Bollettino Astronomico - 444 / 2018 7 Novembre 2018 - Osservatorio Galileo Galilei

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Bollettino Astronomico - 444 / 2018 7 Novembre 2018 - Osservatorio Galileo Galilei
Bollettino Astronomico

 444 / 2018
 7 Novembre 2018
Bollettino Astronomico - 444 / 2018 7 Novembre 2018 - Osservatorio Galileo Galilei
Bollettino di informazione astronomica nr. 444 del 07/11/2018

 Osservatorio Astronomico e Planetario G.Galilei – Suno 45° 36’ 16” Nord 08° 34’ 25” Est pag. 2
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 OSSERVATORIO ASTRONOMICO e PLANETARIO
 G.Galilei 28019 SUNO (NO)

 Tel. 032285210 / 335275538

 www.osservatoriogalilei.com - info@osservatoriogalilei.com

Mercoledì 7 novembre 2018, dopo le ore 21, in osservatorio, per i tradizionali incontri del primo mercoledì
di ogni mese, vi sarà una serata dedicata alle proiezioni al planetario e, in caso di condizioni meteo favorevoli,
osservazioni al telescopio. In caso di cattivo tempo sarà in uso il solo planetario.

Luna: La Luna al primo quarto tramonta alle 17:26 con fase 0.2%, rendendo agevole l’osservazione degli
oggetti del cielo profondo nella seconda parte della notte.

Costellazioni: Si potranno vedere le principali costellazioni autunnali e nella seconda parte della notte le
costellazioni invernali.

Pianeti: Subito dopo il tramonto e ormai basso sull’orizzonte Marte (tramonta alle 23.49), Urano, visibile per
buona parte della notte

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CALENDARIO LUNARE DI NOVEMBRE e DICEMBRE

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EFFEMERIDI DI NOVEMBRE e DICEMBRE

 Luna Luna Sole Sole
 Data sorge tramonta sorge tramonta alba crepuscolo
---------- -------- -------- ------- -------- ------ ------

01/11/2018 ------ 14:24 07:05 17:13 05:25 18:53
02/11/2018 00:36 15:00 07:07 17:12 05:26 18:52
03/11/2018 01:50 15:32 07:08 17:10 05:27 18:51
04/11/2018 03:03 16:01 07:09 17:09 05:29 18:49
05/11/2018 04:15 16:28 07:11 17:07 05:30 18:48
06/11/2018 05:26 16:56 07:12 17:06 05:31 18:47
07/11/2018 06:36 17:26 07:14 17:05 05:32 18:46
08/11/2018 07:45 17:58 07:15 17:03 05:34 18:45
09/11/2018 08:51 18:34 07:17 17:02 05:35 18:44
10/11/2018 09:54 19:15 07:18 17:01 05:36 18:43
11/11/2018 10:51 20:00 07:19 17:00 05:37 18:42
12/11/2018 11:42 20:51 07:21 16:59 05:38 18:41
13/11/2018 12:26 21:46 07:22 16:57 05:40 18:40
14/11/2018 13:04 22:43 07:24 16:56 05:41 18:39
15/11/2018 13:37 23:43 07:25 16:55 05:42 18:38
16/11/2018 14:06 ------ 07:26 16:54 05:43 18:37
17/11/2018 14:32 00:44 07:28 16:53 05:44 18:37
18/11/2018 14:58 01:46 07:29 16:52 05:45 18:36
19/11/2018 15:23 02:50 07:31 16:51 05:46 18:35
20/11/2018 15:48 03:56 07:32 16:51 05:48 18:35
21/11/2018 16:16 05:03 07:33 16:50 05:49 18:34
22/11/2018 16:47 06:13 07:35 16:49 05:50 18:33
23/11/2018 17:25 07:26 07:36 16:48 05:51 18:33
24/11/2018 18:09 08:37 07:37 16:47 05:52 18:32
25/11/2018 19:03 09:46 07:38 16:47 05:53 18:32
26/11/2018 20:05 10:48 07:40 16:46 05:54 18:31
27/11/2018 21:14 11:42 07:41 16:45 05:55 18:31
28/11/2018 22:27 12:27 07:42 16:45 05:56 18:31
29/11/2018 23:40 13:05 07:43 16:44 05:57 18:30
30/11/2018 ------ 13:37 07:45 16:44 05:58 18:30
---------- -------- -------- ------- -------- ------ ------
01/12/2018 00:53 14:06 07:46 16:43 05:59 18:30
02/12/2018 02:04 14:32 07:47 16:43 06:00 18:29
03/12/2018 03:14 14:59 07:48 16:43 06:01 18:29
04/12/2018 04:22 15:27 07:49 16:42 06:02 18:29
05/12/2018 05:31 15:57 07:50 16:42 06:03 18:29
06/12/2018 06:37 16:30 07:51 16:42 06:04 18:29
07/12/2018 07:41 17:09 07:52 16:42 06:05 18:29
08/12/2018 08:40 17:52 07:53 16:42 06:06 18:29
09/12/2018 09:35 18:41 07:54 16:42 06:06 18:29
10/12/2018 10:22 19:35 07:55 16:42 06:07 18:29
11/12/2018 11:03 20:31 07:56 16:42 06:08 18:29
12/12/2018 11:38 21:30 07:57 16:42 06:09 18:29
13/12/2018 12:08 22:30 07:58 16:42 06:10 18:30
14/12/2018 12:35 23:32 07:58 16:42 06:10 18:30
15/12/2018 13:00 ------ 07:59 16:42 06:11 18:30

'------' indica nessun evento per questa data.

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UN VENERDI TRA LE STELLE - Caccia al sole nero: istruzioni per l’uso. (a cura di Nicola Morabito)

OMEGNA – Sabato 20 ottobre il Teatro Oratorio del Sacro Cuore di Omegna ha ospitato il primo
appuntamento di “Un venerdì tra le stelle”: organizzato da Stefano Savina con il patrocinio dell’Associazione
ASIMOF, APAN e del Comune di Omegna ha preso il via una serie di sette incontri intorno al tema
dell’astronomia che termineranno la prossima primavera.

 Alberto Villa, presidente
 dell’Associazione Astrofili
 Alta Valdera e Consigliere
 e Delegato Regionale
 Toscana dell’Associazione
 Divulgazione Astronomica
 Astronautica (ADAA), ha
 presentato il tema
 dell’eclisse totale di sole e
 prima che iniziasse la
 conferenza gli ho chiesto il
 motivo di questa sua
 autentica passione:

 “Si tratta di uno dei
 fenomeni astronomici più
 belli e affascinanti che ci
sono: l’eclisse totale di sole regala un’emozione incredibile che va provata per essere compresa; io inseguo il
sole nero da quando ho visto la prima eclisse nel 1998. Da allora, stimolato peraltro dalla conoscenza di un
ragazzo, Fred Ezenak, che all’epoca ne aveva osservate già undici e che oggi è forse il più grande esperto di
eclissi al mondo, mi sono innamorato del fenomeno e non ne ho persa una. Le eclissi vanno scelte, possono
durare anche solo qualche secondo e non valere un viaggio di diecimila chilometri, ma quando avviene
l’eclisse giusta, come succederà l’anno prossimo in Cile, il gruppo di amici di cui faccio parte ed io ci
organizziamo per osservarla e fotografarla.

Il risultato è un’esperienza estremamente coinvolgente perché, al di là dell’eclisse, c’è un viaggio da fare per
raggiungere un luogo di cui si sono studiate le statistiche meteo e che sia possibilmente appetibile anche dal
punto di vista turistico.”

E in effetti il discorso di Alberto Villa accompagnato dalle immagini da lui scattate nel corso dei viaggi che si
sono succeduti nel tempo rimane un invito a quella che al pubblico di Omegna appare davvero come
un’avventura composta di chilometri, amicizia e curiosità verso tutti gli oggetti del cielo e la loro meravigliosa
meccanica.

“La corsa verso il sole nero”, esordisce Villa, “è uno degli eventi più emozionanti che possiamo vedere nel
campo dell’astronomia, quando abbiamo l’eclisse di sole la luna si mette davanti al sole per cui l’ombra della
luna arriva a toccare la terra, quando invece abbiamo l’eclisse di luna è l’ombra della terra che ingloba la luna
la quale diventa rossa; mentre quando c’è l’eclisse di luna metà della terra, ovvero tutte le persone che
abitano dalla parte dove è notte, ha la possibilità di vedere la luna rossa, l’eclisse di sole è totale soltanto in
un piccolo cerchio e quindi per vederla molto spesso ci dobbiamo spostare. In Italia ad esempio non vi sarà,
per noi presenti in sala, la possibilità di vedere un’eclisse totale di sole. Per effetto delle rotazioni della luna
intorno alla terra e della terra intorno a se stessa, la zona che ci interessa compie un movimento sulla
superficie terrestre prendendo il nome di fascia di totalità, cioè il luogo dei punti sulla superficie terrestre
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dalla quale possiamo vedere l’eclisse come totale ovvero con la luna che copre completamente il sole.

La visibilità di questo fenomeno è data inoltre da una coincidenza incredibile: il sole, come diametro, è 400
volte superiore alla luna ma è posto 400 volte più distante rispetto alla luna quindi quando la luna passa
davanti al sole i due dischi, come dimensione apparente, sono praticamente uguali e dunque quello della
luna va a coprire il sole.

Tuttavia mentre le dimensioni apparenti del sole sono sempre le medesime, quelle della luna variano visto
che la luna ruota intorno alla terra con un’orbita abbastanza ellittica da far si che quando è più lontana ha un
aspetto e quando è più vicina un altro. Le dimensioni apparenti del sole corrispondono a quelle della luna
quando è a metà strada, anche questo è incredibile! L’eclisse quindi, secondo le dimensioni apparenti
determinate dalla distanza della luna, può essere anulare, centrale, parziale oppure ibrida quando i due dischi
si sovrappongono perfettamente per un attimo: in questo caso il fenomeno dura un istante, l’eclisse totale
può durare fino a 7 minuti e 30 secondi, quella anulare arriviamo a 12 minuti di durata con una parte di sole
sempre scoperta. La fase di parzialità va osservata sempre con le protezioni adeguate, il sole visto a occhio
nudo può portare alla perdita della vista nel giro di 2 ore: negli occhi non abbiamo le terminazioni nervose
per cui nel momento del danno alla retina non sentiamo dolore e ciò è molto pericoloso, è chiaro che durante
la totalità l’osservazione sarà a occhio nudo.

Per rincorrere il sole nero si affronta in primo luogo un viaggio impegnativo alla ricerca di un sito interessante
dal punto di vista turistico e che sia appetibile dal punto di vista meteorologico: il primo viaggio che intrapresi
fu nel 1998 nelle Antille Olandesi in tempi di fotografia analogica e relative apprensioni per lo sviluppo dei
negativi una volta rientrati; nel 1999 eravamo in Austria, a Graz, e in quei giorni ci siamo dovuti spostare
all’ultimo momento per evitare un fronte occluso; nel 2005, nel deserto libico, abbiamo visto un’eclisse
anulare: la luna non copre mai il sole e quindi non vedremo mai la corona, le protuberanze e quant’altro.
Anche in Siberia le condizioni meteo ci hanno fatto penare non poco, ma il patimento più grande si è verificato
in Cina nel 2009 quando l’eclisse della durata di 6 minuti e 30 secondi avveniva con tempo sfavorevole,
pioveva, ma riuscimmo ad osservarla prima che arrivasse il temporale, se fossimo stati distanti 100 chilometri
non avremmo visto nulla. Nel 2010 siamo andati all’Isola di Pasqua e dal punto di vista emozionale questa
rimane l’esperienza che più mi ha toccato; nel 2012 in Australia siamo riusciti nell’intento pur avendo iniziato
a osservare sotto l’ombrello e l’esperienza di studiare il cielo dell’altro emisfero ha costituito un’occasione
irrepetibile. Durante il viaggio alle Faroe la fortuna ci è stata di nuovo compagna e abbiamo mancato la
totalità per soli 3 minuti; il viaggio negli Stati Uniti del 2017 ha avuto una pianificazione complessa: la fascia
di totalità, densamente abitata, andava da una costa all’altra, studiandola insieme alle caratteristiche meteo
abbiamo infine scelto la località di Casper nel Wyoming. Il viaggio è stato ricco di episodi e la linea guida è
stata, come negli altri viaggi, la passione per il cielo: abbiamo visitato il Meteor Crater, l’Osservatorio di Lowell
a Flagstaff dal quale è stato scoperto Plutone nel 1930, la Devils Tower scelta da Steven Spielberg per girare
Incontri ravvicinati del III tipo, senza tralasciare altri luoghi simbolo della cultura americana.

Abbiamo seguito lo spettacolo dell’eclisse nella totalità e nelle varie fasi in circa 60 persone con un
coinvolgimento emotivo eccezionale e non solo dal punto di vista fotografico ma studiando ad esempio le
variazioni di temperatura durante l’eclisse e il comportamento del vento d’eclisse che si sposta sulla
superficie terrestre.

L’eclisse di sole a livello fotografico è difficile perché non ammette repliche, si parla di 2,3,4,5 minuti duranti
i quali non si può sbagliare nulla a livello tecnico fino alla prossima eclisse e al prossimo viaggio che nel nostro
caso sarà in Cile con partenza nel mese di giugno 2019: l’avventura del gruppo continua e invito tutti coloro
che sono interessati a contattarmi (+39 3405915239 – presidente@astrofilialtavaldera.it) per qualsiasi
informazione!”

Nicola Morabito – immagine di Alberto Villa

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DIARIO ASTRONOMICO (a cura di Silvano Minuto)

Presentazione nel bollettino n. 355 del 21.1.2015

Nel periodo, osservazione di Venere, Marte, Giove, Saturno e Urano. Della variabile Mira e il 23 ottobre
dell’occultazione da parte della Luna di Giove.

Parte 89 – 1943

3 Ottobre 1943. 6h 20m - 6h 25m. Il cielo è chiaro, ma Venere è sempre ben visibile ad occhio nudo. Al
cannocchiale (ingr. 125; immagine un po’ mossa essa mostra una falce brillante, già abbastanza larga. Al
binocolo (obbiettivo diaframmato a 15mm) la falce sembra anche più larga per effetto dell’irradiazione, ma
la fase è distintamente visibile.

4 Ottobre 1943. 22h 30m - 23h. Cielo sereno, ma non molto limpido. Mira è ora visibile al binocolo, e di
osservazione piuttosto difficile anche al cannocchiale. Molto inferiore a 8.0, sembra un po’ inferiore anche a
8.8; comunque è poco superiore alla stella seguente di 9.2, e quindi il suo splendore non deve differire molto
dalla 9^ grandezza (cann. di 54mm; ingr 16 e 47).

4 Ottobre 1943. 23h 30m - 23h 40m. Oss. di Marte. Immagine abbastanza buona. Dall’ultima osservazione
(5 Agosto) le dimensioni apparenti del pianeta sono notevolmente aumentate. Una macchia oscura sembra
visibile nella parte centrale del disco, ma la forma è imprecisabile e la stessa esistenza é alquanto dubbia. Si
può invece notare facilmente che il disco presenta una tinta aranciata chiara a forma sensibilmente diversa
dalla circolare, essendo deficiente nella parte occidentale (cann. di 54mm; ingr. 86).

23 Ottobre 1943. 4h 25m - 4h 30m. Cielo sereno. Oss. di Giove. Immagine mediocre. Due soli satelliti sono
visibili, uno per parte, abbastanza vicini al pianeta. Su questo, le due fasce tropicali; intensa la boreale; meno
intensa e più difficilmente l’australe (cann. di 54mm; ingr. 86).

Il pianeta è ad Ovest della Luna (età g. 23.6) e abbastanza prossimo, tanto da potersi scorgere facilmente
insieme nello stesso campo con l’oculare di 16 ingr.

A 7h 10m, con cielo molto illuminato, Giove è visibile di contro alla parte boreale della Luna, sempre alquanto
discosto. Al binocolo offre un disco apprezzabilissimo, di splendore inferiore a quello delle parti più brillanti
della Luna prossime al lembo, ma assai più luminoso dei mari. Esso non sembra differir molto da quello delle
parti medie, come la regione intorno a Kepler.

L’occultazione ha dovuto verificarsi verso 7h 30m.

23 Ottobre 1943. 6h 55m. Cielo sereno. Osservata Venere al binocolo. Sebbene il disco appaia notevolmente
rimpicciolito, la fase è sempre distintamente visibile (obbiettivi diaframmati a 15mm).

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24 Ottobre 1943. 21h - 21h 30m. Cielo un po’ chiaro; condizioni di trasparenza come il 4 Ottobre. Mira è
debolissima e di osservazione abbastanza difficile anche al cannocchiale. Si può tuttavia notare che il suo
splendore è inferiore a quello della stella di 8.8, e non molto differente dalla vicina di 9.2, senza che sia
possibile precisare meglio (cann. di 54mm; ingr. 16 e 47).

15 Novembre 1943. 20h 45m - 20h 55m. Il cielo è dapprima quasi sereno, ma non tarda a coprirsi, impedendo
di continuare l’osservazione.

Chiaro di Luna. Oss. di Marte. Sebbene anche nei migliori momenti la qualità dell’immagine sia assai
mediocre, si scorge nettamente una macchia oscura che attraversa il disco e sembra incurvata, con la
convessità a Sud (cann. di 54mm; ingr. 86).

21 Novembre 1943. 19h 30m - 19h 50m. Cielo per la maggior parte sereno; lampeggia. Oss. di Mira. Lo
splendore della stella si mantiene estremamente debole, e poco differente dalla vicina orientale;
quest’ultima è anzi sembrata leggermente superiore (cann. di 54mm; ingr. 16 e 47).

21 Novembre 1943. 20h 25m - 20h 45m. Cielo sereno. Oss. di Marte. Immagine abbastanza buona. Un po’ a
Sud del centro un’estesa macchia oscura è distintamente visibile, ma difficilmente precisabile. Tuttavia la sua
forma generale sembra allungata e ricurva, ed evidentemente irregolare (cann. di 54mm; ingr. 86).

21 Novembre 1943. 21h 0m - 21h 10m. Oss. di Urano. Il suo splendore è assai sensibilmente superiore a
quello della stella di 5.9 (carta delle effemeridi astronomiche pel 1943 dell’Osservatorio di Bologna) e
comparabile a quella di 5.7, o appena inferiore. Esso può quindi stimarsi di 5.7 (binocolo Zeiss).

21 Novembre 1943. 21h 15m - 21h 35m. Osservazione un po’ disturbata dalle nubi. Oss. di Saturno. L’anello
è assai aperto, e il diametro polare del pianeta è inferiore all’asse minore dell’anello. Nei momenti migliori
l’immagine è un po’ palpitante, ma netta e mostra l’anello ben disegnato. I dettagli sono però al limite della
visibilità; meglio si scorge la differenza di splendore fra la parte esterna e l’interna dell’anello. Titano è ben
visibile ad Ovest, un po’ a Sud (cann. di 54mm; ingr. 86).

26 Novembre 1943. 19h 5m - 19h 35m. Cielo sereno. Riosservata Mira, il cui splendore non mostra differenze
evidenti con la prossima stella orientale (cann. di 54mm; ingr. 16, 47 e 86).

15 Dicembre 1943. 18h 20m - 18h 40m. Cielo alquanto nebbioso. Oss. di Mira. La deficiente trasparenza
atmosferica ostacola notevolmente l’osservazione; si può tuttavia notare che Mira è sempre assai debole e
inferiore a 8.8, ma sensibilmente superiore alla compagna (cann. di 54mm; ingr. 16 e 47).

26 Dicembre 1943. 18h 55m - 19h. Cielo sereno, abbastanza chiaro. Osservata al binocolo Mira. Debolmente
ma sicuramente visibile, essa è superiore alla stella di 8.8, ma notevolmente inferiore a 8.0.

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PERCORSI CELESTI - (a cura di Silvano Minuto)

Questo percorso si propone di far scoprire alcuni fra gli oggetti più caratteristici, più brillanti e conosciuti
visibili nel cielo notturno dell'autunno, a tutti coloro che possiedono un binocolo di dimensioni medie, come
un 8x40 o un 10x50. Perché il percorso sia seguibile con facilità occorre una notte limpida e buia, senza Luna,
e possibilmente con l'orizzonte sgombro specialmente in direzione sud e nord-ovest. Il percorso è seguibile
nei mesi compresi fra inizio ottobre e inizio gennaio nelle ore serali, fra le ore 22:00 e le 00:00.

α Capricorni è una delle stelle doppie più facili da risolvere ad occhio nudo: le sue componenti sono infatti
separate da oltre 6'; la coppia costituisce il vertice nord-occidentale della sequenza rozzamente triangolare
di stelle che compone la costellazione del Capricorno.
Al binocolo le due componenti sono nettamente visibili: entrambe appaiono di un colore giallognolo o
arancione e sono una di terza e l'altra di quarta magnitudine. La risoluzione ad occhio nudo può invece
costituire uno dei vari "test della vista" del cielo. Da entrambi i lati della coppia si trovano, allineate, altre due
stelle di colore azzurrino. Poco a sud si può osservare, sempre con un binocolo, un'altra coppia di stelle.

 β Capricorni le cui componenti, una gialla
 e l'altra azzurra, hanno colori contrastanti.
 Le due componenti in realtà appaiono
 vicine solo per un effetto di prospettiva:
 infatti la dominante dista circa 106 anni
 luce, mentre la secondaria ben 686 anni
 luce. Un telescopio potente è in grado di
 mostrare che entrambe le stelle sono però
 a loro volta delle doppie, con componenti
 fisicamente in orbita l'una attorno all'altra.

 Da: Osservare il Cielo – Corso per imparare a riconoscere le stelle e le costellazioni

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RECENSIONI (a cura di Silvano Minuto)

 DA STONEHENGE ALLE PIRAMIDI

 Le meraviglie dell’archeoastronomia
 Autore: Magli Giulio
 Editore: Francesco Brioschi Editore
 pp. 208, riccamente illustrato a colori

 Ed. 2016 - € 19.00

 Architettura e astronomia non sono mai state così vicine! Ecco
 finalmente spiegati i misteri che per anni hanno avvolto tanti
 monumenti megalitici del passato. Un viaggio che parte dalla nostra
 storia e approda a una nuova disciplina, l’archeoastronomia.

 Grandi pietre, il sole e le altre stelle: l’unione tra astronomia e
 architettura ha caratterizzato tutta la storia dell’umanità e moltissime
delle grandi opere che l’uomo ha saputo realizzare. Esistono legami profondi e imprescindibili con i cicli
celesti nei grandi monumenti megalitici, come Stonehenge e Newgrange, le piramidi e i templi dell’antico
Egitto, le costruzioni dei Maya e il Pantheon di Roma.
Questo libro va dunque alla scoperta della giovane scienza che ha scelto di porre le stelle e le pietre al centro
della propria attenzione: l’archeoastronomia. Un viaggio in dodici capolavori dell’architettura di ogni tempo
ci introduce alle meraviglie, alle scoperte e anche ai misteri ancora irrisolti di questa affascinante disciplina.

Giulio Magli è un fisico, professore ordinario di Meccanica Razionale al Politecnico di Milano, dove dirige il
Laboratorio di Formazione, Didattica e Sperimentazione del Dipartimento di Matematica. Attualmente
insegna l’unico corso mai istituito in Italia di Archeoastronomia. Ha svolto attività di ricerca in Astrofisica per
vari anni, per poi occuparsi del rapporto tra culture antiche, architettura e astronomia. Affermato divulgatore
scientifico in televisione e sui giornali, è stato ospite di varie istituzioni di ricerca straniere ed è co-autore del
documento UNESCO Astronomy and Cultural Heritage. Tra i suoi libri ci sono Architecture, astronomy and
sacred landscape in ancient Egypt (Cambridge University Press), Archeoastronomia (Pitagora, Bologna),
Archaeoastronomy: Introduction to the science of stars and stones (Springer, New York).

SITO INTERNET ISTITUZIONALE
Da domenica 7 Ottobre è nuovamente in linea il sito istituzionale www.apan.it / www.osservatoriogalilei.com
con un layout rinnovato e moderno, servizi e utilità e molto altro.

Prossimamente, verrà inoltre introdotto il sistema di prenotazione per le visite e gli spettacoli al planetario
digitale e osservatorio. Al momento, per prenotare è sufficiente inviare una richiesta attraverso il form nella
pagina: http://www.osservatoriogalilei.com/IT02/prenotazioni/

 Osservatorio Astronomico e Planetario G.Galilei – Suno 45° 36’ 16” Nord 08° 34’ 25” Est pag. 13
Bollettino di informazione astronomica nr. 444 del 07/11/2018

SISTEMA SOLARE - (a cura di Silvano Minuto)

Per migliaia di anni le persone sono state affascinate da quel che c'è "su nei cieli", specialmente dai misteriosi
oggetti che sono caduti sulla terra. Oggi sappiamo che questi oggetti sono meteoriti, ma ci sono prove che
5.000 anni fa gli antichi Egizi apprezzavano il ferro al loro interno per la produzione di gioielli. Normalmente,
prima della metà degli anni ‘40, i meteoriti si trovavano solo nelle università e nei musei. Tuttavia nel 1946
Harvey H. iniziò a vendere questi incredibili oggetti al pubblico. Da allora molti appassionati di meteoriti
hanno tramutato la loro passione in un business legittimo? aprendo a tutti il collezionismo di meteoriti. A
volte, questi oggetti interstellari possono essere venduti per prezzi altrettanto stellari. Andiamo a scoprire i
pezzi di meteoriti più costosi offerti finora sulla terra!

METEORITE ZAGAMI € 278.000

 Caduto il 3 ottobre 1962, a Zagami (Niger) – Peso 18.000 gr – Età 180 milioni di anni
 Tipo: Shergottite

Nel pomeriggio del 3 ottobre 1962, mentre lavorava nel suo campo di mais, un contadino nigeriano sentì
un'esplosione violenta, poi subì un'ondata di shock che lo inchiodò a terra. Qualche secondo dopo, in un
incidente della fine del mondo, un bolide si schianta a pochi metri da lui. Temendo che questo sia un
frammento di un razzo, l'agricoltore esita prima ad avvicinarsi al luogo dell'impatto. Quando alla fine si
avventura a dare un'occhiata, scopre nel suo campo un cratere profondo 60 centimetri, in fondo al quale
poggia una strana pietra nera. Il meteorite si chiamerà Zagami, in onore del luogo in cui aveva fallito.
La pietra pesava inizialmente 18 chilogrammi e ancora oggi è il più massiccio meteorite marziano mai trovato
sulla Terra. Nel 1988, il famoso collezionista di meteoriti americano Robert Haag ha scambiato una raccolta
completa di pietre cosmiche contro un bel frammento (2,8 kg!) Di Zagami. Grazie a questa acquisizione,
Zagami è stata per molto tempo la pietra marziana più facile da ottenere sul mercato dei meteoriti (circa €
1000 al grammo).

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Bollettino di informazione astronomica nr. 444 del 07/11/2018

Lo Zagami è una roccia complessa ed eterogenea, composta dalla giustapposizione di diverse litologie. La
litologia normale (chiamata NZ per Normal Zagami) - rappresentante del meteorite - è simile a un basalto
terrestre. Il suo aspetto fogliame è dovuto ad un orientamento preferenziale di pirosseni e plagioclasti .
Alcune regioni mostrano una consistenza abbastanza fine (grana fine), mentre altre mostrano una
consistenza più grossolana (grana grossa). La seconda litologia (chiamata DML per Dark Mottled Lithology) è
caratterizzata da un aspetto più scuro e maculato. È stata anche descritta una terza litologia (DN), ricca di
ferro: corrisponde ad una zona di fusione residua.
Da un punto di vista mineralogico, il meteorite Zagami contiene pirosseni , plagioclasti (trasformati in
maskelynite ), olivina ( fayalite ), anfiboli (presenti in alcune inclusioni di vetro), fosfati ( apatite e whitlockite).
), solfuri ( pirrotite ), ossidi ( titanomagnetite ).

 A causa della sua consistenza e mineralogia, Zagami
 assomiglia a una dolerite terrestre, l'unica differenza
 riguardo ai plagioclasici , che sono stati trasformati in
 nudità mascherata al momento dell'espulsione della
 superficie marziana. Secondo le analisi condotte su
 maskelynite, Zagami fu esposto a una spaventosa
 pressione di 31 GPa, che lasciò anche tracce
 mineralogiche (oltre a maskelynite , si trovano anche
 stishovite).
 Il meteorite Zagami è stato classificato nel gruppo degli
shergottiti basaltici . I rapporti isotopici di ossigeno stabiliscono chiaramente la sua origine marziana. Si noti
che Zagami è anche il secondo meteorite marziano in cui i ricercatori hanno scoperto tasche microscopiche
di atmosfera marziana (dopo EETA 79001). Come tutti gli shergottiti, Zagami è un roccia relativamente
giovane, poiché la sua età è di 180 milioni di anni.
Se guardiamo alla data di caduta, non possiamo non notare una strana coincidenza. Zagami in realtà cadde
sulla Terra lo stesso giorno del meteorite Chassigny (3 ottobre), sebbene 147 anni separassero le due cadute.

 I geologi hanno ipotizzato che i due meteoriti sarebbero stati
 espulsi da Marte nello stesso momento, e che avrebbero quindi
 viaggiato sulla stessa orbita prima di essere catturati uno dopo
 l'altro dalla Terra. Tuttavia, l' età dell'esposizione confuta
 quest'ipotesi. Secondo l'analisi del danno causato dai raggi
 cosmici, Zagami avrebbe vagato per 2,5 milioni di anni nello
 spazio interplanetario, molto meno di Chassigny (10 milioni di
 anni fa). Tuttavia, Zagami non è probabilmente un meteorite
 solitario. Per alcuni geologi, la pietra è stata espulsa dal pianeta
rosso insieme ad altri due shergottiti basaltici, Shergotty e QUE 94201 .

Il 7 novembre 1996, 34 anni dopo il suo arrivo, un piccolo frammento di Zagami partì per Marte, collegato
allo spettrometro a emissione termica (TES) di Mars Global Surveyor . Con questo gesto simbolico, Zagami
divenne il primo meteorite restituito dalla mano dell'uomo al suo mondo di origine.

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COMETE: 21P/Giacobini-Zinner

Caratteristiche orbitali:

Object Name: 21P/Giacobini-Zinner
Object Type: Comet
RA (Topocentric): 07h 26m 14.6s
Dec (Topocentric): -31° 27' 27"
RA (2000.0): 07h 25m 31.0s
Dec (2000.0): -31° 25' 21"
Azimuth: 208° 15' 11"
Altitude: +07° 11' 55"
Magnitude: 9.92
Rise Time: 01:17
Transit Time: 04:47
Set Time: 08:16
Hour Angle: 02h 13m 37s
Earth Distance (au): 0.70
Sun Distance (au): 1.30
Date: 07/11/2018
Time: 07.00 STD
Constellation: Canis Major

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Bollettino di informazione astronomica nr. 444 del 07/11/2018

 COMETE: 64P Swift-Gehrels

Caratteristiche orbitali:

 Object Name: 64P/Swift-Gehrels
 Object Type: Comet
 RA (Topocentric): 00h 58m 36.5s
 Dec (Topocentric): +36° 57' 17"
 RA (2000.0): 00h 57m 33.3s
 Dec (2000.0): +36° 51' 08"
 Azimuth: 304° 08' 53"
 Altitude: +18° 42' 43"
 Magnitude: 12.11
 Rise Time: 12:47
 Transit Time: 22:12
 Set Time: 07:42
 Hour Angle: 06h 44m 52s
 Air Mass: 3.11
 Earth Distance (au): 0.45
 Sun Distance (au): 1.39
 Date: 08/11/2018
 Time: 05.00 STD
 Constellation: Andromeda

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INQUINAMENTO LUMINOSO - (a cura di Silvano Minuto)

UNA LUNA ARTIFICIALE PER ILLUMINARE LE CITTÀ DI NOTTE: IL PROGETTO TRA FOLLIA E REALTÀ

Chengdu, Cina, anno 2020: una luna artificiale rifletterà verso Terra la luce solare durante la notte, tutto per
risparmiare l'illuminazione pubblica. Il progetto sperimentale è stato annunciato da un istituto di ricerca
sinico.

Una Luna artificiale nei cieli della Cina. Quello che parrebbe essere solo una trovata da film di fantascienza
potrebbe diventare realtà nel cielo di Chengdu, metropoli capoluogo della provincia sud-occidentale di
Sichuan. Cina, anno 2020: una luna artificiale rifletterà verso Terra la luce solare durante la notte, tutto per
risparmiare l'illuminazione pubblica. Secondo il "Quotidiano del Popolo" l'ambizioso progetto è stato
annunciato dal Chengdu Aerospace Science and Technology Microelectronics System Research Institute. Wu
Shunfeng, capo della Tian Fu New Area Science Society, ha spiegato all'agenzia Xinhua, che il
programma cinese prevede di mettere in orbita in tempi ristretti un primo esemplare di questo satellite, a
circa 500 chilometri di altitudine, per poi lanciarne altri tre nel 2022.
"La prima Luna sarà per lo più sperimentale, ma i tre satelliti inviati nel 2022 saranno il vero prodotto finale,
e avranno un grande potenziale in termini di servizi alle persone e da un punto di vista commerciale"
Secondo i progettisti il satellite potrebbe assicurare un risparmio di circa 1,2 miliardi di yuan (150 milioni di
euro) di elettricità all'anno per la città di Chengdu , illuminando un'area fino a 50 chilometri quadrati con un
bagliore simile alla luce del crepuscolo che quindi non dovrebbe influire sulla routine degli animali. “ Una
luna artificiale per illuminare le città di notte: il progetto tra follia e realtà” „ a fonte di luce artificiale potrebbe
essere utilizzata anche dopo i disastri naturali, deviando i raggi solari verso le aree terrestri in cui è stata
tagliata l'energia elettrica.
La Cina non è il primo Paese che tenta di riflettere i raggi del sole sulla Terra. Negli anni '90, gli scienziati russi
hanno sviluppato un progetto simile chiamato "Znamya", interrotto dopo alcuni test.
La città norvegese di Rjukan installò nel 2013 tre grandi specchi controllati dal computer per riflettere i raggi
del sole sulla piazza della città che rimaneva sempre in ombra per via della conformazione delle montagne.

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OSSERVAZIONI – Osservare il Sole in tutta sicurezza (a cura di Giuseppe Bianchi)

L’osservazione del Sole ad occhio nudo è molto pericolosa e può danneggiare in breve tempo la nostra vista;
l’osservazione del Sole al telescopio, senza aver preso le opportune precauzioni, procura all’osservatore
danni permanenti alla vista in modo quasi istantaneo.

 Jamey L. Jenkins, autore del bellissimo testo “Come si osserva il
 Sole”, suggerisce un semplice metodo che può aiutarci a capire
 quali siano i rischi dell’osservazione solare: dice di puntare il
 telescopio senza filtri solari verso il Sole, il rifrattore è la scelta
 migliore, rimuovere l’oculare e il prisma diagonale, se c’è, porre
 un foglio di carta sul piano focale dell’obbiettivo, stando a lato
 del telescopio e lontano dal fascio di luce, e facendo attenzione
 a non bruciarsi, si potrà verificare che in poco tempo la carta
 prenda fuoco. Questo ci fa comprendere che, nel fuoco di un
 telescopio non predisposto all’osservazione solare, si sviluppa
 una gran quantità di calore. Risulta di fondamentale importanza
 per osservare il Sole senza rischi, conoscere quali sono i metodi
 sicuri e distinguerli da quelli non sicuri. Il metodo meno costoso,
 più sicuro e tra i primi ad essere praticato, per osservare con un
 telescopio la fotosfera solare è quello per proiezione.

 I telescopi più adatti a questo tipo di osservazione
 sono i rifrattori e i riflettori newtoniani (immagini a lato)

È possibile l'osservazione diretta del Sole in luce bianca, ponendo davanti all'obbiettivo del telescopio un
apposito filtro, atto a ridurre notevolmente la luce solare e ad impedire il passaggio delle radiazioni
ultraviolette ed infrarosse particolarmente dannose per l'occhio umano.

Si possono trovare in commercio filtri in vetro e metallo, o filtri costituiti da particolari pellicole economiche
e pratiche, disponibili anche già montate in celle, da apporre davanti all'obbiettivo.

 Filtro in vetro filtri in Astrosolar

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Bollettino di informazione astronomica nr. 444 del 07/11/2018

 Molto pericolosi sono i filtri da avvitare al barilotto dell'oculare: il filtro
 è posto sul piano focale del telescopio e se non si adotta la
 precauzione di interrompere l'osservazione prima che la luce solare
 surriscaldi il filtro (e questo avviene piuttosto rapidamente) il filtro si
 rompe esponendo alla luce solare diretta l'occhio del malcapitato
 osservatore.

Spesso, specialmente in occasione di eclissi solare o quando sulla fotosfera appaiono enormi regioni attive,
vengono utilizzati per filtrare la luce del sole elementi impropri come ad esempio pellicole negative
sovraesposte e sviluppate, vetri affumicati, compact disc, pellicole in alluminio per alimenti, filtri
polarizzatori. Sono espedienti che possono filtrare la luce solare, ma che non impediscono ad alti livelli di
radiazioni UV e IR di raggiungere e danneggiare in modo anche permanente il nostro occhio.

 Dispositivi non sicuri
Se si vuole osservare il Sole durante un'eclisse solare, si possono utilizzare occhiali in Astrosolar o filtri da
saldatore di tonalità DIN 14.

 occhiali in Astrosolar filtri da saldatore di tonalità DIN 14

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Bollettino di informazione astronomica nr. 444 del 07/11/2018

 La luce solare entra nel telescopio
 con una lunghezza d'onda tra 280 e
 1400 nm. Un buon filtro solare, per
 essere sicuro, deve ridurre la sua
 intensità ad 1/100.000, inoltre è
 assolutamente indispensabile
 eliminare la radiazione IR, lunghezza
 d'onda tra i 280 e i 380 nm e la
 radiazione UV che ha una lunghezza
 d'onda tra i 780 e i 1400 nm.

 Una prolungata esposizione ai raggi
 ultravioletti, innesca una eccessiva
 produzione di radicali liberi, che sono
 responsabili dell'invecchiamento
 cellulare e contribuisce allo sviluppo
 della cataratta, mentre la radiazione
 infrarossa entra nell’occhio e arriva
 sino alla retina: il suo calore brucia i
coni e i bastoncelli distruggendoli senza che l’osservatore se accorga immediatamente, dato che gli occhi non
trasmettono la sensazione del calore.

Un esempio dell’attenzione che APAN pone sulla pericolosità delle osservazioni solari senza assistenza
qualificata. Comunicato della campagna di informazione in occasione della eclissi parziale del 20 marzo 2015

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Bollettino di informazione astronomica nr. 444 del 07/11/2018

ASTROTECNICA - Il focheggiatore: manuale o motorizzato ? (a cura di Marcello Cucchi)

L’alta risoluzione e l'astrofotografia, con ottiche moderne di elevata apertura, CCD e oculari molto sofisticati
costituiscono delle sfide per i sistemi di messa fuoco. Di qui l’estesa diffusione della regolazione micrometrica
in tutti i focheggiatori moderni, tanto di tipo manuale quanto di tipo elettrico, ideale soprattutto nelle
applicazioni fotografiche.

Di fatto, nell’acquisto di un focheggiatore, la prima domanda da porsi è: manuale o elettrico?

Purtroppo i focheggiatori elettrici non consentono quasi mai l’uso promiscuo della messa a fuoco motorizzata
e manuale, in quanto richiedono l’intervento di svincolo e di innesto della tradizionale manopolina.

A questo punto, volendo usare uno stesso telescopio sia in visuale che per fotografia, si pone la domanda se
privilegiare l’utilizzo fotografico con i maggiori costi del focheggiatore elettrico e relative complicazioni di
cavi, pulsantiera e batterie, oppure privilegiare la semplicità dell’azionamento manuale con la tradizionale
manopolina micrometrica.

Optando per il focheggiatore elettrico, nasce poi la seconda domanda: quale scegliere tra i tanti modelli sul
mercato, abbastanza diversi nelle caratteristiche e soprattutto nei prezzi ?

Le motorizzazioni più economiche sono generalmente costituite da un piccolo motorino a corrente continua
collegato ad un micro-riduttore a ingranaggi, talvolta in plastica, e da una pulsantiera che contiene anche
batterie di alimentazione. Esistono poi delle motorizzazioni più avanzate e molto più costose, preziose in
fotografia, con sofisticata elettronica per motori a passo oppure servo-motori con encoder, riduttori di
precisione, svariate funzioni sulla pulsantiera, compensazione termica, display, interfacciabilità al PC, ecc.

Nell'uso visuale conviene esaminare un po’ più in dettaglio alcune differenze di comportamento funzionale
tra il focheggiatore manuale e quello elettrico.

A prima vista…, la funzionalità dei pulsanti avanti-indietro della pulsantiera motorizzata sembrerebbe
equivalente o più comoda della tradizionale manopola sul focheggiatore. Ovviamente in entrambi i casi la
regolazione del fuoco avviene secondo un concatenamento di meccanismi logici e fisiologici che riguardano
l’occhio, il cervello, la mano ed infine la meccanica dello strumento.

Tuttavia questa catena presenta delle sostanziali differenze nel caso dell’azionamento motorizzato tramite i
pulsanti, oppure manuale, sulla manopola del focheggiatore. Proviamo ad analizzarli e porli a confronto.

Il primo anello della catena, ovviamente l'occhio, ha un ruolo fondamentale che non cambia nel nostro
confronto.

Il secondo anello è dato dal cervello e differisce tra le alternative, a causa delle diverse variabili in atto più o
meno controllabili istintivamente. Per esempio nel focheggiamento elettrico la presenza di piccoli giochi
meccanici ricrea una condizione assai simile a quella di chi guida un'automobile con troppo gioco dello sterzo,
dove è molto difficile andare diritti e oppure attraversare velocemente un varco molto stretto. Sempre
riferendoci al ruolo del cervello occorre in ogni caso considerare anche che la buona messa a fuoco è
un’operazione abbastanza delicata in ogni caso, che richiede una certa esperienza. Di fatto, in tutte le
osservazioni pubbliche è facile constatare quanto sia difficile per le persone inesperte realizzare
l'adattamento del fuoco alla propria vista, che pertanto non viene quasi mai consentito.

Alle dipendenze del cervello, anche la mano ha la sua importanza. Il coordinamento delle dita sui pulsanti
diventa più critico intorno al punto di fuoco ottimale, nella ricerca di spostamenti piccolissimi o quasi
impulsivi. Di fatto ogni pressione determina una nuova posizione che cancella la posizione precedente da
ottimizzare. L’unico punto di riferimento disponibile resta soltanto la percezione della nuova immagine.

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Al contrario la manopola, in particolare se micrometrica, consente di attuare gli spostamenti mantenendo
sempre l’esatta percezione correlata, proporzionale e lineare, tra le più piccole rotazioni e le corrispondenti
risultanze dell'immagine. Di fatto il focheggiatore manuale è uno strumento che trasforma gli spostamenti
angolari micrometrici della manopola, chiaramente oggettivati, direttamente in spostamenti lineari
micrometrici dall'oculare, direttamente responsabili della nitidezza, senza margini di errore.

Per contro il focheggiatore elettrico è uno strumento integratore, che realizza degli spostamenti dell’oculare
in funzione di una velocità impostata e di un tempo di azionamento. In altri termini, il buon risultato dipende
da due grandezze indirettamente responsabili della nitidezza. Per chi ama la matematica potremmo dire che
il focheggiatore motorizzato realizza la seguente funzione:
 1
 = ∫ ( ) ∗ ± ∆ 0
 0
dove S0 rappresenta il gioco presente negli ingranaggi della trasmissione.

Evidentemente velocità e accelerazioni, tempi di azionamento e giochi sono entità indirette e piuttosto
aleatorie, che comportano un processo più incerto di quello ottenibile azionando direttamente la manopola
del focheggiatore. Il superamento di questi limiti si può realizzare con la computerizzazione, ma poco
coerente con l’uso visuale e costi assai più elevati.

In pratica questo significa che il focheggiamento ottimale sulla manopola ci consente sempre di tentare
qualche ulteriore affinamento, senza mai compromettere il buon livello raggiunto, mentre il focheggiamento
elettrico non controreazionato deve necessariamente terminare quando si raggiunge un piccolo campo di
indeterminazione, oltre i quale ogni tentativo di miglioramento sarebbe affidato al caso, potendo anche
peggiorare le condizioni, con la necessità di ripetere nuove reiterate correzioni.

Si tratta certamente di questioni piuttosto marginali, che tuttavia assumono rilievo con strumenti ad alta
risoluzione e corto rapporto focale, più sensibili al problema della perfetta messa a fuoco.

I problemi poi si complicano nel caso di dita intirizzite dal freddo, uso di guanti rigidi e pesanti, la disposizione
e la sensibilità dei pulsanti, ecc., che possono rendere l'operazione meno sicura. Pertanto, la funzionalità o
meno del focheggiatore elettrico rispetto a quello manuale può dipendere da svariate circostanze.

Tuttavia, per impieghi visuali, queste considerazioni porterebbero ad assegnare la palma della vittoria al
focheggiatore manuale micrometrico. Tuttavia, anche per i visualisti potremmo ancora mettere in conto
alcune grandi potenzialità dei focheggiatori elettronici, purtroppo scarsamente raggiungibili causa il gravoso
vincolo di collegamento al PC. Ne sono un esempio la programmazione del fuoco per i diversi oculari, oppure
un go-to del fuoco per l'adattamento immediato alle diverse condizioni di vista di più osservatori che si
alternano lo strumento, e così via.

Il focheggiatore ideale

Sulla scorta delle considerazioni precedenti, un focheggiatore ideale dovrebbe conciliare
contemporaneamente le molte esigenze, sia nell’uso fotografico che visuale, senza richiedere
necessariamente l'uso del PC per le funzioni più avanzate.

Partendo da questi presupposti è stato sviluppato un progetto finalizzato alla realizzazione di una
motorizzazione intelligente e innovativa, la cui funzionalità è già stata ampiamente sperimentata, il cui
progetto è stato ottimizzato anche per gli aspetti di eventuale industrializzazione, per una possibile
commercializzazione di serie, con il nome di “ServoFocus-pro”.

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 Tra le sue caratteristiche più rilevanti:

• Emulazione in remoto, attraverso la pulsantiera elettronica, della manopola sul focheggiatore, per realizzare
 lo stesso processo logico occhio-cervello-mano-focheggiatore che avviene la tradizionale manopola. Quindi
 no ai pulsanti avanti-indietro, bensì manopola con ripetizione a distanza degli angoli di rotazione.
• Azionamento anche micrometrico della manopola, per realizzare la funzione micrometrica sui focheggiatori
 che ne sono privi.
• Mantenere in ogni istante anche la possibilità di azionamento manuale diretto sul focheggiatore;
• Assenza totale di giochi della meccanica, tipica dei riduttori ad ingranaggi.
• Motorizzazione virtualmente applicabile facilmente a tutti focheggiatori manuali esistenti, senza modifiche.
• Memorizzazione di 5 posizioni qualunque e possibilità di ritornarvi immediatamente con la semplice
 pressione del relativo pulsante (operazione simile a quella che avviene con la sintonia delle stazioni di
 un’autoradio).
• Go-to immediato delle 5 posizioni memorizzate a piacere, senza uso del PC (oculari diversi, CCD, lente di
 Barlow, personalizzazione della vista di diversi osservatori, ecc.).

• Possibilità di modifica temporanea di ogni posizione e poi ritornare immediatamente alla posizione
 prefissata, con la semplice pressione di un pulsante (Star Party e osservazioni in gruppo).
• Possibilità di applicare una sola pulsantiera elettronica a più motorizzazioni su telescopi diversi.
• Interfacciabile a PC per l’estensione degli impieghi, automazione della messa a fuoco, ecc..
• Applicabile a focheggiatori già esistente e disponibilità di motorizzazioni alternative per impieghi normali e
 molto pesanti.
• Basso consumo di energia.

 Naturalmente per realizzare tutti questi obiettivi è stato necessario adottare delle soluzioni piuttosto
 sofisticate. Per esempio la totale assenza di giochi ha richiesto di eliminare il consueto riduttore ad
 ingranaggi, utilizzando un motore passo-passo più potente e trasmissioni a cinghietta dentata di precisione
 o stepper con albero dentato. Si è ottenuta in tal modo una risoluzione di pochi micron, assolutamente
 ripetibile.

 Si tratta di una motorizzazione che si rivolge tanto all’impiego fotografico quanto al visuale, particolarmente
 utile nel caso di osservazioni pubbliche, dove consente a chiunque di tentare il proprio aggiustamento ideale
 ruotando la manopola sulla piccola pulsantiera, in quanto basta poi la semplice pressione di un pulsante per
 ripristinare all’istante la condizione memorizzata preesistente.

 Inoltre è allo studio anche una specifica motorizzazione applicare ai telescopiche hanno la messa a fuoco
 sullo specchio primario, quali gli S.C. ed assimilabili.

 Per informazioni: Marcello Cucchi - Corrado Pidò

 http://www.marcellocucchi.altervista.org

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LA VIA LATTEA DALLA PATAGONIA (a cura di Massimo Sotto – segue dal nr. 442/2018)

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ARCHIVIO IMMAGINI - Immagini di repertorio dei soci APAN

 La Luna di “Halloween” di Marco Vaccarin, una suggestiva immagine della luna che ricorda, grazie alla fortunata e bella
 composizione, la forma delle famose Zucche! – Nikon D5600 1/60” – f/5,6 – 140mm ISO 100

 Moena TN il 25 ottobre u.s. ripresa di Azzurra time lapse di 150 minuti con la Go Pro

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ASSOCIAZIONI - ASIMOF - Associazione Italiana Modelli Fedeli

 ASIMOF

 (Associazione Italiana Modelli
 Fedeli) è una associazione
 culturale apolitica e senza fine
 di lucro che ha come scopo
 primario quello di contribuire in
 modo concreto ed accessibile
 alla diffusione della cultura
 scientifica astronomica e di
 quella astronautica e favorire
 la scoperta del cielo per
 ispirare le nuove generazioni.
 Le sue finalità principali sono:
 progettare e costruire mock-up
 e modelli astronautici e
 astronomici; sviluppare e
 implementare programmi
 divulgativi e didattici con
 proposte per scuole di ogni
 grado e università attraverso
 lezioni e laboratori;
 implementare attività
 scientifiche nell’ambito
 astronomico e astronautico;
 organizzare eventi a tema
 culturale e scientifico;
 realizzare e gestire esposizioni
 museali temporanee e
 permanenti.

 Il 30 novembre Dario sarà
 ospite in Osservatorio con un
 incontro dedicato ai computer
 che equipaggiavano i veicoli
 del programma Apollo.

 (Vedi pagina 30)
 Per maggiori informazioni:

 Dario Kubler -
 Presidente ASIMOF

 ASIMOF – ASsociazione
 Italiana MOdelli Fedeli

 Sede legale: Via San Rocco,
 1 – 21025 COMERIO (VA)

 Tel: +39 3755257412

 Contatti: info@asimof.it web: www.asimof.it www.facebook.com/associazioneASIMOF/

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Bollettino di informazione astronomica nr. 444 del 07/11/2018

EVENTI – UVTS Un Venerdì Tra Le Stelle - (a cura di Stefano Savina)

Breve Biografia

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Bollettino di informazione astronomica nr. 444 del 07/11/2018

ADRIAN FARTADE – UVTS Un Venerdì Tra Le Stelle

 Adrian Fartade è attore teatrale e divulgatore scientifico. Nato in Romania il
 2 aprile 1987, vive in Italia dal 2002, dove si laurea in Storia e Filosofia
 all’Università di Siena, specializzandosi in storia della Scienza e in particolare
 Storia dell’esplorazione spaziale. Nel 2009 ha creato la piattaforma di
 divulgazione a tema astronomico Link2universe, e il canale youtube
 Link4Universe nel 2012. Oggi insieme hanno oltre 160.000 follower, di cui
 quasi 90.000 solo su youtube. Nel suo lavoro unisce teatro e storia della
 Scienza, per raccontare la scoperta dell’universo e i protagonisti della ricerca
 in modo coinvolgente, sfruttando piattaforme digitali come Youtube ma
 anche eventi dal vivo, nei teatri, piazze, festival delle scienza e dei fumetti.
Sempre su youtube ha collaborato anche con l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), e molti altri canali che
si occupano in Italia di divulgazione scientifica. Ha collaborato con trasmissioni TV come ospite speciale nella
serie divulgativa C’è Spazio, su Sat2000, e periodicamente con tramissioni radiofoniche, come TrioMedusa
su Radio Deejay.

www.link2universe.net
www.youtube.com/user/link4universe (Fonte: Coelum.com)

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IN OSSERVATORIO – Venerdi 30 Novembre “UN COMPUTER PER LA LUNA

 AGC e DSKY sono due acronimi che, ancora oggi
 sono in grado di accendere l’entusiasmo degli
 appassionati di astronautica, quell’astronautica
 che ha caratterizzati la corsa alla Luna nei gloriosi
 anni ’70. Dario Kubler, presidente della neonata
 associazione ASIMOF, sarò ospite dell’osservatorio
 e planetario e dalle ore 21 verrano ripercorsi gli
 entusiasmanti risultati tecnologici che hanno
 permesso, con soli 2MHz e 2K di memoria, di
 raggiungere e conquistare la Luna.

(AGC: Apollo Guidance Computer , DSKY: Dsiplay abd Keyboard Unit)

 Dario Kubler: titolare di un master in ingegneria
 elettronica presso il Politecnico di Milano, è
 attualmente impiegato presso Microchip
 Technology, una multinazionale del mercato dei
 semiconduttori. Membro BIS (British Interplanetary
 Society). Nel 2016 ha co-fondato "ADAA"
 (Associazione per la Divulgazione Astronomica e
 Astronautica) e nel 2018 “ASIMOF” (Associazione
 Italiana Modelli Fedeli) due associazioni emergenti
 nel campo della divulgazione scientifica e culturale
 italiana. Nel 2011 ha contribuito alla costruzione
 della replica del modulo di comando Apollo 16
 (CASPER) ora in mostra al museo di Volandia
 (Aeroporto della Malpensa). Assieme a BIS Italia ha
 ricostruito una copia completamente funzionante e
 fedele del computer di bordo delle missioni Apollo
 (AGC / DSKY). Dal 2013 tiene conferenze pubbliche
 di carattere divulgativo con specializzazione in
 materie astronomiche e scientifiche.
 www.linkedin.com/in/dariokubler1963

 Osservatorio Astronomico e Planetario G.Galilei – Suno 45° 36’ 16” Nord 08° 34’ 25” Est pag. 30
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