CSV FC - ASSIPROV Lunedì, 06 maggio 2019

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 06/05/2019 Prima Pagina
 Corriere di Romagna (ed. Forlì-Cesena)                                                                                            1
 06/05/2019 Prima Pagina
 Il Resto del Carlino (ed. Forlì)                                                                                                  2
 06/05/2019 Prima Pagina
 Il Resto del Carlino (ed. Cesena)                                                                                                 3
csv e scenario locale
 06/05/2019 Corriere di Romagna (ed. Forlì-Cesena) Pagina 12                                       GIAN PAOLO CASTAGNOLI
 Numeri da grande azienda per Asp con missioni sociali a tutto campo                                                               4
 06/05/2019 Corriere di Romagna (ed. Forlì-Cesena) Pagina 57
 Per cosa viene usato il 5 per mille destinato al Comune di Imola                                                                  6
 06/05/2019 Il Resto del Carlino (ed. Forlì) Pagina 21
 Tutti a Macerata per curare il parco                                                                                              7
 06/05/2019 Il Resto del Carlino (ed. Forlì) Pagina 32
 Misericordia, due sezioni uniscono forze e risorse «Cerchiamo...                                                                  8
 06/05/2019 Il Resto del Carlino (ed. Forlì) Pagina 34
 Addio a Lorenzo Bigucci, protagonista nello sport e nel sociale                                                                   10
 06/05/2019 Il Resto del Carlino (ed. Forlì) Pagina 65
 Panettoni, satelliti e abbigliamento La carica delle cento società...                                                             11
volontariato
 06/05/2019 Corriere della Sera Pagina 1                                                        ISABELLA BOSSI FEDRIGOTTI
 Se Il giudice sostituisce i genitori                                                                                              13
 06/05/2019 Corriere della Sera Pagina 7                                                                       SARA BETTONI
 UNA RINASCITA CHIAMATA ROB DE MATT                                                                                                14
 06/05/2019 Corriere della Sera Pagina 10
 «La mia vernice combatte lo smog e salva il pianeta»                                                                              16
 06/05/2019 Corriere della Sera Pagina 24                                                                    PAOLO FOSCHINI
 Viaggio nella Calabria in cerca di riscatto                                                                                       18
 06/05/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 4                                                                             Valentina Melis
 CARENZA EDUCATIVA, QUELLA GABBIA CHE PASSA DAI GENITORI AI FIGLI                                                                  20
 06/05/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 5
 Allo sport il contributo destinato dai più ricchi                                                                                 22
 06/05/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 5                                               Pagina a cura diMichela FinizioValentina Melis
 Tornano i tagli al cinque per mille: 9 milioni in meno                                                                            24
 06/05/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 10
 Lexellent investe nel terzo settore                                                                                               26
 06/05/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 11
 Terzo settore, lo statutova adeguato entro...                                                                                     27
 06/05/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 11
 Onlus non iscritta al Registro:patrimonio da devolvere                                                                            28
 06/05/2019 Italia Oggi Sette Pagina 206                                                                   MARZIA PAOLUCCI
 Una stretta di mano                                                                                                               29
 06/05/2019 La Repubblica Pagina 3                                                                    SALVATORE GIUFFRIDA
 Assistenza ai migranti negata a rischio 1.860 posti di lavoro                                                                     31
 06/05/2019 La Repubblica Pagina 3
 Il direttore della Caritas "Così creiamo fantasmi"                                                                                33
 06/05/2019 La Repubblica Pagina 3                                                                             MARCO LODOLI
 IL PANE E LE PAROLE LA CULTURA SERVE ALL' INTEGRAZIONE                                                                            34
 06/05/2019 La Repubblica Pagina 8                                                  ALESSIA CANDITO FRANCESCO MERLO
 Riace, dove l' Italia processa se stessa                                                                                          36
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                        Cesena)
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  Numeri da grande azienda per Asp con missioni
  sociali a tutto campo
  Valore della produzione di 12 milioni e oltre duecento addetti in servizio Rette ferme
  attorno a 2,6 milioni

  CESENA I numeri sono quelli di una grande
  azienda. Però si tratta una realtà pubblica, che
  ha come unici soci il Comune di Cesena, con
  una quota dell' 84,2%, e gli altri cinque
  Comuni dell' Unione Valle Savio: Mercato
  Saraceno, che con il 9,6% è il secondo ente di
  maggior peso, e poi Bagno di Romagna,
  Sarsina,Verghereto e Montiano.
  Con unvalore della produzione che l' anno
  scorso ha sfiorato 12 milioni di euro, entrate
  superiori a 700.000 euro annui grazie avari
  affitti, un personale che ha raggiunto alla fine
  del 2018 le 204 unità e un Piano investimenti
  da 633.000 euro nell' anno in corso, l' Asp è un
  colosso che opera in un settore fondamentale
  per i cittadini: l' erogazione di servizi, in
  particolare quelli rivolti alle fasce più fragili
  della popolazione. A cominciare dall'
  inserimento di anziani non autosufficienti in
  strutture residenziali o in centri diurni e dall'
  assistenza domiciliare. Ma l' Azienda pubblica
  di Servizi alla Persona del Distretto Cesena -
  Valle Savio si occupa anche di sostegno alle
  famiglie e ai minori, di attività culturali, di
  servizi per giovali e per immigrati, di
  marginalità sociale, di prevenzione nel campo
  della salute, di educazione e scuola, di
  inserimento lavorativo di categorie
  svantaggiate. Oltre, ovviamente, al lavoro
  amministrativo che svolge, inclusala gestione
  di un patrimonio non indifferente, che è essenziale per alimentare una parte di tutte queste preziose
  prestazioni sociali.
  Di recente una presentazione dei bilanci e dell' attività svolta dall' azienda pubblica, attiva dal 2009 e
  guidata da Alen Balzoni, è stata fatta nel corso di una seduta della prima commissione consiliare,
  presieduta da Stefano Spinelli.
  Bilanci da oltre 10 milioni Il preventivo 2019 prevede che il valore della produzione sfiorerà 10,5 milioni
  e i costi complessivi si aggireranno attorno ai 10 milioni. Sono cifre un po' più basse rispetto al
  preconsuntivo 2018, ma bisogna tenere conto che l' atto di programmazione economi canon include i
  costi capitalizzati e i relativi ammortamenti, a differenza del resoconto. Quindi quei dati non vanno presi

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                                                   csv e scenario locale

  Per cosa viene usato il 5 per mille destinato al
  Comune di Imola
  IMOLA Anche quest' anno, come avviene dal
  2006, i cittadini imolesi potranno destinarlo all'
  Ente locale il 5 per mille al comune, per
  sostenere le attività in campo sociale Il 5 per
  mille può infatti essere destinato anche al
  proprio Comune di residenza, oltre che ad
  associazioni, università, enti di ricerca. Il Comu
  ne utilizzerà le risorse che riceverà dai propri
  cittadini attraverso il 5 per mille per sostenere,
  potenziare ed eventualmente ampliare le
  attività che già oggi svolge in campo sociale.
  Come sono state utilizzate le risorse del
  5xmille degli ultimi anni?A partire dall' anno di
  imposta 2011, relativo alla dichiarazione dei
  redditi del 2012, ecco quanti soldi sono arrivati
  al Comune di Imola dai cittadini residenti
  grazie al 5xmille e come sono stati utilizzati.
  Nel 2014 al Comune sono stati trasferiti dal
  Ministero dell' Interno euro 20.619,70 destinati
  ad attività di sostegno al reddito per adulti con
  difficoltà personali attraverso progetti
  personalizzati di volontariato. Nel 2015 e nel
  2016 sono stati trasferiti dal Ministero dell'
  Interno rispettivamente euro 20.014,16 e euro
  24.220,52 destinati a contributi integrativi per il
  canone di locazione a favore di nuclei residenti
  nel Comune di Imola.
  Nel 2 0 1 7 sono arrivati 22.883,88 euro
  destinati al sostegno delle attività di
  promozione della genitorialità attraverso la
  realizzazione di pro getti di affido familiare part-time che coinvolgessero minori residenti nel Comune di
  Imola.
  Infine l' anno scorso sono stati trasferiti dal Ministero dell' Interno 21.235,32 euro destinati alle attività di
  inclusione sociale e promozione del welfare e nello specifico a contributi integrativi per il canone di
  locazione a favore di nuclei residenti nel Comune di Imola.

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  L' INIZIATIVA VOLONTARI DALLE MARCHE PER 'FAI BELLA L' ITALIA'

  Tutti a Macerata per curare il parco
  MACERATA UNA VENTINA di volontari della
  Fai Cisl (nella foto), provenienti da tutte le
  Marche, protagonisti contro il degrado a
  Macerata. Obiettivi: ripulire il verde pubblico,
  costruire una nuova staccionata, piantare
  piante e fiori nell' area circostante al bar,
  ridipingere e ripulire l' area con i giochi. Il tutto
  all' interno del Fontescodella, uno dei parchi
  cittadini.
  Si tratta della prima iniziativa, unica nella
  regione, inserita nella giornata nazionale di
  «Fai bella l' Italia», volta alla valorizzazione di
  aree considerate luoghi di esclusione e di
  pericolo, e alla promozione di una gestione
  partecipata dei beni comuni.

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  Misericordia, due sezioni uniscono forze e risorse
  «Cerchiamo volontari»
  Fusione tra i gruppi di Forlì e San Benedetto in Alpe

  di QUINTO CAPPELLI LA MISERICORDIA di
  Forlì e San Benedetto in Alpe sta cercando
  nuovi volontari. La nuova Misericordia è nata
  qualche mese fa dalla fusione delle due
  Misericordie di Forlì e San Benedetto in Alpe,
  la prima sorta nel 2010 e la seconda nel 1973,
  ed è radicata nei due comuni. La nuova
  Misericordia svolge due attività fondamentali: i
  servizi di emergenza/urgenza a San Benedetto
  il sabato, la domenica e festivi (8-20) e di taxi
  sanitario a Forlì dalle 17 alle 20 dal lunedì al
  venerdì, in convenzione con Ausl Romagna; i
  servizi di trasporto sociale per anziani e
  disabili, con 4 pulmini e auto attrezzate a Forlì
  e un' auto nel comune di Portico. In quest'
  ultimo settore, nel 2018 ha svolto più di 4mila
  servizi, percorrendo con i mezzi 80mila km.
  Spiega il governatore Alberto Manni, affiancato
  dai vice Claudia Parrucci a San Benedetto e
  Gilberto Girani a Forlì: «Per soddisfare le
  crescenti richieste di aiuto, che giungono
  ormai quotidianamente, abbiamo bisogno di
  nuovi volontari. Quindi, per coinvolgere la
  popolazione organizziamo un corso gratuito di
  primo soccorso per la formazione di nuovi aspiranti volontari, lanciando un appello a tutti, in particolare
  ai giovani, perché ci diano una mano». Il corso si svolgerà presso la sala polivalente della Fondazione
  Opera Don Pippo, in via Cerchia 101 a Forlì, dal 14 maggio e sarà suddiviso in 6 serate (14-16-21-23-
  28 e 30 maggio), con inizio alle 20.30 (info e iscrizioni: info@misericordiaforli.it, 331.3232547 e
  0543.828252, dal lunedì al venerdì 9-12).
  FRA gli argomenti trattati figurano: comunicazione col 118, tecniche di base di primo soccorso,
  rianimazione cardio-polmonare e tutto ciò che riguarda il soccorso. Ma perché si sono fuse le due
  Misericordie? Risponde il governatore Manni: «Si è voluto dare avvio a un progetto condiviso di unione
  delle Misericordie operative sui due territori, quello montano del Comune di Portico e San Benedetto e
  quello del Comune di Forlì, che permetterà di operare in un' ottica di collaborazione, avendo come
  obiettivo comune la diffusione della cultura della solidarietà e del dono tra le persone dei comuni
  interessati. Insieme avremo l' opportunità di organizzare meglio le risorse disponibili, patrimoniali e
  umane, al fine di salvaguardare la postazione sanitaria nel territorio montano di San Benedetto in Alpe e
  di promuovere, sostenere e sviluppare iniziative volte alla crescita della cultura del volontariato i n
  generale e del trasporto sociale e sanitario in particolare».
  LA SEDE legale e operativa è a San Benedetto in Alpe in via Molino 21, intitolata a Egidia Palli, e la

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                                           Forlì)
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  SANT' ANGELO DI GATTEO EX PRESIDENTE DEL CIRCOLO ACLI E DIRIGENTE
  SPORTIVO

  Addio a Lorenzo Bigucci, protagonista nello sport e
  nel sociale
  CON la morte di Lorenzo Bigucci, avvenuta a
  64 anni, a Meldola nella prima serata di sabato
  4 maggio, scompare a Sant'Angelo di Gatteo
  un personaggio di grande rilievo, che nel
  corso della sua esistenza si è impegnato in
  campo parrocchiale, sociale, sportivo e
  nell'agricoltura (ha avuto incarichi nella
  Coldiretti). Nato e da sempre vissuto a
  Sant'Angelo, lascia la moglie Adele, le figlie
  Jessica e Monica e due nipoti; le esequie
  avranno luogo domani, o alle ore 14,30 nella
  chiesa parrocchiale di Sant'Angelo, dove
  stasera, alle ore 20, sarà celebrata una messa
  dopo il rosario. Bigucci nel 1992 divenne
  presidente del Circolo Acli di Sant'Angelo,
  carica che mantenne fino al 2009; sotto la sua
  presidenza si celebrò con successo, nel 1998,
  il 50° anniversario del circolo Acli che tanta
  parte ha avuto nella storia paesana. E' stato
  anche consigliere e socio della Polisportiva
  Sidermec-F.lli Vitali' e dal 2000 al 2007
  responsabile del settore biliardo boccette; la
  squadra raggiunse l'apice vincendo il
  campionato 2006-07 di serie C, come pure un
  secondo posto al campionato regionale boccette. Fautore di tante iniziative, Bigucci, promosse una
  mostra su Marco Pantani, di cui era appassionato sostenitore; poi fondò e divenne presidente del «Fans
  Club Manuel Belletti» (150 tesserati), ciclista professionista di Sant'Angelo. Memorabile l'evento del
  giugno 2013, presso il campo sportivo antistante la chiesa di Sant'Angelo, dove venne festeggiato
  Belletti, reduce da un Giro d'Italia pieno di soddisfazioni. Molto legato alla sua famiglia e al suo lavoro, è
  riuscito però a dedicare allo sport attivo una parte della sua esistenza. Iniziò la sua esperienza sportiva,
  dalla fine degli anni Settanta per circa sei anni. Dopo molte affermazioni nel ciclocross, passò alle gare
  su strada e in un anno conseguì sei vittorie, nove secondi posti e tanti piazzamenti. Vinse una Rimini S.
  Marino (una classica dell'epoca) con una fuga di otto corridori che staccò tutti nel finale. Edoardo Turci

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  Panettoni, satelliti e abbigliamento La carica delle
  cento società benefit
  MILANO «L' UNICA responsabilità sociale di
  un' azienda è fare profitti», teorizzava il Nobel
  per l' economia Milton Friedman.
  E così è stato. Il mondo è diventato sempre più
  schiavo della finanza e del profitto fine a se
  stesso.
  Manager costantemente affannati sul tapis
  roulant della corsa all' utile da trasformare in
  sostanziosi dividendi per gli azionisti. A un
  certo punto qualcuno ha iniziato ad accorgersi
  che il nostro mondo è sempre più affollato,
  inquinato e a corto di risorse. E allora vip,
  magnati, filantropi, grandi aziende hanno
  pensato di lavarsi la coscienza (e farsi buona
  pubblicità) devolvendo un po' della loro
  ricchezza in 'beneficenza' per il pianeta e la
  società. Allo stesso tempo, spinte da nobili
  obiettivi, sono fiorite molte no profit.
  MA SE INVECE la sostenibilità facesse bene
  anche ai bilanci delle aziende? Su questo
  presupposto sono nate le B Corp, le società
  benefit. Aziende che sviluppano attività
  economiche che hanno effetti positivi sull'
  ambiente, sul territorio, sulle persone, sulla
  comunità.
  Tutto questo, guadagnando. Si tratta di un movimento globale nato in America, dove le Benefit
  Corporation sono state introdotte nel 2010, l' equivalente delle Società Benefit italiane nate come forma
  giuridica nel 2016. Le B Corp però non hanno una forma giuridica specifica, possono essere società
  benefit o anche no. L' importante è che superino il BIA (Benefit Impact Assessment), lo strumento di
  misura ideato dall' ente no profit statunitense B Lab che calcola la sostenibilità e l' impatto positivo di un'
  azienda sull' ambiente, la società e le persone. Sono circa 2.500 nel mondo e oltre 100 in Italia.
  Non c' è un settore particolare, qualunque azienda può ottenere la certificazione B Corp. Si va dai
  sistemi satellitari per lo spazio della D-Orbit, ai panettoni della storica pasticceria veneta Filippi, alla
  design company Nativa fino al noto marchio di abbigliamento Patagonia e ai prodotti cosmetici di
  Davines. «Tra cinque o dieci anni - assicurano - guardando indietro diremo: questo è stato l' inizio di
  una rivoluzione perché il paradigma esistente non funziona più. Questo è il futuro».
  UNA NUOVA forma di capitalismo: aziende che mostrano, in modo assolutamente trasparente, che
  stanno offrendo un contributo alla società, ora e per molte generazioni a venire. Non le stanno togliendo
  qualcosa. Aziende migliori per il mondo e per se stesse nel lungo periodo. Per almeno due motivi.
  Primo: fare il bene del pianeta è un' opportunità di business. Entro il 2030 si stima infatti che il business
  della sostenibilità varrà 12 mila miliardi di dollari e creerà 380 milioni di nuovi posti di lavoro. Già
  adesso i fondi sostenibili hanno ottenuto un rendimento medio annuo del 5,7% negli ultimi tre anni
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  Le pene ai writer

  Se Il giudice sostituisce i genitori
  Si è portati a scommettere che le oltre mille
  ore di lavori socialmente utili assegnate, in
  seguito a patteggiamento, ai tre ragazzi che
  per la durata di due anni si sono, per così dire,
  divertiti a imbrattare con i loro spray le
  carrozze della metropolitana, a volte perfino
  quando erano in movimento, abbiano avuto
  più effetto del risarcimento in denaro (oltre
  ventimila euro) cui sono stati condannati. Per il
  semplice motivo che le multe non toccano a
  loro, ventenni verosimilmente nullatenenti,
  bensì ai genitori: i quali ora saranno infuriati sì,
  e forse anche prodighi di punizioni, ma
  difficilmente davvero educatori visto che l'
  educazione devono averla trascurata prima,
  quando i loro figli per due lunghi anni si
  stavano alacremente allenando nell' arte della
  sia pur piccola criminalità.
  In pratica il magistrato sostituisce, insomma, le
  famiglie con la formula - questa sì, chissà,
  davvero educatrice - della pena alternativa che
  stavolta è consistita in lavoro in una struttura
  per anziani, in altri casi nell' impegno in una
  della tante Onlus attive in città oppure in
  assistenza a portatori di handicap oppure
  ancora in operazioni di pulizia (anche degli
  stessi imbrattamenti dei «writers», come
  amano definirsi).
  E forse sarebbe il caso di ringraziare il giudice
  per la sua fantasia perché non c' è bisogno di scommettere - essendo cosa abbastanza certa - che
  queste attività socialmente utili impediscono derive criminali più gravi cui con tutta probabilità
  porterebbe un periodo di t empo trascorso in carcere.

                                                                               ISABELLA BOSSI FEDRIGOTTI

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  UNA RINASCITA CHIAMATA ROB DE MATT
  «La soddisfazione più grande? Vedere che i
  ragazzi hanno trovato la loro strada».
  I «ragazzi» sono i tirocinanti che arrivano al
  Rob de Matt con un bagaglio pesante sulle
  spalle: persone con disagio psichico, una
  condanna scontata in carcere, migranti in
  difficoltà. Qui a Dergano, in questo
  caffè/ristorante/spazio eventi che ha appena
  compiuto due anni, trovano la possibilità di
  accantonare quelle ingombranti valigie,
  rimboccarsi le maniche e imparare un
  mestiere, o perlomeno reimparare a stare in
  mezzo alla gente. «Siamo un' associazione di
  promozione sociale» spiega Francesco
  Purpura, che gestisce le varie attività insieme
  a Edoardo Todeschini e Tommaso Berta. «I
  tirocini variano dai tre ai sei mesi. A volte sono
  risocializzanti, spesso sono formativi».
  Oggi delle undici persone che compongono lo
  staff, sei sono lavoratori e cinque seguono un
  percorso di questo tipo.
  C' è Abdel, 48 anni, che si muove tra i fornelli,
  il 24enne Davide che gira a servire tra i tavoli,
  Roberto indaffarato in giardino a sistemare le
  aiuole.
  Per qualcuno, il tirocinio si è trasformato in un
  impiego stabile. È il caso di Giada, ragazza
  dell' Est arrivata al Rob de Matt su
  segnalazione di una comunità per donne
  vittime di tratta. «Non aveva esperienze precedenti nella ristorazione - racconta Purpura -, all' inizio
  aveva difficoltà a relazionarsi coi clienti, a parlare con la gente». Viene seguita, migliora. «Dopo tre mesi
  le abbiamo prolungato il periodo di stage, poi c' è stata l' opportunità di assumerla con un contratto a
  tempo determinato, così ha potuto richiedere prendere un permesso di soggiorno». Adesso è caposala
  e fa da tutor ai nuovi arrivati.
  «Ecco, questi momenti mi ripagano di tutta la fatica».
  Perché in via Enrico Annibale Butti, a due passi da viale Jenner, c' è sempre qualcosa da fare tra il bar,
  il ristorante, il giardino di circa 600 metri quadrati. «Siamo aperti dal martedì alla domenica, dalle dieci
  all' una di notte». Oltre alla ristorazione lo staff si occupa di eventi, mostre, progetti di scambio con i
  residenti. «I giovani danno una mano ai meno giovani nella coltivazione degli orti. Il tessuto sociale del
  quartiere è molto interessante, ultimamente si stanno trasferendo qui tante coppie con bambini piccoli.
  E anche i clienti hanno particolare attenzione verso la nostra attività». Chi bussa alla porta in cerca di
  una birra o un piatto caldo sa che in questi spazi si lavora con diversi obiettivi.
  «C' è chi chiede notizie di un tirocinante che ha finito l' esperienza ed è andato altrove, chi porta
  pazienza nell' aspettare di essere servito perché sa che il cameriere è alle prime armi». E i «ragazzi»
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  «La mia vernice combatte lo smog e salva il pianeta»
  «I geni sono come i temporali. Vanno contro il
  vento, terrorizzano la gente, purificano l' aria».
  Osava dire Kierkegaard, ribelle dalla sua
  educazione pietista.
  Chi è oggi il genio? Non più solo colui che
  pensa, realizza e fa qualcosa che esula dall'
  ordinario, ma chi oltre a questo, migliora la vita
  delle persone e contribuisce alla
  sopravvivenza del nostro pianeta. Perché di
  sopravvivenza si parla.
  L' inquinamento provoca più di un quarto delle
  malattie e delle morti nel mondo (dati Onu),
  oltre a compromettere i delicatissimi equilibri
  atmosferici e sciogliere i ghiacciai.
  Il «genio» in un contesto di questo tipo,
  fornisce una soluzione. «Ho iniziato a pensare
  alla mia idea venti anni fa. Venendo dal settore
  edilizio, il mio primo scopo era di produrre una
  vernice senza derivati dal petrolio», racconta
  Massimo Bernardoni, bolognese, inventore di
  Airlite.
  «Nel 2005 sono riuscito a produrre il primo
  "prototipo" della tintura ecologica» e da lì, è
  stato tutto in discesa. Cos' è oggi Airlite? Una
  vernice, brevettata, da interni e da esterni, con
  alcune peculiari caratteristiche rispetto alle
  tinture tradizionali: oltre a essere totalmente
  ecologica, è in grado di eliminare quasi ogni
  batterio presente nell' aria (fino al 99%),
  ridurre gli agenti inquinanti come l' ossido di azoto (NOx) rendendo l' aria più pulita, abbassare
  efficacemente la quantità di calore solare assorbita dagli edifici (con un taglio dei costi energetici fino al
  50%), dissolvere i legami tra le molecole degli odori, riducendoli, e impedire alle muffe e allo sporco di
  depositarsi sulle pareti. «Airlite è un semi conduttore che utilizza la luce per trasformare gli inquinanti in
  molecole di sale a base di calcio, non fa altro che toglierli dall' aria e fissarli sulla parete», spiega il suo
  inventore. In pratica è una vernice in polvere, inodore, a cui, aggiungendo dell' acqua contenente
  biossido di titanio in grado di attivarsi a contatto con la luce (sia naturale che artificiale), trasforma
  agenti inquinanti come ossidi di azoto e zolfo, benzene, formaldeide e monossido di carbonio in
  molecole di sale, eliminandoli dall' aria che respiriamo.
  Un' innovazione tecnologica in un prodotto comune. È sufficiente pensare che 100 mq di edificio con
  tintura Airlite equivalgono a un bosco di altrettanti ettari in termini di pulizia dell' aria. «Molti mi hanno
  deriso: nei primi anni Duemila, quando studiavo e presentavo i primi prototipi, paragonavano il mio
  prodotto al tubo Tucker [per chi non lo ricordasse, una truffa milionaria basata su un dispositivo che
  avrebbe dovuto ridurre notevolmente i consumi energetici e le emissioni inquinanti delle caldaie, ndr ]
  ma non li biasimo, anche io all' inizio facevo fatica a crederci». Di sfide, Massimo, co-fondatore insieme
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  Viaggio nella Calabria in cerca di riscatto
  Storie e personaggi del Terzo settore che in due anni è cresciuto del 5,6%

  «A ncora oggi non ho capito cosa fa un prete»,
  ripete spesso il prete Giacomo Panizza: forse
  perché se uno decide di farlo in Calabria -
  come questo bresciano che 43 anni fa ci andò
  apposta, quasi prima che a dir messa, per
  fondare la sua comunità Progetto Sud - di roba
  da fare ce n' è così tanta che non è facile
  scegliere. Eppure proprio qui, dove la
  'ndrangheta resta tuttora fortissima e la
  disoccupazione è il triplo della media europea,
  proprio qui è importante raccontare l' opera e
  la testimonianza degli «altri modelli».
  Gente come don Giacomo, l' ex
  metalmeccanico che dopo un avvio dedicato a
  disabili e disagiati fu il primo a denunciare i
  clan a Lamezia Terme e proprio in uno stabile
  sequestrato alle 'ndrine fissò uno dei suoi
  centri di riabilitazione. Ma anche gente come
  Santo Vazzano, presidente del consorzio Jobel
  di Crotone che si occupa di soggetti deboli
  nelle forme più disparate; come Vincenzo
  Linarello che con la cooperativa sociale Goel
  sta dando lavoro a un pezzo sempre più
  esteso di Locride; come suor Michela
  Marchetti che con l' altra cooperativa Noemi
  evoca l' immagine del telaio e della necessità
  di «tessere reti» contro le «trame»; e Mario
  Nasone che a Reggio Calabria da una parte
  coordina il lavoro di Libera contro le mafie e
  dall' altra porta avanti quello avviato da don Italo Calabrò con il Centro comunitario Agape. E ancora:
  presenze come quella di un sindaco che a San Lorenzo Bellizzi, in provincia di Cosenza, riesce a
  tagliare le tasse grazie ai pannelli fotovoltaici; o la neuroscienziata Amalia Bruni che qui e non altrove
  conduce le sue innovative ricerche sull' Alzheimer; o le stesse montagne della Sila o dell' Aspromonte,
  per decenni abituate a essere materia di cronaca solo accanto alla parola «sequestri», ora parchi
  naturali con un futuro tutto da progettare.
  Ecco, è per raccontare (anche) questa parte di Calabria che Buone Notizie - l' inserto settimanale del
  Corriere in edicola gratis domani come ogni martedì con il quotidiano - ha scelto Lamezia Terme come
  terza tappa del viaggio iniziato due mesi fa attraverso l' Italia del bene: tappa organizzata in
  collaborazione con i Centri servizi volontariato d e l l a C a l a b r i a , F o n d a z i o n e C o n i l S u d e
  Confcooperative.
  A parlarne domani, a partire dalle 18 nella Sala Napolitano del Palazzo municipale, saranno diversi dei
  personaggi fin qui nominati, da don Panizza alla professoressa Bruni, da Nasone a Vazzano. E altri

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  IL RAPPORTO DELL' ISTITUTO TONIOLO

  CARENZA EDUCATIVA, QUELLA GABBIA CHE
  PASSA DAI GENITORI AI FIGLI
  I giovani non impiegati né nello studio né nel lavoro (Neet) in
  Italia sono 3,3 milioni e hanno un costo annuale di 32 miliardi.
  Per numero assoluto, è la platea più vasta tra i Paesi della
  Ue. Il gruppo più fragile, all' interno di questa schiera di
  ragazzi, è rappresentato da 580mila persone fra 18 e 24 anni
  che non hanno né un diploma, né una qualifica professionale.
  Nel linguaggio delle statistiche europee si chiamano early
  school leavers (Esl): in pratica sono coloro che sono usciti dal
  circuito scolastico senza avere acquisito una qualifica o un
  diploma. Sette su dieci hanno una carriera scolastica in linea
  con quella del padre e della madre. L' indicazione emerge
  dal Rapporto Giovani 2019 dell' Istituto Giuseppe Toniolo.
  Dai dati dell' edizione 2019 del rapporto sui giovani dell'
  Istituto Giuseppe Toniolo emerge la forte incidenza del
  capitale culturale della famiglie di origine sulla carriera
  scolastica dei giovani. In pratica, la scuola in questi anni non
  è riuscita a compensare il gap di dotazione culturale delle
  famiglie. Il rischio è quello che la spirale della povertà
  educativa si perpetui dai padri ai figli, traducendosi per i
  giovani in un rischio di marginalità lavorativa e sociale. Nel
  2012, il 78% dei giovani non diplomati fra 18 e 30 anni aveva
  un padre (e una madre) con titolo di studio inferiore al
  diploma o alla qualifica. Questa percentuale è passata al 68%
  nel 2016.
  Tra l' altro, mentre un tempo, soprattutto in alcune regioni, l'
  abbandono degli studi era legato a un ingresso precoce nel
  lavoro, quindi si lasciava la scuola perché c' era la possibilità
  di un impiego, questa possibilità si è assottigliata, negli anni,
  per i giovani senza diploma. Tra il 2012 e il 2016 il livello di
  inserimento lavorativo dei giovani senza un titolo secondario
  superiore si è sensibilmente ridotto: nel 2016 risultava
  occupato il 42,5%, contro il 59,5% del 2012 (si veda il grafico
  a fianco). La diffusione del fenomeno dei Neet aumenta tra i
  giovani senza diploma, anche se un titolo di studio più
  elevato non è un fattore di protezione decisivo.
  Per coloro che trovano un lavoro, poi, avere un titolo di studio
  più basso espone al rischio di forme contrattuali più irregolari
  e meno retribuite. Il lavoro informale ha un' incidenza
  maggiore tra i giovani non diplomati: quasi uno su cinque di
  quelli intervistati nell' ambito del Rapporto dichiara di svolgere un lavoro subordinato regolato solo da

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  focus sui settori

  Allo sport il contributo destinato dai più ricchi
  È quello sportivo il 5 per mille che vale di più.
  L' importo medio più alto, assegnato per
  ciascuna scelta espressa dai contribuenti, è
  quello che va alle associazioni sportive
  dilettantistiche: ben 109,76 euro contro i 29,5
  del contributo medio registrato in tutti i settori
  beneficiari.
  Eppure, alla galassia di circa 9.200 Asd che
  svolgono «una rilevante attività di interesse
  sociale» vanno meno di 450mila opzioni di
  italiani che destinano la loro quota del 5 per
  mille in dichiarazione dei redditi ad
  associazioni specifiche o al settore in generale
  (sono circa 62mila le scelte generiche, cioè
  senza l' indicazione del codice fiscale di un
  ente). Un esiguo popolo di sostenitori, quello
  dello sport dilettantistico, rispetto ai 10,3
  milioni di contribuenti che scelgono il
  volontariato oppure ai quasi tre milioni che
  optano per la ricerca scientifica e sanitaria. A
  determinare un valore medio così elevato,
  quindi, è la base reddituale di riferimento, che
  determina l' ammontare del contributo
  calcolato sull' Irpef dovuta: i donatori dello
  sport, in sintesi, sono mediamente più ricchi
  (quasi tre volte di più) degli altri.
  Nel 2008, primo anno in cui le associazioni sportive dilettantistiche hanno debuttato tra i beneficiari del 5
  per mille, si contavano appena 2.107 realtà negli elenchi degli ammessi. Il numero dei candidati al
  contributo è lievitato negli anni così come le scelte a loro destinate (+231%).
  Tra le associazioni sportive che in questi anni hanno incassato di più dal 5 per mille c' è la Falcone di
  Napoli, iscritta tra gli elenchi dei beneficiari dal 2015, che in tre anni ha ricevuto circa 278mila euro.
  A seguire si incontra il Centro Schuster di Milano, che dal 2015 però non è più presente negli elenchi dei
  beneficiari, e l' As.So.Ri di Foggia, che opera nel campo della disabilità dal 1981. Più di un terzo degli
  importi assegnati al settore, infine, viene distribuito tra associazioni sportive dilettantistiche con sede a
  Milano, in tutto ben 455 associazioni (il 5% del totale circa).
  Tra le curiosità, il 5 per mille "sportivo" più ricco va alla Cremona sportiva atletica Arvedi che nel 2017
  ha conquistato sei facoltosi contribuenti per un valore medio pari a 4.167 euro di ciascuna scelta
  espressa e un ammontare assegnato all' associazione di circa 25mila euro. Subito dopo si posiziona la
  marchigiana Junior Jesina Libertas, il cui presidente onorario è Aldo Mancini, padre dell' attuale
  allenatore della Nazionale di calcio italiana: l' associazione sportiva dilettantistica ha ricevuto in media
  oltre 2.575 euro per ciascuna delle otto opzioni espresse a suo favore tramite le dichiarazioni dei redditi
  2018. A volte basta un solo donatore di spicco per incidere in modo considerevole sul valore medio

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6 maggio 2019
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  Fisco e solidarietà. Le scelte di 16,5 milioni di contribuentia favore di terzo settore, ricerca e
  Comuni hanno portatonel 2017 a superare il tetto massimo di spesa di 500 milioni

  Tornano i tagli al cinque per mille: 9 milioni in meno
  Dopo tre anni di contributo "pieno", tornano i
  tagli al cinque per mille dell' Irpef. Per il 2017
  (ultimo anno per il quale è stata fatta la
  ripartizione dei fondi), la sforbiciata vale nove
  milioni.
  Le scelte espresse da 16,5 milioni di
  contribuenti con la dichiarazione dei redditi
  dello scorso anno a favore del terzo settore,
  della ricerca e dei Comuni hanno portato a
  superare il tetto massimo di spesa fissato - a
  partire dal 2015 - a 500 milioni.
  L' importo da attribuire ai beneficiari in base
  alle opzioni degli italiani riferite al 2017
  sarebbe stato di 509 milioni di euro. L'
  amministrazione finanziaria, però, come
  confermato al Sole 24 Ore del Lunedì da fonti
  del ministero dell' Economia, ha dovuto ridurre
  gli importi da attribuire agli enti dell' 1,9%,
  proprio per rispettare il limite di spesa
  massima. Sono stati così ripartiti 495,8 milioni
  agli enti ammessi, e sono stati accantonati
  4,15 milioni per gli enti esclusi dalla
  ripartizione (che possono fare ricorso contro l'
  esclusione ed eventualmente essere
  riammessi).
  Il taglio è stato applicato ai fondi disponibili per
  ciascun settore ("volontariato", ricerca scientifica e università, ricerca sanitaria, attività sociali svolte dai
  Comuni, associazioni sportive dilettantistiche, tutela dei beni culturali) e, in uguale misura, sia sul fondo
  relativo alle scelte dirette a favore degli enti (espresse indicando il codice fiscale specifico di una
  organizzazione), sia su quello relativo alle scelte generiche (espresse con la sola firma in dichiarazione
  nel riquadro corrispondente a un settore).
  Le precedenti decurtazioni Negli anni scorsi il cinque per mille aveva già subìto dei tagli per rispettare i
  tetti di spesa stabiliti di volta in volta con le leggi di Bilancio; tagli che, in alcuni casi, sono stati molto
  consistenti, fino ad arrivare nel 2013 al 20% del contributo. Dal 2009 al 2014, gli enti beneficiari hanno
  subìto una decurtazione delle risorse, rispetto a quanto attribuito loro dai contribuenti, di ben 501 milioni
  di euro. Anche per questo, a partire dal 2015 il tetto massimo di spesa era stato innalzato a 500 milioni
  annui (dalla legge 190/2014, articolo 1, comma 154, che ha anche stabilizzato l' istituto del cinque per
  mille).
  L' Associazione italiana per la ricerca sul cancro (Airc), che per il 2017 ha ottenuto 64,4 milioni di euro
  ed è da anni in testa alla classifica dei beneficiari, senza il taglio avrebbe ottenuto oltre un milione in più.
  Nel 2013 aveva subìto una decurtazione del contributo di 11 milioni di euro. «Dispiace che il

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  Lexellent investe nel terzo settore
  Lexellent investe nel terzo settore avviando un
  dipartimento dedicato grazie all'ingresso di
  Marco Chiesara, nuovo equity partner dello
  studio, e dell'avvocato Valentina Messana.
  Il giuslavorista è stato responsabile del
  dipartimento di diritto del lavoro in Crea
  Avvocati Associati e, dal 2007, presidente di
  WeWorld Onlus.

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  Terzo settore, lo statutova adeguato entro il 2 agosto
  Per poter essere iscritta al Registro unico del
  Terzo settore, un' associazione culturale non
  riconosciuta entro quando deve adeguare il
  proprio statuto? La data del 3 agosto 2019,
  infatti, sembra riguardare solo Onlus, A p s
  (associazioni di promozione sociale) e Odv
  (organizzazioni di volontariato).

  Inoltre, da quando sarà possibile fruire del
  nuovo regime fiscale previsto per gli Ets
  (enti del Terzo settore)? Che succede se
  un' associazione culturale non adegua il
  proprio statuto e non si iscrive al Registro
  unico?
  F.C.PISTOIA Il codice del Terzo settore h a
  istituito un regime speciale per i soggetti che
  decidono autonomamente di parteciparvi,
  iscrivendosi all' istituendo Registro unico del
  Terzo settore; ma al contempo ha lasciato
  inalterata la disciplina per quei soggetti che
  non intendono entrare nel Terzo settore. Nel
  caso in cui non si voglia entrare a far parte di
  tale ambito, si perderanno le agevolazioni
  connesse alla legge 398/91 e all' articolo 148
  del Tuir (Dpr 917/86); e nel caso si richieda il
  riconoscimento, continueranno a esistere i
  registri delle persone giuridiche private tenuti
  presso le Prefetture o le Regioni, a seconda
  della competenza e delle attività svolte.
  Per i soggetti che intendono rimanere associazioni non riconosciute, si applicheranno le norme del
  Codice civile, libro primo.
  Per quanto riguarda Odv (organizzazioni di volontariato), Aps (associazioni di promozione sociale) e
  Onlus, queste potranno adeguare gli statuti per l' ingresso nel Terzo settore e l' iscrizione nel Registro
  unico entro la data del 2 agosto 2019. Tali adeguamenti statutari potranno essere effettuati con modalità
  semplificata (assemblea ordinaria), in base all' articolo 101, comma 2, del Codice del Terzo settore
  (Dlgs 117/2017). I soggetti diversi da quelli appena indicati dovranno provvedere a modificare gli statuti,
  senza poter adottare le modalità semplificate.
  Ai fini fiscali - mentre le disposizioni di cui agli articoli 77, 78, 81, 82, 83 e 84, comma 2, 85, comma 7 e
  dell' articolo 102, comma 1, lettere e, f, g, del Codice del Terzo settore si applicano in via transitoria a
  decorrere dal periodo di imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2017 per le Odv, le Aps e
  le Onlus - per tutti gli altri soggetti il nuovo regime fiscale previsto per gli Ets entrerà in vigore con il
  Registro unico del Terzo settore, subordinatamente all' autorizzazione della Commissione europea di
  cui al citato articolo 101, comma 10.

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  Onlus non iscritta al Registro:patrimonio da
  devolvere
  Le Onlus che decidono di non iscriversi al Registro unico
  nazionale degli enti del Terzo settore (e quindi di non aderire al
  Codice del Terzo settore) hanno l' obbligo di devolvere il
  proprio patrimonio a un altro ente o a fini di pubblica utilità, pur
  non configurandosi un' ipotesi di scioglimento dell'
  associazione? Con l' abrogazione del Dlgs 460/1997 sarà
  possibile continuare l' attività mantenendo la qualifica di
  associazione (riconosciuta o non), disciplinata dal Codice civile
  e ai fini fiscali dal Testo unico delle imposte sui redditi, senza
  dover devolvere il patrimonio?
  F.M.PISA Considerato che la qualifica di Onlus, che viene
  meno a seguito dell' abrogazione della relativa disciplina, trova
  una sua ordinata continuità nella qualifica di Ets iscritto nel
  Registro del Terzo settore, in mancanza di iscrizione al
  Registro, il soggetto associativo non avrà più diritto alle
  agevolazioni fiscali precedentemente in vigore e continuerà la
  sua attività disciplinato dalle norme del Codice civile e dalle
  norme sugli enti commerciali che non sono state abrogate.
  Infine, in caso di mancata iscrizione al Registro, la perdita della
  qualifica di Onlus (conseguente all' abrogazione del relativo
  regime) determinerà l' obbligo di devoluzione del patrimonio a
  fini di pubblica utilità. A tale conclusione si arriva tenendo conto
  della previsione dell' articolo 10, comma 1, lettera f, del Dlgs
  460/97 che, parlando di scioglimento dell' ente, presuppone la
  perdita della qualifica di Onlus.

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  Giustizia riparativa minorile, un progetto al via nel Triveneto

  Una stretta di mano
  Accompagnamento alla mediazione penale

  Si chiama «Una stretta di mano» il progetto di
  giustizia riparativa minorile del Cnca -
  Coordinamento Nazionale Comunità di
  Accoglienza gestito dalla «Casa San
  Benedetto -Istituto Don Calabria di Verona»,
  opera sociale, educativa e sanitaria promossa
  dalla Congregazione Poveri Servi della Divina
  Provvidenza, in collaborazione con il Ministero
  della Giustizia - Dipartimento Giustizia Minorile
  e di Comunità. Il progetto di cui è partner
  Cittadinanzattiva, è nato per sviluppare un
  approccio riparativo alla giustizia in ambito
  penale in Veneto, Friuli-Venezia Giulia e
  Trentino, individuando strategie, modalità e
  strumenti innovativi di mediazione, di
  riparazione e di assistenza alla vittima del
  reato e di responsabilizzazione degli autori
  attraverso il coinvolgimento delle comunità
  locali. Il fine è quello di creare una rete
  territoriale e spazi di informazione e di ascolto
  che accompagnino entrambe le parti verso un
  percorso di mediazione che punti a una nuova
  responsabilizzazione del minore nei confronti
  della vittima del reato commesso. Il progetto si
  svolgerà nel territorio del Triveneto, già da
  tempo impegnato in una diffusa attività di
  mediazione e progetti o esperimenti di
  giustizia riparativa, con il coinvolgimento di
  diverse associazioni e amministrazioni. La rete istituzionale è costituita dall' Ufficio Interdistrettuale di
  Esecuzione penale esterna per il Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, dal Centro di
  giustizia riparativa della Regione Autonoma Trentino Alto Adige e dal Centro per la Giustizia Minorile
  per il Veneto, il Friuli Venezia Giulia e le Province autonome di Trento e Bolzano, soggetto capofila.
  IL CONTESTO I fondamenti del modello riparativo sono il riconoscimento della vittima - la parte lesa
  deve potersi sentire riparata nella sua dignità - e l' autoresponsabilizzazione del reo. Il minore soggetto
  di reato deve essere consenziente e su di lui va costruito un percorso mirato che dovrebbe portarlo a
  rielaborare il conflitto e i motivi che lo hanno causato, riconoscendo la propria responsabilità e
  avvertendo la necessità di ripararlo. La comunità va coinvolta nel processo di riparazione nel doppio
  ruolo di destinataria delle politiche di riparazione e di attore sociale nel percorso fondato sull' azione
  riparativa da parte del reo.
  GLI OBIETTIVI Il progetto vuole avviare e realizzare percorsi di mediazione penale rivolgendo l'
  attenzione al reo e soprattutto alla vittima, creando spazi di informazione e di ascolto che accompagnino
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  L' emergenza

  Assistenza ai migranti negata a rischio 1.860 posti di
  lavoro
  A casa in 65 della Croce Rossa. La denuncia
  del terzo settore: "La piaga sono i tagli ai fondi
  per ogni rifugiato" Integrazione negata per i
  migranti. E posti di lavoro a rischio per chi li
  assiste. Il taglio dei fondi previsto dai nuovi
  bandi del ministero dell' Interno per la gestione
  dei Cas, i centri di accoglienza straordinaria,
  rischia di mandare per strada centinaia di
  migranti che si trovano a Roma in attesa di
  essere regolarizzati e integrati: una scure che
  si intreccia con i problemi cronici della città. A
  Roma emergenza abitativa, precariato e gap
  assistenziale formano un esercito di 16mila
  invisibili, senza casa e a rischio indigenza: con
  i tagli di Salvini aumenteranno.
  L' allarme viene da Caritas e dal Forum terzo
  settore. I fondi passano da 35 a 21 euro:
  insufficienti per garantire servizi come lezioni
  di italiano, assistenza psicologica e sociale,
  mediazione culturale. E la maggior parte delle
  cooperative e associazioni che gestiscono i
  Cas, che a Roma non sono più di 50, non ha
  partecipato ai bandi: impossibile garantire i
  servizi con una diaria di 21 euro per migrante.
  «Così i Cas - accusa Francesca Danese
  portavoce del Forum terzo settore - diventano
  " bed and breakfast" » .
  Al momento molti migranti sono senza posto letto. Secondo la Caritas, su un fabbisogno di 3.970 posti
  indicati dal Viminale per quest' anno a Roma, al momento ne sono garantiti poco più di 1.800 a causa
  delle scarse partecipazioni al bando. Ne mancano quasi duemila: che fine faranno i migranti senza
  casa? Il rischio è che vadano a ingrossare l' esercito dei 16mila invisibili. Ma il problema dei Cas parte
  da lontano: istituiti dal Viminale nel 2015 come misura di emergenza, sono diventati strutture fisse.
  Spesso si trovano in provincia, in appartamenti, alberghi, campeggi, in convenzione con la prefettura,
  ma senza una mappatura precisa: cambiano di anno in anno. Ospitano migranti in cerca di asilo e
  protezione. Tutti in attesa delle commissioni del ministero. In pratica, i Cas sono un limbo: chi ottiene l'
  agognato permesso va nelle strutture ex Sprar, ultima tappa prima di ( provare a) farsi una vita in Italia.
  In questo sistema è facile speculare e infilarsi con prestanome e strutture fantasma, ma ora i tagli di
  Salvini mettono in luce un altro problema. Che fine faranno i dipendenti delle cooperative come docenti
  di italiano, psicologi, assistenti sociali, mediatori culturali? La Croce Rossa, che a Roma gestisce 5 Cas,
  ha già comunicato che dovrà licenziare 65 persone, figuriamoci le cooperative più piccole.

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  Intervista

  Il direttore della Caritas "Così creiamo fantasmi"
  Don Benoni Ambarus, direttore della Caritas di
  Roma.
  Cooperative e migranti: qualcuno direbbe che
  è finita la mangiatoia. «Sono baggianate, è
  sprezzante. È un processo di guerra diretta e
  indiretta al terzo settore. Mi addolora il fatto
  che lo Stato, invece di essere capofila per
  integrare e fare solidarietà per gli ultimi e i
  migranti, con rispetto e riconoscenza per il
  terzo settore, ha invece abbandonato la
  concertazione sociale. E questo provoca
  tristezza. I costi sociali di questo
  atteggiamento sono molto più alti dei famosi
  35 euro che c' erano per i Cas. Così non si
  crea sicurezza sociale. Non poter fare corsi di
  italiano significa tappare la bocca a queste
  persone, rallentare la loro integrazione, altro
  che sicurezza».

  A Roma il caso Cas si intreccia con i
  problemi di emergenza abitativa e
  precariato?
  «Sarà molto più difficile recuperare una
  persona costretta a dormire per strada. E a
  Roma ce ne sono sempre di più. Servono
  percorsi per integrare queste persone,
  altrimenti che faranno una volta che escono
  dai Cas?
  Vanno per strada e diventano fantasmi».

  Chi è favorito dai tagli ai Cas e ai servizi sociali?
  «Chi voleva fare affari e speculare ci rientra sia con 35 che con 21 euro.
  Bisogna solo avere strutture molto grandi. I costi sono troppo alti, con i 35 euro ci si barcamenava.
  Credo che la prefettura dovrà riorganizzarsi e chiedere posti in più a chi si è presentato ai bandi.
  Ma dal punto di vista è un dramma sociale».

  Vuole dare un messaggio al nuovo prefetto di Roma e al governo?
  «Faccio un appello ad aiutare il terzo settore e a fare un tavolo di concertazione. Le decisioni
  verticistiche non aiutano le persone e chi si dedica a umanizzare la società non può essere trattato in
  questo modo. E gli operatori sociali come psicologi e docenti potrebbero essere impiegati come
  navigator. Si stanno rendendo le periferie ancora più instabili. Il danno è enorme, lo vedremo nei
  prossimi anni». - sal. g. © RIPRODUZIONE RISERVATA Il sacerdote Don Benoni Ambarus.

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  Commento

  IL PANE E LE PAROLE LA CULTURA SERVE ALL'
  INTEGRAZIONE
  Itagli del governo ai fondi destinati agli immigrati, da 35 euro a
  20, hanno fatto desistere le principali associazioni che si
  occupano proprio dell' inserimento nella nostra società di chi
  arriva da lontano. Croce Rossa, Auxilium e altre onlus
  perderanno molti posti di lavoro, italiani che si ritroveranno a
  spasso, e gli immigrati non avranno più un sostegno decente.
  Non avranno, soprattutto, quell' assistenza culturale che
  poteva permettere molti passi avanti. Magari un tozzo di pane
  e un tetto ci saranno ancora.
  continua a pagina III segue dalla prima di cronaca Ma
  svaniranno i corsi di lingua, di storia, di cultura italiana.
  Questo significa che rimarranno marziani nel nostro pianeta,
  incapaci di esprimersi, di comprendere e di comunicare, di
  ambientarsi al meglio nel nostro tessuto sociale. Io che
  insegno in una scuola di periferia, dove la presenza dei
  neoitaliani è massiccia, capisco perfettamente quanto sia
  decisiva la conoscenza della lingua: i miei studenti egiziani,
  kossovari, rumeni in breve tempo, meno di un anno, a volte
  solo qualche mese, imparano a parlare in italiano, e iniziano
  ad apprendere la nostra storia, che in breve diventa anche la
  loro.
  Tutto passa attraverso la comunicazione linguistica, ci sono
  anche corsi pomeridiani per agevolare e accelerare lo studio,
  e i risultati sono evidenti, incoraggianti, positivi. Chi arriva nel
  nostro paese all' inizio fa una fatica tremenda a connettersi
  con gli altri, proprio perché gli mancano le parole: arranca, ma
  ogni giorno impara qualcosa, e una certa tristezza dovuta
  proprio al silenzio si trasforma in fretta in una fiducia nuova, in
  un discorso che va e viene e crea legami, amicizie, scambi.
  Chi non può parlare perché non conosce la lingua è
  inevitabilmente emarginato, s' aggrappa a poche parole di
  pura sopravvivenza, rimane escluso da ogni possibilità di
  partecipazione. Serve il pane, ma servono anche le parole,
  perché è dalle parole che nasce e cresce il futuro.
  Quante volte abbiamo ascoltato i nostri emigrati negli Stati
  Uniti esprimersi in un italiano zoppicante: questo accade
  perché la loro lingua ormai è un' altra, quella che gli ha
  permesso di far parte attiva di una storia nuova. Se non
  avessero appreso l' inglese, cosa sarebbe stato di loro?
  Sarebbero rimasti dei corpi estranei, degli ospiti muti e disoccupati. E invece sono diventati meravigliosi

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6 maggio 2019
Pagina 8                                    La Repubblica
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  L' ex sindaco amico dei migranti e il magistrato di sinistra che lo ha fatto arrestare: un giudizio
  che come quelli a Don Milani, Pasolini e Tortora dividerà il Paese L' 11 giugno Mimmo Lucano si
  troverà in aula di fronte al procuratore D' Alessio. "Lo convincerò che sono innocente", dice. E l'
  altro: " La sua idea di accoglienza è anche la mia, ma vado avanti"

  Riace, dove l' Italia processa se stessa
  reggio calabria Mimì, Mi', Mimmo Lucano dice che si sente
  «umiliato e sfinito» perché ogni notte il suo giudice lo tiene
  sveglio, e più volte ci confessa che vorrebbe dedicare proprio
  a lui, al procuratore di Locri, un gesto...
  « estremamente estremo, con l' acceso furore della verità».
  Pochi chilometri più in là, il giudice Luigi D' Alessio dice che,
  la notte, lo tiene sveglio la paura che questo suo processo non
  sia più a Lucano, ai suoi presunti reati, ma a un' idea di
  accoglienza « che è anche la mia » .
  Si può essere al tempo stesso l' implacabile accusatore di
  Lucano e l' inquieto difensore delle sue idee?
  Il giudice e l' imputato, D' Alessio e Lucano, sembrano, anzi
  sono Eteocle e Polinice, i bronzi di Riace, con quel molto che
  unisce e quel moltissimo che divide le due statue. Sono
  insomma transumati dal bronzo alla carne i fratelli guerrieri
  della mitologia e sono arrivati al duello finale che lo scultore
  2500 anni fa "congelò" nei nervi in fuga, negli occhi d' avorio e
  nei denti d' argento, nell' eccesso di vita che è resistito agli
  eccessi del mare e dal 16 agosto del 1972 commuove il
  mondo.
  Appuntamento in tribunale Lo scontro comincerà l' 11 giugno,
  presidente Fulvio Accurso, che viene dalla corte d' appello di
  Reggio e ha fama di garantista, e a latere due donne, Cristina
  Foti, di prima nomina, e Anita Carughi, con fama di dura. « Ma
  lì, quel processo sarà anche alla Procura e certamente alla
  prefettura di Reggio», concordano i tanti giudici calabresi che
  in questi giorni abbiamo visto o sentito, tutti con la promessa
  dell' anonimato « voi capite, spero » . È questa l' abitudine dei
  magistrati italiani: parlano con i giornalisti ma off the records,
  come i Mandarini, come i Porporati.
  Comunque il giudizio è unanime: D' Alessio non è uomo da
  lasciarsi comandare dalla destra di Salvini, anche se tutti
  notano la sproporzione delle misure contro Lucano, specie
  dopo il ridimensionamento, prima del Gip e poi della
  Cassazione, delle accuse iniziali. Perché dunque l'
  accanimento? Esiste il peccato di esagerazione? Dante
  punisce gli eccessivi ( incontinenti) nel basso Inferno, ma fuori
  dalla terribile città di Dite con le mura di ferro perché, gli
  spiega Virgilio, è il peccato che " men Dio offende".

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