Il Documento di Economia e Finanza - Docente: Prof. Enrico Giovannini Collaboratore: Dott. Andrea Salustri

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Il Documento di Economia e Finanza
         Docente: Prof. Enrico Giovannini
        Collaboratore: Dott. Andrea Salustri
Introduzione
Il Governo presenta il Documento di Economia e Finanza (DEF) 2018 in un
momento di transizione caratterizzato dall’avvio dei lavori della XVIII legislatura.
Tenuto conto del nuovo contesto politico, il Governo non ha formulato un
nuovo quadro programmatico.
Il DEF 2018 si limita alla descrizione dell'evoluzione economico finanziaria
internazionale, all’aggiornamento delle previsioni macroeconomiche per l'Italia
e al quadro di finanza pubblica tendenziale che ne consegue, alla luce degli
effetti della Legge di Bilancio per il 2018.
Il Parlamento trova quindi in questo Documento un quadro aggiornato della
situazione economica e finanziaria quale base per la valutazione delle politiche
economiche e dei programmi di riforma che il prossimo Esecutivo vorrà adottare.
Introduzione
Il quadro a legislazione vigente contempla l’aumento delle imposte indirette
nel 2019 e, in minor misura, nel 2020. Come è già avvenuto negli anni scorsi,
il rialzo dell’IVA potrà essere sostituito da misure alternative con futuri
interventi legislativi. Va sottolineato che l’entità delle clausole di
salvaguardia previste dalla Legge di Bilancio 2018 è inferiore a quella
delle clausole incluse nella precedente Legge di Bilancio.

Il ciclo della programmazione delle finanze pubbliche potrà essere
aggiornato dal prossimo Governo attraverso l’elaborazione di un quadro
programmatico e, in autunno, con l’adozione degli altri strumenti di
programmazione previsti dalla Legge n. 196/2009: la Nota di
Aggiornamento del DEF e il Disegno di Legge di Bilancio dello Stato.
Il quadro macroeconomico
Nel 2017 la crescita del PIL è aumentata visibilmente, sospinta dalla favorevole
congiuntura mondiale, dalla politica monetaria dell’Eurozona, da una politica di
bilancio moderatamente espansiva e dagli interventi di riforma strutturale adottati
negli ultimi anni in molti settori, quali la scuola, il mercato del lavoro, la Pubblica
Amministrazione, la giustizia civile e in tema di prevenzione della corruzione.
Nell’anno è proseguita la crescita dell’occupazione e la riduzione del tasso di
disoccupazione. Le prospettive restano favorevoli anche per il 2018, anno in cui si
prevede una crescita dell’1,5 per cento. Va tuttavia sottolineato che a livello globale
sono presenti dei rischi legati a paventate politiche protezionistiche e
all’apprezzamento dell’Euro.
Anche se questi rischi non devono essere sottovalutati, i principali fattori di traino
all’espansione economica restano validi: le imprese italiane prevedono di aumentare
gli investimenti rispetto all’anno scorso e il commercio mondiale continuerà a
crescere.
L’andamento del PIL è previsto rallentare lievemente nei prossimi anni, in linea con le
aspettative sul ciclo economico internazionale. Esso dovrebbe comunque mantenersi ben
al disopra della crescita di trend o potenziale.
Il quadro tendenziale di finanza pubblica
Il quadro tendenziale di finanza pubblica si iscrive nel percorso che a partire dal
2014 ha assicurato una costante riduzione del rapporto deficit/PIL e la
stabilizzazione di quello debito/PIL, di cui si è avviata la riduzione.
L’indebitamento netto tendenziale è stimato all’1,6 per cento per il 2018;
riflette un’accelerazione del processo di riduzione del deficit e un aggiustamento
strutturale dello 0,1 per cento.
La prosecuzione del percorso di riduzione del disavanzo negli anni successivi
porterà al conseguimento di un sostanziale pareggio di bilancio nel 2020-2021
e all’accelerazione del processo di riduzione del rapporto debito/PIL, che si
porterebbe al 122 per cento del PIL nel 2021.
Va sottolineato che i saldi di bilancio previsti per il 2019 e il 2020 sono leggermente
migliori rispetto a quanto proiettato nella Nota di Aggiornamento del DEF del
settembre scorso.
L’indebitamento netto scenderebbe infatti allo 0,8 per cento del PIL nel 2019
e sarebbe seguito dal pareggio di bilancio nel 2020 e da un surplus dello 0,2
per cento del PIL nel 2021.
Il benessere dei cittadini
Il DEF è corredato da un Allegato in cui si analizzano le tendenze recenti dei dodici
indicatori di benessere selezionati dal Comitato previsto dalla riforma e si proiettano
le future evoluzioni degli indicatori attualmente simulabili.
Nel complesso, si evince come la crisi abbia intaccato il benessere dei cittadini, in
particolare accentuando le disuguaglianze e aggravando il fenomeno della povertà
assoluta, soprattutto fra i giovani.
È tuttavia già in corso un recupero dei redditi e dell’occupazione; si attenuano
fenomeni di esclusione sociale quali la mancata partecipazione al mercato del lavoro
e l’abbandono scolastico precoce; migliorano alcuni indicatori di efficienza del settore
pubblico, quali la durata dei processi civili.
Molto resta da fare, i progressi non sono uniformi, ma esiste una base su cui
proseguire ed allargare lo sforzo di miglioramento del benessere, dell’equità e della
sostenibilità sociale, economica ed ambientale.
L’inserimento dell’analisi del benessere nei documenti programmatici è funzionale a
una maggiore attenzione dei decisori politici e dell’opinione pubblica verso questi temi
così rilevanti per i cittadini.
Conclusioni -1
Il peso del debito pubblico, unitamente al modesto potenziale di crescita, ha
esposto l’Italia alle tensioni finanziarie della crisi del debito sovrano. In una fase
congiunturale caratterizzata da una significativa accelerazione della crescita il
processo di riduzione del debito può guadagnare abbrivio, così rafforzando la
fiducia tra gli operatori economici domestici ed esteri. Resta un problema
complesso e di non semplice gestione, da affrontare con consapevolezza e
politiche credibili e sostenibili, tenuto conto delle regole di bilancio europee.
Grazie alla riforma del processo di bilancio il consolidamento dei conti
pubblici continuerà a beneficiare di una revisione della spesa pubblica sempre più
selettiva e orientata alle esigenze delle famiglie e delle imprese.
L’economia italiana, uscita definitivamente dalla doppia recessione, è ora in
grado di archiviare la lunga fase di ristagno della produttività, a sua volta
connessa all’insufficiente contributo del capitale umano, alle ancora modeste
capacità innovative, alla ridotta dimensione media aziendale, all’insufficiente
disponibilità di fonti di finanziamento alternative al credito bancario, alla
insufficiente efficacia della pubblica amministrazione. Fenomeni che si sono
vicendevolmente rafforzati e che soltanto in seguito alle riforme adottate si
stanno superando.
Conclusioni – 2
Più volte nei documenti di programmazione si è evidenziata la centralità degli
investimenti, pubblici e privati, ai fini del rilancio della produttività e del
potenziale di crescita.
Se si può essere relativamente soddisfatti in merito alla ripartenza degli
investimenti privati (gli investimenti fissi lordi delle società non finanziarie hanno
segnato nel 2017 un aumento del 7,3 per cento), quelli pubblici continuano invece
a risentire della forte riduzione degli stanziamenti in conto capitale operati
negli anni più duri della crisi; per il loro pieno rilancio bisognerà continuare a
insistere su più efficienti procedure di progettazione, gestione dei progetti e
monitoraggio della spesa.
L’Italia è nelle condizioni per proseguire lungo il cammino dell’irrobustimento
strutturale della crescita, dell’aumento dell’occupazione, della sostenibilità delle
finanze pubbliche e della riduzione della pressione fiscale e miglioramento della
composizione della spesa pubblica.
[…] E il benessere ?
• Programma di stabilità
• Analisi e tendenze della finanza pubblica
• PNR
Il programma di stabilità
I.   QUADRO COMPLESSIVO

II. QUADRO MACROECONOMICO
II.1 L’economia internazionale
II.2 Economia italiana
Riquadri:
        Impatto macroeconomico di uno shock protezionistico
        Effetti macroeconomici delle variabili esogene internazionali
III. INDEBITAMENTO NETTO E DEBITO PUBBLICO
III.1 Dati di consuntivo e previsioni a legislazione vigente
III.2 La finanza pubblica strutturale
III.3 Impatto finanziario delle misure del Programma Nazionale di Riforma
III.4 Evoluzione del rapporto debito/PIL
III.5 La regola del debito e gli altri fattori rilevanti
Riquadri:
        Investimenti pubblici: andamenti recenti e prospettive
        La valutazione delle deviazioni significative e della regola di spesa
        Stima del prodotto potenziale e dell’output gap: una metodologia
        alternativa a quella concordata a livello europeo
        Spese per la clausola degli eventi eccezionali
IV. SENSITIVITÀ E SOSTENIBILITÀ DELLE FINANZE PUBBLICHE
IV.1 Scenari di breve periodo
IV.2 Scenari di medio periodo
IV.3 Scenari di lungo periodo
Riquadri:
      Le tendenze di medio-lungo periodo delle spese connesse
      all’invecchiamento e del sistema pensionistico italiano
      Garanzie concesse dallo Stato
V. QUALITÀ DELLE FINANZE PUBBLICHE
V.1 Le azioni intraprese e linee di tendenza per i prossimi anni
V.2 La revisione della spesa
Riquadri:
       Contrasto all’evasione fiscale
       Aiuto Pubblico allo Sviluppo (APS)
VI ASPETTI ISTITUZIONALI DELLE FINANZE PUBBLICHE
VI.1 Recenti sviluppi normativi in tema di riforma del bilancio dello Stato
VI.2 Le regole di bilancio per le Amministrazioni locali
I. IL QUADRO COMPLESSIVO
La ripresa dell’economia italiana ha guadagnato vigore nel 2017 ed
è continuata nel primo trimestre di quest’anno.
Nel 2017, sebbene la penetrazione delle importazioni sia lievemente aumentata, il saldo della
bilancia commerciale con l’estero è rimasto fortemente positivo e il surplus di partite correnti della
bilancia dei pagamenti è salito al 2,8 per cento del PIL, dal 2,6 per cento del 2016.
Anche la finanza pubblica ha mostrato una tendenza positiva, giacché l’indebitamento netto delle
Amministrazioni Pubbliche è sceso al 2,3 per cento del PIL, dal 2,5 per cento del 2016, e all’1,9
per cento escludendo gli interventi straordinari per il risanamento del sistema bancario. Il rapporto
fra stock di debito e PIL nel 2017 è diminuito al 131,8 per cento, dal 132,0 per cento del 2016.
II. IL QUADRO MACROECONOMICO
II1. Il contesto internazionale
la fase positiva per l’economia internazionale è continuata nel primo trimestre del
2018, sebbene gli indici di fiducia delle imprese manifatturiere abbiano
mostrato una flessione.
N.B. Le banche sostengono la crescita acquistando titoli…
N.B. La crescita genera occupazione….
N.B. L’inflazione resta contenuta…
N.B. Le posizioni di parte corrente sono persistenti….
II. IL QUADRO MACROECONOMICO
II2. L’economia italiana
N.B. IL costo del denaro scende…
La quota di sofferenze, dopo un periodo di crescita sostenuta, inizia a diminuire…
III. INDEBITAMENTO NETTO E DEBITO PUBBLICO
Consuntivi e previsioni
Nel periodo 2007-2017, gli investimenti fissi lordi della PA in volume si sono ridotti di oltre il
36,0 per cento, sottraendo circa un punto percentuale alla crescita del PIL, ipotizzando
l’assenza di effetti sugli investimenti privati.
III. INDEBITAMENTO NETTO E DEBITO PUBBLICO
La finanza pubblica strutturale
III. INDEBITAMENTO NETTO E DEBITO PUBBLICO
Sensitività e sostenibilità delle finanze pubbliche
III. INDEBITAMENTO NETTO E DEBITO PUBBLICO
Qualità delle finanze pubbliche
Analisi e tendenze della finanza pubblica
I. SINTESI DEL QUADRO MACROECONOMICO
II. CONTO ECONOMICO DELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE
II.1 I risultati del 2017
II.2 Previsioni tendenziali
II.3 Politiche invariate

III. ANALISI DEI PRINCIPALI SETTORI DI SPESA
III.1 Pubblico impiego
III.2 Prestazioni sociali in denaro
III.3 Sanità
IV. CONTO DI CASSA DEL SETTORE PUBBLICO
IV.1 I risultati del 2017
Settore pubblico, Amministrazioni centrali, Amministrazioni locali, Enti di
previdenza e assistenza sociale
IV.2 Previsioni tendenziali 2018-2021
Settore pubblico, Amministrazioni centrali, Amministrazioni locali, Enti di
previdenza

V. BILANCIO DELLO STATO
V.1 Risultati di sintesi,
V.2 Analisi degli incassi
V.3 Entrate tributarie
V.4 Entrate non tributarie
V.5 Analisi dei pagamenti
V.6 Raffronti tra risultati e stime 2017
VI. DEBITO
VI.1 La consistenza del debito delle amministrazioni pubbliche e del settore
statale

VII. LE RISORSE DESTINATE ALLA COESIONE TERRITORIALE E I FONDI NAZIONALI
ADDIZIONALI
VII.1 Programmazione nazionale, Fondo per lo sviluppo e la coesione
VII.2 Programmazione comunitaria, Programmi Fondi strutturali, Programmi FEASR
e FEAMP

VIII. VALUTAZIONE PER L’ANNO 2017 DELLE MAGGIORI ENTRATE DERIVANTI DAL
CONTRASTO ALL’EVASIONE FISCALE
IlI. SCENARIO
       PNRMACROECONOMICO E IMPATTO DELLE RIFORME
I.1 Scenario macroeconomico
I.2 L’impatto macroeconomico delle riforme strutturali
I.3 L’impatto finanziario delle misure del Programma Nazionale di Riforma
II. LE RISPOSTE DI POLICY ALLE PRINCIPALI SFIDE ECONOMICHE
II.1 L’azione del Governo e le raccomandazioni del Consiglio Europeo
II.2 Finanza pubblica e tassazione
II.3 Settore bancario e finanziario
II.4 Investimenti e infrastrutture
II.5 Sostegno alle imprese e riequilibrio territoriale
II.6 Giustizia, Pubblica Amministrazione e concorrenza
II.7 Lavoro, educazione e lotta alla povertà
II.8 Attuazione legislativa e implementazione della normativa comunitaria
III. I FONDI STRUTTURALI
IV. INTERLOCUZIONI ISTITUZIONALI CON LE REGIONI E LE PROVINCE AUTONOME NELLA
PREPARAZIONE DEL PNR
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