Il rinnovo della composizione della Corte costituzionale slovacca a margine delle elezioni presidenziali del 2019, tra dinamiche coabitazioniste e ...

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Il rinnovo della composizione della Corte costituzionale slovacca a margine delle elezioni presidenziali del 2019, tra dinamiche coabitazioniste e ...
Il rinnovo della composizione della Corte costituzionale
    slovacca a margine delle elezioni presidenziali del 2019, tra
       dinamiche coabitazioniste e riforma dei meccanismi di
                 selezione dei giudici costituzionali

                                         Arianna Angeli

                                                  Abstract

In January 2018, the Government started debating on the reform of constitutional judges’
selection mechanism. The Slovak National Council proved to be able to introduce minor
changes to the first phase of constitutional judges’ selection process, through the adoption of
Act no. 314/2018. However, the rejection of constitutional amendment bill no. 1060, on October
23, 2018, represented a missed opportunity to reform the Constitutional Court. The inability to
find a compromise among different political forces, in fact, paved the way to a new
confrontation between the President of the Republic and the National Council on the subject.

Keywords: Slovakia – Slovak Constitutional Court – Presidential elections 2019

SOMMARIO: 1. L’evoluzione dei meccanismi di selezione dei giudici costituzionali:
dall’esperienza della Repubblica cecoslovacca alla nascita della Slovacchia
indipendente. 2. La composizione della Corte costituzionale e la “crisi” sulle nomine dei
seggi vacanti. 2.1 L’influenza dei meccanismi di selezione dei giudici costituzionali
sulla composizione della Corte. 2.2. La contrapposizione tra il Presidente della
Repubblica ed il Consiglio nazionale. 3. Una nuova disciplina per la Corte
costituzionale. 3.1 Il progetto di legge di revisione costituzionale n. 1060 del 24 agosto
2018. 3.2. La legge n. 314/2018 del 24 ottobre 2018. 4. La selezione dei giudici della
Corte costituzionale a margine delle elezioni presidenziali del 2019. 5. Brevi riflessioni
conclusive.


  Ricercatrice di Diritto pubblico comparato presso il Dipartimento di Studi internazionali, giuridici e
storico-politici dell’Università degli Studi di Milano. Citazione consigliata: A. Angeli, Il rinnovo della
composizione della Corte costituzionale slovacca a margine delle elezioni presidenziali del 2019, tra
dinamiche coabitazioniste e riforma dei meccanismi di selezione dei giudici costituzionali, in Nuovi
Autoritarismi e Democrazie: Diritto, Istituzioni, Società (NAD), n. 1/2019, pp.145-164. Testo consegnato
alla redazione il 31 maggio 2019.
Nuovi Autoritarismi e Democrazie:
                                       Diritto, Istituzioni, Società

    1. L’evoluzione dei meccanismi di selezione dei giudici costituzionali:
    dall’esperienza della Repubblica cecoslovacca alla nascita della Slovacchia
    indipendente

        Dal luglio 2014 al dicembre 2017 si è verificata in Slovacchia una “crisi
    costituzionale” dovuta alla contrapposizione tra il neoeletto Presidente della
    Repubblica, Andzej Kiska – presentatosi alle elezioni del 2014 come candidato
    indipendente – e il Consiglio nazionale, ovvero il parlamento monocamerale
    slovacco, nel quale dal 2012 detiene la maggioranza il partito socialdemocratico,
    Smer-SD1. Tale crisi ha nello specifico riguardato la sostituzione dei giudici
    costituzionali che avevano terminato il proprio mandato tra il 2014 e il 2016 2. La
    contrapposizione coabitazionista 3 ha posto in evidenza la centralità dei meccanismi
    di selezione dei giudici costituzionali, non solo nell’assicurare la stabilità e la
    continuità dell’organo nell’esercizio delle proprie funzioni, ma anche nel garantire
    l’equilibrio e il bilanciamento dei poteri che concorrono alla sua composizione. La
    contrapposizione tra il Presidente della Repubblica, il Consiglio nazionale, e infine la
    Corte stessa – che si è pronunciata più volte sulla nomina dei giudici costituzionali 4,
    ritenendo non adeguate le motivazioni addotte dal Presidente della Repubblica per il
    ripetuto rifiuto di accettare i candidati proposti dal Consiglio nazionale – ha infatti
    costituito un fattore ampiamente destabilizzante per l’intero ordinamento
    costituzionale, in un momento storico nel quale altri ordinamenti hanno sperimentato

    1
      A seguito delle elezioni del 2016, lo Smer-SD ha perso la maggioranza assoluta dei seggi in
    parlamento (che aveva ottenuto nelle precedenti elezioni del 2012) ed ha formato una coalizione di
    governo con altri tre partiti, ossia il Partito nazionale slovacco, Most-Híd e Network. Vedi Definitívne
    výsledky              hlasovania              (Risultati          definitivi        del           voto),
    http://volby.statistics.sk/nrsr/nrsr2016/sk/data02.html; Slovak Republic. Parliamentary Elections,
    OSCE, Warsaw, 22-04-2016, www.osce.org/odihr/elections/slovakia/235591?download=true. Dal
    maggio del 2017, il partito conservatore Network non ha rappresentati in parlamento e non è più parte
    della coalizione di governo.
    2
      Per una ricostruzione più ampia degli eventi che hanno segnato la crisi costituzionale slovacca si
    rimanda a A. Angeli, Il contrasto tra capo dello Stato e Parlamento sulla nomina dei giudici
    costituzionali. Il positivo sviluppo della vicenda slovacca come contraltare alla degenerazione
    costituzionale polacca?, in DPCEonline, n. 2/2018, pp. 585-591; K. Baraník, Symposium on “The
    Slovak Constitutional Court Appointments Case” – Perplexities of the Appointment Process Resolved
    by Means of “Fire and Fury”, in ICONnectblog, 24-01-2018; S. Drugda, Symposium on “The Slovak
    Constitutional Court Appointments Case”– Intermezzo to the Constitutional Conflict in Slovakia: A
    Case Critique, in ICONnectblog, 24-01-2018.
    3
      Non si tratta invero della prima coabitazione nella storia della Slovacchia indipendente, ma del
    primo esempio nel quale una coabitazione ha portato ad uno scontro tanto aspro tra gli organi del
    potere politico. Si è avuta una prima coabitazione tra il Presidente Ivan Gašparovič – eletto per due
    mandati consecutivi a partire dal 2004, dapprima come candidato del partito conservatore HDZ e
    successivamente come candidato indipendente – e il Primo Ministro social-democratico Robert Fico,
    dal 2006 al 2014.
    4
      Decisioni del II Senato del 23 ottobre 2014 (II. ÚS 718/2014 e II. ÚS 719/2014), decisione del III
    Senato del 15 maggio 2015 (III. ÚS 571/2014), sentenza dell’Adunanza plenaria del 28 ottobre 2015
    (PL ÚS 45/2015), decisione del I Senato del 14 settembre 2016 (I. ÚS 575/2016), decisione del I
    Senato del 6 dicembre 2017 (I. ÚS 575/2016).

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    gravi «regressioni5» costituzionali. Si fa riferimento ai casi di Polonia e Ungheria,
    nei quali tuttavia l’accanimento della maggioranza governativa sulla composizione
    delle corti costituzionali ha rappresentato solo il primo passo di un più ampio attacco
    al sistema costituzionale dei checks and balances, che è arrivato ad assumere i tratti
    di un’involuzione autoritaria 6.
        La crisi slovacca, al contrario, ha avuto origine all’interno di un sistema
    costituzionale nel quale il ruolo della giustizia costituzionale è storicamente radicato.
    Nell’ambito della Repubblica cecoslovacca, la prima entità statuale comune dei cechi
    e degli slovacchi, la legge del 29 febbraio 1920, premessa alla Carta costituzionale
    del 19207, prevedeva l’istituzione di un organo di giustizia costituzionale (artt. 1-3),
    il quale si insediò nel 1921, subito dopo l’entrata in vigore della Costituzione 8. La
    Corte costituzionale cecoslovacca – insieme a quella austriaca 9 – ha rappresentato il
    primo esempio di un organo ad hoc incaricato del controllo di costituzionalità delle
    leggi, ispirato alle teorie di Hans Kelsen10. A differenza della Corte austriaca, però,
    l’attività della Corte costituzionale cecoslovacca nel periodo della prima Repubblica
    non fu particolarmente incisiva 11.
        La Corte si componeva di sette membri, due dei quali eletti dal plenum della
    Suprema Corte amministrativa tra i propri membri, due eletti dal plenum della
    Suprema Corte di Giustizia tra i propri membri e tre nominati dal Presidente della
    5
      A. Di Gregorio, Il costituzionalismo “malato” in Ungheria e Polonia, in A. Di Gregorio (a cura di),
    I sistemi costituzionali dei paesi dell’Europa centro-orientale, baltica e balcanica. Trattato di diritto
    pubblico comparato fondato e diretto da G.F. Ferrari, Cedam-Wolters Kluwer, Padova, 2019.
    6
       J. Sawicki, Dall’Europa un primo serio argine all’involuzione autoritaria in Polonia: ma non si
    tratta della procedura ex art. 7 TUE, in Nomos, n. 3/2018.
    7
       La Cecoslovacchia, al pari di altre esperienze precedenti (Impero Austro-ungarico e Francia III
    Repubblica) e coeve (Finlandia e Repubblica federale austriaca), era dotata di una Costituzione
    pluritestuale. La legge del 29 febbraio 1920, premessa alla Costituzione, la legge che dava attuazione
    all’art. 129 della Costituzione sui diritti linguistici e la legge che istituiva il Senato costituivano parte
    integrante della Costituzione. J. Hoetzl, V. Jachim, The Constitution of the Czechoslovak Republic,
    Politika, Prague, 1920.
    8
       Il 9 marzo 1920 venne approvata la l. 162/1920 «Sulla Corte costituzionale». Il regolamento della
    Corte venne adottato dal plenum della Corte stessa il 19 maggio 1922. In materia si rinvia a A.
    Giannini, Le Costituzioni degli Stati dell’Europa orientale, Istituto per l’Europa orientale, Roma,
    1929; M. Cappelletti, Il controllo giudiziario di costituzionalità delle leggi nel diritto comparato,
    Giuffrè, Milano, 1973; M. Olivetti, La giustizia costituzionale in Austria (e in Cecoslovacchia), in M.
    Olivetti, T. Groppi (a cura di), La giustizia costituzionale in Europa, Giuffrè, Milano, 2003, p. 44; A.
    Di Gregorio, La transizione in Cecoslovacchia. Principali profili di diritto costituzionale, in S.
    Gambino (a cura di), Costituzionalismo europeo e transizioni democratiche, Giuffrè, Milano, 2003, p.
    246.
    9
       Quando la Corte costituzionale iniziò ad operare, a seguito dell’entrata in vigore della Costituzione
    del 1920, il 17 novembre 1921, la Corte costituzionale austriaca, istituita dalla Costituzione del 1°
    ottobre 1920 aveva già iniziato la propria attività da diversi mesi.
    10
        W. Sadurski, Rights Before Courts. A Study of Constitutional Courts in Postcommunist States of
    Central and Eastern Europe, Springer, Dordrecht, 2005, pp. 1 ss.
    11
        T. Langášek, Ústavní soud Československé republiky a jeho osudy v letech 1920-1948 (La Corte
    costituzionale della Repubblica cecoslovacca e le sue sorti negli anni 1920-1948), Aleš Čeněk, Plzeň,
    2011, pp. 319 ss. Nel suo primo mandato (1921-1931), la Corte costituzionale cecoslovacca adottò
    una sola decisione, nel 1922. La Corte non venne più adita dagli organi legittimati negli anni
    successivi. Nel periodo dal 1931 al 1938, nella quale non era operativa, furono sottoposte diverse
    questioni alla Corte, sulle quali però questa non poté pronunciarsi. M. Olivetti, La giustizia
    costituzionale in Austria (e in Cecoslovacchia), cit. p. 44.

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    Repubblica. Veniva inoltre eletto un eguale numero di sostituti, per un totale di 14
    membri12. Il Presidente della Repubblica nominava i giudici costituzionali ed i
    rispettivi sostituti scegliendoli da una lista di tre candidati presentata dalla Camera
    dei Deputati, dal Senato e dalla Dieta dalla Rutenia subcarpatica e la nomina era
    controfirmata dal primo ministro. Il capo dello Stato nominava inoltre il presidente
    della Corte tra i tre giudici di nomina presidenziale, mentre il vice-presidente era
    eletto dai giudici stessi. I candidati alla carica di giudice dovevano essere in possesso
    dei requisiti per essere eletti al Senato, avere esperienza nelle materie giuridiche ed
    avere compiuto 45 anni; mentre per quanto concerne le clausole di incompatibilità, i
    giudici costituzionali non potevano essere membri dell’Assemblea nazionale, ossia il
    parlamento bicamerale composto dalla Camera dei Deputati e del Senato (art. 20, c.
    6, Carta cost.). La Corte si sarebbe rinnovata nella sua interezza dopo dieci anni dalla
    sua costituzione. Di conseguenza, qualora un giudice/sostituto non fosse stato in
    grado di svolgere le proprie funzioni, non si sarebbe potuto procedere alla selezione
    di un nuovo giudice e la Corte avrebbe dovuto operare in composizione ridotta. La
    Corte inoltre non costituiva un organo permanente: i giudici avrebbero continuato a
    svolgere la propria professione, ad eccezione dei membri dell’Assemblea
    nazionale13.
        Alcune difficoltà in relazione alla selezione dei giudici costituzionali emersero già
    nel 1931, al termine del primo mandato della Corte, non solo a causa dell’incapacità
    delle assemblee di trovare un accordo politico sui candidati, ma anche per il timore
    del Governo di una pronuncia della Corte in materia di legislazione delegata. Il
    plenum decise per questo che i giudici costituzionali sarebbero rimasti in carica fino
    all’elezione dei propri successori e dei relativi sostituti. Di fatto, però, la Corte
    continuò ad esistere solo sulla carta. I nuovi giudici costituzionali vennero selezionati
    solo sette anni più tardi, il 10 maggio 193814.
        La Corte costituzionale continuò ad operare, sulla base di una normativa
    riformata15, anche a seguito degli Accordi di Monaco del 30 settembre 1938 ed alla
    cessione della regione dei Sudeti alla Germania – che segnarono l’inizio della c.d.
    Seconda Repubblica cecoslovacca – fino al definitivo smembramento dello Stato
    cecoslovacco. Tuttavia, al termine del secondo conflitto mondiale, la Corte
    costituzionale non venne ricostituita. Dopo la presa del potere del partito comunista
    cecoslovacco, attraverso il colpo di Stato del febbraio 1948, venne approvata la
    Costituzione del 9 maggio 1948 16, la quale in ossequio al principio dell’unità del
    potere statale, attribuì il controllo di costituzionalità al presidium dell’Assemblea
    nazionale (art. 65, cost. 1948).

    12
        Legge «Sulla Corte costituzionale». I sostituti dei giudici costituzionali ricevettero copertura
    costituzionale solo a seguito delle riforme del 1938. M. Mazza, La giustizia costituzionale in Europa
    orientale, Cedam, Padova, 1999, p. 107.
    13
       T. Langášek, Ústavní soud Československé republiky a jeho osudy v letech 1920-1948, cit.
    14
       P. Cruz Villalon, La formacion del sistema europeo de control de constitucionalidad (1919-1939),
    Centro de Estudios Constitucionales, Madrid, 1987, pp. 277-299. M. Olivetti, La giustizia
    costituzionale in Austria (e in Cecoslovacchia), cit., p. 44.
    15
       La disciplina della Corte costituzionale venne riformata dalla l. cost. 328/1938 «Sull’autonomia
    della Rutenia sub-carpatica» e dalla l. cost. 299/1938 «Sull’autonomia della Slovacchia», entrambe
    del 22 novembre 1938.
    16
       L. cost. 150/1948 del 9 maggio 1948.

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       Nel periodo che seguì la Primavera di Praga – e l’invasione degli eserciti dei paesi
    del Patto di Varsavia – venne approvata la legge costituzionale n. 143/1968 «Sulla
    Federazione cecoslovacca» del 27 ottobre 1968, la quale prevedeva l’istituzione di
    tre corti costituzionali, ossia la Corte costituzionale della Repubblica socialista
    cecoslovacca e di ciascuna delle due Repubbliche (capitolo VI, l. cost. 143/1968).
    Tali disposizioni però non trovarono mai attuazione fino al crollo del regime
    socialista17.
       Nel contesto della transizione e dell’emergere della questione federale – che portò
    infine alla dissoluzione pacifica della Federazione – si manifestò in Cecoslovacchia
    l’esigenza di introdurre una Corte costituzionale super partes, incaricata di risolvere i
    contrasti tra norme ed i conflitti di competenza tra la Federazione e le Repubbliche 18,
    che venne istituita nel 1991 19. La Corte costituzionale si componeva di dodici
    membri, di cui sei erano eletti dalla Repubblica ceca e sei dalla Repubblica slovacca.
    I giudici costituzionali erano nominati dal Presidente della Repubblica su proposta
    dell’Assemblea federale, del Consiglio nazionale ceco (ossia l’organo di
    rappresentanza ceco) e del Consiglio nazionale slovacco (l’organo di rappresentanza
    slovacco), e rimanevano in carica per un mandato di sette anni. I tre organi legislativi
    eleggevano ciascuno otto candidati (nel caso dell’Assemblea federale, quattro
    candidati cechi e quattro slovacchi), per un totale di 24 candidati, ovvero il doppio
    del numero dei giudici. I candidati alla carica di giudice costituzionale dovevano
    essere in possesso dei requisiti per essere eletti all’Assemblea federale, avere
    compiuto 35 anni, avere una laurea in legge ed avere esercitato una professione
    giuridica per almeno dieci anni (art. 10, l. cost. 91/1991). A differenza dunque del
    precedente modello disciplinato dalla Carta costituzionale del 1920, nel
    bilanciamento delle autorità che prendevano parte al processo di selezione dei giudici
    costituzionali veniva eliminato il potere giudiziario e rafforzato il ruolo
    dell’assemblea. Si volevano in questo modo escludere personalità compromesse con
    il precedente regime 20. Infine, il presidente ed il vicepresidente della Corte erano
    nominati dal Presidente della Repubblica federale tra i giudici della Corte stessa (art.
    11, l. cost. 91/1991).
       A seguito della proclamazione della solenne dichiarazione di sovranità il 17 luglio
    1992, il 1° settembre dello stesso anno la Slovacchia ha approvato una nuova
    Costituzione, entrata in vigore in parte il 1° ottobre 1992 e in parte il 1° gennaio
    1993. Allo stesso tempo, il Consiglio nazionale ceco ha adottato una nuova

    17
       M. Mazza, La giustizia costituzionale in Europa orientale, cit., p. 110; A. Di Gregorio, La
    transizione in Cecoslovacchia, cit., pp. 249 ss.; A. Di Gregorio, Lo scioglimento della
    Cecoslovacchia: aspetti politico-costituzionali, in A. Di Gregorio, A. Vitale (a cura di), Il ventennale
    dello scioglimento pacifico della Federazione ceco-slovacca. Profili storico-politici, costituzionali,
    internazionali, Maggioli, Rimini, 2013, p. 120.
    18
       A. Di Gregorio, Giustizia costituzionale e diritto internazionale nei paesi dell’Europa centro-
    orientale e balcanica, in M. Ganino, G. Venturini (a cura di), L’Europa di domani: Verso
    l’allargamento dell’Unione, Giuffrè, Milano, 2001, p. 285 ss.; A. Di Gregorio, Lo scioglimento della
    Cecoslovacchia: aspetti politico-costituzionali, cit., pp. 124-125.
    19
               L.          cost.         91/1991             del        27          febbraio           1991,
    www.usoud.cz/fileadmin/user_upload/ustavni_soud_www/History/Constitutional_act_1991.pdf.
    20
       A. Di Gregorio, La transizione in Cecoslovacchia, cit.

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    Costituzione il 16 dicembre 1992. Infine, la Repubblica ceca e la Slovacchia sono
    nati come Stati indipendenti il 1° gennaio 1993.
        A differenza della Costituzione ceca del 1992 21, la Costituzione slovacca, nella
    versione originaria, ha introdotto dei meccanismi di selezione dei giudici
    costituzionali molto simili a quelli previsti dalla l. cost. 91/1991 della Federazione
    cecoslovacca. Secondo quanto stabilito dall’art. 134, commi 1-2, cost. nella versione
    approvata nel 1992, la Corte costituzionale si componeva infatti di dieci giudici
    nominati dal Presidente della Repubblica per un periodo di sette anni tra venti
    candidati proposti dal Consiglio nazionale 22. Tale disposizione è stata
    successivamente emendata dalla l. cost. 90/2001 del 23 febbraio 2001, la quale ha
    introdotto un’ampia riforma della Costituzione 23.
        La revisione costituzionale del 2001 – pur conservando i caratteri di fondo del
    sistema precedente – ha significativamente aumentato il numero e la durata del
    mandato dei giudici costituzionali ed ha escluso che questi possano essere rieletti, al
    fine di assicurare una maggiore autonomia alla Corte. Infatti, il nuovo articolo 134
    cost. prevede che la Corte costituzionale sia composta da tredici giudici nominati dal
    Presidente della Repubblica su proposta del Consiglio nazionale per un mandato di
    dodici anni (art. 134, commi 1-2, cost.). Il Consiglio nazionale propone un numero
    doppio di candidati (art. 134, c. 2, cost.) e i giudici costituzionali non sono
    rieleggibili (art. 134, c. 3, cost.).
        Non sono invece state apportate modifiche ai requisiti per avere accesso alla
    carica di giudice costituzionale, già molto più rigidi rispetto a quanto previsto dalla
    legge costituzionale federale 91/1991. Secondo quanto previsto dall’art. 134, c. 3:
    «può essere nominato giudice della Corte costituzionale il cittadino della Repubblica
    slovacca eleggibile al Consiglio nazionale, che abbia compiuto 40 anni, che abbia
    una formazione giuridica di livello universitario e che abbia svolto per almeno 15
    anni una professione di tipo giuridico». A differenza di quanto previsto dalla
    Costituzione ceca del 1992 – la quale fa riferimento sia a requisiti professionali che
    morali, anche se in maniera vaga 24 – nella Costituzione slovacca non si fa riferimento
    a requisiti “morali” per avere accesso alla carica di giudice. È stata invece mantenuta
    in Slovacchia la stessa formulazione della legge costituzionale federale per quanto
    concerne la selezione del presidente e del vicepresidente della Corte, i quali sono
    nominati dal Presidente della Repubblica tra i giudici della Corte stessa (art. 135,
    cost.).
        Infine, un elemento che necessita di essere preso in considerazione concerne le
    maggioranze richieste per la selezione dei candidati alla carica di giudice

    21
       La Corte costituzionale si compone di 15 giudici, nominati per un mandato di dieci anni. I giudici
    costituzionali sono nominati dal Presidente della Repubblica col consenso del Senato (art. 84, commi
    1 e 2, cost. ceca).
    22
       Il 15 febbraio 1993 è stata approvata la legge «Sull’organizzazione della Corte costituzionale, sui
    procedimenti dinnanzi alla Corte e sullo status dei giudici».
    23
       Council of Europe: Parliamentary Assembly, Documents. Working papers, Council of Europe,
    Strasbourg, 2006, p. 193; A. Di Gregorio, La Costituzione della Slovacchia (1992), in M. Ganino (a
    cura di), Codice delle Costituzioni, Vol. III, Cedam, Padova, 2013, pp. 299-350.
    24
       Art. 84, c. 3, cost. ceca: «Può essere nominato giudice della Corte costituzionale un cittadino dalla
    reputazione irreprensibile, che sia eleggibile al Senato, con formazione universitaria di tipo giuridico e
    che abbia svolto per almeno dieci anni una professione giuridica».

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    costituzionale. In Slovacchia non è infatti richiesta una maggioranza qualificata – e
    dunque non è necessario il sostegno delle opposizioni – nell’elezione dei candidati
    alla carica di giudice costituzionale. I candidati sono eletti a «maggioranza di oltre la
    metà dei voti dei membri presenti»25. È inoltre previsto un quorum costitutivo di
    «oltre la metà» dei membri del Consiglio nazionale 26. Per eleggere i candidati alla
    carica di giudice della Corte costituzionale sono dunque sufficienti 39 voti.

    2. La composizione della Corte costituzionale e la “crisi” sulle nomine dei seggi
    vacanti

    2.1 L’influenza dei meccanismi di selezione dei giudici costituzionali sulla
    composizione della Corte

       Si ritiene utile proporre una rappresentazione schematica della composizione della
    Corte costituzionale, a seguito della nascita della Slovacchia come Stato
    indipendente, per chiarire come i meccanismi di selezione dei giudici costituzionali
    abbiano concretamente operato 27.
       Questo prospetto consente di individuare il momento nel quale è stato introdotto il
    prolungamento della durata del mandato e l’aumento del numero dei giudici
    (revisione costituzionale del 2001). Lo schema inoltre pone in evidenza il periodo nel
    quale la Corte ha operato in composizione ridotta, dal 2014 al 2017, a causa
    dell’impossibilità di raggiungere un accordo tra il Presidente della Repubblica, il
    Consiglio nazionale e la Corte costituzionale sulla nomina dei giudici costituzionali.
    Infine, la Corte si compone oggi di soli sette giudici, vi sono dunque sei posizioni
    vacanti.

    I precedenti giudici costituzionali
      Giudice         Inizio mandato        Termine mandato        Note

      Ján Klučka      21 gennaio 1993       30 aprile 2004         Due mandati consecutivi di 7
                                                                   anni. Il giudice non ha
                                                                   portato a termine il secondo
                                                                   mandato perché nel 2004 è
                                                                   diventato     giudice     del
                                                                   Tribunale di prima istanza
                                                                   dell’UE
      Julius Cernak   22 gennaio 1993       21 gennaio 2000        Un mandato di 7 anni
      Milan Čič       22 gennaio 1993       21 gennaio 2000        Un mandato di 7 anni
      (presidente)
      Anna            22 gennaio 1993       21 gennaio 2000        Un mandato di 7 anni
      Danielčáková
      Ján Drgonec     22 gennaio 1993       21 gennaio 2000        Un mandato di 7 anni
      Viera Mrázová   22 gennaio 1993       21 gennaio 2000        Un mandato di 7 anni

    25
         Regolamento del Consiglio nazionale, art. 115, c. 1, www.nrsr.sk/web/Static/sk-
    SK/NRSR/Doc/zd_rokovaci-poriadok.pdf.
    26
       Costituzione, art. 84, c. 1 e regolamento del Consiglio nazionale, art. 23, c. 6.
    27
       In www.ustavnysud.sk/galeria-sudcov-predchadzajucich-funkcnych-obdobi.

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      Štefan Ogurčák 22 gennaio 1993             21 gennaio 2007          Due mandati
      (vicepresidente)                                                    consecutivi di 7 anni
      Richard Rapant 22 gennaio 1993             21 gennaio 2000          Un mandato di 7 anni
      Miloš Seemann 22 gennaio 1993              28 febbraio 1997         Un mandato di 7 anni, non
                                                                          portato a termine poiché nel
                                                                          1997 il giudice si è dimesso
                                                                          per motivi di salute
      Tibor Šafárik  22 gennaio 1993             21 gennaio 2000          Un mandato di 7 anni
      Ľubomír        1° marzo 1997               29 febbraio 2016         Un mandato di 7 anni e un
      Dobrík28                                                            mandato di 12 anni
      Ján      Mazák 22 gennaio 2000             30 settembre 2006        Un mandato di 7 anni, non
      (presidente)                                                        portato a termine perché dal
                                                                          2006 il giudice è avvocato
                                                                          generale presso la Corte di
                                                                          giustizia dell’UE.
      Eduard Bárány 20 gennaio 2000              21 gennaio 2007          Un mandato di 7 anni
      (vicepresidente)
      Daniel Šváby     22 gennaio 2000           30 aprile 2004           Un mandato di 7 anni, non
                                                                          portato a termine perché nel
                                                                          2004 è diventato giudice del
                                                                          Tribunale di prima istanza
                                                                          dell’UE
      Juraj Babjak       20 gennaio 2000         21 gennaio 2007          Un mandato di 7 anni
      Alexander          20 gennaio 2000         21 gennaio 2007          Un mandato di 7 anni
      Bröstl
      Juraj Horváth      4 luglio 2002           4 luglio 2014            Un mandato di 12 anni
      Ján Luby29         4 luglio 2002           4 luglio 2014            Un mandato di 12 anni
      Ján Auxt30         4 luglio 2002           4 luglio 2014            Un mandato di 12 anni
      Ľudmila            22 gennaio 2000         16 febbraio 2019         Un mandato di 7 anni e un
      Gajdošíková                                                         mandato di 12 anni
      Lajos Mészáros     22 gennaio 2000         16 febbraio 2019         Un mandato di 7 anni e un
                                                                          mandato di 12 anni
      Peter Brňák        16 febbraio 2007        16 febbraio 2019         Un mandato di 12 anni
      Sergej Kohut       16 febbraio 2007        16 febbraio 2019         Un mandato di 12 anni
      Milan Ľalík        16 febbraio 2007        16 febbraio 2019         Un mandato di 12 anni
      (vice-
      presidente)
      Ivetta             16 febbraio 2007        16 febbraio 2019         Un mandato di 12 anni
      Macejková
      (presidente)
      Marianna           16 febbraio 2007        16 febbraio 2019         Un mandato di 12 anni
      Mochnáčová

    28
       Non vi è coincidenza tra la scadenza del mandato del giudice uscente e l’inizio della decorrenza del
    mandato del giudice subentrante. La posizione è rimasta vacante per oltre un anno.
    29
       Non vi è coincidenza tra la scadenza del mandato del giudice uscente e l’inizio della decorrenza del
    mandato del giudice subentrante. La posizione è rimasta vacante per oltre tre anni.
    30
       Non vi è coincidenza tra la scadenza del mandato del giudice uscente e l’inizio della decorrenza del
    mandato del giudice subentrante. La posizione è rimasta vacante per oltre tre anni.

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      Ladislav Orosz      16 febbraio 2007        16 febbraio 2019         Un mandato di 12 anni
      Rudolf Tkáčik       16 febbraio 2007        16 febbraio 2019         Un mandato di 12 anni

    I giudici della Corte costituzionale in carica
      Jana Baricová       10 luglio 2014           10 luglio 2026           Un   mandato di 12   anni
      Miroslav Duriš      14 dicembre 2017         14 dicembre 2029         Un   mandato di 12   anni
      Jana Laššáková      14 dicembre 2017         14 dicembre 2029         Un   mandato di 12   anni
      Mojmír              14 dicembre 2017         14 dicembre 2029         Un   mandato di 12   anni
      Mamojka
      Ivan Fiačan         17 aprile 2019           17 aprile 2031           Un mandato di 12 anni
      (presidente)
      Ľuboš Szigeti       17 aprile 2019           17 aprile 2031           Un mandato di 12 anni
      (vicepresidente)
      Peter Molnár        17 aprile 2019           17 aprile 2031           Un mandato di 12 anni

    2.2 La contrapposizione tra il Presidente della Repubblica ed il Consiglio
    nazionale

        Nei mesi di aprile e maggio 2014, il Consiglio nazionale – nel quale deteneva la
    maggioranza il partito social-democratico Smer-SD – ha eletto sei candidati alla
    carica di giudice costituzionale, per tre posizioni che si sarebbero rese vacanti nel
    luglio del 2014. Nel luglio del 2014, il Presidente della Repubblica Kiska – eletto
    quello stesso anno come candidato indipendente – ha proceduto alla nomina di uno
    solo tra i sei candidati e si è rifiutato di nominare i giudici per le rimanenti due
    posizioni vacanti, ritenendo che nessuno degli altri cinque candidati fosse in possesso
    dei requisiti per avere accesso alla carica. In particolare, il Presidente ha ritenuto che
    i candidati eletti dal parlamento non fossero in possesso di adeguate competenze in
    materia di diritto costituzionale e nella conoscenza di una lingua straniera. La
    situazione si è aggravata nel momento in cui il Consiglio nazionale, nel dicembre
    2015, ha proceduto alla nomina di altri due candidati per un’ulteriore posizione che
    si sarebbe resa vacante nel febbraio del 2016. Nel luglio 2016, il Presidente della
    Repubblica si è rifiutato ancora una volta di nominare i candidati selezionati, con
    motivazioni analoghe.
        Nel dicembre 2017, il Presidente della Repubblica ha deciso di porre fine alla
    contrapposizione con il Parlamento nominando tutti i giudici la cui posizione si era
    resa vacante tra il 2014 e il 2016. Tuttavia, la crisi poteva dirsi solo in parte risolta 31,
    poiché il mandato di ben nove giudici su tredici sarebbe terminato di lì poco, il 16
    febbraio 2019. L’inadeguatezza dei meccanismi di selezione dei giudici
    costituzionali emersa nel contesto della crisi avrebbe potuto ripresentarsi su più
    ampia scala. Infatti, con la cessazione del mandato di un numero elevato di giudici,
    eventuali difficoltà nella selezione dei nuovi avrebbero reso inoperativa la Corte
    costituzionale, che non sarebbe stata in grado di esercitare le funzioni previste
    dall’art. 131 della Costituzione 32, tra le quali il controllo di conformità delle leggi
    31
       M. Ovádek, Drama or Serenity? Upcoming Judicial Appointments at the Slovak Constitutional
    Court, in VerfBlog, 29-01-2018.
    32
       Art. 131 c. 1. La Corte costituzionale decide nel plenum delle questioni indicate agli artt. 105, c. 2
    (amnistia), 107 (violazione dolosa o alto tradimento del Presidente della Repubblica), 125, c. 1 lett. a)

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    alla Costituzione ed ai trattati, sulle quali decide il plenum della Corte a maggioranza
    assoluta dei membri, ovvero sette giudici.

    3. Una nuova disciplina per la Corte costituzionale

        Per scongiurare il rischio di paralisi dell’attività della Corte costituzionale, nel
    gennaio 2018, i partiti della coalizione di governo – ovvero il partito social-
    democratico Smer-SD, il Partito nazionale slovacco e il partito della minoranza
    ungherese Most-Híd – hanno dato avvio ad un processo di riforma dei meccanismi di
    selezione dei giudici costituzionali, che ha ricevuto un’ampia copertura da parte dei
    media33.
        Il 22 maggio 2018, un gruppo di eminenti giuristi – che comprendeva giudici in
    carica ed ex giudici della Corte costituzionale e della Corte suprema, giudici di
    tribunali internazionali, docenti universitari, avvocati ed esperti di diritto
    costituzionale34 – ha presentato spontaneamente un proprio progetto di riforma dei
    meccanismi di selezione dei giudici costituzionali. I principali aspetti affrontati nel
    progetto – e più in generale nell’ambito del processo di riforma della normativa sulla
    Corte costituzionale – riguardavano l’aumento della maggioranza per l’elezione dei
    candidati da parte del Consiglio nazionale (da semplice a qualificata nella prima
    votazione e assoluta nella seconda), una modifica del procedimento di valutazione e
    delle audizioni in parlamento dei candidati, ed elevati requisiti morali e professionali
    per avere accesso alla carica 35.
        Il 28 maggio 2018, il Ministro della Giustizia, Gábor Gál, ha presentato una
    proposta nella quale venivano affrontati gli stessi aspetti, ampiamente discussa dai
    media nei mesi di luglio e agosto 36. Entrambi i progetti di riforma avrebbero reso

    (conformità delle leggi alla Costituzione, alle leggi costituzionali ed ai trattati) e b) (conformità di
    decreti e regolamenti alla Costituzione, alle leggi costituzionali, ai trattati ed alle leggi), 125a, c. 1
    (conformità dei trattati alla Costituzione ed alle leggi costituzionali precedente all’approvazione da
    parte del Consiglio nazionale), 125b, c. 1 (conformità dell’oggetto di un referendum alla Costituzione
    ed alle leggi costituzionali), 128 (interpretazione della Costituzione e delle leggi costituzionali), 129,
    commi 2-6 (costituzionalità e legalità delle elezioni parlamentari, presidenziali, amministrative ed
    europee; ricorsi contro i risultati dei referendum e della votazione popolare di revoca del Presidente
    della Repubblica slovacca; scioglimento/sospensione di un partito/movimento politico; stato di
    assedio/stato di emergenza) 136, commi 1 e 2 (consenso alla perseguibilità penale/arresto del giudice
    costituzionale/procuratore generale/giudice e azione disciplinare del presidente/vicepresidente della
    Corte suprema/procuratore generale), 138, c. 2 lett. b) e c) (destituzione di un giudice costituzionale),
    nel caso i Senati della Corte abbiano adottato pareri discordanti, della soluzione delle questioni interne
    e della proposta del bilancio della Corte costituzionale.
    33
       Vyzývame na širšiu odbornú diskusiu o voľbe ústavných sudcov (Chiediamo un più ampio dibattito
    sull’elezione dei giudici costituzionali), ViaIuris, 22-1-2018, https://viaiuris.sk/aktuality/vyzyvame-
    na-sirsiu-odbornu-diskusiu-o-volbe-ustavnych-sudcov/.
    34
       Právnici navrhujú zásadné zmeny vo výbere nových ústavných sudcov (I giuristi propongono
    importanti cambiamenti nella selezione dei nuovi giudici costituzionali), in ViaIuris, 22-05-2018,
    https://viaiuris.sk/aktuality/pravnici-navrhuju-zasadne-zmeny-vo-vybere-novych-ustavnych-sudcov/.
    35
       Návrh zmien vo výbere sudcov Ústavného súdu SR (Proposta di modifica dell’elezione dei giudici
    costituzionali della Repubblica slovacca), ViaIuris, 22-05-2018, https://viaiuris.sk/wp-
    content/uploads/2018/05/20180522-priloha-Návrh-zmien-vo-výbere-sudcov-ÚS.pdf.
    36
        Reperibile al sito www.justice.gov.sk. Si ricorda che la riforma della Corte costituzionale
    costituisce uno dei principali punti del programma del partito della minoranza ungherese in

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    necessari sia emendamenti alla Costituzione che la modifica della legge sulla Corte
    costituzionale.
        Il 24 agosto 2018 il Governo ha presentato in parlamento il progetto di legge di
    revisione costituzionale n. 1060 «Che modifica la Costituzione della Repubblica
    slovacca n. 460/1992, come emendata»37 e il progetto di legge n. 1061 «Sulla Corte
    costituzionale e sulla modifica e integrazione di altre leggi»38. Il progetto di legge di
    revisione costituzionale n. 1060 non è stato approvato in III lettura il 23 ottobre
    2018, mentre il progetto di legge n. 1061, in una versione completamente rivista
    rispetto al progetto originario, è stato approvato il 24 ottobre 2018. La portata della
    riforma – che si limita a pochi aspetti relativi al procedimento di selezione dei
    candidati ed ai requisiti “morali”’ per avere accesso alla carica di giudice – è risultata
    drasticamente ridotta.

    3.1 Il progetto di legge di revisione costituzionale n. 1060 del 24 agosto 2018

       Nel progetto di legge di revisione costituzionale n. 1060 si prevedeva la modifica
    di ben cinque articoli e l’aggiunta di tre nuovi articoli della Costituzione 39. La novità
    più importante concerneva l’innalzamento della maggioranza richiesta per l’elezione
    dei candidati alla carica di giudice costituzionale «dalla maggioranza dei voti alla
    presenza di oltre la metà dei membri del Consiglio nazionale», ossia 39 voti, alla
    «maggioranza assoluta dei membri del Consiglio nazionale», ossia 76 voti 40. Come
    sottolineato nella relazione di accompagnamento, l’innalzamento della maggioranza
    avrebbe assicurato una maggiore legittimazione al candidato eletto alla carica di
    giudice costituzionale.
       Una seconda modifica di rilievo riguardava l’introduzione di ulteriori requisiti per
    l’accesso alla carica (art. 134, c. 3 cost.). Si richiedeva infatti che un giudice della
    Corte costituzionale – oltre ad essere cittadino della Repubblica slovacca, eleggibile
    al Consiglio nazionale, in possesso di una formazione giuridica di livello
    universitario, che avesse svolto per almeno 15 anni una professione di tipo giuridico
    – avesse compiuto 45 anni, fosse un giurista di chiara fama e irreprensibile, e che il

    Slovacchia e junior partner della coalizione di governo Most-Híd, al quale appartiene sia il Ministro
    della Giustizia in carica Gál, il quale ha iniziato il proprio mandato nel marzo 2018, sia il suo
    predecessore, Lucia Žitňanská. R. Minarechová, Justice Minister Gál Wants More Efficient Courts
    and Registers, 29-05-2018, https://spectator.sme.sk/c/20836204/new-minister-wants-to-continue-with-
    initiated-projects.html; M. Steuer, On the Brink of Joining Poland and Hungary: The Night of
    Surprises in the Slovak Parliament, in VerfBlog, 25-10-2018.
    37
         Progetto di legge di revisione costituzionale n. 1060, del 24 agosto 2018,
    www.nrsr.sk/web/Default.aspx?sid=zakony/zakon&MasterID=6913.
    38
              Progetto      di       legge        n.        1061,        del        24       agosto         2018,
    www.nrsr.sk/web/Default.aspx?sid=zakony/zakon&MasterID=6914.
    39
       Nell’ordine, era prevista la modifica degli articoli 84, c. 3 e 134 c. 3, l’aggiunta dell’art. 136, c. 4, la
    modifica degli articoli 138, c. 2 e 140, l’aggiunta dell’art. 146a, la modifica dell’art. 147 e l’aggiunta
    dell’art. 154g.
    40
       Il punto 1 del progetto di legge n. 1060 modificava l’art. 84, c. 3 cost., prevedendo che per
    l’espressione del consenso alla ratifica di un trattato internazionale, l’adozione di una legge rinviata
    dal Presidente della Repubblica ai sensi dell’art. 102 lett. o) e «l’elezione di un candidato alla carica di
    giudice costituzionale» fosse necessaria l’approvazione da parte del Consiglio nazionale a
    «maggioranza assoluta dei suoi membri».

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    suo stile di vita desse rassicurazioni sul fatto che avrebbe svolto i suoi compiti in
    modo corretto, onesto, indipendente e imparziale. Veniva dunque innalzata l’età
    minima prevista per accedere alla carica di giudice, da 40 a 45 anni. Come chiarito
    nella relazione di accompagnamento, tale disposizione era finalizzata a selezionare
    candidati dotati di maggiore esperienza e con una migliore preparazione giuridica.
    Allo stesso tempo, accanto a requisiti professionali venivano richieste particolari
    qualità morali – tuttavia espresse in modo vago – che garantivano che il candidato
    avrebbe svolto le funzioni in maniera adeguata.
        La riforma eliminava la facoltà del Presidente della Repubblica, su richiesta del
    Consiglio giudiziario, di fare cessare dalle proprie funzioni un giudice costituzionale
    al raggiungimento del 65° anno di età (art. 147, c. 2 nella formulazione attualmente
    in vigore), prevedendo che in ogni caso il giudice costituzionale sarebbe cessato dalle
    proprie funzioni il 31 dicembre dell’anno di compimento del 70° anno di età (nuovo
    art. 146a). Come sottolineato nella relazione di accompagnamento, veniva così
    introdotto il principio della «prevedibilità della cessazione dalla carica». Allo stesso
    tempo, il Presidente della Repubblica, su proposta del Consiglio giudiziario,
    conservava la facoltà di destituire un giudice se le sue condizioni di salute non gli
    avessero consentito per lungo tempo, almeno un anno, di esercitare regolarmente i
    propri doveri.
        Nel progetto di legge di revisione costituzionale si prevedeva inoltre che la
    disposizione relativa alla cessazione delle funzioni al raggiungimento del 70° anno di
    età si applicasse anche ai giudici in carica. Tale disposizione di fatto avrebbe portato,
    in un breve arco di tempo, al rinnovamento quasi totale della composizione della
    Corte41.
        Il nuovo art. 138, c. 2 lett. b prevedeva che il Presidente della Repubblica potesse
    destituire un giudice costituzionale sulla base di un provvedimento disciplinare della
    Corte costituzionale – oltre che per avere posto in essere un’azione incompatibile con
    l’esercizio delle funzioni di giudice costituzionale – in relazione alla perdita dei
    requisiti «che assicurano che la funzione sia esercitata in maniera corretta, onesta,
    indipendente e imparziale», ossia un requisito vago e non esplicitato.
        Il Consiglio nazionale ha inviato il testo del progetto di legge di revisione
    costituzionale alla commissione costituzionale il 12 settembre 2018, la quale ha
    presentato il proprio parere il 10 ottobre 2018 (risoluzione n. 452 del 10 ottobre
    2018). La commissione costituzionale ha ritenuto infondato l’innalzamento dell’età
    minima per accedere alla carica di giudice costituzionale (da 40 a 45 anni), poiché
    nella fase attuale emergerebbe invero un problema opposto, legato al superamento da
    parte dei giudici costituzionali dell’età massima prevista per esercitare tali funzioni,
    ossia 65 anni. L’età proposta è addirittura più alta di quella richiesta per il capo dello
    Stato.
        Il 23 ottobre 2018 il testo del progetto di legge di revisione costituzionale è stato
    modificato ed è stato introdotto un diverso meccanismo di selezione dei giudici,
    articolato in due fasi (simile a quello proposto dal gruppo di esperti il 22 maggio
    2018). Nella prima votazione si richiedeva una maggioranza qualificata dei tre quinti

    41
      Qualora il progetto di revisione costituzionale fosse stato approvato avrebbe portato alla cessazione
    del mandato di Mamojka nel 2020 invece che nel 2029, di Baricová nel 2022 invece che nel 2026 e di
    Laššáková nel 2023 invece che nel 2029.

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    (90 voti). Il candidato che avesse ottenuto tale maggioranza sarebbe stato nominato
    senza l’approvazione del capo dello Stato. Qualora tale maggioranza non fosse stata
    raggiunta nella prima votazione, dalla seconda sarebbe stata richiesta la maggioranza
    assoluta dei membri del parlamento (76 voti) per l’elezione di una coppia di
    candidati per ogni posizione aperta – invece di un gruppo di candidati per tutte le
    posizioni aperte – tra i quali il Presidente della Repubblica avrebbe selezionato un
    giudice. Tale meccanismo si discostava da quello attualmente in vigore, non solo per
    le differenti maggioranze richieste, ma perché indicava esplicitamente per ogni
    posizione vacante la coppia di candidati tra i quali il Presidente della Repubblica era
    chiamato a selezionare un giudice costituzionale 42.
       La modifica – che avrebbe determinato il passaggio da un modello
    «collaborativo» ad un modello «di tipo tedesco» per la prima votazione 43 – è stata
    aspramente criticata dalla dottrina e dai media, perché radicalmente differente nei
    contenuti rispetto alle proposte discusse nei mesi precedenti, ma anche perché
    introdotta poche ore prima della votazione del testo in III lettura, la sera del 23
    ottobre 2018 44. Come già detto, il progetto di legge di revisione costituzionale n.
    1060 non è stato approvato.
       Nonostante le critiche sollevate, il fallimento della revisione costituzionale ha
    rappresentato un’occasione mancata di riforma, che avrebbe portato all’introduzione
    di un sistema più rigido e garantista per l’elezione dei candidati alla carica di giudice
    costituzionale.

    3.2 La legge n. 314/2018 del 24 ottobre 2018

       Il progetto di legge n. 1061 – ampiamente modificato a seguito della mancata
    approvazione del progetto di legge di revisione costituzionale n. 1060 – è stato
    approvato in III lettura il 24 ottobre 2018, ed è divenuto l. 314/2018 «Sulla Corte
    costituzionale e sulla modifica e integrazione di altre leggi». La l. 314/2018 è entrata
    in vigore in parte il 15 novembre 2018 e in parte il 1° marzo 201945.
       La l. 314/2018 ha introdotto significative innovazioni nella prima fase nella quale
    si articola il procedimento di selezione dei giudici costituzionali, ovvero l’elezione

    42
       L’emendamento del 23 ottobre 2018 è stato proposto da un deputato del partito maggioritario della
    coalizione di governo, lo Smer-SD. M. Steuer, On the Brink of Joining Poland and Hungary: The
    Night of Surprises in the Slovak Parliament, cit. A parere di Steuer, tale meccanismo rafforzerebbe il
    parlamento – e la maggioranza parlamentare in particolare – consentendo di selezionare
    contemporaneamente un candidato più qualificato ed uno non idoneo alla posizione, in modo da
    esercitare un’influenza indiretta sulla scelta del Presidente.
    43
       M. Steuer, On the Brink of Joining Poland and Hungary: The Night of Surprises in the Slovak
    Parliament, cit.
    44
        Parliament: Election of Constitutional Court judges Will Not Change, 24-10-2018,
    https://spectator.sme.sk/c/20945235/parliament-election-of-constitutional-judges-will-not-
    change.html.
    45
       Secondo quanto previsto dalla sezione IX, l. 314/2018, la legge entra in vigore il 15 novembre
    2018, «ad eccezione della sezione I, artt. 1-3, 16-28, 32-248, 250-251, sezione II, sezione VI e sezione
    VIII, che entreranno in vigore il 1° marzo 2019». Tra il 15 novembre 2018 e il 28 febbraio 2019, la
    Corte costituzionale è stata disciplinata, oltre che dalla Costituzione (artt. 124-140): dalla legge n.
    38/1993 come emendata dalla l. 314/2018, la quale è rimasta in vigore fino al 28 febbraio 2018 e dalle
    disposizioni della l. 314/2018 entrate in vigore il 15 novembre 2018.

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    dei candidati da parte del Consiglio nazionale, per quanto concerne in particolare i
    soggetti abilitati a presentare le proposte, le modalità di valutazione dei candidati e la
    pubblicità del procedimento.
        Innanzitutto, la legge 314/2018 amplia il numero di soggetti abilitati a presentare
    una proposta per l’elezione di un candidato alla carica di giudice costituzionale (sez.
    I, art. 15, legge 314/2018). Oltre ai membri del Consiglio nazionale, il Governo, il
    presidente della Corte costituzionale, il presidente della Corte suprema, il
    Procuratore generale, le organizzazioni professionali di avvocati e le istituzioni
    scientifiche, possono presentare la proposta anche il presidente e cinque membri del
    Consiglio giudiziario 46 ed il Difensore pubblico dei diritti (sez. I, art. 15, c. 1). Alla
    sez. I, art. 15, c. 2 si precisa inoltre che la proposta deve allegare documenti nei quali
    si attesti che il candidato: soddisfa le condizioni per la nomina a giudice della Corte
    costituzionale (ovvero la cittadinanza slovacca, la residenza nel territorio della
    Repubblica slovacca ed il possesso di una laurea in giurisprudenza di secondo
    livello), ha esercitato per almeno 15 anni una professione di tipo giuridico, non è un
    membro di un partito politico o di un movimento politico e non svolge una funzione
    o attività incompatibile con le funzioni di giudice costituzionale. Inoltre, la proposta
    deve essere motivata e vi deve essere allegata una lettera motivazionale del candidato
    (sez. I, art. 15, c. 3).
        La novella introduce inoltre un procedimento più rigido di valutazione dei
    candidati proposti dai soggetti di cui alla sez. I, art. 15, c. 1. Si prevede, in
    particolare, una maggiore pubblicità dei procedimenti e la partecipazione del
    Presidente della Repubblica ai lavori della commissione costituzionale del Consiglio
    nazionale, ossia l’organo incaricato della valutazione dei candidati (sezione IV, punti
    3-6, legge 314/2018 che modifica l’art. 116a, commi 3, 6 del regolamento del
    Consiglio nazionale). Secondo quanto previsto dal nuovo art. 116a, c. 3 del
    regolamento del CN, la riunione della commissione costituzionale è convocata dal
    presidente della commissione stessa e dal Presidente della Repubblica, il quale può
    essere rappresentato dal vertice della cancelleria del presidente, che ha diritto di
    intervenire ogni qualvolta ne faccia richiesta. Il candidato deve sostenere un
    colloquio nel quale è tenuto a presentare le motivazioni della propria candidatura, la
    propria esperienza lavorativa, le pubblicazioni, la partecipazione a conferenze,
    seminari e convegni scientifici e i più importanti risultati professionali.
    Successivamente, il candidato è tenuto a rispondere alle domande dei membri della
    commissione costituzionale, dei parlamentari e del Presidente della Repubblica o del
    suo rappresentante. Inoltre, il nuovo art. 116a, c. 6 del regolamento del CN dispone
    che le riunioni della commissione costituzionale siano trasmesse pubblicamente in
    formato audiovisivo.
        Infine, la l. 314/2018 introduce disposizioni transitorie relative alle prime elezioni
    dei candidati alla carica di giudice costituzionale dall’entrata in vigore della legge
    (sez. IV, punto 7, che prevede l’aggiunta dell’art. 150c al regolamento del CN). Si
    stabilisce che i documenti allegati alle proposte di candidatura vengano pubblicati sul
    sito web del Consiglio nazionale almeno 15 giorni prima della riunione della
    commissione costituzionale nella quale tali proposte verranno discusse, invece di 7
    46
      Il Consiglio giudiziario della Repubblica slovacca è l’organo di autogoverno del potere giudiziario,
    previsto dall’art. 141a della Costituzione.

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    giorni previsti dalla precedente versione del regolamento del CN. Per l’elezione dei
    giudici costituzionali successive al 1° marzo 2019 è previsto invece che tali
    informazioni vengano pubblicate con 45 giorni di anticipo.
       Rispetto al progetto di legge 1061, sono stati esclusi dalla l. 314/2018 gli
    emendamenti all’art. 115 del regolamento del CN, relativo alla maggioranza richiesta
    per l’elezione dei giudici costituzionali – collegato alla modifica del testo
    costituzionale, art. 84, c. 3 – ed all’art. 116a, commi 6-8 del regolamento del CN,
    sulle modalità di svolgimento e sugli argomenti oggetto del colloquio dei candidati
    alla carica di giudice costituzionale.

    4. La selezione dei giudici della Corte costituzionale a margine delle elezioni
    presidenziali del 2019

       Nonostante il mancato accordo tra i diversi attori politici abbia ridotto la portata
    della riforma, l’approvazione della nuova legge sulla Corte costituzionale ha assunto
    una particolare rilevanza in considerazione del fatto che, come ricordato, il mandato
    di nove su tredici giudici costituzionali – compreso quello del presidente e del
    vicepresidente della Corte – terminava il 16 febbraio 2019. Le disposizioni che
    disciplinano il nuovo meccanismo di selezione dei giudici costituzionali sono entrate
    in vigore già il 15 novembre 2018 ed hanno dunque trovato attuazione nel
    procedimento di selezione dei giudici costituzionali che ha preso avvio nel gennaio
    2019.
       I soggetti indicati all’art. 15 legge 314/2018 hanno presentato 40 proposte di
    nomina47, tra i quali il Consiglio nazionale avrebbe dovuto eleggere i 18 candidati
    alla carica di giudice costituzionale 48. Le audizioni dei candidati proposti – alle quali
    ha partecipato anche il rappresentante del Presidente della Repubblica – sono state
    registrate in formato audiovisivo ed hanno ricevuto un’ampia copertura mediatica.
       Difficoltà sono tuttavia emerse fin dalle prime fasi di tale procedimento a causa
    della proposta di candidatura di Robert Fico, avanzata dal vicepresidente del
    parlamento Martin Glváč (Smer-SD)49. Innanzitutto, sono stati sollevati dubbi sul
    possesso da parte dell’ex primo ministro dei requisiti per avere accesso alla carica di
    giudice costituzionale, ovvero l’esercizio di una professione giuridica per 15 anni 50.
    La proposta di candidatura di Fico ha portato inoltre ad una contrapposizione tra i
    partiti della coalizione di governo, ovvero il major partner Smer-SD, che sosteneva
    47
       Tre candidati si sono però ritirati prima che il Consiglio nazionale procedesse al voto. 12 členov
    Ústavnoprávneho výboru NR SR vypočulo 40 uchádzačov o funkciu sudcov ÚS SR (I 12 membri del
    Comitato costituzionale e giuridico del Consiglio nazionale slovacco hanno ascoltato 40 candidati per
    la      posizione      di     giudici      della    Corte      costituzionale),     26-01-2019,    in
    www.nrsr.sk/web/Default.aspx?sid=udalosti/udalost&MasterID=54871.
    48
        UPDATED: Ex-PM Fico wants to be a Constitutional Court judge, 08-01-2018,
    https://spectator.sme.sk/c/22023186/ex-pm-fico-wants-to-be-a-constitutional-court-judge.html.
    49
       Kto zasadne na Ústavný súd – 12 rokov, 40 kandidátov a 9 víťazov (Chi siederà alla Corte
    costituzionale      –     12     anni,     40     candidati     e     9     vincitori),   09-01-2019,
    https://domov.sme.sk/c/22023693/kandidati-na-ustavny-sud-zoznam.html.
    50
        Vote on candidates running for Constitutional Court judge postponed, 29-01-2019, in
    https://spectator.sme.sk/c/22040888/vote-on-candidates-running-for-constitutional-court-judge-
    postponed.html; M. Steuer, The First Live-Broadcast Hearings of Candidates for Constitutional
    Judges in Slovakia: Five Lessons, in VerfBlog, 05-02-2019.

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    la candidatura del proprio leader, e gli altri due junior partner Most-Híd e il Partito
    nazionale slovacco, i quali vi si opponevano. Infine, la candidatura dell’ex primo
    ministro ha generato perplessità per il rischio di eccessiva politicizzazione
    dell’organo di giustizia costituzionale, più volte sottolineato dal Presidente della
    Repubblica51.
       Lo Smer-SD ha proposto che la votazione per l’elezione dei candidati alla carica
    di giudice costituzionale si tenesse a scrutinio segreto, per aumentare le possibilità di
    eleggere il proprio candidato Fico, senza ottenere però il sostegno né degli altri due
    partiti della coalizione di governo, né delle opposizioni. Di fronte al rischio di una
    possibile sconfitta, Fico ha ritirato la propria candidatura. Le due votazioni del 12 e
    14 febbraio 2019 si sono tenute di conseguenza a scrutinio palese e non hanno
    portato all’elezione di nessuno dei candidati proposti 52.
       Nel frattempo, il 16 febbraio il mandato dei nove giudici su tredici è terminato.
    Con soli quattro giudici in carica (Jana Baricová, Jana Laššáková, Miroslav Duriš e
    Mojmír Mamojka), la Corte ha deciso di continuare ad operare con un solo senato 53.
    Di conseguenza essa non poteva esercitare le funzioni previste dall’art. 131 della
    Costituzione, tra le quali il controllo di conformità delle leggi alla Costituzione ed ai
    trattati – sulle quali decide il plenum a maggioranza assoluta di tutti i giudici, ovvero
    sette giudici – ma poteva continuare a pronunciarsi sui ricorsi delle persone fisiche o
    giuridiche che lamentano la violazione dei propri diritti e libertà costituzionali o che
    derivano da un trattato internazionale (art. 127, cost.).
       Le elezioni presidenziali del 16 e 31 marzo 2019 hanno introdotto un ulteriore
    elemento di complessità nello scenario appena delineato. Secondo quanto previsto
    dall’art. 129, c. 2 cost., il plenum della Corte costituzionale decide «della
    costituzionalità e legalità delle elezioni del Presidente della Repubblica slovacca».
    Essendovi solo quattro giudici in carica, però, la Corte si è trovata nell’impossibilità
    di decidere sul ricorso ex art. 129, c. 2 presentato dal candidato sconfitto alle elezioni
    Štefan Harabin.
       Inoltre, secondo quanto stabilito dall’art. 101, c. 4 della Costituzione il candidato
    eletto assume le funzioni di Presidente col giuramento, prestato dinanzi al Consiglio
    nazionale, «nelle mani del presidente della Corte costituzionale». Il presidente e il
    vicepresidente della Corte, tuttavia, avevano terminato il proprio mandato il 16
    febbraio 2019, e dunque il presidente eletto avrebbe dovuto giurare nelle mani del

    51
             Fico      gave       up,     threatening       a       coalition      crisis,     12-02-2019,
    https://spectator.sme.sk/c/22051811/constitutional-court-election-parliament-fico-
    coalition.html?ref=av-right.
    52
           Parliament     fails    to   elect     Constitutional     Court     candidates,     14-02-2019,
    https://spectator.sme.sk/c/22053587/parliament-fails-to-elect-constitutional-court-candidates.html.
    53
       Dodatok č. 1 k Rozvrhu Práce Ústavného Súdu Slovenskej republiky na obdobie od 1. marca 2018
    do 28. februára 2019 schválený na zasadnutí pléna Ústavného súdu Slovenskej republiky konanom 13.
    februára 2019 (Appendice n. 1 all’agenda dei lavori della Corte costituzionale della Repubblica
    slovacca per il periodo dal 1° marzo 2018 al 28 febbraio 2019 approvata dall’Adunanza plenaria della
    Corte costituzionale della Repubblica slovacca, svoltasi il 13 febbraio 2019), in
    www.ustavnysud.sk/documents/10182/5167827/dodatok+1-2019.pdf/b402aca1-e4a1-4ab7-a226-
    42350273c00f. L’agenda dei lavori sarebbe rimasta in vigore fino all’adozione di un nuovo
    documento analogo (art. 1). Il Senato poteva essere composto da Baricová, Duriš, Mamojka o da
    Baricová, Laššáková, Mamojka. Constitutional Court forced to follow plan B, 18-02-2019,
    https://spectator.sme.sk/c/22055715/constitutional-court-forced-to-follow-plan-b.html.

n. 1/ 2019                                    ISSN 2612-6672                                          | 160
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