Gestione del paziente diabetico - iperglicemico critico - Francesco Malci - SIMI

Pagina creata da Giada Proietti
 
CONTINUA A LEGGERE
Gestione del paziente diabetico - iperglicemico critico - Francesco Malci - SIMI
Gestione del paziente
diabetico - iperglicemico critico
          Francesco Malci
Gestione del paziente diabetico - iperglicemico critico - Francesco Malci - SIMI
Guidelines for the Definition of Intensivits and the Practice of Critical Care
                      Medicine. Crit Care Med 1992; 20. 540-2.

Il Comitato per le Linee Guida della Società Americana di Terapia Intensiva
definisce “critico” il paziente che presenta le seguenti caratteristiche:

 Instabilità emodinamica
 Insufficienza respiratoria con o senza necessità di
  ventilazione meccanica
 Insulto neurologico acuto ed ipertensione endocranica
 Insufficienza renale acuta
 Disordini endocrini e/o metabolici minacciosi per la vita
 Overdose, reazioni avverse ai farmaci ed intossicazioni
 Disordini della coagulazione
 Infezioni gravi
 Gravi turbe nutrizionali che richiedono un supporto
  nutrizionale.
Gestione del paziente diabetico - iperglicemico critico - Francesco Malci - SIMI
Paziente Critico IPERGLICEMICO

Paziente Critico      Iperglicemico
                     180 (200) mg/dl,
                   persistente, a digiuno
Gestione del paziente diabetico - iperglicemico critico - Francesco Malci - SIMI
EVENTO ACUTO MEDICO
                 CHIRURGICO

                  STRESS

                            AUMENTO DEGLI
AUMENTATA ATTIVITA’
                               ORMONI
  DEL SIMPATICO
                          CONTROREGOLATORI
   Catecolamine
                               Cortisolo

       INIBIZIONE DELLA
                               RIDOTTA SENSIBILITA’
          SECREZIONE
                                   INSULINICA
          INSULINICA
Gestione del paziente diabetico - iperglicemico critico - Francesco Malci - SIMI
Aumento degli ormoni dello stress:
           gluconeogenesi, catabolismo, lipolisi
                 Terapia corticosteroidea
                   Nutrizione artificiale
                 Riduzione attività fisica

MALATTIA               Modificato da: Inzucchi SE.
                    Management of hyperglycemia in the   IPERGLICEMIA
 ACUTA                        hospital setting.
                     N Engl J Med 2006; 355:1903-11

                         Stress ossidativo
                     Disfunzione endoteliale
              Potenzia ischemia cardiaca e cerebrale
              Soppressione del sistema immunitario
             Aumento dei fattori dell’infiammazione
                       Stato pro-coagulativo
Gestione del paziente diabetico - iperglicemico critico - Francesco Malci - SIMI
IPERGLICEMIA IN CORSO DI RICOVERO OSPEDALIERO

    IPERGLICEMIA IN
PAZIENTE NON DIABETICO
      “DA STRESS”
                                                            IPERGLICEMIA IN
                                                          PAZIENTE DIABETICO
                                                          NON DIAGNOSTICATO

                              IPERGLICEMIA IN
                         PAZIENTE DIABETICO NOTO

    A qualunque gruppo appartenga l’iperglicemia durante è sempre
   un fattore prognostico sfavorevole e come tale deve essere trattata
   L’HbA1c durante il ricovero può aiutare nella diagnosi differenziale
      Glicemia variabile HbA1c elevata: diabete non noto ma già presente
      prima del ricovero glicemia elevata e HbA1c normale: iperglicemia
      da stress
Gestione del paziente diabetico - iperglicemico critico - Francesco Malci - SIMI
“Iperglicemia da stress”
Il passato

È una risposta adattativa utile per la sopravvivenza
Una iperglicemia moderata ma persistente è di beneficio nel
promuovere l’uptake di glucosio non insulino-dipendente nei
tessuti.
L’iperglicemia moderata previene il danno cerebrale da
ipoglicemia
Una glicemia di 160-200 mg/dl era raccomandata per evitare
l’iperosmolarità

                                     Mizock B A Am. J. Med. 98:75–84, 1995
Gestione del paziente diabetico - iperglicemico critico - Francesco Malci - SIMI
Insulino-resistenza e                                  Citochine, AT-II, endotelina-1,
                                                                VEGF, TGFβ, Ipossia
       patologia acuta
                                                                     > GLUT-1 e GLUT-3
                                                               in differenti tipi cellulari
                                                               (endotelio, neuroni, astrociti,
        Via                            Via
     metabolica                   accrescimento                epitelio alveolare e cell. musc.
                                                               lisce vascolari)

                                                                Sovraccarico cellulare di
                                                                       glucosio
                                                                        Pekala P et al J Biol Chem 265:18051–18054, 1990
                                                                       Shikhman AR et al J Immunol 167:7001–7008, 2001
                                                       Quinn LA, and McCumbee WD J Cell Physiol 177:94–102, 1998 Clerici
                                                                    C and Matthay MA J Appl Physiol 88:1890–1896, 2000
Vanhorebeek I, Curr Opin Crit Care 2005; 11: 304-11.                 Sanchez-Alvarez J et al Neurochem. 89:703–714, 2004
   Van den Berghe GJ Clin Invest 2004; 114:1187-95.
Gestione del paziente diabetico - iperglicemico critico - Francesco Malci - SIMI
Insulino-resistenza
          e patologia acuta
                                          l’aumentata captazione di glucosio a
l’infusione di INSULINA promuove
                                          livello del miocardio (e del muscolo
                                          scheletrico), con conseguente maggiore
                                          refrattarietà del miocardio all’ischemia,
                                          un aumento dell’ossidazione del
                                          glucosio, maggiore offerta di supporto
                                          metabolico alle aree non ischemiche durante
      Via
   metabolica
                               Via
                          accrescimento   successivi episodi ischemici, e un’azione
                                          globalmente anabolica che contrasta il
                                          catabolismo del paziente in acuto.
                                          una riduzione della produzione di
                                          trombossano A2 piastrinico ed effetti
                                          favorevoli sulla produzione di ossido
                                          nitrico e la funzione endoteliale, con
                                          conseguente riduzione del rischio di
                                          trombosi, e un’azione antinfiammatoria
                                          mediata dall’aumentata produzione di ossido
                                          nitrico
Gestione del paziente diabetico - iperglicemico critico - Francesco Malci - SIMI
Effetti metabolici dell’insulina nel pz critico

• Effetto ipoglicemizzante
• Migliora la dislipidemia
• Effetti anabolici
• Effetti anti-infiammatori
• Previene la disfunzione endoteliale e
  l’ipercoagulabilità
• Effetti anti-apoptosici
…ricapitolando

L’iperglicemia, indipendentemente dalla causa che
          la provoca, peggiora la prognosi
                 del paziente critico

    Il trattamento insulinico intensivo riduce
   mortalità e morbilità del pz diabetico critico
  grazie al suo effetto ipoglicemizzante e ad altri
                  effetti metabolici
Ritieni che l’iperglicemia all’ingresso
                         in reparto di un paziente
        ricoverato in urgenza sia da trattare subito? (n=660)

  100                         1.    Sempre, perché peggiora la prognosi
   90      80,6               2.    Solo nei diabetici noti, non nella iperglicemia da
   80                               stress
   70
   60                         3.    Si può attendere il giorno seguente e trattarla, se
   50                               non scende spontaneamente
%
   40
   30
   20               10,1      7,3
   10                                          0,2           0,4            1,4
    0
            1        2         3               4           multipla         NK
                                    Risposta
Questionario – Q4 (%)

             Nel caso di ricovero di un paziente ‘critico’ con iperglicemia,
                             a quali valori di glicemia
            si decide per l’inizio di una terapia insulinica ev.? (n=660)

    100
    90
    80
    70
    60
    50
%
             38,5
    40
                                                           29,5
    30
    20                                   17,6
                           13,8
    10
                                                                        0,2         0,4
     0
          > 180 mg/dl   > 200 mg/dl   > 250 mg/dl     > 300 mg/dl   > 500 mg/dl     NK
                                                Risposta
Questionario – Q5 (%)

      Nel caso di ricovero di un paziente ‘critico’ con
   iperglicemia e qualora si decida di trattarlo con terapia
   insulinica, qual è la procedura comunemente seguita?
                            (n=660)

                     1.   Si somministra insulina ev. in base al valore della glicemia
                     2.   Si inizia infusione ev. di insulina secondo un algoritmo
 100
                          (protocollo) condiviso
  90                 3.   Si somministra insulina sc. secondo lo schema basal-bolus
  80                 4.   Si monitorizza la glicemia nelle ore successive prima di
  70                      decidere una strategia di intervento
                     5.   Si consulta in ogni caso il diabetologo
  60
                     6.   Viene consultato il diabetologo solo in situazioni particolarmente
% 50                      critiche
              37,4
  40
                     28
  30
  20   14,2                                                       16,9
  10                           2,1                    1,1                         3,9
                                                0,3
   0
        1      2     3          4               5     6         multipla         NK
                                     Risposta
                                                            Progetto Trialogue (analisi 26/06/2011)
Insulina in infusione dove…… a chi…………

                                                      ?
La terapia infusionale e.v. trova una sua precisa
indicazione nell’ambito dei reparti di terapia intensiva,
ma anche nei reparti di degenza ordinaria - medici e
chirurgici – dove questo tipo di approccio terapeutico è
necessario nel paziente che non si alimenta per os e
nel paziente critico in generale.

                                                            6
indicazioni principali alla TERAPIA INSULINICA EV
Cheto-acidosi diabetica e allo scompenso iper-osmolare
periodo peri-operatorio
interventi di cardiochirurgia
trapianto d’organo
shock cardiogeno
terapia steroidea ad alte dosi
necessità di definizione della dose insulinica totale prima dell’inizio
della terapia insulinica s.c.;
paziente critico in reparto di degenza ordinario
paziente in Nutrizione Artificiale Totale.
INDICAZIONI                     INDICAZIONI
 ASSOLUTE                         RELATIVE

 CHETOACIDOSI DIABETICA E       ASSISTENZA PERIOPERATORIA IN
   COMA IPEROSMOLARE                GENERALE (TRAPIANTI)

                                   IPERGLICEMIA IN CORSO DI
RICOVERO IN UNITA’ DI TERAPIA     TERAPIA STEROIDEA AD ALTI
         INTENSIVA                         DOSAGGI

  INFARTO DEL MIOCARDIO E                  PARTO
     SHOCK CARDIOGENO

                                   NUTRIZIONE ENTERALE,
    POST OPERATORIO IN           PARENTERALE ED INSTABILITA’
     CARDIOCHIRURGIA                    METABOLICA

                                            ICTUS
ma……..

Quali target glicemici adottare?

                                   ?
Pazienti critici: raccomandazioni
                  AACE/ADA Consensus Statement

La terapia insulinica deve essere iniziata per il trattamento di
una persistente glicemia >180mg/dl.

Una volta iniziata la terapia insulinica, deve essere mantenuto
un target glicemico tra 140 e 180 mg/dl

La terapia insulinica infusionale è la scelta     migliore per
mantenere questi obiettivi glicemici.

E’ necessario utilizzare protocolli di infusione validati, e il
monitoraggio glicemico deve essere frequente
Gli obiettivi glicemici
Gli obiettivi glicemici durante un ricovero ospedaliero possono essere
differenziati in funzione delle diverse situazioni cliniche:
• Pazienti in situazione critica, ricoverati in Terapia Intensiva, medica o
chirurgica: valori glicemici                      , in funzione del rischio stimato di
ipoglicemia.       (Livello della prova II, Forza della raccomandazione B)

In pazienti critici e/o che non si alimentano per os, nel periodo perioperatorio
e in situazioni di grave instabilità metabolica, la terapia insulinica deve essere
effettuata in                                    , applicando algoritmi basati su
frequenti controlli dei valori glicemici e validati nel contesto di applicazione.
(Livello della prova VI, Forza della raccomandazione B)
ma …..…

    quale protocollo di infusione insulinica?

                                                ?
Considerando che…….
I risultati di vari studi hanno stimolato una revisione critica del problema
suggerendo un cambiamento radicale nella valutazione dell’importanza
di migliorare il compenso glicemico durante l’ospedalizzazione dei
pazienti, in particolare nel contesto delle situazioni critiche con l’utilizzo
di insulina per via endovenosa.

Esistono numerosi protocolli di infusione di insulina, ma
sono pochi quelli che si propongono come obiettivo una
glicemia normale o appena superiore a gestione totalmente
infermieristica e validati su pazienti non chirurgici.

                                                                                 5
Variabilità nella risposta nei vari studi

Differenze protocolli di terapia intensiva ev.
Target glicemici diversi
Popolazione dei pazienti
Metodi di monitoraggio glicemico
Criteri aggiustamento glicemico
Inerzia degli operatori ….
Terapia insulinica intensiva:
    Una Review di 12 Protocolli

                 Wilson M et al. Diabetes Care 2007;30:1005
La scelta ………………

Particolarmente interessanti sembrano i più recenti
algoritmi dinamici, che prevedono la determinazione
della dose insulinica non solamente sulla base dei valori
glicemici assoluti, ma anche dell’andamento glicemico,
cioè della direzione e della velocità delle modificazioni
glicemiche.

Molto promettente pare anche la possibilità di gestire gli
algoritmi insulinici utilizzando i sistemi di monitoraggio
continuo sottocutaneo del glucosio .
SCHEMI di TERAPIA INSULINICA
                    soluzione            Target      UI/h
 Markowitz        100 UI Insulina       80 - 180   4 schemi
  (Trence)        In Fis 100
                  (1UI/1ml)
   Leuven         50 UI insulina        80- 110    1- 4
                  In Fis 50 (1UI/1ml)
    Yale          50 UI insulina        110-140    0.5-25
                  In Fis 50 (1UI/1ml)
  Portland        125 UI insulina       100-150    0.5-8
                  In Fis 250
                  (1UI/2ml)
   Digami         80 UI insulina        125-180    0.5->>
                  500 ml Gluc
Van den Bergh     50 UI insulina        80-110     2-4
                  In Fis 50 (1UI/1ml)
Praticamente………
Non si può attendere la consulenza diabetologica per iniziare
terapia insulinica in un paziente critico.

La terapia ipoglicemizzante orale va sospesa ed iniziata terapia insulinica
infusionale (in pompa siringa).

Utilizzare algoritmi semplici e sicuri di trattamento condivisi e gestiti dagli
infermieri.

Le dosi di insulina al bisogno andrebbero evitate (slide scale ).

Graduale riduzione dei valori glicemici, evitando ipoglicemie ed iperglicemie.

Occorre un periodo di training del personale ed un lavoro in collaborazione
stretta per migliorare l’outcome dei pazienti critici con iperglicemia.
Praticamente………
Quello che è certo è che per assicurare una implementazione sicura ed
efficace è necessario che il protocollo sia condiviso tra i componenti del
team sanitario attraverso un adeguato momento formativo e di
addestramento e soprattutto importante che:

1) venga indicato quando iniziare la terapia insulinica e.v, la
quantità di glucosio da somministrare e la dose o l’algoritmo
di insulina iniziale;
2) vengano eseguiti controlli della glicemia ogni ora fino al
conseguimento di un valore glicemico corrispondente
all’obiettivo prefissato, quindi ogni 2 ore;
3) la velocità di infusione insulinica venga modificata
prontamente sulla base delle esigenze del paziente.
Quale insulina?

Nella terapia con insulina endovenosa (e.v.) per infusione
continua viene utilizzata insulina regolare.
Anche analoghi rapidi possono essere utilizzati con
attenzione:
insulina Glulisina che non può essere miscelata con
glucosata e sol. Ringer., stabile a concentrazioni 1U/ml per
48 ore,
Lispro e Aspart possono esser miscelate con soluzione
sodio cloruro al 0,9% e destrosio 5%. Lispro stabile a
concentrazioni da 0,1 a 1U/ml per 48 ore e Aspart 0,05 a
1U/ml 24 ore.
Protocollo di infusione di insulina
                                                                                                  YALE modificato
Stop all’infusione se glicemia a 50 mg/dl iniettare 25 gr. di glucosio,
controllo delle glicemie ogni 15 minuti sino a 100 mg/dl e dopo 1 ora
CONCENTRAZIONE
Controllare   la glicemia
                       1U diogni
                              insulina
                                 ora fino
                                        regolare/ml:
                                           a stabilizzazione
                                                        50 U in
                                                              (3 rilevazioni
                                                                 50 ml fisiologica
                                                                             a target)
                                                                                    in
riprende infusione al 50% della velocità precedente.
pompa siringa.
Passare  a ogni 2 ore e a stabilizzazione dopo 12-24 ore controllare
Glicemie
Non validotra
Istruzioni   per50
            sulle    e 74 mg/dl
                  glicemie
                   variazioni        trattare
                             >500mg/dl
                                di velocita   di se  sintomatico
                                          ed emergenze
                                                  infusioni         conalle
                                                           metaboliche.:
                                                            in base      infusione  di
                                                                            variazioni
Target4-120-160
ogni    ore        mg/dl
glucosio  come
Cheto-acidosi
glicemiche      e sopra.
             orarie        Se asintomatico , infondere 10-15 gr. di glucosio o
                   coma iper-osmolare
Bolo iniziale
Tornare  al controllo
               : glicemia
                        intensivo
                            iniziale:100
                                   ogni ora(es.
                                             in caso
                                                388:100=3,88
                                                      di scarso arrotondate
                                                                 controllo     a 4 U)
succo di frutta 200 ml e controllare la glicemia ogni 15-30 min. e se
Iniziaavelocità
(non    target) ed’infusione
                    variazioni adelle
                                 4 U/ora
                                      condizioni cliniche e terapeutiche
glicemia >100 mg dopo 1 ora riprende infusione al 75% della velocità
precedete.
Modifica della velocità di infusione (∆)= cambio di velocità di infusione
e dipende dalla VELOCITA’ DI INFUSIONE U/h in corso

Determinare la velocità di cambiamento oraria della glicemia (positivo o
negativo) rispetto alla glicemia precedente:
Glicemia attuale - glicemia precedente / il tempo trascorso tra la
rilevazione precedente a l’attuale
Es. Glicemia attuale 170 mg, glicemia 2 ore precedenti 200 mg
(170-200=-30 -30:2= -15 mg/dl ora)
Inizio Infusione : Algoritmo 1 di inizio e 2-3-4 a seguire in caso di
                                         controlloglicemico………………………….(80-180mg/dl
                                       Passaggio      glicemico
                                                      all’algoritmo nonsuperiore
                                                                           soddisfacente
                                                                                     se la glicemia è superiore al range
Infusione di insulina protocollo di
                                      Obiettivo
                                      LA Subito
                                       eSospende
                                           non    algoritmo
                                                scende
                                            VEELOCITA       in 1 2ora
                                                                   in caso
                                                                    indi
                                                            D’INFUSIONE
                                                       infusione             di
                                                                         almeno
                                                                       caso  di intervento
                                                                                    60 mg%
                                                                              INIZIALE
                                                                                 glicemia    < di  cardiochirurgia,
                                                                                           unità/ora
                                                                                                a 70  dipende dalla
                                                                                                      mg%
                                         trapianti,
                                        Passaggio
                                      glicemia
                                        Trattare
                                      Infondere        terapia
                                                         partenzacorticosteriodea
                                                   ladiall’algoritmo
                                                        ipoglicemia
                                                       insulina   con   inferiore
                                                                     e dalla
                                                                       epompa scelta
                                                                          riprende       adglicemia
                                                                                            aalti
                                                                                    sel’infusione
                                                                                         la       dosaggi
                                                                                       dell’algoritmo
                                                                                 siringa      1 U/ml dopo  e2 terapia
                                                                                                      scende     >100 mg
                                                                                                              glicemie > di% o
                                         insulinica
                                      Esotto   il rangea domicilio
                                                            stabilito >80   U alla 5%-10%
      MarKovitz- modificato

                                        70  mg%
                                          contemporaneamente
                                                  Sospendere             glucosio
                                                                   infusione                      o nutrizione
                                                                                      ripresa della               NPT-NE
                                                                                                       alimentazione
La transizione ……………………………………

Le maggiori criticità segnalate nel passaggio dalla terapia
insulinica infusiva a quella sottocutanea riguardano il Timing,
ovvero il tempo in cui eseguire lo shift tra le due modalità di
terapia insulinica, gli schemi di terapia insulinica da scegliere
( tipi di insulina e quantità), i target glicemici pre- e
postprandiali da raggiungere, il tipo di alimentazione (per
os, enterale) ovvero la quantità totale in nutrienti e in
carboidrati che deve essere associato al cambiamento della
modalità di somministrazione insulinica.
Subcutaneous insulin therapy: conversion protocol
Timing

Dopo interventi di cardiochirurgia i pazienti dovrebbero essere mantenuti in
infusione continua di insulina ≥ 3 giorni postoperatori

Precauzioni nel passaggio precoce al protocollo di conversione per:
• Gravità dell’intervento
• DM tipo 1
• Valori pressori,
• Terapia con steroidi
• Controllo valori glicemici
• Dose di insulina richiesta
The Transitio n from In sulin In fu sio ns to Lo ng -Term
               Diabetes Therap y: The Argum ent fo r In sulin Analo gs Susan

                                       S. Bra ith wa ite , MD

          SeminThoracCardiovascSurg18:366-378©2006Elsevier

Dopo cardiochirurgia è un errore medico prescrivere una sliding scale insulin (cioè
“insulina secondo stik”) nel trasferimento dalla terapia insulinica ev a quella sc
L’uso di uno schema tipo basal-prandial – correction con analoghi dell’insulina
costituisce un regime di transizione consigliabile in pazienti con iperglicemia dopo
interventi di cardiochirurgia…va iniziato prima dell’interruzione della terapia insulinica
ev, in associazione ad un programma di monitoraggio glicemico.
Gli analoghi long acting (glargine, detemir) rispetto all’insulina protamina Hagedorm
(NPH) riducono le ipoglicemie.
    Gli analoghi ultrarapidi rispetto all’insulna regolare, riducono le ipoglicemie e
migliorano il controllo postprandiale
Sospendere l’infusione di insulina 1-2 ore dopo la somministrazione della prima dose
di insulina sottocutanea
Transizione dalla terapia endovenosa
       alla terapia sottocutanea nella fase postcritica
Superata la fase critica, quando il paziente è stabile e il fabbisogno insulinico
abbastanza costante, può essere programmato il passaggio dalla terapia
insulinica endovenosa a quella sottocutanea. Per effettuare tale passaggio è
necessario:
- calcolare il fabbisogno giornaliero da somministrare per via s.c.
   sulla base del fabbisogno endovenoso nelle ultime 6-8 (es. se la dose
   media nelle ultime 6 ore è stata di 1,5 UI/H, la dose totale nelle 24 ore sarà
   di 1,5x24=36 UI);

- utilizzare il 60-80% della dose totale così calcolata , tenendo
   presente i possibili fattori che possono ridurre il fabbisogno (es.
   miglioramento del processo di base, sospensione dei corticosteroidi, ecc.)
   o aumentarlo (infezioni in atto, uso di corticosteroide, nutrizione enterale,
   parenterale ecc.);

- distribuire la dose così calcolata in base al tipo di alimentazione:
Protocollo di transizione : l’effetto rebound
Timing : la maggior parte degli autori concorda sulla scelta dello shift in
occasione del        miglioramento clinico del paziente e dell’inizio
dell’alimentazione per os o enterale. Un possibile inconveniente è, descritto da
Goldberg nel 2004 dopo presentazione dello Yale infusion insulin protocol.

Tale effetto comporta una salita dei valori glicemici (con target
100-139 mg/ dl di glucosio mantenuti durante l’infusione) a livelli glicemici
200 +- 70 mg/dl nelle 12 ore successive la sospensione dell’infusione.
E’ possibile ovviare all’effetto rebound con l’inizio della terapia con insulina
sottocute due ore prima della sospensione dell’infusione .

A taleproposito:
    l’ADA 2006 consiglia insulina s.c. 2-3 ore prima di sospendere l’infusione e.v. di insulina,
   il Protocollo DDD consiglia una prima dose di glargine somministrata due ore prima del pasto
serale.
   La Joslin Clinic (Guideline 2007) consiglia, due ore prima di interrompere l’infusione di insulina,
di iniziare il trattamento normoglicemizzante alternativo.
Transizione dalla terapia endovenosa alla terapia
         sottocutanea nella fase postcritica

• se il paziente non si alimenta per OS (SNG, nutrizione
  enterale, parenterale), somministrare la dose calcolata
  come basale.

• - se il paziente si alimenta per OS (3 pasti), somministrare
  il 50% della dose calcolata come basale e il 50% come boli
  prandiali.
PROTOCOLLO
Di DESIO

                                         Fase 2 Calcolo delle dose di insulina
  Fase 1- Passaggio dalla               sottocute sulle ultime 12 ore, eliminando
  terapia infusiva ev alla terapia      la riduzione del 20%, moltiplicata per 2.
  insulinica sottocute secondo le
  indicazioni di Bode (quantità di                                         Boli ai 3
  insulina infusa nelle ultime 6      50% basale
  ore ridotta del 20%)                                               pasti principali

     Prima dose di basale somministrata due ore prima del pasto serale e
       Interruzione dell’infusione di insulina in corrispondenza della cena
           Dal giorno successivo alla glargine praticata alle ore 14.00
La Nutrizione Artificiale nel paziente diabetico

           Nutrizione enterale

           Nutrizione parenterale

           Nutrizione mista
MODALITA’ DI SOMMINISTRAZIONE DELLA N.A.

                     Funzione intestinale

         Adeguata                              Insufficiente

         Enterale                               Parenterale

30 gg          15 gg

SNG o SND           Stomia         Via periferica       Via centrale
Nutrizione enterale nel paziente diabetico

Per la NE nel diabetico, l’utilizzo di diete-formula patologia
specifiche, è associato ad un migliore equilibrio glico-
metabolico rispetto a quello ottenibile con diete-formula
standard.

L’utilizzo di diete-formula patologia specifiche, infatti, si
associa a:
           minore incremento della glicemia postprandiale
           più basso picco glicemico
Nutrizione enterale nel paziente diabetico

La miscela nutrizionale può essere somministrata con le
seguenti modalità:
Nutrizione enterale in boli
Nutrizione enterale ciclica o notturna
Nutrizione enterale continua

Per la somministrazione della miscela nutrizionale,
indipendentemente dalla modalità utilizzata, ci si
dovrebbe sempre servire di una pompa nutrizionale in
modo da ridurre al minimo i rischi delle oscillazioni
glicemiche.
Nutrizione Enterale         Terapia                   Controlli glicemici
Intermittente = + volte                               Prime e 2 ore dopo la
al giorno in parti uguali in Basal - bolus            NE con aggiustamenti
20-30 minuti                                          graduali

                            Insulina intermedia +/-
                            rapida all’inizio NE

                            Premiscelate
Notturna in 10-12 ore                                 Inizio NE e al termine
                            Analogo lento
                            (detemir)

                            Basale o analogo
                            lento 1-2 volte al        2 volte al giorno
Continua                    giorno + /- rapida        (Mattino e sera )
                            all’inizio NE
Nutrizione parenterale nel paziente diabetico

Nutrienti:
  CHO (glucosio): iniziare con 150-200 g/die e poi
  progressivamente

  (+ 50 g/die) arrivare a regime (4-5 g/kg/die).

  LIPIDI: 1-1,5 g/kg/die
  PROTEINE: 0,8-1,2 g/kg/die o più se paziente
  ipercatabolico.
Nutrizione parenterale e terapia insulinica

Il fabbisogno insulinico va stabilito in funzione delle
caratteristiche cliniche e glico-metaboliche del soggetto.
I pazienti diabetici sottoposti a NP possono facilmente
andare incontro ad iperglicemia: è opportuno adeguare le
dosi di insulina piuttosto che ridurre l’apporto nutrizionale.
E’ sconsigliabile la manomissione delle sacche del
commercio e comunque eventuali aggiunte alla sacca
vanno seguite in condizioni di asepsi.
Nutrizione parenterale e terapia insulinica

E’ consigliabile, almeno inizialmente, infondere insulina
pronta     umana e.v. attraverso una pompa-siringa
separata dalla sacca diluendo 50 U.I. di tale insulina in
49,5 mL di soluzione salina.
Si può iniziare con 0,1 U.I. di insulina per g di glucosio
infuso o 0,15 U.I se la glicemia è > 150 mg/dL.
In soggetti obesi con diabete tipo 2 possono essere
necessarie 0,2 U.I. di insulina per g di glucosio infuso.
In diabetici di tipo 1 magri possono essere necessarie 0,5
U.I. di insulina per g di glucosio infuso.
Se nelle 24 ore le glicemie fossero > 140 mg/dL possono
essere fatti aggiustamenti incrementando la dose di
insulina che si infonde di 0,05 U.I. per g di glucosio infuso.
Nutrizione parenterale e terapia insulinica

Nel paziente in NP stabilizzato che utilizza pompa peristaltica
per le 24 h può essere utilizzato un analogo a lunga durata di
azione sottocute.

Eventuali iperglicemie occasionali possono essere corrette con
analoghi ad azione rapida sottocute.
La dimissione : le evidenze
Numerosi studi della letteratura scientifica medica hanno
dimostrato Importanza di mantenere un buon controllo
glicemico anche a distanza da un evento acuto cerebro
vascolare , cardiaco o dopo un interventi di chirurgia
maggiore.
Nei paziente con IMA acuto il DIGAMI 1 consigliava una
terapia insulinica multiiniettiva sottocutanea per almeno 3
mesi dall’IMA. Nel DIGAMI 2 il controllo glicemico a lungo
termine nel post infarto risultava essere un importante
predittore prognostico .
Questo importante ruolo di predittore prognostico del
controllo glicemico dopo l’evento acuto risulta anche dagli
studi nel post stroke e post interventi di chirurgia maggiore .
Alla dimissione: per DM tipo 2 precedentemente
            trattato con ipoglicemizzanti orali:

  Se il controllo glicemico prima del ricovero era scarso:
    pianificare una terapia insulina per la dimissione.

Se il controllo glicemico prima del ricovero era buono, può
essere considerato un ritorno alla terapia ipoglicemizzante
               orale in base allo stato clinico.
Spero che siate tutti
convinti che trattare
   l’iperglicemia nel
 paziente critico sia
      come Monica

Fa bene al       !!!!!!

     Grazie
Nutrizione enterale e terapia insulinica

Se si utilizza uno schema di somministrazione
intermittente che preveda la suddivisione della quantità
totale di miscela in porzioni uguali da somministrare più
volte al giorno in 20-30 minuti, può essere utilizzato uno
schema insulinico con boli ripetuti o del tipo basal-bolus.
Le dosi andrebbero calcolate controllando la glicemia
prima dell’inizio della NE e due ore dopo il suo termine e
aggiustate gradatamente.
Nutrizione enterale e terapia insulinica

In caso di NE ciclica o notturna che preveda un tempo di 10-12
ore, può essere utilizzata insulina ad azione intermedia con una
piccola dose di insulina rapida al momento dell’inizio della
somministrazione della NE. In alternativa possono essere utilizzati
analoghi lenti di durata intermedia o anche insuline premiscelate.
Nutrizione enterale e terapia insulinica

Se le miscele per NE vengono somministrate in continuo -
modalità questa più vantaggiosa ed efficace in quanto
riduce la velocità di riempimento gastrico- può essere
utilizzata insulina basale due volte al giorno eventualmente
associata a una piccola dose di pronta all’inizio della NE.
In alternativa può essere utilizzato anche un analogo a
lunga durata d’azione., da somministrare 1 o 2 volte al
giorno
Iperglicemia: un nuovo fattore di rischio
            durante infarto del miocardio

                 Iperglicemia durante IMA

         Alterazione del                  Aumentata incidenza del
Precondizionamento ischemico               fenomeno “no-reflow”

                                                                      Aritmie e
              Alterata efficienza metabolica del miocardio dovuta a
                 aumento degli FFA come risorsa energetica
                                                                      QT lungo

                     Aumento dimensioni dell’IMA

                            Disfunzione del VS
                                                    Ceriello A. EHJ 2005; 26:328-331
La terapia dell’iperglicemia nei pazienti ricoverati
         è efficiente in termini di costo?

         svantaggi                     vantaggi

 Aumento impegno orario    Migliori esiti clinici
  di medici e paramedici    Riduzione durata
 Aumento costi              degenza ospedaliera
  laboratoristici,           (LOS)
  strumentali,servizi       Riduzione delle complicanze
  associati                 Riduzione di nuovi ricoveri
La terapia dell’iperglicemia nei pazienti ricoverati è
                 efficiente in termini di costo?

Studio prospettico non                      1600 paz trattati con terapia
   randomizzato della durata di 17            insulinica intensiva in ICU
   anni su 4864 paz. diabetici                medica era associato ad un
   sottoposti a cardiochirurgia, la           risparmio totale di 1580 USD
   terapia insulinica intensiva ev            a paz.
   a target, ha ridotto del 66% le
   infezioni sternali profonde,
   risultando un risparmio netto
   totale di 4638 USD a paz.
Endocr Pract. 2004 Mar-Apr;10 Suppl 2:21-
   33.
Effect of hyperglycemia and continuous
    intravenous insulin infusions on        Chest. 2006 Mar;129(3):644-50.
    outcomes of cardiac surgical            Cost analysis of intensive glycemic
    procedures: the Portland Diabetic          control in critically ill adult patients.
    Project.                                Krinsley JS, Jones RL.
 Furnary AP, Wu Y, Bookin SO.
Nutrizione enterale nel paziente diabetico

Fra le diverse diete-formula patologia specifiche per il diabete
   attualmente disponibili, sembra più opportuno utilizzare quelle:

              a più elevato contenuto di MUFA; a
              più basso contenuto di SFA;
              a ridotto e modificato apporto di CHO (basso Indice
              Glicemico);
              con fruttosio;
              ricche di fibre e di FOS.
Nutrizione enterale e terapia insulinica

Il trattamento insulinico deve essere scelto in relazione
alle modalità di somministrazione della NE.
La dose iniziale di insulina, nel paziente trattato in
precedenza con altra modalità e stabilizzato dal punto
di vista dell’andamento glicemico, può essere calcolata
considerando almeno la media della quantità di insulina
somministrata nei due giorni precedenti.
Puoi anche leggere