Continuano le schiarite all'orizzonte. Ma persistono anche i rischi

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Continuano le schiarite all'orizzonte. Ma persistono anche i rischi
Prospettive d’investimento febbraio 2023

Continuano le schiarite all’orizzonte. Ma
persistono anche i rischi
La congiuntura globale è decisamente meno cupa rispetto alla fine dello scorso anno.
Questo riduce i timori di recessione, ma mantiene elevate le pressioni
inflazionistiche. Le manovre di frenata della politica monetaria non si sono ancora
concluse.

In sintesi

   La nostra                        Il nostro                   Le nostre
   opinione                         posizionamento              previsioni

   sfidare le avversità             ancora con rischio          l’inflazione resta un
                                    leggermente ridotto         fardello
                                                                considerevole
Continuano le schiarite all'orizzonte. Ma persistono anche i rischi
La nostra opinione

sfidare le avversità
La congiuntura globale resiste alle molteplici perturbazioni. La guerra in Ucraina che
imperversa ormai da un anno, l’inasprimento della politica monetaria o le crescenti
tensioni tra gli Stati Uniti e la Cina non sono riusciti finora a destabilizzare ulteriormente
l’economia. Da questo punto di vista, l’economia globale si presenta sorprendentemente
solida. Ma questa solidità ha anche un rovescio della medaglia.

Il mercato del lavoro statunitense resta in zona rossa
Negli Stati Uniti, ad esempio, il surriscaldato mercato del lavoro da tempo mostra solo
timidi segnali di raffreddamento. Anche se ultimamente la crescita dei salari ha
leggermente perso slancio su un livello elevato. Al contempo, nonostante un tasso di
disoccupazione storicamente basso, la crescita dell’occupazione prosegue senza sosta.
Nel solo mese di gennaio, le imprese private (settore agricolo escluso) hanno creato
517 000 nuovi posti di lavoro. Inoltre, la creazione di posti di lavoro già segnalata per i
due mesi precedenti è stata rivista al rialzo di ben 71 000 posti di lavoro.

Ciò aggrava da un lato le difficoltà di reclutamento del personale (v. grafico). Dall’altro
lato la forza del mercato del lavoro mantiene alta la pressione ad agire per la banca
centrale statunitense. Di conseguenza, il presidente della Fed, Jerome Powell, ha ribadito
ancora una volta la necessità di ulteriori aumenti dei tassi. I venti contrari sulla politica
monetaria della principale banca centrale si intensificheranno dunque ancora almeno
fino all’estate.
Continuano le schiarite all'orizzonte. Ma persistono anche i rischi
La pressione inflazionistica rimane elevata nell’Eurozona
La situazione congiunturale si presenta più solida anche nell’Eurozona, come dimostrano
gli indici dei direttori degli acquisti. Anche in gennaio l’indice dell’industria è rimasto
nella zona di contrazione, attestandosi a 48,8 punti. Al contempo il barometro ha
registrato un aumento per il terzo anno consecutivo. Per i fornitori di servizi, invece,
l’indice dei direttori degli acquisti si è attestato leggermente nella zona di espansione per
la prima volta dallo scorso luglio con 50,8 punti.

Analogamente agli Stati Uniti, il prezzo per il miglioramento della situazione è la
continua e forte pressione dell’azione di politica monetaria. Per il momento la Banca
centrale europea continuerà a intervenire sui tassi e la presidente della BCE Christine
Lagarde ha già anticipato un nuovo aumento dei tassi di riferimento di 50 punti base per
marzo.

A ciò si aggiunge il fatto che non solo l’inflazione attuale nell’Eurozona è ancora
esorbitante, ma di recente anche le aspettative di inflazione a medio termine sono
tornate a salire. Ciò significa che anche il rallentamento congiunturale sul fronte dei
prezzi persisterà più a lungo. Questo si è visto già nel periodo natalizio. In dicembre, le
vendite al dettaglio sono diminuite del -2,7% rispetto al mese precedente.

Un po’ di vento favorevole dalla Cina
Per contro, è probabile che impulsi più forti provengano dalla Cina, dove le prospettive
sono notevolmente migliorate grazie all’abbandono della politica Zero Covid. Di
conseguenza, per la seconda economia mondiale si profila una crescita più forte rispetto
a qualche mese fa. L’FMI prevede ora una crescita annua del 5,2 percento, mentre in
autunno tale stima era ancora del 4,4 percento. Tuttavia, la congiuntura cinese deve
affrontare ancora numerosi ostacoli. Tra questi figurano in particolare l’andamento
futuro della pandemia, la crisi immobiliare e l’indebolimento della domanda globale.

L’economia svizzera si dimostra solida
Infine per la Svizzera le prospettive rimangono relativamente rassicuranti. Essendo
un’economia piccola e aperta, la congiuntura locale è strettamente collegata alla
situazione economica globale. Tuttavia, continua a non intravedersi un andamento
recessivo. L’inflazione relativamente moderata e la piena occupazione di fatto
contribuiscono alla stabilità generale della situazione congiunturale.
Il nostro posizionamento

ancora con rischio leggermente ridotto
Nonostante il leggero miglioramento delle prospettive congiunturali globali a seguito
della distensione della crisi energetica e della riapertura dell’economia cinese, il nostro
portafoglio rimane moderatamente difensivo anche a febbraio, in previsione di un deciso
raffreddamento della crescita dell’economia statunitense.

  Obbligazioni

  Ci stiamo avvicinando sempre più al culmine della politica di inasprimento
  monetario delle banche centrali. Al più tardi entro l’estate, la Fed, la BCE e la BNS
  dovrebbero aver completato il ciclo di rialzi dei tassi d’interesse, almeno per il
  momento. Attualmente non ci attendiamo riduzioni dei tassi di riferimento per
  l’anno in corso. I tassi di interesse a lungo termine dovrebbero restare elevati nel
  corso dell’anno, ma si prevedono oscillazioni volatili in vista delle speculazioni di
  mercato sul futuro orientamento della politica monetaria. Approfittiamo della fase
  di tassi tendenzialmente elevati per ridurre ulteriormente la nostra
  sottoponderazione delle obbligazioni svizzere a scapito degli investimenti
  alternativi e della quota di liquidità.

  Azioni

  Dopo un inizio d’anno contrassegnato dall’ottimismo, i mercati azionari hanno già
  scontato molti sviluppi positivi. Tra l’altro, gli operatori di mercato partono dal
  presupposto che il calo dell’inflazione procederà senza intoppi e che la Cina
diventerà presto il motore economico globale. Nel frattempo, gli investitori sono
meno attenti ai rischi principali, come il lento ritorno dell’inflazione di base o
l’imminente rallentamento della crescita statunitense. Questo aumenta il rischio di
contraccolpi sui mercati azionari. Prevediamo che la pressione sugli utili societari
aumenterà notevolmente sulla scia del raffreddamento della crescita statunitense e
che nei primi mesi i mercati azionari rimarranno volatili. In questo contesto
manteniamo una moderata sottoponderazione delle azioni nel nostro portafoglio.

Investimenti alternativi

L’aumento dei tassi e il rallentamento della dinamica economica fanno crescere
ulteriormente la pressione sui mercati immobiliari globali. Nonostante il calo dei
prezzi registrato negli ultimi mesi, vi è ancora un margine di correzione. Per questo
motivo riduciamo ancora le nostre posizioni immobiliari soprattutto sul mercato
internazionale. Il mercato immobiliare svizzero sembra tuttora solido. Quindi
lasciamo invariata la nostra sovraponderazione tattica negli immobili svizzeri. Negli
ultimi mesi l’oro ha beneficiato non da ultimo della domanda storicamente elevata
da parte delle banche centrali. Questo effetto dovrebbe ora attenuarsi.
Ciononostante riteniamo che il metallo prezioso sia ben supportato a breve e medio
termine: i tassi d’interesse reali tendenzialmente al ribasso e i persistenti rischi di
recessione garantiscono una domanda costante di oro. Manteniamo il nostro
attuale sovrappeso.
Le nostre previsioni

l’inflazione resta un fardello considerevole
Congiuntura

Nel complesso, la situazione congiunturale globale appare sorprendentemente
solida e molto meno cupa rispetto alla fine dello scorso anno. Continuiamo ad
attenderci che l’economia statunitense registri un netto raffreddamento, senza però
arrivare alla recessione, mentre il rallentamento economico nell’Eurozona dovrebbe
essere meno forte e persistente. Inoltre, grazie all’abbandono della rigida politica
contro il coronavirus, ci aspettiamo anche maggiori, seppure lievi, impulsi di
crescita dalla Cina. Per la congiuntura, tuttavia, permangono forti venti contrari. In
particolare, la pressione inflazionistica persistentemente elevata e le manovre di
frenata della politica monetaria hanno un impatto negativo. Ciò influisce anche
sull’andamento dell’economia svizzera, sebbene nel nostro Paese i timori di
recessione non siano presenti.

Inflazione

Negli Stati Uniti prosegue la tendenza al ribasso dell’inflazione, ma il surriscaldato
mercato del lavoro continua a generare pressioni inflazionistiche elevate,
soprattutto nel tasso di base. Il fenomeno è ancora molto più marcato
nell’Eurozona. Con l’attenuarsi del rallentamento economico, è aumentato anche il
rischio che l’inflazione fortemente eccessiva si riveli ancora più persistente di
quanto non lo sia già. In Svizzera, l’inflazione rimane moderata nonostante la spinta
una tantum dovuta ai prezzi amministrati e dovrebbe attestarsi già relativamente
vicina al target del 2% verso la fine dell’anno.

Tassi di riferimento

Le banche centrali continuano a cercare di ridurre le pressioni inflazionistiche sul
fronte della domanda. Sia la BCE che la Fed continueranno a stringere la vite sui
tassi d’interesse fino all’estate, sebbene quest’ultima abbia già adottato un
approccio un po’ più lento. Per la BNS ci attendiamo che aumenti ancora il tasso di
riferimento di 50 punti base a marzo e che, al più tardi nella riunione di giugno,
tirerà le redini della politica monetaria per l’ultima volta.

Continuiamo a credere che, anche dopo aver raggiunto i «terminal rates», non ci
sarà un rapido allentamento dei tassi di riferimento.

Anche dopo aver raggiunto i «terminal rates», al momento non si intravede un
rapido allentamento dei tassi di riferimento.
Tassi sui mercati dei capitali

   Con la prevedibile fine del rialzo dei tassi di interesse di riferimento, lo spazio per
   un movimento al rialzo dei tassi di interesse del mercato dei capitali rimane
   limitato. Negli Stati Uniti la tendenza al rialzo si arresterà nei prossimi mesi. I tassi
   del mercato dei capitali dell’Eurozona, invece, dovrebbero raggiungere il picco solo
   in un secondo momento. Ciò è dovuto non solo all’allentamento della situazione
   congiunturale, ma anche alla BCE, che dal prossimo marzo diminuirà
   significativamente il proprio programma di acquisto di obbligazioni. Viste le
   interconnessioni tra il mercato obbligazionario svizzero ed europeo, prevediamo
   che anche i tassi sui mercati dei capitali svizzeri raggiungano tendenzialmente il
   picco per la seconda metà dell’anno.

   Valute

   I tassi di cambio a nostro avviso rilevanti restano entro margini commerciali
   relativamente ristretti nel breve periodo. Il dollaro dovrebbe aver superato il picco
   minimo e rimanere ben sostenuto, non da ultimo per motivi di differenziali dei tassi
   d’interesse. Considerando che le prospettive congiunturali per l’Eurozona
   continuano a essere più fosche rispetto a quelle americane e svizzere, la moneta
   unica rimarrà invece sotto pressione.

   In un contesto ancora incerto, il franco svizzero continua a essere richiesto e resta
   quindi forte. In particolare nei confronti dell’euro, la forza del franco è senz’altro
   nell’interesse della BNS, a causa dell’effetto anti-inflazionistico.

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8 Febbraio 2023

© Migros Bank, Santosh Brivio (valutazione e previsioni), Michael Birrer (posizionamento)

                       Santosh Brivio

                       Santosh Brivio è Senior Economist presso la Banca Migros. Si
                       occupa dell’analisi degli sviluppi macro e ciclici e dei mercati
                       finanziari.

                       Michael Birrer

                       Michael Birrer è Responsabile Research & Advisory della Banca
                       Migros. Nei suoi articoli tratta argomenti relativi agli investimenti e
                       all’andamento dei mercati finanziari.
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