Introduzione alla sociologia del turismo - MANAGER DEGLI ITINERARI CULTURALI MOVIMENTI TURISTICI NELLA SOCIETÀ GLOBALE - Unife

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Introduzione alla sociologia del turismo - MANAGER DEGLI ITINERARI CULTURALI MOVIMENTI TURISTICI NELLA SOCIETÀ GLOBALE - Unife
MANAGER DEGLI ITINERARI CULTURALI

     MOVIMENTI TURISTICI NELLA SOCIETÀ GLOBALE

Introduzione alla sociologia del turismo
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Sociologia del turismo

Parte seconda - Le forme storiche del turismo

   Cap. 5 - Il Grand tour fossile del turismo
   Cap. 7 - Il turismo auto diretto delle classiche agiate
   Cap. 8 - Il turismo etero diretto di massa
   Cap. 9 - Il turismo come universo separato
   Cap. 10 - Il turismo nel processo di socializzazione
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La dimensione storica del turismo

La necessità di una comparazione storica nella sociologia deriva dal fatto che, dalla differenza di
diversi periodi storici è possibile rinvenire e comprendere le caratterizzazioni sociali del
mutamento.

    «I sociologi infatti si occupano di turismo assumendo che si tratti di un fenomeno che nasce
    in un certo momento dell'evoluzione della società e che, successivamente, muta la sua
    struttura e i suoi significati in funzione dei mutamenti che la società stessa vive».

                                            Si parliamo di turismo possiamo trovare il suo
                                           antecedente storico più importante nei Gran tour che
                                           le classi superiori inglesi organizzavano per i loro
                                           rampolli già partire dal XVI secolo.

                                           I precedenti riguardavo il viaggio dei cavalieri nel
                                           Medioevo e il peregrinatio academica degli studiosi, le
                                           cui mete erano prevalentemente Parigi e Bologna.
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Il Grand tour, fossile del turismo

I rampolli dell’aristocrazia e della borghesia non sono gli unici a compiere viaggi.
Anche gli artigiani, ad esempio, potevano prevedere viaggi di apprendistato. Questi viaggi erano
strettamente regolati dalla tradizione e da precise istituzioni artigiane, per cui è difficile rinvenire in
essi l’antesignano del turismo.
                                                 Il Grand tour è, piuttosto, tale «fossile». Anche per il
                                                 rampollo, il viaggio era formalmente pre-determinato
                                                 e aveva l’obiettivo di ribadire l’appartenenza del
                                                 rampollo al proprio stato sociale, cercando di
                                                 guadagnare in prestigio, competenze e conoscenze.

                                                 Il Grand tour esprimeva ed esaltava le condizioni di
                                                 agiatezza dell’aristocrazia e, successivamente, della
                                                 borghesia in ascesa.
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Il Grand tour, fossile del turismo

Il XVIII secolo rappresenta una svolta. La maggiore sicurezza in Europa incrementa i viaggi e
allarga la loro dimensione di «piacere» e del divertimento (es. Venezia). Aumentano anche
gli scambi commerciali e i viaggi d’affari, seppure non sulle rotte proprie del Gran tour.
Queste continuano ad essere percorse da un numero crescente di persone che intendono
«distinguersi culturalmente» e, per questo, non badano a spese: lungo i percorsi del Gran
tour inizia a prendere forma una fiorente economia.
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Grand tour e pellegrinaggio
Il Grand Tour rappresenta il “fossile” del turismo moderno, relegato alle possibilità di una
strettissima minoranza di privilegiati, mentre per la stragrande maggioranza delle persone,
l’unica opportunità di viaggio era rappresentata dale forme del pellegrinaggio religioso.

                                                    Quest’ultimo, tuttavia, presentava
                                                    condizioni di viaggio molto diverse da
                                                    quelle del Grand tour, il quale,
                                                    affermandosi in un’epoca caratterizzata
                                                    dalla ragione e dal positivismo,
                                                    difficilmente incrociò gli itinerari del
                                                    pellegrinaggio.

                                                    Il tema del pellegrinaggio come forma
                                                    di devozione religiosa sottostante la
                                                    motivazione al viaggio tornerà tuttavia
                                                    nella sociologia del turismo in forma
                                                    secolarizzata.
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Crisi del Grand tour
Mano a mano che la società industriale avanza, l’impermeabilità tra gli strati sociali si fa
meno pregnante.

Dall’ascrittività dei gusti di un’aristocrazia in declino, si passa ad una acquisività di una
borghesia in ascesa che non ha più bisogno di un lungo seguito di servitù e consiglieri, bensì,
piuttosto di sicurezza e servizi durante di viaggio.

                                  L’epoca moderna, caratterizzata dalla soggettività e dal suo
                                  «farsi interiore» (Romanticismo), trova nell’esperienza del
                                  mondo il modo peculiare di questo costituirsi come
                                  individuo, come unicità.

                                  A questo carattere «auto-diretto», corrisponde una
                                  crescente permeabilità degli strati sociali, per cui
                                  l’esperienza inizia a conformarsi alle aspirazioni di status e
                                  di «distinzione sociale».
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Crisi del Grand tour

Nell’epoca industriale, il modello della corte aristocratica inizia ad essere riprodotto
commercialmente e l’esperienza del Grand tour diventa definitivamente
un’esperienza mercificata volta alla distinzione sociale.

                             La dinamica di distinzione inizia a mettere in modo una
                             progressiva turistizzazione di mete via via diverse e di
                             modelli turistici «distintivi».

                             L’aristocrazia in decadenza inizia a mostrare interesse per
                             nuovi percorsi e nuove mete di viaggio.

                             La borghesia in ascesa dimostra il suo status con modelli
                             di leisure dimostrativi.
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Nuovi modi di viaggiare e nuove mete
L’elevazione dello spirito, quasi a volersi distaccare dalla volgarità borghese ancorata agli aspetti materiali,
prende il sopravvento: la contemplazione del bello, il recupero della classicità, ma anche la riscoperta della
natura… finalmente conquistata, diventano i soggetti prediletti di un viaggiare altolocato.

La conquista della natura da parte della scienza e della tecnica si traducono in rinnovate imprese di
esplorazione: la montagna, ad esempio, diventa meta di viaggio e scoperta.
La conquista e l’esplorazione diventa anche introspezione, esplorazione di sé stessi e dell’umana natura, sempre
diversa nei diversi luoghi, eppure sempre così uguale a se stessa.
La stazione balneare come “luogo cuscinetto”
La stazione balneare diventa una sorta di luogo cuscinetto, nel quale l’aristocrazia e la borghesia
potevano trovare uno spazio comune di «trasgressione», nel quale la borghesia in ascesa impone la
propria doppia morale, dietro il paravento dei motivi salutistici.

La stazione balneare diventa il luogo e il tempo di una pur parata trasgressione, un luogo e un tempo
necessariamente divisi dalla vita di tutti i giorni.

Questo modello, che inizia a caratterizzare il tempo libero della borghesia, diviene il modello
aspirazionale anche delle classi intermedie.
La permeabilità sociale come prerequisito
La dimensione auto-diretta dello sviluppo imposta dalla borghesia determina una crescente
permeabilità sociale, in termini di possibilità di ascesa interclassista.

Le esigenze della società industriale, con la sua crescente complessità, fa sorgere nuove classi
intermedie, una piccola e media borghesia e una classe media impiegatizia.

                                                          Si sviluppa un mercato di massa, come
   Borghesia                 Borghesia                    esigenza della produzione di trovare
                                      piccola e media     maggiori sbocchi per le proprie merci
                                      borghesia           (es. crisi del ‘29).

                                                          I consumi iniziano a rappresentare la
                                           classe media
                                                          nuova        cifra     simbolica       della
                                                          stratificazione: alla classe si sostituisce
                                                          il ceto, e si sviluppa la leisure class, con
   Proletariato             Proletariato                  funzioni dimostrative.
L’industria turistica si specializza
A seguito di una crescente specializzazione nell’offerta dei servizi di viaggio e turistici, nasce la
figura dell’agenzia specializzata.

Si tratta di commercializzare viaggi programmati in maniera completa (pacchetti). Le agenzie
turistiche si rivolgono ad un pubblico sempre più di massa e si specializzano nella produzione
di offerte turistiche o nella loro vendita al dettaglio. Agenzie pubblicitarie promuovono invece
il prodotto. Sotto questa nuova divisione del lavoro nasce l’industria turistica vera e propria.

    «Le agenzie dettaglianti raccolgono le adesioni di una serie di clienti a un viaggio già
    completamente programmato da altri, che viene offerto ad un determinato prezzo, spesso
    tutto compreso, e a una data prefissata. Esse raccolgono così gruppi di turisti sulla base
    delle loro analoghe aspirazioni a riappropriarsi di un rapporto con il mondo, li stimolano, li
    organizzano e li assistono nell'accesso ai prodotti turistici predisposti dalle organizzazione
    industriali del turismo».
Thomas Cook e la nascita del viaggio organizzato
A partire dagli anni quaranta dell’800 Thomas Cook intraprese una fiorente attività di organizzazione di
viaggi e soggiorni di massa, per un pubblico di classe media.

Lo sviluppo della ferrovia e dei piroscafi, rendeva relativamente facile l’organizzazione di tali viaggi, che
presto si arricchirono anche di soggiorni presso hotel, guide specializzate, assicurazioni contro furti e
malattie, ecc.

                                                       «Per la prima volta nella storia il trasporto su lunga
                                                       distanza viene prodotto industrialmente e può
                                                       essere venduto a molti utenti a prezzi contenuti.
                                                       […] L’enorme investimento di capitali richiede che i
                                                       mezzi e l’equipaggiamento siano tenuti in costante
                                                       attività e che, di conseguenza, i passeggeri siano
                                                       trovati a migliaia. […]. Il pubblico dei consumatori
                                                       doveva essere allargato alla classe media in
                                                       vacanza […]. Il viaggio all'estero venne così
                                                       democratizzato».
Verso il turismo etero-diretto di massa
Da comportamento di una élite rurale e aristocratica (nobili grandi proprietari terrieri) volta
all’apprendimento del gusto aristocratico e delle norme di condotta politico-diplomatiche
(Grand tour);

A comportamento di una élite borghese-industriale, prevalentemente urbana e volto
prevalentemente all’ostentazione del prestigio economico, alla trasgressione e, in parte, anche
al riposo.

Fino a comportamento di una grande massa di appartenenti al ceto medio, fondamentalmente
funzionari e impiegati salariati o stipendiati…

…cui si aggiungono progressivamente, dopo la crisi del ‘29-’30 e le conseguenti riforme
economico-sociali, anche la massa dei lavoratori dell’industria e dei servizi.

Una serie di dinamiche economiche e di mercato, politico-istituzionali e culturali contribuirono
allo sviluppo della pratica del viaggio come pratica di massa etero-diretta.
Il conformismo del turismo di massa
Il turismo di massa è fondamentalmente scandito dai tempi e dai modi della produzione industriale: il tempo libero
è tale nella misura in cui è tempo da «consumare». Si sviluppa un’industria del tempo libero, la quale detterà i
suoi tempi e i suoi modi al fare del turista.

    «Il corso dei programmi e predeterminato e non può essere modificato ne arrestato. Gli stati d'animo non
    devono entrare in contraddizione con la situazione prevista dal programma. […]. Il turista eterodiretto, durante
    il suo viaggio, non fa alcuna scoperta, ma verrà solo in contatto con ciò che altri hanno già scoperto e di cui gli
    verrà offerta un'informazione preventiva»

                                                 Mentre il turista auto-diretto è guidato dal desiderio di
                                                 distinguersi, il turista etero-diretto non può permettersi di essere
                                                 diverso dal gruppo, il suo riferimento è il gruppo stesso.

                                                 Il turista etero-diretto è così portato a sperimentare e a valorizzare
                                                 le «delizie del consenso e della passività». Egli trova anzi la sua
                                                 gratificazione proprio nel dimostrare che è uguale agli altri che si
                                                 confonde con essi, ricostruendo così simbolicamente il senso di
                                                 un'unità perduta nella vita ordinaria a causa della frammentazione
                                                 dei rapporti indotta dalla società industriali di tipo fordista.
Il ribaltamento tra mezzi e fini

Nel turismo eterodiretto si assiste ad un paradossale ribaltamento di mezzi e fini: quelli che
dovrebbero essere soltanto mezzi, strumenti utili alla fruizione del tempo libero come
tempo auto-diretto, finiscono per diventare il fine stesso dell’attività del tempo libero.

Ciò che dovrebbe dare accesso all’esperienza (l’apparato di servizio), diventa esso stesso
esperienza fine a se stessa.

Savelli usa l’esempio dell’automobile, l’emblema della mobilità di massa e, quindi anche del
turismo di massa:

                                    • essa è innanzitutto un simbolo di status che rimarca
                                      l’avvenuta mobilità sociale;
                                    • permette la mobilità fisica (simbolo di libertà sociale);
                                    • è immediatamente mezzo di consumo turistico;
                                    • sublima bisogni psicologici e apre alle potenzialità del
                                      futuro in movimento.
L’industria culturale del turismo e la produzione delle motivazioni
 Una industria sempre più complessa e articolata pretende che il turista, consumatore di
 un’esperienza di viaggio e vacanza, si adegui ad un prodotto standardizzato. Magari variegato
 e sfaccettato, ma sempre entro binari predeterminati:

                                           «Il mondo, nella società industriale avanzata, viene
                                          infatti sottratto all’esperienza quotidiana del
                                          lavoratore e del cittadino, gli viene nascosto nella
                                          sua globalità e complessità e gli viene rivelato
                                          soltanto per quegli aspetti appositamente
                                          selezionati, in relazione ai quali è richiesto il suo
                                          contributo produttivo specializzato. Infine, viene
                                          riproposto nel tempo libero attraverso percezioni
                                          selezionate e razionalizzate da un apposito sistema
                                          di imprese e istituzioni; esso gli viene cioè offerto
                                          sotto forma di prodotto, insieme agli stili per
                                          consumarlo» (feticismo delle merci… e del tempo
                                          libero, nrd).
L’industria culturale del turismo e la produzione delle motivazioni
 In questo senso, la riflessione sull’industria turistica etero-diretta riprende la critica
 relativa all’industria culturale. Ovvero relativa al fatto che, nella società dei consumi, la
 dimensione simbolica, la cultura così come la critica, vengono inglobati per così dire
 nel sistema industriae e capitalistico stesso. Ognuno, con i suoi bisogni, desideri,
 aspettative, ecc.

 Il consumatore non è altro che un target e, come tale, incasellato in riquadri verdi,
 gialli, blu ... (“scuola critica”)
Ambivalenza delle produzioni culturali

Dean MacCannell evidenzia come nella modernità avanzata le attività del tempo libero si
collochino al centro degli ordinamenti sociali, prendendo il posto del lavoro quale sede
privilegiata delle relazioni sociali e del loro senso, compreso la costruzione di prestigio.

Il concetto di stile di vita determina l’individuo e la sua collocazione all’interno della società.
Nella determinazione dello stile di vita, il consumo e le attività del tempo libero contano
molto di più che la dimensione del lavoro.

                               Per MacCannell (con riferimento alla leisure class di Veblen) si
                               assiste ad un doppio ribaltamento rispetto all’epoca industriale
                               classica descritta da Marx: si ha un ribaltamento delle relazioni
                               sociali in base materiale e della base materiale in ideologia.
Ambivalenza delle produzioni culturali
Se il significato dei prodotti viene integrato all’interno di una dimensione culturale
che si fa sempre più cultura di consumo, la cultura stessa può essere sezionata e
posta in commercio come una merce, come «pezzi di modernità» di cui fare
esperienza:

   «L'economia incentrato sulle produzioni culturali si differenzia da quella della
   produzione industriale di beni materiali in quanto mette lo sfruttamento del
   tempo libero, quello dei consumatori desiderose di esperienza, al posto dello
   sfruttamento del lavoro»

                       Mentre il consumo di merci si arricchisce nella sua
                       dimensione esperienziale, il consumo di esperienze diviene la
                       cifra propria del fare turistico.
L’esperienza come mercificazione e irrealtà

Secondo Simmel, l’individuo moderno, bombardato da stimoli crescenti, tende ad
una conoscenza superficiale di ciò che lo circonda, apparendo annoiato, distaccato e
fondamentalmente indifferente: Simmel parla di individualità blasé.

                                   Gli stimoli e le esperienze, d’altronde, vengono
                                   prodotte e riprodotte tecnologicamente dallo
                                   sviluppo dei mezzi di comunicazione, i quali
                                   anticipano l’esperienza, creano aspettative e
                                   modelli di fruizione.

                                   Così ridotta e mercificata, l’esperienza non potrà
                                   che dare origine ad un perenne effetto deja vù, il
                                   quale connota l’iper-realtà creata dagli apparati
                                   di sevizio (mass-media e sevizi turistici)
L’industrializzazione del turismo
Il turista, in cerca di liberazione dai vincoli di una società industrializzata, finisce per ricadere in quegli stessi
meccanismi commerciali e disciplinanti da cui fuggiva. Il tempo libero turistico risponde fondamentalmente
alle stesse logiche industriali del tempo occupato dal lavoro.

Enzensberger distingue per il turismo:

                                                 La standardizzazione: la standardizzazione prende avvio con
                                                 le guide turistiche, con la classificazione, la selezione e la
                                                 valorizzazione delle cose «degne di essere viste».

                                                 Il montaggio: il montaggio prevede che la standardizzazione
                                                 delle cose da vedere sia assemblata in modo coerente
                                                 all’interno di specifici «itinerari» e «pacchetti».

                                                 La produzione in serie: alla fine, il viaggio collettivo con la
                                                 riproduzione in serie degli itinerari e dei pacchetti finì col
                                                 consacrare l’economia turistica all’intero delle economie di
                                                 scala tipicamente industriali.
Programmazione, controllo, sicurezza e similitudine

A differenza che nel turismo auto-diretto della borghesia in ascesa, il turismo di massa è organizzato fin dei
più minimi dettagli; il controllo sociale (dinamica etero-diretta) e la volontaria dipendenza del turista dal
sistema turistico stesso ne sono caratteristiche intrinseche.
La volontaria dipendenza va di pari passo con la ricerca di sicurezza e l’esclusione da rischi e imprevisti
nell’orizzonte dell’esperienza (bolle ambientali).

                                           Il contatto privilegiato con le popolazioni locali (turista del
                                           «terzo tipo») viene sostituito con il contatto privilegiato con ciò
                                           che è simile, noto e conosciuto, e le relazioni avvengono in via
                                           privilegiata con gli altri turisti (turisti del «secondo tipo»).
                                           Questo «turista totale» aderisce pienamente al ruolo del turista
                                           dall’inizio alla fine, senza possibilità (e volontà) di distaccarsene.

                                           I turisti, così raggruppati in masse autoreferenziali vengono
                                           identificate in «branchi» o «orde» che si muovono in un luogo in
                                           maniera fondamentalmente non collegata col luogo stesso.
Turismo e socializzazione: dall’ozio al massimo rendimento
La società industriale si caratterizza per una crescente mobilità, tanto orizzontale (nello spazio) che verticale
(nella stratificazione sociale), che a livello psicologico.
La mobilità orizzontale prevede un aumento progressivo degli spostamenti, tanto in numero che in varietà e
distanza;
La mobilità verticale prevede un valore simbolico differenziato rispetto alle mete e ai modelli del fare
vacanza. Il turismo assume un valore di status.

                                            A livello psicologico, mentre il modello della vacanza e del
                                            turismo sancisce l’appartenenza ad uno specifico strato sociale, il
                                            turismo in generale come pratica sociale, definisce l’appartenenza
                                            stessa alla società opulenta e industriale, il cui metro di misura è il
                                            rendimento, la produttività.
                                            Il tempo libero, da tempo «vuoto», dedicato classicamente
                                            all’ozio, diventa tempo «pieno», da massimizzare e riempire, in
                                            modo che la quantità, divenuta anche sinonimo di qualità, possa
                                            in qualche modo essere misura del rendimento nell’uso del tempo
                                            libero.
Turismo e socializzazione: la capacità di spesa come misura di status
Se nella società ascrittiva del periodo premoderno lo status era dato dalla famiglia, dal «sangue» e dalla
nascita, nella società acquisitiva della società industriale classica, lo status dipende dalla posizione lavorativa,
dall’autonomia conquistata e, solo in seconda battuta, dalla capacità di spesa.

Nella società industriale avanzata, invece, la capacità di spesa, autonomizzatasi dalla professione in termini
di status, diventa l’unica, o per lo meno la prevalente, misura del prestigio sociale.

In tale condizione, la capacità di pesa si traduce in capacità di acquisire simboli di status (status symbol),
fondamentalmente legati a consumo improduttivo del tempo o nel consumo dimostrativo di beni di lusso.
Thorstein Veblen parlò, in tal senso, di laisure class.

    «Nel lungo periodo in cui si esprime la società industriale classica il consumo dimostrativo di beni di
    lusso di matrice borghese si affianca e si sovrappone all'improduttività dimostrativa del tempo di
    matrice aristocratica, intrecciandosi con essa in forme spesso inscindibili»

A questa improduttività dimostrativa del tempo, si affianca e in parte si sostituisce la «produttività
dimostrativa» del tempo turistico, la quale deriva dall’interiorizzazione della norma del massimo
rendimento.
Turismo e socializzazione: la capacità di spesa come misura di status

Savelli distingue tra:

    «Consumo dimostrativo di beni di lusso»: proprio della leisure class della modernità
    industriale classica. Esso si caratterizza per l’accumulazione di beni di consumo di lusso quali
    simboli di status. Il tempo, invece, doveva essere vuoto, come tempo improduttivo ‘a
    disposizione’, da riempire con consumi vistosi: l’esibizione ‘in pubblico’ del potere d’acquisto e
    ella ricchezza era una componente essenziale e in ciò si riproponeva il carattere ‘aristocratico’
    della leisure class.

    «Rendimento dimostrativo del tempo»: consiste nel consumo di beni immateriali, ovvero
    attività, percezioni, sensazioni, emozioni, che fanno recuperare al soggetto la consapevolezza
    di appartenere a un sistema sociale articolato, caratterizzato da elevata mobilità. Si tratta del
    tempo pieno di cose da fare e di possibilità dei «vincenti della globalizzazione», quelli che
    Bauman chiama, non a caso, «turisti».
Turismo e socializzazione: dalla leisure class alle leisure masses

Savelli distingue, quindi tra leisure class e leisure masses. Con la democratizzazione del tempo
libero, il carattere disponibile del tempo si allarga alle masse. Queste più che caratterizzarsi per un
accumulo di simboli di distinzione, si caratterizzano per l’utilizzo di simboli di appartenenza e
socializzazione. L’uniformità ha il sopravvento sulla differenziazione e, anzi, il turismo rappresenta il
momento capace di sublimare, e in questo senso giustificare, le differenze sociali, in virtù di
un’appartenenza più ampia:

    «Il tempo della vacanza e allora tempo sacro, necessario, assoluto, che viene ad abolire
    simbolicamente il tempo profano, quello delle appartenenze specifiche […]. La vacanza, in
    quanto mito della felicità sociale, tende a realizzarsi in una sorta di ipnosi collettiva, in una
    imitazione di massa, nel confondersi con gli altri in un tempo e in uno spazio nettamente
    distinti e separati da quelli della vita quotidiana»

Il luogo e il tempo ‘sacri’ della vacanza concretizza simbolicamente l’esserci sociale, il partecipare a
pieno titolo della società: la presenza (l’esserci), ha la dominanza sull’essenza (l’essere) e sulla
relazione (essere insieme agli altri).
Il turismo come rituale di unità e ricerca di autenticità

La differenziazione e la funzionalizzazione della vita moderna determinano una
frammentazione dell’esperienza e una perdita dell’unitarietà del mondo (sociale).

Secondo MacCannell, quindi, il turismo si presta ad essere interpretato come un
rituale per accedere all’unitarietà perduta.

   «Il moderno tempo libero di massa contiene in sé questa possibilità di
   trascendere la differenziazione […]. Il viaggio turistico […] Si presenta come un
   rituale che trascende le differenziazione e incorpora i frammenti della società
   differenziata entro un’esperienza unificata, celebrandone l’unità»

Per MacCannell, quindi, il turismo è una sorta di rituale inteso a ricostruire
l’unitarietà perduta, e per farlo necessita di attingere all’autenticità dei frammenti.
L’autenticità come rituale collettivo

Il turismo diviene quel sistema funzionale coerente e ordinato capace di ricomprendere al suo
interno le differenziazioni proprie della vita sociale moderna e l’individuo prende coscienza di tale
differenziazione proprio grazie al sistema turistico.

                                        «La vita e la società possono così apparire loro [ai turisti]
                                        come una serie ordinata di rappresentazioni formali,
                                        ovvero come le istantanee in un album di famiglia. Il
                                        turismo diventa una celebrazione dell’esserci dell'individuo
                                        in un sistema sociale, anche quando questo non si
                                        presenta più come ordinato nelle relazioni della vita
                                        quotidiana. Il turismo viene a essere allora considerato
                                        come un percorso per restituire alla società quella
                                        rappresentazione unitaria e ordinata che essa non e più in
                                        grado di fornire a partire dalle ordinarie condizioni di vita e
                                        di lavoro al proprio interno»
La similitudine del turismo con il pellegrinaggio
Secondo MacCannell, assume particolare importanza la ratifica cerimoniale di attrazione
autentica, con la quale l’attrazione stessa assume importanza e giustifica il lungo tragitto
compiuto per vederla. Quest’ultimo, d’altronde, contribuisce a conferire importanza sociale e
collettiva all’attrazione stessa.
Questo duplice movimento, fisico e simbolico, può essere allora paragonato all’antico
pellegrinaggio:

                              «Il turismo viene ad essere allora l'esperienza traverso la quale si
                              diffonde una rappresentazione ordinata della struttura della
                              società moderna basata sulle attrazioni che essa produce o
                              ricolloca. [Il turismo, come l’antico pellegrinaggio] attinge alle
                              norme e ai valori che scaturiscono dal centro della società stessa
                              e li diffonde verso la periferia del corpo sociale. Esso sollecita
                              così sentimenti di appartenenza sociale viene assimilato al
                              patriottismo o al fervore religioso; consente di collocare
                              l'individuo all'interno di una rappresentazione ordinata e
                              condivisa della società».
Il turismo di massa come rituale collettivo della società moderna

Nella dimensione frammentata e funzionalizzata della modernità, il turismo di massa, con i suoi
rituali e le sue comuni rappresentazioni è paragonabile ad un rituale collettivo. Esso ha la
funzione di generare senso di appartenenza alla comune condizione della modernità, con le sue
promesse di benessere e prosperità:

                                                «L'appartenenza non viene più celebrata in
                                                nome di ciò che condividevamo nel passato –
                                                un territorio, una storia, una cultura, altrettante
                                                matrici di un comune sentire - o degli interessi
                                                maturati nel presente, nella quotidiana
                                                dinamica della divisione del lavoro e dei
                                                conflitti di classe, ma in nome di ciò che
                                                condivideremo nel futuro, in forza di una
                                                solidarietà meccanica riscoperta sulla base di
                                                una comune prospettiva, quella del progresso».
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