuni studi hanno analizzato gli
effetti della diffusione del virus e dei lock down sulle
grandi città e nello specifico, sulle città d’arte: Venezia,
Roma, Napoli, Firenze. Il city break, la voglia di staccare
dalla vita di tutti i giorni e di viaggiare per un week end
visitando una città d’arte sembra essersi bruscamente
arrestato. La realtà è che questa fase sarà transitoria e
questo tipo di turismo, rimasto in sospeso, è solo in attesa
di una ripresa, con nuove regole, nuovi tempi e nuove
modalità.

Il 2020 ha registrato nelle grandi città una flessione dei
turisti rispetto al 2019 a poco più di un quarto.

La categoria delle grandi città, composta secondo l’Istat da
12 comuni con più di 250 mila abitanti, nel 2019 aveva
registrato circa un quinto delle presenze dell’intero
territorio nazionale, mentre in fase mcovid registra una
flessione delle presenze nei primi 9 mesi del 2020 pari al
-73,2% e un andamento peggiore rispetto alla media nazionale
(-50,9% rispetto allo stesso periodo del 2019).

   Abbiamo voluto fare un salto nella capitale, che continua
   la sua vita e le sue attività quotidiane, come possibile, e
che mentre scriviamo si colloca nella condizione di zona
arancione. E là, abbiamo ritrovato la bellezza e l’energia di
sempre. La forza di una vera capitale. Un fermento assopito,
ma pronto a ripartire.

Abbiamo impugnato la macchina fotografica e fatto qualche
scatto fugace per le vie, assaporandone la solitudine, ma
anche la presenza umana silenziosa.

Perché le città si sottraggono agli sguardi tranne che se le
cogli di sorpresa. Perchè gli occhi riportano alla memoria e
cristallizzano la bellezza.

Perché come scrive ancora Calvino: «presto la città sbiadisce
ai tuoi occhi, si cancellano i rosoni, le statue sulle
mensole, le cupole. I tuoi passi rincorrono ciò che non si
trova fuori dagli occhi ma dentro, sepolto e cancellato: se
tra due portici uno continua a sembrare più gaio e’ perché è
quello in cui passava trent’anni fa una ragazza dalle larghe
maniche ricamate, oppure è solo perchè riceve la luce a una
certa ora come quel portico, che non ricordi più dov’era».

Per qualche spunto sui viaggi, e sulle letture, sui libri,
lasciamo                         il                      sito
https://www.turismoeservizi.it/categoria-prodotto/libri/
“Dantedì”: a 700 anni,                                   un
pensiero contemporaneo
Torna per il secondo anno, giovedì prossimo, 25 marzo, il
“Dantedì”. Ricorderà i 700 anni dalla scomparsa di Dante
Alighieri, padre della lingua italiana e autore della Comedia,
meglio nota come Divina Commedia, tra i massimi capolavori
della letteratura mondiale, e top nella storia del nostro
Paese.

Molte le iniziative dedicate al celeberrimo fiorentino in
questo giorno, fissato nel 2020 dalla Repubblica Italiana come
a lui specificamente dedicato.
Fra le più coinvolgenti, c’è senz’altro quella della V
Municipalità di Napoli che ha organizzato un evento, col
preciso scopo di avvicinare al capolavoro di Dante soprattutto
i giovanissimi, ponendo in primo piano l’attualità del
pensiero.

Introduzioni a cura di: Margherita Siniscalchi, consigliera
della V Municipalità; Lucia Fortini, assessore alla Scuola,
Politiche sociali, politiche giovanili Regione Campania; Paolo
De Luca, presidente V Municipalità.

Dunque, spetterà a tre persone del mondo culturale campano,
porgere una lettura ampia e coinvolgente di tre canti
sicuramente significativi: il V dell’Inferno, il III del
Purgatorio e il VI del Paradiso. Illustreranno tre tematiche
importanti della vita di quei tempi e di oggi: la passione
travolgente, Eros e Pathos, la giovane vita coraggiosa
spezzata nel difendere regno e ambizione, ma che incontra la
misericordia divina, e la storia dell’impero tra pace e
giustizia, eterno tormento della passione politica di Dante.

Nelle   relazioni   che   seguiranno,   prenderanno   la   parola:
Raffaele Messina su “La passione civile in Dante”; Maria
Rosaria Selo, “La passione insanguinata di Paolo e Francesca”,
canto V Inferno; Angela Procaccini “Manfredi di Svevia nella
storia e in Dante”, canto III Purgatorio; Elio Serino, “L’
impegno, la pace e la giustizia nel canto VI del Paradiso”.

Chi vorrà seguire l’appuntamento, potrà collegarsi giovedì 25
marzo, alle ore 10,30 su Google Meet. Il link sarà reso noto
nella prima mattinata, pure sulla pagina Facebook della prof.
Angela Procaccini, relatrice che concluderà l’evento online da
remoto, con il suo atteso intervento su Manfredi di
Hohenstaufen, ultimo sovrano della dinastia sveva del Regno di
Sicilia, collocato tra i contumaci dell’Antipurgatorio – uomo
bello, biondo e d’aspetto nobile, con un cigliò diviso in due
da una ferita – che prega Dante di riferire la verità a sua
figlia Costanza, sul suo destino. Ricordiamo che, per Dante,
con la battaglia di Benevento, si chiude un’epoca. Termina una
civiltà, tramonta un mondo e con esso la cultura cortese-
cavalleresca, resa celebre dalle gesta di Federico II.

“L’iniziativa della V Municipalità non solo rientra in un
percorso di celebrazione che giustamente vede il 25 marzo,
come il Dantedì, Giornata dedicata al sommo Poeta, ma è anche
un modo intelligente e coinvolgente per avvicinare i giovani
ad uno dei maggiori poeti e artisti di tutti i tempi e di
tutti i luoghi. – afferma la prof. Angela Procaccini – Tanto
eclettico e poliedrico da essere ritenuto un Templare segreto,
un Liberatore dell’umanità. Ben vengano, quindi, iniziative di
spessore culturale, volte in particolare ai nostri giovani
spesso distratti da “escrescenze” tecnologiche talvolta
fuorvianti.”

Poeta, scrittore e politico italiano di grandissimo spessore,
Dante Alighieri o Alighiero (Firenze 1265 – Ravenna 1321),
battezzato Durante di Alighiero degli Alighieri, è considerato
universalmente simbolo della cultura italiana.

La Comedìa, o Commedia, nota come Divina Commedia, è un poema
allegorico-didascalico scritto in terzine incatenate di
endecasillabi, successivamente chiamate terzine dantesche, in
lingua volgare fiorentina, ovvero derivata dal latino, ma
distante da quello classico, giacché con la diminuzione delle
comunicazioni causata dalla caduta dell’Impero Romano
d’Occidente, si era verificata un’evoluzione linguistica
differente in ciascuna regione, tanto da assumere
caratteristiche proprie.

In essa, ritroviamo i modi caratteristici della letteratura e
dello stile medievali: ispirazione religiosa, scopo
didascalico e morale, linguaggio e stile basati sulla
percezione visiva e immediata delle cose ma, la grande
innovazione è data dalla rappresentazione ampia e drammatica
della realtà che viene espressa pure attraverso con l’uso di
neologismi inediti, opera pure dell’illustre poeta toscano.
Armando Giuseppe Mandile

Lectura Dantis Averna. Andrea
Mazzucchi legge l’Inferno di
Dante.
Al via la prima Lectura Dantis presso il cd. Tempio di Apollo
sul Lago d’Averno, in occasione del Dantedì 2021, in diretta
alle ore 12.00 di giovedì 25 marzo sulla pagina fb del Parco
archeologico dei Campi Flegrei e sui canali dell’emittente
televisiva regionale Campi Flegrei (555 e 877 HD). L’evento
inaugura e istituisce una rassegna di Lecturae dedicata
all’interpretazione e alla divulgazione dell’opera di Dante,
che proseguirà con edizioni annuali.

Il Parco archeologico dei Campi Flegrei e il Comune di
Pozzuoli nell’ambito del Progetto “Pozzuoli città che legge”,
in collaborazione con l’Università degli Studi di Napoli
Federico II, partecipano alle celebrazioni per il settimo
centenario della morte del Sommo Poeta e promuovono il primo
appuntamento delle Lecturae Dantis Avernae presso il cd.
Tempio di Apollo, l’imponente edificio termale di epoca romana
che sorge lungo le sponde del lago d’Averno.
Il lago d’Averno, celebrato come
                             luogo dell’ingresso di Enea agli
                             inferi, diventa la cornice per
                             la lettura del III canto
                             dell’Inferno     della   Divina
                             Commedia e suggerisce un legame
                             tra Virgilio, Dante (che non
                             conobbe mai fisicamente questi
                             luoghi) e il paesaggio flegreo.

Sarà il Professor Andrea Mazzucchi, ordinario di Filologia
della Letteratura Italiana e direttore del Dipartimento di
Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Napoli
Federico II, a fare da guida nell’universo dantesco.

L’iniziativa punta alla partecipazione del più ampio pubblico
e in particolare delle scuole del territorio. Per il 2021,
anno delle celebrazioni dantesche, l’evento del 25 marzo
rappresenta il primo di una serie di appuntamenti che vedranno
coinvolti gli studenti in un percorso di approfondimento
dell’opera di Dante alla ricerca di connessioni con il
patrimonio flegreo, restituito alla comunità attraverso
letture e performance offerte ai visitatori dei siti del Parco
archeologico dei Campi Flegrei. Il progetto vede il
coordinamento scientifico del Professor Andrea Mazzucchi e
sarà realizzato in collaborazione tra Parco archeologico dei
Campi Flegrei, Università degli Studi di Napoli Federico II e
Comune di Pozzuoli, nello specifico, Assessorato alla Cultura
(dott.ssa Stefania de Fraia) e Assessorato alla Pubblica
Istruzione (dott.ssa Anna Maria Attore), nell’ambito del
Progetto “Pozzuoli città che legge” (Referente Prof.ssa Angela
Giustino). Tale progetto mira infatti a promuovere sul
territorio puteolano la diffusione del libro e della lettura
ad alta voce, oltre che nelle scuole anche in altri contesti
istituzionali e della vita quotidiana, al fine di favorire la
coesione sociale e la crescita culturale e civile della città.

Il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli
Studi di Napoli, nella persona del direttore, il professor
Andrea Mazzucchi, esprime il compiacimento per questa
importante iniziativa che vede il coinvolgimento di tutte le
scuole presenti in un territorio, quale è quello flegreo,
ricco di fascino e di importanti memorie virgiliane e
dantesche. Non a caso Galileo Galilei individuava il luogo
d’inizio del viaggio dantesco nell’aldilà, nel territorio tra
Cuma e Napoli e, nello specifico, nel bosco che circonda il
lago d’Averno.

Lectura Dantis Averna

Inferno Canto III – “Dante e Virgilio all’ingresso degli
Inferi”, Geografie dantesche e Geometrie flegree

Tempio di Apollo sul Lago d’Averno

giovedì 25 marzo 2021 ore 12.00

Lettura esegetica di Andrea Mazzucchi (Università degli Studi
di Napoli Federico II)

La Giornata nazionale del
Paesaggio. Un week end di
eventi virtuali a Napoli.
Il 14 marzo ricorre la Giornata Nazionale del Paesaggio,
istituita dal Ministero per promuovere la cultura del
paesaggio e sensibilizzare i cittadini attraverso attività
sull’intero territorio nazionale, che quest’anno si svolgeà
con iniziative digitali, secondo le disposizioni vigenti in
materia di contenimento e gestione dell’emergenza sanitaria da
Covid-19.

Per promuovere la conoscenza e la salvaguardia del paesaggio
campano e favorire un rapporto tra le comunità e il territorio
che sia sempre più consapevole, la Direzione Regionale Musei
Campania propone una serie di appuntamenti digitali dedicati
al tema del paesaggio antico e moderno, organizzate dai Musei
della rete campana in collaborazione con Enti e Associazioni
del territorio, per tutto il weekend da sabato 13 a lunedì 15
marzo. Webinar, dirette fb e contenuti di approfondimento
online saranno liberamente fruibili e accessibili sui canali
istituzionali e social dei Musei e della Direzione regionale
Musei Campania.

Tutte le iniziative in programma sono disponibili, inoltre,
nella sezione dedicata alla Giornata del Paesaggio sulla
pagina                                                   MiC:
https://www.beniculturali.it/evento/giornatanazionaledelpaesag
gio2021

Ecco gli eventi per la città di Napoli.

La Certosa e Museo di San Martino ha previsto per per sabato
13 marzo 2021, dalle ore 10.00 alle 22.00: I Campi flegrei
nelle vedute del Museo di San Martino. Conversazioni tra arte
e archeologia. Si tratta di        tre appuntamenti delle
“Conversazioni tra arte e archeologia”, video di
approfondimento storico-artistico ed archeologico, frutto del
progetto in rete realizzato dalla Direzione regionale Musei
Campania con il Parco Archeologico dei Campi Flegrei.

I Campi Flegrei, i luoghi, le immagini. Un insieme di luoghi
in cui si fondono in modo unico paesaggio naturale e
costruito, in un intreccio che ha unito la storia degli eventi
naturali e quella delle vicende umane. La Certosa e Museo di
San Martino conserva un rilevante corpus cartografico e
vedutistico dedicato al paesaggio dei Campi Flegrei: dagli
esemplari cartografici tardocinquecenteschi all’agro Puteolano
di Mario Cartaro, dalle puntuali vedute topografiche di Van
Wittel alla lucida ripresa del paesaggio neoclassico di
Hackert fino al sentimento lirico della natura dei
protagonisti nell’800 della Scuola di Posillipo.

Link                                             all’evento:
https://www.facebook.com/museodisanmartino|https://www.instagr
am.com/sanmartinomuseo

Il Museo Duca di Martina in Villa Floridiana organizza per
domenica 14 marzo 2021, dalle ore 11.00| Una passeggiata nel
verde della Villa Floridiana, in collaborazione con
l’Associazione Amici della Floridiana, passeggiata virtuale
nel verde della Villa Floridiana di Napoli. Ripercorreremo i
viali e gli spazi verdi di questo luogo storico del paesaggio
urbano di Napoli e della collina del Vomero, con un intervento
della Direttrice Marta Ragozzino.

Link all’evento: https://www.facebook.com/museoducadimartina

Ancora, il Museo Duca di Martina in Villa Floridiana propone
sempre per domenica 14 marzo 2021, dalle ore 12.00 | La Villa
Floridiana nel Gabinetto disegni e stampe del Museo di San
Martino – I progetti di Antonio Niccolini, racconto inedito
della Villa Floridiana attraverso i disegni, gli schizzi e le
planimetrie     di   Antonio    Niccolini,     protagonista
dell’architettura napoletana nella prima metà dell’Ottocento,
a cui si deve il rifacimento in stile neoclassico del
complesso monumentale. In occasione della Giornata del
paesaggio l’architetto Francesco Delizia, direttore della
Certosa e Museo di San Martino, illustrerà alcuni preziosi
fogli del fondo Niccolini, custoditi nel Gabinetto disegni e
stampe della Certosa e Museo di San Martino, che documentano
il progetto di trasformazione che fra il 1817 e il 1826
interessò la Villa Floridiana, dal parco con i suoi vari
elementi architettonici, alla villa, ridisegnando, in armonia
con il gusto dell’epoca, lo stile e l’assetto di una delle
emergenze architettoniche più caratterizzanti il paesaggio
collinare di Napoli.

Link all’evento: https://www.facebook.com/museoducadimartina|
https://www.facebook.com/museodisanmartino|https://www.instagr
am.com/sanmartinomuseo

infine, la Certosa di San Giacomo a Capri illustrerà domenica
14 marzo 2021, dalle ore 12.00 | Il paesaggio di Capri nei
dipinti di K.W. Diefenbach, in collaborazione con
l’associazione culturale Apeiron, attraverso un video-racconto
di alcuni dipinti realizzati a Capri dal pittore tedesco K.W.
Diefenbach (Hadamar 1851 – Capri 1913) nell’ultimo periodo
della sua vita. Sull’isola il pittore ritrovò l’Eden
vagheggiato, l’ispirazione più intima, di fronte a quel mare
tremendo e bellissimo e a quelle aspre rupi che adorava. Egli
ritrasse il paesaggio dell’isola dagli scorci più panoramici,
scoperti durante le sue frequenti passeggiate: Marina Piccola,
il Monte Solaro, il Castiglione e il Pizzolungo, i Faraglioni
e l’Arco Naturale, descritti con precisione negli elementi
naturali in un’atmosfera ricca di contrasti luminosi. Il
paesaggio caprese, stravolto ed esaltato dalla fantasia
dell’artista e? ridotto agli elementi essenziali (mare – cielo
– roccia). La visione di Capri non era più quella di una dolce
isola del Mediterraneo, ma diventava quella di un paesaggio
nordico: un panorama spesso oscuro e tenebroso, illuminato da
improvvisi bagliori surreali che esprimevano il Romanticismo
di Diefenbach e rappresentavano una natura divina “eterna,
maestosa, immobile, inclemente, della quale l’individuo non
può che farsi compartecipe”.

Link                                        all’evento:
https://www.facebook.com/certosasangiacomocapri

In occasione della Giornata sarà consegnato il Premio
Nazionale del Paesaggio, un importante riconoscimento agli
attuatori delle buone pratiche per la qualità del paesaggio e
della vita delle comunità locali, capaci di testimoniare le
potenzialità del Patrimonio culturale attraverso la creazione
di economie sostenibili e la diffusione e la divulgazione di
valori etici e culturali. Il Premio è conferito ogni due anni
al progetto che costituisce la candidatura italiana al Premio
del Paesaggio del Consiglio d’Europa, quest’anno giunto alla
VII edizione, la cui procedura di selezione si è recentemente
conclusa.

A Napoli apre la Spot Home
Gallery     di    Cristina
Ferraiuolo.
Con scatti di Michael Ackerman, Morten Andersen, del
napoletano Luca Anzani, di Martin Bogren, di Lorenzo Castore,
della stessa gallerista e fotografa Cristina Ferraiuolo, di
Adam Grossman Cohen, di Richard Paks, apre a Napoli la Spot
Home Gallery come “ripartenza di una nuova avventura e allo
stesso tempo come un dolce ritorno a casa” – racconta nel
comunicato Cristina Ferraiuolo.

La mostra si intitola Andamento lento, e Cristina Ferraiuolo
porta alla fruizione del pubblico appassionato di fotografia,
al primo piano di via Toledo, 66, le immagini di un gruppo di
otto amici fotografi, che hanno fatto parte della sua vita
professionale e affettiva.

Cristina è figlia d’arte, e la nuova galleria nasce proprio di
fronte al vecchio negozio Spot 2, dedicato alla fotografia fin
dagli anni ’70 e gestito dalla sua famiglia per una trentina
di anni. La Galleria dalla cui finestre si vede la vecchia
sede del negozio, è l’appartamento di Cristina, con la sua
prima camera oscura, ricco di ricordi e ora arricchito dalle
foto   sulle   pareti,   spunti    diversi,   ispirazioni,
sperimentazione.

L’opening della mostra in febbraio, per quattro giorni
consecutivi ha lasciato il posto ad un ingresso scaglionato
secondo le nuove regole anti-covid, e si potrà accedere
sempre, su appuntamento fino al 30 giugno 2021. Basterà
scrivere all’indirizzo info@spothomegallery.com [sito
www.spothomegallery.com]. I visitatori saranno accolti in
un’atmosfera familiare, dove si potranno condividere idee e
visioni con artisti, collezionisti, appassionati e curiosi.

Andamento lento, è come un’onda che rimanda alla fluidità
dello spazio, e alle scelte espositive. E’ il tempo di una
fotografia che scaturisce dai pensieri, dai sentimenti, dai
sogni. Ed è soprattutto, storia di amicizia prima ancora che
di fotografia, dove in una ‘famiglia’ di fotografi i legami
affettivi si intrecciano a corrispondenze artistiche, a un
modo di immergersi nel mondo con occhi e cuore aperti. Lavori
realizzati nell’arco di oltre vent’anni da sguardi di
fotografi napoletani che trovano eco nella sensibilità di
altri sguardi provenienti da mondi geograficamente lontani.
Tutti evocano la dimensione emotiva e a tratti onirica di una
città che non si rivela mai fino in fondo.

Napoli, con il suo caos, luogo ideale ove perdersi per poi
ritrovarsi.
Museo di Capodimonte. Le
indagini diagnostiche sui
dipinti di Raffaello.
Ritorniamo a parlare dei Musei, così impegnati in questi mesi
così particolari, spesso anche a porte chiuse nel portare
avanti nuovi progetti ed eventi.
Il Museo e Real Bosco di Capodimonte ad esempio, ha intrapreso
un progetto che riguarda i dipinti di Raffaello Sanzio. Più
precisamente, è in corso una importante campagna di indagini
diagnostiche sui dipinti di Raffaello e della sua bottega
nell’ambito di una collaborazione scientifica del Museo con il
CNR ISPC (Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale), i
LNS-INFN (Laboratori Nazionali del Sud) di Catania ed il CNR-
SCITEC (Istituto di Scienze e Tecnologie Chimiche).

Celebarato nel 2020 per i 500 anni dalla sua morte, Raffaello
Sanzio è uno dei pittori più noti del Rinascimento e della
storia dell’Arte. Architetto e Pittore, in pittura si avvicina
con immediatezza e semplicità al grande pubblico per la
bellezza dei volti dei suoi dipinti e dei paesaggi, per la
dolcezza degli incarnati e dei colori delle sue Madonne. Le
sue opere sono serene e divine, lontante sia dalla ambiguità
leonardesca e sia dal dramma michelangiolesco. I volti e gli
incarnati assumono toni naturali che vengono ottenuti con la
tecnica della velatura di colore, così come la resa
pittorica delle stoffe si ottiene attraverso una campitura di
colore, sul quale le ombre utilizzando il medesimo colore ma
più scuro, mentre le luci vengono illuminate dallo stesso
colore ma applicato più chiaro.

Il Museo e Real Bosco di Capodimonte conserva alcune opere
autografe di grande rilevanza di Raffaello, che permettono di
esemplificare i momenti principali della carriera dell’artista
(Pala di San Nicola da Tolentino, 1501; Ritratto di Alessandro
Farnese, 1511 circa; Mosé e il roveto ardente, 1514; Madonna
del Divino Amore, 1516-18) e del suo più immediato seguito
(Madonna della Gatta 1518-1520 circa). Lo stesso museo
conserva però anche una serie di copie, derivazioni, multipli,
alcune delle quali forse elaborate nella bottega stessa
dell’artista (Madonna del Passeggio), altre per mano di
artisti di prima grandezza per committenti importanti (Andrea
del Sarto), o forse per esercitazione (Daniele da Volterra),
altre invece da più meccanici copisti (Madonna Bridgewater),
che permettono di esplorare ad ampio raggio questo tipo di
produzione, che costituiva larga parte dell’opera delle
botteghe del Cinque e del Seicento e che oggi forma una parte
enorme, anche se spesso trascurata, del nostro patrimonio
artistico.

In questi giorni nei laboratori di restauro e nel museo si sta
procedendo a studiare con misure non-invasive di imaging MA-
XRF a scansione ed iperspettrale Vis in riflettanza ed
emissione di alcuni dipinti:

Eterno e Vergine di – Raffaello e Evangelista di Piandimeleto,
Ritratto del Cardinale Alessandro Farnese, Madonna con Bambino
(copia della Madonna Bridgewater), Madonna del velo, Madonna
del passeggio di Raffaello, Madonna della gatta di Giulio
Romano.

La campagna di misure non-invasive, coordinate da CNR ISPC, è
parte di un programma di collaborazione più ampio che include
il Dipartimento di Lettere e Beni Culturali dell’Università
della Campania Vanvitelli e il LAMS (Laboratoire d’archéologue
moléculaire et structurale) di Parigi per lo studio dei
dipinti di Raffaello e bottega, i cui risultati verranno
presentati nel prossimo mese di giugno in un Convegno
Internazionale e in una Mostra che si terranno proprio al
Museo e Real Bosco di Capodimonte.

La Mostra – come si legge nelle note del Museo – si propone di
valorizzare il patrimonio raffaellesco del Museo, più ricco e
variato di quanto si sia soliti pensare, e di offrire al
pubblico le novità emerse dalla campagna di indagini
diagnostiche condotte nel Museo, che permetteranno un
approccio originale sia alle opere d’arte sia al lavoro della
bottega dell’artista e a quelle dei sui seguaci, mettendo in
luce il complesso lavoro che sta dietro la creazione di
originali, multipli, copie, derivazioni.
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