D ONNE CHIESA MOND O - L'Osservatore Romano

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D ONNE CHIESA MOND O - L'Osservatore Romano
DDONNE
   ONNECHIESA
        CHIESAMOND
              MONDOO
MENSILE DELL
  MENSILE   ’OSSERVATORE
           DELL’OSSERVATORE
                         ROMANO
                            ROMANO   NUMERO 103
                                        NUMERO    103
                                                    SETTEMBRE 20212021
                                                       SETTEMBRE     CITTÀ
                                                                        CITTÀ
                                                                           DELDEL
                                                                              VATIVAT
                                                                                   CANICOANO
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D ONNE CHIESA MOND O - L'Osservatore Romano
Numero 103
settembre 2021

                                                                                           LE IDEE

                                     Parità

                                     I
                                                l contributo delle donne alla vita della Chiesa ha molte sfumature,
                                                che nella concretezza di vite vissute diventano evidenti ed esem-
                                                plari, capaci oggi di indicare un cammino per rigenerare la Chiesa,
                                                e non solo. Dopo aver raccontato le samaritane e le ribelli profeti-
                                                che, oggi proponiamo un viaggio attraverso grandi amicizie spiri-
                                     tuali tra uomo e donna, a dimostrazione che il lavoro comune e correspon-
                                     sabile, il “combinato disposto” inclusivo, è sempre fecondo nella vita della
                                     Chiesa. Spesso sono proprio queste “coppie” che hanno avviato processi
                                     innovatori.
                                         Raccontiamo alcune storie che hanno segnato momenti diversi della
                                     storia millenaria della Chiesa. Sono relazioni sempre intense e ricche:
                                     siano espressioni di un amore spirituale come tra Chiara e Francesco,
                                     fraterno come tra Scolastica e Benedetto, assoluto come tra Eloisa e
D ONNE CHIESA MOND O                 Abelardo. E sono interessanti avventure anche umane tra personalità di-
                                     stanti: pensiamo alla energica Giovanna di Chantal seguace e allo stesso
Mensile de L’Osservatore Romano      tempo ispiratrice di Francesco di Sales; o, in tempi più recenti, alla cal-
                                     ma e solare Romana Guarnieri convertita al cattolicesimo dall’inquieto e
                     Sito Web        tormentato don Giuseppe De Luca.
     WWW.OSSERVATOREROMANO.VA/IT/
        D ONNE-CHIESA-MOND O.HTML        È importante riparlare di queste straordinarie amicizie della storia del
                                     cristianesimo perché, sia pure con accenti diversi, misurati con la cultura
                      Edizioni       del loro tempo, sono sodalizi basati sulla parità. Sono testimonianze di
                          Inglese    un ordine diverso nei rapporti, in cui c’è il riconoscimento reciproco del-
     WWW.OSSERVATOREROMANO.VA/EN/    la stessa dignità, apprezzato sia dalle gerarchie che dal mondo. A volte
        WOMEN-CHURCH-WORLD.HTML      in queste coppie è proprio la leadership femminile quella che spicca.
                        Spagnolo     Pensiamo alla energia con cui Armida Barelli ha sostenuto i progetti di
     WWW.OSSERVATOREROMANO.VA/ES/    Agostino Gemelli, fondando con lui e gestendo la Università Cattolica.
        MUJERS-IGLESIA-MUND O.HTML       Queste esperienze sono laboratori. Queste donne e questi uomini
                         Francese    hanno lavorato a un progetto comune dandosi fiducia, stimandosi. E
     WWW.OSSERVATOREROMANO.VA/FR/    questo progetto lo hanno messo a disposizione della loro chiesa.
         FEMMES-EGLISE-MONDE.HTML        Dal loro confronto sono scaturiti approfondimenti, confronti spiri-
                      Portoghese     tuali e teologici. Dalla forza della loro amicizia è germogliato un impe-
     WWW.OSSERVATOREROMANO.VA/PT/    gno sociale, rivolto all’uomo qui ed ora, sulla terra, e sono nate organiz-
        MULHER-IGREJA-MUND O.HTML    zazioni che hanno aiutato la Chiesa a cambiare approccio nell’affrontare
                         Tedesco     le piaghe del mondo: pensiamo a quello che hanno realizzato due gigan-
     WWW.OSSERVATOREROMANO.VA/DE/    ti della carità come Luisa di Marillac e Vincenzo de’ Paoli.
          FRAUEN-KIRCHE-WELT.HTML        È importante riparlarne perché è una ricchezza che rischia di smarrir-
                         Polacco     si. Perché alcune delle questioni poste interrogano anche la Chiesa di
     WWW.OSSERVATOREROMANO.VA/PL/    oggi. Perché alla alleanza tra uomo e donna “Dio ha affidato la terra”
        KOBIETY-KOSCIOL-SWIAT.HTML   (Sinodo per i giovani, 13). (DCM)

                                                                                       D ONNE CHIESA MONDO        1
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7                                         16

      SOMMARIO
                                                                                                              37

LE   IDEE                                               SGUARDI    DIVERSI

Parità                                                  Il dono di Chiara
                                           A PAG.   1                      ALESSANDRA SARCHI    A PAG.   16
INCOPERTINA                                             PASSIONI

Graphic novel                                           Abelardo ed Eloisa
per una donna moderna                                                        ADRIANA VALERIO    A PAG.   20
            YVONNE D OHNA SCHLOBITTEN      A PAG.   5   ANIME    ELETTE
INAGENDA
                                                        Giovanna di Chantal
Appuntamenti di settembre
                                                        e Francesco di Sales
                      VALERIA PENDENZA     A PAG.   5
                                                                                ELISA CALESSI   A PAG.   22
QUESTIONI      APERTE
                                                        SPUNTI   DI RIFLESSIONE

La questione femminile
nella Chiesa indiana                                    Alleanza per un progetto
                            ELENA DI DIO   A PAG.   6                     GIORGIA SALATIELLO    A PAG.   24

FESTE   LITURGICHE                                      GRANDI    INTESE

Natività di Maria                                       Romana Guarnieri
e 25° Congresso mariologico                             e Giuseppe De Luca
                                           A PAG.   7                        EMMA FATTORINI     A PAG.   26
TEMA    DEL MESE
                                                        SODALIZI
Le grandi amicizie spirituali
                                                        Adrienne von Speyr
tra uomo e donna
                                                        e Hans Urs con Balthasar
                    CETTINA MILITELLO      A PAG.   8
                                                                             ELENA BUIA RUTT    A PAG.   30
FONDATORI
                                                        COPPIE   CONIUGALI
Scolastica e Benedetto,
Chiara e Francesco                                      Raissa e Jacques Maritain
                    CRISTIANA D OBNER   A PAG.   12                        GIORGIA SALATIELLO   A PAG.   32

D ONNE CHIESA MONDO     2
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4o                                          D ONNE
                                                           CHIESA
                                                           MOND O
                                                      COMITATO       DI DIREZIONE

FONDATORI                                                    Ritanna Armeni
                                                        Francesca Bugliani Knox
Armida Barelli                                               Elena Buia Rutt
                                                       Yvonne Dohna Schlobitten
e Agostino Gemelli                                          Chiara Giaccardi
                                                      Shahrzad Houshmand Zadeh
                    SILVIA GUIDI   A PAG.   34
                                                             Amy-Jill Levine
SUORE                                                    Marta Rodríguez Díaz
                                                            Giorgia Salatiello
L’eremita Blandina e il Volto                                 Carola Susani
                                                        Rita Pinci (coordinatrice)
Santo di Manoppello
                LILLI MANDARA      A PAG.   37               IN   REDAZIONE

OSSERVATORIO                                                  Giulia Galeotti
                                                               Silvia Guidi
Leadership femminili                                         Valeria Pendenza

                LUCIA CAPUZZI      A PAG.   40          REALIZZATO       INSIEME A

                                                     Elisa Calessi, Lucia Capuzzi
                                                    Laura Eduati, Romilda Ferrauto
                                                          Federica Re David

                                                               COPERTINA
                                                               Anna Milano
  LIBRI
                                                            IMPAGINAZIONE
                                                            Marco De Angelis
  Discanto, una seconda
  voce per «Fratelli tutti»                           PUBBLICAZIONE        ON LINE
                                                               Marco Sinisi
                              A PAG.   4
                                                           ORGANIZZAZIONE
                                                        Piero Di Domenicantonio
  Vite riflesse:
  Edith Stein e la filosofa                                     CONTATTI
                             A PAG.   29                      Redazione
                                                 redazione.donnechiesamondo.or@spc.va

  Storie di donne resilienti                                   Abbonamenti
                                                 osservatoreromano.it/pages/abbonamenti.html
                             A PAG.   39          abbonamenti.donnechiesamondo.or@spc.va

                                                                     3     D ONNE CHIESA MOND O
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INAPERTURA

             Una seconda voce pensante e libera
                     per «Fratelli tutti»
«D iscanto», edito dalle Paoline, è scritto da Maria Cri-     scimento della importanza dell’enciclica, aveva
stina Bartolomei , Emanuela Buccioni, Gabriella Caramo-       l’intento dichiarato di aprire una interlocuzione
re, Antonella Casiraghi, Asmae Dachan, Carla Danani,          con essa da parte delle donne, che la valorizzasse-
Rosanna Fersini, Marisa Forcina, Shulamit Furstenberg         ro, ripensandone e riprendendone i nuclei di con-
Levi, Silvia Giacomoni, Lidia Maggi, Luciana Miriam           tenuto a partire dalle loro competenze e dalla
Mele, Lilia Sebastiani, Grazia Villa, Rosanna Virgili. Ecco   esperienza femminile del mondo. Entro la condi-
la presentazione firmata da Bartolomei e Virgili, che sono    visione di tale orientamento di fondo, ognuna
anche le editor del libro.                                    che avesse aderito era libera di scrivere sui temi e

I
                                                              nel modo a lei più congeniale.
          l volume offre quindici voci di donne                   Fin dall’inizio è stato chiaro e condiviso da
          che, in diversi mondi, dialogano con                tutte che non si sarebbe costruito un progetto en-
          l’enciclica Fratelli tutti, offrendo commen-        tro il quale collocare i contributi. Una scelta non
          ti, echi, risonanze, ripresa di temi, in di-        di comodo, anzi per certi aspetti rischiosa, in
          versi generi letterari. Sono donne di dif-          quanto avrebbe potuto avere come esito una rac-
ferenti orientamenti: credenti di diverse confes-             colta non solo ricca di differenze e varietà, ma
sioni cristiane e diverse religioni, non credenti, o,         frammentaria e disomogenea, priva di un riferi-
meglio, credenti nell’umano; tutte, comunque,                 mento che desse unità pur nella non uniformità
«pensanti», secondo la distinzione che il cardina-            di stili, interessi e vedute. Ma il positivo era che
le Carlo Maria Martini segnalava come molto più               in tal modo si sarebbe data libera voce alle don-
significativa di quella tra credenti e non credenti;          ne, consentendo loro di interagire in autonomia
sono laiche e religiose; teologhe, bibliste, scrittri-        con le sollecitazioni dell’enciclica. Per questo il
ci, filosofe, scienziate, umaniste. Parecchie di loro         libro non ha delle curatrici; solo due editors: ossia
si conoscevano già, ma non poche si «incontra-                due delle contributrici che si sono rese disponibi-
no» per la prima volta solo nel libro. Questo com-            li a tenere le fila, mantenere i contatti con autrici
posito coro è frutto della adesione a una proposta            ed editrice, individuare i nuclei intorno ai quali
inizialmente lanciata a un ampio gruppo di teolo-             raggruppare gli apporti,
                             ghe cattoliche, maturata         senza intervenire su di
                             poi in prospettiva di un         essi. La disponibilità
                             allargamento in senso            delle Paoline — una casa
                             ecumenico, interreligio-         editrice le cui responsa-
                             so e interculturale, in          bili sono donne — a
                             sintonia con l’afflato           coinvolgersi nella inizia-
                             universalistico dell’enci-       tiva e a sostenerla, rende
                             clica. Caratteristica della      questo un libro tutto al
                             proposta è stata la sua          femminile. Un femmi-
                             apertura. L’iniziativa,          nile in dialogo con i fra-
                             muovendo dal ricono-             telli e le sorelle tutti.

D ONNE CHIESA MONDO         4
D ONNE CHIESA MOND O - L'Osservatore Romano
INCOPERTINA

   Graphic novel per una donna moderna
                                                      di Yvonne Dohna Schlobitten

                                    L
                                            a copertina è dedicata a un’immagine della graphic novel sulla storia
                                            di Armida Barelli, co-fondatrice con padre Agostino Gemelli dell’Uni-
                                            versità Cattolica del Sacro Cuore. I nuovi media, come pure i fumetti
                                    della graphic novel nello stile di Toulouse-Lautrec, i graffiti e i murales in-
                                    troducono a un linguaggio immediato, che attira lo sguardo delle nuove ge-
                                    nerazioni attente ai processi di modernizzazione della società e della Chiesa.
                                    La modernità della fondatrice della Gioventù Femminile Cattolica si rispec-
                                    chia nella grafica dei fumetti del volume curato da Tiziana Ferrario e illu-
                                    strato da Giancarlo Ascari e Pia Valentinis. Le figure iconiche, ridotte al mi-
                                    nimo, isolate ma individualizzate, quasi-frontali e illuminate in modo unifor-
                                    me sono caratterizzate da un fortissimo contrasto di colori. Padre Gemelli è
                                    rappresentato in grigio e la protagonista in un luminoso rosso chiaro, a voler
                                    sottolineare la reciprocità tra i due sessi e la complementarità tra fede e ra-
                                    gione.

INAGENDA

Corso di Teologia delle donne                         dialogo al tempo della pandemia». Organiz-
A partire dal 1° settembre iscrizioni al secon-       za il Laboratorio Scienza e Fede della diocesi
do Corso di Teologia delle donne promosso             di Trieste, in collaborazione con la Facoltà
dal Coordinamento delle teologhe italiane.            teologica del Triveneto, e con l’Associazione
                                                      teologica italiana
Beatificazione di suor Elisabetta Czacka
Elisabetta Czacka (al secolo Rosa) nacque a           Le donne leggono la Bibbia
Bila Tserkva (oggi Ucraina) il 22 ottobre             All’interno della rassegna d’incontri con l’edi-
1876. Morì il 15 maggio 1961 a Laski (Polo-           toria religiosa Ascoltare, Leggere, Crescere si
nia). Il 12 settembre viene proclamata beata          svolge, dal 30 settembre al 1° ottobre a Porde-
da Papa Francesco.                                    none, il convegno nazionale «Nello specchio
   .                                                  della scrittura. Le donne leggono la Bibbia»
                                                      promosso dal Coordinamento teologhe italia-
Teologia e scienza al tempo della pandemia            ne.
Dal 15 al 17 settembre si tiene a Trieste il con-
vegno internazionale «Teologia e scienza in           a cura di Valeria Pendenza

                                                                                     5     D ONNE CHIESA MOND O
D ONNE CHIESA MOND O - L'Osservatore Romano
QUESTIONI                     APERTE

     Servizio non servitù: la questione femminile
                nella Chiesa indiana
                  di Elena Di Dio*                                quelle sorelle che abbiano manifestato aperta-
                                                                  mente il loro dissenso. «Un ricatto sacramenta-

«S
               ervizio sì, servitù no» ripete Papa                le» per suor Noella. Ma c’è anche la prevaricazio-
               Francesco quando si parla della que-               ne in questioni di diritto di proprietà con la sot-
               stione femminile nella Chiesa. Servi-              trazione di terreni alle congregazioni femminili.
zio e servitù: il filo è per niente sottile. La differen-         «Anche in questo – ha testimoniato padre Philip
za è fra rispondere alla missione di “amare come                  Pinto, della Congregazione dei Fratelli Cristiani
Gesù” e quella di “sottomettersi alle autorità”, an-              — la capacità negoziale fra le congregazioni di re-
che ecclesiastiche. È il parere di suor Hazel D’Li-               ligiose e il clero è molto più limitata rispetto agli
ma, una delle Figlie del Cuore di Maria in India,
che ha curato insieme a suor Noella de Souza,
delle Missionarie di Cristo Gesù, il libro It’s High
Time. Le donne religiose parlano della giustizia di genere nel-          Su iniziativa della sezione donne
la Chiesa indiana.                                                    della Conferenza dei religiosi, diffuso
    Il volume, oggetto anche di una conferenza
internazionale organizzata on line da Voices of                      un questionario tra 500 superiore: 121
Faith, è il risultato di uno studio commissionato                     rispondono, segnalando prevaricazioni
dalla Conference of Religious India - Women’s
Section durato due anni, che contiene i risultati
di un questionario diffuso tra le superiori delle
congregazioni presenti in India, dove vivono e
operano 90 mila religiose. Le domande sono sta-                   ordini di religiosi maschi». In più, come padre
te inviate a 500 madri superiore ottenendo 121 ri-                Pinto scrive nella prefazione al libro, «sentendo
sposte: il 25% della platea, risultato che suor Ha-               le storie di queste religiose, ho attraversato l’inte-
zel ritiene qualitativamente valido. Quello che                   ra gamma di emozioni: dalla rabbia all’increduli-
viene fuori è un quadro di prevaricazioni che di-                 tà per l’arroganza maschile, alla frustrazione, al
ventano — spesso — abusi. Gli episodi raccontati                  dolore e alla vergogna. Ho accompagnato le su-
vanno oltre una sbrigativa impressione di ribel-                  periori nella ricerca della giustizia e dell'ascolto
lione contro l’autorità, che a volte viene confusa                dei vescovi e dei provinciali religiosi maschi.
in modo fuorviante con la questione del voto di                   Questa ora è la chiamata all’azione». Un’azione
obbedienza.                                                       che passa dalla volontà di instaurare un dialogo
    Sul tavolo non c’è l’assegnazione dei lavori                  con la Conferenza Religiosa Indiana perché co-
umili nelle sagrestie. C’è il lavoro spesso gratuito              me ha detto suor Noella «quando le religiose non
e obbligatorio, oppure retribuito con salari bassi.               sono trattate alla pari, la Chiesa non riesce a irra-
C’è – e nel testo sono riportati casi circostanziati e            diare la sua bellezza nella sua pienezza».
documentati – la volontà ritorsiva di alcuni sacer-
doti di non amministrare i sacramenti a favore di                 *Autrice Tv2000

D ONNE CHIESA MONDO          6
D ONNE CHIESA MOND O - L'Osservatore Romano
FESTE         LITURGICHE

          8 settembre: Natività di Maria
   Teologie e culture oggi sulla madre di Cristo

L’
                   8 settembre è la festa liturgica
                   della Natività della Beata Ver-
                   gine Maria. Nei giorni della
                   festività quest’ anno si tiene a
                   Roma, dall’ 8 al 12 settembre,
il 25° Congresso mariologico mariano interna-
zionale per opera della Pontificia Academia
Mariana Internationalis (Pami). Il tema è «Ma-
ria tra teologie e culture oggi. Modelli, comu-
nicazioni, prospettive». Studiosi e cultori di
mariologia di tutto il mondo si incontrano e
condividono riflessioni, ricerche, studi.
    La letteratura sulla madre di Cristo è stermi-
nata. Una appassionata e coraggiosa narrazio-
ne è il recente libro di Simona Segoloni Ruta
Carne di donna. Raccontando Maria di Nazareth, ed.
ITL.                                                        La forma è narrativa. Maria parla in prima
    Docente di teologia sistematica all’Istituto        persona. «Parlo di lei — scrive Segoloni — par-
teologico di Assisi dove insegna ecclesiologia,         tendo dai dati criticamente studiati che abbia-
mariologia e teologia trinitaria, coniugata, ma-        mo, ma anche dalla mia esperienza di credente
dre di quattro figli, credente, Segoloni Ruta           che interroga e sistema i dati secondo quanto lo
mette «al centro di tutto la Scrittura: non solo i      Spirito che abita la Chiesa e ciascuno/a dispo-
passi che parlano di Maria, ma tutti quelli che i       ne».
brani evangelici in qualche maniera richiamano              Per una donna del ventunesimo secolo esse-
o che a essi si possono richiamare». Ma si ad-          re convertiti al Dio di Gesù «comporta anche
                           dentra nel tema anche        accorgersi dell’oppressione in cui il sistema
                           con la propria esperien-     (che Gesù non ha scelto né assecondato) la tie-
                           za umana anche con           ne e ribellarsi ad esso. Dio mi vuole viva, nella
                           l’intenzione di «recu-       totalità della mia persona e delle mie capacità:
                           perare, sulla scia delle     il mio essere femmina non mi fa né inferiore, né
                           teologie femministe e        marginale, né dedita a qualcosa di specifico
                           delle teologie elaborate     scelto da altri sulla base dei miei organi genita-
                           in contesti di povertà, il   li. Sono una figlia di Dio arricchita dei doni
                           vissuto concreto di Ma-      che lui ha scelto di darmi e sotto questo punto
                           ria, il suo essere donna,    di vista, come non c’è schiavo né libero, né giu-
                           femmina, madre, mo-          deo né greco, non c’è nemmeno maschio e fem-
                           glie, popolana».             mina». (DCM)

                                                                                7    D ONNE CHIESA MOND O
D ONNE CHIESA MOND O - L'Osservatore Romano
Alla ricerca
  di una Chiesa plurale
La sfida delle grandi amicizie spirituali tra uomini e donne
                          di CETTINA MILITELLO*

D ONNE CHIESA MONDO   8
TEMA          DEL MESE

                  L’
                              affinità elettiva appartiene culturalmente a un rapporto alla pari. Per
                              questa ragione grandi storie di amicizie, come pure di inimicizie, trop-
                              po spesso sono state declinate solo al maschile. Eppure, paradossal-
                              mente, e con una ricorrenza più forte, le affinità elettive hanno legato e
                              legano uomini e donne nella Chiesa. Le incrementano la medesima
                              sensibilità, il medesimo retaggio di sapere, la medesima condizione so-
                              ciale e, soprattutto, una identica passione ecclesiale.
                                  Sappiamo che nel mondo antico non era pensabile un’amicizia tra
                              uomini e donne, tant’è che manca addirittura il termine al femminile.
                              La svolta cristiana, la comune appartenenza a Cristo, il medesimo im-
                              pegno per il suo corpo che è la Chiesa, rompono questo tabù, sicché l’a-
                              micizia, l’affinità, conoscono anche una flessione duale che oltrepassa il
                              pregiudizio legato alla disparità, culturalmente insanabile, costituita
                              dal sesso.
                                  La storia della Chiesa corre dunque sul filo rosso di coppie costituite
                              anche da uomini e donne accomunati dalla medesima fede, dal medesi-
                              mo zelo, dalla medesima scelta di vita. A volte la leadership appartiene
                              alle donne; a volte esse mantengono nei confronti del partner “spiritua-
                              le” un atteggiamento consono al comune sentire e, dunque, sottolinea-
                              no la loro inadeguatezza e minorità. Resta comunque spesso come ca-
                              ratteristica del rapporto un sovvertimento della gerarchia pure dovuta
                              all’essere uno dei due maschio, marito, presbitero, vescovo, insomma
                              qualcuno “naturalmente” deputato all’esercizio della “autorità”.
                                  Giganteggiano queste donne e influenzano – e come! – i loro par-
                              tner, addirittura incrinando il pregiudizio culturale e guidandoli salda-
                              mente verso una sequela di Cristo più forte e radicale.
                                  Quelle che chiamiamo “coppie ascetiche” — il legame familiare faci-
                              lita il rapporto tra i sessi — sono costituite da madre e figlio, sorella e fra-
                              tello, moglie e marito, addirittura da suocera e genero (è il curioso rap-
                              porto di Sulpicio Severo e Bassula, madre della moglie venutagli meno
                              prematuramente). Spesso il rapporto matrimoniale evolve in continen-
                              za, assecondando l’idea che la castità per il Regno valga molto di più
                              del vissuto nuziale. Ma troviamo anche — e numerose — amicizie del
                              tutto sganciate da un legame familiare e radicate invece in una comune
                              vocazione e servizio ecclesiale.
                                  Si tratta di una trama che dall’età apostolica e martiriale cresce sino a
                              noi. Ciò dimostra che nella Chiesa le donne ci sono sempre state e che
                              hanno saputo transignificare i rapporti di sangue come pure intesserne
                              di nuovi nella prospettiva di una inusuale amicizia, oltre il pregiudizio,
Ary Sheffer, «Sant’Agostino   oltre la diseguaglianza, oltre la minorità in cui sono state lungamente
e Santa Monica», 1846,        iscritte.
National Gallery, Londra          Già la Passio Perpetuae et Felicitatis mostra a fianco della prima il cate-

                                                                                 9    D ONNE CHIESA MOND O
chista Saturo, e gli apocrifi Acta Pauli et Teclae affiancano all’Apostolo
                           questa straordinaria figura femminile che, appassionatamente, ne fa
                           proprio lo stile e la missione. Più avanti, elitari cenacoli familiari mo-
                           strano come l’essere legati da vincoli di sangue diventa pretesto per un
                           legame altro e intenso, che genera alla fede e poi introduce alle arditez-
                           ze dell’esperienza mistica – il caso più eclatante è quello di Monica e del
                           figlio Agostino. In Oriente Macrina è compagna e sorella nella scelta di
                           vita e nella dedizione agli ultimi dei fratelli Basilio e Gregorio.
                               Coppie quali quelle di Melania “la giovane” e Piniano, di Terasia e
                           Paolino da Nola e altre consimili probabilmente evolvono il rapporto
                           in chiave ascetica a ragione della difficoltà a procreare che pare segnare
                           il loro tempo. Ma, davvero, sarebbe impensabile l’ansia fondativa di
La storia della Chiesa
                           Melania o quella di Paolino senza la presenza attiva e complice di chi ne
    corre sul filo rosso   compartisce la vita.
                               Un medesimo impegno, quello diretto alla intelligenza della Scrit-
    di coppie costituite
                           tura anche nei suoi aspetti tecnico-ermeneutici, accomuna Girolamo e
      anche da uomini      Paola che lo segue in Terra Santa e lì prosegue il discreto servizio di tra-
                           scrizione e forse revisione di quella traduzione della Bibbia che chia-
   e donne accomunati
                           miamo Vulgata.
  dalla medesima fede,         Coppie quali quelle di Crisostomo e Olimpia sono invece segnate
                           dall’impegno ministeriale. A unirle è il servizio alla medesima Chiesa,
    dal medesimo zelo,     quella di Costantinopoli. Le sue vicende drammatiche li segnano pro-
       dalla medesima      fondamente e costituiscono la chiave di volta delle lettere che il primo le
                           indirizza.
         scelta di vita.       E più avanti nel tempo troveremo altre coppie fraterne — Benedetto
  A volte la leadership    e Scolastica; altre coppie elettive — Radegonda e Venanzio Fortunato.
                           E via via passando al secondo millennio: Francesco e Chiara; Caterina
 appartiene alle donne     da Siena e Raimondo da Capua; Francesco di Sales e Giovanna di
 che influenzano i loro    Chantal, Teresa d’Ávila e Giovanni della Croce… Giganti della carità
                           come Luisa di Marillac e Vincenzo de’ Paoli.
    partner incrinando         Nel secolo passato, a riprova di un modulo che mai è venuto meno,
    pregiudizi culturali   troveremo affiancati in una concreta idealità condivisa: Adrienne von
                           Speyr e Hans Urs von Balthasar; Romana Guarnieri e Giuseppe De
                           Luca; Raïssa Oumançoff e Jacques Maritain; Armida Barelli e Agosti-
                           no Gemelli e tanti e tante ancora.
                               Spesso il rapporto amicale evolve in appassionato e reciproco amo-
                           re, vissuto consapevolmente, nel rispetto della scelta di vita. Talora al
                           contrario, lo avvertivamo già, è il rapporto coniugale che evolve in ami-
                           cizia dandogli una valenza nuova che non manca, tuttavia, di complici-
                           tà o affetto reciproco. Il caso più manifesto dell’amore come confessio-
                           ne estrema che sigilla il rapporto l’abbiamo nell’Epitaffio che Girolamo
                           scrive in morte di Paola. In esso si definisce «un vecchio cadente che l’a-

D ONNE CHIESA MONDO   10
Luisa di Marillac
                                                                                  e Vincenzo de’ Paoli
                                                                                  (Wikimedia commons)

ma». Un sentimento analogo troviamo in Francesco di Sales che mette
fine agli scrupoli della sua interlocutrice dicendole di non chiedersi
quale sia il nome vero del loro rapporto: quello che importa è che viene
da Dio e tanto basta. Una esperienza analoga lega Romana Guarnieri e
Giuseppe De Luca. Nella storia della comunità ecclesiale le donne di
cui abbiamo fatto il nome contano e davvero tanto. Sono fondatrici di
innovative esperienze di vita (Macrina, Scolastica, Chiara, Giovanna di
Chantal); sono compagne nell’esercizio di un ministero (Paola, Olim-
pia, Adrienne von Speyr, Armida Barelli); sono mistiche possenti che
creano interlocuzione e sequela (Caterina da Siena); sono fini interlo-
cutrici nella produzione intellettuale, vista anch’essa come un ministe-
ro o quanto meno come contributo forte al ripensare e ridire la fede
(Vittoria Colonna, Romana Guarnieri, Raïssa Maritain).
    Certo la storia ci consegna anche donne sconfitte. Per loro l’amore,
che evolve poi in interlocuzione amicale, ha il sapore amaro di una to-
talità relazionale mutilata. Il caso più sensazionale è quello di Eloisa e
Abelardo. Ma sappiamo quanto giganteggi Eloisa rispetto al suo fragi-
le e ferito maestro/amante/ marito, al punto tale che per tanto tempo le
si è negata la paternità (sic!) dei suoi scritti: troppo colti per poter essere
attribuiti a una donna!
    Sì, perché una nota amara riguarda proprio la scrittura. Del primo
millennio non ci restano scritti di donne che attestino questi legami di
amicizia. E se Paolino pone sempre nell’incipit delle sue lettere Therasia
et Paulinus peccatores, non sappiamo davvero se le abbia scritte insieme al-
la sposa/sorella. Allo stesso modo niente abbiamo delle donne dell’A-
ventino; nessuna lettera ci è giunta di Paola o delle altre interlocutrici di
Girolamo. E abbiamo solo le lettere di Crisostomo, non quelle di Olim-
pia a lui… Pure il tenore di quelle a noi giunte illumina la statura delle
destinatarie. La testimonianza scritta — e non si tratta solo di quella epi-
stolare — invece, è presente e si incrementa nel secondo millennio.
    Se Giovanna di Chantal distrugge le lettere che ha rivolto al confes-
sore/padre/ amico — che alla fine se ne dice figlio — di Chiara, Caterina,
Vittoria Colonna, Romana Guarnieri, Raïssa Maritain, Armida Barelli,
Adrienne von Speyr e altre ancora abbiamo lettere e scritti, diversissimi
nello stile e nei contenuti, ma tali da attestarci la loro presenza autore-
vole, la loro passione per la Chiesa.
    L’affinità elettiva, l’amicizia testimoniano così, con tessitura ardita,
l’impegno incessante per una Chiesa in cui interagiscono, fianco a fian-
co e da sempre, uomini e donne.

*Direttrice della Cattedra Donna e Cristianesimo della Pontificia Facoltà
Teologica Marianum

                                                                                  11   D ONNE CHIESA MOND O
PROVA

Esser sante senza vivere
  Scolastica e il suo gemello Benedetto, Chiara e Francesco:

                       I
                                                   di Cristiana Dobner*

                           ntercettare, dopo secoli, la voce delle coppie: uomini e donne. È reali-
                           stico? Esiste un metodo oppure bisogna crearlo strada facendo? Si
                           può giocare sulle risonanze?
                               Forse è possibile l’esito creando una triangolazione: il contesto sto-
                           rico, la loro reazione personale e pensante. Procedendo non da un’i-
                           deologia prefissata ma scavando nella realtà degli eventi, solo allora,
                           l’epifania delle persone si staglia luminosa.
                               Tanto più quando si tratta di due coppie che nei secoli hanno la-
                           sciato traccia vivente e pulsante come Benedetto con Scolastica e
                           Francesco con Chiara. Traccia cioè huella, come hanno insegnato le
                           storiche contemporanee che sono riuscite a far parlare anche le donne
                           quando, nei secoli passati dominati dagli storici patriarcali, erano con-
                           dannate non solo al silenzio ma perfino al mutismo. Il vuoto apparen-
                           te può donare tracce? Eppure huella ci fu.
                               Secoli diversi: Scolastica IV secolo, Chiara XIII secolo. Entrambe
                           vissute sempre all’ombra di Benedetto e di Francesco, come vorrebbe
                           la storia ufficiale?
                               Certamente no. Amiche, affini, desiderose di comunicazione ma,
                           lo stare all’ombra non vale né per l’una né per l’altra. Anche perché la
                           differenza femminile è esistita sempre, anche se sottomessa dal silen-
                           ziatore sociale.

D ONNE CHIESA MONDO   12
all’ombra di un santo
uniti ma distinti, non subalterno il ruolo della donna
   Apparentemente messe a tacere, in entrambe la verità premeva e si
è incisa nella storia. Ma come si è incisa?
   Quale il legame fra il famoso incontro di Benedetto e sua sorella ge-
mella Scolastica del 547 e l’incontro di Francesco e Chiara ad Assisi in
pieno XIII secolo?
   Disobbedienza e metamorfosi, ancora oggi preziose e vitali.
   Entrambe le donne sfidarono il loro ambiente sociale pensando da
sé, cioè coltivando un pensiero, un raziocinio che, intessuto di viva
esperienza, apriva loro gli occhi sul ruolo della donna, sulla sua possi-
bilità di esprimere decisioni personali, dettate dalla loro volontà e dal-   Antonio di Agostino
l’empatia con coloro con cui condividevano il pellegrinaggio terreno.        Carducci,
   Non si tratta di autocentrismo: Scolastica e Chiara erano profon-         san Benedett0
damente centrate sull’esperienza dell’irruzione di Dio in loro stesse e      e santa Scolastica,
nella storia dell’umanità; erano però legate ad un’autonomia di giudi-       circa 1610,
zio che non le inchiodava su stilemi sociali maschili.                       Chiesa di San Pellegrino,
   Era una disobbedienza da pensanti e da sfidanti. Una libertà con-         Spoleto (Perugia)
quistata personalmente e, con tocco realmente di donna, condivisa            A destra: Giotto,
gioiosamente.                                                                San Francesco
   Non sono state costrette e impantanate a pensarsi così come detta-        e Santa Chiara,
va la famiglia, in cui allora vigeva ed imperava separazione e gerarchia     tra il 1279 e il 1300,
fra padre e madre e figlia o figlio.                                         Basilica di San Francesco,
   Con Benedetto e Scolastica e Francesco e Chiara tutto salta e si im-      Assisi
pone un rapporto in cui i ruoli non sono vincolati da rigide leggi ma        (Wikimedia commons)

                                                                             13   D ONNE CHIESA MOND O
Statua di santa Scolastica
nell’Abbazia di Montecassino
(Wikimedia commons)

                               dal sentire profondo di autentica empatia. Si apre e si spalanca allora
                               una via, evangelica e sociale, originale e nuova, perché promanava dal
                               partire da sé, quale esperienza specifica per scoprire e formulare nuo-
                               ve chiavi di lettura per incidere sulla realtà.
                                   All’interno però del sentire femminile che percepisce la necessità
                               dell’esperienza, della pratica della relazione e della mediazione con
                               l’altro sesso.
                                   Scolastica e Benedetto si vedevano una volta l’anno. Nel loro in-
                               contro del 6 febbraio 547, Scolastica che, per quanto ci è dato di sape-
                               re, non apparteneva a un ordine definito, né faceva vita all’interno di
                               una fondazione monastica, desiderosa di parlare con il fratello con cui
                                     viveva in profonda sintonia, non teme di disubbidirgli chiedendo
                                         di continuare il loro colloquio per tutta la notte, nonostante
                                             una regola monastica precisa richiedesse di rientrare nel-
                                               l’abbazia nottetempo. Benedetto rifiuta. Scolastica sca-
                                                 tena temporali e tuoni e fulmini. Non per averla vinta e
                                                  spuntarla, ma mossa da un altro sentire: archetipo del-
                                                  la donna di Dio, non impone l’autorità della sua per-
                                                  sona ma rimanda allo stesso Altissimo; riconferma co-
                                                 sì davanti al fratello la sua precisa identità di monaca
                                                 che ben conosce la Bibbia: il potere spirituale che ab-
                                                 batte quello temporale, la forza vigorosa di chi annun-
                                               cia da profetessa, e disarmata, e vince sullo schieramen-
                                              to armato del mondo. Scolastica gode di autorità non di
                                             potere. E si pone alla radice, se non proprio come fonda-
                                           trice, della schiera delle monache benedettine nascenti.
                                             Chiara è attirata, ancora dodicenne, dalla povertà radicale
                                      di quel folle Francesco che vide denudarsi per poter seguire Cri-
                                  sto. Non è l’amore sublimato per l’uomo Francesco, ma l’amore per
                               quel Francesco che palesa l’amore di Gesù Cristo.
                                   Quindi insieme, in dualità partecipata e rispettosa, sovvertono la
                               logica del mondo circostante con ricadute sui secoli a venire.
                                   Chiara non condivide la vita con gli uomini e le donne del suo am-
                               biente, crea la sua modalità di donna consacrata: è la prima ad aver re-
                               datto una regola al femminile. Non solo, è la prima ad averne ottenuto
                               il riconoscimento, dopo molte resistenze e opposizioni per quel nu-
                               cleo centrale della regola che turbava tutti e faceva scrollare il capo:
                               non possedere nulla.
                                   Chiara, nobile, ricca e bene istruita — con una conoscenza eccellen-
                               te del latino, lo si arguisce dai suoi scritti — si getta a capofitto nella po-
                               vertà assoluta, in un momento storico di economia monetaria nascente
                               e in cui dettano legge il mercato e la borghesia con il loro potere cre-

D ONNE CHIESA MONDO     14
scente, per di più in tempi di guerra. Osa chiedere ad Innocenzo III
nel 1216 un privilegio molto contrastato e sconcertante: non essere co-
stretta ad accettare possedimenti, senza mezze misure: «E se qualcuno
ti dice o ti suggerisce altre iniziative, che impediscano la via di perfe-
zione che hai abbracciata o che ti sembrino contrarie alla divina voca-
zione, pur portandoti con tutto il rispetto, non seguire però il consi-
glio di lui».
    Si noti quel “qualcuno”. Fosse anche il Papa. Così, quando Grego-
rio IX la vuole sciogliere dal voto di povertà, la sua risposta se non di-
chiara guerra e opposizione, lancia tuttavia un affondo teologico stor-
dente: «Santo Padre, a nessun patto e mai, in eterno, desidero essere
dispensata dalla sequela di Cristo». E vince, da autentica disubbi-
                                                                               Scolastica gode
diente, la partita. Dopo sette anni di resilienza e ormai alla vigilia della
sua morte.                                                                     di autorità
    Il dualismo collaborativo fra Francesco e Chiara, fra sorelle e fra-
                                                                               non di potere.
telli, raggiunge il suo apice quando Chiara, nel 1230, alla Bolla di Gre-
gorio IX che proibiva ai fratelli di predicare alle sorelle senza il permes-   E si pone alla radice,
so del Papa, reagisce con lo sciopero della fame. Vince la disobbedien-
te.
                                                                               se non proprio
    Il vissuto delle coppie Benedetto-Scolastica e Francesco-Chiara            come fondatrice,
trasuda di teologia, non quella redatta a tavolino e poi offerta (o im-
posta) alla vita. Una teologia sperimentata e vissuta esperienzialmen-
                                                                               della schiera delle
te.                                                                            monache benedettine
    Non hanno, insieme, lasciato opere teologiche, riflessioni filosofi-
che ma scritture di vita: lettere, regole che avrebbero plasmato l’esi-
                                                                               nascenti.
stenza, qualche invocazione orante e poetica. Un flusso che non si è           Chiara scrive
esaurito nel contesto del tempi cui appartenevano, ma ha solcato i se-
coli, fecondandoli con la maternalità: capacità di mediazione che ge-
                                                                               e ottiene
nera una creatività infinita e che si ripropone con ondate di cammini          l’approvazione
di disubbidienza e di liberazione e che alimenta i saperi dell’anima
con la ragione del cuore, con la sapienza della vita.
                                                                               per la prima
    Benedetto con Scolastica e Francesco con Chiara vivevano nella             Regola femminile
determinazione di quell’intuizione strategica che si muove tra volon-
tà, fede, desiderio e passione che guida e presiede alla plasmazione di
sé per giungere alla metamorfosi: la sola strada per trasformare la real-
tà storica.
    Non erano solo trasformazioni del ruolo delle donne, ma metamor-
fosi che consentivano alla dualità, maschile e femminile, di interagire
rispettosamente e produttivamente perché uguali dinanzi alla grazia.

*Carmelitana scalza, priora del monastero di S. Maria del Monte Carmelo a
Concenedo di Barzio (Lecco). Teologa, scrittrice e traduttrice.

                                                                               15   D ONNE CHIESA MOND O
Il dono
                             di Chiara
                           La parità tra uomini e donne
                              letta da una scrittrice
                                 di ALESSANDRA SARCHI

D ONNE CHIESA MONDO   16
SGUARDI             DIVERSI

                  D
                                 opo l’esame di maturità liceale trascorsi qualche giorno presso il
                                 monastero di Santa Maria Maddalena a Sant’Agata Feltria, piccolo
                                 paese sulle colline nell’entroterra di Rimini.
                                    Mi ci accompagnò un amico carissimo, un giovane frate france-
                                 scano che avevo conosciuto qualche anno prima e con il quale per
                                 molto tempo ho intrattenuto una corrispondenza preziosa che ini-
                                 ziava sempre con: Cara sorellina mia. Estate 1990: passai tre giorni
                                 ospite delle clarisse; dormivo in una stanza adibita a foresteria e lì
                                 consumavo da sola i pasti che mi offrivano. Una volta al giorno
                                 parlavo dietro la grata del parlatorio con una di loro, e non ricordo
                                 bene come ma, a una qualche distanza, prendevo parte anche alle
                                 loro preghiere. Ogni tanto dalla finestra della mia camera sbirciavo
                                 nel chiostro, dove alcune di loro sedute all’ombra, e in mezzo al fri-
                                 nire delle cicale, facevano lavori di cucito. Ogni tanto uscivo, face-
                                 vo due passi in quell’incantevole borgo medievale dominato dalla
                                 Rocca Fregoso, mi sporgevo sulla vallata verso il mare, verso Rimi-
                                 ni, dove le amiche mi avevano invitato a raggiungerle, e pensavo a
                                 quello che probabilmente stavano facendo: spiaggia, gelati, discote-
                                 che, interminabili passeggiate sul lungomare a guardare e farsi
                                 guardare dai ragazzi.
                                    Cosa stavo cercando in tanta solitudine? Non avevo vocazione
                                 per la vita claustrale, ma frequentare i francescani mi aveva messo a
                                 contatto con un’idea di povertà, semplicità e parità fra uomini e
                                 donne che mi disincagliava da molti dei contorcimenti dell’adole-
                                 scenza. In quella stanza spoglia trovai un’essenzialità alla quale an-
                                 cora oggi ritorno, di tanto in tanto. Avevo incontrato l’ordine fran-
                                 cescano più o meno alla stessa età di quando santa Chiara lasciò la
                                 casa paterna e raggiunse, nel 1211, san Francesco che dimorava in
                                 una capanna ai piedi di Assisi. Dicono che a fare da tramite tra i
                                 due sia stato frate Rufino, cugino di Chiara e tra i primi seguaci di
                                 Francesco. Già nel 1209 Chiara mandava a comprare carne per i fra-
Giotto, «Saluto di santa         ti che stavano restaurando la Porziuncola. La preoccupazione da
Chiara e delle sue compagne      parte di Chiara per la salute fisica di Francesco mi ha sempre com-
a san Francesco»,                mossa, così come il fatto che si sia lasciata tagliare i capelli da lui: è
tra il 1295-1299,                un gesto di grande intimità, di abbandono. Nel loro rapporto, co-
Basilica superiore di Assisi.    me in quello che ebbero con i loro fratelli e sorelle, l’attenzione al
Sotto, Piero della Francesca     corpo, la cura, sono sempre presenti.
«Santa Chiara d’Assisi»             Riesco a immaginare molto bene la ragazza di diciotto anni, cre-
tra il 1460 e il 1470            sciuta nella devozione — la Leggenda dice che da bambina contasse
particolare del Polittico        sassolini per ogni preghiera recitata e mettesse da parte cibo dal
di sant’Antonio, Galleria        proprio piatto per i poveri — giunta all’età da marito, ribellarsi a un
nazionale dell’Umbria, Perugia   destino sociale segnato e non scelto e compiere un gesto di rottura.

                                                                                17   D ONNE CHIESA MOND O
A quell’età si è poco inclini ai compromessi, si è attratti invece dalle
                            cose estreme perché conferiscono identità, quando ancora non si ha
                            un posto nel mondo, forse solo una stanza interiore in cui rifugiarsi.
                            Eppure la fuga di Chiara dalla protezione e dalle costrizioni della
                            sua aristocratica famiglia — il padre era il conte Favarone di Offre-
                            duccio degli Scifi e anche la madre, Ortolana Fiumi, era nobile —
                            non è solo un atto di rivolta giovanile. Chiara sapeva bene a cosa
                            andava incontro: «Come epsa audì che sancto Francesco haveva
                            electa la via della povertà, propuse nel suo cuore de fare ancho lei
                            quello medesimo», dirà il famiglio Giovanni di Vettuta, al processo
                            di canonizzazione della santa. Alla povertà sarà sempre fedele, ne
                            richiederà il singolare privilegio a papa Innocenzo terzo nel 1216,
       Mi sono chiesta
                            quando la forma di vita di quel gruppo di donne, che con lei si era
      perché la povertà     installato in San Damiano, doveva apparire irrituale e troppo fuori
                            dagli schemi alle gerarchie ecclesiastiche, che avrebbero preferito si
              agli occhi
                            adeguassero alle norme benedettine dei conventi femminili dotati
 di Chiara e Francesco      di proprietà e rendite. Ma Chiara fu irremovibile sulla scelta di non
                            possedere nulla. Innamorata e convinta di quel progetto di fratres
  fosse così importante.
                            minores et sorores minores, da cui il vescovo di San Giovanni in Acri,
           Il fatto è che   Giacomo di Vitry, passando per Assisi, era stato colpito tanto da
                            parlarne in una lunga lettera. Era il 1216, Francesco attirava sempre
è rivoluzionaria, mette     più seguaci e Chiara, con le sue prime consorelle, probabilmente vi-
in discussione il potere    veva in modo non tanto diverso dai frati: curando gli ammalati,
                            prestando soccorso ai bisognosi, nella povertà più assoluta, in sfida
         fra gli uomini     alle convenzioni di quanto era consentito a una donna: perfino il
         e le ingiustizie   miracolo della moltiplicazione del pane per le sue sorelle affamate
                            ci dice quanto Chiara si sentisse pari a qualsiasi altro uomo nell’i-
   della società. Vivere    mitazione di Cristo.
          a piedi nudi,        Chiara e Francesco appartenevano ai privilegiati, in una società
                            dove le differenze erano violente. Ugualmente aristocratici o bene-
        letteralmente, è    stanti furono i loro primi seguaci, frati e sorelle sensibili all’ingiu-
           difficilissimo   stizia e convinti che applicando il vangelo avrebbero posto rimedio
                            alle disuguaglianze che tenevano alla larga mendicanti, lebbrosi e
                            infermi dai palazzi in cui loro stessi avevano abitato, dalle strade ri-
                            spettabili della città. Si era dovuto parlare parecchio, ad Assisi, del
                            momento in cui davanti al vescovo Guido, Francesco aveva restitui-
                            to denari e vestiti al padre, ricchissimo mercante, che invano aveva
                            coltivato per il figlio l’ambizione che diventasse cavaliere. All’epoca
                            Chiara era una ragazzina. Nell’arco dei cinque anni successivi ma-
                            turò la decisione di seguire l’esempio di quel giovane uomo che, da
                            dissipatore e gaudente, aveva provato con l’esempio che si poteva
                            vivere del proprio lavoro e di elemosina, senza mai accumulare de-

D ONNE CHIESA MONDO   18
Alessandra Sarchi
                                                       (foto di Alfredo Cioni)

naro e beni. Proviamo a immaginare: andarsene da una casa protet-
ta e riscaldata, fornita di cibo scelto, bei vestiti, gioielli, ornamenti e
                                                                                 L’autrice
servitù, per vivere nell’incertezza, nell’indigenza, nel servizio al
prossimo. Questa era in concreto la povertà. Mi sono chiesta per-                Nata a Reggio Emilia
ché agli occhi di Chiara e Francesco fosse così importante. Il fatto è           nel 1971, vive a Bologna.
che la povertà è rivoluzionaria, mette in discussione il potere fra gli          Ha pubblicato i racconti
uomini e le ingiustizie della società. Vivere a piedi nudi, letteral-            Segni sottili e clandestini
mente, è difficilissimo. Ma quanta liberazione nel ritornare creatu-             (Diabasis 2008) e, per
re, non persone storicamente determinate e limitate. Come spo-                   Einaudi Stile Libero,
gliarsi degli abiti in un prato o immergersi nudi in acqua. Ma non è             i romanzi Violazione (2012),
sempre estate né primavera, e con la durezza, in maniera diversa,                vincitore del premio
Chiara e Francesco dovettero fare i conti, sopportando la malattia,              Paolo Volponi, opera
l’immobilità, la sconfitta: il legame tra i fratres e le sorores minores ven-    prima; L’amore normale
ne allentato il più possibile dalle gerarchie, la regola dell’uno e del-         (2014), La notte ha la mia
l’altra dovette adeguarsi a obblighi che loro non avrebbero voluto.              voce (2017), vincitore
Chiara pronta a partire per il Marocco intorno al 1220, in soccorso              dei premi Mondello
a frati che venivano martirizzati, auspicava per sé e per le sorelle             e Wondy e finalista
una vita di rigida clausura? Non sembrerebbe. Vi erano monache                   Campiello, Il dono di
che prestavano regolare servizio fuori dal monastero ed erano di-                Antonia (2020). Del 2019
spensate dai digiuni, dal camminare scalze, dall’obbligo di silenzio.            è il saggio La felicità delle
La clausura sarà un’imposizione papale. Così come la regola bolla-               immagini il peso delle parole.
ta ottenuta da Francesco nel 1223 non solo recideva il legame con le             Cinque esercizi di lettura su
sorores, ma vedeva perdere d’importanza la povertà, la cura dei leb-             Moravia, Volponi, Pasolini,
brosi, la predicazione pacifica agli infedeli che per il Santo erano             Calvino, Celati (Bompiani).
state capitali. I loro ideali assoluti furono in gran parte ridimensio-
nati.
    Ma conservarono la gioia. Ormai cieco, Francesco trascorse un
lungo periodo in San Damiano, e lì, vicino a Chiara, finì di com-
porre il Cantico delle creature, una lode piena di innamoramento per
il creato. Nei ventisette anni che gli sopravvisse, Chiara non perse
la luce della loro fede, e della loro forma di vita. Scrisse e riuscì a
far approvare una sua regola, fatto eccezionale per una donna.
    Nel corso della sua esistenza, Chiara ebbe delle visioni. Quella
riportata da suor Filippa, al processo di canonizzazione, ci ha con-
segnato un’inversione di ruoli conturbante: Francesco allatta Chia-
ra al seno e quel latte diventa oro nelle mani di lei. «Li pareva che
fusse oro così chiaro e lucido, che ce se vedeva tucta come quasi in
uno specchio». È un’immagine potentissima del loro scambio spi-
rituale, che passa ancora una volta attraverso un atto fisico, una
corporeità in cui maschile e femminile vengono ribaltati, e questo
mi pare un segno altrettanto forte della loro idea di parità e frater-
nità.

                                                                                 19    D ONNE CHIESA MOND O
PASSIONI

Storia d’amore
 e di teologia
Abelardo ed Eloisa un rapporto
       totale che diventa
 anche intellettuale e spirituale
            di ADRIANA VALERIO*                         da Abelardo che, in quanto chierico, non vuole

«A
                                                        compromettere la sua posizione accademica,
                           l suo signore, anzi pa-      non attutisce la rabbia dei famigliari di Eloisa i
                           dre, al suo sposo, anzi      quali, sicuri che il filosofo non voglia prendersi
                           fratello; la sua ancella,    le dovute responsabilità nei confronti della don-
                           anzi figlia, la sua sposa,   na e del bambino, per vendicarsi, di notte, con
                           anzi sorella: ad Abelar-     un’azione punitiva, lo fanno evirare. Abelardo,
do Eloisa». L’inizio di questa prima lettera che        disperato, si rifugia presso l’Abbazia di Saint-
Eloisa scrive ad Abelardo dopo anni di distacco         Denis, dove diventa monaco benedettino; Eloi-
doloroso rende adeguatamente la condizione              sa è spinta a ritirarsi nel monastero di Argen-
esistenziale e psicologica di questa coppia pas-        teuil. Lui si dedica allo studio e all’insegnamen-
sata alla storia come prototipo di amore infelice       to della teologia, non senza conflitti con monaci
per le passioni e la drammaticità degli avveni-         e studiosi. Lei, divenuta badessa del monastero
menti di cui furono protagonisti. Quando si in-         del Paracleto, inizia a condurre una vita di pre-
contrano a Parigi, intorno al 1117, lui aveva quasi     ghiera e meditazione. Per dieci lunghi anni non
40 anni, lei 17; lui al culmine della notorietà co-     si incontrano, ma la notizia di pericoli che stava
me filosofo, lei conosciuta per la sua intelligen-      attraversando Abelardo spinge Eloisa a scriver-
za ed erudizione. Desta soprattutto meraviglia          gli per avere sue notizie. Nasce così un intenso
nell’ambiente parigino del tempo che una gio-           Epistolario che consente di conoscere più in
vane donna intraprenda lo studio della filosofia        profondità il loro rapporto umano e spirituale.
e della teologia, al di fuori delle mura rassicu-       Entrambi, infatti, attraverso la separazione,
ranti di un monastero. E questo stupore, misto          hanno avuto modo di elaborare il proprio dolo-
ad ammirazione e attrazione, prende anche il            re ed ora, a distanza di anni, sono in grado di ri-
maestro Abelardo che si innamora dell’allieva —         costruire un legame non più fondato sulla sog-
che «aveva tutto ciò che più seduce gli amanti»,        gezione della discepola verso il proprio maestro
confesserà —, iniziando con lei una relazione           o sulla passione amorosa, ma sulla reciproca sti-
clandestina culminata con la nascita di un fi-          ma che li aiuta a sentirsi uniti in una intensa tra-
glio, Astrolabio. Il matrimonio segreto, voluto         ma di collaborazione che li agevola a riconosce-

D ONNE CHIESA MONDO   20
La tomba di Abelardo ed Eloisa
                                                        nel cimitero del Pere-Lachaise, Parigi

                                                            scrupolosa, gli pone ben 42 questioni esegeti-
                                                            che per una più retta comprensione della Bibbia
                                                            e, conseguentemente, per una sua diversa appli-
                                                            cazione nelle scelte etiche che la vita reale com-
                                                            portava. L’unità della vocazione cristiana, la
                                                            positività dell’esperienza matrimoniale, la cen-
                                                            tralità della coscienza etica, fondamento di ogni
                                                            azione, e l’attenzione alla persona umana consi-
                                                            derata nella sua specifica individualità, sono,
                                                            infatti, maturate in Eloisa dialogando con Abe-
                                                            lardo e meditando sulla Bibbia, per la quale
                                                            mostra di possedere conoscenza e senso critico.
                                                            In modo particolare e in considerazione del
                                                            proprio essere donna, Eloisa sente fortemente
re se stessi e a raggiungere la pace interiore.
Abelardo, con la sua cultura, aiuta Eloisa e le
monache del convento a dare valore alla loro
identità femminile tracciando la storia del ruolo            Le 42 questioni esegetiche che lei gli pone
positivo esercitato dalle donne nella Bibbia e                     per la comprensione sulla Bibbia.
nella storia della Chiesa. Eloisa, da parte sua,
testimonia ad Abelardo, celebre maestro di mo-                     E la sua polemica con la Regola
rale, la propria autonomia di coscienza che l’a-                  benedettina pensata per gli uomini
veva portata a scelte coraggiose, a vivere con ab-
negazione un amore disinteressato e a mettere
in pratica quell’etica dell’intenzionalità teoriz-
zata dal filosofo, da lei trasformata in etica della
responsabilità. Anche per lei, infatti, il significa-       l’esigenza di una norma di vita monastica fina-
to morale di un’azione sta non nel comporta-                lizzata alle peculiarità del sesso femminile; per
mento esteriore, ma nell’intenzione che muove               questo polemizza aspramente con un mondo
chi agisce e che rivela il valore essenziale dell’a-        religioso maschile e in modo particolare con la
zione: «Bisogna valutare attentamente non le                Regola benedettina, pensata e fissata per gli uo-
cose che facciamo, ma l’animo con cui le faccia-            mini, che spesso mortifica la persona in nome di
mo». Questo le consente di elevare il suo grido             una norma oggettiva ed esterna.
di dolore nel rivendicare la legittimità della sua              Abelardo muore il 21 aprile 1142. Eloisa gli
passione per lui, non scaturita dal peccato, ma             sopravvive ancora ventidue anni. Nel 1792 i resti
ispirata dall’amore e che le fa affermare, para-            di entrambi sono stati uniti perché fossero ri-
dossalmente: «Io che ho molto peccato sono                  congiunti almeno nella morte. Nel 1817 la tom-
completamente innocente». Il peccato si dissol-             ba è stata sistemata nel cimitero del Père La-
ve di fronte alla verità dell’amore.                        chaise di Parigi.
   Abelardo raccomanda che Eloisa e le conso-
relle imparino l’ebraico e il greco per capire la           * Storica e teologa, docente di Storia del Cristianesimo
Sacra Scrittura. Ed Eloisa, studiosa matura e               e delle Chiese all’Università Federico II di Napoli

                                                                                        21   D ONNE CHIESA MOND O
Noël Hallé, “ San Francesco di Sales dona a
                                                                          santa Giovanna di Chantal la regola
                                                                      dell’ordine della Visitazione”, XVIII secolo,
                                                                             Chiesa Saint-Louis-en-l'Île, Parigi

      ANIME ELETTE

               di ELISA CALESSI
                                                        La forza sociale
L
              ei è “forte”, “energica”, “con qualcosa
              di maschio che fa stupire in una don-
              na”. Lui ha una sensibilità spiccata,
              capace di grande tenerezza, ma anche
                                                         dell’amicizia
              “franco” e maestro a ”indovinare le
anime”. Tanto lei è impaziente, quanto lui sa (e
chiede di) aspettare. «Badate» la avverte in una
                                                             Giovanna di Chantal
lettera «a non essere impaziente, altrimenti ne ri-
caverete un filo pieno di nodi e rivestirete molto
                                                             e Francesco di Sales
male il vostro fuso». Due caratteri opposti: così
monsignor Emilio Bougad, vescovo di Laval, nei          educa le anime che a lui si affidano: la “libertà di
suoi due volumi pubblicati a fine Ottocento sulla       spirito”, condizione del piacere a Dio. «Sia detto
storia della baronessa di Chantal, descrive santa       una volta per sempre», scrive a Giovanna in una
Giovanna Francesca e san Francesco di Sales, cop-       delle prime lettere, «sì, Dio mi ha dato a voi, vo-
pia celebre nella spiritualità del Seicento, non solo   glio dire che mi vi ha dato in un modo unico, in-
francese. Perfino il loro stile è opposto: ricco di     tero, irrevocabile».
“immagini” quello di lui, “serrato, senza colori”           La baronessa di Chantal nasce a Digione il 23
quello di lei. Dentro questa diversità naturale         gennaio 1572 in una famiglia della nobiltà borgo-
scocca la scintilla di un’amicizia straordinaria, che   gnona. Suo padre è Benigno Frémyot, membro
durerà tutta la vita. Non solo perché tra due santi.    del Parlamento di Digione, la madre, Margherita
Ma perché diventa collaborazione tra un uomo e          di Barbisey, muore quando Giovanna è piccolissi-
una donna, legati a un rapporto di paternità e fi-      ma. Anche Francesco, nato nel 1567 in Savoia, vie-
gliolanza, ma anche fraternità, da cui nascerà un       ne da una famiglia nobile. Quando si incontrano
nuovo ordine religioso, l’Ordine della Visitazione      Giovanna ha 29 anni e da quattro anni è vedova.
di Santa Maria.                                         Il marito, Cristoforo II, barone di Chantal, è mor-
    La storia di questo rapporto è contenuta nelle      to in un incidente di caccia lasciandola con 4 figli:
centinaia di lettere che Francesco e Giovanna si        il più grande ha cinque anni, la più piccola pochi
scambiano per tutta la vita, di cui purtroppo sono      mesi. Desidera una guida spirituale, qualcuno a
rimaste solo le prime: la maggior parte sono state      cui affidare i tormenti che vive. Un giorno, men-
distrutte per prudenza proprio da Giovanna do-          tre cavalca, ha una visione: vede un uomo che so-
po la morte di Francesco, pensando a come le ma-        miglia a un vescovo. Dentro di sé una voce le dice
lelingue avrebbero potuto leggere le loro parole e      che è la guida che ha chiesto a Dio. Ma è un so-
i loro pensieri fuori dal contesto in cui erano stati   gno. L’immagine intravista nella visione diventa
scritti. Epistolario eccezionale innanzitutto per la    realtà il 5 marzo del 1604. Giovanna si trova a Di-
profondità dello scambio, che raccoglie tutte le        gione, dove il padre l’ha invitata perché sa che ar-
sfumature dell’umano, dal dolore alla tenerezza,        riverà il vescovo di Ginevra, Francesco di Sales, di
dalla preoccupazione alla gioia. Con una libertà,       cui tanto si parla. Giovanna assiste a una sua
perfino audacia, che in un primo momento può            omelia per la Quaresima. Ne rimane folgorata.
stupire. Fino a quando non ci si accorge che è il       Determinata com’è, cerca di incontrarlo ancora.
frutto del principale insegnamento a cui il santo       Ci riesce, ma sempre con altri. Allora supplica il

D ONNE CHIESA MONDO    22
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