Guida pratica al marketing per lo Studio professionale - MARIO ALBERTO CATAROZZO

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Guida pratica al marketing per lo Studio professionale - MARIO ALBERTO CATAROZZO
Guida pratica
al marketing per lo
Studio professionale
 MARIO ALBERTO C ATAROZZO
Guida pratica al marketing per lo Studio professionale - MARIO ALBERTO CATAROZZO
Guida pratica al marketing
per lo Studio professionale

© Mario Alberto Catarozzo - Settembre 2014
Ebook gratuito
Tutti i diritti sono riservati. È vietata la riproduzione anche parziale dei contenuti
senza espressa autorizzazione dell’Autore.
                                          i
Guida pratica al marketing per lo Studio professionale - MARIO ALBERTO CATAROZZO
Non riesco a capire perché le persone
  siano spaventate dalle nuove idee.
    A me spaventano quelle vecchie.
                          John Cage

         ii
Guida pratica al marketing per lo Studio professionale - MARIO ALBERTO CATAROZZO
L’Autore

                                    Mario Alberto Catarozzo, laureato in Giuri-
                                    sprudenza, ha una lunga esperienza come trai-
                                    ner, coach e consulente sui temi della comu-
                                    nicazione, marketing, negoziazione, leadership,
                                    public speaking, crescita personale e professio-
                                    nale.
                                    Ha maturato le proprie basi professionali in ol-
                                    tre quindici anni di attività come product e proj-
                                    ect manager presso primarie strutture del mon-
                                   do editoriale, della comunicazione e dei new
media dedicate al settore professionale legale.
    Collabora con Enti, Associazioni e Ordini professionali per la formazione dei
liberi professionisti su soft skills e competenze manageriali. Come Coach affianca
studi professionali, liberi professionisti e manager impegnati in processi di sviluppo
e cambiamento sia come singoli che in team. Svolge attività di trainer in corsi tenu-
ti in aula e presso Studi professionali e aziende (per saperne di più:
www.mariocatarozzo.it).
   È Coach professionista, formatosi presso la NLP Italy Coaching School, dove
ha conseguito due specializzazioni, “Team Coach Professionista” e “Life Coach
Professionista”, ed ha conseguito la qualifica di “Licensed NLP Coach™” rilascia-
ta dalla Society of NLP di Richard Bandler. Presso la NLP Italy Coaching School
ha conseguito due livelli di specializzazione in PNL (Programmazione Neuro Lin-
guistica) - Practitioner e Master Practitioner - certificati dalla Society of NLP di
Richard Bandler. È coach associato ad AICP (Associazione Italiana Coach Profes-
sionisti).
   Seguimi su Twitter: @MarAlbCat

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Guida pratica al marketing per lo Studio professionale - MARIO ALBERTO CATAROZZO
Introduzione
    Fare marketing per lo Studio professionale vuol dire promuovere la propria attività
partendo dai contenuti. Lo Studio, infatti, presenta caratteristiche sue proprie e non è
paragonabile ad altre attività commerciali, per cui gli strumenti di marketing e comuni-
cazione dovranno essere valutati secondo criteri di opportunità, efficacia e rispetto del-
la deontologia professionale. Non sono dunque applicabili allo Studio professionale mo-
dalità e soluzioni applicabili invece in altri campi del business.
   Questa guida pratica vuole fornire una panoramica degli strumenti oggi a disposi-
zione per fare marketing nel mercato dei liberi professionisti, in particolare del settore
legale, partendo dai tradizionali canali di promozione dell’attività professionale e arri-
vando ai più nuovi strumenti che offre il web.
   Prima di intraprendere l’excursus delle soluzioni a disposizione abbiamo fatto un fo-
cus sui primi passi da compiere per lavorare su chiarezza e fare ordine nelle risorse già
a disposizione e negli obiettivi che si intendono raggiungere.
   Lo Studio oggi può fare promozione della propria attività grazie alle modifiche che
da quasi dieci anni sono state introdotto in ambito comunitario e nazionale e sono state
recepite dai rispettivi Ordini professionali nei propri Codici deontologici. Si tratta quin-
di di allargare i propri orizzonti e mettere mano ad un’attività per certi aspetti nuova
per il professionista.
    La considerazione da cui partire è che il mercato professionale è cambiato quanto a
clienti, competitors e dinamiche e non è saggio procedere alla vecchia maniera dove
l’intuito e il caso guidavano le scelte.
   Fare marketing, inoltre, può dare molta soddisfazione, risultati e ampliare gli oriz-
zonti business dello Studio.
    I contenuti del presente ebook sono in parte tratti dai miei corsi di formazione sul-
l’argomento, dall’attività di coaching e in parte sono post pubblicati sul mio Blog.
   Bene, cominciamo!
                                                                Mario Alberto Catarozzo
                                                                      Formatore e Coach

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Guida pratica al marketing per lo Studio professionale - MARIO ALBERTO CATAROZZO
CAPITOLO 1

                 Personal branding
                e liberi professionisti

                             Dal Blog 01.04.2013

                                Parliamo di personal branding per i liberi profes-
                             sionisti. Il tema è già stato oggetto di altri post in questo
                             Blog e passo dopo passo affronteremo i vari aspetti di inte-
                             resse per un avvocato, commercialista e consulente del la-
                             voro che intenda costruirsi un brand utile a distinguersi
                             nel mercato professionale.

Cos’è il Personal Branding       Quali sono oggi i veri ostacoli che incontra oggi il libe-
                             ro professionista? Prima di addentrarci in disquisizioni
                             tecniche di marketing o di scelte strategiche, è utile sgom-
                             berare il campo da un presupposto (convinzione limitan-
                             te) tipica della mentalità del libero professionista (quanto-
                             meno tradizionalista): “se sono bravo non è necessario far-
                             lo sapere, va da sé che i clienti lo sappiano e vengano da
                             me”. Questa era la mentalità degli anni ’80, ’90 e
                             forse anche del primo decennio del nuovo millennio. Ha
                             funzionato, effettivamente. Dieci, venti o trent’anni fa an-
                             dava così. Oggi? Abbiamo visto da diverse angolazioni co-
                             me sia e stia cambiando velocemente tutto e anche que-

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Guida pratica al marketing per lo Studio professionale - MARIO ALBERTO CATAROZZO
sta scelta va rivista. Se pensiamo che perfino il legislatore
                            europeo e quello nazionale hanno affrontato a più riprese
                            l’argomento “promozione” e “comunicazione” dell’attivi-
                            tà professionale e perfino i codici deontologici si sono (a
                            fatica) adeguati, ecco che anche la mentalità dei singoli
                            deve essere aggiornata velocemente.

Convinzioni...
                                L’idea di fondo (la convinzione, appunto) era che co-
                            municare e promuovere la nostra attività era disdice-
                            vole, una pratica di marketing, simil-pubblicitaria e mar-
                            chettara estranea alla libera professione. Il binomio incon-
                            scio era: chi fa promozione vende “fumo”; se sono bravo
                            non è necessario comunicarlo, viaggia da sè con il
                            passaparola.

Brand: questo sconosciuto
                                Prima dunque di lanciarsi in strategie e scelte di co-
                            struzione di un brand, dobbiamo fare un po’ di chiarez-
                            za su questo punto, dunque: essere professionisti eccellen-
                            ti, essere bravi, preparati, esperti può e deve sposarsi per-
                            fettamente con la bravura nel saperlo comunicare agli al-
                            tri. Oggi più che mai se sono bravo, specializzato ed ho
                            delle competenze o caratteristiche particolari che servono
                            a distinguermi dalla “massa” dei migliaia di colleghi agli
                            occhi dei clienti è utile farlo sapere e farlo sapere in modo
                            efficace, mirato ed elegante. Se non comunico cosa so fa-
                            re, come, e perché non esisto nel mercato, questo oggi è
                            l’imperativo!
                               Oggi dunque essere professionisti eccellenti vuol dire
Essere bravi e farlo
                            anche saperlo comunicare al pubblico. Questo vuol
sapere
                            dire, tra l’altro, fornire un servizio all’utenza, in quanto
                            grazie alla chiarezza della nostra informazione avrà ele-
                            menti utili per poter scegliere con cognizione di causa il
                            professionista più adatto alle proprie esigenze invece di
                            andare a caso.

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Guida pratica al marketing per lo Studio professionale - MARIO ALBERTO CATAROZZO
Altra considerazione preliminare nella costruzione di
 Facciamo chiarezza sul
                          un proprio brand (personale o di studio) è chiarirsi cosa si
 Brand                    intende per “brand”. Molti sentono questo termine e pen-
                          sano istintivamente al “marchio”, quindi da buoni profes-
                          sionisti scartano l’argomento perché loro non sono un
                          marchio, né vengono prodotti con un marchio. Brand è
                          un concetto più ampio, invece, che interessa e coinvolge
                          anche i professionisti; brand indica l’immagine, la re-
                          putazione, oltre che marchio. A ben vedere, da sempre
                          tutti i professionisti costruiscono quotidianamente il pro-
                          prio brand. Già, infatti il come si vestono, la macchina
                          che usano, come arredano l’ufficio, il tipo di biglietto da
                          visita, i circoli che frequentano, i caffè “di rappresentan-
                          za” presi con i direttori di banca, assicuratori, clienti e
                          amici, sono tutti tasselli di un brand, un’immagine appun-
                          to, una reputazione che man mano si sta costruendo e si
                          vuole trasmettere. Il brand è questo, è il comunicare chi
                          siamo, chi vogliamo essere, come vogliamo essere, perché
                          siamo così, cosa si può aspettare da noi il nostro cliente
                          attuale e futuro.

Brand, immagine,              Insomma chiamatelo brand, immagine, reputazione,
reputazione               costruitela sulle riviste con articoli, sui quotidiani, sulla
                          carta intestata, al circolo del golf, in tribunale, dietro la
                          scrivania, comunicatelo con un sito Internet, su Twitter,
                          su LinkedIn, con un’App di Studio, in riunione dal clien-
                          te, con la scelta della cravatta o del tailleur, sempre della
                          stessa cosa stiamo parlando. Certo, cambiano gli strumen-
                          ti, ma la sostanza è sempre la stessa.
                             Dunque, molto meglio conoscere le nuove regole per
                          costruire e gestire il proprio brand, per distinguersi dalla
                          moltitudine, per garantirsi una posizione nel proprio mer-
                          cato, locale o nazionale.

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Guida pratica al marketing per lo Studio professionale - MARIO ALBERTO CATAROZZO
Il vecchio passaparola
                             Ricordiamoci infine che oggi quel passaparola tan-
                         to caro ai liberi professionisti, attraverso cui scorre il loro
                         nome e lo Studio si approvvigiona di nuova clientela, non
                         solo non è scomparso, ma si è rinforzato; ha semplicemen-
                         te cambiato il luogo in cui si forma: se un tempo erano le
                         piazze, il bar, il circolo del tennis, il Rotary, lo studio del-
                         l’amico, ora sono le piazze di discussione on line, i social
                         media (Twitter, LinkedIn, Youtube, Facebook, Xing, Via-
                         deo). Se volete far circolare il vostro nome dovete essere lì
                         e per esserci con consapevolezza e in modo opportuno è
                         utile conoscere i meccanismi, le regole e prima di tutto
                         avere consapevolezza di chi siamo, cosa offriamo, come e
                         perché ci distinguiamo sul mercato e che immagine vo-
                         gliamo trasmettere di noi.

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Guida pratica al marketing per lo Studio professionale - MARIO ALBERTO CATAROZZO
CAPITOLO 2

     Così avvocati, commercialisti
      e consulenti del lavoro si
      distinguono sul mercato
                                Dal Blog 23.03.2013

                                    I liberi professionisti, si sa, non amano abbinare la pro-
 Le professioni intellettuali
                                pria attività professionale ad un prodotto. La professione
                                di avvocato, commercialista, consulente del lavoro, notaio
                                (solo per citarne alcuni) è un’attività intellettuale, una pre-
                                stazione di servizi e non un prodotto. Così, tradizional-
                                mente, le professioni intellettuali a differenza delle
                                attività commerciali si sono pressoché disinteressate di tut-
                                to ciò che avrebbe portato ad aumentare la propria visibi-
                                lità, al di fuori dei canali classici quali scritti su riviste, li-
                                bri, docenze e la classica attività di PR svolta one to one.
                                    Tutto ciò per decenni ha funzionato. Poi il mondo è
Una vera rivoluzione
                                cambiato, velocemente. Internet in primis ha rivoluzionato
copernicana
                                tutto. La civiltà dell’informazione e della comuni-
                                cazione ha segnato il passo e così le vecchie regole su
                                cui il successo della libera professione si era fondata sono
                                di lì a poco risultate obsolete e inefficaci.
                                  Oggi anche per un avvocato (e per il suo Studio) è fon-
                                damentale non solo essere preparato, ma anche saperlo
                                comunicare. Essere bravo è diventato tanto importante

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quanto il farlo sapere in modo efficace. Allo stesso modo
Essere bravi e farlo
                        per il commercialista non basta fornire servizi tailor made
sapere
                        per la propria clientela, deve essere in grado di farlo sape-
                        re in modo che ciò diventi un asset, un segno distintivo del-
                        la propria attività rispetto a quella di migliaia di altri colle-
                        ghi. Il consulente del lavoro potrà fornire servizi nuovi ai
                        propri clienti, ma se non saprà dar loro la giusta visibilità
                        perché i clienti possano sceglierli, sarà come non averli.
                            L’avvocato, il commercialista, il consulente del lavoro,
Cosa sa il cliente
                        è portato tradizionalmente a pensare che i propri clienti
                        sappiano capire la qualità del lavoro prestato, così come i
                        prospect sappiano cogliere le differenze tra la propria attivi-
                        tà professionale e quella dei colleghi. Haimé ho una brut-
                        ta notizia per molti: non è così! Il cliente spesso non sa (e
                        non può) cogliere tali differenze se il professionista non sa
                        metterle in evidenza, non sa comunicarle e fare di esse ele-
                        menti distintivi.
                            Alcuni addirittura pensano (credenze limitanti) che sia
Comunicare è            sufficiente essere bravi e non debba essere svolta alcuna
sconveniente....        attività di comunicazione (promozionale) sulle proprie
                        competenze o sui punti di forza, perché ciò “sminuireb-
                        be” la professionalità. Insomma, comunicare non è op-
                        portuno per un professionista, perché vista come un’atti-
                        vità di “vendita” di prodotti, e mal si addice all’attività
                        professionale.

Il Web non serve alla        Infine molti ancora pensano che i clienti non cer-
professione...          cherebbero mai il proprio consulente sul web,
                        per esempio con una ricerca su Google piuttosto che su
                        LinkedIn. Niente di più anacronistico, basta fare un giro
                        su Google Adwords per verificare i volumi di ricerca men-
                        sili su Google di parole chiave come avvocato, studio lega-
                        le, commercialista, consulente del lavoro, per non parlare

                                         10
delle ricerche legate ai contenuti che poi permettono a
                          chi ha un blog o scrive articoli sul web di essere rintraccia-
                          to e, se in linea con le esigenze dell’utente, scelto.
                              Tutto ciò ci porta a considerare come sia utile oggi an-
Il cambiamento è una
                          che per i professionisti effettuare un cambio di para-
necessità
                          digma culturale e mettere al centro della propria co-
                          municazione i propri clienti, invece che se stesso. Comuni-
                          care e promuovere la propria attività è oggi indispensabi-
                          le, ma ancor più è saperlo fare. Agli occhi dei nostri po-
                          tenziali clienti tutti gli avvocati sono pressoché equivalen-
                          ti, stessa cosa per i commercialisti e per i consulenti del
                          lavoro. Sarà compito del professionista quindi capire qua-
                          li sono i propri punti di forza, cosa è utile comunicare, a
                          chi ci si vuole rivolgere, quali canali utilizzare e come far
                          percepire i punti qualificanti della propria attività.
                             Queste domande possono aiutare a capire meglio co-
Facciamo un primo punto   sa proponiamo, come proporlo, dove siamo forti e cosa
della situazione          comunicare per distinguerci:
                               •    Cosa mi differenzia oggi dai miei colleghi/con-
                          correnti?
                              •    Quali sono i punti di forza della mia professione
                          che mi qualificano oggi?
                               •    Quali informazioni possono davvero interessare
                          i miei potenziali clienti?
                               •   Se dovessi scegliere solo una informazione che
                          riassuma più di tutte la mia professionalità, quale sceglie-
                          rei?
                               •   In che cosa oggi ritengo di differenziarmi dai
                          miei concorrenti?

                                          11
•     Quali servizi, tra quelli che oggi propongo nella
                         mia attività, sono più apprezzati dai miei clienti?
                             •    Ho qualche specializzazione nella mia attività?
                              •    I miei futuri clienti cercano un professionista
                         specializzato nella loro problematica, oppure generali-
                         sta?
                             Queste solo alcune delle domande che possono per-
Comunicare è
                         mettere di fare chiarezza e quindi di poter man mano
sconveniente....
                         effettuare scelte mirate in ambito comunicativo e promo-
                         zionale della propria attività professionale.
                            Un errore da non compiere per il libero professionista
Non abbassate i prezzi
                         oggi è cercare di differenziarsi dai concorrenti per il prez-
                         zo.
                             Questo dovrebbe essere l’ultimo degli elementi per cui
                         il cliente vi dovrebbe scegliere. Non vogliamo sminuire il
                         valore che oggi il cliente attribuisce all’aspetto economi-
                         co, ma l’essere scelti principalmente perché siamo “meno
                         cari” del concorrente vorrebbe dire che il cliente non ha
                         percepito nessun altro elemento distintivo se non
                         quello economico. Ciò comporterà, tra l’altro, che il clien-
                         te sarà disposto a cambiare il proprio professionista non
                         appena un altro risulterà economicamente più vantaggio-
                         so, altro che fidelizzazione.

                                         12
CAPITOLO 3

      Studi professionali:
    come esserci alla grande
                          Dal Blog 20.01.2012

                          Storicamente, si sa, il professionista non vende nulla, non
                          promuove nulla. Avvocati, commercialisti, architetti, no-
                          tai, consulenti del lavoro, ingegneri sono professionisti,
                          cazzo! (per rimanere in tema marinaro del momento). In
                          quanto tali offrono prestazioni di alto livello, non beni e
Tutti vendiamo qualcosa   neppure servizi; prestazioni professionali e basta!
                          Non sono commercianti, non sono imprenditori. Non
                          vendono scatolette di pomodori o affettati all’etto. Alme-
                          no questo è quello che ho sempre sentito, da tutti i profes-
                          sionisti, nessuno escluso. Ma è proprio così? Soprattutto,
                          lo è ancora oggi? Mi spiego meglio.
                              So che starò sulle scatole a molti, ma meglio così se sa-
                          rò utile. Non voglio fare il medico che vi dice che va tutto
                          bene, continuate a mangiare e bere come avete fatto fino-
                          ra, tanto il colesterolo è una trovata postmoderna e il dia-
                          bete adda veni’. Continuate imperterriti come sempre.
                          No, francamente preferisco fare come il medico rompibal-
                          le che vi dice ciò che non vorreste sentire, perché scomo-
                          do, ma utile. Utile alla vostra salute. Qui parliamo della

                                          13
salute professionale, non di quella fisica (che poi segue
                          quella professionale il più delle volte).
                              Il marketing-driven-management, ultima evolu-
Occhio al cambiamento
                          zione del marketing tradizionale, insegna a tener conto
                          dei cambiamenti dell’ambiente in cui si opera. Il profes-
                          sionista, così, dovrebbe adattarsi – come ogni organismo
                          vivente fa secondo principi di adattamento e omeostasi –
                          all’ambiente in cui vive per sopravvivere prima e vivere
                          bene poi. Se come specie siamo sopravvissuti nei millenni
                          è grazie a questo principio evoluzionistico basilare.
                              Quindi, conoscere gli attori che recitano sul palcosce-
                          nico insieme a noi (o che vorrebbero farlo), conoscere le
                          esigenze dei clienti OGGI, e quindi partecipare alla reci-
                          ta in modo attivo, propositivo e perché no, creativo, è mol-
                          to utile per rimanere in scena e magari occuparne anche
                          il centro.
                              Quanti studi compiono analisi di mercato, anche
Cosa sta facendo il tuo   blande? Quanti conoscono ciò che accade fuori dalla por-
Studio per adeguarsi al   ta dello studio? Abitudini dei competitors (i colleghi di un
cambiamento?              tempo), abitudini dei clienti, suddivisione dei clienti per
                          fasce di età (che oggi vuol dire nativi digitali, generazione
                          x e generazione y)? Per capirci: parliamo di fasce di clien-
                          ti dove abbiamo chi non sa usare una mail e quindi cerca
                          ancora il professionista chiedendo in giro; chi ha un piede
                          di qua e uno di là e cerca il professionista dando un’oc-
                          chiata ad Internet e chi invece fa tutto su Internet, anche
Dove stiamo andando?      cercarsi il professionista. E il trend? Beh, considerando
                          che la generazione che oggi è adolescente è nata già con
                          un computer in mano…gioco forza come sceglierà un do-
                          mani i suoi professionisti-consulenti? E voi, differenziate
                          la vostra comunicazione di studio in funzione di ciò?
                          No?! E’ come se leggeste sempre con lo stesso tono un ar-

                                          14
ticolo del codice civile e una poesia. Sarebbe più utile
                         adattare il tono agli scopi e alle circostanze. Bene nella co-
                         municazione vale la stessa regola: conosco > so cosa
                         voglio > mi adatto > raccolgo i feedback > correg-
                         go.
                             Facciamo un passo avanti in questo scenario. Oggi tut-
                         ti parlano di marketing dello studio professionale. Ma sa-
                         rà ancora così? Mmhh, vediamo. Siamo già oltre! Cari
                         professionisti, rasserenatevi, non dovete fare marketing
                         dei vostri servizi e prestazioni. No quella fase l’avete salta-
                         ta a pie’ pari.
Societing
                             Oggi siamo al SOCIETING. Che vuol dire? Vuol di-
                         re che non dovete “semplicemente” prendervi cura di far
                         sapere cosa fate ai vostri potenziali clienti. Se il marketing
                         (lett.Scrivi per inserire
                                 “mercato”)        testoall’interno di un mercato in cui
                                              operava
                         si inseriva e adattava, il societing invece crea il mercato
                         stesso. La sfera di azione non è più il mercato (termine
                         odiato dai professionisti) ma la società. Insomma, i vecchi
                         consumatori “passivi” di servizi professionali – che arriva-
                         vano con il passaparola – stanno cambiando in consuma-
                         tori “attivi”, più consapevoli che collaborano nel co-crea-
                         re, insieme ai professionisti, domande e soluzioni di servi-
                         zi professionali in termini di modalità, tempi, tipologia,
                         strumenti, prezzi.

Una nuova terminologia      Ecco i nuovi termini con cui dovrete prendere confi-
                         denza anche voi professionisti: viral marketing, buzz
                         marketing, word-of mouth, brand reputation e
                         così via. No?! Vabbeh, addio allora…
                             Lo scenario è mutato e ciò che io percepisco come gra-
                         ve è che anche se la SCENA E’ CAMBIATA molti, mol-
                         tissimi professionisti, continuano, anacronisticamente, a

                                         15
recitare LO STESSO COPIONE, non accorgendosi che
Chi si ferma è perduto...
                            dalla platea molti stanno cominciando ad andarsene. Ac-
                            corgersene prima che la platea sia vuota sarebbe me-
                            glio…che dite?!
                               Quindi? Cambiamo copione, contribuiamo a crea-
                            re una nuova scenografia e facciamo saggiamente ciò che
                            è nelle nostre possibilità per rimanere al centro della sce-
                            na, liberalizzazioni comprese. E non usiamole come ulti-
                            ma scusa per lamentarci e non fare nulla.

                                           16
CAPITOLO 4

             Libera professione e
            marketing: perché farà la
                   differenza
                           Dal Blog 12.08.2014

                           Fareste mai un viaggio in autostrada oggi con una Fiat
                           131? Affrontereste una trasvolata transoceanica con un
                           Cessna? Vi avventurereste in canoa dall’altra parte del
                           Mediterraneo? No, vero? Tuttavia, questo è ciò che molti
                           professionisti ancora fanno nella loro professione. In buo-
                           na fede, si intende. Oppure per pigrizia, paura, mancan-
Prima di tutto una nuova
                           za di informazioni. Fatto sta, che moltissimi professionisti
mentalità
                           usano strumenti vetusti per i tempi. Ci sta, quindi, che il
                           risultato sia tanta fatica, poca soddisfazione e molta incer-
                           tezza.
                              Vediamo insieme come possiamo cominciare a lavora-
                           re per una nuova mentalità e nuovi strumenti.

                              Una nuova Guida pratica per lo Studio profes-
                           sionale
                               Parte oggi la prima puntata della nuova Guida pratica
                           sul marketing per Studi professionali. I destinatari di que-
                           sta guida pratica, che verrà pubblicata in ebook al termi-

                                           17
ne delle puntate su questo Blog, vogliono essere gli Studi
                     legali, Commercialisti, Consulenti del lavoro, Notai.
                       Perché ad agosto una guida pratica sul marketing a
                     puntate? Beh, per almeno tre motivi:
                          1. ho il tempo di scriverla con assiduità, giorno do-
                     po giorno (cosa che durante l’anno mi è impossibile);
                          2. avete il tempo di leggerla tra la sdraio sotto l’om-
                     brellone e il caffè della spiaggia, oppure dopo la passeg-
                     giata in montagna, o sul terrazzo di casa;
                          3. perché arriverete così belli preparati e pimpanti
                     per la ripresa di settembre, ricchi di nuove idee e spunti
                     da concretizzare.

                        Ci aspetta un futuro tutto da scrivere
                         A parte le battute, credo fermamente che il futuro sia
Tutto parte da noi   una prateria da conquistare, una serie di opportunità fan-
                     tastiche, meglio, per molti aspetti, del passato. Solo che le
                     regole del gioco sono cambiate e stanno cambiando anco-
                     ra. Non si può più affrontare la sfida professionale con la
                     mentalità del passato, il prezzo sarà tanta fatica per poca
                     soddisfazione.
                        Come trasmetto nel coaching ai miei meravigliosi coa-
                     chee, tutto parte dalla nostra mente, da come vediamo,
                     interpretiamo, approcciamo le cose. Non si può avere
                     una vita positiva, se si ha una mente negativa. Non si può
                     arrivare da nessuna parte se si ha paura di muoversi in
                     qualunque direzione.
                       Dunque, partiamo per questo viaggio alla scoperta del
Una nuova sfida
                     marketing e della comunicazione per la professione, con

                                     18
l’atteggiamento dei conquistadores, di chi ama la sfida e
                    vede nel futuro la meraviglia del nuovo da costruire. Che
                    le difficoltà ci siano è chiaro a tutti e proprio per questo
                    dobbiamo prepararci ad avere gli strumenti e la mentali-
                    tà giusta per affrontarle e superarle!

                      Come si struttura questa guida sul marketing
                    per lo Studio professionale
                        In queste puntate affronteremo passo dopo passo le re-
                    gole base del marketing applicato allo Studio professiona-
                    le, con particolare attenzione al settore legal.
                        Cercheremo insieme di chiarire i termini non sem-
Partiamo dall’ABC
                    pre chiari ai non addetti ai lavori e partendo dall’ABC
                    del marketing e della comunicazione a fini promozionali,
                    cercheremo di capire insieme cosa si addice al professioni-
                    sta dell’area legale ed economica e cosa no; quali azioni è
                    opportuno oggi intraprendere e quali è meglio lasciar sta-
                    re per non buttare via soldi. Cercheremo come per le al-
                    tre guide che abbiamo pubblicato in ebook gratuitamente
                    (puoi trovarle qui) di rimanere sempre su un piano di con-
                    cretezza, semplicità ed essenzialità. Non ci interessa fare
                    un corso di marketing, quanto capire insieme un po’ di
                    più su quanto oggi possiamo fare per contribuire intenzio-
                    nalmente a sviluppare business all’interno dello Studio
                    professionale.
                       Vedremo quali sono le figure che lavorano nel marke-
                    ting e a cui possiamo rivolgerci; vedremo quali sono le
                    principali attività già vicine alla nostra realtà che possia-
                    mo intraprendere; faremo un viaggio nel mondo web per
                    capire come sfruttare al meglio e a basso costo Internet.

                                    19
Cercheremo di farci amico il cambiamento in atto par-
                         tendo da due assiomi che ci hanno regalato due grandi
                         del passato:
                                1. Non è il più forte della specie a sopravvivere, né il più in-
                         telligente, bensì colui che si adatta meglio al cambiamento (Charles
                         Darwin).
                               2. L’ignoranza totalmente consapevole è il preludio a ogni
                         vero progresso (James Clerk Maxwell).

                           Chi sono i destinatari principali di questa gui-
                         da pratica?
                             Questo corso pratico è diretto in particolare agli stu-
A chi è rivolta questa   di professionali di piccole e medie dimensioni,
Guida                    non perché agli Studi di grandi dimensioni organizzati in
                         strutture stile aziendale non interessino, ma perché ottimi-
                         sticamente credo che siano già operativi sull’argomento,
                         con risorse umane, economiche e di tempo dedicate ad
                         uno dei pilastri del business development: il marketing ap-
                         punto. Ma una lettura anche da parte loro sicuramente
                         non farà male

                            10 regole per fare chiarezza sul marketing
                            Facciamo chiarezza prima di tutto. Come sa un buon
Partiamo dalle
                         costruttore (edile) prima di tutto bisogna avere delle buo-
fondamenta
                         ne fondamenta su cui poggiare il progetto. Bene, creia-
                         mo le fondamenta del nostro breve viaggio nel marketing.
                            Partiamo dunque da alcuni punti chiave, che devono
                         rappresentare le premesse del nostro percorso insieme in
                         questo mondo che, credetemi, se fatto con passione e

                                           20
creatività, può essere molto affascinante, oltre che utile
per il vostro business:
      1. fare marketing vuol dire mettere in atto una stra-
tegia di comunicazione diretta al raggiungimento di risul-
tati e obiettivi definiti;
     2. il marketing non è appannaggio esclusivo del
mondo commerciale e simili, come molti professionisti an-
cora pensano;
    3. il marketing non è una pratica disdicevole per lo
Studio professionale; non è “abbassarsi” a promuovere
qualcosa, bensì farla conoscere in modo mirato e opportu-
no;
    4. il marketing oggi rappresenta anche per il mon-
do professionale un pilastro del business;
     5. il marketing non si può improvvisare e affidare
a chi ha qualche buona idea qua e là;
       6. i ritorni dalle azioni di marketing non sono qua-
si mai immediati e spesso sono poco visibili, perché indi-
retti;
      7. non è vero che i professionisti non “vendono”
nulla, come tutti quelli che operano in un mercato (il ter-
mine parla già da solo), vendono anche loro: prestazioni
intellettuali, consulenza, soluzioni;
   8. il marketing per gli studi professionali non è una
moda del momento;
      9. fare marketing non vuol dire spendere un sacco
di soldi, a condizione che vi affidate a persone serie e
competenti, che vi possono suggerire azioni mirate sui vo-
stri bisogni;

               21
10. il passaparola NON è marketing!
                         Bene, abbiamo scolpito nella pietra, come le 12 Tavo-
                     le (per noi sono solo 10), i principi a cui attenersi in que-
                     sto viaggio insieme.
                         Fatta chiarezza ora possiamo partire…seguitemi nei
Ora fate le vostre
                     prossimi giorni puntata dopo puntata e poi potrete, a ra-
valutazioni
                     gion veduta, valutare se al vostro Studio serve oppure
                     non un pochino di marketing per rivitalizzare il momen-
                     to storico che per molti non è dei migliori.
                         L’infografica qui sotto riprende il cammino in 4 fasi
                     storiche delle professioni e del loro mercato, buona lettu-
                     ra.

                                     22
CAPITOLO 5

                    Marketing e Studi
                  professionali: da dove
                         partire?
                              Dal Blog 13.08.2014

                              In questa seconda puntata della guida breve al marketing
I primi passi nel marketing
                              per gli Studi professionali, cercheremo di capire insieme
                              quali devono essere i primi passi da compiere prima
                              di investire tempo e soldi nel marketing.

                                 Marketing: questo sconosciuto
                                  Partiamo dall’etimologia del termine marketing data
                              dal Dizionario della lingua italiana il Sabatini Coletti: Me-
                              todo di ricerca, indagine di mercato per conoscere le tendenze del pub-
                              blico; l’organizzazione di vendita e il commercio dei beni e dei servi-
                              zi offerti da un’azienda.
                                 Il primo dato che emerge da questa descrizione è la ri-
Dove vogliamo andare?
                              cerca. Partiamo anche noi da qui. Prima di avventurarci
                              nelle azioni di marketing è indispensabile sapere dove
                              puntiamo, quindi cosa vogliamo ottenere, in quanto tem-
                              po e come.
                                 L’indagine, nel nostro caso, corrisponde ad un’attività
 La Business Intelligence
                              che si chiama business intelligence, cioè raccolta, ag-

                                                23
gregazione e interpretazione di dati. Andare “a naso”, “a
                    sensazioni”, “ad intuito”, può essere infatti fuorviante e
                    portarci ad investire male i nostri soldi. L’intuito è impor-
                    tante, ma se accompagnato da dati, elementi concreti e
                    oggettivi su cui poggiare. Allora sì che l’intuito diventa
                    quel quid pluris che può fare la differenza. Al contrario, tut-
                    to e solo intuito rischia di farci perdere in azioni pirate-
                    sche tanto rumore per nulla.

                       Quali dati raccogliere per poter partire?
                       Bene, chiarito dunque quanto sopra, ci dovremo chie-
                    dere di quali dati stiamo parlando, cioè quali dati dovre-
Dati da conoscere
                    mo conoscere per effettuare scelte oculate. Per uno Stu-
                    dio professionale – avvocati, commercialisti, consulenti
                    del lavoro, notai, liberi professionisti in generale – i dati
                    in possesso per poter effettuare scelte sono di tre tipi:
                         A. dati inerenti lo Studio (risorse a disposizione);
                          B.   dati inerenti il mercato dei concorrenti (competi-
                    tors);
                          C. dati inerenti il mercato di destinazione dei no-
                    stri servizi (target).
                        Poiché questo vuole essere un corso molto pratico,
                    non seguiremo le classiche metodologie di marketing e
                    non utilizzeremo neppure la terminologia accademica.
                    La ragione è che non ci interessa diventare esperti di mar-
                    keting, bensì capire velocemente e in modo concreto co-
                    sa, come e con chi possiamo procedere per dare una acce-
                    lerazione al nostro business professionale.

                                     24
Il primo passo
                               Il primo passo è partire da ciò che abbiamo vicino a
                            noi: le risorse a disposizione, di ogni tipo esse siano.
                            Quindi chiediamoci, con un certo ordine:

Indagine sul Brand
                                 1. BRAND – Quanto è conosciuto il brand del no-
                            stro Studio professionale nell’area geografica da noi pre-
                            sieduta? Per utilizzare una terminologia ancora più vici-
                            na al professionista: quanto è conosciuto il nostro nome?
                            Che immagine ha presso il pubblico lo Studio? Come, in
                            concreto potrebbe essere migliorata? In che direzione,
                            per trasmettere cosa?

Indagine sulle competenze        2. ORGANIZZAZIONE E COMPETENZE –
                            Quali sono i punti di forza dell’organizzazione di Studio?
                            Ci sono in Studio professionisti con competenze/caratteri-
                            stiche di eccellenza? Lo Studio ha particolarità uniche nel
                            suo genere? Quali sono le caratteristiche dello Studio su
                            cui puntare in futuro? Cosa piace in particolare ai clienti
                            dell’organizzazione attuale?

                               Il secondo passo
                                Il secondo passo riguarderà l’analisi del mercato
                            dal punto di vista dei destinatari dei nostri servizi, quindi
                            il target. Chiediamoci in questo caso:
Indagine sul mercato:            1. ESIGENZE – Quali sono le principali richieste
Esigenze                    del mercato attuale? Quali sono i trend in atto? Quali po-
                            trebbero essere le richieste di servizi per il futuro? Cosa
                            ce lo fa pensare? Ci sono richieste del mercato verso cui
                            c’è poca/nessuna risposta?

Servizi
                                 2. SERVIZI – Ci sono richieste per nuove modali-
                            tà di erogazione dei servizi attuali (per esempio attraverso

                                            25
nuovi strumenti tecnologici)? Ci sono nuovi servizi che po-
                           trebbero interessare il pubblico?

                              Il terzo passo
                               Il terzo passaggio affonderà il focus nel mercato dei
Indagine sui competitors   competitors, quindi gli altri Studi professionali che offro-
                           no servizi analoghi ai nostri e che rappresentano per il
                           pubblico un’alternativa a noi. Ciò che dovremo fare è pri-
                           ma di tutto conoscere chi sono e come operano, e poi ca-
                           pire come in futuro potremo distinguerci da loro con ser-
                           vizi e modalità nuove. Ciò che conta è essere diversi, inno-
                           vativi, aprire nuove strade, più che percorrere quelle soli-
                           te, magari cercando di essere competitivi sui prezzi (cosa
                           sbagliata, come abbiamo più volte sottolineato in questo
                           blog). Chiediamoci allora:
                                1. COMPETITORS – Chi sono i principali com-
Competitors
                           petitors nostri? Come operano? Cosa offrono? A quali
                           prezzi? Dove? In cosa sono più forti di noi? In cosa siamo
                           più forti di loro?

Servizi offerti                 2. SERVIZI – Esistono servizi (richieste o modali-
                           tà di erogazione) che non sono soddisfatte a sufficienza o
                           affatto dall’offerta attuale?
                               Ricordiamoci sempre che personaggi di levatura mon-
                           diale divenuti milionari come Steve Jobs, oppure Richard
                           Branson, non hanno inventato di fatto nulla che non vi
                           fosse già, ma hanno inventato un nuovo modo per far frui-
                           re al pubblico servizi già esistenti, quali la telefonia, musi-
                           ca, fotografia Jobs, e il fitness Branson (patron della Vir-
                           gin).

                                           26
Dunque regola n. 1 è avere informazioni, essere
                 in possesso di dati nero su bianco (e non di sensazioni o
                 ipotesi).
                    La regola n. 2 sarà quella di pensare out of the
                 box, fuori dalla scatola, cioè in modo diverso dal solito,
Siate creativi
                 dal comune pensare. Se vogliamo offrire qualcosa di nuo-
                 vo dobbiamo pensare in modo nuovo.
                     Il futuro è tutto da scrivere, contribuite a farlo, invece
                 di farlo scrivere ad altri e limitarvi a leggerlo.
                    Bene, a domani per la prossima puntata, ora vi lascio
                 con l’infografica qui sotto che potete scaricare.

                                 27
CAPITOLO 6

    Come coordinare esperienza e
      innovazione nello Studio
                          Dal Blog 14.08.2014

                          Siamo alla terza puntata della nostra guida pratica sul
                          marketing per lo Studio professionale. Se nella puntata
                          precedente abbiamo visto da dove partire prima di intra-
                          prendere azioni di marketing, vediamo ora come chia-
Quali obiettivi?          rirsi le idee sulla meta che vogliamo raggiungere. Da
                          buon coach, vi ripeto sempre come un mantra che ogni
                          scelta che facciamo dovrebbe essere funzionale ad uno
                          scopo per essere strategica. Più volte abbiamo chiarito co-
                          sa significa essere strategici, cioè avere la capacità tra le
                          mille opzioni possibili di scegliere le più utili al raggiungi-
                          mento degli obiettivi che ci siamo posti. L’alternativa è
                          andare a caso, a braccio, improvvisare e sperare che vada
                          bene.
                              La prima cosa che dobbiamo imparare, quindi, è a de-
                          finire la stella polare che ci guiderà nel cammino. Questa
                          stella polare è l’obiettivo a cui puntiamo.

Attenzione alle vecchie       Accanto a questo l’altro punto a cui dobbiamo fare at-
abitudini                 tenzione è il vero primo ostacolo che ci troviamo tutti ad
                          affrontare: le abitudini. E qui gioca un ruolo particolare
                          l’esperienza.

                                          28
Affrontiamo ora questo tema, mentre nella prossima pun-
                      tata chiariremo quali sono le modalità per definire gli
                      obiettivi in modo il più possibile chiaro.

                         Il ruolo dell’esperienza
L’esperienza...           L’esperienza è un “animale strano”, nel senso che può
                      essere tanto utile, quanto limitante. L’esperienza ci aiuta
                      ad affrontare le situazioni, ci fa trovare velocemente solu-
                      zioni, ci permette di sentirci più sicuri di fronte alle novi-
                      tà. Però l’esperienza è anche ciò che ci tiene anche legati,
                      che ci impedisce di provare la strada nuova, che ci offu-
                      sca la vista di nuovi panorami. L’esperienza è ciò che ab-
                      biamo già fatto, visto, sentito, capito. Non è il modo mi-
                      gliore, la strada più utile…è l’unica che già conosciamo.
                      Sappiamo che l’animo umano è più portato a ripetere ciò
Tendenza a ripetere
                      che conosce, piuttosto che intraprendere nuove strade.
                      Siamo più ripetitori, che scopritori. Questo anche quan-
                      do le vecchie strade non portano a nulla (vedi, per esem-
                      pio, nelle relazioni personali gli stessi comportamenti di-
                      sfunzionali ripetuti all’infinito, nonostante siano nefasti);
                      figuriamoci poi se le vecchie strade hanno prodotto risul-
                      tati in passato. Il risultato funge da rinforzo positivo e
                      pertanto sarà ancora più difficile fare nuove scelte abban-
                      donando quelle che hanno già sortito effetti positivi. Il
                      vecchio adagio “non lasciare la strada vecchia per la nuo-
                      va” sintetizza bene questo approccio.
                         Trasferiamo tutto questo nel mondo della professione
                      e delle nuove scelte che il cambiamento ci induce a per-
                      correre.

                                      29
Che cosa può rendere l’esperienza una risor-
                 sa e non un limite?
                    La consapevolezza. Sì, questa è la risposta al quesito.
Il ruolo della   Se siamo consapevoli di ciò che pensiamo e di come rea-
consapevolezza   giamo alle situazioni, allora saremo più liberi. Se siamo
                 presenti a noi stessi e prima di attivare la “scheda forata”
                 e applicare il solito schema ci poniamo delle domande
                 nel nostro dialogo interiore, ci stiamo donando delle nuo-
                 ve possibilità.
                     Se invece agiamo per abitudine, lasciamo il timone del-
                 la nostra vita in mano all’esperienza passata, a ciò che già
                 fa parte del nostro modo di interpretare, reagire, valutare
                 le cose. Thoreau diceva “Non sono le cose a cambiare,
                 siamo noi a cambiare”. Troppo vero!
                     Dunque, quando parliamo di marketing per lo studio
                 professionale, è abbastanza naturale che un professionista
                 che non se n’è mai occupato si senta spaesato e la tenta-
                 zione è quella di rifiutare tutto in blocco e andare avanti
                 a fare quello che si è sempre fatto: nulla. Viene in questo
                 modo difeso a spadatratta il passaparola, che equivale a
                 dire non fare nulla, appunto, di intenzionale per alimenta-
                 re il proprio business.

                    Una buona strategia per affrontare il nuovo
                     Provate a fare questo esperimento, un po’ come si face-
                 va da bambini quando si applicavano le distorsioni tem-
La vision        porali e ci si immaginava da grandi. L’esperimento consi-
                 ste nell’immaginare cosa sarà accaduto tra dieci anni. Sia-
                 mo ad agosto del… 2024 … cosa vedremo? Dove saremo
                 arrivati? Come sarà il nostro Studio? E la nostra attività?
                 Che tipo di clienti avremo? Cosa abbiamo messo in atto
                                30
in questi dieci anni per alimentare il nostro business?
                           Quali scelte abbiamo compiuto?
                              Troppo tempo dieci anni? Forse. Allora perché fate
                           piani per la pensione, che magari arriverà tra 30 anni (se
                           mai l’avremo)?
                               Lavorando su quella che si chiama time line, la linea
Lavorate sulla time line
                           del tempo, rendetevi alleato il cambiamento cercando di
                           vedere oltre questo momento, di capire per cosa state co-
                           struendo, in che direzione. Diceva Confucio che “l’esperien-
                           za è come una lanterna che illumina il passato e non il futuro”. Inu-
                           tile cercare di fare luce con cose passate su cose nuove, fa-
                           telo con la vostra consapevolezza sempre presente e con
                           un approccio positivo, da pioniere e da inventore.
                              Il futuro va scritto, non replicato.

                                             31
32
CAPITOLO 7

          Come si definiscono gli
        obiettivi per la crescita dello
           Studio professionale
                             Dal Blog 15.08.2014

                             In questa puntata del corso pratico sul marketing per lo
                             Studio professionale cercheremo di capire insieme come
                             fissare la stella polare che guiderà la navigazione nelle
                             scelte di marketing da compiere.

                                Come definire gli obiettivi professionali
                                Abbiamo già trattato in un precedente post come, in
                             generale, il coaching insegni a definire gli obiettivi c.d.
Il metodo per definire gli   “ben formati”. Il metodo è sintetizzato nel classico acroni-
obiettivi                    mo S.M.A.R.T., quindi:
                                  •    SPECIFICI = devono essere precisi, concreti,
                             circostanziati
                                 •    MISURABILI = devono poter essere misurati
                                 •   ACCESSIBILI = devono dipendere da noi e
                             non da terzi
                                  •    REALISTICI = devono poter essere raggiunti
                             con le risorse a disposizione o procurabili

                                            33
•   TEMPORALMENTE DEFINITI = devono
                           avere una data di scadenza
                              Rimandiamo all’articolo per la spiegazione più appro-
                           fondita in modo da non ripeterci.

                              Come funziona la nostra mente e il valore del-
                           la vision
                               Ora è il caso di capire perché abbiamo bisogno di
Perché avere un progetto
                           obiettivi definiti prima di agire e perché il nostro cervel-
è importante
                           lo funziona diversamente nel caso vi siano oppure no.
                               Quanto al primo punto, è stato dimostrato oramai co-
                           me sia più determinante sul nostro comportamento la vi-
                           sion, le prospettive che immaginiamo di avere, piuttosto
                           dell’esperienza pregressa. Detto in altro modo, è vero che
                           il passato influenza le nostre scelte, ma le influenza mag-
                           giormente il futuro che immaginiamo. Se ci sentiamo
                           senza via di uscita, se abbiamo la sensazione di non avere
                           sbocchi, se vediamo tutto nero, se siamo scettici…conse-
                           guentemente vivremo stati d’animo negativi che ci porte-
                           ranno a tenere comportamenti negativi; ad esempio, ri-
                           nunceremo a fare scelte nuove, saremo più pigri, avremo
                           paura e quindi ci asterremo dal provare, e così via. Il cir-
                           colo vizioso è dietro l’angolo…
                               Al contrario, se riteniamo di avere prospettive di cresci-
                           ta, pensiamo di potercela fare, siamo attratti da un risulta-
                           to possibile, siamo curiosi, avremo voglia di metterci in
                           gioco, di sperimentare, di meravigliarci, di scoprire; tente-
                           remo, agiremmo e avremo risultati che alimenteranno la
                           voglia di provare ancora, che smantelleranno vecchie cre-
                           denze e convinzioni.

                                           34
Di fronte alle stesse situazioni materiali, diverse vision
                          producono diversi stati d’animo che determineranno com-
                          portamenti diversi e in conclusione risultati diversi.

                             Il valore dell’ottimismo
                              Questo è il potere enorme della nostra mente. Win-
                          ston Churchill rispose a chi lo accusava di essere un ingua-
                          ribile ottimista: “perché, avrebbe senso il contrario?“. Ha
                          senso essere pessimisti? Ha senso essere scettici? Quali
                          vantaggi concreti porta? Quali risultati produce? È, in de-
                          finitiva, funzionale e strategico il pessimismo e la negativi-
                          tà?
                             Se non provi è sicuro che non avrai risultati, se farai
                          sempre le stesse cose…avrai sempre gli stessi risultati.
                             La mente umana ha bisogno di punti di riferimento,
                          ha bisogno di coordinate precise per agire. Dire “farò”,
                          “appena ho tempo”, “quando ho un attimo”, “lunedì co-
I sogni e il loro ruolo   mincio” ecc. non serve a nulla. È come dire ad un corri-
                          dore che si deve preparare per la corsa…senza dirgli do-
                          ve e quando correrà.
                            Quindi prima regola è definire con precisione il peri-
I cicli del sonno
                          metro dei risultati e darsi un timing
                              In mancanza tenderemo a procrastinare, a rimandare,
                          a prenderci in giro da soli trovando alibi e scuse. Siamo
                          tutti maestri nel trovare scuse per non cambiare le cose.
                             Gli obiettivi “ben formati” nel marketing
                              Ritornando al marketing, se non definiamo prima qua-
                          li risultati puntiamo ad ottenere, in termini di immagine,
                          visibilità, target di riferimento, nuovi clienti, crescita del

                                          35
fatturato ecc., le nostre azioni saranno random, one shot, sle-
                         gate tra di loro, perché non facenti parte di una unica
                         strategia di azione. È come se un generale affrontasse sin-
                         gole battaglie senza avere un piano complessivo del risul-
                         tato che vuole raggiungere con la compagna militare.
                             In conclusione, va dedicato il giusto tempo a definire
Da dove partire dunque
                         dove vogliamo arrivare e cosa ci aspettiamo di ottenere
                         con le azioni di marketing e solo dopo vanno definite le
                         azioni strategiche per portarci da dove siamo a dove vo-
                         gliamo arrivare in un certo arco temporale. Decidere, per
                         esempio, di investire in media relations, oppure di aprire
                         il sito internet di Studio, o di avere una presenza sui so-
                         cial, o ancora di fare giornate di formazione aperte ai
                         clienti, dovrà essere frutto di un progetto unitario che ha
                         un punto di arrivo e non azioni sciolte, fatte in modo
                         estemporaneo.

                                         36
37
CAPITOLO 8

      Studi professionali,
     marketing e tecnologie
                             Dal Blog 16.08.2014

                                 Dopo aver analizzato i passaggi preliminari per capire
                             cosa comunicare dello Studio, a chi, come, quando e cosa
                             aspettarsi dalle attività di marketing, poniamo oggi la do-
La tecnologia come risorsa   manda di come la tecnologia possa essere utilizzata al
                             nostro servizio, invece di subirla (come spesso accade, vedi
                             il cellulare e la posta elettronica). Spesso chi non conosce
                             il mondo del web e delle nuove tecnologie tende a rimane-
                             re impaurito di fronte ad un alfabeto così radicalmente di-
                             verso. Sì avete capito bene: alfabeto. Infatti, l’approccio al
                             mondo del web richiede una nuova alfabetizzazione. Qui
                             troviamo un linguaggio proprio in termini di terminolo-
                             gia, di tempistiche, di opportunità, di competenze.

                                Un nuovo mondo, un nuovo alfabeto
                                 A chi approda per la prima volta su questo mondo la
Una nuova                    sensazione è di essere su Marte, di smarrimento completo.
alfabetizzazione             Alcuni, secondo i principi di economicità, imparano quel-
                             le tre funzioni essenziali per sopravvivere e non fare brutte
                             figure in pubblico, altri neppure quelle, facendo vanto del
                             loro essere “fuori da queste cose”.

                                              38
Sarà capitato a tutti di conoscere persone che con or-
                            goglio dicono di non aver un account su Likedin, oppure
                            su Faccebook e di preferire ancora la carta all’ebook. Tut-
                            to legittimo, si intenda. De gustibus non disputando est,
                            dicevano i nostri antenati.

                              Impariamo a distinguere ciò che piace da ciò
                            che serve
                                Qui però va fatta una distinzione tra gusti, preferenze
Non mi piace o è inutile?
                            e opportunità. Vanno tenuti distinti gli strumenti ludici
                            da quelli di lavoro. I social network, il sito Internet, l’ac-
                            count su Youtube, possono essere tanto strumenti di diver-
                            timento, quanto di lavoro. Se riusciamo a tener distinti
                            concettualmente questi due piani, ecco che cominciamo
                            a fare quell’ordine per noi importante per capire se e co-
                            sa introdurre di nuovo nella professione e nel business.

                               Scuse e preferenze
                                E’ come se una persona dicesse che gli piace correre.
                            Ok, fa benissimo. Però per andare in ufficio usa la mac-
                            china, non ci va di corsa. Quindi, invece di essere radicali
Attenzione a non perdere    (magari per coprire una mancanza giustificandola con
le occasioni                una preferenza), distinguiamo i due piani. Il web, le tecno-
                            logie, i social media, possono non piacere e possiamo pre-
                            ferire una bella chiacchierata di persona con un amico,
                            che attraverso un social. Perfetto, nulla quaestio. Ma dire
                            che per la professione non servono a nulla è un grave er-
                            rore. Le tecnologie, il web, i social media sono ottimi stru-
                            menti – anche per lo Studio professionale – di sviluppo e
                            gestione del business. Tutto sta nel saperli utilizzare cor-

                                            39
rettamente, nel saper investire nel modo giusto, nel saper
                             precorrere i tempi.

                                Essere lungimiranti e arrivare per primi
                                 Quest’ultimo è un tema centrale della nostra guida al
Essere uguali o diversi?     marketing: rispetto al passato, dove anche nelle attività di
                             mktg ci si omologava, si seguiva cioè ciò che prima di
                             noi avevano fatto altri, oggi le cose stanno diversamente,
                             proprio per la velocità del cambiamento. Oggi nel fare le
                             scelte professionali, tra cui quelle di marketing per spinge-
                             re la propria attività, bisogna essere lungimiranti, bisogna
                             arrivare prima degli altri. Bisogna guardare lontano oggi,
                             per poi accorgersi che quello che ci appariva futuristico è
                             in realtà dietro l’angolo. Al contrario, lavorare sul presen-
                             te copiando altri, adeguandosi, comporterà arrivare sem-
                             pre tardi, risultare sempre tra i tanti. E oggi, essere tra i
                             tanti vuol dire essere anonimi.
                                Questo principio, della diversità, dell’innovazione
                             continua, del precorrere i tempi sono centrali nelle teorie
                             di uno dei più grandi uomini marketing del nostro tem-
                             po, Seth Godin.

                                Un grande strumento per il business dello Stu-
                             dio
                                Per questa ragione, dopo oltre un anno di lavoro e due
                             mesi di testing, a luglio 2014 è ufficialmente nato il pro-
L’App dedicata allo Studio   getto INTASCA.COM per professionisti, la prima
professionale                App specificamente pensata per Studi professionali.
                                Approfondiremo nel prossimo numero le caratteristi-
                             che di quest’App fantastica per lo Studio professionale,

                                             40
innovativa quanto a concezione, facile da usare, efficace,
economica.
   Seguitemi nelle prossime puntate, ora vi lascio con un
video.

               41
CAPITOLO 9

    Studi professionali: come fare
         marketing in modo
                         tradizionale
                         Dal Blog 21.08.2014

                         Nel nostro percorso della Guida breve al marketing per
                         lo studio professionale, siamo arrivati agli strumenti utili
                         per promuovere la propria attività.
                            Dividiamo ora gli strumenti di marketing tradizionale
                         da quelli web. Oggi ci concentriamo sul primo dei due.

                            Far parlare di sé con gli eventi
                             Fare marketing per lo Studio vuol dire far parlare di
                         sé, farsi conoscere e far conoscere le proprie competenze
                         e la propria esperienza. Come si fa a far parlare del pro-
                         prio Studio? Innanzitutto distinguendosi dai concor-
                         renti, quindi con tutto ciò che può colpire l’interesse e la
Fare marketing con gli   curiosità del pubblico. Rientrano in queste attività l’orga-
eventi                   nizzazione di eventi di vario genere, di cui lo Studio si
                         rende sponsor o promotore: eventi culturali, eventi con
                         scopo di solidarietà, eventi sportivi. Vi sono Studi, per
                         esempio, che sostengono iniziative sociali, che attribuisco-

                                         42
no borse di studio, oppure che accolgono stagisti. Per gli
                        studi di dimensioni maggiori, anche le attività di media
                        relations possono avere un senso, in quanto portano a co-
                        noscenza dei media le operazioni più importanti (deal) se-
                        guite dagli Studi come consulenti.

                           Farsi conoscere con il public speaking
                            Altre iniziative con scopo marketing sono le attività di-
Fare marketing con il   rette a farsi conoscere da nuovi potenziali clienti. Rientra-
public speaking         no tra queste attività l’organizzazione di attività formati-
                        ve tenute presso lo Studio, oppure come relatori per enti
                        di formazione. In entrambi i casi il public speaking
                        rappresenterà un formidabile strumento di marketing per
                        dimostrare le proprie competenze e colpire con la propria
                        professionalità e capacità comunicativa.
                           Tra le iniziative dedicate alla formazione e al public
                        speaking, rientrano anche le attività formative organizza-
                        te dallo Studio presso i propri clienti in occasione di rifor-
                        me, per esempio. Qui lo Studio lavorerà sulla fidelizzazio-
                        ne dei clienti già in portafogli.

                           Farsi conoscere con gli articoli
                           Sempre nell’ottica di farsi conoscere da nuovi clienti
Fare marketing con
                        rientrano tutte le attività autorali, in cui i professionisti
l‘attività autorale
                        dello Studio si propongono come autori di articoli per ma-
                        gazine, quotidiani, riviste. Anche l’essere autore di libri
                        tecnico-giuridici può rappresentare un volano importante
                        per il marketing, soprattutto perché “farà immagine”.
                          Dunque, per riassumere, le attività “tradizionali” di
                        marketing sono:

                                        43
a)  Eventi sponsorizzati, organizzati, sostenuti dallo
                              Studio
                                 b) Attività come relatori in corsi di formazione dello
                              Studio, presso lo Studio, per società terze, presso i clienti;
                                  c)   Attività autorali per magazine, riviste, quotidiani,
                              libri.

                                 Il network come strumento di business
                                  Restano poi le sempre valide attività di PR, public rela-
Attività di networking e PR
                              tion, attraverso la frequentazione degli ambienti “giusti”
                              quali Associazioni di categoria, Circoli, Club, ma anche
                              attività ancora più amene come aperitivi, feste, cene, inau-
                              gurazioni.
                                   Infine, creare e mantenere sempre vivo un nutrito net-
                              work di contatti e conoscenze è sempre una fonte impor-
                              tante di business. Un tempo i must erano rappresentati
                              dal direttore di banca, dall’assicuratore, dai professionisti
                              complementari alla propria attività (avvocati, commercia-
                              listi, notai, consulenti del lavoro); ora a questi potrebbero
                              essersi aggiunte altre figure; in ogni caso, i contatti inter-
                              personali sono e resteranno sempre fondamentali.
                                 La prossima puntata sarà dedicata ai nuovi strumenti
                              di marketing e quindi al web.
                                  Vi lascio ora con questa innografia che riassume gli
                              strumenti principali.

                                              44
45
C A P I T O L O 10

           Utilizzare il web per fare
           marketing nello Studio
                 professionale
                    Dal Blog 22.08.2014

                    Eccoci alla puntata dedicata al web marketing della no-
                    stra Guida breve al marketing per lo studio professionale.
                       In questo Blog abbiamo sotto diversi profili esplorato
                    la Rete alla ricerca degli strumenti utili alla professione.
                    Oggi faremo un focus sugli strumenti web utili alla pro-
                    mozione dell’attività professionale.
                        La prima domanda a cui abbiamo più volte dato rispo-
Web e professione
                    sta affermativa è se il web può essere davvero un utile luo-
                    go di promozione dell’attività per un avvocato, un com-
                    mercialista, un notaio, un consulente del lavoro.
                       Abbiamo visto nella Guida pratica al sito Inter-
                    net dello Studio professionale l’importanza di avere
                    un sito Internet ben fatto e una presenza sui social net-
                    work.
                       Abbiamo visto come i luoghi tradizionali di incontro e
                    conoscenza siano stati affiancati (e saranno a breve in buo-
                    na parte sostituiti) dalle piazze virtuali sul web, dai gruppi
                    di discussione, i forum, i social media.

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