FIF ANNUAL RAVENNA 31 OTTOBRE 2020

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FIF ANNUAL RAVENNA 31 OTTOBRE 2020
FIF ANNUAL
            RAVENNA 31 OTTOBRE 2020
        DIFFERENZE FRA PESCE CONSERVATO E PESCE
          FRESCO DA ALLEVAMENTO O DA PESCATO?
                RISCHI DA CONTAMINANTI
          CONTENUTO DI OMEGA3 E ALTRI NUTRIENTI

Dott Marco Neri: Comitato scientifico Federazione Italiana Fitness
                Segreteria Associazione Italiana Fitness e Medicina
                già Docente Master Universitario Nutraceutica
                 Comitato scientifico Farmacisti per la nutrizione
FIF ANNUAL RAVENNA 31 OTTOBRE 2020
Certamente il pesce deve essere uno degli alimenti
   cardine per una alimentazione sana
   Non a caso anche nelle linee guida della dieta
   mediterranea il pesce ha una prevalenza sulla carne.
   L’indicazione è verso il pesce di piccola taglia, cioè il
   pesce azzurro
   Storicamente civiltà
come quella greca e
Romana avevano un
sapiente bilanciamento
fra uso di carne e pesce;
soprattutto la civiltà romana attingeva a piene mani sia
   all’allevamento che alla salatura per la conservazione
   del pesce
FIF ANNUAL RAVENNA 31 OTTOBRE 2020
Pesce Pescato e pesce da allevamento
  L’allevamento può essere fatto con pesci di acqua dolce
  o salata. Se svolto in vasche può anche provenire dal
  mare, ma è depurata e filtrata.

. Per gli allevamenti
    in acqua marina ci sono
    particolari standard di
    riferimento per le acque
    da utilizzare
   Subito la depurazione, risulta essenzialmente acqua
   salata e poco di più. A quest’acqua viene aggiunto poi
   il nutrimento per i pesci, tramite mangimi o piccoli
   crostacei che assumo caratteristiche diverse secondo il
   tipo di pesce che si desidera allevare
FIF ANNUAL RAVENNA 31 OTTOBRE 2020
Il pesce cresce e vive anche in cattività, ma ci sono
in molti casi differenze spiccate in termine di
colorazione del manto che di pezzatura (alcune
specie crescono meno in allevamento; per altre la
differenza è meno significativa.
Alcuni organismi marini, come i polpi e seppie in
cattività non si riproducono.
Tra i pesci il cui allevamento è più comune
troviamo il salmone, la carpa,il pangasio (in oriente)
e poi le orate, i branzini (o spigole), naturalmente
le trote, e i gamberi.
Sulle etichette dei prodotti c’è sempre scritto se il
pesce è pescato, e dove, o se è allevato.
FIF ANNUAL RAVENNA 31 OTTOBRE 2020
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I pesci sono animali a sangue freddo, mediamente in
  grado di resistere anche a basse temperature, ma il loro
  metabolismo rallenta quanto l’acqua è più fredda.
  Quindi in un’acqua troppo
  fredda cresceranno meno;
  ecco perché nell’ allevamento
  il controllo delle temperature
  è fondamentale

Ovviamente ci sono anche allevamenti fatti direttamente in
 acqua marina (che deve sottostare ad indagini
 periodiche di purezza) ed in questo caso le
 problematiche sono diverse
L’acqua di mare,è di fatto un BIOMA. Al suo
interno si trovano organismi di vario genere; si
tratta di un sistema vitale molto complesso
che ancora oggi chi alleva pesce in acqua
depurata non è riuscito a riprodurre in pieno.
Ovviamente questo comporta che se l’acqua
del mare in cui vive il pesce ha subito delle
fonti di inquinamento queste vanno a
ripercuotersi sulla carne dei pesci.
 Affronteremo dopo questo argomento
Nel pesce di allevamento altra grossa difficoltà è
l’alimentazione; infatti prima di arrivare ai
mangimi, destinati agli esemplari già adulti. Per
il novellame si usano i ROTIFERI, forme di vita
animale micoscopica che viene allevata
appositamente.
Nella fase intermedia di crescita si usano poi le
ARTEMIE, cioè piccolissimi gamberetti
Nel caso di importazione può essere importante
conoscere la nazione d’origine perché consente
di scegliere i pesci allevati nell’Unione europea,
dove le norme sono molto restrittive.
Un maggiore controllo va fatto sui prodotti
importati da Vietnam, Cina o Indonesia, dove le
specie da acquacoltura potrebbero essere state
nutrite anche con antibiotici, che in Europa non
sono permessi.
I prodotti della pesca, soprattutto da paesi extra
UE, vengono prelevati in zone marine non
sempre ben definite e corrono il rischio di essere
trasportati in condizioni igieniche non idonee e a
temperature non adeguate.
Ma ci sono differenze nutrizionali fra pescato e
allevato?:
Secondo i dati dell’Istituto nazionale di ricerca per gli
alimenti e la nutrizione (Inran). Proteine, vitamine e
altri valori sono praticamente uguali. Quello che si
evidenzia di più, nel pesce da allevamento, è una
minore presenza di Omega 3 e maggiore di Omega 6.
Minore la presenza di alcuni minerali
Quello che cambia è il sapore, meno marcato rispetto
al pescato, e la consistenza delle carni (meno
compatte); in alcune specie ci sono anche una quota
calorica maggiore dovuto ad una piccola differenza in
più sui grassi
I LIVELLI DI MERCURIO
Nei pesce di allevamento i livelli di mercurio e
altri metalli pesanti è molto basso mentre nel
pescato è più elevato, soprattutto in rapporto al
tipo di pesce.
la quantità di mercurio presente in un
pesce è direttamente proporzionale alle sue
dimensioni: la sostanza viene assorbita dai
batteri che a loro volta sono assorbiti dalle
alghe; i pesci più piccoli mangiano le alghe e i
predatori si cibano dei pesci contaminati e delle
alghe stesse facendo però di fatto un effetto di
deposito nel tempo e nei vari tessuti
I dati dell’EFSA sul consumo di pesce
rassicurano che , anche in presenza di contenuti
di mercurio elevati l’uso occasionale difficilmente
diventa tossico
Ovvio che si deve fare di tutto affinché le fonti di
inquinamento si possano ridurre .
Il problema è infatti l’accumulo e per questo
motivo occorre spingere il consumo verso quella
tipologia di pesce che risulta molto meno colpito
da questo tipo di inquinamento
L’EFSA ha quindi emanato una serie di linee
guida per consentire l’apporto di Omega 3 nella
dieta e contemporaneamente limitare
l’introduzione di mercurio
Per i più piccoli, i bambini e le donne in età fertile, i
   benefici del consumo di pesce dovrebbero essere
   soddisfatti aumentando il consumo di specie a basso
   contenuto di metilmercurio
   (catione organometallico molto tossico e
   accumulabile facilmente nell'ambiente)
   Per proteggere il feto dagli effetti avversi sullo
   sviluppo neurologico del metilmercurio, le donne in
   età fertile non devono superare il TWI (dosi
   settimanali tollerabili).
   4 µg (microgrammo) x
Kg di peso corporeo (1,3 x
Il metilmercurio (esempio x
70 kg = 280 µg x settimana
consumare circa 225-340 grammi di pesce a
settimana (due o tre porzioni);
evitare pesci con possibile elevato contenuto di
mercurio (squalo, sgombro reale e pesce spada,
tonno bianco e rosso) ossia pesci predatori;
prediligere il consumo di pesci meno contaminati
(sardine, sgombri, branzini, orate, sogliole, trote)
ossia pesci di taglia più piccola non carnivori.
Tabella 1. Contaminanti chimici dei prodotti ittici
Tipo di contaminazione     Contaminante
Ambientale                 Metalli pesanti
                           Diossine
                           Pesticidi
                           PCB
Endogena                   Ittiotossine
Da processo                Aldeide formica
                           IPA (trattamenti
                  termici impropri, affumicatura)
                           Residui di farmaci
Alimento             BE     DK     FI   FR     DE     HE   IR    IT   NL     NO   PT    SE UK   Media

Latte e derivati     0,88 2,66                 1,15                                       1,61 1,57
Grassi e oli              0,14                 0,86                                       0,56 0,52
Frutta e vegetali         4,27          24,4   22,9                   7,35                2,03 12,2
Cereali e prodotti
                            4,06        8,15* 9,21                    2,94                4,34 5,74
da forno
Carne e Frattaglie        1,40                 11,4      2,94                0,63    1,47 3,56
Pesce                17,7 6,72 43,4 19,1       19,6 31,6 6,44 60,2 1,33 23,4 91,7 19 7,00 26,7
Molluschi bivalvi,
cefalopodi e         0,83               1,06   0,12 4,62 0,21                5,04 5,6           2,50
crostacei
Uova                        0,21               1,17                                      0,14 0,51
Dolciumi                                       0,35                               2,73   1,33 1,47
Sale e spezie                           3,44   0,14                   0,63                    1,4
Bevande                     5,11        2,83   2,52                                      2,59 3,26
Cibi pronti                                                                              0,07 0,07
Cibi composti                                                         0,28                    0,28
Totale               19,4 24,5 43,4 59         69     36   9,6   60   12,6 28     101 19 21   38,7

  MERCURIO intake settimanale(µg/settimana)
  da parte della popolazione adulta media
  1 µg (microgrammo) = 0,001 mg
Per tutelare i consumatori, con il Regolamento
(CE) n. 1881/2006 l’Europa ha fissato i limiti di
mercurio consentiti nei prodotti della pesca a 0,5
mg/kg per i pesci e muscolo di pesce, e 1
mg/kg per lo squalo, pesce spada, tonno, rana
pescatrice, storione
Tipologia di alimento                Valore medio di metilmercurio (µg/kg)

Pesce spada                          1212

Luccio                               394

Aragosta                             302

Tonno                                290

Orata                                225

Branzino                             202

Lofiformi (Rana pescatrice)          195

Scorfano                             189

Carne di pesce                       166

Persico                              165

Spigola                              152

Nasello                              136

Sgombro                              107

Merluzzo/gadiformi                   94

Coregone (salmonide d’acqua dolce)   85

Sogliola                             76

Platessa                             64
Carpa           55

Calamaro        46

Aringa          36

Gambero         35

Salmone/trota   33

Calamari        23

Acciughe        17

Sardine         13

Ostriche        12

Vongole         9

Capasanta       3

Gamberetti      1
I pesci con un maggiore livello sono quelli della
categoria degli Squali (palombo, verdesca, smeriglio),
il pesce spada e i tonni di grandi dimensioni come
quello rosso (usato per fare il sushi).
Poca concentrazione,
 invece, per il tonno in
 scatola e quello fresco
 del mercato, generalmente
 della specie pinne gialle
 (di piccola taglia), in cui i valori
di metilmercurio appaiono sempre ampiamente entro i
limiti di legge.
La FDA fa cita anche allo sgombro, «ma menziona
una specie che può arrivare anche a 14 chili ed è del
tutto diversa da quella che si consuma in Italia
Istamina
L’intossicazione da pesci appartenenti alla famiglia
degli sgombroidi a causa dell’accumulo di alti livelli di
istamina e strettamente correlata a fenomeni di
deterioramento.
I pesci coinvolti appartengono a specie molto comuni
quali tonno, maccarello, sardine, alici, ecc.
Tali pesci sono molto ricchi di l’istidina che viene
trasformata in istamina dalla flora gram negativa.
Quando la temperatura di conservazione è bassa, il
livello di istamina formato rimane basso ; ma quando
la temperatura supera i 15 °C i livelli di istamina
prodotti superano i 100 mg per 100 g di prodotto e
possono causare i sintomi di una reazione allergica
Vermi nematodi della famiglia Anisakidae
L’anisakiasi è dovuta a forme larvali di nematodi
ascaridoidei appartenenti ai generi Anisakis e
Pseudoterranova.
Vivono nello stomaco di mammiferi marini (ospiti
definitivi) e producono uova che eliminate con le feci
liberano larve di secondo stadio che, ingerite da varie
specie di crostacei, si sviluppano in larve.
Pesci e cefalopodi si infettano ingerendo crostacei
parassitati
L’uomo si inserisce in questo ciclo biologico, come
ospite accidentale, infettandosi con le larve vive presenti
sui visceri e/o nella muscolatura dei pesci, nella quale
migrano qualche ora dopo la morte dell’ospite.
Nel Mediterraneo su oltre 15.000 esemplari
esaminati appartenenti a 99 specie di 47
famiglie, le larve di 3° stadio dei nematodi della
famiglia Anisakidae sono state osservate in 31
specie con una prevalenze dal 1,3 al 100% e
con un’intensità di infezione da 1 a oltre 300
larve per esemplare
Lepidopus caudatus         pesce sciabola    100
Trachurus trachurus        suro               95
Micromesistius poutassou   melù               95
Merlangius merlangius      molo               76
Scomber japonicus          lanzardo           75
Scomber scombus            sgombro            71
Conger conger              gronco             44
Merluccius merluccius      nasello            40
Boops boops                boga               35
Zeus faber                 pesce S. Pietro    33
Lophius piscatorius        rana pescatrice    32
Todarodes sagittatus       totano             22
Trachinus dracho           tracina            21
Phycis phycis              musdea             20
Trisopterus minutus        busbana            19
Engraulis encrasicolus     alice              17
Diplodus annularis         sparaglione        16
Trigla lyra                gallinella         16
Pagellus erytrinus         pagello            10
Mullus barbatus            triglia            10
Mugil cefalus              cefalo              9
Cepola rubescens           cepola              9
Sardina pilchardus         sardina             1
Per la profilassi bisogna procedere ad una
pronta eviscerazione dei pesci e molluschi dopo
la pesca per evitare che le larve presenti migrino
nei tessuti muscolari
Le larve possono essere devitalizzate mediante
congelamento a -20 °C per almeno 24 ore o
mediante trattamento termico ad almeno 60 °C
per 10’.
Chiaramente questi valori devono riguardare la
parte interna del pesce per cui i protocolli
variano in relazione alla specie e alla taglia del
pesce.
Il mantenimento in ghiaccio del pescato ritarda la
migrazione delle larve. Bisogna inoltre evitare il
consumo di pesce crudo o poco cotto.
In 1 minuto a 75 °C o oltre, si disattivano le larve
eventualmente presenti nei muscoli, è importante che
questa temperatura sia raggiunta nel cuore del filetto.
Le temperature dei congelatori domestici non sono
sempre in grado di disattivare le larve.
Ad una temperatura di –20 °C sono necessari almeno
2 giorni per devitalizzare le larve.
L’affumicatura e la marinatura non sono in grado di
devitalizzare con sicurezza le larve di anisakidi.
La salagione secca, se il sale è in grado di
raggiungere tutte le parti del muscolo devitalizza il
parassita
IL PESCE SURGELATO è quindi un ottimo modo per
essere sicuri dell’assenza di Anisakis, ma anche sotto il
profilo nutrizionale i valori sono praticamente identici a
quelli del pesce fresco.
Tutto risiede nel processo
 di surgelazione che deve
 essere il più veloce
 possibile (spesso fatto
 direttamente sulle navi)
Il processo di SURGELAZIONE è veloce ,in questo
modo i cristalli di ghiaccio all’interno delle cellule hanno
dimensioni ridotte ed è meno traumatico per le cellule,
Nella fase di scongelamento il liquido che si perde risulta
inferiore. Le temperature iniziali vanno da -40 a – 80°
per poi stabilizzarsi a -18
Quanto detto sul mantenimento dei valori nutrizionali è
valido soprattutto per i pesci surgelati come tali; fra
questi filetti di merluzzo nordico, di nasello, di orata o
branzino che nella maggior parte dei casi non
contengono additivi come si vede leggendo le
etichette.
Poi ci sono i pesci trasformati come anelli di
totano, code di gambero e preparati misti per
antipasti, risotto o zuppa di pesce che invece
necessitano di antiossidanti e conservanti .
Ancora diverso è quando si acquistano i bastoncini di
pesce impanati (dove il pesce rappresenta circa il 50%
e la tipologia e parte del pesce utilizzata non sono
sempre chiare),
Gli anelli di Totano, i crostacei e i filetti di pangasio
   contengono in genere stabilizzanti, siglati con E450,
   E451 ed E452 (fosfati e polifosfati) dichiarati in
   etichetta.
   Si tratta di additivi
autorizzati che aiutano a
mantenere un aspetto
fresco grazie alla capacità
di “catturare” l’acqua.
   Altre sostanze utilizzate sono gli antiossidanti:
   ascorbato di sodio (E301), acido citrico (E330) e citrati
   (E331). Si tratta di additivi privi di effetti negativi per la
   salute ma comunque da dichiarare in etichetta.
PESCE CONGELATO
Differente la semplice congelazione dove il processo
di raffreddamento è più lento , solitamente a
temperatura fissa (intorno a -18°) e i cristalli di
ghiaccio che si formano sono di dimensioni maggiori.
Questo provoca la rottura di un numero maggiore di
pareti cellulari e il liquido che si forma in fase di
rinvenimento è maggiore.
La carne al palato è meno consistente.
Se si congela pesce fresco va subito pulito in acqua
corrente ed eviscerato: è buona abitudine tagliare
anche la testa e la coda. Quindi bisogna asciugarlo
bene con un panno e riporlo in contenitori di alluminio
o plastica in modo che non penetri umidità, aria, odori
o acqua.
Vanno bene anche i sacchetti di plastica per alimenti
purché siano chiusi bene, eliminando il più possibile
l’aria all’interno (se si dispone di una macchina per
sottovuoto si conserveranno più a lungo). Infine
andranno messi in freezer a una temperatura di meno
18 gradi.
Il congelato è consigliabile consumarlo entro tre mesi.
 Oltre tale periodo il pesce subisce una forte
alterazione del sapore, mentre dopo sei mesi si
consiglia di sostituirlo con alimenti più freschi.
Come per il pesce surgelato, una volta scongelato è
sconsigliato ricongelarlo.
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