100spaziarci - Arci Lecco

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100spazi si presenta
Una caratteristica del nostro associazionismo che molti ci invidiano, è la capa-
cità di occupare luoghi con le passioni e le idee di tanti cittadini che vogliono
dare una mano al loro quartiere, alla loro città, al loro Paese. L’Arci è una rete
di associazioni che fanno del loro insediarsi in uno spazio uno dei punti cardine
dell’attività di promozione sociale. Spesso questi spazi ospitano anche diverse
associazioni, con caratteristiche diverse. Quello che le tiene insieme è il progetto
di sviluppo di un territorio, piccolo o grande che sia, attraverso gli strumenti
dell’iniziativa associativa culturale, ricreativa, sociale.
La Festa della Musica dell’Arci del 2000 lanciò un censimento di spazi da recu-
perare per insediare attività legate alla musica. Arrivarono più di 100 segnala-
zioni, con alcuni progetti di riutilizzo che furono pubblicati in un bel libro dal
titolo Rumore dagli Spazi. Molti problemi di allora sono rimasti gli stessi. Quar-
tieri degradati, spazi pubblici inutilizzati, abbandono dei centri storici, dein-
dustrializzazione. Fenomeni oggi aggravati dalla crisi economica e dal veloce
modificarsi del modello di sviluppo del nostro Paese. Sono diversi anni che l’Arci
ragiona su come elaborare risposte progettuali per il recupero di questi spazi
per essere attori dello sviluppo territoriale. Alcune esperienze si sono sviluppate
autonomamente dando vita a progetti preziosi, soprattutto per la qualità della
proposta.
Questa pubblicazione è una prima raccolta di tali esperienze, il primo passo
per farne un racconto collettivo. Crediamo che, se ognuna di queste esperienze
riveste grande importanza nel territorio in cui è insediata, tutte assieme offrono
un profilo forte dell’associazione, della sua capacità di reinventare spazi, ridise-
gnare insediamenti urbani; della sua capacità creativa, progettuale e perché no,
manageriale.
L’ abbiamo chiamata I Cento Spazi perché crediamo che oltre a questi pubblica-
ti, ne esistano molti altri. Quest’opuscolo è un invito a far emergere queste espe-
rienze e aiutarci a comporre un quadro il più possibile completo per farne un
patrimonio di conoscenza per tutta l’associazione. I tempi sono maturi per una
nostra forte iniziativa anche alla luce del provvedimento contenuto del decreto
legge Valore Cultura” promosso dal già Ministro Massimo Bray per il riutilizzo
del patrimonio statale per progetti dedicati a creatività e cultura. Siamo in at-
tesa dei decreti attuativi dal Ministero dell’Economia. Dobbiamo sollecitare i
Comuni a promuovere percorsi di coinvolgimento del no profit culturale nella
elaborazione di progetti per il riuso degli spazi. Lo dobbiamo fare prima che i
gravi problemi finanziari degli enti li spinga a vendere gli immobili senza vinco-
larne la destinazione d’uso ad attività culturali e sociali. È venuto il momento di
costruire una vera e propria strategia di sviluppo associativo legato al recupero
di spazi inutilizzati, per lo più di proprietà pubblica, e dare gambe alla nostra
capacità di progetto. Cento Spazi sarà una delle nostre prossime sfide.

Enzo D’Antuono, Arci Como
Giovanni Durante, Arci Savona
Carlo Testini, Arci Direzione Nazionale

  ind i c e

Arci AurOra - Ora (Bz)			                                        5        Arci Lo.Co. - Lecco				                  19
Spazio Gloria - Como			                                          7        Villa ex-Olmi Reggiane - Reggio Emilia   21
MEME - Ferrara				                                               9        Officine Solimano - Savona		             23
Spazio Grisù - Ferrara 			                                       12       Arci Demos - Sondrio			                  25
Teatro Verdi - Ferrara			                                        15       Villa5 - Collegno (To)			                27
Habitat - Lamezia Terme			                                       17 [ 3 ]
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100spaziarci - Arci Lecco
comitato arci bolzano
circolo arci aurora
Via Stazione 45 39040
Ora (Bz)
0471 811534
www.arciora.org
https://www.facebook.com/circolo.aurora.58
Agostino Angonese
arciora@alice.it

il progetto

La storia dell’edificio che ospita il circolo Aurora è una storia che viene da
lontano ed è legata alla nascita della ferrovia Ora- Castello di Fiemme voluta
fortemente dall’Impero Austroungarico a scopi bellici, per poter trasportare
velocemente un’intera brigata di fanteria da Ora alla val di Fiemme nel 1915.
La gestione asburgica della ferrovia durò meno di un anno, in quanto nel no-
vembre 1918 la guerra ebbe fine e, con il passaggio dell’odierno Trentino Alto
Adige all’Italia, la gestione passò al Genio militare italiano, e successivamente
alle Ferrovie dello Stato. Il primo treno italiano arrivò a Predazzo nel febbraio
del 1919.
A seguito dell’elettrificazione della linea ferroviaria, il traffico dei passeggeri
aumentò rapidamente, tanto che nel 1932 circolavano ben dieci treni viag-
giatori al giorno, nel corso della seconda guerra mondiale l’attività, sia pure
ridotta al minimo, non fu mai completamente interrotta. Nel1963, a seguito
dell’inarrestabile sviluppo della motorizzazione su strada, con una discutibile
scelta la linea venne chiusa il 10 gennaio e nel giro di pochi anni smantellata.
Tutto il materiale rotabile vennero ceduti alla ferrovia Genova Casella. La
linea ferroviaria non esiste più, ma la vecchia stazione dei treni è ancora in-
tatta nei suoi spazi, tanto che dai vecchi abitanti di Ora il bar viene chiamato
ancora Buffet, come la omonima sala della stazione utilizzata dai viaggiatori
per rifocillarsi. La sala è ancora lì, accanto alla vecchia biglietteria e alle sale
                                                                      [5]
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d’attesa con i finestroni in vetro piombato. Tutto è rimasto come allora, tanto
che qualche regista ha pensato bene di utilizzare gli spazi come set cinema-
tografico, tanto che i turisti casualmente di passaggio chiedono di visitare gli
spazi e li fotografano, tanto che i musicisti decidono di tornare a suonare per-
ché suggestionati dalla poesia di questi spazi.
Arci Laives circa 6 anni fa vede negli spazi della vecchia stazione ferroviaria
tutto il potenziale necessario per realizzare un luogo di incontro di culture
dove poter ascoltare diffondere e produrre musica indipendente. Il progetto
fondante è quello di aprire gli spazi alla collettività sia con eventi program-
mati, sia con situazioni occasionali e diventare un polo culturale per la Bassa
Atesina in rete con gli altri soggetti del territorio al fine di coprire e soddisfare
il maggior numero di richieste e proporre esperienze diversificate e diverse.
Il progetto iniziato nel 2008 si avvale della sinergia fra Arci Aur-Ora, che
si occupa da tre anni della programmazione culturale, e Arci Laives che si
occupa della parte tecnico amministrativa e gestisce il bar con apertura gior-
naliera in modo di avere uno spazio fruibile tutti i giorni realizzando moltis-
sime attività come i concerti settimanali in teatro, delle matinee musicali nel
portico antistante il bar, presentazione di libri, Cineforum , Bookcrossing,
corsi di pittura/allestimento mostre nelle salette espositive ex biglietteria della
stazione, percorsi della memoria/commemorazioni in tutti gli spazi della ex
stazione. Il progetto non è finanziato da fondi pubblici ma sopravvive con le
entrate del bar e alcune donazioni spontanee.
Gli spazi a disposizione del progetto si articolano in c.a. 450m2 suddivisi in
10 sale e c.a. 400m2 tra giardini e verande, e vedono l’impiego di 8 persone
di cui 7 volontari.

ipotesi di sviluppo

Il progetto vuole proseguire quanto proposto fino ad ora e cioè continuare a
proporre occasioni d’incontro e di crescita per l’utenza presente sul territo-
rio, in un’ottica di inclusione connotandosi per la sua versatilità. Per questo,
ad esempio, nel 2013 è partita una nuova scommessa :quella di utilizzare
parte degli spazi recuperati e ristrutturati recentemente come sede distaccata
dell’Accademia d’Arte Piero Vannucci di Perugia per il corso triennale di sce-
nografia, con lo scopo di aumentare l’offerta formativa della Regione Trentino
Alto Adige dove non esiste l’ Accademia d’Arte.

SOGGETTI ASSOCIATIVI E NON
CHE PARTECIPANO
ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO

Arci Ora, Arci Laives

                                                                [6]
100spaziarci - Arci Lecco
comitato arci como
circolo xanadù
Spazio Gloria: Il cinema post-cinema
Spazio Gloria
via Varesina, 72 Como -
031 44 91 080
www.spaziogloria.it
facebook.com/arcixanadu
Vincenzo D’Antuono dantuono@arci.it,
arcixanadu@spaziogloria.it

il progetto

Como anno 2005, soffocato dall’apertura contemporanea di due multisala,
chiudeva il cinema Gloria. Con esso chiudeva uno degli ultimi cinema storici
della città e veniva a compimento il processo di erosione del significato di
cinema inteso come un luogo del vissuto, trasformato in puro luogo di consu-
mo. Avveniva per il cinema ciò che avviene in ogni aspetto del vivere umano
nelle attuali società cosiddette avanzate.
La sua chiusura si inseriva così in un panorama cittadino che negli anni era
andato sempre più impoverendosi di spazi e occasioni di incontro e di cultura.
Como, come molte altre città italiane, è sempre più “un non luogo”, fatto di
una periferia abbandonata a se stessa e un centro completamente piegato al
commercio e alla finanza.
Agli inizi del 2007 il cinema Gloria riapre e rinasce ad opera del neo costituito
circolo ARCI Xanadù, un gruppo di “pazzi” convinti che si dovesse arrestare
il declino civile-culturale della città e rilanciarla con una esperienza che potes-

                                                                     [7]
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se rappresentare una controtendenza. La nostra convinzione era che ciò fosse
necessario e soprattutto vincente, grazie all’esistenza, nella nostra città e in
provincia, di un vasto tessuto associativo e di cittadini in sintonia con questo
pensiero e quindi in grado di sostenerne la progettualità.
Nel 2007 sono attive a Como ben 14 sale e una multisala con 11 schermi a 5
kilometri, l’intento dei promotori non può essere certo quello di creare una
quindicesima sala, ma quello di reinventare lo spazio e trasformarlo in un’
aerea polifunzionale in cui il cinema di qualità, possa convivere con la musica,
il teatro, con incontri sia letterari sia a tema sociale, fungendo al tempo stesso
come luogo di fruizione e di produzione di cultura.
Nasce così il cinema post-cinema: il cinema Gloria diventa Spazio Gloria e
da quel momento sarà un vero e proprio spazio polifunzionale di 400 posti,
che pur conservando la originaria finalità di cinema, produce e propone te-
atro civile, musica dal vivo, reading letterari, incontri e convegni. Un luogo
di fruizione di eventi artistici, ma anche laboratorio di progetti ed esperienze
artistico-culturali, uno spazio di incontro e di socialità, e soprattutto, un luo-
go aperto ad associazioni, Enti Locali, scuole, comunità di immigrati che qui
trovano uno spazio low cost per le proprie iniziative.

ipotesi di sviluppo

Sono trascorsi sette anni dalla sua apertura, durante i quali Spazio Gloria è
diventato un vero e proprio polmone culturale per la citta, riconosciuto e ap-
prezzato da tutta la città. Xanadù associa all’ Arci circa 3000 soci, una cifra
enorme per la realtà di Como, impiega 4 giovani stabilmente, coinvolge un
gran numero di volontari, promuove e sviluppa capacità e competenze, e so-
prattutto, nonostante le difficoltà, resiste continuando il suo viaggio a dimo-
strazione che quell’ispirazione iniziale aveva un suo fondamento.

SOGGETTI ASSOCIATIVI E NON
CHE PARTECIPANO
ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO

Arci provinciale, rete dei circoli

                                                              [8]
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comitato arci ferrara
     meme - makers exposed
     mercato coperto
     Via del Mercato 5, Ferrara
     0532.475057 (tel Meme)
     www.memexposed.com
     www.youtube.com/watch?v=UBeiTirIryM,
     www.youtube.com/watch?v=eYZ-PRliaQI
     www.youtube.com/watch?v=cauzSs7dFHI
     www.facebook.com/MemeFerrara
     info@memexposed.com

il progetto

Ferrara sta intraprendendo negli ultimi due anni un percorso di trasforma-
zione dei propri caratteri sociali ed economici, fondato sulle proprie pecu-
liari vocazioni: uno storico alone di cultura e civiltà, una invidiabile qualità
della vita e un patrimonio di importanti immobili pubblici “addormentati”
sui quali si concentrano ragionamenti di rigenerazione urbana. Il festival di
Meme parte con l’ambizione di mettere a sistema queste peculiarità, fondendo
il proprio patrimonio tangibile con il capitale intangibile delle giovani menti
che stanno creando nuove professionalità rivolte al mercato del futuro. Ne
nasce un’idea di città-laboratorio per nuovi mestieri creativi, imprese atipi-
che, artigiani di quarta generazione, presupposto per la nascita di un mercato
strategico di un futuro già presente.
Giovani talenti, creativi, designers e progettisti si riuniscono nei luoghi-chia-
ve della città per esporre i loro migliori prodotti davanti al pubblico, alle im-
prese leader del made in Italy e al panorama degli investitori professionali

                                                                   [9]
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con cui confrontarsi in un meccanismo di matching diretto. Il tessuto urbano
diventa occasione per nuove economie, nuova socialità, visioni di futuro. Il
Mercato Coperto di Ferrara utilizzato per la vendita al dettaglio fin dai primi
anni sessanta, ridotto di dimensioni nel 2012 utilizza in seguito una porzione
ridotta per attività temporanee.
Da qui la nascita dell’idea di propagare l’innovazione autoprodotta - stimola-
re la vivacità di giovani creativi accompagnandoli verso le pratiche e i dettami
reali del settore terziario, della piccola industria, delle istituzioni locali e delle
associazioni di categoria.
L’unione di quattro studi da forma al progetto : da mercato coperto a tem-
porary shop, spazio per la cultura, mostre, performance, incontri tra maker e
aziende. Le finalità da promuovere sono quelle di agevolare la stretta e neces-
saria connessione tra il mondo delle idee e la reale filiera del comparto pro-
duttivo del territorio attraverso le attività svolte negli spazi: vendita di oggetti
di design, conferenze, incontri, mescita, concerti, dj set, mostre.
Il percorso progettuale si articola in 8 mesi di progettazione, 2 di produzione,
1 mese durata dell’evento, che si avvale di autofinanziamento, sponsorizzazio-
ni private e contributo pubblico. Lo spazio è in concessione d’uso da parte
della pubblica amministrazione, ed è gestito direttamente da un consorzio.
Gli spazi si articolano in 450mq circa, con un ambiente principale di 370
e 5 piccoli negozi perimetrali, e vedono impiegate ca. 20 persone di cui 10
volontari.

ipotesi di sviluppo

Meme dal 2014 diventerà il luogo dove attestare lo stato dell’arte della contem-
poraneità, attraverso la confluenza di coloro i quali, all’interno della società,
si sono resi protagonisti di uno scarto in avanti del pensiero, con finalità di
benessere personale e collettivo. Da ogni parte confluiranno macrolinguaggi
differenti, capaci di dare alla realtà economica e creativa una declinazione non
scontata e fertile. Meme sarà il luogo ospitale dei nuovi macrolinguaggi della
contemporaneità, dall’artigianato alle forme d’arte, dalla filosofia economica

                                                                 [ 10 ]
alla musica. Makers e non solo saranno gli attori nella e per la città, ognuno
verticale sulla propria idea da sviluppare, ognuno orizzontale nella capacità di
ascolto dagli altri. Il tappeto urbano sarà quello di una “città-morbillo”, come
Ferrara, disseminata di situazioni e pronta a diventare una forza produttiva e
auto produttiva, con la propria capacità di attrarre idee, persone, economie,
socialità.

SOGGETTI ASSOCIATIVI E NON
CHE PARTECIPANO
ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO

Sigfrida, Canapè Cantieri Aperti, UXA, Kuva, i cui componenti si sono costi-
tuiti in Associazione Culturale Meme e Ferrara Fiere Congressi.

PARTENERS DEL PROGETTO
Patrocinio di: Regione Emilia Romagna, Provincia di Ferrara, Comune di
Ferrara. CNA Ferrara, Unindustria Ferrara, Ordine degli Architetti di Ferra-
ra, Arci Ferrara.
Partner e giuria: Fab Lab Reggio Emilia, Make Tank, Slam Jam, Frizzi
Frizzi, Poliarte Ancona, Centro Studi Dante Bighi, Felisi, Material Connexion
Italia, Centri di produzione del contemporaneo in Emilia Romagna, Isia Fa-
enza, Marco Polo System Venezia, Wasp, Fantoni Group.
Sponsor tecnici: Suono e Immagine Ferrara, Pubbliservice Ferrara, Gior-
gi Roberto lav.legno Ferrara, Stel. Sponsor: Indica, Cassa Padana, Lowaste,
Cooperativa Sociale Città Verde.

                                                                  [ 11 ]
comitato arci ferrara
spazio grisù
via Poledrelli 21 - Ferrara
3485504554
www.spaziogrisu.orghttps://www.facebook.com/SpazioGrisu
Fabrizio Casetti - presidente@spaziogrisu.org

il progetto

La ‘Caserma dei civici pompieri’ venne costruita nel 1930 e inaugurata il
28 Ottobre dello stesso anno,viene definitivamente abbandonata nel 2004.
Quest’edificio è uno degli elementi architettonici che, nella prima metà del
XX secolo, ridisegnarono il cosiddetto “Rione Giardino”, la cui progettazione
rappresentò un moderno esempio di programmazione e di sviluppo di un’area
all’interno delle mura della città di Ferrara. Oggigiorno quello stesso “rione”,
ora “quartiere”, rappresenta una delle zone più sensibili della città: nato come
area di residenza di operai e minuta borghesia ai primi del ‘900, pur situato
all’interno del centro storico, risente da alcuni anni di un progressivo pro-
cesso di marginalizzazione; soffre, infatti, di un’esplicita insicurezza sociale
accentuata dalla vicinanza alla stazione ferroviaria. Il progetto Grisù nasce
proprio dalla volontà di ri-utilizzo di uno spazio e di un edificio pubblico ab-
bandonato e a rischio di degrado di oltre 4000mq in una zona da riqualificare.
Sulla base di queste premesse, l’immobile, su richiesta all’Associazione cultu-
rale di promozione sociale non profit Grisù, è stato concesso in comodato
d’uso gratuito dall’Amministrazione Provinciale di Ferrara con un contratto
iniziale di 5 anni, che ora la Provincia intende prorogare per un periodo più
lungo. Le motivazioni della scelta dell’edificio consistono nella sua posizione
centrale, nel forte appeal architettonico ed estetico e non ultimo nella volon-

                                                            [ 12 ]
tà di riqualificazione e valorizzazione dell’area. Lo sviluppo del valore è dato
dall’insediamento progressivo di 20-30 imprese produttive a valenza culturale
e creativa, che impiegano oltre 130 persone, generando necessariamente una
forte attrattività nei confronti dello spazio. L’associazione Grisù, che pren-
de il nome dal famoso draghetto dell’omonimo cartone animato e che voleva
fare il pompiere, è responsabile primaria dello spazio facilitando la nascita di
una nuova imprenditorialità creativa. Le imprese, selezionate tramite bando,
si impegnano a ristrutturare gli spazi loro assegnati e a contribuire al mante-
nimento degli spazi collettivi a fronte del comodato gratuito pluriennale degli
spazi stessi. La novità del progetto, per cui Grisù si sta rivelando un vero e
proprio modello a livello italiano, consiste nel fatto che lo spazio non è stato
occupato ma si è cercato un accordo con l’Amministrazione con cui si stan-
no studiando formule contrattuali innovative per la legislazione italiana in
termini di spazi dismessi. Inoltre il progetto è partito senza attendere finan-
ziamenti, ma usando le energie e le disponibilità di soci, imprese e simpatiz-
zanti. Questo coinvolgimento ha accresciuto sensibilmente la motivazione al
progetto e il senso di appartenenza al luogo. Sono moltissimi i convegni e gli
incontri operativi in tutta Italia sul tema delle dismissioni creative a cui l’asso-
ciazione Grisù è chiamata a portare la sua esperienza, anche grazie al grande
lavoro di promozione del progetto realizzato attraverso i media nazionali (da
Report al TG2, da “Il Sole 24 Ore” a “Io donna”).
Stiamo ora partecipando a vari bandi e call per il reperimento di nuovi fondi
da destinare al progetto. Le imprese finora selezionate sono 12, al momento in
fase di insediamento, operative o impegnate con i lavori di sistemazione degli
spazi assegnati.
La vasta corte interna alberata dell’ex Caserma è stata ripulita da tonnellate
di rifiuti accumulatisi negli anni e nel 2013 ha ospitato la prima edizione del
Festival di musica anglosassone “The secret garden”, cui seguirà quest’anno la
seconda edizione, per un totale di 13 concerti.

ipotesi di sviluppo

La finalità è quella di agevolare l’espansione di realtà imprenditoriali avviate
da poco ma potenzialmente in forte crescita e, successivamente, avviare start
up di imprese creative, concedendo i locali in gratuità.
Spazio Grisù vuole anche essere un luogo in cui organizzare workshops in
collaborazione con università italiane ed estere che si occupano di tematiche

                                                                    [ 13 ]
legate all’arte, all’architettura, al design, al fund raising e all’economia della
cultura.
Il progetto si propone di riportare periodicamente in città eccellenze ferraresi
che ora lavorano con successo all’estero, ma anche di invitare eccellenze in-
ternazionali interessate ad uno scambio con la creatività italiana, soprattutto
coinvolgendo paesi emergenti in espansione come Brasile, India e Cina , paesi
dai quali si sono già avuti forti segnali di interesse per il progetto.
Le potenzialità in termini di sviluppo e visibilità per la città e per la Regione
Emilia-Romagna sono evidenti dato l’altissimo livello di interesse in ambito
europeo per il binomio cultura/sviluppo e per il recupero di spazi dismessi.

SOGGETTI ASSOCIATIVI E NON
CHE PARTECIPANO
ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO

Greenpower (studio di progettazione e design di imbarcazioni ibride per la
navigazione interna), Kappalab (casa editrice di fumetti), Opus Incertum Lab
(laboratorio di design e architettura), SpazioGrafia (architettura e fotografia),
Dorotea (laboratorio di architettura/design con falegnameria), Unbeldì (desi-
gn e artigianato), ArchLiving (studio di progettazione di architetti e ingegne-
ri), WormA (costruzioni innovative in legno), BasaCicli (bici e applicazione
creative ai cicli) , OUR-Lab (laboratorio di ricerca della Facoltà di Architettu-
ra sul tema delle dismissioni creative), Listone.mag (giornale culturale on-line
con approfondimenti sugli eventi della città) , TryeCo 2.0 (scannerizzazione e
stampa 3D al servizio di musei e realtà culturali)

PARTENERS DEL PROGETTO

Provincia di Ferrara, Comune di Ferrara, Cassa Di Risparmio Caricento

                                                             [ 14 ]
comitato arci ferrara
     teatro verdi
     Smart Land _ impresa, turismo, altra ruralità
     città della cultura / cultura della città
     via Fondobanchetto n°22 – 44100 Ferrara
     +39 0532 861339
     www.cittadellacultura.it
     www.facebbok.com/CCCCFerrara?fref=ts
     Arch Diego Farina diego@ufficioxarchitettura.it

il progetto

La vicenda inizia intorno al 1600 con la co-
struzione del Teatro detto “Accademia degli
Intrepidi” su progetto di G.B. Aleotti che lo
realizzò in un vecchio granaio di proprietà
del Duca Cesare d’Este.
Questo teatro fu il prototipo del più famo-
so Teatro Farnese ma, mentre il secondo è
giunto ai giorni nostri , il primo si trasfor-
mò in Teatro degli Obizzi prima, per poi
cadere completamente in rovina ed essere
distrutto da un incendio in seguito.
Sostituito alla metà dell’Ottocento dall’Are-
na Tosi Borghi, inaugurata nel 1856, e suc-
cessivamente sottoposta a diversi lavori di
restauro e mantenimento , nel 1913 il teatro
fu completamente rifatto, ampiamente rin-
novato dagli ingegneri Fausto Finzi e Anto-
nio Mazza.
Il nuovo teatro, che è di proprietà privata,
fu inaugurato con l’Aida e visse fino alla
Seconda Guerra Mondiale, anni di vivace
attività teatrale.
Nel corso della sua vicenda storico-artisti-
ca, l’arena rimane sempre un teatro a forte
vocazione popolare, luogo di ritrovo e di
socializzazione :nato come teatro per la liri-
ca si è trasformato nel tempo fino a chiude-
re i battenti nel 1986, trascorrendo l’ultimo
decennio di vita come luogo per avanspet-
tacolo e teatro di rivista fino a divenire sala
cinematografica.
Attorno agli anni 2000 iniziarono, sotto la
spinta del maestro Abbado, i grandi lavori
per la trasformazione del luogo in Teatro
sperimentale per la lirica che mai furono
terminati portando al blocco e abbandono
del cantiere intorno al 2006.

                                                  [ 15 ]
ipotesi di sviluppo

L’Idea progettuale 2014 è quella della Piazza Coperta con attività d’impresa
per giovani da gestire con un percorso progettuale privato / pubblico attra-
verso visioni sperimentali di riuso temporaneo e rigenerazione urbana di spa-
zi e immobili pubblici “addormentati” a favore di un uso collettivo attraverso
attività seminariali-artistiche-d’impresa-ludiche.
Attualmente sono in corso fasi di verifica e fattibilità nonché forte sensibiliz-
zazione, per la riapertura temporanea di 4 giorni, dal 03 al 06 ottobre 2013
sono stati impiegati sette mesi di lavoro e sono stati usati strumenti di crow-
dfunding internazionale (piattaforma ULULE), sponsor privati, ANCI. At-
tualmente sottoposto al bando “CHE FARE 2”.
Lo spazio offre potenzialmente 500 mq di teatro a piano terra con platea +
1500 mq di piante a vari livelli + 840 mq di piazza (piazza Verdi) antistante
il Teatro. La Piazza da 30 anni è un parcheggio per auto anziché uno spazio
pubblico strategico nel cuore della città.
Per le attività temporanee sono state impiegate 20 persone tutte volontarie ,
15 ospiti per seminari e performance con Salvatore Settis come ospite d’onore.

ipotesi di sviluppo

Il Teatro Verdi è un Bene Comune ormai dimenticato dalla cittadinanza. Il
grande progetto di farne un teatro lirico di prova (voluto dal Maestro Abba-
do) è sfumato e praticamente rimandato sine die. Oggi il Verdi rappresenta,
in una diversa ottica di creatività e ingegno, un’infrastruttura pubblica dalle
molteplici potenzialità d’uso. La sua riapertura temporanea (dal 03 al 06 ot-
tobre 2013) è stata considerata un primo momento di rinascita, da cui intra-
prendere una riflessione collettiva da parte della città sul suo destino.
Da spazio addormentato e inattivo da circa 30 anni, da progetto di Teatro per
la città, a Teatro di Vita della Città. L’ipotesi più prossima, per lo sviluppo di
questo Luogo, potrebbe essere quello di una Piazza Coperta intesa come spa-
zio pubblico all’interno del quale dar vita sia a piccole attività d’impresa legate
alla contemporaneità e ai nuovi lavori sia luogo dello stare. Un’idea di Centro
Civico sempre aperto nel cuore urbano pronto a ospitare cittadini e turisti,
imprenditori e artisti.

PARTENERS DEL PROGETTO

Regione Emilia Romagna, Provincia di Ferrara,Comune di Ferrara,
Arci Ferrara,Legacoop Ferrara,Ente Fiera e Congressi Ferrara.

                                                               [ 16 ]
comitato arci lamezia terme – vibo valentia

     habitat
     parco peppino impastato di lamezia terme
     Via Placido Rizzotto, Lamezia Terme (CZ)
     348.5660136
     https://www.facebook.com/HabitatPark
     Antonio Scaramuzzino a.scaramuzzino@gmail.com

il progetto

Il Parco Peppino Impastato è stato realizzato dall’Amministrazione Comunale
di Lamezia Terme grazie ai fondi comunitari, come intervento di riqualifica-
zione e rigenerazione di un uliveto di 11 ettari all’interno di un’area degradata
della città, nel cuore di Contrada Scinà, un quartiere periferico ad alta densità
di famiglie mafiose. Dopo l’inaugurazione avvenuta nel 2010, in assenza di
una politica gestionale, il parco si è subito deteriorato e degradato. Gli evi-
denti segni di abbandono hanno spinto giovani e famiglie del posto a trattarlo
come una discarica a cielo aperto. Nel 2012 l’amministrazione ha deciso di
affidare la gestione del parco al privato sociale tramite bando pubblico. Riqua-
lificare e rigenerare il Parco Impastato creando servizi commerciali, culturali
e ricreativi in chiave di sostenibilità del modello di gestione.
Dopo l’avvio del progetto, in seguito alla vincita del bando comunale, si è co-
stituita Talia, un’impresa sociale che ha avviato la prima fase di manutenzione
del verde e di decoro. Successivamente è stato inaugurato il bar Habitat e ria-
perti gli spazi sociali e culturali disponibili sull’area : 1 sala da 120 posti, 4 aule
didattiche e un’aula di medie dimensioni.
Utilizzare il parco come una piattaforma di social innovation, di partecipa-
zione e di trasformazione del territorio, utilizzando le leve della cultura, dello
sport e del benessere. All’interno del parco sono già attivi un bar,un book-
shop, laboratori, orti urbani, street food, sport, benessere, incontri culturali,
noleggio sale, mostre, concerti, aggregazione naturale e sociale.
Il progetto è attivo dal 2012 e verrà sviluppato fino al 2019 con 70% fondi
pubblici, 30% fondi privati (ad oggi);

                                                                       [ 17 ]
40% fondi pubblici, 60% fondi privati (alla fine del percorso).
L’impresa soc. Talia utilizza gli spazi in convenzione pubblica. I soggetti del
privato sociale possono utilizzare gli spazi tramite quota di gestione parame-
trata all’uso e all’utilizzo. I cittadini usufruiscono degli spazi collettivi gratui-
tamente. I servizi creati da Talia (commerciali e culturali) sono a pagamento.
La modalità di gestione avviene tramite la costituzione di un’impresa sociale
partecipata da vari soggetti del privato sociale.
Il Parco Impastato è un’area vasta di 11 ettari. Sul parco sono presenti: n. 2
campi di pallacanestro; n. 1 campo di beach volley; n. 1 campetto di calcio a 5;
n. 1 spazio pic-nic; n. 1 struttura dotata di aula magna, spazio caffetteria, spa-
zio espositivo, 5 aule didattiche; n. 1 bar; n. 1 aula all’aperto; n. 1 area giochi
per bambini; n. 1 magazzini.
Sono coinvolti nel progetto: 3 esperti in manutenzione; 1 direttore di proget-
to; 1 responsabile logistica; 1 responsabile eventi e programmazione didat-
tico-culturale; 4 volontari di servizio civile;. 7 componenti del consiglio di
amministrazione (volontari).

ipotesi di sviluppo

In prospettiva il progetto Habitat prevede la ristrutturazione del bar, la crea-
zione di un’offerta enogastronomica di qualità, l’apertura di un bookshop, la
realizzazione di una biblioteca di quartiere, interventi di arte pubblica, pro-
grammazione musicale, creazione di una “fablab”, l’apertura di ulteriori ser-
vizi culturali e commerciali, il potenziamento di aree giochi per le famiglie, il
potenziamento dell’offerta di servizi per i cittadini (sport, benessere, orienta-
mento, stili di vita, sostenibilità, innovazione sociale e culturale).

SOGGETTI ASSOCIATIVI E NON
CHE PARTECIPANO
ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO

Arci Lamezia Terme – Vibo Valentia, Cooperativa Ciarapanì, Cooperativa
Cento Passi, Arci Servizio Civile, Cooperativa Il Delta, Comunità Progetto
Sud, Cooperativa Sociale Inrete

PARTENERS DEL PROGETTO

Rubbettino Editore, Centro di Neurogenetica Lamezia Terme, Istituzioni
scolastiche, Parrocchie, n. 50 associazioni sportive, Banca Etica, Associazio-
ne Aniti, Cooperative Le Agricole, Slow Food Calabria, Arci Calabria, Anti-
racket Lamezia Terme

                                                                [ 18 ]
comitato arci lecco
     Recupero della stazione ferroviaria di Osngao (LC)
     circolo arci la lo.co. di osnago
     Via trieste stazione fs, Osnago, LC
     3207940183 / 0399520089
     www.arcilaloco.org
     http://www.youtube.com/user/ArciLaLOCO
     https://www.facebook.com/arcilaloco
     Elisa Mandelli cultura@arcilaloco.org

il progetto

La stazione di Osnago è situata sulla linea Monza-Lecco, tratta risalente al
1863. La fermata di Osnago era molto usata nel dopoguerra ma è stata di-
smessa negli anni Novanta a causa della chiusura di alcuni stabilimenti pro-
duttivi storici del paese e delle politiche di contenimento dei costi attuate da
Ferrovie dello Stato, si è trasformata velocemente in una zona degradata e
abbandonata, diventando uno dei punti più degradati del paese e dell’area li-
mitrofa.
Nel 2001 un gruppo di giovani, conosciutisi nell’ambito dell’organizzazione di
piccoli eventi a carattere locale, si costituiscono associazione affiliata ad Arci
e ristrutturano lo stabile della stazione, grazie al lavoro e alle risorse econo-
miche di una trentina di volontari. La stazione viene infatti data in comodato
gratuito all’associazione dal Comune di Osnago e dalle Ferrovie e diventa sede
fissa del circolo e delle sue attività. L’insediamento dell’associazione nell’area
ha reso nuovamente fruibile la stazione ai pendolari e ai cittadini di Osnago,
al punto che nel 2006 le Ferrovie l’hanno dichiarata “stazione più ben tenuta”
in Lombardia. Tali riconoscimenti hanno facilitato la concessione dei per-
messi per i lavori di ampliamento della struttura che, terminati nel 2011, sono
costati circa 250.000 euro e sono stati finanziati tramite mutuo stipulato con
BancaEtica. Ad oggi lo spazio gestito dall’Arci ad Osnago è raddoppiato, così
come si sono moltiplicati il numero di soci volontari (circa 50) e quello di soci
tesserati (1700 circa).
Le attività del Circolo sono cresciute molto, cercando di rivolgersi a tutti i
target di riferimento con un occhio di riguardo per i giovani. Ogni venerdì

                                                                   [ 19 ]
sera è programmato un concerto mentre il sabato e la domenica sono dedicate
all’arte, alla fotografia e alla presentazione di libri e progetti editoriali. Il Cir-
colo si occupa anche di organizzazione di corsi e workshop molto diversificati
tra loro realizzati in collaborazione con il Circolo Arci di Verderio Inferiore.
I soci del Circolo hanno dato vita anche ad un Gruppo d’Acquisto Solidale e
molti dei prodotti biologici e a chilometro zero da loro selezionati sono ora
utilizzati anche dal punto ristoro che, grazie all’apertura di Partita IVA può
ora garantire anche un servizio di piccola cucina. Alla Lo.Co. è attivo un pun-
to bookcrossing e una zona di guerilla gardening, si ospitano spesso altre as-
sociazioni diffondendone contenuti, idee e progetti, in uno scambio alla pari.

ipotesi di sviluppo

Gli sviluppi previsti ad oggi sono il perfezionamento dell’assetto organizza-
tivo, tramite l’attivazione di corsi di formazione rivolti ai dipendenti , ai di-
rigenti e ai volontari stessi, con lo scopo di portare avanti le attività finora
svolta con sempre maggiore professionalità. Una nuova direzione progettuale
è quella della realizzazione di un percorso turistico per gli aderenti all’ Arci,
che porterà persone proveienti da altri Circoli a visitare la Brianza Lecchese.

SOGGETTI ASSOCIATIVI E NON
CHE PARTECIPANO
ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO
Il Circolo ARCI La Lo.Co. collabora da tempo con la cooperatica sociale
PASO per la gestione di ParcoBici, un progetto di cicloffinicina con ricovero
per le bici in stazione. La Lo.Co. offre spesso i propri spazi ad associazio-
ni esterne per la realizzazione di iniziative informative o di raccolta fondi su
temi specifici.

PARTENERS DEL PROGETTO
Il Circolo si trova su uno spazio di proprietà di RFI in comodato al Comune
di Osnago. Non si possono però identificare partner veri e propri del progetto
di recupero della stazione FS.

                                                                [ 20 ]
comitato arci reggio emilia
     Villa ex-Omi Reggiane
     sede arci e scuola di musica
     Viale Ramazzini, 72
     0522 392137
     www.arcire.it – www.scuolecepam.it http://www.youtube.com/user/
     ArciReggioEmilia www.facebook.com/arcireggioemilia
     Daniele Catellani catellani@arcire.it
     Giuliano Giovanelli giovanelli@scuolecepam.it

il progetto

All’inizio, nel XVII secolo, la villa era uno dei tanti casini di caccia sparsi per
l’immensa pianura, con la particolarità di essere poco distante dalla città, nel
1794 la trasformazione, con ampliamento del braccio a ovest, in villa borghese,
probabilmente una villa delle delizie usata solo d’estate. Successivamente diviene
testimone della radicale trasformazione di Reggio Emilia, prima ai margini, poi
al centro del primo insediamento industriale reggiano, quello delle officine mec-
caniche reggiane fondate da Rivi nel 1901 che diedero l’impulso alla vocazione
manifatturiera della città. Ne diventò la villa del Direttore e così rimase fino
all’ultima guerra, poi frammentata in vari alloggi per poi essere abbandonata de-
finitivamente alla fine degli anni ‘60 e consegnata ad un oblio di alcuni decenni.
Ora in seguito al suo totale recupero alla città ha acquisito una nobile funzione
come si addice ad un monumento di tale importanza per la storia della città. Il
restauro ha eliminato tutte le varie frammentazioni per restituire l’ariosità degli
ampi spazi con cui era stato concepito riaprendo i due saloni e le grandi stanze
laterali del corpo principale.
Il rispetto per questa storica testimonianza è evidenziata anche dal restauro delle
parti decorative pittoriche ritrovate risalenti alla fine XIX secolo.
Si è cercato di limitare il più possibile i nuovi inserimenti per consentire di leg-
gere l’edificio nel suo splendore e nelle sue particolarità, quindi sono state messi
in evidenza i ritrovamenti effettuati come la vecchia cappella di famiglia, è stata
mantenuta l’originaria varietà dei colori delle stanze, così come le nuove pavi-
mentazioni in marmette che utilizzano i decori delle precedenti non recuperabi-

                                                                     [ 21 ]
li, o il cotto e il legno recuperati.
Ora questa antica testimone della nostra storia è pronta per affrontare una nuo-
va vita con una particolarità nuova: al centro della città futura. Nel 2001 infatti
l’Associazione a Reggio Emilia propose di destinarla quale sede del comitato ter-
ritoriale Arci edel la scuola di musica, proposta che trovò la sua realizzazione
nel 2005 con lo strumento del Project Financing, che permise sia di raccogliere
risorse proprie dell’Associazione sia disponibilità economiche dell’ente locale.
 L’inaugurazione, avvenuta il 16 febbraio 2013, è seguita a un lungo percorso pro-
gettuale e amministrativo che ha riconsegnato alla città uno stabile altrimenti in
decadenza con un valore complessivo di 2,5mln di euro, il 60% dei quali a carico
dell’Associazione.
La ragione profonda dell’investimento compiuto è la sede centrale della scuola di
musica Cepam: 12 aule per lezioni di strumento individuale per oltre 400 allievi
l’anno. Il Cepam, che ha superato i 30 anni di attività, oltre alla sede di Reggio,
organizza corsi musicali in 13 succursali sul territorio provinciale, coinvolgendo
oltre 60 docenti e 1.300 allievi nel suo complesso.
La collocazione dello stabile è adiacente al Centro Internazionale Loris Malaguz-
zi, con cui programma, negli spazi esterni, in primavera ed estate, appuntamenti
e rassegne culturali chiamte “Summer Soup”.

ipotesi di sviluppo

La centralità della sua collocazione per lo sviluppo futuro della città di Reggio
Emilia, altrimenti detta Area Nord, dovrà vedere la presenza del comitato Arci
e della scuola di musica come soggetti imprescindibili per la crescita sociale
del quartiere, ma soprattutto continuare ad offrire occasioni di formazione
musicale accessibile e popolare. Attualmente è in fase di studio l’implemen-
tazione dell’utilizzo di questi ambienti per altre discipline come ad esempio
i laboratori dedicati al web marketing e alla comunicazione digitale www.
digitalrefresh.it
Inoltre dopo la prima fase sperimentale di “Summer Soup” si vuole rendere
fruibile l’intero complesso rendendo l’attività “ordinaria” permanente.

SOGGETTI ASSOCIATIVI E NON
CHE PARTECIPANO
ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO
PARTENERS DEL PROGETTO
Comune di Reggio Emilia, Unieco, Arcinquanta Srl

                                                              [ 22 ]
comitato arci savona
     Consorzio Associativo Officine Solimano
     officine solimano
     Piazza Pippo Rebagliati – Savona
     019.813.357 - 346.300.83.39 - 348.404.08.92
     www.officinesolimano.it
     https://www.facebook.com/officinesolimano
     Consorzio Associativo Officine Solimano info@officinesolimano.it

il progetto

Consorzio Associativo Officine Solimano nasce ufficialmente nel 2010 e ri-
unisce tre associazioni :Nuovofilmstudio, Cattivi Maestri e Raindogs Hou-
se, accomunate dall’adesione all’Arci e da un’idea di produzione, diffusione
e riflessione culturale che gli ha consentito negli anni un forte radicamento
territoriale.
In cerca, di una nuova “casa” in cui ospitare al meglio le rispettive attività e
proposte, queste tre realtà, attive nei campi del cinema, del teatro e della musi-
ca, hanno dato vita a un incontro umano e artistico che ha suscitato l’interesse
del Comune di Savona, indispensabile partner di questa impresa, e della Fon-
dazione De Mari. Oggi, il percorso avviato per il recupero delle ex Officine
Solimano giunge alla tappa più importante: l’apertura di uno spazio culturale
unico nel panorama del nostro territorio, dove realtà artistiche differenti pos-
sono trovare un punto di incontro e di confronto. Una tappa che segna insie-
me l’inizio di un nuovo percorso, nello sforzo di mantenere viva e intensa, an-
che in tempi non facili, l’attività di associazioni che, pur mantenendo ciascuna
la propria identità, hanno deciso di agire di concerto, dando vita a un modello
di gestione culturale capace di stimoli e proposte che coinvolgano le istituzio-
ni e la cittadinanza, i giovanissimi e i meno giovani. La struttura, gestita dal
Consorzio Officine Solimano, è aperta a ospitare le iniziative promosse dal
Comune di Savona, da associazioni no profit, impegnate a promuovere ini-
ziative culturali e artistiche, e da privati. L’uso gratuito degli spazi è concesso
in caso di iniziative organizzate da associazioni no profit, purchè aperte al
pubblico. Gli spazi sono concessi a titolo oneroso per i soggetti privati.

                                                                    [ 23 ]
ipotesi di sviluppo

Le Officine Solimano resteranno un luogo industriale seppure di un altro tipo
di industria rispetto a quella di un tempo. Nei tre piani della struttura trove-
ranno spazio produzioni e artisti di rango, manifestazioni, stagioni e iniziati-
ve: ma soprattutto vogliamo che vi trovi posto il pubblico

SOGGETTI ASSOCIATIVI E NON
CHE PARTECIPANO
ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO

A fianco del Comune di Savona , della Fondazione Mari e dell’Arci, i nostri
partner sono gli spettatori che, negli anni, hanno seguito con passione e con
affetto le nostre proposte, dandoci la forza e la determinazione per andare
avanti nel nostro lavoro e dei quali, proprio per questo, abbiamo ancora molto
bisogno.

PARTENERS DEL PROGETTO

Comune di Savona, Fondazione De Mari, Arci

                                                           [ 24 ]
comitato arci sondrio
     circolo culturale arci demos
     Stazione FS
     Viale Stelvio, presso Stazione FS
     3382131092
     http://arcidemos.blogspot.it/
     https://www.facebook.com/arcidemos
     Simone Benazzo benny_sc91@hotmail.it

il progetto

Grazie al progetto “Adotta una stazione”, nel 2001 alcuni ragazzi di Talamona
(SO), guidati dal giovane consigliere Marco Duca, sistemano i locali e il giar-
dino della stazione ferroviaria, a loro affidata dal Comune con un contratto di
sub-comodato gratuito, ed iniziano ad utilizzarli come spazi per l’espressione
della cultura giovanile valtellinese. Da quel momento parte una storia che ha
reso questo spazio, diventato un circolo Arci nel 2006, una realtà culturale
imprescindibile ed unica nel panorama provinciale.
L’idea e lo spirito sono sempre quelli originari: proporre cultura, nelle mani-
festazioni più varie, dando spazio a gruppi ed artisti locali che riconoscono in
questo luogo una delle poche possibilità di esprimersi presenti in provincia.
L’attuale gestione, subentrata a fine 2012, ha ampliato la varietà dell’offerta
artistica proponendo oltre i concerti, aperitivi, spettacoli teatrali, cineforum,
esposizioni artistiche e momenti conviviali tra i soci.
Negli anni si sono consolidati degli appuntamenti fissi all’aperto: la festa del
25 aprile – Resist, la festa dei diritti – e le 2 feste di inizio/fine estate. Tutti
le altre serate si tengono nei piccoli ma calorosi locali interni. I buonissimi
rapporti con l’Amministrazione Comunale, hanno portato a importanti re-
alizzazioni come quella di un murales sul diritto ad amare che ha avuto un
forte impatto anche politico in merito al dibattito sulle coppie di fatto e l’orga-
nizzazione di un concerto per la raccolta firme contro le slot machines

                                                                    [ 25 ]
ipotesi di sviluppo

L’obiettivo è quello di continuare anche negli anni futuri an permettere alle
band locali di avere uno spazio per provare gratuitamente ed esibirsi pub-
blicamente, organizzando dei concerti con regolarità, ospitando headliner di
livello nazionale e contribuendo alla diffusione di una musica che non trova
spazio nei circuiti main-stream valtellinesi.

SOGGETTI ASSOCIATIVI E NON
CHE PARTECIPANO
ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO

Gruppo Veg Sondrio, Il Cinemino, Gruppo Arte Libera, Arci Sondrio, Ri-Cir-
colo, Lokalino, Associazione musicale Artesuono, Lokazione, Gruppo Gay
Sondrio, la 2D

PARTENERS DEL PROGETTO

Comune di Talamona (SO)

                                                         [ 26 ]
comitato arci valle susa
     villa5          - incubatrice di idee e progetti,
     spazio per la cultura e il benessere
     villa5 (ex palazzina n. 5 - già ‘padiglione degli inquieti’)
     Via Torino, 9/6 (viale Tom Benetollo) – Collegno (TO)
     0114112498
     www.villa5.it
     www.facebook.com/Villa5.Collegno
     Gabriele Moroni vallesusa@arci.it

il progetto

La Villa5 è nel Parco dell’ex Ospedale Psichiatrico (un area di circa 400.000 mq),
originariamente sede della Certosa Reale di Collegno, monastero la cui costru-
zione fu commissionata nel 1641 da Cristina di Francia, reggente di Savoia.
Fra il 1852 e il 1856 la struttura divenne Regio Manicomio. Tra il 1931 e il 1934,
su progetto dell’ingegner Torretta, vennero realizzate le “Ville Regina Margheri-
ta” (fra queste la Villa5), strutture per degenti paganti nel complesso della Certo-
sa di Collegno. Nel 1978, l’anno delle leggi 180 e 833 che segnano l’inizio del lun-
go cammino verso il superamento degli ospedali psichiatrici, vengono abbattute
le mura che dividevano il manicomio dalla città. Nel 1997 il Consiglio Comunale
approva il Nuovo Piano Regolatore dalla Città che battezza l’area dell’ex manico-
mio quale cuore culturale della città.
Il progetto Villa 5 nasce nel 1999 da un’idea di ARCI Valle Susa e ARCST Lega
Coop, che propongono il progetto di ristrutturazione di una villa dell’ex Ospe-

                                                                     [ 27 ]
dale Psichiatrico, ora Parco della Certosa. Il progetto s’inserisce coerentemente
all’interno delle linee programmatiche dell’Amministrazione collegnese per il
superamento definitivo della caratterizzazione sanitaria di quest’area, che inten-
de valorizzare tale risorsa arricchendola di spazi “vissuti” quotidianamente, con
progetti a forte valenza sociale e culturale e servizi qualificati che mettano al cen-
tro le persone quale principale energia trasformatrice che agisce sull’ambiente
per “ripararlo”.
Nel febbraio 2003, a seguito di apposita gara in cui si presenta progetto di ristrut-
turazione e gestione e l’impegno a coprire il co-finanziamento pari al 30%, la
Città di Collegno (che ha acquistato la villa dall’ASL) aggiudica la concessione dei
lavori e dell’immobile e la gestione delle attività per 19 anni al Consorzio ONDA.
Nel marzo 2003 si dà avvio al cantiere che si chiude nell’estate 2004.
Gli spazi e le attività di Villa5 sono:
piano terra (circa 1000mq)
- Centro Donna della Città di Collegno (spazio di ascolto, accoglienza e aiuto)
- Centro socioculturale enogastronomico Asylum (circolo, ristorazione, gruppo
di acquisto solidale).
- Sala polivalente (per laboratori, conferenze, proiezioni)
- Hammam Villa Khamsa (bagno turco).
- Le Microtane (spazio bimbi / baby parking).
- sede Coop. soc. Atypica, primo piano (circa 1000mq)
- Residence Villa5 (spazi abitativi)
- sede comitato ARCI Valle Susa e ASC Collegno e Pinerolo
Nella gestione sono coinvolte circa quaranta persone, fra dipendenti, collabora-
tori, professionisti esterni (psicologhe, legali), e circa una quindicina di volonta-
ri che a vario titolo collaborano nella gestione del circolo Asylum, del progetto
Centro Donna e del GAS.

ipotesi di sviluppo

In questi anni Villa5 è stata punto di riferimento per iniziative e progetti della
Città nonché per progetti di rilevanza provinciale, regionale e nazionale, che
hanno coinvolto soggetti pubblici come il consorzio dei servizi, la Provincia e
la Regione e soggetti privati come il Forum del Terzo Settore in Piemonte (del
quale Villa5 ospita la segreteria) e l’Arci nazionale. In prospettiva i soggetti
gestori dovrebbero consolidare questa vocazione a promuovere ed ospitare at-
tività progettuali, anche lanciando appuntamenti fissi come festival o meeting
tematici (cultura, ambiente e stili di vita) anche in vista di un futuro rinnovo
della convenzione di gestione.

SOGGETTI ASSOCIATIVI E NON
CHE PARTECIPANO
ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO

Consorzio O.N.D.A. (Organizzazione Noprofit Donne Associate), ARCI Val-
le Susa, Coop. Soc. Atypica, Coop. Edilizia Giuseppe Di Vittorio, Associazio-
ne MaChiLoFa/Circolo Asylum, A.S.C. Collegno e Pinerolo (Arci Servizio
Civile)

PARTENERS DEL PROGETTO

Città di Collegno

                                                                 [ 28 ]
Si ringraziano
 Sabrina Milani - redazione e coordinamento
  Claudia Ranzani - grafica e impaginazione
i comitati e i circoli Arci coinvolti nei progetti
[ 30 ]
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