Conseguenze dell'evoluzione dei servi- zi di salvataggio sui profili professiona- li e sulla formazione professionale

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Conseguenze dell’evoluzione dei servi-
zi di salvataggio sui profili professiona-
li e sulla formazione professionale

Uno studio del Forum Formazione professionale di salva-
taggio

Autrici:
Lea Goetze, M.Sc. ETH e Philine Lehner, B.Sc. FHNW
BfB Büro für Bildungsfragen AG

Thalwil, il 16 giugno 2020
Questo lavoro è stato reso possibile grazie al cofinanziamento da parte della Segre-
teria di Stato per la formazione, la ricerca e l’innovazione (SEFRI)

Forum Formazione professionale di salvataggio
c/o BfB Büro für Bildungsfragen AG
Dr. W. Goetze, direttore
Bahnhofstrasse 20
8800 Thalwil

Telefono       043 388 34 00
Fax            043 388 34 19
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Indice
1 Introduzione .......................................................................................................... 3
  1.1 Procedimento ................................................................................................. 3
2 Risultati delle ricerche bibliografiche ................................................................ 5
  2.1 Evoluzione demografica ................................................................................. 5
    2.2 Evoluzione della società ................................................................................. 6
    2.3 Evoluzione tecnologica................................................................................... 6
    2.4 Evoluzione economica ................................................................................... 7
    2.5 Evoluzione della professione secondo l’opinione di chi la esercita ................ 8
    2.6 Evoluzione della formazione .......................................................................... 8
    2.7 In sintesi ......................................................................................................... 9
3 Risultati delle interviste ..................................................................................... 10
  3.1 Evoluzione demografica ............................................................................... 10
    3.2 Evoluzione della società ............................................................................... 11
    3.3 Evoluzione tecnologica................................................................................. 12
    3.4 Evoluzione economica ................................................................................. 12
    3.5 Evoluzione della professione secondo l’opinione di chi la esercita .............. 13
    3.6 Evoluzione della formazione ........................................................................ 14
    3.7 Carriera ........................................................................................................ 15
    3.8 L’importanza del settore preclinico ............................................................... 15
    3.9 In sintesi ....................................................................................................... 16
4 Risultati del sondaggio online .......................................................................... 17
  4.1 Analisi del sondaggio ................................................................................... 17
    4.2 Osservazioni generali ................................................................................... 17
    4.3 Evoluzione demografica ............................................................................... 18
    4.4 Evoluzione della società ............................................................................... 19
    4.5 Evoluzione tecnologica................................................................................. 21
    4.6 Evoluzione economica ................................................................................. 23
    4.7 Evoluzione della professione secondo l’opinione di chi la esercita .............. 25
    4.8 Evoluzione della formazione ........................................................................ 26
    4.9 Carriera ........................................................................................................ 29
    4.10 Scenari ......................................................................................................... 30
5   Conclusione ........................................................................................................ 33
6   Bibliografia .......................................................................................................... 36
7   Appendice I – Persone intervistate ................................................................... 38
8   Analisi del sondaggio online ............................................................................. 39
Sviluppi nei servizi di salvataggio                                                                                         1
Sviluppi nei servizi di salvataggio   2
1 Introduzione
I profili professionali vanno regolarmente verificati e all’occorrenza rivisti. A tale sco-
po è necessario tenere conto dei futuri sviluppi del settore e delle relazioni tra i vari
profili professionali. Il presente studio si pone come obiettivo di mettere in rilievo
questi aspetti. È inteso come base per future revisioni e vuole mostrare le grandi
tendenze che si delineano nel settore dei servizi di salvataggio.
Il Forum Formazione professionale di salvataggio (Forum FPS) è l’organo responsa-
bile per le seguenti formazioni professionali superiori:
    • Soccorritore/-trice assistente d’ambulanza con attestato professionale federale
    • Soccorritore/-trice dipl. SSS (in collaborazione con l’Associazione svizzera dei
      centri di formazione sanitaria, ASCFS)
    • Operatore/-trice di centrale d’allarme (attualmente esame interno, in futuro
      esame di professione con attestato professionale federale in collaborazione
      con l’OML pompieri)
    • Quadro dipl. nell’ambito delle organizzazioni di salvataggio (esame professio-
      nale superiore in collaborazione con l’OML pompieri)
Per il presente studio ci siamo posti le seguenti domande generali.
Quali sviluppi sono auspicabili per le professioni esistenti? Dove sono necessarie
qualifiche supplementari in ambito preclinico (extraclinico)? Nasceranno nuovi profili
professionali nei settori preclinico e del salvataggio? Dove appariranno nuove offerte
di formazione continua? Quali sono le differenze regionali per quanto riguarda i re-
quisiti professionali futuri?
In altre parole si tratta di capire come il settore evolverà. L’obiettivo non è prevedere
questi sviluppi e presentarli come prospettive sicure, ma individuare i cambiamenti
possibili e riflettere sulle eventuali conseguenze per quanto riguarda l’impostazione
dei profili professionali e delle relative formazioni. Lo scopo della riflessione
sull’evoluzione futura non è creare certezze, ma offrire spunti e idee in vista delle
revisioni dei regolamenti.

1.1 Procedimento
Lo studio si è svolto in tre stadi:
    1. ricerche bibliografiche
    2. interviste con esperti nazionali e internazionali nel campo della sanità
    3. sondaggio online in seno ai servizi di salvataggio svizzeri

1.1.1 Ricerche bibliografiche
Durante il semestre d’inverno 2018/2019 sono state studiate diverse pubblicazioni
sul salvataggio, che hanno permesso di individuare le tendenze rilevanti.
Va premesso che questi sviluppi sono solo raramente ben delimitati gli uni dagli altri.
Spesso cambiamenti in un ambito hanno un impatto anche altrove. L’interpretazione

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degli sviluppi osservati non può prescindere da una visione d’insieme del sistema dei
servizi di salvataggio.

1.1.2 Interviste con esperti nazionali e internazionali nel cam-
      po della sanità
Nella seconda fase del progetto, tra la primavera e l’estate 2019, sono state condotte
sei interviste parzialmente standardizzate con sette professionisti, sia svizzeri sia
internazionali. Le persone intervistate rappresentano tutte le regioni linguistiche della
Svizzera. Le interviste sono state preparate sulla base dell’analisi della letteratura
specialistica e discusse in seno alla Commissione sviluppi e al Comitato del Forum
FPS. Esse confermano e al contempo precisano le informazioni trovate nella lettera-
tura.

1.1.3 Sondaggio online in seno ai servizi di salvataggio sviz-
      zeri
Nella terza fase del progetto, tra dicembre 2019 e gennaio 2020, sono stati effettuati
sondaggi online rivolti sia ai collaboratori dei servizi di salvataggio sia ai responsabili
tecnici e medici. Le domande si basavano sugli argomenti tratti dall’analisi delle pub-
blicazioni specialistiche e poi approfonditi nelle interviste. I questionari sono stati di-
scussi in seno alla Commissione sviluppi e al Comitato del Forum FPS, e rielaborati
fino a giungere alla loro forma definitiva. Per ciascuno dei temi previamente identifi-
cati sono stati formulati enunciati ai quali le persone sondate hanno assegnato un
punteggio su una scala pentapartita in funzione di quanto erano o non erano
d’accordo con quanto affermato. A partire dalle prime due fasi del progetto sono inol-
tre stati pensati quattro possibili scenari futuri. Anche qui si è sondato quanto le per-
sone ritenessero probabile ciascuno scenario. I risultati sono stati analizzati con i me-
todi della statistica descrittiva (Apple Inc. Numbers e IBM SPSS).
Di seguito presentiamo una sintesi dei risultati delle tre fasi del progetto.

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2 Risultati delle ricerche bibliografiche
Sono stati identificati i seguenti trend:
•   evoluzione demografica
•   evoluzione della società
•   evoluzione tecnologica
•   evoluzione economica
•   evoluzione della professione secondo l’opinione di chi la esercita
•   evoluzione della formazione

Il rapporto dell’Obsan Rettungsdienste in der Schweiz. Strukturen, Leistungen und
Fachkräfte a cura di Frey et al. (2017) [1] e il Panorama Gesundheitsberufe 2030 di
Hahn et al. (2013) della Scuola universitaria professionale di Berna [2] sono serviti
come base per le ricerche bibliografiche. Sono documenti che offrono una buona
visione d’insieme della situazione attuale e delle prestazioni delle organizzazioni di
salvataggio. Per il presente studio siamo partiti dai risultati contenuti in queste pub-
blicazioni, dai quali abbiamo tratto possibili previsioni e scenari per il futuro.
Le risorse bibliografiche elencate in annesso contengono un ampio ventaglio di di-
chiarazioni e statistiche riguardanti la situazione attuale dei servizi di salvataggio e le
sfide che ne risultano. Di seguito riassumiamo le asserzioni più importanti dividendo-
le per ambito tematico.

2.1 Evoluzione demografica
I fattori rilevanti che determinano la realtà demografica della Svizzera sono il tasso di
natalità, la speranza di vita, l’immigrazione e l’espansione dello spazio urbano.
La proporzione di anziani in seno alla popolazione svizzera è destinata a crescere.
Gli ultrasessantacinquenni saranno 2,1 milioni nel 2030 e la speranza di vita aumen-
terà di 5-9 anni entro il 2050 [2]. Le fasce demografiche anziane necessiteranno di
prestazioni sanitarie specifiche e al contempo avranno maggiori aspettative nei con-
fronti del sistema sanitario [3-5]. Ricorreranno inoltre maggiormente a prestazioni
psichiatriche rispetto alle generazioni precedenti [3]. Questa evoluzione demografica
andrà di pari passo con un forte incremento delle malattie e dei disturbi legati alla
vecchiaia, come le demenze e le depressioni senili. Anche gli infortuni dovuti a cadu-
te aumenteranno [2].
A causa della grande varietà topografica presente in Svizzera, oggi i servizi di salva-
taggio professionali non sono sempre in grado di prestare ovunque soccorso entro i
tempi prescritti. Il problema è acuito dal fatto che la popolazione si distribuisce sem-
pre più secondo un gradiente tra aree rurali e urbane. Un altro fattore che peggiora
tale situazione è la diminuzione del numero di medici di famiglia, con conseguenze
particolarmente acute fuori dalle città [6].

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2.2 Evoluzione della società
I mutamenti sociali hanno un impatto su come organizziamo le nostre vite e la convi-
venza con gli altri. Già oggi si osserva una forte tendenza all’individualizzazione [2].
Valori tradizionali come il prendersi cura dei propri congiunti e assistere i famigliari
anziani bisognosi si affievoliscono. Ci sono sempre meno familie numerose e sempre
più spesso le diverse generazioni vivono in economie domestiche separate. In anni
recenti, il numero di economie domestiche composte da una sola persona è cresciu-
to e continuerà a farlo nel futuro prossimo [7].
Al contempo, si prevede che i pazienti chiederanno di avere più voce in capitolo per
quanto riguarda le cure somministrate, più autonomia e una maggiore partecipazione
nella presa di decisioni relativa alle soluzioni terapeutiche che li concernono (shared
decision making). Si informano da soli su molte questioni di salute grazie a internet e
si aspettano un trattamento personalizzato da parte dei professionisti che si occupa-
no di loro [8, 9].
Diserens et al. (2015) sostengono che l’evoluzione della società si rifletterà in un
numero crescente di pazienti che si rivolgeranno al pronto soccorso anche in caso di
sintomi non gravi e di situazioni non urgenti. Secondo loro, tra i vari motivi di questo
comportamento ci sono la sopravvalutazione della gravità dei sintomi e il fatto che il
medico (di famiglia) non è sempre subito disponibile, anche se esistono differenze
culturali e geografiche in merito all’ambito di competenza dei servizi di pronto soc-
corso [10]. Benché si tratti di uno studio incentrato sulle sedi di pronto soccorso, i
mutamenti sociali evidenziati potrebbero influire anche sull’assistenza preclinica dei
servizi di salvataggio.
Hahn et al. (2013) affermano che l’individualizzazione e la sempre crescente impor-
tanza attribuita ai servizi imporranno nuove esigenze al personale sanitario negli am-
biti dell’informazione, della comunicazione e delle consultazioni, per cui è opportuno
rafforzare la cooperazione tra tutte le parti coinvolte. La formazione dei professionisti
dovrebbe in futuro mettere maggiormente l’accento su processi decisionali concorda-
ti. Le offerte individualizzate aprono la porta a nuove possibilità nel campo della pre-
stazione di servizi indipendenti e specializzati. Occorrerà più personale formato nel
terziario e soprattutto che disponga delle competenze decisionali necessarie a livello
giuridico [2].

2.3 Evoluzione tecnologica
Si sente sempre dire che il futuro sarà digitale. Nel mondo del lavoro, per esempio, si
constatano la tendenza all’automazione dei processi lavorativi, la crescente flessibili-
tà sia in termini di luoghi e tempi di lavoro, l’interconnessione mobile di strumenti fisi-
ci e digitali, e il ricorso all’intelligenza artificiale. Un’interazione efficace tra tecnica e
sanità esige sia competenze interdisciplinari sia conoscenze specialistiche [11].
Ci sono anche altri cambiamenti in atto, meno vistosi. Le automobili, per esempio,
diventano più sicure, il che si ripercuote positivamente sulle conseguenze degli inci-
denti stradali [12, 13].
Panorama Gesundheitsberufe 2030 di Hahn et al. offre una buona visione d’insieme
sulle tecnologie che potrebbero essere di aiuto nelle cure, nell’assistenza e nella ge-
stione autonoma della vita quotidiana (va tuttavia notato che questo documento data
del 2013) [2].

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Una panoramica più recente benché non incentrata sul sistema sanitario è fornita
dalla pubblicazione (in tedesco) della SECO Die Entwicklung der Kompetenzanforde-
rungen auf dem Arbeitsmarkt im Zuge der Digitalisierung del 2017 [13]. Grazie alle
nuove tecnologie, in futuro le persone anziane e malate, come pure quelle con un
handicap, potranno rimanere (più a lungo) nel loro ambiente di vita abituale. Queste
nuove possibilità sgraveranno il personale sanitario, ma al contempo richiederanno
nuovi requisiti nel campo delle competenze tecniche e delle conoscenze interdiscipli-
nari. L’opinione degli autori è che potrebbero essere create nuove professioni nei
punti di intersezione tra sanità e tecnologia [2].
I protocolli elettronici di salvataggio e gli insiemi di algoritmi delle applicazioni per di-
spositivi mobili sono esempi di come le innovazioni tecniche dovute alla digitalizza-
zione siano usate sin d’ora. Strumenti come questi in avvenire saranno sempre più
presenti. Di conseguenza nel settore della sanità verranno generati e scambiati
maggiori quantitivi di dati, anche di nuovo tipo. Per esempio si accederà più spesso a
cartelle cliniche digitali (e-health) o a dati sulla salute dei pazienti (tramite le app sulla
salute o le richieste di soccorso via telefono cellulare). Un utilizzo piuttosto innovativo
della tecnologia che ha già preso piede negli ultimi anni è quello relativo alla teleme-
dicina [11].
In particolare nelle aree rurali o di difficile accesso, in futuro le applicazioni di questo
tipo potranno fornire un contributo notevole negli ambiti della diagnosi, degli ausili per
la fornitura di cure e nell’assistenza post-intervento [14].
Dati precisi riguardanti gli interventi potrebbero cambiare anche la gestione della
qualità dei servizi di salvataggio. Questo sarà tuttavia possibile soltanto nella misura
in cui verranno rispettate le disposizioni sulla protezione dei dati [15].

2.4 Evoluzione economica
Stando al rapporto dell’Obsan, al momento del rilevamento dei dati, nel 2016, in
Svizzera operavano 96 organizzazioni di salvataggio, una cifra che conferma una
tendenza inarrestabile alla concentrazione. Nel 2001, infatti, gli operatori attivi nel
paese erano ancora 150 e nel 1993 addirittura 250. Il rapporto distingue tra servizi
privati e pubblici, e tra diversi enti garanti (ospedali, autorità cantonali o comunali,
altri). I servizi di salvataggio privati nel 2016 erano circa il 41%. Poco meno della me-
tà dei servizi erano gestiti da nosocomi, mentre cantoni, comuni, società private,
consorzi e associazioni si dividevano la fetta restante [1].
Sebbene il dibattito sui premi delle assicurazioni malattia sia sempre molto acceso, la
popolazione svizzera continuerà a ritenere quello delle cure sanitarie un settore in cui
vanno investite molte risorse finanziarie. La sanità è un settore da non sottovalutare,
né dal punto di vista economico né per quanto riguarda le politiche relative al merca-
to del lavoro. Le condizioni quadro sul piano economico sono un fattore cruciale per
la pianificazione dell’assistenza sanitaria [2].
Secondo il centro di ricerche congiunturali del Politecnico di Zurigo (KOF), nel 2019
le spese per la salute sono aumentate del 3,6%. Un incremento simile era stato mi-
surato anche nei due anni precedenti. Ciò è dovuto, fra le altre cose, a un leggero
aumento degli stipendi e all’invecchiamento della popolazione. Nel 2020 e nel 2021
la previsione è di un aumento delle spese sanitarie del 3,3% e del 3,6% rispettiva-
mente [16].
Va notato che il rapporto del KOF non distingue tra i vari settori delle cure (acuto,
riabilitazione, lunga durata). Il Panorama Gesundheitsberufe 2030 pronostica una
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crescita dell’assistenza ambulatoriale, come pure delle cure e dell’assistenza a do-
micilio. Questo sviluppo dipenderà tuttavia dalle grandi decisioni politiche, dalle risor-
se finanziarie e dalla disponibilità di professionisti specializzati (p.es. medici di fami-
glia) [2].

2.5 Evoluzione della professione secondo l’opinione di chi
    la esercita
Nel rapporto dell’Obsan, Frey et al. descrivono il personale di salvataggio odierno
come prevalentemente giovane e maschile. Le donne costituiscono il 30% degli effet-
tivi e sono quindi sottorappresentate. È interessante notare che questa percentuale
relativa al personale attivo si discosta da quella riscontrata tra chi è in formazione per
diventare soccorritore o soccorritrice. In questa seconda categoria, negli ultimi anni la
percentuale di donne si è attestata tra il 38% e il 50%. Gli autori non sanno spiegarne
i motivi, ma si potrebbero ipotizzare difficoltà nel conciliare vita professionale e fami-
glia (si tratta di lavoro a turni) oppure di uno sviluppo recente che oggi si osserva so-
lo nelle scuole, ma che si rifletterà in seguito nel mondo professionale. L’età del per-
sonale di salvataggio si situa per buona parte delle persone sondate (49%) tra i 35 e
i 49 anni. Appena il 16% ha più di 50 anni [1].
Questa distribuzione delle età potrebbe essere indice del fatto che si rimanga meno
tempo attivi nel settore del salvataggio che in altri (infatti, fra i medici che hanno par-
tecipato allo studio gli ultracinquantenni sono il 36%). In uno studio tedesco condotto
nel 2018, le limitate possibilità di guadagno, la mancanza di formazioni di specializ-
zazione e un insufficiente apprezzamento da parte dei pazienti sono stati citati come
motivi per l’abbandono della professione nel settore del salvataggio. Dallo stesso
studio risulta che se in passato il benessere dei collaboratori era pregiudicato soprat-
tutto dalle condizioni di lavoro fisicamente provanti, oggi pesano altrettanto i fattori
negativi di natura psicologica (p.es. mancata riconoscenza da parte dei pazienti) [17].
Cambiamenti futuri sono probabili a causa non solo delle mutate aspettative da parte
dei pazienti, ma anche delle esigenze che i collaboratori esprimono nei confronti dei
datori di lavoro. Questi sviluppi dipendono da norme, valori e realtà sociali. Le giova-
ni generazioni, che tengono al lavoro tanto quanto alla famiglia e al tempo libero, de-
sidereranno e rivendicheranno sempre più un equilibrio tra vita professionale e vita
privata. Il desiderio di una maggiore autonomia nel lavoro e nella pianificazione degli
orari aumenterà. È una tendenza che non per forza si limiterà ai giovani. Anche le
altre generazioni probabilmente aspireranno a orari più corti e più flessibili [2, 18].

2.6 Evoluzione della formazione
Attualmente la maggior parte delle operazioni di salvataggio (il 70%) sono interventi
primari (P1 e P2). L’alto tasso di interventi d’urgenza richiede già oggi qualifiche ele-
vate da parte dei collaboratori e costituisce una sfida a livello di equipaggiamento e
infrastruttura. Tuttavia, le prestazioni dei servizi di salvataggio non si limitano agli
interventi primari e secondari, ma comprendono per esempio anche compiti
nell’ambito di manifestazioni, trasporti speciali e corsi di pronto soccorso [1]. Già og-
gi, qundi, il lavoro può essere piuttosto variato, ma in futuro potrebbe esserlo ancora
di più, grazie all’aggiunta nuove prestazioni. Si pone quindi la domanda di quali col-
laboratori e quali mezzi verranno impiegati e quali qualifiche specifiche saranno ne-
cessarie per offrire determinati servizi.

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Il rapporto sulla Table Ronde del 4.5.2017 presso la Scuola specializzata superiore
per le professioni di salvataggio di Zurigo (HFRB) conferma le evoluzioni esposte sul
futuro delle professioni precliniche e le opportunità a esse legate. Tra gli ambiti di
attività menzionati nel documento troviamo: sgravare i medici di famiglia e i servizi di
pronto soccorso, intervenire in situazioni di crisi, assistere gli anziani, svolgere com-
piti nel settore preclinico digitale, agire come esperti di malattie infettive, effettuare
lavoro di prevenzione, offrire consulenza telefonica [19].

2.7 In sintesi
Le ricerche bibliografiche hanno messo in luce una molteplicità di temi legati
all’evoluzione del settore del salvataggio. I punti di vista variano a seconda degli au-
tori. Le pubblicazioni consultate presentano bilanci sulla situazione attuale, ma anche
scenari futuri.
Emerge così che l’invecchiamento demografico e la tendenza all’individualizzazione
modificheranno le esigenze che i servizi di salvataggio saranno chiamati a soddisfa-
re. Il crescente divario a livello di densità della popolazione tra aree urbane e rurali
renderà il rispetto dei tempi di salvataggio una sfida sempre più importante. Occorre-
rà inoltre adattare i piani d’intervento. I mezzi ausiliari tecnici e un maggiore impiego
di dati (segnatamente quelli dei pazienti) potranno dal canto loro agevolare il lavoro
delle forze d’intervento e di chi si occupa dell’assistenza post-intervento, ma anche
presentare nuove sfide. I collaboratori – sia le nuove leve che i veterani – avranno
esigenze che evolveranno verso modelli più flessibili di lavoro e di percorso profes-
sionale.
Le conseguenze sul settore del salvataggio varieranno a seconda di quali temi occu-
peranno il centro dell’attenzione e di quali scenari si concretizzeranno. Quali saranno
le ripercussioni per i servizi di salvataggio? Che previsioni si possono fare a livello
del settore, dei suoi profili professionali e delle relative formazioni? Saranno neces-
sarie nuove competenze? Occorrerà adeguare le competenze esistenti, per esempio
approfondendo le conoscenze specialistiche? Verranno creati nuovi profili professio-
nali o si assisterà a una più intensa collaborazione tra le professioni attuali? Nelle
due fasi successive dello studio si è indagato su tali questioni, che sono confluite
nella formulazione delle domande per le interviste agli esperti. La Commissione svi-
luppi e il Comitato del Forum hanno discusso sulla scelta delle domande da porre e
soprattutto su quali persone interrogare.

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3 Risultati delle interviste
Le domande prestabilite sono servite da traccia per la conduzione di un totale di sei
interviste a sei interlocutori e un’interlocutrice provenienti dalle tre regioni linguistiche
del paese. Le persone intervistate sono attive nell’ambito delle politiche sanitarie e/o
in quello medico, con punti di contatto con i servizi di salvataggio. Il Comitato e la
Commissione sviluppi del Forum Formazione professionale di salvataggio hanno de-
liberatamente scelto di ascoltare le opinioni di interlocutori esterni.
Per ogni blocco tematico si sono indagati i possibili sviluppi, come pure le conse-
guenze e le opportunità che ne deriverebbero per i servizi di salvataggio.

3.1 Evoluzione demografica
Le persone intervistate prevedono in particolare due sviluppi sul piano della demo-
grafia:
• l’invecchiamento progressivo dei pazienti;
• la diminuzione della densità demografica nelle campagne con rispettivo aumento
  nelle città.

La prima questione è stata affrontata da prospettive molto diverse a seconda degli
interlocutori. C’è chi sostiene che l’aumento dell’età media non avrà grosse ripercus-
sioni per i servizi di salvataggio, e che per quanto riguarda le esigenze di specializ-
zazione il modello attuale, che distingue tra Soccorritori assistenti di ambulanza e
Soccorritori diplomati SSS, costituisce una soluzione valida anche per il futuro.
Altri sono dell’opinione che aumenterà l’erogazione di cure extraospedaliere a domi-
cilio per gli anziani, tendenza alla quale i servizi di salvataggio dovranno adeguarsi.
In un’intervista condotta nella Svizzera latina è stato affermato che già oggi sono
numerosi gli interventi dovuti a persone anziane che non per forza si trovano in una
situazione di emergenza, ma a volte hanno semplicemente «bisogno di parlare». In
questi casi non è facile determinare la reale giustificazione per l’intervento. Un’offerta
specifica, idealmente da parte degli operatori sociali o dei servizi di assistenza, sa-
rebbe una soluzione più idonea.
Per quanto riguarda la densità di popolazione, il divario tra città e campagna è desti-
nato a crescere. Le regioni rurali saranno sempre meno densamente popolate, men-
tre quelle urbane vedranno i loro abitanti aumentare.
Le offerte di prestazione di servizi nelle prime stanno diminuendo. Nelle interviste
emerge d’altronde la problematica della mancanza di medici di famiglia. Questi svi-
luppi vengono citati soprattutto dagli interlocutori della Svizzera francese e italiana,
che li considerano una sfida per il futuro.
D’altronde già oggi (ma in futuro ancora di più), in queste regioni è difficile rispettare i
tempi di intervento, per cui è auspicabile la ricerca di soluzioni individualizzate da
adattare alle diverse circostanze. Un approccio centralizzatore è invece considerato
poco opportuno.
Nelle città densamente popolate (e in parte anche nelle aree rurali) le organizzazioni
di salvataggio seguono già oggi una chiara strategia incentrata sulle specificità locali.
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Essa viene costantemente controllata e al bisogno modificata. La rete di servizi si
sviluppa in parallelo allo sviluppo urbano. Con l’addensamento demografico si pre-
vede non solo un incremento percentuale dei casi di emergenza, ma anche una
maggiore «agitazione» sociale dovuta alla riduzione della distanza tra gli individui.
Entrano in gioco aspetti psicologici che potrebbero influire in modo importante sul
tipo di interventi. L’aumento della densità provocherà una crescita del numero di in-
terventi nei quali avranno un ruolo fattori psicosociali.
Nei colloqui si è parlato, oltre che dell’invecchiamento dei pazienti, dell’età dei pro-
fessionisti. L’evoluzione attuale è in questo caso opposta: i collaboratori, soprattutto
fra le fila dei soccorritori, sono perlopiù giovani, che resistono quindi meglio allo
stress fisico e mentale delle attività di salvataggio.
Tuttavia, l’aumento della popolazione anziana renderà necessaria l’assunzione di più
personale. Se si vorrà rispondere adeguatamente al previsto incremento del lavoro, i
profili professionali dovranno rimanere attrattivi per i collaboratori di tutte le fasce di
età. Le soluzioni suggerite dagli interlocutori spaziano dalle possibilità di formazione
e di trasferimento alle agevolazioni per chi desiderasse entrare nel settore in prove-
nienza da altri ambiti professionali. Ai collaboratori più anziani andrebbero proposte
nuove opportunità professionali, meno esigenti dal punto di vista fisico, come gli
sbocchi già oggi esistenti nelle centrali d’allarme, in ambito amministrativo o in quello
dei trasporti secondari. In futuro queste possibilità andrebbero incrementate.

3.2 Evoluzione della società
I rapporti tra chi fornisce e chi ha bisogno di aiuto saranno in futuro più egualitari. È
presumibile che i pazienti avranno migliori conoscenze e più dati a disposizione sul
proprio stato di salute. Sul piano individuale la popolazione disporrà di più dispositivi
tecnici per misurare dati sulla propria salute.
Ciò non significa però che sarà in grado di ponderare e valutare tali informazioni,
compiti che saranno in parte chiamati a svolgere i servizi di salvataggio.
L’interpretazione della totalità di questi dati diverrà una competenza importante, per
cui occorrerà includerla nelle formazioni e nei profili professionali.
Di ciò si è discusso anche al momento di trattare l’evoluzione tecnologica, poiché i
due aspetti evolvono in parallelo.
I pazienti meglio informati saranno anche più esigenti per quanto riguarda le presta-
zioni fornite, la loro qualità e la velocità del servizio. Si tratta di una tendenza che si
constata sin d’ora: i pazienti si dimostrano più critici e hanno le idee chiare su come
pensano debba svolgersi un intervento.
Oltre ai mutamenti demografici (segnatamente l’invecchiamento della popolazione),
in futuro c’è da aspettarsi un incremento del numero di persone che, grazie ai pro-
gressi della tecnica e della medicina, potranno condurre una vita tutto sommato
«normale» nonostante limitazioni o malattie croniche. Questo sviluppo avverrà in una
misura inimmaginabile ancora pochi anni fa.
Con queste nuove possibilità si alzerà il livello di salute preteso dalla popolazione.
Sempre più si considererà un diritto e non una fortuna essere in salute, per cui i pa-
zienti si mostreranno meno tolleranti qualora la qualità dei soccorsi o delle prestazio-
ni sanitarie non fosse ottimale.
Ci vorrà più trasparenza, non solo nelle operazioni di salvataggio, ma anche negli
altri aspetti del lavoro. Presumibilmente questa tendenza avrà un impatto ancora più
Sviluppi nei servizi di salvataggio                                                       11
inciso sul settore rispetto ai cambiamenti demografici. Per soddisfare queste esigen-
ze sociali, i collaboratori e i responsabili dei servizi di salvataggio dovranno disporre
di competenze più estese, per esempio conoscenze giuridiche e mediche approfon-
dite. È una conclusione che coincide con le raccomandazioni contenute nelle pubbli-
cazioni consultate e preannuncia che in futuro chi lavora nel salvataggio dovrà fornire
maggiori informazioni in merito agli interventi effettuati e coinvolgere maggiormente i
pazienti nella presa di decisioni.

3.3 Evoluzione tecnologica
Nelle interviste sono state indicate come importanti per il settore del salvataggio le
seguenti nuove tecnologie (in parte già in uso):
• connessione dei pazienti (sensori, orologi e applicazioni di monitoraggio della salu-
  te)
• cartelle cliniche elettroniche (e-health)
• telemedicina
• intelligenza artificiale
• droni di evacuazione
• sistemi di guida automatizzata
• robotica

I possibili campi di applicazione sono vastissimi. Sono stati menzionati gli interventi
di salvataggio e recupero, ma anche l’assistenza al posizionamento dei pazienti, la
respirazione artificiale, le compressioni, l’applicazione di flebo, il dosaggio di farmaci,
il monitoraggio e la determinazione delle diagnosi. I mezzi ausiliari tecnici consenti-
ranno di ampliare il ventaglio di prestazioni, arrivando anche a una presa a carico
completa in loco nell’autoambulanza.
Per l’assistenza sanitaria ulteriore, invece, si potranno per esempio utilizzare braccia-
letti per misurare dati sulla salute dei pazienti. In caso di evoluzione negativa dei pa-
rametri, questi dispositivi darebbero automaticamente l’allarme. Ciò influirebbe anche
sull’organizzazione degli interventi di salvataggio.
Un uso accresciuto di queste informazioni personali obbligherà collaboratori e re-
sponsabili dei servizi a riflettere sulla questione della sicurezza dei dati. Sarà neces-
sario filtrare sempre più le informazioni rilevanti a partire dall’insieme dei dati dei pa-
zienti o imparare a riconoscere schemi che si ripetono. Bisognerà inoltre chiedersi se
il modo di ragionare basato sugli algoritmi, che oggi tende a volte a prevalere, sia
adeguato. Gli algoritmi sono utili come strumento ausiliario del pensiero umano, ma
non devono prendere il sopravvento.

3.4 Evoluzione economica
Per quanto riguarda la trasformazione dell’economia, sono stati menzionati soprattut-
to cambiamenti strutturali dai quali il settore potrebbe trarre beneficio, ma che non
sono per forza influenzabili. In linea generale sono viste di buon occhio la standar-
dizzazione e l’armonizzazione delle strutture finanziarie e dei costi. Le assicurazioni
malattia funzionano in base a una legislazione del 1994, non più adatta alla situazio-
ne odierna. È stato citato l’esempio della distinzione tra infortunio e malattia. Da un

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punto di vista medico essa non ha senso e bisognerebbe chiedersi quale sarebbe
una nuova e più opportuna definizione delle cure mediche di base.
Tutti sono comunque concordi sul fatto che anche in futuro sarà necessario investire
nel settore del salvataggio. A prescindere dall’aumento dei costi della salute, la so-
cietà attribuisce grande importanza a questi servizi, che in ogni caso continueranno a
rappresentare solo una frazione dei costi totali del sistema sanitario.
Saranno i fattori della qualità, della tecnica e della sicurezza a determinare, come già
oggi, i costi dei servizi di salvataggio. Poiché ci vorranno personale formato e attrez-
zature e materiali moderni, le spese aumenteranno. Si ambirà a livelli di sicurezza e
a standard qualitativi sempre più elevati, per i quali saranno necessarie norme speci-
fiche. Questi sviluppi faranno lievitare la spesa, per cui il grado di copertura dei costi
tenderà a ridursi. Conciliare qualità e costi, due fattori che evolvono in contrasto tra
loro, sarà un’enorme sfida che i servizi di salvataggio saranno chiamati ad affrontare.

3.5 Evoluzione della professione secondo l’opinione di chi
    la esercita
Le esigenze dei collaboratori delle organizzazioni di salvataggio sono rimaste fon-
damentalmente invariate nel corso degli ultimi anni. Si tratta di un ambito professio-
nale che «per sua natura» comporta un’organizzazione flessibile del lavoro, una ca-
ratteristica spesso ricercata dai giovani (le cosiddette generazioni Y e Z). La flessibili-
tà degli orari è data dai turni. Sono inoltre frequenti gli impieghi a tempo parziale e,
altro fattore importante, il lavoro in questo campo è considerato valorizzante e varia-
to.
Rimane invece un margine di manovra per migliorare le formazioni di perfezionamen-
to e le possibilità di trasferimento. Attualmente, le offerte di formazione interna di-
pendono molto dalle dimensioni dell’organizzazione per cui si lavora.
Una delle persone intervistate si chiede se in futuro il settore non sarà organizzato in
maniera più decentralizzata, con una serie di consorzi che lavoreranno in partenaria-
to. In una struttura simile i collaboratori sarebbero impiegati come partner indipen-
denti. Il classico rapporto di lavoro basato sul principio di un’organizzazione-brigata
non sembra essere adatto al futuro. Emergerà una forma ibrida, con collaboratori
economicamente e professionalmente indipendenti e con determinate garanzie fi-
nanziarie, un po’ come fanno già oggi gli studi legali o il servizio di trasporto Uber.
Piattaforme digitali consentirebbero ai collaboratori di organizzarsi online, come già
succede con i medici di pronto soccorso e i servizi Spitex. Una maggiore indipenden-
za migliorerebbe l’attrattiva del mestiere e i giovani rimarrebbero in servizio per più
tempo. In parallelo ci vorrebbero però anche adeguate possibilità formative.
Oggi la maggior parte dei collaboratori, a quanto pare, lascia il servizio dopo una de-
cina di anni. Pare ciò sia dovuto al fatto che si tratta di un’attività pesante, sul piano
fisico e su quello emotivo. Siccome il lavoro è basato su algoritmi, benché sia a pri-
ma vista molto variato, col tempo tende a divenire monotono, con procedure troppo
ripetitive.
Eppure sono proprio i veterani ad avere un migliore intuito quanto si tratta di valutare
certe situazioni o di gestire relazioni interpersonali. I collaboratori di lunga data sono
una risorsa preziosa durante gli interventi e non bisognerebbe perderli. Sembra esi-
stano molti ambiti nel settore – per esempio la gestione delle operazioni, l’anestesia
o il lavoro di telemedicina per gli ambulatori medici – nei quali questo sapere espe-

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rienziale svolge un ruolo molto importante. Purtroppo al momento ci sono poche op-
portunità per chi vuole dirigersi verso tali attività: esse andrebbero create e incremen-
tate.

3.6 Evoluzione della formazione

3.6.1 Soccorritore/-trice diplomato/a SSS (SD)
Nelle interviste si è spesso partiti dall’idea di un futuro incremento delle conoscenze
mediche e delle competenze tecniche e psicosociali. Questo vale per tutti gli attuali
profili professionali del Forum, ma soprattutto per i soccorritori diplomati SSS. Nel
loro caso ci sarà inoltre bisogno di lavorare in modo più interconnesso, ossia essere
in grado di stabilire nessi logici tra le conoscenze acquisite e le informazioni disponi-
bili. Nuove tecnologie, nuove aree di contatto con le professioni di cura e di assisten-
za, come pure una maggiore frequenza di determinati quadri patologici (p.es. malat-
tie croniche, demenza ecc.) richiederanno una certa polivalenza e competenze sfac-
cettate.

3.6.2 Soccorritore/-trice assistente d’ambulanza (SA)
Questo profilo professionale è stato l’oggetto di opinioni discordanti.
Varie persone intervistate constatano che oggi, a causa della centralizzazione e della
specializzazione degli ospedali, il numero e la durata delle corse (anche secondarie)
è in aumento. Qualcuno ha espresso l’idea che un giorno i SA possano occuparsi
anche di altri tipi di trasporto, per esempio trasporti di farmaci e di campioni di labora-
torio.
Altri ritengono tuttavia che la centralizzazione in corso sia un fenomeno temporaneo
e che a lungo termine i servizi di salvataggio saranno in grado di offrire un’assistenza
piu generale e completa in loco, per cui le corse verso gli ospedali si ridurranno. Na-
turalmente questo significa che i collaboratori dovranno disporre di maggiori compe-
tenze (in particolare mediche): i SA di oggi non sono abbastanza preparati.

3.6.3 Operatore/-trice di centrale d’allarme
Anche gli operatori e le operatrici di centrale d’allarme in futuro dovranno avere mag-
giori conoscenze mediche e competenze tecniche. Ci saranno per esempio sensori e
chip che attiveranno allerte automatiche in caso di infarto. I valori misurati dai dispo-
sitivi verranno trasmessi direttamente alla centrale, dove sarà necessario sapere va-
lutarli. Il personale dovrà quindi essere in grado di distinguere i valori fisiologici da
quelli patologici (p.es. tasso di ossigenazione, pressione e battito cardiaco), il che
richiede maggiori competenze in campo medico.

3.6.4 Osservazioni generali
Non tutte le persone intervistate sono d’accordo sul fatto che in tutte le professioni i
requisiti aumenteranno o dovranno aumentare. È stato fatto notare che chi lavora nel
settore del salvataggio dispone già oggi di un alto livello di competenze, il che
d’altronde rende talvolta difficile trovare nuovi collaboratori sufficientemente prepara-
ti. In alcune regioni, in particolare in Ticino, i soccorritori volontari costituiscono una
componente importante del personale di salvataggio. Questi volontari hanno seguito
una formazione di base riconosciuta e svolgono la loro attività ausiliaria senza retri-

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buzione. Spesso, senza di loro sarebbe impossibile soddisfare le direttive dell’IAS
(Interassociazione di salvataggio). Lo sviluppo dei profili professionali e delle forma-
zioni dovrà quindi prendere in conto le specificità geografiche e le condizioni del
mercato del lavoro.

3.6.5 Nuovi profili professionali
Oltre all’evoluzione delle competenze nelle professioni esistenti, si è accennato a
possibili nuovi profili professionali.
Uno degli intervistati sostiene che i servizi di salvataggio sarebbero senz’altro in gra-
do di colmare le future lacune grazie alle buone conoscenze specialistiche che già
oggi il personale possiede in ambito medico. È stato fatto riferimento al modello te-
desco dei Gemeindesanitäter (soccorritori comunali), che consentirebbe di offrire de-
terminati servizi di assistenza medica di base anche nelle aree rurali meno attrezza-
te. Il modello tedesco potrebbe essere adattato al contesto svizzero.
L’interfaccia tra cure extracliniche e intracliniche potrebbe inoltre rappresentare un
nuovo ambito professionale. Oggi se ne occupano separatamente i soccorritori e il
personale infermieristico, ma è lecito immaginare un profilo professionale che unisca
aspetti di ambedue i ruoli.
Un’altra idea evocata è quella di una possibile specializzazione (un’offerta formativa
destinata ai professionisti attuali, in particolare ai soccorritori diplomati) per quadri
patologici o gruppi di pazienti specifici (p.es. per le demenze o più in generale la vec-
chiaia).

3.7 Carriera
Dalle interviste emerge l’opinione condivisa che in avvenire le carriere dovranno po-
ter essere gestite con una certa flessibilità: più opzioni e una maggiore adattabilità a
livello di opportunità di sviluppo professionale. Il passaggio ad altre professioni del
settore sanitario dovrebbe essere agevolato.
Oggi sembra ancora prevalere un atteggiamento di «difesa del proprio orticello», con
resistenze esacerbate da giochi politici in seno alle categorie professionali. Alcuni
interlocutori danno l’esempio dei trasferimenti orizzontali tra il settore del salvataggio
e quelli dell’anestesia o delle cure di pronto soccorso. Offrire maggiori possibilità di
fare valere equivalenze tra le parti sarebbe vantaggioso per tutti.
Oggi domina invece una mentalità dettata dalla concorrenza tra i servizi di salvatag-
gio e questo costituisce un ostacolo alla flessibilizzazione. Se le varie organizzazioni
interagissero e si coordinassero come partner, le risorse potrebbero essere distribui-
te meglio. È stato avanzato l’esempio della creazione di una rete per i trasporti se-
condari. I servizi di salvataggio dovrebbero collaborare, non competere tra loro.

3.8 L’importanza del settore preclinico
Fra i vari sviluppi all’orizzonte è stato menzionato e discusso più volte il futuro ruolo
del settore preclinico. Riassumiamo di seguito le principali considerazioni fatte.
In generale, l’opinione comune è che in futuro l’ambito preclinico diverrà ancora più
importante, per cui i servizi di salvataggio potranno ampliare il loro ventaglio di pre-
stazioni.

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La qualità dell’assistenza offerta in loco dai servizi di salvataggio migliorerà e potran-
no aggiungervisi nuove prestazioni in ambito psicosociale (accompagnamento psico-
logico, compiti legati ai servizi sociali).
Sarà importante tenere conto delle differenze geografiche e cantonali. Le esigenze
delle regioni rurali, per esempio, saranno diverse da quelle delle città. Il processo di
concentrazione ospedaliera in atto ha infatti come conseguenza che in alcune aree
periferiche i tempi di trasporto si allungano. È una sfida che si potrà affrontare con
nuovi mezzi d’intervento e, in determinate aree, privilegiando i salvataggi aerei rispet-
to a quelli via terra.

3.9 In sintesi
Le interviste confermano e precisano quanto ricavato dalle pubblicazioni consultate.
L’invecchiamento e l’individualizzazione porteranno a un incremento delle cure ex-
traospedaliere a domicilio e i servizi di salvataggio dovranno adeguarsi. Concreta-
mente questo potrebbe comportare più prestazioni di tipo assistenziale per una fa-
scia di pazienti anziani e una più intensa collaborazione con i servizi di cure (p.es.
Spitex) e i medici di famiglia.
La distribuzione demografica sbilanciata tra città e campagna richiede un approccio
differenziato da parte dei servizi di salvataggio. Se nelle regioni rurali le principali dif-
ficoltà sono legate al rispetto dei tempi di intervento e alle cure mediche di base, in
quelle urbane le sfide sono soprattutto di carattere psicosociale e interculturale. La
centralizzazione rischia di ostacolare gli sforzi volti a tenere conto di queste differen-
ze regionali.
La popolazione tenderà a diventare più esigente nei confronti dei servizi di salvatag-
gio. I pazienti si mostreranno più critici e dubbiosi. Sarà quindi necessario migliorare
la trasparenza e la tracciabilità degli interventi. I collaboratori dovranno disporre di
più ampie competenze mediche per poter fornire informazioni e di migliori conoscen-
ze delle basi legali. Dovranno inoltre coinvolgere maggiormente i pazienti nei proces-
si decisionali.
L’evoluzione tecnologica potrà contribuire a rendere gli interventi più efficienti. Occor-
rerà prestare attenzione a che le macchine aiutino le persone nel loro lavoro e non
che le sostituiscano. Andrà inoltre evitato un modo di pensare troppo servile rispetto
agli algoritmi.
Sorgono interrogativi anche sull’attuale Legge sull’assicurazione malattie (LAMal). La
distinzione tra infortuni e malattie è obsoleta e conduce a una situazione iniqua. I
costi continueranno a crescere in tutto il sistema sanitario, settore del salvataggio
compreso. Tuttavia, la popolazione capirà che disporre di servizi di salvataggio effi-
cienti è importante, per cui sarà d’accordo di destinare loro le risorse necessarie.
Sviluppi sono auspicati anche per quanto riguarda la formazione continua. Andrebbe-
ro agevolati i passaggi da una professione sanitaria all’altra e migliorate le premesse
per una carriera in seno al settore del salvataggio.

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4 Risultati del sondaggio online
Come spiegato in sede introduttiva, il sondaggio è stato preparato basandosi
sull’esito delle interviste ai professionisti e sulle informazioni trovate nella letteratura.
Sono in tal modo stati identificati temi e sfide concernenti il settore del salvataggio. Il
sondaggio ha quindi anche lo scopo di verificare le opinioni individuali espresse nei
colloqui e in effetti il consenso è piuttosto elevato per la maggior parte delle domande
poste.

4.1 Analisi del sondaggio
Le seguenti riflessioni sono state desunte dall’analisi del sondaggio online e costitui-
scono un’importante base per l’interpretazione dei risultati.
• L’avvenire resta incerto anche secondo i partecipanti al sondaggio. I risultati rivela-
  no l’idea che i collaboratori e i responsabili si fanno del futuro dei servizi di salva-
  taggio. Molti cambiamenti, benché cruciali, non sono influenzabili (p.es. modifiche
  della legislazione sulle casse malati). È imperativo integrare determinate tecnolo-
  gie, le cosiddette dominant designs, che si affermano in seno alla società.
• In generale, il livello di assenso è alto per tutti i temi. Per molte delle affermazioni
  più della metà delle persone sondate ha risposto che concorda (o che concorda in
  parte). L’analisi delle risposte deve quindi concentrarsi sul livello di assenso (e non
  sul confronto tra assenso e dissenso). Un’affermazione con la quale concorda il
  51% dei partecipanti, per esempio, va interpretata diversamente da
  un’affermazione che raccoglie il 93% degli assensi.
• Siccome i due gruppi sondati (collaboratori e responsabili) sono diversi, non sono
  state poste loro esattamente le stesse domande. Di conseguenza i risultati non
  possono essere analizzati attraverso un confronto statistico diretto, ma basandosi
  su una valutazione di tipo descrittivo. I riquadri rosa alla fine di ogni capitolo dedica-
  to a un tema contengono alcune considerazioni riassuntive.
• I singoli risultati sono stati valutati per sottogruppi specifici (in funzione dell’età, del
  grado di esperienza nel settore, della regione linguistica ecc.). Quando in seno a un
  sottogruppo si delineano differenze significative, esse vengono spiegate.

4.2 Osservazioni generali
Hanno partecipato al sondaggio 591 collaboratori di servizi di salvataggio (Gruppo 1)
e 163 persone con funzioni direttive in seno a tali servizi (Gruppo 2). Di quest’ultime,
83 sono responsabili generali o quadri in seno alla propria organizzazione, 74 rico-
prono funzioni di responsabilità in ambito medico e 6 occupano posizioni direttive in
strutture di formazione legate al settore del salvataggio.
Il sondaggio è stato condotto in tutta la Svizzera. Il 75% dei responsabili e il 68% dei
collaboratori erano di lingua tedesca. I francofoni erano rispettivamente il 17% e il
22%, mentre i partecipanti di lingua italiana erano il 9%, rispettivamente il 10%.

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4.3 Evoluzione demografica

4.3.1 Vecchiaia
Il più alto livello di consenso presso ambedue i gruppi è stato raggiunto da tre affer-
mazioni. Innanzitutto, quella che dichiara che in futuro gli anziani resteranno più a
lungo a casa loro e avranno un maggiore bisogno di servizi di cura e di assistenza
(concorda il 90% dei collaboratori e il 95% dei responsabili). La seconda è che, a
causa dei cambiamenti nella struttura demografica, cambieranno i motivi degli inter-
venti (concorda l’86% dei collaboratori e il 93% dei responsabili). La terza afferma-
zione dice che le organizzazioni di salvataggio saranno chiamate a una maggiore
collaborazione con altri servizi, per esempio quelli di Spitex (concorda l’82% dei col-
laboratori e l’83% dei responsabili). Meno consensi sono stati invece raccolti dall’idea
che in futuro sarà necessario un nuovo profilo professionale specializzato in casi ge-
riatrici (concorda il 48% del Gruppo 1 e il 50% del Gruppo 2). Le risposte aperte mo-
strano tuttavia che le relazioni con gli anziani sono viste come un’evoluzione sempre
più importante e che questo aspetto sembra non essere approfondito a sufficienza
nelle formazioni. La gestione dei casi di multimorbilità e di malattie croniche, situa-
zioni piuttosto frequenti appunto nella popolazione anziana, dovrebbe essere oggetto
di un’attenzione particolare nei percorsi formativi.

4.3.2 Immigrazione
Che in futuro il personale dovrà conoscere meglio le lingue e disporre di competenze
interculturali è un’affermazione con cui concordano sia i collaboratori (77%) sia i re-
sponsabili (83%). Benché questa osservazione sia confermata in tutte le regioni del
paese, raccoglie un consenso maggiore fra gli svizzero-tedeschi che tra i latini (circa
il 10% in più per il Gruppo 1 e il 20% in più per il Gruppo 2). Il 64% dei collaboratori e
il 71% dei responsabili sostiene che verranno usati più mezzi tecnologici per gestire
le relazioni con i pazienti di lingua straniera. Dalle spiegazioni fornite in merito, risulta
che sono considerate sempre più importanti non soltanto le competenze linguistiche,
ma anche quelle di gestione delle specificità culturali.

4.3.3 Differenze tra città e campagna
Se si osservano separatamente le tre principali regioni linguistiche del paese, si evi-
denziano tendenze dissimili. I collaboratori e i responsabili della Svizzera francese e
italiana concordano con percentuali comprese tra il 55% e il 64% con l’affermazione
secondo cui in futuro i mezzi d’intervento nelle regioni urbane e in quelle periferiche
saranno diversi. Fra gli svizzero-tedeschi, il consenso su questo punto si è limitato al
41% per il Gruppo 2 e al 47% per il Gruppo 1.

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