È di nuovo emergenza Cancro e Covid-19: cosa rischiamo, cosa cambiare - Istituto Oncologico Romagnolo

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È di nuovo emergenza Cancro e Covid-19: cosa rischiamo, cosa cambiare - Istituto Oncologico Romagnolo
Dir. resp. Paolo Grillandi
                       Red. via A. Costa 28 - FORLÌ
                       tel. 0543 35929

125
dicembre 2020

È di nuovo emergenza
Cancro e Covid-19: cosa rischiamo, cosa cambiare
                                                      in questo numero
                                                      Crisi della scienza:
                                                      cambiamo mentalità
                                                      Intervista al prof. Luigi Cavanna

                                                      L’immunoterapia:
                                                      un continente di speranze
                                                      L’opinione del prof. Alberto Mantovani

                                                      Prodigy: nuove armi
                                                      contro i tumori
                                                      La donazione IOR per le cure IRST

                                                      Be Kind Project: più
                                                      umanità nella Chirurgia
                                                      Il crowdfunding per i pazienti operati

                                                      Verso una Romagna
                                                      sempre più integrata
                                                      Il punto del dott. Tiziano Carradori

                                                      Dalle sedi IOR
                                                      Cesena: la bellezza oltre l’apparenza
                                                      Faenza: prevenzione 3.0
                                                      Forlì: in memoria di Martino
                                                      Imola – Massa Lombarda: Mani di Donna
                                                      Lugo: la sagra da asporto
                                                      Meldola: l’accompagnamento si amplia
                                                      Ravenna: Nozze d’Oro
                                                      Riccione: ricordi dalla Grande Mela
                                                      Rimini: Compagnia e Ascolto
                                                      Santarcangelo: l’opinione del Sindaco
È di nuovo emergenza Cancro e Covid-19: cosa rischiamo, cosa cambiare - Istituto Oncologico Romagnolo
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                                 indirizzo a informatore@ior-romagna.it oppure telefona
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                                 INDICE              3 Editoriale                                   SEDI IOR
                                                                                                    -----------------------------------------------------------------
                                                    4 “Anima e Coraggio”: i volontari IOR           Forlì
                                                                                                    via Costa 28
                                                      tornano a abbracciarsi                        telefono 0543 35929
                                                                                                    info@ior-romagna.it
                                                     6 Garantire continuità, nel segno del Prof     Meldola c/o IRST
                                                                                                    via Maroncelli 40
                                                    8 Verso una Romagna sempre più integrata        telefono 0543 739110
                                                                                                    meldola@ior-romagna.it
                                                                                                    Cesena
                                                    9 L’immunoterapia: un nuovo continente          via Montalti 48
                                                      ricco di speranza                             telefono 0547 24616
www.ior-romagna.it                                                                                  cesena@ior-romagna.it
                                                   10 Prodigy: la ricerca affila le armi            Ravenna
                                                                                                    via Salara 36/38
                                                      contro i tumori                               telefono 0544 34299
                                                                                                    ravenna@ior-romagna.it
                                                   11    Terapie cellulari in Romagna:              Faenza
                                                         una sfida da vincere                       via Tolosano 6/b
                                                                                                    telefono 0546 661505
Organo Ufficiale                                                                                    faenza@ior-romagna.it
dell’Istituto Oncologico                           12 Crisi della scienza: dobbiamo
Romagnolo                                                                                           Imola
                                                      cambiare la nostra mentalità                  via Emilia 34
Lo scopo di questo
magazine è quello di tenervi                                                                        telefono 0542 011600
aggiornati sullo stato
                                                   14 “Be Kind Project”: per una                    imola@ior-romagna.it
dell’arte della lotta contro
il cancro, specialmente                                                                             Lugo
in Romagna. Una lotta
                                                      chirurgia più “gentile”                       via Tellarini 96
portata avanti da medici,
ricercatori, volontari ma                                                                           telefono 0545 32033
anche semplici persone:                            16    Prof. Ercolani: “Un primo bilancio         lugo@ior-romagna.it
persone come voi, con una
storia che vale la pena di                               della borsa di studio del dott. Solaini”   Massa Lombarda
raccontare e condividere                                                                            c.so Veneto 24
                                                                                                    telefono 0545 296251
Direttore responsabile
Paolo Grillandi
                                                   18 Medicina e chirurgia in Romagna:              massalombarda@ior-romagna.it
Comunicazione - Ufficio Stampa                        una svolta epocale                            Rimini
p.grillandi@ior-romagna.it
                                                                                                    viale Matteotti 43/A
Marketing e pubblicità
Luca Nadiani                                       20 “A Natale vinci per aiutare”: la Lotteria     telefono 0541 29822
Responsabile fundraising                                                                            rimini@ior-romagna.it
l.nadiani@ior-romagna.it                              IOR arriva su tutta la Romagna
ior@pec.ior-forli.it
                                                                                                    Riccione
                                                                                                    c.so f.lli Cervi 172
Impaginazione grafica                              21    CIA-Conad e IOR: dal 1985                  telefono 0541 606060
Lisa Camporesi
                                                         una sinergia che fa la differenza          riccione@ior-romagna.it
Ufficio centrale                                                                                    Santarcangelo
Istituto Oncologico Romagnolo
Forlì - via A. Costa 28                                                                             p.zza Gramsci 7
tel. 0543 35929                                          Dalle sedi IOR                             telefono 0541 623946
fax 0543 21467                                                                                      santarcangelo@ior-romagna.it
info@ior-romagna.it                                22    Cesena
                                                   23    Faenza
                                                   24    Forlì
                                                   25    Imola-Massa Lombarda
                                                   26    Lugo
                                                   27    Meldola
                                                   28    Ravenna
                                                   29    Riccione
                                                   30    Rimini
                                                   31    Santarcangelo
È di nuovo emergenza Cancro e Covid-19: cosa rischiamo, cosa cambiare - Istituto Oncologico Romagnolo
3
                                                                                          Editoriale

LA RISPOSTA PIÙ BELLA
ALL’EMERGENZA
                                                                         Cari amiche e amici volontari,
                                                                         voglio ringraziarvi uno a uno, nome e cognome, per la bellezza
                                                                         che siete stati in occasione della Commemorazione dei Defunti
                                                                         2020. Avete detto un “sì” forte di partecipazione e gratuità, siete
                                                                         stati una presenza bella e accogliente per tutta la comunità
                                                                         davanti ai cimiteri della Romagna. Una scelta che questa volta
                                                                         aveva dentro un motivo grande: non si fa il volontario in questi
                                                                         tempi per routine ma solo se si crede davvero in una causa di
                                                                         speranza e di amore.
Fabrizio Miserocchi Direttore Generale IOR
SEDE DI CESENA: Renzo Altieri, Alfiero Antolini, Bruna Baldazzi, Graziana Miriam Barducci, Paola Baruzzi, Claudia Benedetti, Gastone Benini, Carmen Benvenuti, Grazia
Biavati, Graziella Biserna, Flora Borghetti, Domenico Campanini, Donatella Chiesa, Giovanna Delli Muti, Morena Fabbri, Laura Faedi, Ornella Foschi, Teresa Francesconi,
Rina Giacobbi, Marzia Magnani, Maria Augusta Mazzotti, Manuela Montesi, Robertina Mordenti, Mara Moro, Massimo Muratori, Isora Nini, Iliana Pagliarani, Rosanna
Pagliarani, Laura Pasini, Rossana Penso, Luciana Perazzini, Sabrina Pistocchi, Maria Teresa Polverelli, Monica Polverelli, Iolanda Poni, Paola Quadrelli, Vannia Ricci,
Adriana Rocchi, Maurizia Rocchi, Piera Rocchi, Giuseppe Rosati, Claudia Rossi, Edoardo Rossi, Guerrina Sacchetti, Marinella Sacchini, Luigi Salizzato, Marina Lella
Severi, Paola Succi, Rosanna Vangelisti, Daniela Vincenzi, Cristina Zanni, Ketty Zecchinel, Maurizia Zoffoli.
SEDE DI FAENZA: Loredana Altini, Sofia Argnani, Barbara Bandini, Vittorio Bandini, Rita Baracani, Antonio Bartolozzi, Raffaella Bendini, Rosa Berardi, Giovanni Bertini,
Natalina Betti, Anna Maria Bornazzini, Ilenia Carmonini, Ennio Casadio, Mariella Casadio, Daniele Cazzari, Rosa Cenni, Virginia Francesconi, Chiara Fregnani, Giorgio
Galassi, Paolo Gamberini, Barbara Mambelli, Laura Mambelli, Francesco Mambelli, Lamberto Medri, Loredana Mercanti, Mario Montanari, Teresa Montefiori, Laura
Monti, Luisa Monti, Roberto Montuschi, Paola Neri, Angela Nonni, Franca Pasi, Romana Pedoni, Nives Pirazzoli, Leda Poggiali, Ivana Poli, Anna Rosa Ponti, Maria
Predolini, Barbara Rambelli, Daniela Rossi, Gabriella Spada, Daniela Tabarroni, Fosca Violani.
SEDE DI FORLÌ: Chiara Aroni, Paola Bandini, Anna Barchi, Irene Baruzzi, Stefano Bedei, Marisa Bertaccini, Mara Billi, Mauro Billi, Carla Bonavita, Vittorio Borghini,
Maria Buonguerrieri, Anna Cafaggi, Giuliana Camporesi, Anna Cangini, Donatella Caroli, Elena Casadei, Elisabetta Casadei, Iole Cavalli, Bruna Cimatti, Tiziana
Compagnoni, Novella Conficoni, Mario Favali, Cristina Ferrigno, Loredana Fiammenghi, Cristiana Folignoli, Giacomo Fregnani, Fabio Gagliani, Maria Teresa Gandolfi,
Egidio Gardini, Emanuela Gasperini, Renzo Gasperoni, Giorgio Giuliani, Ombretta Giunchi, Claudia Lazzarini, Giovanni Magnani, Solidea Mazzini, Luviana Meazza,
Gilberto Mengozzi, Walter Mengozzi, Valeria Milanesi, Elena Paradisi, Sabrina Parisi, Miria Patuelli, Alessia Perniola, Michele Perniola, Milena Prati, Maria Ranieri,
Rosalba Rossi, Gerardo Sandullo, Stefano Savelli, Marco Savorelli, Silvia Scavone, Bruna Tesei, Martina Valbonesi, Valeria Valentini, Claudio Vallicelli, Sestilia Venturi,
Pia Versari, Erika Zoli, Fioreria “Il Mughetto”, Fiorista “Bucaneve”, Fiorista “Copif”.
SEDE DI LUGO: Fernanda Alvisi, Maria Luisa Baldini, Renzo Bertuzzi, Daniela Grazia, Noemi Montanari, Ateo Preti, Luana Sasdelli, Rosa Toschi, Gina Zappi, “Venieri
Piante” di Benito e Guerrina Venieri, CRAI di Mosconi Ornella, Farmacia Camanzi, Fioreria “Il Glicine” di Stefania Gulminelli, Parrucchiera Malpezzi Cosetta, Piante e
Fiori “Il Pensiero” di Tiziana Cestari, Tabaccheria Centrale di Berardi Ottavia, Tabaccheria di Chersoni Rosanna, Tabaccheria Manaresi di Valeria e Francesco Manaresi.
SEDE DI MASSA LOMBARDA: Piero Ancarani, Giuseppe Benedetti, Carla Bianchi, Marco Cerfogli, Alberto Gaudenzi, Primo Grandi, Silvia Marani, Rossella Melandri,
Francesca Monti, Antonia Morsiani Cassani, Pasquale Negrini, Roberto Pagani, Giuseppe Pasotti, Annalisa Preti, Deanna Roccati, Enza Scognamiglio, Angela Venturini.
SEDE DI RAVENNA: Ercole Barca, Alessandra Beneventi, Valentina Bezzi, Eugenio Bianchi, Sonia Bianchi, Dina Caravita, Maria Teresa Chiarelli, Vania Costantini,
Giuseppe Di Stefano, Sonia Farina, Mascia Frisoni, Paola Lontani, Claudia Medri, Claudia Menghi, Marina Miglietti, Anna Minelli, Martina Molinari, Francesco Mondo,
Lorenzo Pagiaro, Monica Poggiali, Gisella Ravaglia, Rosetta Renzi, Keti Rossini, Novella Sacchetti, Maria Scigliano, Iolanda Spacca, Rossella Spada, Eugenia Toschi,
Fiori e Piante Bottaini, Garden Emilfiori, Merendi Fiori.
SEDE DI RICCIONE: Paola Acquaviva, Marina Antonelli, Giuliana Battarra, Metilde Benzi, Anisca Berlini, Giancarlo Bertuccini, Eugenio Binotti, Agostino e Manola
Casadei, Ivan Cecchini, Giuliano Cesaroni, Piero e Rosanna Cevoli, Giacomo Delprete, Rosa Maria Fabbri, Elso Fedeli, Giuseppina Ferri, Tea Fontemaggi, Livio Gostoli,
Valentina Grillanda, Stefania Grossi, Sergio Innocenti, Gisela Kruse, Solideo Lenti, Marisa Maioli, Ilva Melotti, Maria Parrella, Silvana Protti, Vincenzo e Luisa Romagnoli,
Annette Sijbrands, Rachele Spagnoli, Alessandra Talacci, Gabriella Tamagnini, Eleonora Tamburini, Giuseppe Tirincanti, Rita Tombari, Brunella Tommineri, Guido Tonini,
Cinzia Urbinati, Giulio Zerba.
SEDE DI RIMINI: Chiara Biondi, Monica Biotti, Liliana Capitaneo, Michela Casadei, Monica Della Rosa, Rita Fiorini, Mauro Fratti, Ferdinando Garbagnate, Loretta
Gessaroli, Fabio Ghirardi, Luisa Giovagnoli, Gabriella Gobbi, Elisabetta Magnani, Tiziano Mini, Susanna Mondaini, Patrizia Pietrangeli, Flavia Pontoni, Teresa Toma,
Marinella Vecchione, Dolores Zanchetti, Rita Zannoni.
SEDE DI SANTARCANGELO: Claudio Albani, Gino Cantori, Berta Clementi, Marisa Dianori, Antonia Lepri, Rita Lombardi, Catia Moretti, Silvana Morri, Venanzio Nicolini,
Maurizio Romagnoli, Angelo Scataggia, Giorgio Strazzacapa.

Grazie al vostro impegno e alla generosità di tutti i romagnoli, doneremo oltre 103.508 euro alla ricerca
oncologica. Grazie davvero.
										Un caro abbraccio,
										Fabrizio Miserocchi
È di nuovo emergenza Cancro e Covid-19: cosa rischiamo, cosa cambiare - Istituto Oncologico Romagnolo
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                                                                   Eventi

“ANIMA E CORAGGIO”:
I VOLONTARI IOR TORNANO
A ABBRACCIARSI
Tanta commozione, ma anche
altrettanta determinazione a proseguire
la missione che il fondatore, prof.
Dino Amadori, ha iniziato nel 1979
e ha dovuto lasciare a causa della
sua dipartita il 23 febbraio 2020:
se dovessimo riassumere lo spirito
della 33° edizione della “Giornata
dei Volontari IOR”, potrebbero essere
proprio queste le parole più adatte.
Sabato 10 ottobre, a partire dalle 8.30,
il Palacongressi di Rimini ha spalancato
le sue porte alla solidarietà: più di 400
persone, opportunamente distanziate,
hanno risposto a questo grande
appello, che voleva essere anche di
rinascita e di speranza verso quello che
tutti auspicano un ritorno alla normalità   i nostri gesti naturali, come un abbrac-    namente uomini e donne».
sempre più prossimo.                        cio, una stretta di mano, un sorriso.       A seguire è intervenuto colui che ha
Ad aprire i lavori il Direttore Generale    Per noi questo cambiamento è stato          raccolto il testimone del prof. Amadori
IOR, Fabrizio Miserocchi. «Un anno          ancora più forte: siamo rimasti senza       nella carica di Presidente IOR, Domenico
è passato, eppure sembra sia trascor-       la figura di riferimento, una figura che    Scarpellini. «Siamo invitati e stimolati
so un secolo – ha spiegato – la nostra      segnava il passo del nostro percorso        a continuare il percorso tracciato, nel
realtà è profondamente cambiata: ci         professionale umano e affettivo. Il prof.   segno dell’unità e dell’impegno – ha
guardiamo intorno e non riconosciamo        Amadori ha rappresentato qualcosa per       affermato sul palco – ricordandoci
                                            ciascuno di noi: qualcosa da custodi-
                                            re. Ma non si tratta di una mancanza
                                            nostalgica: la traccia delle sue opere è
                                            quantomai viva. Mi sono chiesto spes-
                                            so in questi mesi come ricominciare.
                                            Non possiamo sostituire il carisma e
                                            lo spessore scientifico di Dino Ama-
                                            dori, ma possiamo fare tesoro di quel
                                            che ha realizzato. Noi siamo qui oggi
                                            e siamo insieme, per dimostrare che
                                            è ancora possibile. È una sfida che
                                            dobbiamo accettare, non per semplice
                                            dovere ma per l’obbligo di essere pie-
È di nuovo emergenza Cancro e Covid-19: cosa rischiamo, cosa cambiare - Istituto Oncologico Romagnolo
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                                                                    Eventi

come non esistano pazienti né status
sociali: esistono le persone. Ho avuto
il dono di conoscere e lavorare con
Dino per diversi anni: col suo sorriso, la
sua alta professionalità, la sua umiltà,
era un punto di riferimento per tutti,
pazienti e collaboratori. Sono certo che
ciò che ci ha indicato col suo operato
non si debba interrompere per la
sua scomparsa: l’ossessione per la
lotta contro il cancro deve essere
mantenuta viva. Pochi giorni prima della
partenza per Antigua, poiché di persona
avevo manifestato perplessità per i tanti
impegni da lui assunti, mi telefonò e con
la sua solita delicatezza mi rassicurò e
mi invitò a procedere sulla progressiva
realizzazione del PRIME Center, terza        come tutti gli altri: la Storia, con la S   venzione. La sanità deve tornare cen-
struttura dopo IOR e IRST creata al          maiuscola, spesso ci mette davanti a        trale nelle traiettorie di investimento.
servizio della comunità romagnola            dei bivi che impongono la necessità         Ringrazio ancora lo IOR per questa gior-
tanto cara al Professore. Il suo progetto    di ripensare, investire, curare, proteg-    nata: la sua importanza trascende il luo-
è oggi più che mai vivo in noi, per cui      gere la nostra sanità. Nel dolore della     go dove ci troviamo, in questo caso Ri-
con grande responsabilità ci facciamo        perdita di persone che hanno un posto       mini, ma si estende in tutta la Romagna
promotori di un cambiamento profondo         nel nostro cuore e vite si impone un        e in tutta Italia. Ricordiamoci che sanità
per non cedere al virus dell’indifferenza    cambiamento di un modello di svilup-        e cura sono anche anima, e senza ani-
verso chi soffre».                           po basato sulla visione del territorio      ma non ci sarebbe spinta per la ricer-
Il Sindaco di Rimini, Andrea Gnassi,         come risorsa infinita. Se viviamo me-       ca. Impegniamoci verso abitudini diver-
ha portato il suo saluto da “padrone di      glio nell’ambiente in cui siamo anche le    se che possono e devono trasformarsi in
casa”. «Il prof. Amadori non è lontano,      malattie croniche e invalidanti possono     prospettive migliori per tutti».
è presente, ma soprattutto è attuale –       essere aggredite non solo da un punto       Tanti altri ospiti si sono alternati sul pal-
ha spiegato – questo non è un anno           di vista della cura ma anche della pre-     co del Palacongressi di Rimini nel corso
                                                                                         della mattinata: dal nuovo Direttore Ge-
                                                                                         nerale dell’AUSL Romagna, dott. Tizia-
                                                                                         no Carradori, al Presidente IRST prof.
                                                                                         Renato Balduzzi; dal collegamento in
                                                                                         diretta da Londra col ricercatore di fama
                                                                                         internazionale prof. Alberto Mantovani,
                                                                                         Direttore Scientifico di Humanitas, al
                                                                                         dott. Nestory Masalu che ha inviato
                                                                                         il suo ricordo del prof. Amadori diret-
                                                                                         tamente dal Mwanza Cancer Center in
                                                                                         Tanzania. A chiudere il tutto la simpatia
                                                                                         travolgente di Paolo Cevoli, che da par
                                                                                         suo è intervenuto in maniera dissa-
                                                                                         crante ma anche coinvolgente con al-
                                                                                         cune divertenti storie che raccontano
                                                                                         l’eccellenza e l’unicità del territorio
                                                                                         romagnolo.
È di nuovo emergenza Cancro e Covid-19: cosa rischiamo, cosa cambiare - Istituto Oncologico Romagnolo
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                                                                     Interviste

GARANTIRE CONTINUITÀ,
NEL SEGNO DEL PROF
Intervista al dott. Nestory Masalu
Dott. Masalu, prima di tornare in Tanza-     Il prof. Amadori era però venuto a
nia come Direttore del Dipartimento di       Mwanza già nel 2002 per realizzare,
Oncologia del Bugando Medical Centre         in memoria dell’amico Vittorio Tison,
lei si è formato in Italia grazie al prof.   il Laboratorio di Anatomia Patologi-
Amadori e all’Associazione Vittorio Ti-      ca. Qual era la situazione all’epoca?
son. Cosa ricorda di quel periodo?           A quei tempi facevamo circa 400 esa-
Ho incontrato il prof. Amadori a Forlì       mi istologici annui, ma avendo un solo       giorno, presso un Distretto denomina-
per la prima volta nell’inverno del          operatore che se ne occupava l’attesa        to Bukumbi, fu in grado di identifica-
2004. Fu un periodo complicato:              per i risultati poteva arrivare fino ad un   re 50 donne con cancro alla cervice.
l’oncologia per me era una materia           intero anno: molto spesso i pazienti         I programmi di screening per questo
completamente nuova. In Tanzania             non traevano alcun beneficio da que-         tipo di neoplasia, e per il carcinoma
visitavamo pazienti con masse, ma            sti test, perché morivano prima. Inoltre     mammario, sono ufficialmente iniziati
all’epoca venivano trattati solo tramite     non avevamo un protocollo unico per          nel 2009: se il primo anno visitai 320
intervento chirurgico, in seguito al         questi malati: se ne trovavano in ogni       pazienti, oggi sono circa 5000.
quale venivano dimessi e considerati         reparto, e ciascuno veniva trattato in
                                                                                          Quali insegnamenti le ha lasciato il
guariti. Il prof. Amadori mi diede un        maniera diversa. Così il prof. Amadori
                                                                                          prof. Amadori?
libro da 7000 pagine da studiare,            fece capire l’importanza di avere non
                                                                                          Ricordo perfettamente ciò che mi dis-
dal titolo “I principi dell’Oncologia        solo un Laboratorio di Anatomia Pato-
                                                                                          se un giorno: «Una cosa è essere un
moderna”: grazie a questa formazione         logica ma anche un’Unità Oncologica,
                                                                                          bravo oncologo; un’altra è essere un
capii che i malati di cancro necessitano     che ovviamente non è possibile da re-
                                                                                          bravo Direttore; un’altra ancora è es-
di vari trattamenti dopo l’operazione.       alizzare senza disporre di un oncologo:
                                                                                          sere entrambi». Lui riusciva ad essere
Inizialmente pensavo che avrei voluto        per questo frequentai il corso di spe-
                                                                                          entrambi. Pochi giorni prima di non po-
fare il chirurgo: ma non rimpiango           cializzazione a Ferrara.
                                                                                          terlo più sentire, l’anno scorso, si rac-
affatto la mia scelta.                       Una volta realizzato il Dipartimento,        comandò di essere in grado di sfruttare
                                             come continuò la collaborazione?             le collaborazioni internazionali che ab-
                                             Il prof. Amadori mi aiutò a reperire ri-     biamo attivato e la visibilità di cui gode
                                             sorse sia finanziarie che umane per far      oggigiorno la mia Unità per garantirmi
                                             crescere il reparto: ma ci accorgemmo        le tecnologie più innovative: solo così
                                             che i pazienti giungevano da noi con         potremo essere certi di non restare
                                             patologie già avanzate, curabili se          indietro. Mi chiese inoltre di assicurar-
                                             identificate precocemente. Così deci-        mi che i miei collaboratori capiscano
                                             demmo che fosse importante cambia-           la mia vision così, quando diventerò
                                             re questa dinamica, per fare in modo         vecchio e stanco, ci saranno persone
                                             che i malati arrivassero prima. Insie-       che mi potranno aiutare. Questo è l’in-
                                             me andammo di persona nei villaggi           segnamento che mi ha lasciato e so
                                             circostanti per attivare gli screening.      che se voglio farlo felice, ovunque egli
                                             Ricordo che restai esterrefatto dalle        sia, devo fare in modo che queste cose
                                             capacità del prof. Amadori: in un solo       vengano realizzate.
È di nuovo emergenza Cancro e Covid-19: cosa rischiamo, cosa cambiare - Istituto Oncologico Romagnolo
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                                                     Eventi

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                                              della
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È di nuovo emergenza Cancro e Covid-19: cosa rischiamo, cosa cambiare - Istituto Oncologico Romagnolo
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                                                                        Interviste

VERSO UNA ROMAGNA
SEMPRE PIÙ INTEGRATA
Intervista al dott. Tiziano Carradori,
Direttore Generale AUSL Romagna
Ha avuto un ruolo fondamentale nel pro-       degli anni ’80: ero appena rientrato in
cesso di riordino delle varie AUSL terri-     Romagna per assumere il ruolo di Assi-
toriali in un’unica entità. Cosa manca        stente Medico di Igiene e Organizzazione
per realizzare il sogno del prof. Amadori     dei Servizi Ospedalieri prima, e di Vi-
di realizzare un Comprehensive Cancer         ce-Direttore Sanitario poi, dell’Unità Sa-
Care and Research Network?                    nitaria Locale di Cesena. Non ero molto
La creazione dell’Azienda unica è stata       soddisfatto di quello che trovai, e confi-      gilanza di possibili fenomeni epidemici
formalizzata nel 2013, tuttavia era un        dai le mie preoccupazioni: mi consiglia-        e pandemici. Inizialmente abbiamo pen-
discorso già d’attualità a fine anni ’90,     rono di parlare col prof. Amadori, che al-      sato che questa emergenza avrebbe toc-
quando ero il più giovane dei Direttori       lora era solo dottore. Lo trovai a colloquio    cato persone lontane: ma la globalizza-
Generali che si confrontavano su questa       con uno dei suoi collaboratori più fidati, il   zione non è esclusivamente economica,
possibilità. Ognuno di noi era necessario     dott. Fabio Falcini. Già all’epoca mi stupì     e i virus non conoscono confini. Occorre
ma non sufficiente a garantire i massimi      il suo approccio: individuava elementi          essere preparati. Per chi fa il mio mestie-
standard di presa in carico dei pazienti:     che sapessero coltivare sinergie esterne.       re il Covid-19 ha imposto cambiamenti
uniti nelle nostre differenze avviammo un                                                     significativi: il termine “ridondante”, per
processo che ha avuto varie tappe, come       Che ruolo vede per il volontariato all’in-      esempio. Quando è scoppiata la pande-
la creazione di un laboratorio unico in Ro-   terno delle strutture sanitarie romagnole?      mia ero Direttore Generale dell’Azienda
magna. Forse per alcuni allora eravamo        Ho trascorso parte della mia formazione         Ospedaliero-Universitaria di Ferrara e
dei folli, ma i risultati che abbiamo otte-   nel Canada: là quelli che sono chiamati         fino a due giorni prima, guardando all’or-
nuto sono sotto gli occhi di tutti. Manca     “organismi comunitari” vengono inclusi          ganizzazione di quella struttura, pensavo:
un ultimo step, l’integrazione all’interno    nell’ambito dei processi di programma-          “che spreco di spazi”. Una volta iniziata
di questo quadro dell’IRST: un’eccellenza     zione dei servizi. Sarebbe miope negare         l’emergenza, però, mi sono dovuto ri-
che non può non fare parte dell’organiz-      l’importanza del ruolo che il volontariato      credere e ho benedetto la possibilità di
zazione sanitaria della Romagna.              ricopre nel colmare determinate lacune.         disporre di ampie strutture: ciò che era
                                              Penso che il mondo dell’associazioni-           ridondante prima, non lo è stato più
Che ricordo ha del primo incontro col         smo, in particolare quello che opera con        dopo. Il Covid-19 può insegnarci qualco-
prof. Amadori?                                le Istituzioni votate all’assistenza, con-      sa che dovrà rimanere anche una volta
Ho conosciuto Dino nella seconda metà         corra alla salute dei pazienti, dunque è        circoscritta la pandemia: occorre ripartire
                                              naturale che venga incluso all’interno          dalle cose semplici affinché non vengano
                                              della nostra dialettica.                        disperse. Qual è il metodo migliore per
                                                                                              ridurre la diffusione dell’infezione, se non
                                              La responsabilità sanitaria di un terri-        la pratica quotidiana del disinfettarsi le
                                              torio così ampio rappresenta un compi-          mani e del prendersi cura della propria
                                              to impegnativo, specie in questo perio-         igiene? Insegnamenti su cui Semmelweis
                                              do. Cos’ha cambiato il Covid-19?                ha acceso l’attenzione già a metà del
                                              Già dagli anni ’80 eminenti scienziati          1800: eppure forse li abbiamo dati trop-
                                              avevano richiamato l’attenzione sulla vi-       po presto per scontati.
È di nuovo emergenza Cancro e Covid-19: cosa rischiamo, cosa cambiare - Istituto Oncologico Romagnolo
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                                                                         Interviste

L’IMMUNOTERAPIA: UN NUOVO
CONTINENTE RICCO DI SPERANZA
Intervista al prof. Alberto Mantovani
Al prof. Amadori la legava amicizia, sti-       lelo la maggiore conoscenza delle mole-
ma e amore verso la ricerca. Come per-          cole che rappresentano gli acceleratori e
sistere in un ambito, quello oncologico,        i freni della risposta immunitaria hanno
spesso avaro di risultati?                      aperto la strada ad una terapia che non
Dino Amadori ci ha insegnato che biso-          sostituisce le altre ma le affianca. Stiamo
gna raccogliere le sfide come il cancro.        esplorando un nuovo continente, ricco di
Il nostro paese si sta muovendo bene: la        promesse e speranze. Affrontiamo questo
sopravvivenza dei pazienti oncologici è         viaggio con l’ausilio di strumenti sempre
superiore alla media europea. Penso che         nuovi, come l’intelligenza artificiale. Di       Classe 1948, milanese, il prof. Al-
questo si debba a persone come il prof.         fronte a noi abbiamo ancora grandi sfide,        berto Mantovani è medico e profes-
Amadori, che hanno saputo raccogliere           ma sono fiducioso che non mancheran-             sore emerito di Patologia Generale
la sfida e seminare cultura e ricerca. Da       no i progressi.                                  presso l’Humanitas University. È
scienziato quale era aveva colto in anti-                                                        inoltre Direttore Scientifico dell’Isti-
cipo l’importanza che avrebbe assunto           A proposito di sfide: come vede l’attua-         tuto Clinico Humanitas e Presidente
l’immunologia nel trattamento dei tumo-         le pandemia e quali ripercussioni può            dell’omonima Fondazione.
ri, con grande capacità di visione.             avere sulla lotta contro il cancro?
                                                Citando Socrate, questo virus mi ha ricor-      ricorda l’importanza della responsabilità
Lei è uno dei principali esperti mondia-        dato che a volte la conoscenza parte dal        sociale che gli uomini di scienza hanno
li di immunoterapia. A che punto è la           sapere di non sapere: d’altronde “la na-        nei confronti della comunità e dei pa-
ricerca?                                        tura ama nascondersi”, come diceva Era-         zienti: un tema molto caldo anche oggi.
Il cancro è una malattia causata da alte-       clito. Mi sono trovato in prima linea non       All’epoca siamo stati oggetto di vituperio:
razioni genetiche: negli ultimi anni si sono    solo a fare ricerca contro questo virus, ma     ci accusarono di far parte di una casta
fatti straordinari progressi nell’individuar-   anche a contribuire alla gestione di un’i-      chiusa all’innovazione, mentre al con-
le e comprendere quali siano i migliori         stituzione affinché i pazienti fossero in si-   trario stavamo difendendo gli interessi
trattamenti per contrastarle. I risultati ot-   curezza. Tuttavia ho sempre sottolineato        dei malati. Fu significativo che Dino mi
tenuti dall’immunoterapia sono un lungo         quanto sia importante non dimenticarci          chiese d’essere al suo fianco: era come
sogno che si realizza: già i padri della me-    del cancro: sono molto preoccupato per          se clinica e ricerca si prendessero per
dicina moderna, più di cento anni fa, ne        il milione e mezzo di mammografie non           mano, alleandosi in difesa della cono-
avevano intuito la potenza, dunque esse-        svolte durante la prima parte dell’anno,        scenza. Abbiamo nuotato controcorrente,
re parte attiva della sua affermazione mi       e lo stesso vale per lo screening del co-       arrivando ad affermare come una spe-
riempie di orgoglio. Ricordiamo tuttavia        lon-retto, per i tumori cutanei e così via.     rimentazione clinica non fosse etica in
che prima dell’inizio del nuovo Millennio                                                       quel caso perché non poggiava su alcuna
in questo ambito la ricerca aveva profuso       Nel messaggio di cordoglio per la               base scientifica. A tanti anni di distanza
molti sforzi ma ottenuto quasi altrettanti      scomparsa del prof. Amadori a un cer-           quell’insegnamento è sempre più vivo:
fallimenti. È stato solo quando abbiamo         to punto scrive: “Dino mi volle al suo          d’altronde il pericolo della diffusione
compreso che il cancro non si limita alla       fianco nella trasmissione in cui fu fatto       delle fake news, oggigiorno, è quantomai
cellula tumorale ma è composto anche            esplodere il caso-Di Bella: è stato un          sentito. Serve rispetto: verso i dati scien-
dalla sua nicchia ecologica, di cui fanno       onore essere insultato e dileggiato al          tifici, verso le professionalità, ma soprat-
parte le difese immunitarie, che abbiamo        suo fianco”.                                    tutto verso i pazienti, di cui dobbiamo
cambiato paradigma e svoltato. In paral-        Quanto fatto in quel periodo insieme ci         curare gli interessi.
È di nuovo emergenza Cancro e Covid-19: cosa rischiamo, cosa cambiare - Istituto Oncologico Romagnolo
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                                                                    Ricerca e Innovazione

PRODIGY: LA RICERCA AFFILA
LE ARMI CONTRO I TUMORI
Grazie alle terapie CAR-T, oncologia ed
ematologia stanno scrivendo una nuo-
va pagina nella lotta contro i tumori. Un
approccio che sta cambiando lo scena-
rio della medicina personalizzata e che
vedrà anche l’Istituto Tumori della Ro-
magna tra i protagonisti. La recente ac-
quisizione di una strumentazione all’a-
vanguardia, del valore di circa 200.000
euro, donata dall’Istituto Oncologico
Romagnolo (IOR) all’IRST permet-
terà a ricercatori e clinici di produrre
questo nuovo approccio. Si tratta del        che intervengono sul sistema immuni-           Giovanni Martinelli, speriamo donerà
CliniMACS Prodigy, apparecchiatura           tario che, a causa dei meccanismi di           molto presto nuove e concrete speran-
fondamentale per la manipolazione            adattamento messi in atto dal tumore,          ze ai tanti pazienti che lottano contro
e l’ingegnerizzazione automatizzata          sviluppa tolleranza nei confronti della        il cancro ogni giorno, contribuendo
delle cellule del sistema immunitario,       malattia; inserendo all’interno delle          fattivamente alla realizzazione della
base delle terapie CAR-T.                    cellule T del paziente la risposta anti-       vision del prof. Amadori, convinto che
Il Prodigy è un sofisticatissimo incuba-     tumorale voluta e, successivamente,            questo sia il secolo in cui il tumore
tore che permette, lavorando in totale       infondendole nel paziente si esercita          subirà l’attacco decisivo. Ovviamente
sterilità, non solo di separare ma di        una rinnovata azione di contrasto alla         non ci fermiamo qui: sebbene la fine
espandere e conservare la vitalità dei       neoplasia.                                     del 2020 segni una recrudescenza del-
linfociti, ossia i globuli bianchi respon-   «Il dono di una strumentazione così            la pandemia da COVID-19, la ricerca
sabili della difesa del nostro organismo     innovativa, che potrà permettere un            contro il cancro non può e non deve
dagli attacchi esterni e dalle malattie.     salto di qualità così importante alla          rallentare. Saremo quindi in prima
I linfociti sono così geneticamente mo-      ricerca oncologica condotta in Roma-           linea con nuove iniziative per conti-
dificati per renderli CAR-T, un’arma         gna, è stata la nostra scommessa di            nuare a sostenere IRST e i progetti di
formidabile ed efficace contro molti         Natale 2019 – ha spiegato il Direttore         immunoterapia portati avanti nei suoi
tipi di tumori. I CAR-T sono trattamenti     Generale IOR, Fabrizio Miserocchi –            laboratori: siamo convinti, e i dati del-
                                             non era scontato vincerla, anche alla          la comunità scientifica lo confermano,
                                             luce del valore economico di questo            che questa sia una delle armi più pro-
                                             macchinario. Grazie alla vicinanza di          mettenti che abbiamo per la sconfitta
                                             tantissime persone, e alla sensibili-          del tumore».
                                             tà di aziende amiche tra cui Banca             Le potenzialità terapeutiche di questo
                                             d’Italia, Fondazione Corrado e Bruno           approccio sono enormi e sotto il forte
                                             Maria Zaini e BPER Banca, siamo                impulso e la volontà del Prof. Giovanni
                                             riusciti a dotare l’IRST di Meldola di         Martinelli l’Istituto di Meldola si propo-
                                             uno strumento che, messo nelle mani            ne quale attore per mettere a punto que-
                                             di professionisti che stimiamo guida-          ste nuove terapie avanzate e per la ricer-
                                             ti dalla direzione scientifica del prof.       ca di medicinali e future applicazioni.
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TERAPIE CELLULARI IN ROMAGNA:
UNA SFIDA DA VINCERE
La donazione del CliniMACS Prodigy rappresenta un punto di partenza che può
portare il nostro territorio ad essere in prima linea nello sviluppo di terapie
innovative, nuove armi a disposizione di medici e dei nostri pazienti contro il
cancro. Per questo lo IOR continuerà a sostenere i progetti di ricerca a riguardo:
quando si intraprende una battaglia, non si può lasciare il campo a metà. C’è
ancora tanto da fare, come ci racconta di seguito il Dott. Massimiliano Mazza,
referente della piattaforma “Terapia Cellulare Adottiva CAR-T” afferente all’U-
nità di Immunoterapia, Terapia Cellulare e Biobanca (ITCB) diretta dal Dott. Toni
Ibrahim dell’IRST.
L’avvento dell’immunoterapia e delle         e al miglioramento delle terapie CAR-T.         gnerizzazione genetica a scopo clinico,
terapie cellulari come i CAR-T ha dato       Queste terapie innovative prevedono             come i CAR-T, ma occorreranno ulteriori
nuove speranze nella cura dei pazienti.      l’ingegnerizzazione genetica di cellule         risorse per portare a compimento questo
Neoplasie che non rispondevano più a         immunitarie per consentirgli di ricono-         allestimento e trasferire efficacemente
nessun trattamento si ritrovano oggi vul-    scere il tumore tramite un frammento            i risultati ottenuti al letto del paziente.
nerabili e si sono aggiunte nuove armi       di un anticorpo. Gli anticorpi rappre-          Ci aspettiamo di individuare nuovi anti-
contro il cancro a nostra disposizione. Il   sentano in questo caso la chiave del            corpi terapeutici, generare nuovi vettori
bicchiere però è solo mezzo pieno per-       successo, perché sono loro che media-           per modificare le proprietà delle cellule
ché, a fronte di molti tumori soprattutto    no il riconoscimento, la specificità e le       immunitarie e renderle più efficienti nel
ematologici, per cui possiamo parlare        tossicità della terapia nel paziente.           bersagliare le cellule tumorali o quelle
di remissione completa e controllo del-      Ad oggi solo pochi bersagli sono stati          infettate da virus e realizzare un’infra-
la malattia, ve ne sono molti altri che      identificati: IRST è già all’opera da una       struttura e un processo di manipola-
non riescono ad essere aggrediti con la      parte per implementare alcuni tipi di           zione che consenta di fornire queste
stessa determinazione. Solo oggi stia-       trattamenti per cui è già stata dimostra-
                                                                                             nuove possibilità al più ampio nume-
mo cominciando a capire quali siano          ta efficacia e sicurezza in sperimenta-
                                                                                             ro di pazienti a costi contenuti». Per
i fattori biologici che sottendono alla      zione clinica, dall’altra per trovare nuove
                                                                                             far questo, come sottolinea la Dott.ssa
loro intrinseca resistenza ed eteroge-       specificità per i tumori maligni.
                                                                                             Marcella Tazzari, referente della piat-
neità e queste conoscenze saranno            L’Istituto di Meldola è anche coinvol-
                                                                                             taforma “Vaccini, Terapie Adottive e
fondamentali per disegnare le terapie        to in un progetto internazionale che
                                             mira alla caratterizzazione del siste-          Microambiente Immunitario” dell’ITCB
del futuro. IRST svolge un ruolo di pri-
mo piano in un progetto che coinvolge        ma immunitario dei pazienti Covid ed            IRST, «stiamo generando una piattafor-
le migliori eccellenze a livello nazionale   alla messa a punto di terapie cellulari         ma tecnologica allogenica per lo svilup-
sotto l’egida di Alleanza Contro il Can-     proprio contro questo virus. Tali attività      po da un singolo donatore di centinaia
cro, che mira proprio alla comprensione      sono onerose in termini infrastrutturali e      di dosi di cellule che opportunamente
                                             come ci spiegano il Dott. Massimiliano          ingegnerizzate colpiranno i diversi tipi
                                             Petrini e la Dott.ssa Jenny Bulgarelli,         di tumore». Siamo agli albori di questa
                                             rispettivamente referenti per la produ-         nuova era dell’oncologia: il progetto di
                                             zione di terapie cellulari in GMP e dell’       portare queste terapie, attualmente non
                                             Immuno-Monitoraggio, «in IRST ab-               presenti, sul nostro territorio, è ambizio-
                                             biamo cominciato a preparare un’area            so, ma il Prof. Dino Amadori ci ha in-
                                             che sarà dedicata alla produzione delle         segnato a ricercare sempre l’eccellenza
                                             terapie cellulari che prevedono un’inge-        per proporre il meglio ai nostri pazienti.
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                                                                    Interviste

CRISI DELLA SCIENZA: dobbiamo
cambiare la nostra mentalità
Intervista al prof. Luigi Cavanna
 Il 29 ottobre, nel corso del XXII Congresso Nazionale dell’Associazione Ita-
 liana Oncologia Medica (AIOM), è stato conferito per la prima volta il premio
 “Dino Amadori”, riconoscimento destinato a quei professionisti che si distin-
 guono particolarmente in ambito sociale e umanitario, come appunto amava
 fare il nostro Prof. La scelta è ricaduta sul prof. Luigi Cavanna, Direttore del
 Dipartimento di Oncologia ed Ematologia dell’Azienda USL di Piacenza,
 per l’impegno profuso durante la prima ondata della pandemia nella presa in
 carico domiciliare dei pazienti colpiti da Covid-19.

Prof. Cavanna, cosa ricorda dei giorni       ci trovavamo ogni mattina per discutere     go ha la cultura di seguire il malato e
convulsi della prima ondata?                 della situazione generale: la sensazio-     del non abbandonare. Pensa sia sta-
Fu un momento molto complesso: non           ne di estremo disagio e difficoltà era      ta decisiva questa forma mentis nel
avevo mai visto prima una quantità di        percepibile, così come la necessità         sovvertire il concetto per cui è il pa-
                                             di liberare posti letto per garantire un    ziente a doversi recare in ospedale?
pazienti al Pronto Soccorso tale da
                                             turnover di pazienti. Così arrivammo        Sicuramente il fatto di avere questo
sovvertire le attività che svolgevamo.
                                             ad una presa di coscienza: visto che        background ha posto le basi del nostro
Tutti i reparti, dalla Chirurgia all’Orto-   tutti i malati arrivavano accusando in-     modo di rispondere alla pandemia. Il
pedia, piano piano, si riempivano di         sufficienza respiratoria in conseguenza     malato di cancro presenta tante pro-
malati Covid che arrivavano già in una       di una condizione già persistente da        blematiche dal punto di vista fisico,
situazione compromessa. Come medici          qualche settimana, con tosse, febbre e      psicologico, sociale e famigliare: per
                                             dispnea, abbiamo capito che interveni-      essere un bravo oncologo non è suf-
                                             re precocemente era l’unica soluzione       ficiente somministrare i farmaci giusti.
                                             possibile, anche perché la terapia era      La presa in carico parte dalla preven-
                                             rappresentata dalla somministrazio-         zione e arriva auspicabilmente fino alla
                                             ne di tre pastiglie che poteva avvenire     guarigione, oppure nei casi peggiori
                                             tranquillamente a domicilio. Ricordo        fino al fine vita. È un compito molto
                                             che la prima donna che abbiamo cu-          impegnativo da un punto di vista fisi-
                                             rato a casa era proprio una paziente        co, istituzionale e psicologico. Proprio
                                             oncologica: da lì abbiamo proseguito        il prof. Amadori è stato un antesigna-
                                             su questa strada, permettendo non           no della presa in carico del paziente
                                             solo di ridurre l’afflusso al Pronto Soc-   oncologico a 360° e del concetto del
                                             corso ma, analizzando il tutto in modo      curare la persona e non la malattia:
                                             retrospettivo, anche di ridurre il tasso    sembra retorica, ma in realtà questa
                                             di mortalità a zero su oltre 300 pazienti   frase ha un significato molto profondo,
                                             curati a casa.                              e nasconde al suo interno una differen-
                                                                                         za che pare semplice, ma che in realtà
                                             Durante la consegna del “Premio             è immensa. La gestione delle compli-
                                             Amadori” ha affermato che l’oncolo-         cazioni in cui evolve spesso il tumore,
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                                                                     Interviste

infine, penso permetta all’oncologo di
avere le conoscenze utili a dare una
risposta ad un momento drammatico
come quello della pandemia.

Il prof. Amadori ha portato l’assisten-
za a casa del paziente oncologico ro-
magnolo in un periodo in cui c’erano
poche speranze di guarigione e strut-
ture mediche inadeguate. Lei è anda-
to a casa dei malati in un momento in
cui, come ha rivelato recentemente,
“avevamo persone attaccate all’ossi-
geno anche nei ripostigli del Pronto
Soccorso”. Ci vede un parallelismo?
Sicuramente. Abbiamo lavorato insie-
me in Commissione Oncologica: la sua
attenzione era sempre rivolta non solo
a dare risposte, ma più di ogni altra        vantaggio da un punto di vista della         al colon-retto sia aumentata del 12%
cosa a farsi portavoce delle domande         multidisciplinarietà, ma non era sem-        dall’inizio della pandemia. Rischiamo
dei malati, ponendo i loro interessi sul     pre facile far coincidere visioni diver-     di vanificare gli sforzi fatti in questi
tavolo. Dino Amadori era una grande          se. Lui, presiedendo la Commissione,         anni per rendere il cancro una malat-
medico ed organizzatore, ma soprat-          doveva sempre cercare di mantenere           tia sempre più curabile?
tutto non ha mai perso il contatto coi       un atteggiamento super partes per poi        Questo è un problema enorme, che si
pazienti, cosa che invece succede a          provvedere ad una sintesi che mettes-        lega a doppio filo con quanto dicevamo
molti. Questa cosa si percepiva dai          se d’accordo tutti. Quel giorno mi fece      all’inizio: occorre avere rispetto per ogni
suoi discorsi e gli dava grande forza        parlare per primo: ero forte del contat-     malato, ma non possiamo permetterci
ed autorevolezza. Ricordo ad esempio         to quotidiano coi malati, dunque sape-       di riempire gli ospedali con pazienti
il caso-Di Bella: in quegli anni l’Italia    vo di poter portare all’ordine del giorno    colpiti da Covid. Dobbiamo cercare di
dovette affrontare una grave crisi di ab-    questioni di estrema importanza per i        curare questi ultimi il più possibile a
bandono di terapie efficaci, per perse-      pazienti, tuttavia ero piuttosto titubante   domicilio, altrimenti a farne le spese
guire cure di non comprovata validità.       a parlare con franchezza. Guardando il       sarà chi è affetto da cancro, da infarto,
Quando i vari Professori partecipavano       prof. Amadori negli occhi compresi           da patologie che non possono essere
ai dibattiti televisivi partivano perdenti   come, nonostante dovesse mantene-            gestite a casa. Occorrerebbe far capire
perché avevano smarrito il contatto coi      re la sua equidistanza, fosse allineato      ai decisori che non possiamo operare
malati: non potevano farsi portavoce         alla mia posizione, cosa che mi spin-        un paziente oncologico, né tantomeno
dei loro bisogni perché non li cono-         se a superare ogni esitazione. Quando        fare programmi di screening, presso la
scevano. Dino Amadori, al contrario, ne      terminai l’intervento, i colleghi oncologi   sua abitazione. Assistiamo invece ad
era perfettamente cosciente, e questa        presenti si dichiararono tutti d’accordo     una crisi della scienza, per cui il me-
è sempre stata la sua carta vincente.        con le istanze che portai: ancora oggi,      dico ha una visione troppo “ospeda-
                                             ripensandoci, mi commuovo.                   locentrica” e finisce per parlare solo
Quando ha ricevuto il premio si è                                                         di terapie intensive. In questo modo
detto orgoglioso perché era legato           Tornando appunto alle istanze del            andiamo incontro ad una perdita di
al Prof. Amadori da amicizia e stima         paziente oncologico, oggigiorno chi          credibilità per cui l’opinione pubblica,
reciproche. Ricorda un aneddoto par-         soffre di cancro è a rischio non solo        nel dubbio su chi ascoltare, finisce per
ticolare che vi unisce?                      perché spesso immunodepresso. Nel            non credere più a nulla. Occorre cam-
Un giorno eravamo seduti accanto             nostro paese si stimano 1,4 milioni          biare paradigma perché poi, alla fine,
in Commissione Oncologica. Al suo            di screening in meno: e in Europa si         a rimetterci purtroppo sono sempre gli
interno convivevano varie figure: un         calcola che la mortalità per tumore          stessi: i più deboli.
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                                                                      Eventi

“BE KIND PROJECT”:
per una chirurgia più “gentile”
Aumentare l’impatto e l’utilizzo della
più innovativa robotica nella cura dei
pazienti per una medicina più “umana”,
che prenda ancora in maggior conside-
razione la qualità di vita di chi è costret-
to a sottoporsi ad intervento. Sembra
un paradosso ma in realtà è proprio
questo il senso dell’iniziativa “Be Kind
Project”, crowdfunding lanciato
dall’Istituto Oncologico Romagnolo
a vantaggio della Unità Operativa di
Chirurgia e Terapie Oncologiche Avan-
zate dell’Ospedale “Morgagni-Pieran-
toni” di Forlì: un reparto d’eccellenza
riconosciuto non solo a livello nazionale
diretto dal prof. Giorgio Ercolani.
A questo scopo lo IOR ha messo a di-
sposizione il suo portale gratuito di rac-     persona – ha spiegato il Direttore Ge-      eccellenze della lotta contro il cancro,
colta fondi www.insiemeachicura.it:            nerale IOR, Fabrizio Miserocchi, nel        come ad esempio il prof. Giovanni Pa-
da lunedì 19 ottobre fino almeno a fine        corso della cerimonia di presentazione      ganelli che ha appena vinto il Premio
anno chiunque potrà sostenere la cam-          dell’iniziativa – portando spesso a per-    Marie Curie per i suoi studi sulla Medi-
pagna donando direttamente online. Al          dere la propria indipendenza. Inoltre,      cina Nucleare. Dunque, crediamo forte-
termine dell’iniziativa il contributo ver-     recuperare da questo tipo di operazio-      mente in questo tipo di percorsi».
rà interamente utilizzato a sostegno           ni richiede degenze più dolorose e più      Ma il sostegno ai pazienti del reparto
della borsa di studio del dott. Leonar-        lunghe. L’utilizzo delle nuove tecnologie   del prof. Ercolani non si esaurisce qui.
do Solaini, figura professionale dedica-       permette al paziente di soffrire meno       L’Istituto Oncologico Romagnolo ha an-
ta ad indagare quali siano gli ambiti          nell’immediato; e garantisce di poter       che attivato, grazie all’entusiasmo di
in cui l’impiego della tecnologia robo-        tornare prima a casa e alla vita di tutti   una sua volontaria, Michela Fabbri,
tica vada a migliorare effettivamente          i giorni. La borsa di studio per il dott.   una collaborazione con “Dress Again”,
l’outcome clinico dei pazienti. In que-        Leonardo Solaini si inscrive d’altronde     progetto di Farsi Prossimo ODV che dà
sto modo l’innovazione in campo chirur-        in una tradizione IOR, che è quella di      una seconda chance ai vestiti e un’op-
gico verrà impiegata per preservare non        sostenere la carriera dei giovani più       portunità di integrazione alle persone
solo l’aspettativa, ma anche la qualità        promettenti, coloro che diventeranno        svantaggiate. L’obiettivo: donare una
di vita di un numero sempre maggiore           in futuro i nuovi protagonisti della cura   borsa porta-drenaggio, denominata
di malati, che potranno così beneficiare       della persona in difficoltà in generale.    “Be Kind Bag”, ad ogni degente rico-
di operazioni mini-invasive.                   Dal 1979 sono stati ben 236 i profes-       verato presso l’Unità Operativa di Chi-
«Sappiamo come subire un intervento            sionisti formati con stage e corsi in       rurgia e Terapie Oncologiche Avanzate
demolitivo impatti in maniera decisa           Italia e all’estero sostenuti dallo IOR:    di Forlì che ne avrà necessità. Un’idea
sul proseguo dell’esistenza di una             la maggior parte di questi oggi sono        nata proprio dall’esperienza personale
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                                                                  Eventi

di Michela, vissuta come figlia di un
malato oncologico costretto a sotto-
porsi ad intervento chirurgico: «Il mio
desiderio è quello di infondere corag-
gio e dare dignità e colore a tutti quei
pazienti costretti a convivere, per un
certo periodo, con i drenaggi. Ho vissu-
to personalmente l’effetto benefico di
una semplice bag colorata sullo stato
d’animo di mio padre. Così ho deciso
di offrire il mio aiuto al prof. Ercola-
ni e ad una equipe che, con grande
umanità, si è presa cura di un mio af-
fetto nel momento del bisogno. Lavo-
rare in squadra fa sempre la differenza.
Mia madre ha dato forma alla mia idea
e vita alle prime borse porta-drenag-
gio, realizzate a mano con scampoli di
stoffe. Queste “borse gentili” colorate
si prenderanno cura dei pazienti sotto-
posti a intervento chirurgico, trasmet-    in primis Michela Fabbri, per l’idea che   si dimostrerà un valore aggiunto per il
tendogli anche la forza di persone che     ha avuto ma anche per la pazienza          nostro reparto. Ritengo fondamentale
avranno pensato a loro con amore, pur      dimostrata nel corso delle settimane       l’apporto delle organizzazioni no-profit
non conoscendoli, e ricordando loro        in cui abbiamo gestito la patologia di     per le strutture pubbliche: non sempre
come questa disavventura sia in real-      suo padre. In secondo luogo un gra-        noi medici riusciamo a intercettare e
tà solo una fase passeggera. A me sta      zie di cuore va a Istituto Oncologi-       comprendere tutte quelle che sono le
molto a cuore la dignità dei malati        co Romagnolo e “Dress Again”: ho           esigenze dei pazienti, la collaborazio-
oncologici: è importante che sentano       sempre visto le bags utilizzate per le
                                                                                      ne con il mondo del volontariato ci
di non essere soli».                       donne operate in campo senologico,
                                                                                      aiuta a gestire e coniugare nel mi-
«Ci tengo a ringraziare tutti i soggetti   ma devo ammettere che ampliare il
                                                                                      gliore dei modi necessità cliniche e
coinvolti in questa iniziativa – queste    discorso delle borse porta-drenag-
                                                                                      personali del malato. In questo primo
le parole del prof. Giorgio Ercolani –     gio anche per la Chirurgia Generale
                                                                                      anno il dott. Solaini ha portato avanti
                                                                                      non solo un notevole lavoro dal punto
                                                                                      di vista assistenziale: il contributo che
                                                                                      ci ha offerto in termini di ricerca nelle
                                                                                      applicazioni della robotica per quel
                                                                                      che concerne il trattamento di pato-
                                                                                      logie come i tumori del colon-retto si
                                                                                      rivelerà molto preziosa. Ringrazio quin-
                                                                                      di, per terminare, tutti coloro che par-
                                                                                      teciperanno a questa raccolta fondi or-
                                                                                      ganizzata dallo IOR per permetterci di
                                                                                      continuare ad indagare come l’impiego
                                                                                      di queste nuove tecnologie possa mi-
                                                                                      gliorare outcome e qualità di vita dei
                                                                                      nostri pazienti».
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                                                                     Ricerca e innovazione

PROF. ERCOLANI: “Un primo
bilancio della borsa di studio
del dott. Solaini”
 Il dott. Solaini ha preso servizio come ricercatore Unibo con attività assistenzia-
 le presso la Chirurgia generale e Terapie Oncologiche Avanzate dell’Ospedale
 Morgagni-Pierantoni di Forlì il 4 novembre 2019 grazie ad una borsa di studio
 riconosciutagli dallo IOR in collaborazione con Fondazione Cassa dei Risparmi
 di Forlì e grazie al lascito di Silvana Giunchi. Trentasei anni, nato a Ravenna, il
 dott. Leonardo Solaini si è laureato in Medicina e Chirurgia presso il Campus
 Biomedico di Roma prima di ottenere la specialità a Brescia.

In ambito assistenziale, dalla presa di       logia offerta dalla piattaforma robo-          rappresenti uno degli step fondamen-
servizio, il dott. Solaini ha iniziato un     tica possa essere sfruttata nel pieno          tali per migliorare l’esito delle terapie
percorso di training di chirurgia onco-       delle proprie potenzialità a beneficio         dei pazienti oncologici: pertanto la
logica mini-invasiva focalizzata sull’ap-     dei pazienti. Contestualmente ab-              maggiore precisione della chirurgia
proccio robotico. A dicembre 2019,            biamo condotto ricerche retrospettive          robotica sembra dare migliori pro-
in qualità di International Fellow, ha        multicentriche, in collaborazione con          spettive a chi soffre di neoplasia.
anche frequentato il Dipartimento di          Ospedale Careggi di Firenze e Ospeda-          Infine, nell’ambito della chirurgia ga-
Chirurgia del Seoul National University       le di Baggiovara, per valutare vantaggi        strica, il dott. Solaini ha intrapreso una
Hospital, centro di riferimento mondia-       e svantaggi dell’utilizzo della piatta-        ricerca che evidenzia i vantaggi dell’u-
le per la chirurgia del cancro gastrico.      forma robotica rispetto alla chirurgia         so della piattaforma robotica in termini
Dal punto di vista scientifico il dott. So-   laparoscopica tradizionale: da quan-           di curva di apprendimento. La consol-
laini, in qualità di Project Coordinator,     to emerso l’approccio robotico deter-          le robotica e il software della piat-
ha organizzato studi sia monocentrici         mina una diminuzione del 6,1% della
                                                                                             taforma rendono i gesti chirurgici
che multicentrici finalizzati alla va-        necessità di ricorrere a conversioni a
                                                                                             in questa modalità particolarmente
lutazione dei risultati della chirurgia       chirurgia tradizionale open se com-
                                                                                             intuitivi, garantendo contemporanea-
robotica, in particolare colo-rettale,        parata con la laparoscopia standard.
                                                                                             mente la libertà di movimento degli
pancreatica e gastrica, con lo scopo di       Ciò significa un aumento della capa-
                                                                                             strumenti tipico della chirurgia open
evidenziare i possibili vantaggi in ter-      cità di eseguire l’intervento con tecni-
mini di outcome e qualità di vita per i       che mini-invasive, con tutto ciò che ne        e i vantaggi di quella mininvasiva.
pazienti rispetto alla chirurgia laparo-      consegue per il miglioramento della            L’analisi dei risultati ha dimostrato che
scopica e quindi quali siano i campi          qualità di vita dei pazienti. Un’ulterio-      il raggiungimento di un plateaux nel-
nei quali sarebbe preferibile l’utilizzo.     re analisi retrospettiva sul confronto         la curva di apprendimento per questi
Tra questi, ha avviato un progetto dal        di outcome tra emicolectomie destre            interventi si raggiungeva dopo circa
titolo “Application and development           robotiche versus laparoscopiche ha             25 procedure contro le 60-75 della
of minimally invasive surgery in the          dimostrato la sicurezza di entrambe            gastrectomia laparoscopica. Questi
treatment of colorectal cancer: the           le metodiche e risultati postoperatori         risultati hanno evidenziato come la
role of robotic surgery”. Questo studio       funzionali simili, a fronte di una me-         piattaforma robotica renda il gesto
prospettico ha come obiettivo princi-         diana di linfonodi asportati superiore         chirurgico più semplice, facilitando
pale quello di esplorare i campi della        con la tecnica robotica. Ricordiamo            e favorendo l’approccio mini-invasivo
chirurgia colorettale in cui la tecno-        come la linfadenectomia regionale              anche nei casi più complessi.
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                                                                   Interviste

MEDICINA E CHIRURGIA IN
ROMAGNA: una svolta epocale
Intervista al prof. Enrico Sangiorgi
Prof. Sangiorgi, lei è Prorettore per la     Firenze e Parma, verosimilmente grazie
Didattica dei nuovi corsi di laurea di       alle alte reputazioni di cui godono
Medicina e Chirurgia dell’Università         l’Università di Bologna e l’Azienda
di Bologna da poco inaugurati presso         Sanitaria della Romagna. Questo
le sedi di Forlì e Ravenna. Che impat-       significa che, se dei circa 60-65 mila
to avrà, secondo lei, questa grande          studenti che ogni anno fanno domanda
novità per la Romagna?                       per iniziare un percorso accademico
Sicuramente, in primis, permetteranno        in Medicina e Chirurgia solo 12 mila
di innescare un circolo virtuoso tra         riescono a entrare, per essere ammessi
AUSL, che vedrà aumentare il capitale        in Romagna occorreva classificarsi tra    anni. Questo problema potrebbe esse-
umano a sua disposizione, Università,        i primi 7 mila: una selezione ulteriore   re figlio di un periodo in cui si pensava
che potrà beneficiare delle strutture        che garantirà qualità ancora maggiore     di poter fare tutto bene con un numero
d’eccellenza che esistono in questa          del capitale umano del territorio.        di professionisti inferiore e mantenen-
area per attività di formazione e                                                      do il concetto di pareggio di bilancio,
tirocinio, e territorio, il cui capitale     Si tratta di un traguardo molto impor-    comunque importante, come unica
umano se ne avvantaggerà fortemente.         tante anche alla luce del problema        stella cometa. Oggi il numero di 12
Da quest’ultimo punto di vista mi piace      del ricambio generazionale dei me-        mila nuovi iscritti si avvicina molto alla
sottolineare che, nonostante si tratti di    dici, da qualche anno una questione       soglia fisiologica del turnover dei me-
corsi di laurea nuovi, nella tabella delle   divenuta stringente nel nostro paese.     dici. A livello regionale, come Univer-
preferenze che gli studenti potevano         Non c’è dubbio: l’Italia ha un urgente    sità di Bologna, posso affermare che
esprimere a luglio sulle 45 sedi in          bisogno di turnover, bisogno a cui for-   ci siamo accorti tempestivamente del
Italia, quelle di Forlì e Ravenna si         se a livello nazionale abbiamo risposto   problema del ricambio generazionale,
sono piazzate ampiamente nella prima         con ritardo se consideriamo che oggi      avendo praticamente raddoppiato ne-
metà, davanti a sedi prestigiose come        la gran parte dei medici ha più di 50     gli ultimi 5 anni il numero di ingressi ai
                                                                                       corsi di laurea da poco più di 300 ai
                                                                                       più di 600 odierni, di cui 95 a Forlì e
                                                                                       95 a Ravenna.

                                                                                       Il prof. Amadori è stato uno dei pro-
                                                                                       pugnatori più convinti dell’apertura
                                                                                       dei corsi di laurea di Medicina e Chi-
                                                                                       rurgia in Romagna, vedendola come
                                                                                       una svolta epocale per il nostro terri-
                                                                                       torio. Che ricordo ha di lui?
                                                                                       Ho conosciuto Dino Amadori 13 anni
                                                                                       fa, nell’autunno del 2007, quando ero
                                                                                       docente di Ingegneria dell’Università
                                                                                       di Bologna. Lui aveva appena ottenuto
                                                                                       un altro grande traguardo, quello dell’i-
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