Inondavano i quartieri di Salerno: in 43 chiedono l'abbreviato

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Inondavano   di    Droga  i
quartieri di Salerno: in 43
chiedono l’abbreviato
di Pina Ferro

Fornivano la droga a diversi quartieri di Salerno: in 42
chiedono il rito abbreviato.

Solamente i legali di: Antonio Abate 42 anni, alias Tony,
residente a Salerno, gestore della piazza di spaccio di
Pastena /Mercatello; Massimo Sica 48 anni residente a Salerno
e di Giuseppe Bifulco 23 anni, residente a Salerno hanno
chiesto che i propri assistiti vengano processati con il rito
ordinario. Il giudice per le indagini preliminari del
Tribunale di Salerno Giandomenico D’Agostino, il prossimo 5
novembre deciderà sulle tre richieste di rinvio a giudizio e
se ammettere i 42 riti abbreviati.

I 45 indagati, organizzati in gruppi, erano capaci di
riversare in maniera massiccia e “in modo costante e
sistematico” la droga in diversi quartieri di Salerno e comuni
limitrofi.

Nell’aula bunker, dove si stanno celebrando le udienze,
sarannno presenti: Luca Franceschelli, 33 anni, residente a
salerno ritenuto il promotore dell’organizzazione, si occupava
di individuare i canali di rifornimento disponeva
dell’assegnazione e controllo delle piazze di spaccio seguiva
la contabilità dei crediti da incassare; Agostino Abate, 27
anni, gestore della piazza di Matierno; Francesco Cafaro 32
anni, residente a Pellezzano; Rocco Cafaro 33 anni, residente
a Salerno gestore della piazza di Pellezzano; Carmine Caputo
26 anni, residente a Salerno, gestore della piazza di Fratte;
Emilio Ciaglia 43 anni, residente a Salerno, gestore della
piazza di spaccio di Pastena /Mercatello; Roberto Consiglio 40
anni, residente a Salerno; Donato Bernardo Criscuoli 27 anni,
alias “O Puorc” residente a Salerno, gestore della piazza di
Ogliara; Giuseppe D’Auria 28 anni, residente a Pagani; Luca
Delfino 40 anni, residente a Salerno gestore della piazza di
Pastena /Mercatello; Moreno Di Martino 28 anni, residente a
Salerno gestore della piazza di Sapri; Antonio Esposito 29
anni, residente a Salerno; Sabato Fasano 59 anni, residente a
Salerno; Gerardo Fiorillo 27 anni, alias “Notte”, residente a
Pellezzano gestore della piazza di Acquamela di Baronissi;
Giuseppe Galdoporpora 21 anni, residente a Salerno, detentore
e custode della sostanza; Claudio Gibuti 27 anni, residente a
Salerno gestore della piazza di Matierno; Giovanna Liguori, 50
anni, alias “Zia”, residente a Battipaglia; Francesco
Mercadante 44 anni, residente a Salerno; Luigi Mercadante 37
anni, residente a Salerno alias “Giggetto”, gestore della
piazza della Zona industriale di Salerno; Marco Milo 31 anni,
residente a Salerno; Gaetano Molinaro 21 anni, alias “Nino”,
residente a Salerno gestore della piazza di Fratte; Cristiano
Noschese 33 anni, residente a Salerno; Giuseppe Ottati 49
anni; Teodora Pace 21 anni, residente a Salerno, detentrice e
custode della sostanza; Santo Pecoraro 38 anni, alias Carmine
e alias “ma serio”, residente a Salerno gestore della piazza
di spaccio di Parco Pinocchio; Silvia Pappalardo, 44 anni,
residente a Salerno; Alfonso Passamano, 29 anni, residente a
Nocera Inferiore; Giuseppe Pennasilico 36 anni, residente a
Salerno; Fabio Salzano 27 anni, residente a Salerno; Fabio
Saviello 31 anni, alias “Cumbarò”, residente a Salerno,
gestore della piazza di Pastorano; Raffaele Scotto Di Porto 26
anni, residente a Salerno detentore e custode della sostanza;
Luciano Solferino Tiano 29 anni, residente a Nocera Inferiore;
Walter Stabile 25 anni, residente a Baronissi gestore della
piazza di Baronissi; Francesco Spero 20 anni, alias “Pisiell”,
residente a Salerno gestore della piazza di Mariconda; Marco
Tranzillo 28 anni, residente a Salerno gestore della piazza di
spaccio di hashish e marijuana di Pastena/ quartiere Q2;
Vincenzo Ventura 22 anni, residente a Salerno e domiciliato a
San Mango Piemonte;    Raffaele Cocci 40 anni, residente a
Caivano; Raffaele Crispino 37 anni, residente a Caivano;
Angelo Leone, 21 anni, residente a Salerno; Alfonso Marano 50
anni, residente a Nocera Superiore; Ciro Ragosta 31 anni,
residente a Salerno; Pasquale Raucci 51 anni, residente a
Caivano.

Il blitz scatto lo scorso 9 febbraio da parte degli uomini
della Squadra Mobile di Salerno. A coordinare l’indagine fu la
Direzione distrettuale antimafia. Le indagini denominate Chef
Crack – Ko, hanno permesso di far luce sull’attività dei
gruppi criminali e sulle attività illecite connesse
all’acquisto,     trasporto,    detenzione,     lavorazione,
confezionamento, vendita e cessione di cocaina, hashish,
marijuana e crack. Linguaggi criptici per identificare il tipo
di droga e la quantità e incontri con i “clienti” anche in
fila al supermercato o alla banca durante il lockdown. Secondo
quanto ricostruito dagli investigatori, il giro d’affari del
gruppo criminale individuato sfiorava i 100mila euro al mese .
L’approvvigionamento avveniva nel Napoletano. Gli agenti,
anche grazie a intercettazioni telefoniche e alla visione dei
filmati di telecamere installate in punti strategici, hanno
documentato i diversi passaggi della filiera del traffico di
droga, partendo dai pusher, passando per i fornitori e finendo
all’identificazione di quelli che sono ritenuti i capi che
hanno creato nel territorio salernitano “uno dei più forti e
stabili canali di approvvigionamento di sostanze stupefacenti
di diverso tipo”.

“Il            Pd          a         Napoli                è
all’opposizione, non voti il
bilancio”
“No al bilancio. Al comune di Napoli il Partito Democratico è
all’opposizione”. Lo dichiara Leo Annunziata, Segretario del
Partito Democratico della Campania. “Ormai sono dieci anni
che, purtroppo, la Città di Napoli è amministrata malissimo.
Non ci sono dubbi: De Magistris è stato il peggior Sindaco di
Napoli – ha aggiunto Annunziata – Un vero e proprio disastro.
Il Partito Democratico voterà no al bilancio e chiede le
dimissioni immediate di De Magistris. Napoli ha bisogno di una
svolta”.

#unannosenzaeventi,
Mobilitazione nazionale nei
territori
La Fedas (Federazione Aziende Spettacolo), domani, 23 febbraio
2021, scenderà in piazza a Napoli, davanti al Teatro
Mercadante alle ore 15, aderendo alla mobilitazione nazionale
nei territori #unannosenzaeventi.

“Abbiamo deciso di aderire a questa mobilitazione nazionale, –
spiega il presidente nazionale Raffaele Vitale – perché come
imprenditori che operano nel servizio audio luci per eventi e
spettacolo, ci sentiamo completamente abbandonati e
dimenticati dallo Stato. Quando si parla ci cinema e teatro,
si parla di attori e registi e nessuno mai fa riferimento alla
nostra categoria, quella dei service per intenderci, che è
fondamentale in questo settore. Siamo scomparsi completamente.
Adesso basta! Adesso è giunto il momento di far sentire la
nostra voce e di ricevere risposte certe. Siamo imprenditori e
vogliamo essere trattati come tali”

La Federazione, nata a Salerno durante il primo lockdown, per
volontà di Raffaele Vitale (Salerno), Raffaele Sguazzo
(Salerno), Enrico Landi (Mercato San Severino), Francesco
Loria (Santa Maria Capua Vetere), Antonio Mirone (Sorrento),
Domenico Miele (Nola), oggi conta sedi non solo in Campania ma
anche in Sicilia, Puglia e Abruzzo. Fanno parte della Fedas
tutti gli imprenditori che operano nel servizio audio luci per
eventi e spettacoli.

Lello Arena si racconta: “Io,
Totò, Peppino e il mio amico
Massimo”
di Monica De Santis

Raffaele Arena, classe 1953, è chiamato da tutti Lello. Nato a
Napoli, ma poi trasferitosi a San Giorgio a Cremano,
nonostante i successi nel rugby il suo sogno è diventar
attore. A 13 anni, nel teatro parrocchiale incontra Massimo
Troisi, diventano amici ed insieme iniziano la lunga gavetta
che li porterà al successo con il trio “La Smorfia” del quale
faceva parte anche Enzo De Caro. Oggi a 67 anni, Lello Arena è
tra gli attori italiani più apprezzati e stimati, un esempio
da seguire per i tanti giovani comici napoletani che a lui si
ispirano e cercano di carpire i segreti del suo successo. Un
successo ottenuto con tanto lavoro, tanta professionalità ma
anche tanta umiltà, perché una cosa è certa Lello Arena non si
è mai montato la testa. Ma come ha vissuto questo lungo
periodo di quarantena…. “Ho cercato di rimanere lucido e
freddo, era necessario per garantire non solo la mia
sicurezza, ma anche quella della mia famiglia e degli altri.
E’ stato un periodo difficile e sofferto. I teatri chiusi,
colleghi disperati che mi chiamavano. Ho cercato di mediare,
di ascoltare tutti coloro che mi contattavano e di dare man
forte a tutti. Uniti è più facile, uniti si superano tutte le
battaglie”.

Ha dovuto annullare o rinviare qualche progetto a causa del
Covid19?

“Eravamo in tournèe con ‘Parenti serpenti’ e poi mi mancavano
le ultime repliche di ‘Miseria e nobiltà’. In tutto un mese,
un mese e mezzo di lavoro saltato per due compagnie. Spero
solo di poter recuperare queste date, ma questo dipende
ovviamente dai vari circuiti di distribuzione e dalle regole
che verranno imposte. Sull’altro fronte, quello televisivo,
invece ho proseguito, anche a distanza, la mia partecipazione
a ‘Che tempo che fa’ con Fabio Fazio e a ‘Propaganda Live’. E
questo è stato un buon modo per continuare a mantenere un
contatto con il pubblico”

In questi tre mesi ha pensato a nuovi progetti, nuove idee?

“Più che a nuovi progetti, ho pensato alla ripresa. Adesso è
il momento in cui dobbiamo essere capaci di rimodulare la
nostra attività in base a ciò che ci viene detto, alle regole
che ci vengono date. Al momento i teatri posso contenere solo
un numero ridotto di spettatori, questo vuole dire che non si
può pensare di allestire spettacoli con molti attori e con
costi troppo alti. Bisogna rimodulare il tutto, programmare
spettacoli, di buona qualità, ma che abbiano costi sostenibili
per i teatri, così da far sì che il settore riparta”.

Non crede il pubblico possa avere paura di tornare a teatro?

“Certamente, infatti la cosa più importante in questo momento
credo che sia quella di tranquillizzare il pubblico, di far
capire che come si può andare in aereo si può anche andare in
teatro senza correre nessun rischio, perché i gestori dei
teatri sapranno far rispettare tutte le norme igienico-
sanitarie e quindi garantire la sicurezza di tutti. Infondo è
una cosa che si sta già facendo. Lo vedo al Napoli Teatro
Festival. Gli organizzatori sanificano tutto ogni giorno,
prendono la temperatura agli attori e al pubblico. Le sedie
sono distanziate così da evitare di stare uno troppo vicino
all’altro. Ecco questo è un bel modo di prendersi cura del
proprio pubblico e così dovrebbe essere sempre e questo
messaggio bisogna farlo arrivare agli spettatori, così che
possano tornare ad assistere agli spettacoli senza nessuna
paura”.

Ha in programma spettacoli per quest’estate?

“No, l’unica cosa è una lunga manifestazione che si terrà a
Piazza del Plebiscito a Napoli, dove si sta realizzando il più
grande teatro all’aperto. Saràuna bella rassegna di teatro e
musica.

Diversi anni fa ha scritto un libro dedicato a Totò e Peppino.
Nell’introduzione del libro si rivolgeva a loro chiamandoli
zio Totò e zio Peppino, ma cosa rappresentano veramente per
lei?

“Tutto. Sono due grandissimi artisti. Due comici inarrivabili.
Hanno avuto solo la sfortuna di nascere in Italia. Se fossero
nati, non lo in America, in Inghilterra, oggi sarebbero
conosciuti in tutto il mondo proprio come Chaplin o Stanlio e
Ollio. Non sono secondi a nessuno. E’ la coppia più
straordinaria che ci sia mai stata. Sono una vera e propria
ispirazione per chi vuol far questo mestiere, sicuramente lo
sono stati per me, Massimo ed Enzo all’inizio della nostra
carriera. Io li ho visti sempre come due zii, due persone di
famiglia che mi regalavano e mi regalano ancora oggi, sollievo
nelle giornate tristi”.
Ha citato Troisi, non posso non chiederle un ricordo?

“Massimo è una presenza costante, quotidiana. Fa parte delle
mia vita, non morirà mai. Lui è un pezzo del mio cuore e
resterà sempre vivo grazie ai ricordi dei tanti che hanno
avuto la fortuna di conoscerlo. Ogni giorno incontro persone
che mi parlano di lui, che mi raccontano incontri, storie su
di lui o che mi chiedono a me di parlare di lui. Ecco questo è
molto bello, tutto questo affetto che le persone nutrono per
Massimo fa si che lui resti sempre vivo e personalmente mi
aiuta a sentire meno la sua mancanza. Certo il dolore rimane
però un pezzettino di lui resterà sempre con me e con tutti
coloro che gli hanno voluto bene ”.

Trova delle differenze tra i comici di oggi e quelli della sua
generazione?

“Quando si parla di comicità non c’è nessuna differenza e non
si parla di generazione di comici. Il comico vero è quello che
fa ridere, se non fai ridere non sei un comico. Qui a Napoli
vedo un bel fermento ci sono dei ragazzi molto interessanti,
hanno ancora bisogno di crescere, ma credo che riusciranno ad
avere un buon successo. Certo fare il comico a Napoli non è
cosa semplice. Insomma questa è una città che ha avuto dei
comici unici, straordinari, inarrivabili, come ho detto prima.
Non solo Totò e Peppino, non solo Massimo, ma anche Taranto,
Tina Pica, De Sica, solo per citarne alcuni. E’ una tragedia
fare il comico a Napoli, perché la gente fa sempre i paragoni.
Se invece sei di una piccola cittadina del nord e decidi di
fare il comico è sicuramente più facile, non cresci col
continuo confronto con dei mostri che sai bene non riuscirai
mai ad eguagliare”.

Ha un sogno nel cassetto?

“Ho un cassetto. Ma è sempre abbastanza vuoto. Ogni tanto ci
metto un sogno dentro ma poi si svuota immediatamente. Non
penso a sogni che sono solo miei, penso ad occasioni a cose da
fare in gruppo, così è più facile da realizzarle                 e
fortunatamente fino ad oggi ci sono riuscito”.

«Il mio ex mi ha portato via
i miei figli»
di Erika Noschese

Una   storia   iniziata   con   la   violenza,   una   separazione
consensuale mai raggiunta e tre bambini costretti, alla fine,
a stare lontano dalla loro madre. E’ la storia di Veronica Di
Martino, una donna di Castellammare che, in occasione della
festa della mamma, ha deciso di raccontare la sua storia, la
storia di un diritto negato. Dalla giustizia, dal suo ex
compagno, dagli assistenti sociali, da un sistema forse marcio
che non si riesce a cambiare. «La mia è la classica storia di
violenza, go sempre cercato una separazione consensuale per il
bene dei miei tre figli», racconta la donna. Il suo ex
compagno deposita la giudicale perchè non ha mai voluto
trovare un accordo. La prima udienza sembra essere dalla sua
parte: il tribunale decreta l’affidamento congiunto con
domicilio a casa dellla madre. Poi, il giudice cambia, diventa
ordinario: in udienza si stabilisce che il padre ha visite
livere, il martedì e il sabato. Il 30 aprile 2017 qualcosa
cambia: il papà può vedere i suoi figli ma con visita
protetta, attraverso i servizi sociali. «Non ricordo
l’attivazione di questo percorso, forse perchè non c’è mai
stato – racconta ancora Veronica Di Martino – La procedura
amministrativa prevedeva che il Comune mi convocasse,
spiegandomi le motivazioni ma io ad un certo punto mi sono
ritrovata un’assistente sociale a casa che mi ha comunicato il
giorno e l’ora, sono stata obbligata a seguire i loro pensieri
più strani, a qualsiasi ora senza rispetto per il mio lavoro».
Nel mese di giugno del 2017 iniziano gli incontri ma i figli
non vogliono stare con il padre così Veronica viene accusata
di alienazione parentale. Durante uno degli incontri in
presenza dell’assistente sociale, l’ex compagno non solo
ammette la violenza ma anche il tentato omicidio. «A quel
punto, mi rifiuto di continuare ma gli assistenti sociali
piuttosto che verbalizzare il tutto accusano me», racconta
ancora la donna sottolineando come il figlio 12enne avesse, in
quel periodo, sviluppato un atteggiamento iper protettivo nei
confronti della madre poichè aveva assistito a molte violenze
domestiche. «Ad un certo punto, gli assistenti sociali
chiudono mio figlio in una stanza, lo costringono a passare
del tempo con il padre in un consultorio così scatta la mia
prima denuncia verso gli assistenti sociali – racconta ancora
la giovane mamma – Solo a quel punto scopro che tra il mio ex
compagno e una degli assistenti sociali esiste un legame,
personale e professionale ma nonostante questo il Ctu conferma
la loro tesi». Nel frattempo, l’uomo stoppa anche il
mantenimento e per qualche inspiegabile ragione la situazione
si capovolge: attualmente i figli vivono con il padre: l’uomo,
prima della sentenza, ha la residenza a casa dei genitori,
dunque i bambini dovevano vivere con i nonni. Tempo quattro
giorni e l’uomo si trasferisce a casa dell’attuale compagna.
Si invertono i ruoli: è lei, ora, a dover passare gli alimenti
a lui. E lei a poter vedere i figli solo in presenza degli
assistenti sociali con visite protette. «La cosa grave è che i
miei figli sono stati prelevati da scuola e gli assistenti
sociali hanno preteso che raccontassi ai miei figli che dovevo
allontanarmi per lavoro», racconta ancora la donna che, da
febbraio, a causa dell’emergenza Coronavirus, non vede i
figli. «Fino a febbraio potevo vederli una volta a settimana,
per un’ora, presso una struttura a Gragnano», racconta ancora
la donna, commercialista di professione, in attesa di
ritornare dinanzi ad un giudice per riavere l’affidamento dei
suoi figli. Nell’ultima relazione si legge infatti che tra gli
ex coniugi i rapporti non sono ancora maturi e il giudice ha
rinviato tutto al collegio. «In attesa che un collegio decida
le sorti dei miei figli io ho perso Natale con loro,
Capodanno, Pasqua e tutte le feste compresa quella della
mamma», ha raccontato ancora Veronica che ora rivendica il suo
diritto ad essere madre di quei figli che, ancora oggi, stanno
scontando gli errori del loro papà: la più piccola, spesso,
non riesce a trattenere la pipì, il secondo figlio si è chiuso
nel suo silenzio, sviluppando una sorta di mutismo mentre il
più grande ha addirittura aggredito sua madre fisicamente. Il
tutto mentre chi è tenuto a decidere sembra continuare a
prendere tempo mentre c’è una mamma che si sta perdendo gli
anni migliori dei suoi bambini. Segno, forse, che la legge non
è uguale per tutti, che troppo facilmente si abusa del termine
“alienazione parentale”, che non sempre le relazioni degli
assistenti sociali sono corrette e – soprattutto – che forse
sarebbe il caso di ascoltare le parole dei bambini che si sa,
non riescono a mentire e soprattutto sanno quanto importante
è, nella loro vita, il ruolo di una mamma.

Buoni pasto, Napoli accusa I
consiglieri vanno in Procura
di Andrea Pellegrino

Accesso agli atti prima, poi esposto in Procura per difendere
l’immagine. Rischia realmente di finire in Tribunale il caso
dei buoni pasto di Salerno. Una disputa tra sindaco e
consiglieri comunali (di maggioranza e opposizione) che
accende lo scontro nei giorni dell’emergenza Coronavirus. Ad
accendere la miccia un comunicato del primo cittadino Enzo
Napoli: «Denuncerò alla Procura della Repubblica il calunnioso
tentativo di sciacallaggio politico». Una nota che arriva alle
redazioni, viene pubblicata sui canali social ma anche sul
sito web istituzionale di Palazzo di Città. Testualmente si
legge: «L’amministrazione comunale di Salerno denuncerà alla
procura della Repubblica il calunnioso tentativo di
sciacallaggio politico sulla pelle delle famiglie più fragili,
inscenato da alcuni personaggi in cerca di squallida notorietà
in circostanze così drammatiche”, ed aggiungeva che “chi
insinua per mera propaganda politica sul lavoro svolto a
sostegno delle persone più deboli deve vergognarsi. E
risponderà delle sue calunnie alla giustizia». Firmato: Enzo
Napoli, sindaco di Salerno che ieri è finito dritto nel mirino
di alcuni consiglieri comunali che hanno scritto al segretario
comunale, Ornella Menna e al presidente del Consiglio comunale
Alessandro Ferrara per acquisire la documentazione, senza
escludere la possibilità di una controdenuncia. Tra i
firmatari anche quattro consiglieri comunali di maggioranza:
Antonio D’Alessio, Leonardo Gallo, Pietro Stasi e Corrado
Naddeo, oltre tutta l’opposizione composta da Antonio
Cammarota, Roberto Celano, Gianpaolo Lambiase, Ciro
Russomando, Dante Santoro e Giuseppe Zitarosa. «Si apprende –
scrivono – del deposito di una denuncia. Poiché si riferisce
della lesione dell’immagine non di un singolo esponente ma di
quella pubblica del comune di Salerno, e quindi anche dei
consiglieri comunali tutti, abbiamo chiesto di ricevere copia
della delibera di giunta che legittima l’azione nonché il
testo integrale della denuncia e degli allegati».

Calendario Gutenberg 2029,
domenica la presentazione a
Napoli
Domenica 19 Gennaio 2020 alle ore 11 sarà presentato
ufficialmente, presso gli spazi espositivi di Palazzo Venezia
– Napoli, il Calendario Gutenberg 2020. Il Calendario, nato da
un Concorso nazionale bandito dalla Gutenberg Edizioni e
riservato a tutti gli artisti residenti in Italia, ha visto la
partecipazione di oltre 700 interpreti dell’arte contemporanea
provenienti da tutte le regioni d’Italia. Le 12 opere, che
accompagneranno gli altrettanti mesi del 2020, rappresentano
nitidamente libere interpretazioni, rivisitazioni, intuizioni
e visioni sul tema-guida di questa nuova edizione del
Concorso: Natura e Territorio. La mostra sarà visitabile fino
a Mercoledì 22 Gennaio 2020.
Il Concorso.
Giunto alla sua III° edizione, il Concorso Calendario
Gutenberg continua nel suo intento di promuovere un substrato
artistico nazionale spesso ingiustamente poco valorizzato. Da
qui la scelta di creare un Concorso interamente gratuito per i
partecipanti, i quali sono stati selezionati su criteri
qualitativi e tecnici. Per la riuscita dell’evento sono stati
infatti selezionati ben 12 Artisti provenienti da tutta Italia
e che andranno a connotare gli altrettanti mesi di questi 2020
con le loro opere d’ampio respiro artistico. Inoltre, la casa
editrice ha voluto dedicare anche la pubblicazione di un
Catalogo d’Arte per altre 60 opere degne di note proveniente
sempre dalla selezione delle oltre 700 tele candidate al
Concorso. Una commissione composta da Davide Caramagna
(Presidente Associazione culturale MM18) Luigi Caiffa (art
consulting – Arteinvilla Alezio Lecce), Ciro Pirone
(Presidente Associazione Arte MADI Movimento Internazionale
Italia), Giuseppe Rescigno (artista) Ciro Ruggiero (lighting
designer – SPARK) e Franco Baccaro (Baccaro Art Gallery –
Pagani) ha selezionato le opere proposte da: Barbara Bonfilio
(Cosenza), Roberta Ceudek (Milano), Sebastian De Gobbis
(Verona), Simona Gloriani (Fiumicino), Monica Gorini (Milano),
Giuseppe Greca (Enna), Maurizio Mafucci (Arezzo), Cesare
Pinotti (Reggio Emilia), Giuseppe Sticchi (Napoli), Serena
Tani (Firenze), Cesare Vignato (Vicenza), Alberto Volpin
(Padova), oltre alla menzione speciale della Casa Editrice per
il giovane artista Angelo Franco (Torino).
Palazzo Venezia.
Il palazzo fu donato dal Re di Napoli Ladislao II d’Angio’
Durazzo alla Serenissima Repubblica di Venezia intorno al 1412
con lo scopo di essere utilizzato come abitazione per i
consoli generali a Napoli. Il “napoletano palazzo di Venezia”,
fratello maggiore del più noto Palazzo Venezia di Roma, detto
anche Palazzo della Residenza, è stato per circa quattrocento
anni sede dell’ambasciata veneta nel Regno di Napoli. Grazie
all’iniziativa di Gennaro Buccino, imprenditore napoletano,
rivive da ormai diversi anni Palazzo Venezia, struttura di
origine trecentesca, sita nel cuore di Spaccanapoli. Le sue
sale sono state prima riaperte al pubblico in occasione del
“Maggio dei monumenti 2009″ e poi adibite all’organizzazione
di serate,eventi musicali ,mostre, rivolti a promuovere non
solo la cultura e la tradizione, ma anche l’ingresso di nuovi
artisti nel panorama partenopeo.
La Casa Editrice.
“Siamo orgogliosi nel constatare il grande entusiasmo mostrato
per quest’ultima edizione del nostro Concorso. Ogni singolo
artista ha contribuito ad accrescere la qualità
dell’iniziativa oltre a dare all’intero staff della Gutenberg
Edizioni una visione sempre più affascinante dello stato
dell’arte contemporanea in Italia. Chiudiamo questa iniziativa
con la consapevolezza di poter migliorare sempre più il
percorso fin qui intrapreso e ci congediamo con un Arrivederci
già proiettato all’edizione 2021 del Calendario Gutenberg”.

La    curiosità: Nicholas
Esposito, il leghista di
sinistra
di Erika Noschese

E’ destinata a suscitare non poche polemiche la nomina del
nuovo coordinatore provinciale della Lega. Nicholas Esposito,
napoletano doc, nato a Portici. La sua carriera politica
sembrava nota: leghista doc? A suo dire, o meglio mostrare, sì
eppure i conti non tornano. Alle elezioni comunali del 2017 si
è candidato – senza però essere eletto – in una lista civica
di centro sinistra, “I democratici e popolari” voluta dal
consigliere regionale Mario Casillo, a sostegno del candidato
sindaco – poi eletto – Vincenzo Cuomo, esponente del partito
democratico. Quando si è candidato a sostegno dei dem,
Esposito vantava già la sua militanza nel partito di Salvini.

Aveva 6 chili di capsule di
papavero da oppio nascoste
nel bagagliaio, era diretto a
Salerno
Era diretto a Salerno Il 31enne, fermato a Napoli con un
ingente quantitativo di droga. Era appena giunto nel capoluogo
campano a bordo di un treno proveniente dal Lazio, era in
attesa della partenza del convoglio per Salerno, sua
destinazione finale, quando gli agenti della Polfer lo hanno
fermato per identificarlo ed ispezionare il contenuto del
voluminoso bagaglio. Alla richiesta, l’uomo ha cercato di
accampare la scusa dell’imminente treno in partenza ma i
poliziotti non hanno desistito e, appena è stata aperta la zip
del borsone, gli agenti hanno trovato 50 buste di plastica
nera termosigillata, ognuna delle quali contenente numerosi
bulbi per un peso complessivo di circa 6 chilogrammi. Dopo
un’analisi della Scientifica di Napoli, i bulbi sono risultati
positivi al test di comparazione con la morfina e, pertanto,
sono stati sottoposti a sequestro.L’utilizzo, la coltivazione
e il commercio del papavero da oppio, sebbene sia consentito
in alcuni Paesi orientali, risulta illegale in Europa –
ricorda la polizia – perché le sue capsule, raccolte mature ed
essiccate, vengono trattate con solventi per estrarne il
principio attivo alcaloideo che, nell’uomo, anche in
concentrazioni molto basse, agisce direttamente sul sistema
nervoso centrale, alterandolo e provocando effetti dannosi. Il
cittadino indiano, dopo gli accertamenti di rito, è stato
arrestato e portato nelle camere di sicurezza della Questura
di Napoli, a disposizione dell’autorità giudiziaria.

Volontari di Sea Shepherd in
azione a Napoli
Volontari di Sea Shepherd in azione a Napoli. Sabato 23
novembre, dalle 9.30 alle 12.30, i volontari della più
agguerrita organizzazione ambientale saranno impegnati nella
pulizia della spiaggia Rotonda Diaz, sul lungomare Caracciolo.
Si tratta di un evento organizzato da ReTake Napoli, in
collaborazione con altre associazioni. L’obiettivo dell’evento
non è solo un clean up dell’arenile, con la raccolta di
rifiuti in spiaggia e tra gli scogli, ma dire “basta” alla
plastica monouso, incentivando la cittadinanza a fermare il
più grande inquinamento messo in pratica con costanza
dall’uomo.    L’evento sarà aperto anche ai cittadini che
vorranno partecipare: basta dotarsi, infatti, di guanti, buste
e abbigliamento idoneo.

CHI È SEA SHEPHERD?

Fondata nel 1977 dal Capitano Paul Watson, Sea Shepherd è la
più attiva e agguerrita Organizzazione per la tutela degli
Oceani e della fauna marina. La flotta di Sea Shepherd è
composta da tredici navi con a bordo equipaggi di volontari
provenienti da tutto il mondo, disposti a rischiare la propria
vita per la causa. Sea Shepherd non protesta, ma agisce
utilizzando tattiche di azione diretta per investigare,
documentare e impedire le attività illegali ai danni degli
Oceani. Tra le numerose campagne portate avanti in 40 anni di
storia ricordiamo quelle in Canada contro il massacro delle
foche, alle isole Faroe, protettorato danese, contro la
mattanza di globicefali e altri delfini, e in Mediterraneo
contro la pesca illegale. Inoltre, collabora ufficialmente da
diversi anni con le forze di polizia delle Isole Galapagos e
porta avanti anche Campagne a terra, di cui tre in Italia:
Operazione Siracusa, Operazione Jairo Mediterraneo e
Operazione Siso. La Campagna storica di Sea Shepherd è quella
in Oceano Antartico, dove per più di 10 anni la flotta di Sea
Shepherd ha combattuto contro la caccia commerciale alle
balene, mascherata da ricerca scientifica, portata avanti
dalla flotta giapponese. Ogni anno, all’interno del Santuario
dei Cetacei in Oceano del Sud, i giapponesi tentano di
uccidere 1.000 balene ma, grazie a Sea Shepherd, negli ultimi
anni questo numero si è drasticamente ridotto e ha permesso a
più di 5.000 balene di continuare a nuotare libere. Sea
Shepherd esiste e porta avanti le proprie campagne grazie alla
volontà e al supporto dei singoli individui (volontari e
sostenitori).

Visitate il sito e la pagina facebook di Sea Shepherd Italia
per restare aggiornati sulle campagne e per sapere come
aiutare a mantenere la nostra flotta in mare.

www.seashepherd.it

www.facebook.com/seashepherditalia/

sud@seashepherd.it
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